RELAZIONE sul ruolo dell'UE nel quadro delle istituzioni e degli organi finanziari, monetari e di regolamentazione internazionali

17.3.2016 - (2015/2060(INI))

Commissione per i problemi economici e monetari
Relatore: Sylvie Goulard

Procedura : 2015/2060(INI)
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A8-0027/2016
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A8-0027/2016
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sul ruolo dell'UE nel quadro delle istituzioni e degli organi finanziari, monetari e di regolamentazione internazionali

(2015/2060(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto il principio di leale cooperazione tra l'Unione e gli Stati membri, sancito all'articolo 4, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea (TUE),

–  visti gli articoli 121 e 138 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–  visto il protocollo n. 14 del TFUE sull'Eurogruppo,

–  vista la sua risoluzione del 20 ottobre 2010 recante raccomandazioni alla Commissione sul miglioramento della governance economica e del quadro di stabilità dell'Unione, in particolare nell'area dell'euro[1],

–  vista la sua risoluzione dell'11 maggio 2011 sull'UE quale attore globale: il suo ruolo nell'ambito delle organizzazioni multilaterali[2],

–  vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2011 sulla governance economica globale[3],

–  vista la sua risoluzione del 24 giugno 2015 sulla verifica del quadro di governance economica: bilancio e sfide[4],

–  vista la sua risoluzione del 9 luglio 2015 su "Costruire un'Unione dei mercati dei capitali"[5],

–  vista la relazione del gruppo di esperti ad alto livello sulla vigilanza finanziaria nell'Unione europea (relazione de Larosière), del 25 febbraio 2009,

–  vista la relazione dei cinque presidenti del giugno 2015, che chiede il consolidamento della rappresentanza esterna dell'euro,

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per i problemi economici e monetari e il parere della commissione per gli affari costituzionali (A8-0027/2016),

A.  considerando che la stabilità del sistema finanziario, che è fondamentale per un'efficace assegnazione delle risorse a favore della crescita e dell'occupazione, rappresenta un bene pubblico mondiale;

B.  considerando che la crescente interdipendenza delle economie di tutto il mondo rende necessario un passaggio verso forme di governance sempre più globali;

C.  considerando che, se l'Unione europea non è in grado di esprimersi con una sola voce nelle istituzioni o negli organismi internazionali, tutte le voci europee dovrebbero essere coordinate per guidare la governance globale verso gli obiettivi e i valori dei trattati dell'UE;

D.  considerando che l'UE dovrebbe contribuire alla creazione di un quadro democratico per far fronte alle sfide globali;

E.  considerando che la cooperazione a livello globale può comportare una diluizione delle responsabilità e una mancanza di rendicontabilità, a scapito della democrazia; che i parlamenti nazionali e il Parlamento europeo non devono essere ridotti a meri organi di ratifica, ma devono essere integrati attivamente e in modo esaustivo nell'intero processo decisionale;

F.  considerando che le istituzioni e gli organismi internazionali esistenti sono stati creati nel corso della storia, con le loro distinte strutture di governance e ambiti di azione, come risposta a situazioni specifiche; che ciò ha portato a una situazione complessa, talvolta caratterizzata da una duplicazione dei compiti, e a un sistema che può essere interessato da opacità e mancanza di coordinamento generale;

G.  considerando che l'articolo 42 della Carta dei diritti fondamentali e il regolamento (CE) n. 1049/2001[6] sanciscono il diritto di accesso ai documenti per i cittadini dell'Unione e dovrebbero applicarsi alle istituzioni e alle agenzie dell'Unione che partecipano a istituzioni o organismi internazionali;

H.  considerando che, conformemente ai trattati, ogni cittadino dell'Unione nonché ogni persona fisica o giuridica che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro ha il diritto di accedere ai documenti delle istituzioni, organi e organismi dell'Unione, a prescindere dal loro supporto (articolo 42 della Carta dei diritti fondamentali); che lo stesso grado di trasparenza dovrebbe applicarsi alle istituzioni e alle agenzie dell'Unione che partecipano a organizzazioni e forum internazionali, specie quando stabiliscono norme che riguardano i cittadini dell'Unione europea;

I.   considerando che la diversità delle strutture giuridiche e delle modalità di finanziamento e funzionamento delle organizzazioni e degli organismi economici internazionali[7] rende difficile un controllo globale, anche se la coerenza di tali modalità di finanziamento e funzionamento è fondamentale al fine di garantire condizioni di parità a livello internazionale; che il Fondo monetario internazionale (FMI) e l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE) sono vere e proprie organizzazioni internazionali, istituite da convenzioni e aventi una composizione e un ambito di applicazione di ampio respiro, mentre il G20, il Consiglio per la stabilità finanziaria (FSB) e il Comitato di Basilea sono forum pubblici informali che riuniscono un numero limitato di Stati, la cui importanza è in alcuni casi aumentata con la crisi, e che l'Organizzazione internazionale delle commissioni sui valori mobiliari (IOSCO), l'Associazione internazionale delle autorità di vigilanza delle assicurazioni (IAIS), l'Organizzazione internazionale delle autorità di vigilanza delle pensioni (IOPS) e l'Organismo internazionale di normalizzazione contabile (IASB) sono associazioni private di natura tecnica e settoriale che coinvolgono in diversa misura i settori in questione;

J.  considerando che tra il Parlamento europeo e alcuni di questi organismi e organizzazioni esistono già scambi informali, che tuttavia non hanno carattere sistematico;

K.  considerando che la trasparenza è importante per la democrazia, ma occorre altresì tenere debitamente conto della protezione delle informazioni di mercato sensibili;

L.   considerando che la crisi ha spinto il G20 a definire un'agenda globale incentrata sull'attuazione di un'efficace serie di riforme specifiche, ma nel lungo termine l'istituzione di un quadro effettivamente multilaterale e democratico è indispensabile per la sua legittimità;

M.  considerando che il ruolo ricoperto rispettivamente dalle banche e dai mercati nel finanziamento dell'economia varia a seconda degli Stati;

N.  considerando che la crisi economica e finanziaria iniziata nel 2008 ha messo in luce la clamorosa mancanza di una governance economica e finanziaria a livello mondiale; che diverse questioni macroeconomiche richiedono un maggiore coordinamento, in particolare in ambito fiscale; che l'obiettivo comune di tutti i soggetti interessati dovrebbe pertanto essere di delineare un quadro complessivo inteso a fornire stabilità finanziaria e a garantire la coerenza tra i livelli globale e locale;

O.  considerando che l'istituzione di nuovi organi di vigilanza dell'Unione europea non dovrebbe implicare automaticamente l'aumento del numero dei rappresentanti dell'UE, che potrebbe avere effetti antidemocratici quali una maggiore possibilità che si formino minoranze di blocco e creare disagio tra i partner dell'Unione europea;

P.  considerando che l'FMI ha deciso di includere il renminbi nel paniere di valute su cui sono basati i diritti speciali di prelievo dell'FMI; che tale inclusione ha determinato una riduzione del peso dell'euro e della sterlina, mentre il peso del dollaro USA è rimasto invariato; che ciò mette in luce la necessità di una voce europea più forte;

1.   sottolinea l'esigenza di una cooperazione normativa rafforzata a livello mondiale, realizzata con una forte presenza del Parlamento europeo;

2.   esprime preoccupazione per la mancanza di coerenza dovuta alla frammentazione e alla diversità dei vari organismi e organizzazioni, come pure per i ritardi nell'attuazione delle norme e degli orientamenti concordati a livello internazionale;

3.   chiede che siano chiariti l'ambito di competenza dei singoli organismi e organizzazioni come pure le loro modalità di funzionamento e di finanziamento, inclusi i contributi volontari, i regali e le donazioni, per garantire l'assenza di interessi diretti e la legalità delle loro decisioni;

4.   invita a migliorare la coerenza e il coordinamento delle politiche tra le istituzioni mondiali mediante l'introduzione di norme esaustive in materia di legittimità democratica, trasparenza, assunzione di responsabilità e integrità; ritiene che ciò dovrebbe tra l'altro riguardare:

- le relazioni con il pubblico (ad esempio l'accesso del pubblico ai documenti, il dialogo aperto con i vari soggetti interessati, l'istituzione di registri obbligatori per la trasparenza e le norme sulla trasparenza degli incontri con i lobbisti);

- le norme interne (ad esempio la gestione delle risorse umane basata sulle competenze, la sana gestione finanziaria, la previsione dei conflitti di interessi);

5.   ritiene che la sottorappresentanza dei paesi meno sviluppati in seno alla maggior parte delle istituzioni e degli organismi finanziari, monetari e di regolamentazione internazionali generi uno squilibrio e, di conseguenza, che le questioni legate alle disuguaglianze o ai finanziamenti per i paesi più poveri rischino di non essere affrontate in modo adeguato;

6.   ritiene che la rappresentanza non sia squilibrata solo dal punto di vista geografico, ma che vi siano altresì alcuni settori – nella fattispecie la società civile, le PMI e i rappresentanti dei consumatori e dei lavoratori – che sarebbe possibile consultare in misura più ampia nel quadro delle discussioni internazionali concernenti gli organismi finanziari, monetari e di regolamentazione; ritiene che spetti a tali organismi e settori adoperarsi per migliorare la situazione;

7.   ritiene che la rappresentanza dell'Unione europea nelle organizzazioni e negli organismi multilaterali dovrebbe essere razionalizzata e codificata per aumentare la trasparenza, l'integrità e la rendicontabilità della partecipazione dell'Unione in tali consessi, la sua influenza e la promozione della legislazione da essa adottata attraverso un processo democratico; ritiene inoltre che l'Unione europea debba divenire un attore globale maggiormente proattivo per garantire il rispetto dei futuri impegni del G20, tra cui la trasformazione del sistema bancario ombra, l'attuazione delle riforme relative ai derivati negoziati fuori borsa (OTC), la risposta ai rischi sistemici e la garanzia che i rischi emergenti per l'economia mondiale siano inseriti nel programma di lavoro dell'istituzione mondiale pertinente;

8.   invita gli attori europei a concentrarsi maggiormente sulla competitività globale dei settori finanziari dell'Unione europea nell'elaborazione delle politiche a livello europeo ed internazionale;

9.  ricorda che l'UE dovrebbe perseguire la piena adesione alle istituzioni economiche e finanziarie internazionali, qualora questa non sia ancora stata concessa e ove ciò sia appropriato (ad esempio nel caso dell'OCSE e dell'FMI); chiede che le pertinenti istituzioni economiche e finanziarie internazionali effettuino tutte le modifiche statutarie necessarie a consentire la piena partecipazione dell'Unione europea;

10.   reputa dannose per l'Unione le situazioni in cui un rappresentante di uno Stato membro o di un'autorità nazionale esprima, in seno a un'organizzazione o a un organismo internazionale, posizioni contrarie a decisioni legislative o regolamentari democraticamente adottate a maggioranza a livello europeo; invita dunque a rafforzare e rendere più efficace il coordinamento tra detti rappresentanti, ad esempio attraverso meccanismi più vincolanti;

11.   evidenzia la necessità che la Commissione risponda più direttamente ai cittadini nei casi in cui rappresenta l'intera Unione in seno a un organismo o a un'organizzazione internazionale o monitora un organismo privato di natura tecnica; sottolinea l'importanza del ruolo del Parlamento in questo processo;

12.   ritiene che le priorità delle organizzazioni e dei relativi gruppi di lavoro debbano essere chiarite e formalizzate; reputa che il ricorso sistematico al consenso rischi non solo di rallentare i lavori, ma anche di stemperare il contenuto delle raccomandazioni, e che la composizione delle organizzazioni debba rispecchiare la loro diversità in termini finanziari, economici e di vigilanza;

13.  pone l'accento sulla necessità di effettuare valutazioni ex ante nel definire le politiche di regolamentazione e di vigilanza e altre politiche inerenti al settore finanziario a livello mondiale; reputa che tali valutazioni non pregiudichino le prerogative politiche dei colegislatori;

14.   ritiene che l'attuazione delle raccomandazioni da parte dei diversi paesi coinvolti continui a essere insufficiente per contribuire alla creazione di condizioni di parità a livello globale;

15.   osserva che il Consiglio per la stabilità finanziaria (FSB) è impegnato a sviluppare norme per il settore assicurativo; riconosce che l'IAIS svolge attualmente un ruolo importante nella politica attuata a livello mondiale nel settore assicurativo, ma sottolinea che il coinvolgimento dell'Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (EIOPA) presenterebbe il vantaggio di rafforzare l'apporto delle competenze specialistiche europee in campo assicurativo e garantirebbe che le norme definite a livello mondiale non siano contrarie alla logica che l'Unione ha sviluppato per prima;

16.   plaude al lavoro svolto dall'OCSE sulle questioni fiscali, in particolare al progetto dell'OCSE/G20 sull'erosione della base imponibile e trasferimento degli utili (BEPS); ritiene che il controllo dell'applicazione sia la nuova sfida da raccogliere; sottolinea che occorre migliorare il coordinamento tra la Commissione e gli Stati membri che partecipano al Gruppo di azione finanziaria internazionale (GAFI) affinché l'Unione faccia sentire la propria voce;

17.   valuta positivamente la disponibilità del presidente della BCE a rafforzare ulteriormente la collaborazione con il Parlamento per quanto riguarda il ruolo della BCE nelle questioni bancarie, in particolare nel quadro di organismi di normazione mondiali come l'FSB;

18.   accoglie con favore le misure organizzative adottate dai paesi della zona euro che sono membri della Banca asiatica di investimento per le infrastrutture per unificare la loro rappresentanza presso il Consiglio dei governatori in un unico seggio;

19.  formula pertanto le seguenti proposte:

  invita la Commissione a ispirarsi alle migliori pratiche esistenti a livello europeo e nazionale per stilare un codice di condotta europeo in materia di trasparenza, integrità e assunzione di responsabilità, volto a orientare l'azione dei rappresentanti dell'UE nel quadro delle organizzazioni e degli organismi internazionali; chiede che il Parlamento sia strettamente associato a tale processo;

  pone in particolare l'accento sulle sue preoccupazioni riguardanti lo statuto, il finanziamento e il funzionamento di tali organizzazioni e organismi, la loro interazione con le autorità, le parti interessate e l'opinione pubblica, la comunicazione e l'accesso ai loro documenti; sottolinea la necessità di garantire un giusto equilibrio degli interessi, incluse le ONG dotate delle opportune competenze tecniche e degli strumenti finanziari adeguati, per rafforzare la voce della società civile;

  invita le istituzioni e le agenzie europee, come pure gli Stati membri, a promuovere l'assunzione di responsabilità da parte di tutti i rappresentanti europei presso gli organismi eletti democraticamente;

  chiede che sia adottato un accordo interistituzionale mirante a ufficializzare un "dialogo finanziario", che deve essere organizzato con il Parlamento europeo per definire orientamenti relativi all'adozione e alla coerenza delle posizioni europee in vista dei principali negoziati internazionali, in modo che tali posizioni siano discusse e rese note ex ante e che sia garantito l'opportuno seguito, prevedendo che la Commissione riferisca periodicamente in merito all'applicazione e al monitoraggio di tali orientamenti; propone che le istituzioni europee, gli Stati membri e, se del caso, i vertici delle organizzazioni internazionali interessate siano invitati a partecipare a tale dialogo; ritiene che la cadenza e il formato del dialogo (pubblico o a porte chiuse) sarebbero stabiliti in modo pragmatico; reputa che i parlamenti nazionali dovrebbero partecipare attivamente ai rispettivi livelli mediante il controllo delle posizioni adottate dai rappresentanti degli Stati membri interessati;

  ritiene che tali orientamenti più dettagliati potrebbero essere integrati da risoluzioni "di orientamento" proattive, che dovrebbero essere approvate dal Parlamento con frequenza adeguata per illustrare la sua posizione sugli orientamenti strategici generali;

  osserva che, nei settori in cui il Parlamento europeo è colegislatore con il Consiglio, tale dialogo servirebbe a definire il mandato negoziale, unificando le posizioni europee intorno ad atti legislativi adottati a maggioranza o evitando incoerenze con la legislazione in fase di adozione;

  invita i rappresentanti europei a prestare particolare attenzione, nel contesto dei negoziati internazionali, sia alla coerenza tra i requisiti e le norme internazionali, da un lato, e la legislazione dell'UE adottata e vincolante, dall'altro, sia all'applicazione, al fine di creare condizioni di parità a livello internazionale;

  chiede che sia incrementata la responsabilità politica della Commissione nei confronti del Parlamento europeo semplificando il processo di definizione delle posizioni dell'UE alle riunioni del G20 nei settori programmatici legati a occupazione, energia, commercio, sviluppo e lotta alla corruzione;

  esorta gli Stati membri a conformarsi senza indugio agli obblighi in materia di leale cooperazione;

  invita gli Stati membri ad accettare la rappresentanza dell'Unione bancaria nel Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria mediante il meccanismo di vigilanza unico;

  invita la Commissione a includere nel suo programma di lavoro la dimensione esterna della regolamentazione economica e finanziaria, vale a dire i lavori previsti in seno alle istituzioni finanziarie internazionali, nonché a istituire un gruppo di lavoro sulla governance economica globale e sulle istituzioni finanziarie nell'ottica di potenziare la coerenza politica interna;

  prende atto dell'iniziativa della Commissione volta ad avanzare nella direzione di una rappresentanza unica della zona euro in seno all'FMI, ma ritiene che ciò non debba pregiudicare la creazione di una circoscrizione unica dell'Unione europea nel lungo periodo;

  sottolinea che, conformemente al protocollo n. 14 del trattato, il coordinamento più stretto degli Stati membri la cui moneta è l'euro spetta all'Eurogruppo, che opera in via temporanea e informale in attesa che l'euro diventi la moneta di tutti gli Stati membri dell'Unione; ritiene che la trasparenza e l'assunzione di responsabilità dell'Eurogruppo possano essere migliorate; chiede sia trovata una soluzione più formale e permanente, in linea con la relazione Thyssen del 20 novembre 2012[8] recante raccomandazioni progressive in vista dell'Unione bancaria, economica, fiscale e politica; ricorda che l'indipendenza del ruolo del commissario per gli affari economici e monetari deve essere rafforzata e accompagnata da solidi meccanismi di responsabilità nei confronti del Parlamento e del Consiglio;

  ritiene opportuno, al di là del singolo caso dell'FMI, procedere nei prossimi anni a una progressiva razionalizzazione della rappresentanza dell'UE, in primo luogo attraverso un migliore coordinamento e, successivamente, dopo una valutazione, tramite la rappresentanza unica; è convinto che la rappresentanza in seno a tali organizzazioni e organismi dovrebbe essere assegnata in base alle rispettive competenze delle istituzioni dell'UE e delle autorità europee di vigilanza (AEV), del Consiglio/Eurogruppo e delle autorità nazionali; è del parere che, parallelamente, l'UE dovrebbe adoperarsi affinché, per funzionare, tali organizzazioni e organismi passino da una procedura di voto che prevede l'unanimità a una che preveda la maggioranza qualificata;

  sottolinea che è compito della Commissione, del Consiglio e, ove del caso, dell'Eurogruppo rafforzare il coordinamento attraverso riunioni preparatorie; ritiene opportuno istituire, se necessario, nuovi gruppi di lavoro ad hoc del Consiglio, sul modello del comitato economico e finanziario (CEF), del gruppo di lavoro per le questioni correlate all'FMI (SCIMF), del gruppo di lavoro "Eurogruppo" (EWG) e del comitato di politica economica (CPE);

  chiede che sia effettuata una valutazione approfondita della doppia rappresentanza della Presidenza del Consiglio europeo e della Presidenza della Commissione alle riunioni del G20 per stabilire in che misura tale configurazione indebolisca la credibilità esterna dell'Unione, in particolare alla luce dell'esistenza di un mercato unico dei servizi finanziari; ritiene che, per incoraggiare la convergenza degli Stati membri rappresentati in modo individuale, siano possibili diversi miglioramenti che dovrebbero contribuire a conseguire un efficace coordinamento prima delle riunioni e promuovere una voce europea forte in tali sedi;

  invita le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a definire una tabella di marcia per la creazione di un'organizzazione mondiale per la finanza basata sui trattati, in linea con quanto suggerito nella relazione de Larosière, cui siano conferiti ampi poteri di formulare raccomandazioni, negoziare norme minime vincolanti, istituire meccanismi multilaterali di risoluzione delle controversie e, se del caso, imporre sanzioni; ritiene che l'esperienza maturata in particolare nel settore commerciale attraverso l'OMC potrebbe essere utilizzata per istituire i suddetti meccanismi multilaterali di risoluzione delle controversie; sottolinea che l'organizzazione proposta dovrebbe essere assoggettata ai più elevati standard di trasparenza e assunzione di responsabilità;

  ritiene che la Commissione dovrebbe ricevere l'esplicito mandato di dare nuovo impulso alla promozione del multilateralismo per quanto concerne la cooperazione internazionale in campo finanziario, monetario e regolamentare;

  invita la Commissione ad assicurare che qualsiasi proposta legislativa dell'UE in materia finanziaria sia complementare alle azioni intraprese a livello globale;

20.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

MOTIVAZIONE

Chi prende le decisioni? Chi stabilisce le norme che disciplinano l'attività del settore finanziario? Di fronte agli esperti, agli interessi privati, i parlamenti e i governi hanno ancora l'ultima parola? In che modo l'Unione europea e la zona euro difendono i propri interessi strategici? Le istituzioni europee e i governi nazionali faticano a fornire risposte soddisfacenti a queste domande semplici e legittime. La relazione in esame intende contribuire a rispondere a questi interrogativi esaminando l'azione dell'UE nel quadro di una decina di organizzazioni[9] di natura politica e/o tecnica.

La relazione muove da tre constatazioni.

In ragione della libera circolazione dei capitali, la stabilità del sistema finanziario, decisiva per gli investimenti e la crescita, dipende dalla capacità di definire e far rispettare norme e regole di condotta a livello sovranazionale.

Questo indispensabile cambiamento di scala non può comportare una diluizione delle responsabilità a scapito della democrazia. In particolare i parlamenti nazionali e il Parlamento europeo non possono essere ridotti a meri organi di ratifica. Se da un lato è fondamentale un'analisi indipendente degli interessi privati e delle manovre politiche, dall'altro è necessario riavviare il dialogo tra esperti e rappresentanti eletti, come illustrato da un recente esempio. Nel valutare l'applicazione delle norme di Basilea III (requisiti patrimoniali delle banche), si può prescindere dal fatto che in Europa sono soprattutto le banche, e non i mercati, a finanziare le PMI? Queste specificità hanno dopotutto un'influenza significativa sulla crescita, da cui l'interpretazione del legislatore europeo nei testi CRD4[10].

Infine, l'UE e la zona euro devono poter difendere i propri interessi strategici. La rappresentanza europea nell'ambito di tali organizzazioni è a dir poco disorganica. È deplorevole accettare tale situazione se si considera l'importanza cruciale della posta in gioco per la stabilità finanziaria ma soprattutto per la crescita e per l'occupazione. Occorre adoperarsi per realizzare progressi in modo pragmatico, tenendo conto del fatto che, sebbene l'Unione europea resti una potenza finanziaria di spicco, su scala mondiale il suo peso demografico relativo è in diminuzione. L'Unione europea potrebbe apportare un utile contributo alla nascita di una cooperazione multilaterale più equilibrata in materia economica e finanziaria.

1.  Trasparenza

Frutto di un processo storico e riflesso della complessità del mondo finanziario, la moltiplicazione degli organismi mondiali attivi nel settore finanziario, unitamente alla loro complessità interna, rende difficile una valutazione complessiva.

FMI

Vigila sulla stabilità del sistema monetario internazionale, fornendo se del caso assistenza tecnica e finanziaria.

OCSE

Elabora studi volti a promuovere la crescita economica. Il suo ruolo nel settore della fiscalità diventa sempre più importante.

G20

Si tratta di un forum politico informale a vocazione generale che riunisce le 19 economie più importanti a livello globale più l'UE.

FSB

A seguito della crisi finanziaria del 2009, il Consiglio per la stabilità finanziaria assicura, per conto del G20, un migliore coordinamento della regolamentazione finanziaria internazionale.

Comitato di Basilea

Si adopera per garantire la convergenza della vigilanza sulle attività bancarie ed elabora norme prudenziali applicabili a tale settore (ad esempio coefficienti di capitale).

IOSCO

Vigila sulla convergenza delle normative concernenti i valori mobiliari per assicurare una maggiore efficacia e trasparenza dei mercati.

IAIS

Promuove una supervisione effettiva ed efficace del settore assicurativo a livello internazionale; dal 2013 è altresì responsabile dell'elaborazione di norme relative ai capitali internazionali per gli assicuratori.

IOPS

È responsabile dell'elaborazione di norme e della promozione di una cooperazione internazionale nel settore delle pensioni attraverso lo scambio di buone prassi e, in misura sempre maggiore, la definizione di regole.

IASB

Si adopera per l'istituzione di un sistema armonizzato di norme contabili, nell'ottica di fornire informazioni finanziarie utili agli investitori.

Alcune opzioni fondamentali sono a mala pena discusse. Gli organismi di diritto privato non sembrano sempre essere riusciti a far prevalere l'interesse generale, come dimostrato dall'esempio paradossale delle norme contabili IFRS, elaborate da un organismo globale di diritto statunitense ma non riconosciute dagli Stati Uniti. Allo stesso modo, la logica degli organismi pubblici non è sempre chiara: dopo la recente adozione da parte del legislatore europeo di norme europee per la risoluzione bancaria (BRRD/SRM), che senso ha che l'FSB, di cui fanno parte alcuni Stati membri e la BCE, avvii il progetto globale TLAC (capacità di assorbimento totale delle perdite), che risponde a una logica diversa? O che questo organismo si occupi di questioni legate alle assicurazioni, in particolare l'individuazione di compagnie di assicurazione di importanza sistemica, quando il trattato esclude la BCE dalla vigilanza delle assicurazioni?

La mancanza di trasparenza maschera inoltre grandi differenze in termini di portata. Se ad esempio lo IOSCO ha una dimensione universale, altri organismi riuniscono un numero di paesi molto più limitato. Si tratta di una questione di principio, ma anche di fondo: la sottorappresentanza dell'Africa o dell'America meridionale è poco equa e comporta il rischio che i problemi legati alle disuguaglianze o al finanziamento dei paesi più bisognosi siano trascurati.

Il carattere consultivo o tecnico delle raccomandazioni formulate da alcuni organismi non può giustificare la mancanza di trasparenza, in quanto talvolta alcuni attori economici applicano volontariamente le raccomandazioni per evitare un declassamento da parte delle agenzie di rating (banche/requisiti patrimoniali) o per aumentare le proprie possibilità di attirare finanziamenti (imprese/norme contabili).

Naturalmente la responsabilità di una migliore pedagogia delle sfide e delle scelte incombe in primo luogo ai responsabili politici. Tuttavia, a un livello più tecnico, gli esponenti delle banche centrali, della Commissione o di altre autorità europee dovrebbero altresì impegnarsi a interagire in modo più sistematico con il pubblico attraverso i media e il mondo accademico o professionale. Alcuni provvedono già in tal senso, altri sono più restii.

La verifica degli impegni assunti ("compliance") richiede un'attenzione particolare. È in una certa misura paradossale affermare solennemente l'importanza di intervenire a livello globale a favore della stabilità e organizzare incontri spettacolari di leader mondiali (come il G20) per poi accontentarsi di procedure di attuazione deludenti. Non sarebbe opportuno correggere questo sfasamento, che aggrava la perdita di fiducia del pubblico, e concepire procedure più vincolanti?

2. Assunzione di responsabilità ("accountability")

In quanto forum privilegiato per il dibattito pubblico nel mercato interno dei servizi finanziari, il Parlamento europeo può contribuire a tre livelli:

- per quanto concerne la legislazione europea adottata dai 28 Stati membri, conferire un mandato negoziale vincolante, nel rispetto delle decisioni adottate a maggioranza;

- in vista di importanti negoziati mondiali (ad esempio riunioni del G20), orientare e far conoscere la posizione degli europei;

- vigilare sul rispetto degli impegni assunti ("compliance").

I cittadini si aspettano che i responsabili politici spieghino pubblicamente l'oggetto dei negoziati. L'era della diplomazia segreta è ormai tramontata. L'accettazione, da parte della popolazione, degli impegni assunti a livello internazionale va nell'interesse dei partner dell'Europa. L'obbligo di rendere conto a un PE esigente non è necessariamente un fattore negativo per i negoziatori europei, e può anzi rafforzare la loro posizione.

Sebbene siano attualmente condotti scambi di opinioni tra la commissione ECON del PE e i responsabili di alcuni organismi globali, essi sono troppo brevi e superficiali. Il PE dovrebbe adoperarsi per organizzare un dialogo più approfondito e regolare.

3. Rappresentanza dell'UE/della zona euro

È sempre difficile quantificare con precisione l'influenza ma, allo stato attuale, è chiaro che l'UE non sfrutta sempre appieno la propria. La rappresentanza dell'UE è talmente multiforme da diventare difficilmente percepibile. La Commissione si trova talvolta ad assumere un ruolo che non dovrebbe spettarle, rappresentando cioè solo i paesi meno popolosi dell'UE che non fanno parte di queste organizzazioni invece dell'Unione nel suo complesso.

Questa frammentazione è ancor più deplorevole se si considera che, in certe organizzazioni, gli Stati membri dell'UE forniscono complessivamente una quota rilevante del bilancio (come nel caso dell'OCSE). Allo stesso modo l'equilibrio geografico e l'equa distribuzione delle posizioni sono fattori che meritano attenzione.

L'inadeguata rappresentanza dell'UE ha ripercussioni diverse a seconda del fatto che le organizzazioni in questione abbiano un ruolo innanzitutto consultivo (OCSE), gestiscano situazioni di crisi (G20/FSB) o definiscano norme tecniche.

Le organizzazioni mondiali non devono lasciare che governi, banche centrali o autorità di vigilanza di Stati membri dell'UE che si siano trovati in minoranza nel processo legislativo dell'Unione cerchino di "vendicarsi" sui partner che costituivano la maggioranza. È contrario al principio di leale cooperazione sancito dai trattati.

È fondamentale che l'UE si doti di meccanismi più efficaci per esprimersi con una sola voce, con l'ambizione di giungere a una rappresentanza unica che, sebbene non possa essere conseguita dall'oggi al domani, deve rimanere l'obiettivo finale.

Una soluzione pragmatica potrebbe consistere nel creare, a monte, procedure di coordinamento più vincolanti attraverso un "dialogo finanziario" tra Stati membri e istituzioni europee.

Come sottolineato nella "relazione dei cinque presidenti"[11], per quanto concerne la zona euro l'articolo 138 del trattato sollecita un rafforzamento della rappresentanza esterna dell'UE, con l'obiettivo di arrivare per gradi a una rappresentanza unificata. Tale questione ha assunto un'importanza ancora maggiore a seguito dell'intervento dell'FMI nella zona euro, in particolare alla luce del ruolo da esso svolto in Grecia.

L'UE potrebbe dare prova di un'ambizione ancora maggiore. David Wright, segretario generale dello IOSCO, ha proposto a titolo personale l'introduzione di un quadro istituzionale globale, da istituire probabilmente per mezzo di un trattato internazionale, che in caso di inadempienza degli Stati partecipanti consenta di vigilare sull'applicazione delle sue raccomandazioni, di organizzare procedure vincolanti di composizione delle controversie e di imporre sanzioni[12].

Conclusione

Alla luce della natura globale dei flussi di capitali e delle professioni finanziare, non è realistico cercare di regolamentare il settore della finanza senza modificare la scala dell'azione pubblica.

L'UE può contare su diversi vantaggi per rispondere a questa sfida: ha creato un mercato interno dei servizi finanziari di portata mondiale, cui l'Unione dei mercati dei capitali darà presto nuovo slancio. Inoltre essa dispone di centri finanziari riconosciuti, di un comitato incaricato di prevenire i rischi sistemici (ESRB) e di tre autorità che, in poco tempo, hanno consolidato la loro presenza. L'euro è una valuta globale. Durante la crisi, la zona euro si è dotata di meccanismi di salvataggio come pure di organismi di vigilanza e di risoluzione bancaria senza precedenti. L'UE dispone inoltre di un'esperienza eccezionale per quanto concerne la democrazia sovranazionale e il controllo delle inadempienze degli Stati; le organizzazioni globali possono altresì trarre ispirazione dalle sue norme rigorose in materia di trasparenza e accesso ai documenti amministrativi.

Alla luce dell'importanza strategica del settore finanziario per la crescita e l'occupazione, è necessario rivedere la cooperazione multilaterale a livello globale, rafforzando l'influenza dell'UE e della zona euro.

PARERE DI MINORANZA

presentato a norma dell'articolo 56, paragrafo 3, del regolamento

Miguel Viegas, Matt Carthy, Fabio De Masi, Paloma López Bermejo, Rina Ronja Kari, Marisa Matias, Miguel Urbán e Dimitris Papadimoulis

Sebbene la relazione in esame contenga elementi condivisibili (tra cui la necessità di cooperazione normativa a livello internazionale e le preoccupazioni in merito a una diluizione delle responsabilità a discapito della democrazia quale conseguenza del coordinamento globale), essa si basa sul principio del rafforzamento dei poteri degli organismi sovranazionali, da cui deriverebbe un ulteriore allontanamento del potere politico dai cittadini, cui siamo fermamente contrari.

Respingiamo categoricamente:

- questa Unione europea, in cui risultano compromesse la cooperazione e la solidarietà tra gli Stati membri, così come la loro sovranità nazionale;

- l'idea secondo cui la valutazione tra pari ("peer review") garantisce una maggiore responsabilità nei confronti dei cittadini rispetto al tradizionale modello formale di responsabilità democratica basato sul concetto di "mandante e mandatario";

- l'istituzione di una rappresentanza unificata che si esprima con una sola voce per tutti i paesi dell'Unione all'interno delle istituzioni finanziarie internazionali;

- l'imposizione di un codice di condotta inteso a impedire un'azione individuale da parte degli Stati membri;

- la creazione di un'organizzazione mondiale per la finanza.

Sosteniamo fermamente che:

- non si ottengono maggiori legittimità e responsabilità democratiche rafforzando le imposizioni sovranazionali;

- gli Stati membri non dovrebbero rinunciare alla propria rappresentanza nei consessi internazionali;

- la cooperazione normativa internazionale deve essere basata sulla solidarietà tra i paesi e non sulla difesa dei grandi interessi economici e finanziari.

20.11.2015

PARERE della commissione per gli affari costituzionali

destinato alla commissione per i problemi economici e monetari

sul ruolo dell'UE nel quadro delle istituzioni e degli organi finanziari, monetari e di regolamentazione internazionali

(2015/2060(INI))

Relatore per parere: Paulo Rangel

SUGGERIMENTI

La commissione per gli affari costituzionali invita la commissione per i problemi economici e monetari, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  ritiene, pur tenendo conto della natura specifica dell'UE quale organo sovranazionale, dell'attuale elevato livello di interdipendenza tra paesi e dello spostamento dell'equilibrio di poteri, che l'UE dovrebbe svolgere un ruolo più attivo e di maggior rilievo nel processo di governance economica globale, attraverso la sua adesione ad organismi internazionali; sottolinea la necessità di riforme istituzionali per ottenere una rappresentanza coerente dell'UE e una voce europea forte in seno alle istituzioni e agli organi finanziari, monetari e di regolamentazione internazionali;

2.  ritiene che l'Unione, in quanto membro di consessi internazionali, debba promuovere la riforma del processo di governance internazionale ed economica secondo i suoi principi, quali sanciti, in particolare, agli articoli 2, 3 e 6 del trattato sull'Unione europea (TUE);

3.  invita l'UE ad aderire alle organizzazioni internazionali che regolamentano e influenzano l'economia internazionale; ritiene tuttavia che l'UE dovrebbe chiarire la natura giuridica delle decisioni assunte dagli organi informali che dirigono l'Unione monetaria;

4.  sottolinea che la crisi economica e finanziaria iniziata nel 2008 ha messo in luce la necessità di rafforzare la governance economica a livello mondiale e la necessità di creare organismi sovranazionali dotati di capacità di intervento e di norme di funzionamento al fine di coordinare meglio le decisioni inerenti alle politiche economiche nazionali;

5.  chiede l'istituzione di meccanismi di coordinamento preventivi e coerenti meglio strutturati in vista della creazione e realizzazione di una posizione comune dell'UE volta a promuovere più efficacemente gli obiettivi e le politiche dell'Unione, quali figurano, ad esempio, agli articoli 2, 3 e 6 del TUE e agli articoli 8, 9, 10, 11 e 12 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea — nell'ambito di consessi economici internazionali, dato l'elevato grado di interdipendenza tra le economie mondiali, a seconda di quanto richiesto dall'importanza del commercio internazionale per l'ordine economico mondiale;

6.  sottolinea che è opportuno sviluppare una strategia concertata dell'UE all'interno di ciascuno di tali organi e istituzioni finanziari, monetari e di regolamentazione, per consentire all'Unione di stabilire una posizione coordinata e rafforzare la sua influenza sul processo decisionale;

7.  sottolinea l'importanza di una voce europea unificata nelle istituzioni e organi internazionali, e invita la Commissione a proporre un codice di condotta europeo sulla trasparenza e la responsabilità, destinato a guidare l'azione dei rappresentanti europei nelle organizzazioni internazionali, sulla base delle migliori pratiche esistenti; ritiene che col tempo questo codice di condotta potrebbe servire d'esempio a tutte le istituzioni e gli organi internazionali nel momento in cui creano i propri codici di condotta ;

8.  ricorda che, nelle istituzioni in seno alle quali sono rappresentati l'UE e i suoi Stati membri, occorre rispettare pienamente il "principio di leale cooperazione" di cui all'articolo 4, paragrafo 3, del TUE e che gli Stati membri dovrebbero astenersi "da qualsiasi misura che rischi di mettere in pericolo la realizzazione degli obiettivi dell'Unione";

9.  auspica che l'Unione promuova un approccio europeo unificato e inclusivo, al fine di garantire che le sue politiche e azioni siano coerenti, efficaci e continue e che gli interessi e i contributi degli Stati membri che non sono rappresentati in seno alle istituzioni e agli organi suddetti siano tenuti in considerazione in sede di definizione di una posizione comune;

10.  ritiene che tale approccio europeo unificato e inclusivo potrebbe essere meglio realizzato attraverso un "dialogo finanziario" regolare e formalizzato, organizzato al Parlamento, al fine di stabilire orientamenti per l'adozione delle posizioni europee nel periodo precedente i principali negoziati internazionali, assicurando che tali posizioni siano conosciute e garantendo il seguito; ritiene che le istituzioni europee, gli Stati membri e, se del caso, i dirigenti delle organizzazioni internazionali interessate dovrebbero essere invitati a partecipare a questo dialogo, la natura (pubblica o a porte chiuse) e la frequenza del quale dipenderebbero dalle esigenze pratiche;

11.  ritiene che tale dialogo servirebbe a definire il mandato negoziale nei settori in cui il Parlamento è colegislatore con il Consiglio, unificando le posizioni europee intorno alle scelte legislative adottate a maggioranza o evitando incoerenze con la legislazione in fase di adozione;

12.  esorta l'Unione, nell'articolazione delle sue istanze, a rispettare pienamente la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e i limiti invalicabili che essa stabilisce in qualsiasi ambito - incluse misure di carattere economico, che sono suscettibili di determinare forti ripercussioni sulla vita dei suoi cittadini;

13.  ricorda che l'UE dovrebbe perseguire la piena adesione alle istituzioni economiche e finanziarie internazionali in questione, qualora questa non sia ancora stata concessa e ove ciò sia appropriato (ad esempio, nel caso dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e del Fondo monetario internazionale (FMI)); chiede che le pertinenti istituzioni economiche e finanziarie internazionali effettuino tutte le modifiche statutarie necessarie a consentire la piena partecipazione dell'Unione europea;

14.  ritiene che in futuro, nel debito rispetto della ripartizione delle competenze fra l'UE e gli Stati membri nonché dei progressi compiuti verso il rafforzamento dell'unione economica e monetaria, occorrerà assicurare una rappresentanza esterna unitaria dell'UE all'interno dell'FMI e degli altri forum economici internazionali, per consentire all'UE di sfruttare pienamente il suo potenziale, promuovere la realizzazione dei suoi obiettivi, proteggere i suoi interessi e quelli di tutti i suoi Stati membri e accrescere la sua importanza e la sua influenza all'interno dell'architettura economica e finanziaria globale; considera imperativo che questa rappresentanza unificata cominci con dei passi in avanti verso la rappresentanza unica della zona euro in seno all'FMI, ferma restando la possibilità di creare, nel lungo periodo, una circoscrizione unica dell'UE;

15.  sottolinea la necessità di una vera riforma delle politiche dell'UE, in modo da evitare squilibri economici e sociali interni fra gli Stati membri e consentire processi di ristrutturazione del debito;

16.  si duole del fatto che le istituzioni e gli organi finanziari, monetari e di regolamentazione internazionali, nonché la partecipazione dell'UE ad essi, manchino di responsabilità democratica e di trasparenza per quanto riguarda il processo decisionale;

17.  ritiene che debba essere presa in considerazione la fornitura di una sede unica per le presidenze del Consiglio e della Commissione alle riunioni del G- 20, in quanto la situazione attuale in cui esistono due sedili separati, indebolisce la credibilità esterna dell'UE;

18.  sottolinea la necessità di assicurare la piena trasparenza, la responsabilità democratica e la legittimità della partecipazione dell'Unione in seno alle istituzioni economiche e finanziarie esistenti;

19.  pone l'accento sull'opportunità che i rappresentanti dell'Unione possano esercitare la presidenza di turno del G20;

20.  auspica che l'Unione istituisca un sistema basato sulla piena trasparenza per le lobby nella procedura di negoziazione fra le istituzioni europee e le suddette istituzioni internazionali;

21.  ritiene che il Parlamento debba essere adeguatamente e periodicamente informato delle attività e delle posizioni dell'Unione all'interno delle istituzioni economiche e finanziarie esistenti; ritiene che il Parlamento europeo dovrebbe avere il diritto di esprimere la propria opinione e svolgere un ruolo di monitoraggio per quanto riguarda il lavoro dei rappresentanti dell'UE presso queste istituzioni, al fine di garantire la responsabilità e rafforzare la legittimità democratica;

22.  chiede l'istituzione di gruppi di lavoro interistituzionali che si riuniscano prima delle riunioni ufficiali delle istituzioni e degli organi finanziari, monetari e di regolamentazione internazionali, e diano al Parlamento l'opportunità di esprimere il proprio parere sulle questioni in discussione nelle riunioni che seguono; ritiene che si dovrebbe istituire un meccanismo volto a tenere conto del parere del Parlamento su tali questioni;

23.  sottolinea che il Parlamento dovrebbe avere accesso ai documenti pertinenti elaborati dalle istituzioni economiche e finanziarie, che occorre sviluppare un meccanismo di informazione adeguato, aperto, periodico ed efficiente e che i partecipanti dell'UE dovrebbero sistematicamente riferire al Parlamento in merito alle decisioni adottate nei forum in oggetto;

24.  è del parere che l'UE debba svolgere un ruolo guida e più attivo nel promuovere la riforma delle istituzioni economiche e finanziarie internazionali, al fine di rendere il loro funzionamento più democratico, trasparente e responsabile e avvicinare così tali istituzioni ai cittadini.

25.  sostiene l'opportunità che l'UE difenda, in seno a tutti i consessi economici internazionali, il coordinamento e il rafforzamento della governance economica mondiale, il modello sociale europeo, la cooperazione in ambito fiscale e la cultura della sostenibilità delle imprese.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

19.11.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

13

3

2

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Mercedes Bresso, Elmar Brok, Richard Corbett, Pascal Durand, Danuta Maria Hübner, Ramón Jáuregui Atondo, Maite Pagazaurtundúa Ruiz, Paulo Rangel, György Schöpflin, Pedro Silva Pereira, Barbara Spinelli, Josep-Maria Terricabras, Kazimierz Michał Ujazdowski

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Isabella Adinolfi, Max Andersson, Enrique Guerrero Salom, Sylvia-Yvonne Kaufmann, Andrej Plenković

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Sofia Ribeiro

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

15.2.2016

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

38

18

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Gerolf Annemans, Burkhard Balz, Udo Bullmann, Esther de Lange, Fabio De Masi, Markus Ferber, Jonás Fernández, Elisa Ferreira, Sven Giegold, Neena Gill, Sylvie Goulard, Roberto Gualtieri, Gunnar Hökmark, Danuta Maria Hübner, Cătălin Sorin Ivan, Diane James, Othmar Karas, Georgios Kyrtsos, Werner Langen, Sander Loones, Bernd Lucke, Olle Ludvigsson, Ivana Maletić, Notis Marias, Fulvio Martusciello, Marisa Matias, Costas Mavrides, Bernard Monot, Stanisław Ożóg, Sirpa Pietikäinen, Pirkko Ruohonen-Lerner, Molly Scott Cato, Peter Simon, Paul Tang, Ramon Tremosa i Balcells, Marco Valli, Tom Vandenkendelaere, Miguel Viegas, Jakob von Weizsäcker, Pablo Zalba Bidegain, Marco Zanni, Sotirios Zarianopoulos

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Enrique Calvet Chambon, Mady Delvaux, Bas Eickhout, Marian Harkin, Ramón Jáuregui Atondo, Rina Ronja Kari, Thomas Mann, Eva Paunova, Michel Reimon, Antonio Tajani, Beatrix von Storch

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Lucy Anderson, Andrey Kovatchev, Adam Szejnfeld

  • [1]  Testi approvati, P7_TA(2010)0377.
  • [2]  Testi approvati, P7_TA(2011)0229.
  • [3]  Testi approvati, P7_TA(2011)0457.
  • [4]  Testi approvati, P8_TA(2015)0238.
  • [5]  Testi approvati, P8_TA(2015)0268.
  • [6]  Regolamento (CE) n. 1049/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2001, relativo all'accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione.
  • [7]  La Banca dei regolamenti internazionali, il Gruppo di azione finanziaria internazionale (GAFI) e l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) esercitano anche una funzione di regolamentazione; la Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (UNCTAD) svolge un ruolo significativo nella governance economica globale; la Banca africana di sviluppo (AfDB), la Banca asiatica di sviluppo (AsDB), la Banca di sviluppo dei Caraibi (CDB), la Banca di sviluppo dell'Africa occidentale (WADB), la Banca interamericana di sviluppo (IDB), la Società interamericana per gli investimenti (IIC), la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa (CEB), il Gruppo della Banca mondiale, la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (IBRD), l'Associazione internazionale per lo sviluppo (IDA), la Società finanziaria internazionale (IFC) e l'Agenzia multilaterale di garanzia degli investimenti (MIGA) sostengono il finanziamento della cooperazione allo sviluppo.
  • [8]  Risoluzione del Parlamento europeo del 20 novembre 2012 recante raccomandazioni alla Commissione sulla relazione dei presidenti del Consiglio europeo, della Commissione europea, della Banca centrale europea e dell'Eurogruppo dal titolo "Verso un'autentica Unione economica e monetaria".
  • [9]  La relazione ha un formato limitato e non pretende di essere esaustiva. Nonostante questa portata volontariamente ridotta, corrispondente alle competenze della commissione ECON, la relazione permette di affrontare le problematiche essenziali, in particolare in materia di trasparenza, assunzione di responsabilità e difesa strategica degli interessi europei. Il relatore ringrazia gli autori dei diversi studi realizzati in vista dell'elaborazione di questa relazione, disponibili sul sito del Parlamento, nella rubrica Think tank.
  • [10]  "Reaction to the opinion of the Basel committee on CRD 4 (Capital Requirements Directive for banks)", comunicato stampa della commissione ECON del 5 dicembre 2014 [URL: http://www.europarl.europa.eu/news/en/news-room/content/20141205IPR82904/html/REACTION-TO-THE-OPINION-OF-THE-BASEL-COMMITTEE-ON-CRD-4]
  • [11]  Completare l'Unione economica e monetaria dell'Europa, relazione di Jean-Claude Juncker, in stretta collaborazione con Donald Tusk, Jeroen Dijsselbloem, Mario Draghi e Martin Schulz [URL: http://ec.europa.eu/priorities/economic-monetary-union/docs/5-presidents-report_it.pdf]
  • [12]  Osservazioni di David Wright, segretario generale dello IOSCO, Consiglio atlantico, Washington, 10 dicembre 2012 [URL: https://www.iosco.org/library/speeches/pdf/20121210-Wright-David.pdf]