RELAZIONE sull'iniziativa per favorire l'occupazione verde: sfruttare le potenzialità dell'economia verde di creare posti di lavoro

22.6.2015 - (2014/2238(INI))

Commissione per l'occupazione e gli affari sociali
Relatore: Jean Lambert

Procedura : 2014/2238(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A8-0204/2015

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sull'iniziativa per favorire l'occupazione verde: sfruttare le potenzialità dell'economia verde di creare posti di lavoro

(2014/2238(INI))

Il Parlamento europeo,

–       vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Iniziativa per favorire l'occupazione verde: sfruttare le potenzialità dell'economia verde di creare posti di lavoro" (COM(2014)0446),

–       vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Piano d'azione verde per le PMI" (COM(2014)0440),

–       vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Verso un'economia circolare: programma per un'Europa a zero rifiuti " (COM(2014)0398),

–       visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione intitolato "Exploiting the employment potential of green growth" (Sfruttare il potenziale di occupazione offerto dalla crescita verde) (SWD(2012)0092),

–       viste le conclusioni del Consiglio del 6 dicembre 2010 sulle politiche dell'occupazione per un'economia competitiva, a bassa emissione di CO2, efficiente sotto il profilo delle risorse e verde,

–       vista la decisione 2010/707/UE del Consiglio, del 21 ottobre 2010, sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione,

–       visto il parere del Comitato delle regioni dal titolo "Piano d'azione verde per le PMI e Iniziativa per favorire l'occupazione verde",

–       visto lo studio del 2014 dell'OCSE e del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale intitolato "Greener Skills and Jobs, OECD Green Growth Studies" (Competenze e posti di lavoro verdi, studio dell'OCSE sulla crescita verde),

–       vista la relazione dell'Osservatorio europeo dell'occupazione, dell'aprile 2013, dal titolo "Promoting green jobs throughout the crisis: a handbook of best practices in Europe 2013" (Promozione di posti di lavoro verdi durante la crisi: un manuale delle migliori pratiche in Europa per il 2013),

–       vista la relazione del 2011 dell'Organizzazione internazionale del lavoro e del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale dal titolo "Skills for green jobs: a global view: synthesis report based on 21 country studies" (Competenze per lavori verdi, una panoramica globale: relazione di sintesi basata su 21 studi per paese),

–       vista la relazione del 2010 del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale dal titolo "Skills for green jobs – European synthesis report" (Competenze per lavori verdi - relazione di sintesi a livello europeo),

–       viste le relazioni di Eurofound dal titolo "Le relazioni industriali e la sostenibilità: il ruolo delle parti sociali nella trasformazione verso un'economia verde" (2011), "Rendere più ecologica l'economia europea: risposte e iniziative degli Stati membri e delle parti sociali" (2009) e "Verso un'industria verde nell'Unione europea: previsione e gestione degli effetti dell'ecologizzazione sulla quantità e la qualità dei posti di lavoro" (2013),

–       visto il documento di lavoro del CFE-LEED dell'OCSE, dell'8 febbraio 2010, dal titolo "Green jobs and skills: the local labour market implications of addressing climate change" (Posti di lavoro e competenze verdi: implicazioni della lotta al cambiamento climatico sul mercato locale dell'occupazione),

–       vista la definizione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) di "lavoro verde" quale impiego dignitoso che contribuisce a preservare o ripristinare la qualità dell'ambiente, sia che si tratti del settore dell'agricoltura, dell'industria, dei servizi o dell'amministrazione,

–       vista la sua risoluzione del 12 dicembre 2013 sull'ecoinnovazione - occupazione e crescita mediante la politica ambientale[1],

–       vista la sua risoluzione del 15 marzo 2012 su una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050[2],

–       vista la sua risoluzione del 7 settembre 2010 sullo sviluppo del potenziale occupazionale di una nuova economia sostenibile[3],

–       visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–       visti la relazione della commissione per l'occupazione e gli affari sociali e i pareri della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A8-0204/2015),

A.     considerando che tendenze globali come l'uso non efficiente delle risorse, la pressione insostenibile sull'ambiente e i cambiamenti climatici si avvicinano a limiti oltre i quali non è possibile scongiurare conseguenze irreversibili sulle società e l'ambiente naturale e che la crescita costante dell'esclusione e delle disuguaglianze sociali rappresenta una sfida per le società;

B.     considerando che nella sua relazione del 2015 l'Agenzia europea dell'ambiente ha messo in evidenza l'inadeguatezza delle misure attuali ai fini del raggiungimento degli obiettivi di tutela della biodiversità, riduzione dell'impiego di combustibili fossili, lotta ai cambiamenti climatici e prevenzione del loro impatto sulla salute umana e sull'ambiente;

C.     considerando che la mancanza di una risposta programmatica coerente per affrontare tali sfide comuni rischia di lasciare inutilizzata una parte significativa del potenziale della transizione verde e socialmente inclusiva di creare posti di lavoro sostenibili;

D.     considerando che, in risposta a tali minacce, si assiste alla nascita di nuovi settori, al cambiamento di molti altri e al declino di altri ancora, come quelli fortemente inquinanti; che è necessario concentrare l'attenzione sull'innovazione e sulle modalità per ridurre l'inquinamento; che, con riferimento ad alcuni settori in declino, occorre prestare particolare attenzione ai lavoratori per quanto riguarda la riqualificazione e un'occupazione alternativa; che gli investimenti nei settori resi prioritari dall'agenda sui lavori verdi della Commissione, compresi il riciclo, la biodiversità, l'efficienza energetica, la qualità dell'aria e tutte le tecnologie legate alle energie rinnovabili, come l'energia rinnovabile offshore, sono in grado di favorire notevolmente la creazione di occupazione anche nelle zone meno densamente popolate;

E.     considerando che, secondo l'Agenzia europea dell'ambiente, il settore dei beni e dei servizi verdi è cresciuto di oltre il 50% tra il 2000 e il 2011, generando più di 1,3 milioni di posti di lavoro, e che, stando ai calcoli della Commissione, l'economia basata sulle energie rinnovabili porterà alla creazione in Europa di 20 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2020; che una politica dell'UE ambiziosa e coerente, gli investimenti nelle energie rinnovabili, la gestione delle foreste, l'agricoltura sostenibile e la tutela del suolo (per prevenire e contrastare l'instabilità idrogeologica) sono in grado di favorire in modo significativo la creazione di posti di lavoro;

F.     considerando che l'obiettivo dello sviluppo sostenibile è sancito dal trattato di Lisbona e che il suo conseguimento implica che le questioni ambientali siano trattate alla stregua di quelle economiche e sociali nell'ambito del ciclo annuale delle politiche europee;

G.     considerando che la strategia Europa 2020 per la promozione di economie intelligenti, sostenibili e inclusive riconosce il ruolo fondamentale della transizione verso economie verdi e socialmente eque;

H.     considerando che le rigidità del mercato del lavoro ostacolano la creazione di occupazione, mentre un mercato del lavoro dell'UE competitivo può contribuire a raggiungere gli obiettivi occupazionali di Europa 2020;

I.      considerando che l'UE e i suoi Stati membri si sono assunti l'impegno, in occasione della conferenza prevista dalla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Cancún del 2010, di garantire una giusta transizione della forza lavoro, che crei posti di lavoro dignitosi e di qualità; che una giusta transizione generale verso un'economia sostenibile dal punto di vista ambientale deve essere ben gestita affinché possa contribuire all'obiettivo di creare occupazione sostenibile e a lungo termine per tutti, compresi, a titolo esemplificativo, i posti di lavoro altamente qualificati, nonché generare inclusione sociale e portare all'eliminazione della povertà;

J.      considerando che i cinque pilastri di una giusta transizione includono la consultazione/voce dell'Unione, gli investimenti in lavori verdi e dignitosi, le competenze verdi, il rispetto dei diritti dei lavoratori e dei diritti umani, la tutela sociale dei lavoratori e delle comunità impegnati in prima linea nella transizione da un'economia ad alte emissioni a una a basse emissioni di carbonio;

K.     considerando che la partecipazione dei lavoratori alla transizione è essenziale per rafforzare la consapevolezza ambientale e la comprensione dell'importanza dell'efficienza delle risorse e per ridurre l'impatto sull'ambiente;

L.     considerando che le possibilità di espandere l'occupazione verde sono ostacolate dalla carenza o dal mix errato di competenze dovuti a vari fattori, tra cui le differenze dei programmi di studio legati alla sostenibilità, le lacune individuate in settori particolari, la mancanza di studenti con le necessarie competenze in campo scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico e nelle discipline informatiche, nonché la concentrazione di genere piuttosto che la parità di genere in determinati settori;

M.    considerando che, come dimostrato, gli investimenti nell'efficienza energetica e delle risorse, lo sviluppo di una catena di approvvigionamento mediante una chiara strategia industriale e lo spostamento del carico fiscale dal lavoro ad altre fonti sono in grado di avere un impatto positivo sulla creazione di posti di lavoro;

N.     considerando che l'Europa è chiamata a competere in un contesto globale e che costi energetici accessibili, il completamento del mercato interno dell'UE e un migliore contesto per gli investimenti sono determinanti ai fini della crescita sostenibile e della creazione di occupazione;

O.     considerando che determinati settori, come la riqualificazione energetica degli edifici, sono legati a siti specifici e non possono essere trasferiti all'estero o delocalizzati;

P.     considerando che l'incertezza e la mancanza di coerenza nella direzione programmatica e l'assenza di obiettivi chiari ostacolano gli investimenti, lo sviluppo delle competenze, la ricerca e lo sviluppo e compromettono, di conseguenza, la formazione di opportunità occupazionali;

Q.     considerando che una maggiore consapevolezza, da parte della società, dell'importanza dell'economia verde rafforzerebbe le opportunità occupazionali;

R.     considerando che obiettivi chiari e definiti di medio e lungo termine, compresi quelli dell'UE in materia di efficienza energetica e inquinamento, possono essere importanti fattori di cambiamento e che anche il regolamento dell'UE svolge un ruolo essenziale in proposito; che investimenti mirati, anche nello sviluppo all'interno dell'Unione di catene di approvvigionamento che portino alla creazione di posti di lavoro, dovrebbero derivare da un chiaro quadro di riferimento strategico ed essere coerenti con esso;

S.     considerando che il settore pubblico e le autorità locali e regionali possono svolgere un ruolo fondamentale nel facilitare la transizione verso un'economia verde e creare mercati del lavoro inclusivi;

T.     considerando che iniziative come Ecolabel, EMAS, GPP e simili contribuiscono a generare posti di lavoro verdi;

U.     considerando che le micro-imprese e le piccole e medie imprese sono una delle principali fonti di occupazione nell'UE, essendo responsabili di ben oltre l'80% dei posti di lavoro totali e avendo svolto un ruolo guida in molti settori "verdi", ma possono incontrare particolari difficoltà nel prevedere le competenze necessarie e sfruttare pienamente il potenziale occupazionale;

V.     considerando che gli orientamenti integrati sono un aspetto chiave del coordinamento delle politiche economiche e occupazionali degli Stati membri, rappresentano la base delle raccomandazioni specifiche per paese e dovrebbero sostenere gli obiettivi della strategia Europa 2020, in particolare per quanto riguarda l'occupazione, anche attraverso la promozione della creazione di posti di lavoro di qualità, inclusi i lavori verdi;

W.    considerando che anche le donne devono trarre vantaggio dalla creazione di posti di lavoro verdi dignitosi e che occorre infrangere il cosiddetto "soffitto di vetro";

X.     considerando che le donne sono colpite in modo sproporzionato dalla crisi e dalle politiche di austerità e che i posti di lavoro verdi hanno dimostrato di avere una maggiore resistenza alle crisi rispetto ad altri;

Y.     considerando che nella transizione verso un'economia verde e nella lotta per l'uguaglianza di genere è essenziale il ruolo svolto dalla società civile;

Z.     considerando che i settori a basse emissioni di carbonio tendono a registrare una maggiore produttività e che le relative quote salariali sono diminuite di meno rispetto alle prime 15 industrie ad alte emissioni;

AA.  considerando che, secondo i dati di Eurobarometro sui lavori verdi nelle PMI, il risparmio energetico, la riduzione dei rifiuti e la diminuzione del consumo di materie prime sono diventate misure convenienti dal punto di vista economico;

Verso un'economia verde – Opportunità per il mercato del lavoro

1.      sottolinea che una transizione verso società ed economie sostenibili, compresi modelli di produzione e consumo sostenibili, è potenzialmente in grado sia di creare nuova occupazione di qualità che di trasformare quella esistente in posti di lavoro verdi in quasi tutti i settori e lungo l'intera catena del valore, dalla ricerca alla produzione, alla distribuzione e alla manutenzione, nonché nei nuovi settori verdi ad alta tecnologia come le energie rinnovabili, in quelli tradizionali come il settore manifatturiero e l'edilizia, oppure nel settore dell'agricoltura e della pesca o in quello dei servizi, come il turismo, la ristorazione, i trasporti e l'istruzione; sottolinea nel contempo che, oltre a creare un numero elevato di posti di lavoro, gli investimenti nelle energie rinnovabili e nell'efficienza energetica contribuiscono a mantenere la competitività economica e industriale dell'Europa e a ridurne la dipendenza energetica;

2.      evidenzia che due terzi dei servizi offerti dalla natura, tra cui terreni fertili, acqua potabile e aria pulita, sono in declino e che il riscaldamento globale e la perdita di biodiversità si avvicinano a limiti oltre i quali non è possibile scongiurare conseguenze irreversibili sulle società e l'ambiente naturale;

3.      sottolinea che una crescita economica continua è possibile solo se si tiene conto dei limiti dell'ambiente; evidenzia, in questo contesto, che un'economia verde e circolare è in grado di fornire soluzioni per l'ambiente, l'economia e la società in generale;

4.      pone l'accento sul fatto che la piena attuazione della legislazione in materia di ambiente e il miglioramento dell'integrazione ambientale e della coerenza programmatica fra le diverse politiche settoriali dell'UE sono essenziali per sfruttare appieno il potenziale dell'economia verde e creare quindi posti di lavoro verdi;

5.      ricorda che, nella sua relazione del 2015, l'Agenzia europea dell'ambiente ha messo in evidenza l'inadeguatezza delle misure attuali ai fini del raggiungimento degli obiettivi di tutela della biodiversità, riduzione dell'impiego di combustibili fossili, lotta ai cambiamenti climatici e prevenzione del loro impatto sulla salute umana e la qualità dell'ambiente;

6.      segnala che la transizione presenta grandi potenzialità in termini di creazione di posti di lavoro locali che non possono essere delocalizzati, in ambiti che non possono essere trasferiti all'estero e in settori colpiti dalla crisi come quello dell'edilizia; osserva che è chiaramente dimostrato che la transizione verde produrrà, nel complesso, un impatto positivo sull'occupazione, a riprova del fatto che le attività economiche sostenibili, come il risparmio energetico e l'agricoltura biologica, sono caratterizzate da un largo impiego di manodopera rispetto a quelle che vanno a sostituire e potrebbero permettere alle regioni di diventare più autosufficienti;

7.      ritiene opportuno adottare una definizione condivisa di "lavoro verde", che richiami quella dell'OIL e della conferenza internazionale degli statistici;

Giusta transizione e creazione di posti di lavoro sostenibili e di qualità

8.      accoglie con favore la dichiarazione della Commissione secondo cui la ristrutturazione dovrebbe essere gestita in un modo socialmente responsabile, tenendo conto nel contempo dell'esigenza delle imprese di innovarsi e ristrutturarsi;

9.      ritiene essenziale offrire agli attuali lavoratori opportunità adeguate per acquisire le nuove competenze richieste dall'economia circolare, onde sfruttare al massimo il potenziale occupazionale netto dell'economia verde;

10.    invita gli Stati membri a incoraggiare politiche intese a mettere in sicurezza e riqualificare gli edifici pubblici per incrementare l'efficienza energetica e ridurre i consumi;

11.    invita gli Stati membri e la Commissione, ove del caso, a impegnarsi a favore di una tabella di marcia verso una giusta transizione, al fine di perseguire obiettivi ambiziosi in materia ambientale, promuovendo i seguenti aspetti: protezione sociale e remunerazione adeguate, occupazione a lungo termine e condizioni di lavoro sane e sicure, investimenti pubblici a favore dell'istruzione, della formazione e della qualificazione, rispetto dei diritti dei lavoratori e rafforzamento del diritto dei lavoratori all'informazione, alla consultazione e alla partecipazione per quanto riguarda le questioni legate allo sviluppo sostenibile ed efficace rappresentazione dei lavoratori; invita gli Stati membri a perseguire tali obiettivi;

12.    rammenta che la revisione della strategia dell'UE in materia di salute e sicurezza dovrebbe tenere conto dei rischi specifici nei nuovi settori, ove del caso;

13.    sottolinea che la capacità di anticipare i cambiamenti nell'occupazione richiede una gestione proattiva della trasformazione e una migliore raccolta di dati di elevata qualità sulle esigenze presenti e future del mercato del lavoro, che veda il coinvolgimento degli istituti d'istruzione superiore europei, e che è essenziale una pianificazione a lungo termine per garantire un'efficace transizione e un aumento dell'occupazione; pone l'accento sul ruolo fondamentale svolto dalle autorità locali e regionali nella transizione verso un'economia più verde nell'ambito dell'istruzione, delle infrastrutture, del sostegno alle imprese locali e della creazione di occupazione stabile con remunerazioni disciplinate da contratti collettivi o da altri strumenti consentiti a norma della legislazione nazionale; sostiene che il dialogo sociale è un elemento essenziale della gestione della trasformazione; invita la Commissione, gli Stati membri, i governi regionali e locali e le parti sociali ad assumersi le proprie responsabilità e ad affrontare tale sfida collettivamente, tenendo conto del principio di sussidiarietà;

14.    osserva che il ruolo delle parti sociali nella transizione verso un'occupazione verde è andato gradualmente aumentando negli ultimi anni, ma ricorda che occorre compiere ulteriori sforzi per instaurare un dialogo sociale duraturo e sostenibile che contribuisca a far fronte alle sfide poste dal passaggio a un'economia competitiva, a basse emissioni di carbonio e più efficiente in termini di gestione delle risorse;

15.    sottolinea l'importanza dei governi nazionali nel promuovere il dialogo sociale settoriale, in particolare nelle nuove industrie verdi emergenti e nell'assicurare il coinvolgimento delle PMI;

16.    sottolinea che alcune regioni si trovano a dover affrontare più sfide di altre a causa della concentrazione geografica di industrie inquinanti ad alta intensità energetica e di risorse o di livelli più elevati di povertà o disoccupazione; chiede agli Stati membri e ai governi regionali e locali sostenuti dall'Unione europea di collaborare con le parti sociali e di attuare collettivamente tabelle di marcia per una giusta transizione, compresi i meccanismi di solidarietà per una transizione socialmente equa e verde delle proprie economie locali e regionali, fornendo nel contempo sostegno alle comunità e ai lavoratori colpiti dal cambiamento, nonché riducendo l'insicurezza dovuta al trasferimento dei posti di lavoro e assicurando che la richiesta di nuove competenze professionali sia soddisfatta;

17.    sottolinea che le autorità locali possono svolgere un ruolo essenziale nel promuovere la crescita occupazionale nell'economia verde e la creazione di posti di lavoro più dignitosi e inclusivi attraverso:

–  gli investimenti verdi,

–  la leva degli appalti pubblici, incluso l'utilizzo di clausole sociali e ambientali negli appalti pubblici,

–  la creazione di partenariati, anche con gli istituti di formazione, per meglio soddisfare la richiesta di competenze professionali sul mercato del lavoro locale,

–  il sostegno alle PMI verdi e alla trasformazione in PMI più verdi,

–  la creazione di programmi di occupazione verde inclusivi in grado di garantire che anche i gruppi vulnerabili possano trarre vantaggio dall'economia verde;

18.    richiama l'attenzione sull'importanza dimostrata dell'impegno dei dirigenti e dei lavoratori per assicurare la loro fondamentale partecipazione nella realizzazione di tali cambiamenti attraverso un partenariato sociale; raccomanda la partecipazione dei "rappresentanti verdi" dei sindacati affinché collaborino con i datori di lavoro per rendere più ecologica l'economia e aumentare la sostenibilità nei luoghi di lavoro; invita gli Stati membri a fornire un sostegno mirato alle iniziative congiunte lavoratore-datore di lavoro per rendere più ecologiche le industrie;

19.    ritiene che debbano essere sviluppati progetti pilota a sostegno di alcuni di questi obiettivi;

20.    accoglie favorevolmente l'impegno della Commissione di ricorrere a programmi mirati di mobilità nel quadro del programma per l'occupazione e l'innovazione sociale (EaSI) per promuovere la mobilità delle persone in cerca di lavoro;

Competenze per l'occupazione verde

21.    accoglie con favore gli strumenti per lo sviluppo delle competenze e la previsione di quelle richieste, quali proposti dalla Commissione; evidenzia che lo sviluppo delle competenze dovrebbe favorire l'aumento delle competenze in campo scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico, particolarmente utili in un'economia; sottolinea tuttavia che sono necessari azioni e investimenti più ambiziosi; ritiene che per prevedere le future richieste in termini di competenze è necessario coinvolgere pienamente a ogni livello tutti i soggetti interessati del mercato del lavoro;

22.    invita gli Stati membri a collaborare con la Commissione per istituire una banca dati che elenchi i corsi di formazione e le offerte di impiego legate all'occupazione verde, allo scopo di migliorare la qualità delle informazioni, la consulenza e l'orientamento disponibili a livello di opportunità professionali e competenze necessarie per trarre vantaggio dalle possibilità lavorative offerte da un'economia sempre più ecologica;

23.    invita la Commissione a garantire che la raccolta dei dati sia effettuata in tutti i settori verdi, compresi quelli attualmente trascurati, quali i trasporti pubblici e il commercio al dettaglio; chiede altresì alla Commissione, nell'assistere gli istituti nazionali di statistica e i servizi pubblici per l'impiego (SPI) e nel promuovere il ricorso a strumenti di modellazione quantitativa, di integrare una prospettiva di parità di genere nella raccolta dei dati su tutti i settori dell'occupazione verde;

24.    chiede alla Commissione di includere una prospettiva di genere nello sviluppo di nuove attività di raccolta, disaggregazione e analisi dei dati, come il lavoro svolto con lo strumento econometrico FIDELIO o con soggetti interessati quale la conferenza internazionale degli statistici del lavoro;

25.    sottolinea l'esigenza di rivolgere maggiore attenzione alla necessità di colmare le lacune in termini di competenze, promuovendo il loro sviluppo;

26.    invita la Commissione a contribuire allo sviluppo delle competenze aggiornando le qualifiche e i relativi programmi di studio e di formazione a livello dell'Unione;

27.    invita la Commissione a promuovere un maggiore utilizzo dei sistemi di classificazione, come ad esempio ESCO, per individuare le carenze in termini di competenze;

28.    sottolinea l'importanza di un miglioramento delle sinergie fra sistemi d'istruzione e nuovi posti di lavoro verdi emergenti, attraverso un coordinamento più efficace tra gli istituti d'istruzione e le associazioni dei datori di lavoro e altre organizzazioni competenti;

29.    invita gli Stati membri, i governi regionali e le autorità locali ad adottare e attuare, in collaborazione con le parti sociali e i formatori, strategie per lo sviluppo e la previsione delle competenze con l'obiettivo di migliorare quelle generiche, settoriali e specifiche dell'occupazione; sottolinea altresì l'importanza di partenariati e rapporti di fiducia tra gli istituti d'istruzione, le imprese, le parti sociali e le autorità;

30.    osserva che tali strategie dovrebbero includere una valutazione approfondita del tipo e del livello di lavori verdi da creare, nonché delle competenze e conoscenze necessarie, onde prevedere e individuare competenze mancanti, programmi di formazione professionale mirati e programmi di formazione continua incentrati sulla ricerca della giusta corrispondenza fra competenze e opportunità professionali, onde aumentare l'occupazione; sottolinea la necessità di includere attivamente nelle strategie sia i lavoratori in esubero sia quelli scarsamente qualificati che rischiano di essere esclusi dal mercato del lavoro, assicurando che abbiano accesso a programmi di specializzazione mirati, accessibili e gratuiti;

31.    osserva che, secondo il CEDEFOP, adeguare i programmi di studio e includere la consapevolezza ambientale, con un riferimento allo sviluppo sostenibile e all'efficienza delle imprese, sono soluzioni migliori rispetto a proporre nuovi programmi di formazione;

32.    incoraggia gli Stati membri e le autorità regionali e locali a integrare lo sviluppo sostenibile e le competenze e le capacità ambientali nei sistemi di formazione e di istruzione, in particolare rafforzando i sistemi di IPF (istruzione e formazione professionale) e incoraggiando i centri di ricerca a elaborare tecnologie, progetti e brevetti per prodotti verdi, in collaborazione con le nuove imprese verdi; favorisce lo scambio di idee fra centri di ricerca e reti di imprese e professionisti; ricorda l'importanza delle competenze in campo scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico e la necessità di assicurare che un numero sempre maggiore di donne studi queste discipline;

33.    sollecita una strategia ambiziosa mirata a creare posti di lavoro sostenibili, anche per affrontare la discrepanza tra le competenze e le richieste con particolare attenzione per le competenze richieste da un'economia verde;

34.    invita gli Stati membri a sfruttare lo sviluppo di questo settore per creare apprendistati altamente qualificati, al fine di fornire ai giovani competenze e formazione specifiche e contribuire a far fronte agli elevati livelli di disoccupazione giovanile;

35.    invita la Commissione e gli Stati membri a tenere conto durante la fase di transizione all'economia verde anche dell'esigenza di una migliore partecipazione delle donne e delle ragazze all'accesso alla formazione continua, in particolare nei settori in cui è elevato il potenziale di creazione di posti di lavoro verdi, quali scienze, ricerca, ingegneria, tecnologia digitale e nuove tecnologie, con l'obiettivo di rafforzare la posizione sociale delle donne, rimuovere gli stereotipi di genere e garantire posti di lavoro pienamente corrispondenti alle esigenze e alle competenze specifiche delle donne;

36.    invita la Commissione, gli Stati membri e le autorità regionali e locali a includere sistematicamente la prospettiva dell'uguaglianza di genere nella definizione, nell'attuazione e nel monitoraggio delle politiche per la creazione di posti di lavoro verdi a tutti i livelli, allo scopo di assicurare che vengano garantite pari opportunità, tenendo conto delle difficoltà da superare per creare posti di lavoro verdi nelle zone rurali; invita gli Stati membri e le autorità regionali e locali ad adoperarsi maggiormente per consentire la piena partecipazione delle donne all'elaborazione delle politiche, al processo decisionale e all'attuazione di una strategia per l'occupazione verde che includa le competenze verdi;

37.    chiede alla Commissione di aprire un dibattito pubblico promuovendo il concetto di "educazione allo sviluppo sostenibile", con particolare attenzione all'istruzione delle ragazze e delle donne; invita gli Stati membri e la Commissione a promuovere politiche che incoraggino una maggiore partecipazione delle donne allo studio delle discipline STEM e di quelle imprenditoriali, e a collegare l'agenda per i posti di lavoro verdi all'emancipazione delle donne attraverso gli studi; chiede che si fissino obiettivi chiari e si istituisca un monitoraggio per le assunzioni di donne in posti di lavoro verdi mediante programmi di apprendistato; chiede misure che incoraggino la partecipazione delle donne all'istruzione e formazione professionale (IFP) e promuovano le opportunità di apprendimento permanente nei settori verdi;

38     invita la Commissione e gli Stati membri a cominciare ad applicare un nuovo indicatore di crescita con connotazioni sociali e di tutela del clima, che includa aspetti non economici del benessere e sia imperniato primariamente su parametri connessi allo sviluppo sostenibile, quali la parità di genere, la riduzione della povertà e la diminuzione delle emissioni di gas serra;

39.    invita gli Stati membri e la Commissione ad agire in stretta consultazione con la società civile nella gestione di tutte le politiche per l'occupazione verde;

40.    invita la Commissione ad adottare una strategia Europa 2015-2020 per la parità di genere che tenga conto degli obiettivi della strategia Europa 2020 per il tasso di occupazione nella prospettiva di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

41.    sottolinea la necessità di un'azione mirata da parte delle autorità e dei servizi pubblici, che dovrebbe coinvolgere tutti gli attori del mercato del lavoro, incluse le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, per colmare tale lacuna di competenze; chiede agli Stati membri e alle autorità regionali e locali di predisporre meccanismi per formare il personale dei servizi e delle autorità occupazionali affinché integrino le competenze per l'occupazione verde nelle politiche del mercato del lavoro ed elaborino strumenti per la valutazione degli effetti di tale formazione; sottolinea quanto sia importante che gli istituti d'istruzione europei compiano maggiori sforzi nell'adottare programmi uniformi che soddisfino le esigenze di un'economia più verde e del mercato del lavoro in generale;

42.    invita gli Stati membri a istituire un contesto normativo che incoraggi l'innovazione nell'economia verde;

Coerenza politica per sviluppare pienamente il potenziale di occupazione delle economie sostenibili

43.    invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare quadri di riferimento normativi, fiscali e finanziari ambiziosi, a lungo termine e integrati per investimenti sostenibili e per incoraggiare l'innovazione, sfruttando così appieno il potenziale di occupazione di tali cambiamenti; segnala che devono essere elaborate politiche in un quadro di scenari di lungo termine che comprendano obiettivi nonché indicatori per misurare i progressi nel conseguimento di tali obiettivi;

44.    sottolinea che il coordinamento tra la Commissione e i ministeri competenti a livello nazionale è importante per creare un quadro onnicomprensivo e unitario per il cambiamento, in modo da dedicare l'attenzione necessaria agli effetti distributivi della transizione;

45.    osserva che il successo o il fallimento dell'Iniziativa per favorire l'occupazione verde dipende dal livello di ambizione degli obiettivi vincolanti della Commissione in relazione alle energie rinnovabili e all'efficienza energetica e dagli investimenti nelle tecnologie per le fonti rinnovabili e i programmi di efficienza energetica intrapresi dagli Stati membri;

46.    sottolinea che la Commissione e gli Stati membri possiedono le competenze necessarie per elaborare politiche coerenti che promuovano la produzione di energie rinnovabili e la crescente efficienza energetica al fine di stimolare lo sviluppo locale e la creazione di posti di lavoro locali; sottolinea che gli investimenti nelle energie rinnovabili e nell'efficienza energetica diventeranno la principale fonte di occupazione in Europa negli anni a venire;

47.    ricorda che l'autonomia energetica a livello territoriale rimane uno degli obiettivi a lungo termine delle politiche economiche ed energetiche dell'Unione europea; sottolinea inoltre che è assolutamente necessario tenere conto della dimensione territoriale degli investimenti, poiché essa contribuisce alla realizzazione degli obiettivi delle politiche dell'Unione europea in materia di coesione territoriale e di una buona sinergia tra le zone rurali e quelle urbane;

48.    plaude in tal senso all'inclusione da parte della Commissione di posti di lavoro dignitosi nel mandato negoziale dell'UE per il vertice COP 21 di Parigi, sulla base dell'accordo di Cancun del 2010 e successive iniziative; invita la Commissione ad assicurare che un'agenda di "transizione giusta" resti come elemento della sua posizione negoziale;

49.    invita l'UE e gli Stati membri a definire obiettivi vincolanti di risparmio ed efficienza energetici e a sostenere i certificati bianchi in quanto strumento per agevolare il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico dell'UE; sollecita gli Stati membri ad attuare pienamente e a far rispettare la direttiva sull'efficienza energetica nonché a continuare a impegnarsi per raggiungere quantomeno gli obiettivi di efficienza energetica stabiliti per il 2030;

50.    sostiene gli impegni dell'UE a ricercare una transizione equa e globale verso un'economia verde inclusiva in collaborazione con altri partner internazionali;

51.    invita gli Stati membri a rispettare pienamente e ad attuare le nuove disposizioni della normativa riveduta dell'UE sugli appalti pubblici e a valutare l'opportunità di introdurre criteri ambientali e sociali nelle proprie politiche per le gare d'appalto pubbliche al fine di promuovere la creazione di posti di lavoro nell'economia verde; sottolinea che sussistono ancora incertezze giuridiche da chiarire riguardo al ricorso a clausole sociali e ambientali negli appalti pubblici;

52.    invita la Commissione ad attivarsi a favore di una rinnovata attività di riparazione che creerebbe nuovi posti di lavoro per loro stessa natura ecologici;

53.    invita gli Stati membri a sostenere il contributo dei servizi pubblici ad una giusta transizione verso un'economia sostenibile, in particolare assicurando proattivamente che i servizi come le comunicazioni, l'energia, i trasporti, la gestione dei rifiuti e delle risorse idriche siano forniti in maniera sostenibile;

54.    condanna fermamente il ritiro del pacchetto legislativo sull'economia circolare, le cui disposizioni avrebbero contribuito alla creazione di 180 000 posti di lavoro nell'UE solo nel settore della gestione dei rifiuti; invita pertanto la Commissione a onorare, nel rispetto della competenze degli Stati membri, il suo impegno volto a proporre al più presto una revisione della normativa sui rifiuti finalizzata alla riduzione a monte, alla definizione di nuovi obiettivi di riciclaggio e alla ridefinizione dei criteri di calcolo del materiale effettivamente riciclato;

55.    invita, altresì, la Commissione a valutare l'introduzione di criteri volti a incentivare le imprese che hanno un ciclo di smaltimenti dei rifiuti virtuoso e sostenibile per l'ambiente;

56.    riconosce che il collegamento della produzione agricola sostenibile con il monitoraggio e la protezione della biodiversità nelle aziende agricole e successivamente il ricorso all'etichettatura intelligente dei prodotti agricoli per indicarne l'impatto ambientale, al fine di stimolare la domanda di prodotti rispettosi della biodiversità da parte dei consumatori, presentano un notevole potenziale per l'occupazione verde nelle aree rurali dell'UE;

57.    osserva che la gestione sostenibile delle foreste presenta un effettivo potenziale in termini di creazione di posti di lavoro oltre a contribuire attivamente alla mitigazione dei cambiamenti climatici e alla protezione della biodiversità;

58.    chiede alla Commissione di impiegare il semestre dell'UE e la revisione della strategia Europa 2020 per sostenere la creazione di posti di lavoro verdi; invita la Commissione a elaborare raccomandazioni specifiche per paese atte a dare un contributo a una maggiore occupazione e un'impronta ecologica minore e chiede altresì che siano realizzati studi dettagliati e indipendenti sui benefici e i costi dello spostamento del carico fiscale (ad esempio, dal lavoro alle imposte ambientali) e sollecita la cancellazione progressiva di sovvenzioni entro il 2020;

59.    sottolinea che dette raccomandazioni potrebbero comprendere una conversione dal lavoro ad altre fonti e che detto spostamento fiscale dovrebbe essere mirato a modificare i comportamenti inquinanti, ma non deve comportare ripercussioni sui sistemi previdenziali o incidere in modo sproporzionato sulle persone a basso reddito;

60.    chiede alla Commissione e agli Stati membri di eliminare progressivamente le sovvenzioni dirette e indirette dannose per l'ambiente, incluse quelle a favore dei combustibili fossili; invita la Commissione a mettere a punto modelli che possano essere attuati dagli Stati membri e permettano di spostare la tassazione dal lavoro all'inquinamento ambientale, nonché a tenere conto dell'impatto ambientale dei beni e dei servizi in linea con il principio "chi inquina paga"; chiede alla Commissione di rivolgere agli Stati membri raccomandazioni specifiche per paese che possano contribuire agli sforzi volti a promuovere l'occupazione verde e a ridurre l'impronta ecologica; invita inoltre la Commissione a integrare attivamente nel semestre europeo le considerazioni in materia di ambiente e clima, al fine di sostenere la creazione di posti di lavoro verdi;

61.    invita gli Stati membri a introdurre esenzioni fiscali e/o sussidi mirati a favore delle start-up, delle microimprese e delle piccole e medie imprese che forniscono prodotti e servizi ad elevato valore aggiunto ambientale, incluso un ridotto tenore complessivo di carbonio;

62.    invita la Commissione e gli Stati membri a una maggiore coerenza e coesione delle politiche e al rafforzamento degli impegni politici al massimo livello in relazione ad altri aspetti collegati, quali l'imposizione fiscale sul capitale e sui redditi d'impresa, la tassazione delle transazioni finanziarie e la lotta alla frode e all'evasione fiscale;

63.    invita la Commissione a rinnovare il proprio impegno a favore della strategia Europa 2020 e a pubblicare la sua revisione intermedia senza indugi e in ogni caso entro il 2015; invita la Commissione a confermare gli obiettivi del semestre europeo, tenendo in conto il quadro di valutazione degli squilibri macroeconomici e il riesame della strategia Europa 2020; invita la Commissione a proporre obiettivi sociali e ambientali più ambiziosi per il 2030 e il 2050; sottolinea che un monitoraggio accurato, metodologicamente fondato e condiviso dei posti di lavoro verdi potrebbe inoltre aiutare gli Stati membri a valutare l'efficacia delle proprie politiche in materia ambientale e occupazionale e a rafforzare gli strumenti sviluppati a livello europeo per verificare i progressi e monitorare gli orientamenti a favore dell'occupazione nel contesto della strategia Europa 2020.

64.    pone l'accento sulle opportunità offerte dal pacchetto Clima ed energia 2030 in termini di creazione di posti di lavoro e sul ruolo futuro della legislazione ambientale nel conseguire gli obiettivi ambientali a lungo termine dell'UE e nel creare occupazione e crescita verde;

65.    invita la Commissione a considerare l'innovazione come pietra angolare dell'industria europea e a sviluppare strategie attive atte ad assicurare che la transizione sociale sia ben gestita e che i benefici siano condivisi in tutta Europa; chiede alla Commissione e agli Stati membri di sostenere la nascita di nuove catene d'approvvigionamento e reti industriali per l'utilizzo efficiente delle risorse, beni e servizi, attraverso una politica industriale sostenibile e incentivi per la trasformazione del mercato;

66.    pone l'accento sulla necessità che gli Stati membri preparino le proprie economie in vista di un futuro efficiente sotto il profilo delle risorse e dell'energia e a basse emissioni di carbonio, tenendo conto allo stesso tempo del possibile rischio di rilocalizzazione dei posti di lavoro e delle emissioni di CO2 a causa dell'impatto delle politiche climatiche;

67.    invita la Commissione e gli Stati membri a rafforzate la cooperazione internazionale nel settore del coordinamento della politica ambientale globale al fine di prevenire il trasferimento della produzione industriale al di fuori dall'UE e la rilocalizzazione delle emissioni di CO2;

68.    invita la Commissione a presentare quanto prima la proposta di riforma del sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (ETS) tenendo conto della necessità di proteggere le industrie esposte a un rischio significativo di rilocalizzazione delle emissioni di CO2;

69.    chiede alla Commissione di tenere conto dell'occupazione verde nell'attuazione dell'Unione dell'energia;

Investimenti nella creazione di posti di lavoro sostenibili

70.    sottolinea l'esigenza di attuare la giusta combinazione di interventi sulla domanda e l'offerta, combinando la creazione di posti di lavoro con politiche attive per il mercato del lavoro, specifiche per le esigenze dei diversi mercati locali;

71.    invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere, anche nel contesto del Fondo europeo per gli investimenti strategici, investimenti di qualità volti a creare benefici sociali come posti di lavoro di qualità sostenibili, la parità di genere, l'istruzione di qualità e l'innovazione per promuovere la transizione verde e contrastare la povertà energetica; invita la Commissione e gli Stati membri a concentrare gli investimenti in settori con un impatto positivo sul mercato del lavoro al fine di creare posti di lavoro sostenibili con copertura previdenziale e contrastare la disoccupazione; sottolinea che i progetti finanziati devono contribuire alla strategia Europa 2020 in modo quantificabile; sottolinea, in tale contesto, che la creazione di posti di lavoro nei settori verdi ha continuato a registrare un saldo positivo durante il periodo di recessione;

72.    sottolinea il fatto che investire nell'efficienza energetica può promuovere la creazione di posti di lavoro locali e lo sviluppo economico locale e ridurre la povertà energetica e inoltre che garantire l'efficienza energetica per gli edifici è il modo più efficiente dal punto di vista dei costi per offrire soluzioni a lungo termine per la povertà energetica, che colpisce circa 125 milioni di cittadini in Europa e un importante elemento atto a garantire un uso più efficiente dell'energia europea e la creazione di posti di lavoro; ribadisce che in detto contesto occorre assolutamente provvedere alla sicurezza degli edifici; invita la Commissione a presentare quanto prima la sua iniziativa di "finanziamento intelligente per gli edifici intelligenti";

73.    raccomanda di considerare gli obiettivi di investimento nell'ambito climatico, delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica come importanti principi guida dell'azione politica;

74.    invita a non sostenere attività che hanno impatti ambientali e sociali negativi, poiché minano la coerenza politica necessaria per massimizzare il potenziale occupazionale dei posti di lavoro verdi;

75.    raccomanda che gli investimenti di qualità in servizi pubblici chiave come le comunicazioni, i servizi energetici, i trasporti, la gestione dei rifiuti e delle risorse idriche siano mirati al fine di sostenere procedure per gli appalti pubblici sostenibili e l'integrazione delle competenze verdi;

76.    invita gli Stati membri a utilizzare appieno le possibilità offerte dal quadro di riferimento giuridico per i Fondi strutturali e d'investimento europei e altre fonti di finanziamento dell'UE al fine di promuovere progetti sostenibili che favoriscano l'occupazione verde e a rendere i finanziamenti e gli strumenti finanziari dell'UE quanto più facilmente accessibili per le autorità locali, con norme chiare e dirette e soglie minime di finanziamento raggiungibili;

77.    invita la Commissione e gli Stati membri a considerare la possibilità di sfruttare la revisione del quadro finanziario pluriennale (QFP) successiva alle elezioni del 2016 quale opportunità per promuovere la transizione più verde delle nostre economie;

78.    osserva che è disponibile il sostegno del FES per l'economia verde e la crescita dell'occupazione e incoraggia i governi nazionali e i relativi servizi nazionali a considerare un utilizzo più attivo di questi finanziamenti per promuovere la creazione di posti di lavoro verdi economicamente giustificati e sostenibili;

79.    osserva che alcuni Stati membri hanno compiuto notevoli progressi nel rendere più ecologica l'economia e sollecita l'Unione e gli Stati membri a intensificare lo scambio di idee, conoscenze, esperienze e pratiche migliori in materia e a garantire una transizione armoniosa;

80.    invita gli Stati membri e il settore privato a utilizzare strumenti quali Ecodesign, Ecolabel, EMAS e gli appalti verdi (GPP), in quanto permettono di sostenere l'economia verde e possono pertanto concorrere alla creazione di posti di lavoro verdi; invita la Commissione a fornire una serie di strumenti di orientamento onde creare condizioni di mercato favorevoli alla piena adozione di questi strumenti volontari;

81.    invita gli Stati membri a prestare maggiore attenzione all'attuazione di sistemi di gestione ambientale e di audit ambientale sulla base delle norme europee (ISO 14000);

Piccole e medie imprese (PMI)

82.    sostiene gli obiettivi del piano d'azione verde per le PMI e le azioni dirette alle PMI, inclusa l'istituzione di un centro di eccellenza per l'efficienza energetica che fornisca consulenza e assistenza alle PMI che cercano di migliorare le proprie prestazioni in termini di efficienza delle risorse, per sostenere l'imprenditoria verde, per sfruttare le opportunità di catene del valore verdi e per favorire l'accesso al mercato per le PMI e le microimprese verdi; ritiene che le attività di sensibilizzazione e l'assistenza tecnica siano fondamentali per consentire alle PMI di partecipare attivamente all'economia circolare;

83.    sottolinea la necessità di promuovere l'imprenditoria femminile nell'economia verde, modelli aziendali più collaborativi come le cooperative e le imprese sociali e anche l'attività degli agricoltori donna e le aziende agricole a conduzione familiare, l'accesso delle donne alla microfinanza, la creazione di posti di lavoro verdi nei servizi pubblici e progetti pilota su criteri di qualità legati al genere per le imprese nel contesto degli appalti pubblici;

84.    ricorda che le PMI hanno un potenziale enorme in termini di creazione di occupazione, in particolare per i giovani, e di promozione di un sistema duale di formazione professionale e apprendistato;

85.    riconosce la potenzialità del FEIS nell'agevolare lo sviluppo di attività a elevato grado di innovazione ambientale e sociale da parte delle microimprese e delle piccole e medie imprese;

86.    ricorda che i dati Eurobarometro sui lavori verdi nelle PMI dimostrano che il risparmio energetico come pure la riduzione dei rifiuti e delle materie prime sono diventati economicamente vantaggiosi;

87.    invita la Commissione a promuovere nuovi modelli economici, come le imprese cooperative, per migliorare l'efficienza dei processi di produzione e distribuzione, adottare soluzioni innovative per risparmiare risorse e offrire prodotti e servizi maggiormente sostenibili;

88.    rileva che le PMI possono creare crescita e occupazione soltanto qualora opportunità di incentivazione favorevoli siano disponibili attraverso l'economia verde;

89.    invita la Commissione ad assicurare che gli incentivi verdi per le PMI abbiano un utile impatto laddove sono più necessari;

90.    osserva che le PMI e le microimprese sono fattori essenziali per la creazione di posti di lavoro in Europa; sottolinea che le PMI e le microimprese si trovano ad affrontare particolari sfide al momento di sfruttare le opportunità di occupazione di una transizione verde, in particolare per quanto riguarda l'accesso ai finanziamenti e alla formazione nonché per colmare le lacune di competenze; invita la Commissione e gli Stati membri a intraprendere azioni ambiziose per fornire supporto al fine di agevolare la creazione di posti di lavoro verdi nelle PMI e le microimprese, tra cui informazioni mirate, sensibilizzazione, assistenza tecnica e accesso ai finanziamenti e a misure per la formazione;

91.    sottolinea che una catena del valore più verde, che preveda la rifabbricazione, la riparazione, la manutenzione, il riciclaggio e la progettazione ecocompatibile, può offrire notevoli opportunità commerciali per molte PMI;

92.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

MOTIVAZIONE

L'Iniziativa per favorire l'occupazione verde[1] della Commissione è stata pubblicata nel luglio 2014, insieme al Piano d'azione verde per le PMI[2] (anch'esso trattato nella presente relazione) e alla comunicazione sull'economia circolare.

L'iniziativa si basa sul documento di lavoro dei servizi "Sfruttare il potenziale di occupazione offerto dalla crescita verde"[3], parte del pacchetto sull'occupazione, che segnalava come entro il 2020 possano essere creati fino a 20 milioni di posti di lavoro e prende in considerazione gli orientamenti a favore dell'occupazione che invitano gli Stati membri a: …favorire la creazione di posti di lavoro, anche nel settore dell'assistenza e dell'occupazione verde[4].

Non è chiaro come definire ciò che si intende con lavori "verdi", in particolare quando si cerca di tracciarne l'evoluzione per fini statistici. L'OIL definisce i lavori verdi come lavori dignitosi che:

  riducono il consumo di energia e di materie prime

  limitano le emissioni di gas a effetto serra

  riducono al minimo i rifiuti e l'inquinamento

  proteggono e ripristinano gli ecosistemi

Diversi soggetti che hanno contribuito alla stesura della presente relazione, tra cui l'UEAPME e il professor Paul Ekins della UCL, hanno informato il relatore che sarebbe più utile ragionare nell'ambito di un contesto complessivo volto al passaggio a un'economia verde in quanto più appropriato in termini di prodotti, processi e servizi e che tale approccio dovrebbe essere applicato a tutte le politiche: politiche in ambito fiscale, occupazionale, del mercato del lavoro, dell'istruzione e formazione, della ricerca, dell'innovazione, del clima e dell'energia.

L'economia verde si basa su una serie di sfide delineate dalla Commissione: l'uso inefficiente delle risorse, la pressione insostenibile cui è sottoposto l'ambiente e i cambiamenti climatici, così come l'esclusione sociale e le disuguaglianze sociali[5] sono pressioni sociali ben note alla commissione, così come quella determinata dall'elevato tasso di disoccupazione. Tali sfide influiranno ovviamente sul mondo del lavoro. Per esempio, la più grande catena di supermercati, ASDA, stima che il 95% dei suoi prodotti freschi è a rischio a causa dei cambiamenti climatici, un terzo dei quali è in grave pericolo[6].

La necessità di ampliare il pensiero sull'economia verde ha trovato riscontro in una domanda chiave posta al relatore da molti collaboratori: la necessità di un quadro politico coerente e generale che fornisca un contesto prevedibile per la formazione e gli investimenti. Una politica e incentivi non coerenti sono stati spesso citati come causa dell'interruzione del progresso e come fattori che limitano il potenziale di occupazione. Tale politica deve anche avere una prospettiva di lungo termine: gli edifici costruiti ora potrebbero rimanere in piedi per i prossimi cinquant'anni e devono quindi soddisfare i più alti standard in termini di efficienza energetica e costruzione sostenibile; gli investimenti in grandi strutture per le energie rinnovabili devono guardare oltre il 2020, ecc.

Il professor Ekins e altri hanno identificato tre fattori essenziali per la creazione di posti di lavoro che si sono rivelati efficaci e che sono stati proposti sia alla Commissione sia al Parlamento, sebbene senza un adeguato seguito:

•   riforma dell'imposizione fiscale nel settore ambientale - spostare l'onere fiscale dal lavoro ai costi per l'ambiente, garantendo però che non abbia effetto regressivo. Questo può essere ulteriormente migliorato mediante l'utilizzo continuo del processo del semestre e delle raccomandazioni nazionali. Al fine di essere coerenti, devono essere compiuti sforzi anche per eliminare le sovvenzioni controproducenti che sostengono settori che inquinano o a forte intensità di carbonio.

•   Efficienza energetica e delle risorse. Il Parlamento europeo ha costantemente evidenziato il potenziale in questo settore, tra l'altro affrontando l'efficienza energetica mediante la lotta alla povertà energetica con un programma di isolamento generale[7]. Le stime sull'impatto della direttiva sul rendimento energetico nell'edilizia[8] sull'occupazione segnalano la creazione potenziale di 2 milioni di posti di lavoro, molti dei quali, per definizione, non sarebbero spostati all'esterno dell'Unione europea e la direttiva sull'efficienza energetica ha aggiunto ulteriori stimoli. Tuttavia, gli effetti si possono sentire solo se le direttive vengono applicate in modo efficace (e per questo possono essere necessari meccanismi di applicazione più rigorosi) e sostenute dai necessari investimenti e formazione. La domanda per una migliore efficienza delle risorse è considerevole: l'UEAPME ha segnalato dati dell'Eurobarometro che dimostrano che il 93% delle PMI adottano almeno una misura per essere più efficienti dal punto di vista delle risorse[9].

•   Sviluppo della catena di approvvigionamento di modo che l'UE tragga benefici in ogni fase in termini di occupazione ed economia. Vi è una chiara esigenza di una strategia industriale che indirizzi e incoraggi gli investimenti nelle industrie delle rinnovabili, per esempio, che potrebbero creare più posti di lavoro nelle zone rurali e in quelle che erano zone industriali. Lo sviluppo della catena di approvvigionamento è necessario anche per determinare un cambiamento e garantire che tutte le parti di un'impresa siano in grado di rispondere alle sfide. Molte aziende non si impegnano a migliorare la catena di approvvigionamento per quanto riguarda le emissioni, l'adeguamento ai cambiamenti climatici o l'efficienza delle risorse.

Nel realizzare la transizione verso un'economia verde, è essenziale il coinvolgimento della forza lavoro. Alcuni settori saranno oggetto di cambiamenti considerevoli, anche di un declino, e la gestione di tale cambiamento sarà più positiva se viene fornito un sostegno efficace, una riqualificazione e possibili cambiamenti della produzione. I fondi dell'UE svolgono un ruolo importante in questo ambito se sono usati in modo efficiente. A livello settoriale, i comitati aziendali europei svolgono un ruolo importante nella gestione del cambiamento. La partecipazione della forza lavoro consente inoltre di creare opportunità. Dei "rappresentanti verdi", l'equivalente dei rappresentanti per la salute e la sicurezza, possono essere utili nel guidare le attività di sensibilizzazione e il cambiamento, come dimostrato dalla relazione "The Union effect" dell'organizzazione TUC. Il gruppo PHS, per esempio, ha stabilito una rete di sostenitori ambientali che con le giuste competenze, nonché con la possibilità di vedere accreditate tali competenze, hanno contribuito a ridurre i costi per l'illuminazione e hanno compiuto progressi importanti nel riciclaggio e recupero dei materiali.

Il coinvolgimento della forza lavoro è importante anche perché i posti di lavoro devono essere dignitosi: con una paga equa, condizioni di lavoro buone e con una forte enfasi sulla salute e la sicurezza. Le relazioni industriali in alcuni settori verdi sono sviluppate in modo piuttosto debole sia a livello dei datori di lavoro sia dei lavoratori e deve essere incoraggiato un nuovo dialogo sociale settoriale. La strategia riveduta in materia di salute e di sicurezza deve tener conto dei nuovi rischi o dei rischi mutati nei settori in via di sviluppo.

Quando le aziende vogliono o devono intraprendere azioni per rendere le loro attività più sostenibili, molte non sono sicure di poter gestire il rischio o il processo di cambiamento o possono scoprire di non essere in grado di trovare lavoratori con le competenze necessarie. La comunicazione della Commissione presenta una serie di proposte positive ed è necessario un approccio generale, che garantisca una giusta valutazione della necessità di capire perché è importante la sostenibilità per le imprese e per la società nel suo complesso. Deve esserci una generale comprensione dei principi di sostenibilità a livello scolastico ed è ancora scarso il numero di studenti che si specializzano nelle competenze in campo scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico, in particolare studentesse, cosa che costituisce un problema costante. L'unione degli studenti del Regno Unito (NUS) sostiene che il 60% degli studenti del primo anno di università oggetto di un sondaggio è interessato a studiare maggiormente la sostenibilità, indipendentemente dal percorso di studi. Tale interesse deve essere sviluppato e le competenze generiche devono essere stimolate se vogliamo diffondere i lavori verdi: gli studenti sono interessati a collaborare nella progettazione di corsi appropriati. Come segnalato dal NUS, se guardiamo alla leadership in tali ambiti, l'80% dei leader mondiali è stato all'università e ciò che succede lì può determinare il nostro futuro.

A livello settoriale deve essere fatto molto lavoro, come dimostrato dal progetto "GreenVET" dell'EUROFER.[10] Offrendo una formazione approfondita sul contesto legislativo e tecnico (compresa l'efficienza delle risorse) in cui opera l'industria dell'acciaio si auspica che tale formazione accreditata consentirà una maggiore mobilità nel settore e un trasferimento di competenze. Dovremmo inoltre esaminare la validazione della formazione formale e non formale nonché il riconoscimento della validazione come uno strumento per colmare le lacune tra la domanda del mercato del lavoro e le competenze disponibili; come è stato segnalato al relatore, molti lavoratori acquisiscono competenze sul lavoro ma queste non sono mai formalmente riconosciute, il che costituisce una barriera alla promozione. I consigli delle competenze possono svolgere un ruolo importante nel piani di studio aggiornati per le richieste in termini di competenze settoriali e specifiche e anche per rispondere agli sviluppi del mercato. Esiste però la necessità di una tabella di marcia globale per le competenze e tutti i soggetti devono essere coinvolti, dai consulenti per la carriera, ai servizi per l'occupazione (la rete SPI europea può offrire un contributo importante) fino a chi fornisce formazione (comprese le autorità locali), le parti sociali e il governo.

Tuttavia, la formazione deve essere accessibile, deve avere un costo sostenibile e deve essere disponibile lungo tutto l'arco della vita lavorativa di un individuo. Le lacune di competenze non si registrano solo a un livello iniziale, ma spesso al livello della gestione dei progetti, come per esempio per gli ingegneri edili. L'EWEA ritiene che vi sia attualmente una lacuna di competenze che potrebbe portare alla mancanza di circa 15.000 lavoratori entro il 2030. Le carenze di competenze sono probabilmente maggiori nei ruoli operativi e di manutenzione, il che ostacola la creazione di posti di lavoro locali e regionali nelle zone rurali dotate di centrali eoliche, zone che spesso non offrono opportunità occupazionali. Creare una forza lavoro esperta richiede molto tempo.

Potremmo creare anche un approccio più dinamico alle persone attualmente disoccupate mediante approcci innovativi: i lavoratori edili disoccupati potrebbero essere pagati per sostituire i lavoratori che frequentano corsi di formazione; i laureati con competenze in materia di sostenibilità potrebbero essere occupati per un periodo (retribuito) presso aziende od organizzazioni che desiderano sviluppare le proprie pratiche in materia di sostenibilità; un simile programma nel Regno Unito ha creato finora oltre 50 posti di lavoro dal momento che le organizzazioni hanno deciso di assumere i propri tirocinanti.

Tuttavia, sono essenziali investimenti e incentivi adatti in linea con una politica ambientale generale e stabile se desideriamo ottenere una reale economia verde anziché l'attuale insieme di iniziative di vario genere. Il nuovo FEIS offre un'altra opportunità per tali investimenti di qualità e mirati basati sul principio del partenariato, così come l'uso intelligente di altri finanziamenti dell'UE definiti nella comunicazione della Commissione: sappiamo che la ristrutturazione degli edifici garantisce un buon ritorno in termini di posti di lavoro rispetto agli investimenti e consente anche di risparmiare energia. Non va però dimenticato che altri settori, come l'assistenza sociale, necessitano di investimenti per lavori dignitosi. Come segnalato da ENSIE e RREUSE, l'economia sociale ha dimostrato di poter creare un numero consistente di posti di lavoro nell'ambito delle riparazioni e del riutilizzo e di contribuire all'inclusione sociale. Anche la politica in materia di gare d'appalto deve svolgere un ruolo per quanto riguarda l'utilizzo di clausole sostenibili (verdi e sociali) per acquisti responsabili. Il Social Value Act del Regno Unito offre un esempio interessante[11].

Sono necessari investimenti anche per apportare le necessarie innovazioni in una politica industriale dell'UE, progettata per rendere l'UE l'economia più efficiente in termini di risorse al mondo, sviluppando contemporaneamente strategie attive per garantire che le transizioni sociali siano gestite correttamente con benefici diffusi in tutta l'UE.

Le PMI possono affrontare difficoltà particolari in termini di transizione. L'OCSE ritiene che il loro adattamento a pratiche sostenibili da un punto di vista ambientale, sia nell'ambito della manifattura sia dei servizi, sia essenziale per una transizione efficiente ma ritiene preoccupante il fatto che molte PMI sembra siano scarsamente consapevoli delle esigenze future in materia di competenze verdi e che gli investimenti nella formazione verde siano molto limitati[12]. Tali difficoltà necessitano di una risposta specifica, basata sul Piano d'azione verde per le PMI, partendo da informazioni mirate e dalla sensibilizzazione fino all'assistenza appropriata per passare a prodotti e processi più verdi nonché a incentivi efficaci. Svolge un ruolo anche un approccio globale per la catena di approvvigionamento laddove è possibile utilizzare un approccio di scala per fornire formazione e altre prestazioni. Anche le autorità regionali e locali svolgono un ruolo nel fornire tale sostegno così come le istituzioni finanziarie.

È chiaro che il mondo del lavoro è già interessato da importanti tendenze globali, ma che la risposta dell'UE finora non ha portato a una risposta generale. Per garantire di poter mantenere e ampliare le opportunità di occupazione e di creazione di posti di lavoro, è necessaria una risposta generale e comune dal livello politico alla formazione di base. È essenziale agire in fretta dal momento che stiamo perdendo opportunità nei confronti di altre parti del mondo e non stiamo riuscendo a preparare la nostra forza lavoro per le sfide che stiamo già affrontando. La comunicazione della Commissione fornisce alcune risposte, ma è necessario che tutte le istituzioni dell'UE facciano la loro parte per portare effettivamente a termine la transizione necessaria.

  • [1]  Iniziativa per favorire l'occupazione verde: Sfruttare le potenzialità dell'economia verde di creare posti di lavoro (COM(2014)0446 def)..
  • [2]  Comunicazione della Commissione "Piano d'azione verde per le PMI" (COM(2014)440).
  • [3]  Documento di lavoro della Commissione intitolato "Sfruttare il potenziale di occupazione offerto dalla crescita verde" (SWD(2012)92 def).
  • [4]  Decisione 2010/707/UE del Consiglio, del 21 ottobre 2010, sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione (GU L 308 del 24.11.2010).
  • [5]  Iniziativa per favorire l'occupazione verde: Sfruttare le potenzialità dell'economia verde di creare posti di lavoro (COM(2014)0446 def).
  • [6]  Preparing for the Perfect Storm - skills for a sustainable economy, IEMA, 2015 (Preparazione alla "tempesta perfetta": competenze per un'economia sostenibile, IEMA, 2015).
  • [7]  Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 giugno 2013 sull'edilizia popolare nell'Unione europea (2012/2293(INI)).
  • [8]  Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia.
  • [9]  Eurobarometro Flash 381-2014.
  • [10]  http://www.gt-vet.com/?page_id=18
  • [11]  Public Services (Social Value) Act 2012 http://www.legislation.gov.uk/ukpga/2012/3/enacted
  • [12]  The jobs potential of a shift towards a low carbon economy, OCSE. (Il potenziale per l'occupazione nella transizione verso un'economia a basse emissioni.).

PARERE della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (7.5.2015)

destinato alla commissione per l'occupazione e gli affari sociali

sull'Iniziativa per favorire l'occupazione verde: sfruttare le potenzialità dell'economia verde di creare posti di lavoro
(2014/2238(INI))

Relatore per parere: Eleonora Evi

SUGGERIMENTI

La commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare invita la commissione per l'occupazione e gli affari sociali, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  ribadisce la necessità di progredire verso un'economia a basse emissioni di carbonio; sottolinea che rendendo le economie dell'Unione europea sempre più rispettose dell'ambiente è possibile contribuire a una crescita a lungo termine, sostenibile e inclusiva;

2.  evidenzia che due terzi dei servizi offerti dalla natura, tra cui terreni fertili, acqua potabile e aria pulita, sono in declino e che il riscaldamento globale e la perdita di biodiversità si approssimano a soglie oltre le quali sono inevitabili ricadute irreversibili per la società e l'ambiente naturale;

3.  sottolinea che una crescita economica continua è possibile solo se si tiene conto dei limiti dell'ambiente; mette in luce, in questo contesto, che l'economia verde e circolare è in grado di fornire soluzioni per l'ambiente come pure per l'economia e la società in generale;

4.  sottolinea che è necessario un approccio strategico globale per rispondere a tali sfide, costruire economie europee sostenibili e resistenti alle crisi nonché mettere pienamente a frutto il potenziale occupazionale rappresentato da una "transizione verde" delle nostre economie; invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare quadri normativi, fiscali e finanziari ambiziosi e integrati, onde garantire investimenti sostenibili e incoraggiare l'innovazione sostenibile, sfruttando così appieno il potenziale occupazionale della transizione verde;

5.  pone l'accento sul fatto che la piena attuazione della legislazione ambientale nonché il miglioramento dell'integrazione ambientale e della coerenza politica tra le diverse politiche settoriali dell'UE sono essenziali per sfruttare appieno il potenziale dell'economia verde e quindi per creare posti di lavoro verdi;

6.  ricorda che il rapporto 2015 dell'Agenzia europea dell'ambiente ha messo in evidenza l'inadeguatezza delle misure attuali per il raggiungimento degli obiettivi in materia di tutela della biodiversità, riduzione dell'uso di combustibili fossili, lotta ai cambiamenti climatici e prevenzione del loro impatto sulla salute umana e la qualità ambientale;

7.  sottolinea che la transizione verso società ed economie sostenibili, ivi compresi modelli di produzione e consumo sostenibili, offre la possibilità di creare nuovi posti di lavoro verdi e di rendere quelli esistenti rispettosi dell'ambiente in quasi tutti i settori e lungo l'intera catena del valore, dalla ricerca alla produzione, dalla distribuzione all'assistenza, nei nuovi settori ecocompatibili ad alta tecnologia, quali le energie rinnovabili, e in settori tradizionali, quali l'industria manifatturiera e l'edilizia, l'agricoltura e la pesca, nonché nei settori dei servizi, quali il turismo, la ristorazione, i trasporti e l'istruzione; sottolinea che tale potenziale occupazionale offre opportunità sia ai lavoratori altamente qualificati che a quelli con scarse qualifiche;

8.  riconosce che la transizione verde produrrà, nel complesso, un impatto positivo sull'occupazione, a riprova del fatto che le attività economiche sostenibili come il risparmio energetico e l'agricoltura biologica sono caratterizzate da una maggiore intensità di manodopera rispetto alle attività che vanno a sostituire;

9.  osserva che la transizione verde delle nostre economie presenta grandi potenzialità in termini di creazione di posti di lavoro locali che non possono essere delocalizzati, anche in settori colpiti dalla crisi economica, ad esempio perseguendo l'efficienza energetica nell'edilizia;

10. ricorda che, secondo l'Agenzia europea dell'ambiente, il settore dei beni e servizi verdi è cresciuto di oltre il 50% tra il 2000 e il 2011, generando più di 1,3 milioni di posti di lavoro che hanno contribuito alla bilancia delle esportazioni e alla competitività economica dell'UE;

11. ricorda che gli Stati membri possono derogare alle prescrizioni sugli aiuti di Stato per finalità ambientali;

12. esorta gli Stati membri e il settore privato a utilizzare strumenti quali Ecodesign, Ecolabel, EMAS e gli appalti verdi (GPP), in quanto permettono di sostenere l'economia verde e possono pertanto concorrere alla creazione di posti di lavoro verdi; invita la Commissione a fornire una serie di strumenti di orientamento onde creare condizioni di mercato favorevoli alla piena adozione di questi strumenti volontari;

13. invita gli Stati membri a prestare maggiore attenzione all'attuazione di sistemi di gestione ambientale e di audit ambientale sulla base delle norme europee (ISO 14000);

14. sottolinea il considerevole potenziale occupazionale dell'economia circolare; evidenzia che il miglioramento dell'efficienza delle risorse potrebbe generare tra 1,4 e 2,8 milioni di posti di lavoro in Europa e che il passaggio a un'economia basata sulla durata e sulla riparabilità dei prodotti potrebbe creare posti di lavoro lungo l'intero ciclo di vita dei prodotti nei settori della manutenzione, delle riparazioni, dell'ammodernamento e del riutilizzo; mette in luce che la prevenzione dei rifiuti, la progettazione ecocompatibile, il riutilizzo e misure analoghe potrebbero far risparmiare 600 miliardi di EUR netti alle imprese dell'UE, ossia l'8% del loro fatturato annuale, riducendo nel contempo le emissioni totali annue di gas a effetto serra del 2-4%;

15. pone l'accento sul fatto che l'attuazione della legislazione vigente in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti potrebbe creare oltre 400 000 posti di lavoro verdi; ricorda che sarebbe stato possibile creare altri 180 000 posti di lavoro verdi grazie alla revisione delle direttive sui rifiuti, che purtroppo è stata annullata dalla Commissione; sottolinea che l'attuazione delle misure in materia di efficienza energetica e risparmio energetico permetterebbe di creare fino a 2 milioni di posti di lavoro verdi, e che altri 3 milioni potrebbero essere creati nel settore delle energie rinnovabili;

16. invita la Commissione a onorare il suo impegno di presentare, entro la fine del 2015, una nuova proposta di revisione della legislazione UE sui rifiuti, basata su un approccio olistico, che tenga conto dell'intero ciclo di vita dei prodotti, inclusa la prevenzione dei rifiuti, stabilisca obiettivi UE in materia di efficienza delle risorse onde limitare il consumo di risorse ed energia, predisponendo altresì un indicatore principale corrispondente, e promuova la progettazione ecocompatibile dei prodotti nell'ottica di agevolare il riutilizzo e il riciclaggio, tenendo conto dell'intero ciclo di vita dei prodotti per garantire una gestione sostenibile dei materiali; sottolinea la necessità di garantire che gli obiettivi in materia di riciclaggio siano almeno altrettanto ambiziosi di quelli previsti dalla proposta ritirata; invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere un mercato delle materie prime secondarie dopo il riciclaggio;

17. osserva che oltre 14 milioni di posti di lavoro in Europa dipendono direttamente dagli ecosistemi e dalla biodiversità, in particolare da silvicoltura, agricoltura e pesca; sottolinea che rendendo questi settori ecocompatibili è possibile aumentare il numero di persone occupate e migliorare la resilienza di tali settori, nell'ottica di promuovere un'occupazione sostenibile; osserva che gli investimenti nelle infrastrutture verdi comportano numerosi vantaggi sul piano sociale, economico e ambientale, tra cui la creazione di posti di lavoro;

18. invita gli Stati membri a definire programmi di tutela e manutenzione del territorio, a prevenire il dissesto idrogeologico e a porvi rimedio, a sviluppare infrastrutture verdi e a tenere pienamente conto del valore del capitale naturale e dei servizi ecosistemici nel processo decisionale; pone l'accento sulla necessità di sostenere lo sviluppo sostenibile a livello locale e regionale, in quanto si tratta di un fattore essenziale per l'occupazione verde;

19. riconosce che il collegamento della produzione agricola sostenibile con il monitoraggio e la protezione della biodiversità nelle aziende agricole e successivamente il ricorso all'etichettatura intelligente dei prodotti agricoli per indicarne l'impatto ambientale, al fine di stimolare la domanda di prodotti rispettosi della biodiversità da parte dei consumatori, presentano un notevole potenziale per l'occupazione verde nelle aree rurali dell'UE;

20. osserva che la gestione sostenibile delle foreste presenta un effettivo potenziale in termini di creazione di posti di lavoro oltre a contribuire attivamente alla mitigazione dei cambiamenti climatici e alla protezione della biodiversità;

21. chiede alla Commissione e agli Stati membri di eliminare progressivamente le sovvenzioni dirette e indirette dannose per l'ambiente, incluse quelle a favore dei combustibili fossili; invita la Commissione a mettere a punto modelli che possano essere attuati dagli Stati membri e permettano di spostare la tassazione dal lavoro all'inquinamento ambientale, nonché a tenere conto dell'impatto ambientale dei beni e dei servizi in linea con il principio "chi inquina paga"; chiede alla Commissione di rivolgere agli Stati membri raccomandazioni specifiche per paese che possano contribuire agli sforzi volti a promuovere l'occupazione verde e a ridurre l'impronta ecologica; invita inoltre la Commissione a integrare attivamente nel semestre europeo le considerazioni in materia di ambiente e clima, al fine di sostenere la creazione di posti di lavoro verdi;

22. invita gli Stati membri a introdurre esenzioni fiscali e/o sussidi mirati a favore delle start-up, delle microimprese e delle piccole e medie imprese che forniscono prodotti e servizi ad elevato valore aggiunto ambientale, incluso un ridotto tenore complessivo di carbonio;

23. pone l'accento sulle opportunità offerte dal pacchetto Clima ed energia 2030 in termini di creazione di posti di lavoro e sul ruolo futuro della legislazione ambientale nel conseguire gli obiettivi ambientali a lungo termine dell'UE e nel creare occupazione e crescita verde;

24. sottolinea che le politiche dovrebbero essere a lungo termine e includere obiettivi vincolanti e ambiziosi per l'efficienza delle risorse, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, le energie rinnovabili e il risparmio energetico, nonché prevedere indicatori per misurare i progressi compiuti nel conseguimento di tali obiettivi; evidenzia che le politiche dovrebbero mirare a ridurre al minimo i costi esterni per l'ambiente e per la società nonché fissare un prezzo adeguato per le emissioni di gas a effetto serra;

25. pone l'accento sulla necessità che gli Stati membri preparino le proprie economie in vista di un futuro efficiente sotto il profilo delle risorse e dell'energia e a basse emissioni di carbonio, tenendo conto allo stesso tempo del possibile rischio di rilocalizzazione dei posti di lavoro e delle emissioni di CO2 a causa dell'impatto delle politiche climatiche;

26. invita la Commissione a presentare quanto prima la proposta di riforma del sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (ETS) tenendo conto della necessità di proteggere le industrie esposte a un rischio significativo di rilocalizzazione delle emissioni di CO2;

27. invita gli Stati membri a investire parte dei proventi della vendita all'asta di quote di emissione di gas serra nell'ambito dell'ETS per mettere in atto politiche finalizzate all'adattamento ai cambiamenti climatici e alla tutela della biodiversità e degli habitat sensibili e quindi generare occupazione verde;

28. chiede alla Commissione di tenere conto dell'occupazione verde nell'attuazione dell'Unione dell'energia;

29. invita l'UE e gli Stati membri a definire obiettivi vincolanti di risparmio ed efficienza energetici e a sostenere i certificati bianchi in quanto strumento per agevolare il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico dell'UE; sollecita gli Stati membri ad attuare pienamente e a far rispettare la direttiva sull'efficienza energetica nonché a continuare a impegnarsi per raggiungere quantomeno gli obiettivi di efficienza energetica stabiliti per il 2030;

30. invita gli Stati membri a sviluppare e ad attuare ambiziosi piani di ristrutturazione edile al fine di migliorare l'efficienza energetica e nel contempo alleviare la crisi economica che ha colpito il settore edilizio, nonché a realizzare l'obiettivo dell'UE relativo a un consumo di energia quasi nullo per tutti i nuovi edifici; chiede agli Stati membri, in questo contesto, di mettere a punto meccanismi di finanziamento che permettano di stimolare gli investimenti a favore dell'efficienza energetica; invita la Commissione a presentare quanto prima la sua iniziativa di "finanziamento intelligente per gli edifici intelligenti";

31. sollecita gli Stati membri a usare in modo più efficace i fondi europei, tra l'altro finanziando fondi rotativi a tasso agevolato per la promozione di investimenti a favore di energie rinnovabili, risparmio ed efficienza energetici, gestione delle acque e dei rifiuti, infrastrutture verdi, qualità dell'aria, ripristino e tutela della biodiversità nonché programmi di ricerca e sviluppo nell'ambito di tecnologie pulite innovative;

32. invita gli Stati membri a sfruttare appieno l'ampia gamma di fondi UE e strumenti finanziari disponibili, tra cui i Fondi strutturali e d'investimento europei (Fondi SIE) e il potenziale effetto leva che le sinergie tra gli stessi possono promuovere, al fine di sviluppare le potenzialità dell'occupazione verde; esorta la Commissione e gli Stati membri a finanziare in via prioritaria le microimprese e le piccole e medie imprese per mezzo di investimenti del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) che sostengono lo sviluppo dell'economia verde e circolare e la creazione di posti di lavoro verdi e sostenibili; invita la Commissione e gli Stati membri a sfruttare la revisione del quadro finanziario pluriennale (QFP) successiva alle elezioni del 2016 per promuovere la transizione verso un'economia verde;

33. riconosce che le PMI svolgono un ruolo fondamentale nella transizione verso un'economia verde e nella creazione di posti di lavoro verdi; sostiene gli obiettivi del piano d'azione verde per le PMI e delle relative azioni orientate alle PMI volti a migliorare l'efficienza delle risorse, sostenere l'imprenditorialità verde, sfruttare le opportunità offerte da catene di valore più verdi e facilitare l'accesso al mercato per le PMI verdi;

34. riconosce la potenzialità del FEIS nell'agevolare lo sviluppo di attività ad elevato grado di innovazione ambientale e sociale da parte delle microimprese e delle piccole e medie imprese;

35. ricorda che i dati Eurobarometro sui lavori verdi nelle PMI dimostrano che il risparmio energetico come pure la riduzione dei rifiuti e delle materie prime sono diventati economicamente vantaggiosi;

36. invita la Commissione a promuovere nuovi modelli economici, come le imprese cooperative, per migliorare l'efficienza dei processi di produzione e distribuzione, adottare soluzioni innovative per risparmiare risorse e offrire prodotti e servizi maggiormente sostenibili;

37. chiede alla Commissione e agli Stati membri di istituire banche dati in cui figurino offerte formative volte a promuovere lo sviluppo di competenze verdi tra i lavoratori come pure offerte di lavoro, nonché di condividere le migliori prassi in materia di occupazione verde per offrire maggiori opportunità ai giovani, soprattutto nelle regioni in cui la transizione verso un'economia sostenibile risulta particolarmente difficile; invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere adeguate campagne d'informazione sull'occupazione verde;

38. esorta la Commissione a elaborare un quadro per l'attuazione delle suddette misure al fine di assicurare una creazione uniforme di posti di lavoro verdi all'interno dell'Unione.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

6.5.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

61

7

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Marco Affronte, Margrete Auken, Pilar Ayuso, Zoltán Balczó, Catherine Bearder, Ivo Belet, Biljana Borzan, Lynn Boylan, Cristian-Silviu Bușoi, Nessa Childers, Birgit Collin-Langen, Mireille D'Ornano, Miriam Dalli, Angélique Delahaye, Jørn Dohrmann, Ian Duncan, Stefan Eck, Bas Eickhout, Eleonora Evi, José Inácio Faria, Karl-Heinz Florenz, Francesc Gambús, Iratxe García Pérez, Elisabetta Gardini, Gerben-Jan Gerbrandy, Jens Gieseke, Sylvie Goddyn, Françoise Grossetête, Andrzej Grzyb, Jytte Guteland, György Hölvényi, Anneli Jäätteenmäki, Jean-François Jalkh, Josu Juaristi Abaunz, Karin Kadenbach, Kateřina Konečná, Giovanni La Via, Peter Liese, Norbert Lins, Valentinas Mazuronis, Susanne Melior, Miroslav Mikolášik, Massimo Paolucci, Gilles Pargneaux, Piernicola Pedicini, Pavel Poc, Marcus Pretzell, Frédérique Ries, Michèle Rivasi, Daciana Octavia Sârbu, Annie Schreijer-Pierik, Davor Škrlec, Dubravka Šuica, Tibor Szanyi, Claudiu Ciprian Tănăsescu, Damiano Zoffoli

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Renata Briano, Nicola Caputo, Mark Demesmaeker, Jan Huitema, Merja Kyllönen, James Nicholson, Aldo Patriciello, Marijana Petir, Gabriele Preuß, Bart Staes

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Arne Gericke, Catherine Stihler

PARERE della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (7.5.2015)

destinato alla commissione per l'occupazione e gli affari sociali

sull'iniziativa per favorire l'occupazione verde: sfruttare le potenzialità dell'economia verde di creare posti di lavoro
(2014/2238(INI))

Relatore per parere: Monika Vana

SUGGERIMENTI

La commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere invita la commissione per l'occupazione e gli affari sociali, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

–   visti l'articolo 2 del trattato sull'Unione europea (TUE) e l'articolo 8 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–   visto l'articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–   vista la sua risoluzione dell'11 settembre 2012 sul ruolo delle donne nell'economia verde[1],

A. considerando che l'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL o ILO) e il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) descrivono in modo generico un posto di lavoro verde come qualsiasi impiego dignitoso che contribuisce a preservare o ripristinare la qualità dell'ambiente, che sia nel settore dell'agricoltura, dell'industria, dei servizi o dell'amministrazione, e considerando che tale concetto è ancora difficile da definire con precisione;

B.  considerando che occorre unire una prospettiva di genere all'agenda per il lavoro dignitoso dell'OIL;

C. considerando che la strategia Europa 2020 è la principale strategia dell'Unione europea nel cui ambito l'obiettivo della crescita sostenibile va oltre il cambiamento climatico e comprende un ventaglio più ampio di tematiche, puntando a trasformare l'economia dell'UE lungo linee intelligenti e verdi (ecologiche); considerando che la creazione di posti di lavoro verdi per le donne rinvigorirà gli sforzi per il raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020, in particolare nella lotta contro il cambiamento climatico e contro la povertà e l'esclusione sociale e nel perseguimento di un tasso di occupazione di almeno il 75%;

D. considerando che la realizzazione degli obiettivi della strategia 2020 e l'attuazione degli orientamenti transitori e delle politiche per un'economia verde hanno un impatto sul mercato del lavoro, mentre il ruolo delle donne nell'occupazione verde è sottovalutato e spesso ignorato e l'assenza di una prospettiva per la parità di genere nelle politiche ambientali fa aumentare la disuguaglianza di genere;

E.  considerando che le donne devono beneficiare in ugual misura della creazione di posti di lavoro verdi, che bisogna sfondare il "soffitto di vetro" nell'economia verde e che, quando si creano nuovi posti di lavoro, compresi quelli verdi, dovrebbero essere garantite pari opportunità;

F.  considerando che le donne e le ragazze sono sottorappresentate negli studi di ogni i livello nelle discipline della scienza, della tecnologia, dell'ingegneria e della matematica (in sigla STEM: Science, Technology, Engineering, Mathematics) e in quelle dell'imprenditoria, tutte discipline importanti per progredire nel settore delle competenze verdi e dei posti di lavoro verdi; considerando che l'istruzione va vista come un investimento nelle persone, e nelle donne in particolare, in ogni fase della loro vita; che la partecipazione delle donne allo studio delle discipline STEM è spesso ostacolata da stereotipi di genere e culture che discriminano in base al genere;

G. considerando che i posti di lavoro verdi sono visti come un concetto dinamico, che evolve in parallelo col carattere sempre più ecologico del progresso tecnologico e degli investimenti, anche attraverso il piano d'investimenti della Commissione e i Fondi strutturali e d'investimento europei (Fondi SIE), e che di tali posti di lavoro non devono beneficiare esclusivamente i lavoratori altamente qualificati;

H. considerando che le donne sono colpite dalle crisi e dalle politiche di austerità in misura più che proporzionale, e che i posti di lavoro verdi hanno dimostrato di essere più resistenti di altri alle crisi;

I.   considerando che creare posti di lavoro verdi è necessario ma non sufficiente e che si deve operare una transizione verso un'economia verde e sostenibile, ad esempio gestendo meglio le risorse naturali, impiegando strumenti economici che hanno effetti benefici sull'ambiente, fornendo sostegno alle innovazioni e a politiche migliori in agricoltura e nella gestione dell'acqua e dei rifiuti, e incrementando il consumo e la produzione sostenibili;

J.   considerando che nella transizione verso un'economia verde e nella lotta per la parità di genere è essenziale il ruolo della società civile;

K. considerando che si dovrebbe dedicare più attenzione all'occupazione verde nelle zone rurali, fornendo sostegno agli agricoltori donna e alle aziende agricole a conduzione familiare, al fine di garantirne il reddito attraverso la crescita verde e di consentire loro di continuare a vivere nei piccoli centri come produttrici di generi alimentari e protettrici dell'ambiente;

1.  ritiene che l'UE debba prendere come base la definizione di posto di lavoro verde fornita da OIL e UNEP, in quanto i posti di lavoro verdi devono conciliare preoccupazioni quali l'efficienza energetica e livelli ridotti di emissioni con le tradizionali problematiche del lavoro, dato che le donne ricevono spesso retribuzioni più basse a parità di competenze e responsabilità e subiscono condizioni di lavoro sfavorevoli; osserva però che tale definizione non dovrebbe essere circoscritta all'agricoltura, all'industria, ai servizi e all'amministrazione, ma dovrebbe comprendere tutti i settori del mondo del lavoro;

2.  riconosce l'urgente necessità di un accordo internazionale per una definizione comune dell'economia verde, basata sui pilastri della sostenibilità sia sociale che ecologica; pone l'accento sull'importanza del ruolo della società civile, specialmente i movimenti sociali, le organizzazioni ambientaliste e le organizzazioni per i diritti delle donne, nella messa a punto di una descrizione delle finalità e degli obiettivi dell'economia verde;

3.  invita la Commissione a garantire che la raccolta dei dati sia effettuata in tutti i settori verdi, compresi quelli attualmente trascurati, come i trasporti pubblici e il commercio al dettaglio; le chiede inoltre, nell'assistere gli istituti nazionali di statistica e i servizi pubblici per l'impiego (SPI) e nel promuovere il ricorso a strumenti di modellazione quantitativa, di integrare una prospettiva di parità di genere nella raccolta dei dati su tutti i settori dell'occupazione verde;

4.  chiede alla Commissione di includere una prospettiva di genere nello sviluppo di nuove attività di raccolta, disaggregazione e analisi dei dati, come il lavoro svolto con lo strumento econometrico FIDELIO o insieme a soggetti interessati quale la conferenza internazionale degli statistici del lavoro;

5.  chiede alla Commissione di includere una prospettiva di genere nel suo lavoro con gli SPI e nella panoramica europea delle competenze per individuare e colmare le lacune di competenze verdi nei mercati del lavoro; sottolinea che si deve porre l'accento sull'individuazione e l'eliminazione dei divari di competenze fra i generi nei settori verdi;

6.  esorta la Commissione e gli Stati membri a cominciare ad applicare un nuovo indicatore di crescita con connotazioni sociali e di tutela del clima, che includa aspetti non economici del benessere e sia imperniato primariamente su parametri connessi allo sviluppo sostenibile, quali la parità di genere, la riduzione della povertà e la diminuzione delle emissioni di gas serra;

7.  chiede alla Commissione di avviare ricerche sulla parità di genere in relazione all'occupazione verde e alla trasformazione ecologica dell'economia e sul contributo delle donne allo sviluppo di innovazioni, servizi e prodotti verdi;

8.  invita la Commissione, gli Stati membri e le autorità regionali e locali a includere sistematicamente la prospettiva dell'uguaglianza di genere nella definizione, nell'attuazione e nel monitoraggio delle politiche per la creazione di posti di lavoro verdi a tutti i livelli, allo scopo di assicurare che vengano garantite pari opportunità, tenendo conto delle difficoltà da superare per creare posti di lavoro verdi nelle zone rurali; esorta gli Stati membri e le autorità regionali e locali ad adoperarsi maggiormente per consentire la piena partecipazione delle donne all'elaborazione delle politiche, al processo decisionale e all'attuazione di una strategia per l'occupazione verde che includa le competenze verdi;

9.  invita la Commissione a promuovere la parità di genere come aspetto fondamentale nella concezione e nella negoziazione dei futuri regolamenti e programmi per i fondi strutturali dell'UE (FSE, FESR, PAC), specialmente nel quadro delle misure relative alla trasformazione verso un'economia verde;

10. chiede alla Commissione di aprire un dibattito pubblico promuovendo il concetto di "educazione allo sviluppo sostenibile", con particolare attenzione all'istruzione delle ragazze e delle donne; invita gli Stati membri e la Commissione a promuovere politiche che incoraggino una maggiore partecipazione delle donne allo studio delle discipline STEM e di quelle imprenditoriali, e a collegare l'agenda per i posti di lavoro verdi all'emancipazione delle donne attraverso gli studi; chiede che si fissino obiettivi chiari e si istituisca un monitoraggio per le assunzioni di donne in posti di lavoro verdi mediante programmi di apprendistato; chiede misure che incoraggino la partecipazione delle donne all'istruzione e formazione professionale (IFP) e promuovano le opportunità di apprendimento permanente nei settori verdi;

11. sottolinea la necessità di promuovere l'imprenditoria femminile nell'economia verde, modelli aziendali più collaborativi come le cooperative e le imprese sociali ed anche l'attività degli agricoltori donna e le aziende agricole a conduzione familiare, l'accesso delle donne alla microfinanza, la creazione di posti di lavoro verdi nei servizi pubblici e progetti pilota su criteri di qualità legati al genere per le imprese nel contesto degli appalti pubblici;

12. invita la Commissione, gli Stati membri e le autorità regionali e locali a portare avanti una politica attiva del mercato del lavoro per le donne nel campo dell'occupazione verde;

13. invita gli Stati membri e la Commissione ad agire in stretta consultazione con la società civile nella gestione di tutte le politiche per l'occupazione verde;

14. invita gli Stati membri e la Commissione a istituire meccanismi per l'integrazione degli aspetti di genere nelle politiche ambientali a livello internazionale, nazionale e regionale;

15. invita la Commissione a promuovere una combinazione di politiche ecologiche, economiche, di parità di genere e del mercato del lavoro al fine di rafforzare le nuove competenze in accordo con le nuove esigenze di un mercato in transizione verso un'economia verde;

16. invita gli Stati membri e la Commissione a garantire la creazione di posti di lavoro verdi di alta qualità con un livello elevato di protezione sociale per le donne; chiede agli Stati membri e alla Commissione di incoraggiare la sindacalizzazione delle donne, anche nei settori verdi, e di incoraggiare le donne ad esprimersi con voce chiara nei sindacati e nel dialogo sociale;

17. invita la Commissione ad adottare una strategia Europa 2015-2020 per la parità di genere che tenga conto degli obiettivi della strategia Europa 2020 per il tasso di occupazione nella prospettiva di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

6.5.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

31

0

2

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Daniela Aiuto, Maria Arena, Catherine Bearder, Beatriz Becerra Basterrechea, Vilija Blinkevičiūtė, Anna Maria Corazza Bildt, Viorica Dăncilă, Iratxe García Pérez, Anna Hedh, Mary Honeyball, Teresa Jiménez-Becerril Barrio, Elisabeth Köstinger, Agnieszka Kozłowska-Rajewicz, Angelika Mlinar, Angelika Niebler, Maria Noichl, Marijana Petir, Terry Reintke, Liliana Rodrigues, Jordi Sebastià, Michaela Šojdrová, Ángela Vallina, Beatrix von Storch, Anna Záborská, Jana Žitňanská, Inês Cristina Zuber

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Stefan Eck, Constance Le Grip, Georg Mayer, Sirpa Pietikäinen, Monika Vana, Julie Ward

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Isabella Adinolfi

  • [1]  GU C 353 E del 3.12.2013, pag. 38.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

16.6.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

41

7

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Laura Agea, Guillaume Balas, Mara Bizzotto, Vilija Blinkevičiūtė, Enrique Calvet Chambon, David Casa, Jane Collins, Martina Dlabajová, Lampros Fountoulis, Elena Gentile, Marian Harkin, Danuta Jazłowiecka, Rina Ronja Kari, Jan Keller, Jean Lambert, Jérôme Lavrilleux, Patrick Le Hyaric, Verónica Lope Fontagné, Javi López, Thomas Mann, Dominique Martin, Anthea McIntyre, Elisabeth Morin-Chartier, Emilian Pavel, Georgi Pirinski, Terry Reintke, Sofia Ribeiro, Maria João Rodrigues, Anne Sander, Sven Schulze, Siôn Simon, Jutta Steinruck, Romana Tomc, Ulrike Trebesius, Marita Ulvskog, Renate Weber, Tatjana Ždanoka

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Georges Bach, Amjad Bashir, Heinz K. Becker, Deirdre Clune, Sergio Gutiérrez Prieto, Csaba Sógor, Helga Stevens, Neoklis Sylikiotis, Ivo Vajgl

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Josef Weidenholzer, Marco Zanni