RELAZIONE sulla digitalizzazione dell'industria europea

10.5.2017 - (2016/2271(INI))

Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia
Relatore: Reinhard Bütikofer


Procedura : 2016/2271(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A8-0183/2017
Testi presentati :
A8-0183/2017
Testi approvati :

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla digitalizzazione dell'industria europea

(2016/2271(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto l'articolo 173 (titolo XVII) del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), che verte sulla politica industriale dell'UE e fa riferimento, tra l'altro, alla competitività dell'industria dell'Unione,

–  visti gli articoli 9, 11 e 16 TFEU,

  visto il protocollo n. 1 del TFUE sul ruolo dei parlamenti nazionali nell'Unione europea,

  visto il protocollo n. 2 del TFUE sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità,

–  vista la comunicazione della Commissione del 19 aprile 2016 dal titolo "Digitalizzazione dell'industria europea – Cogliere appieno i vantaggi di un mercato unico digitale" (COM(2016)0180),

–  vista la comunicazione della Commissione del 19 aprile 2016 dal titolo "Iniziativa europea per il cloud computing – Costruire un'economia competitiva dei dati e della conoscenza in Europa" (COM(2016)0178),

–  vista la comunicazione della Commissione del 19 aprile 2016 dal titolo "Priorità per la normazione delle TIC per il mercato unico digitale" (COM(2016)0176),

–  visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 19 aprile 2016 sulle tecnologie quantistiche (SWD(2016)0107),

–  visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 19 aprile 2016 intitolato "Advancing the Internet of Things in Europe" (Far progredire l'Internet degli oggetti in Europa) (SWD(2016)0110),

–  vista la comunicazione della Commissione del 2 luglio 2014 dal titolo "Verso una florida economia basata sui dati" (COM(2014)0442),

–  vista la sua risoluzione del 19 gennaio 2016 dal titolo "Verso un atto sul mercato unico digitale"[1],

–  vista la sua risoluzione del 9 marzo 2011 su una politica industriale per l'era della globalizzazione[2],

–  vista la sua risoluzione del 16 giugno 2010 su EU 2020[3],

–  vista la sua risoluzione del 15 giugno 2010 sulla politica comunitaria a favore dell'innovazione nella prospettiva di un mondo che cambia[4],

–  vista la comunicazione della Commissione del 28 ottobre 2010 dal titolo "Una politica industriale integrata per l'era della globalizzazione – Riconoscere il ruolo centrale di concorrenzialità e sostenibilità" (COM(2010)0614),

–  vista la comunicazione della Commissione del 3 marzo 2010 dal titolo "Europa 2020 – Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva" (COM(2010)2020),

–  vista la comunicazione della Commissione del 6 ottobre 2010 dal titolo "Iniziativa faro Europa 2020 – L'Unione dell'innovazione" (COM(2010)0546),

–  vista la comunicazione della Commissione del 4 luglio 2007 dal titolo "Esame intermedio della politica industriale – Un contributo alla strategia dell'Unione europea per la crescita e l'occupazione" (COM(2007)0374),

–  visti la comunicazione della Commissione del 6 maggio 2015 dal titolo "Strategia per il mercato unico digitale in Europa" (COM(2015)0192), il documento di lavoro dei servizi della Commissione che la accompagna (SWD(2015)0100) e le successive proposte legislative e non legislative,

–  vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 settembre 2013 che stabilisce misure riguardanti il mercato unico europeo delle comunicazioni elettroniche e per realizzare un continente connesso, recante modifica delle direttive 2002/20/CE, 2002/21/CE e 2002/22/CE e dei regolamenti (CE) n. 1211/2009 e (UE) n. 531/2012 (COM(2013)0627),

–  vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 marzo 2013 recante misure volte a ridurre i costi dell'installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità (COM(2013)0147),

–  vista la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 febbraio 2013 recante misure volte a garantire un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dell'informazione nell'Unione (COM(2013)0048),

–  vista la comunicazione della Commissione del 10 ottobre 2012 dal titolo "Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica" (COM(2012)0582),

–  vista la comunicazione della Commissione del 22 gennaio 2014 dal titolo "Per una rinascita industriale europea" (COM(2014)0014),

–  vista la comunicazione della Commissione del 3 ottobre 2012 dal titolo "L'atto per il mercato unico II – Insieme per una nuova crescita" (COM(2012)0573),

–  vista la comunicazione della Commissione del 13 aprile 2011 al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni dal titolo "L'atto per il mercato unico – Dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia" (COM(2011)0206),

–  vista la comunicazione della Commissione del 27 ottobre 2010 al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni dal titolo "Verso un atto per il mercato unico: Per un'economia sociale di mercato altamente competitiva – 50 proposte per lavorare, intraprendere e commerciare insieme in modo più adeguato" (COM(2010)0608),

  vista la comunicazione della Commissione del 10 gennaio 2017 al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni dal titolo "Costruire un'economia dei dati europea" (COM(2017)0009),

–  vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2014 sulla reindustrializzazione dell'Europa per promuovere la competitività e la sostenibilità[5],

–  vista la sua risoluzione del 10 dicembre 2013 sullo sfruttamento del potenziale del cloud computing in Europa[6],

–  vista la sua risoluzione del 12 settembre 2013 sull'agenda digitale per la crescita, la mobilità e l'occupazione: è ora di cambiare marcia[7],

–  vista la sua risoluzione del 12 giugno 2012 dal titolo "Protezione delle infrastrutture critiche informatizzate – realizzazioni e prossime tappe: verso una sicurezza informatica mondiale"[8],

  vista la sua risoluzione del 13 dicembre 2016 su una politica coerente dell'UE per le industrie culturali e creative[9],

–  vista la sua risoluzione del 5 maggio 2010 dal titolo "Una nuova Agenda digitale per l'Europa: 2015.eu"[10],

–  vista la sua risoluzione del 15 giugno 2010 sull'internet degli oggetti[11],

  visto il parere del 14 luglio 2016, del Comitato economico e sociale europeo intitolato "Industria 4.0 e la trasformazione digitale: la direzione da seguire",

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia e i pareri della commissione per l'occupazione e gli affari sociali, della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, della commissione per i trasporti e il turismo e della commissione per la cultura e l'istruzione (A8-0183/2017),

A.  considerando che occorre profondere sforzi energici con politiche, azioni e incentivi concreti per reindustrializzare l'UE e i suoi Stati membri al fine di coniugare competitività e sostenibilità, creazione di posti di lavoro di qualità e inclusione; ricordando l'obiettivo dell'UE in base al quale entro il 2020 il 20 % del PIL dell'UE dovrebbe essere prodotto dall'industria, il che deve tenere necessariamente conto della trasformazione strutturale del settore industriale dovuta alla perturbazione digitale e all'emergere di nuovi modelli aziendali;

B.  considerando che l'industria europea costituisce la base dell'economia e della ricchezza dell'Europa e sta affrontando sfide importanti dovute a più rapide tendenze nel campo dell'innovazione e della globalizzazione;

C.  considerando che la digitalizzazione della produzione industriale contribuisce a incrementare la resilienza, l'efficienza dell'energia e delle risorse, la sostenibilità dell'innovazione e la competitività delle nostre economie, trasformando in tal modo i modelli d'impresa, la produzione, i prodotti, i processi e la creazione di valore, con un impatto sostanziale sull'equilibrio di opportunità e sfide per le industrie e i lavoratori europei;

D.  considerando che l'Europa, con il suo patrimonio industriale, la sua rete di settori industriali e catene del valore, la sua forza innovativa, i suoi investimenti pubblici strategici in ricerca e sviluppo, la sua disponibilità di investimenti privati e di un'amministrazione efficiente, la sua forza lavoro qualificata e la sua integrazione dello sviluppo industriale con le sfide sociali, nonché il fatto che disponga di più di 30 iniziative nazionali e regionali mirate alla digitalizzazione dell'industria, possiede una base solida per diventare un leader della trasformazione digitale; che vi è l'opportunità di rafforzare l'industria dell'UE se si riescono a costruire catene di valore completamente integrate per prodotti industriali e pacchetti di prodotti e servizi digitalmente avanzati;

E.  considerando che il 5G trasformerà radicalmente le nostre economie, collocando la digitalizzazione al centro dello sviluppo industriale e dei servizi sociali;

F.  considerando che per una strategia industriale europea vincente si rende imperativa la creazione di un mercato unico digitale che stimoli la crescita e l'occupazione in modo socialmente responsabile;

G.  considerando che una strategia ben progettata e tecnologicamente neutrale per la digitalizzazione della produzione industriale, che colleghi in misura crescente persone e macchine nonché servizi a livello transfrontaliero all'interno dell'intera catena del valore globale, rappresenta un'importante pietra miliare per aumentare la resilienza, la sostenibilità e la competitività della nostra economia e per creare nuovi posti di lavoro;

H.  considerando che la digitalizzazione dovrebbe sfruttare il potenziale di un uso più efficiente delle risorse, dell'energia e del capitale, contribuendo così a un'economia circolare più integrata, a una minore intensità materiale e a una maggiore simbiosi industriale;

I.  considerando che la digitalizzazione può dare un forte impulso al settore del turismo, nell'interesse dei viaggiatori e della loro mobilità, consentendo tra l'altro di accedere facilmente alle informazioni in tempo reale e a un'ampia gamma di servizi;

J.  considerando che lo sviluppo delle tecnologie linguistiche può aiutare l'industria a superare le barriere linguistiche che fanno da ostacolo allo sviluppo del mercato digitale;

K.  considerando che la digitalizzazione offre nuove opportunità nel settore dei trasporti ai produttori, agli operatori, agli investitori, ai lavoratori e ai passeggeri, e che è un requisito fondamentale per consentire a tale settore di rimanere competitivo e operativo, nonché di aumentare la sua efficienza, e per permettere ai servizi di trasporto di migliorare la loro sostenibilità e le loro prestazioni;

L.  considerando che la digitalizzazione può contribuire alla creazione di condizioni lavorative più sicure, all'aumento della sicurezza dei prodotti nonché all'individualizzazione e al decentramento della produzione;

M.  considerando che esiste un ampio divario di genere in termini di occupazione e formazione nel settore delle TIC, con forti implicazioni negative per l'uguaglianza nel mercato del lavoro;

N.  considerando che la digitalizzazione nonché l'individualizzazione e il decentramento della produzione condurranno a un cambiamento delle condizioni di lavoro e avranno una serie di effetti sociali; che condizioni di lavoro sicure e dignitose ed elevati standard di sicurezza dei prodotti devono continuare a essere preoccupazioni condivise;

O.  considerando che vi sono molti studi che evidenziano che la digitalizzazione nella produzione industriale comporterà cambiamenti nella domanda del mercato del lavoro e nell'occupazione in Europa; che ciò potrebbe avere un impatto sulle norme esistenti che disciplinano i diritti dei lavoratori e la loro partecipazione; che è chiaro che occorre andare incontro a tali cambiamenti formando la forza lavoro in nuove competenze in materia di TIC e aumentando le competenze digitali nella società nel suo complesso;

Elaborare una strategia per la digitalizzazione industriale integrata (IDS) dell'UE

1.  accoglie con favore la comunicazione della Commissione sulla digitalizzazione dell'industria europea;

2.  è fermamente convinto che una strategia per la digitalizzazione industriale rivesta un'importanza fondamentale nel contribuire a risolvere le più urgenti sfide economiche e sociali dell'Europa nei seguenti modi:

(a)  rafforzando la dinamica economica, la coesione sociale e territoriale e la resilienza dinanzi alle trasformazioni e alle perturbazioni tecnologiche attraverso la modernizzazione e l'interconnessione delle industrie e delle catene economiche del valore europee, incrementando gli investimenti pubblici e privati nell'economia reale e fornendo opportunità di investimento in un contesto di modernizzazione sostenibile;

(b)   promuovendo la creazione di posti di lavoro e le opportunità di rilocalizzazione, migliorando le condizioni di lavoro e l'attrattiva dei posti di lavoro del settore industriale, contribuendo a offrire ai consumatori maggiori opportunità e informazioni, perseguendo una trasformazione socialmente responsabile e un mercato del lavoro inclusivo con modelli di lavoro e schemi di orario di lavoro maggiormente diversificati, condizioni migliori e una migliore integrazione tra occupazione e apprendimento permanente;

(c)  utilizzando le risorse in modo più efficace e riducendo l'intensità materiale dell'industria manifatturiera grazie a un'economia circolare europea rafforzata, ricordando che questo è fondamentale per le condizioni materiali di un settore europeo di alta tecnologia, nonché per la produzione industriale digitalizzata e i relativi prodotti;

(d)  consolidando la coesione europea attraverso una politica europea affidabile e ambiziosa in materia di investimenti (concentrandosi in particolare sulla diffusione di infrastrutture digitali di ultima generazione), utilizzando diversi strumenti di finanziamento europei tra cui il FEIS, i fondi regionali, Orizzonte 2020 e altri, nonché assicurando una politica industriale europea coordinata e tecnologicamente neutrale fondata sulla concorrenza leale tra una pluralità di attori, sull'innovazione e su una modernizzazione sostenibile, e sull'innovazione dei modelli sociali e d'impresa che stimoli il mercato unico digitale e l'integrazione e la modernizzazione di tutta l'industria europea;

(e)  sostenendo gli obiettivi dell'Europa in materia di politica climatica potenziando l'efficienza energetica e delle risorse nonché la circolarità della produzione industriale, riducendo le emissioni e facendo sì che la sostenibilità dell'industria vada di pari passo con la competitività;

(f)  rafforzando l'innovazione economica, politica e sociale attraverso i principi dell'apertura e dell'accessibilità delle informazioni e dei dati pubblici e privati, sempre proteggendo i dati sensibili negli scambi tra imprese, lavoratori e consumatori e consentendo una migliore integrazione dei vari tipi di settori economici e di ambiti strategici, tra i quali i settori creativo e culturale;

(g)  migliorando il tenore di vita dei cittadini nelle aree urbane e non urbane e la loro consapevolezza e capacità di sfruttare le opportunità offerte dalla digitalizzazione;

(h)  stimolando l'innovazione tecnologica e sociale nella ricerca a livello dell'UE attraverso una politica di digitalizzazione industriale con un obiettivo e una visione chiari;

(i)  migliorando la sicurezza energetica e riducendo il consumo energetico attraverso una produzione industriale digitalizzata e più flessibile ed efficiente che consenta una migliore gestione della domanda di energia;

(j)  stringendo partenariati con altre macroregioni del mondo al fine di sviluppare mercati digitali aperti, innovativi ed equi;

(k)  rendendosi conto della necessità di una politica fiscale europea più equa ed efficace che chiarisca questioni quali la base imponibile in un'epoca caratterizzata da mercati digitali globalmente interconnessi e dalla produzione digitalizzata;

(l)  attraendo investimenti e ricercatori e competenze di punta a livello mondiale, contribuendo in tal modo alla crescita economica e alla competitività europea;

(m)  sostenendo nuovi modelli aziendali e start-up innovative guidati dalla digitalizzazione e dallo sviluppo tecnologico;

3.  sottolinea l'importanza di creare un contesto imprenditoriale competitivo che faciliti gli investimenti privati, di elaborare un quadro normativo favorevole che eviti i blocchi burocratici, di sviluppare un'infrastruttura digitale europea all'avanguardia e di configurare una struttura di coordinamento dell'UE per la digitalizzazione dell'industria che faciliti il coordinamento delle iniziative e delle piattaforme a livello regionale, nazionale e unionale in materia di digitalizzazione industriale; invita la Commissione ad assicurare il conseguimento dell'obiettivo del 20 % di quota di PIL prodotto dall'industria entro il 2020; sottolinea che per consentire all'UE di esercitare una leadership industriale a livello mondiale, la digitalizzazione dell'industria deve essere collegata a una più ampia strategia industriale dell'UE; sottolinea l'importanza di avanzare nella digitalizzazione, in particolare negli Stati membri, nelle regioni e nei settori in ritardo in tale ambito e tra le persone interessate dal divario digitale; plaude, al riguardo, alla proposta di organizzare una tavola rotonda di alto livello e un forum europeo delle parti interessate; sottolinea l'importanza della cooperazione tra gli attori pertinenti e si aspetta che, oltre ai leader dell'industria e alle parti sociali, anche il mondo accademico, le PMI, le organizzazioni di normazione, i responsabili politici, le pubbliche amministrazioni a livello nazionale e locale e la società civile vengano invitati a svolgere un ruolo attivo;

4.  chiede alla Commissione di continuare il suo importante lavoro di esame delle tendenze di produzione e digitalizzazione nonché delle tendenze nelle discipline non tecniche (quali il diritto, la politica, l'amministrazione, le comunicazioni, ecc.), studiando gli sviluppi pertinenti in altre regioni, identificando nuove tecnologie fondamentali e adoperandosi per garantire il mantenimento della leadership europea in questi ambiti e l'integrazione di nuove tendenze nelle politiche e nelle azioni, tenendo nel contempo in considerazione i concetti di sicurezza fin dalla progettazione e di riservatezza fin dalla progettazione e per impostazione predefinita, e valutando se questo lavoro possa essere svolto attraverso una specifica rete di prospettiva industriale che includa le organizzazioni di ricerca e tecnologia;

5.  accoglie con favore la comunicazione della Commissione dal titolo "Digitalizzazione dell'industria europea – Cogliere appieno i vantaggi di un mercato unico digitale" (COM(2016)0180), ma deplora il fatto che essa non affronti in misura sufficiente tutte le sfide esistenti, dal momento che l'attenzione dedicata al settore dei trasporti è limitata alla guida connessa e automatizzata; rammenta che, sebbene i veicoli connessi e automatizzati rappresentino una delle future trasformazioni digitali più interessanti per il settore, esistono possibilità di digitalizzazione in tutte le modalità di trasporto, sia nei processi operativi sia in quelli amministrativi, e nell'intera catena del valore, inclusi i produttori, i passeggeri e il trasporto merci, nonché possibilità di coordinamento con tutte le nuove tecnologie impiegate nel settore, come i sistemi globali europei di navigazione satellitare EGNOS e Galileo, da cui ci si può attendere risultati nel prossimo futuro; invita la Commissione a concentrarsi sulle trasformazioni digitali in tutte le modalità di trasporto, compresi i servizi relativi al trasporto e al turismo;

6.  sottolinea che il processo di digitalizzazione non è stato vantaggioso in egual misura in tutto il settore dei trasporti e che ciò ha generato una frammentazione nociva nel mercato interno sia tra le diverse modalità di trasporto sia all'interno di ciascuna di esse; sottolinea che vi sono significative e crescenti disparità tra gli Stati membri in termini di competitività e digitalizzazione dei trasporti, che si riflettono anche tra le regioni, le società e le PMI; ritiene che lo sviluppo di una strategia coordinata di digitalizzazione industriale integrata per l'UE potrebbe contribuire a superare tale frammentazione e tali disparità e ad attrarre investimenti in progetti digitali; sottolinea che l'obiettivo non dovrebbe essere l'elaborazione dell'ennesimo documento orientativo, ma di una vera e propria strategia che rispecchi le tendenze dell'innovazione e il potenziale del mercato, la cui attuazione sarebbe oggetto di continua valutazione;

7.  ritiene che una strategia in materia di digitalizzazione industriale contribuirà a risolvere alcune delle sfide più urgenti nel settore dei trasporti e del turismo; invita pertanto la Commissione a promuovere ulteriormente la digitalizzazione al fine di:

(a)  migliorare il livello globale di sicurezza, di qualità e di prestazione ambientale del settore dei trasporti;

(b)  migliorare l'accessibilità senza barriere per tutti, ivi compresi gli anziani e le persone a mobilità ridotta o con disabilità, e sensibilizzare sulle soluzioni alternative in materia di mobilità, offrendo ai passeggeri maggiori possibilità di scelta, prodotti più fruibili e personalizzati nonché maggiori informazioni in tutta l'UE, sia nelle zone urbane che nelle regioni meno sviluppate;

(c)  ridurre i costi di trasporto, come le spese di manutenzione, e rendere più efficiente l'uso della capacità delle infrastrutture di trasporto esistenti (ad esempio mediante il sistema di incolonnamento di veicoli a guida autonoma (platooning), i sistemi di trasporto intelligente cooperativi (C-ITS), il sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (ERTMS) e i servizi d'informazione fluviale (RIS));

(d)  migliorare la competitività promuovendo la nascita di nuovi operatori, soprattutto PMI e start-up, per mettere in questione i monopoli esistenti;

(e)  facilitare l'applicazione corretta e armonizzata della legislazione dell'UE, ad esempio attraverso lo sviluppo di sistemi di gestione del traffico, sistemi di trasporto intelligenti, tachigrafi digitali e sistemi di pedaggio elettronici, e creare quadri normativi appropriati alle nuove situazioni reali che potrebbero verificarsi con l'applicazione di tecnologie avanzate;

(f)  ridurre gli oneri amministrativi per i piccoli e medi operatori e start-up del settore dei trasporti, ad esempio nell'ambito del trasporto merci e della logistica, semplificando le procedure amministrative, consentendo la tracciabilità dei carichi e ottimizzando orari e flussi di traffico;

(g)  continuare a tutelare i diritti dei passeggeri, ivi compresa la protezione dei dati, anche negli spostamenti multimodali;

(h)  ridurre i problemi relativi all'asimmetria delle informazioni nel mercato dei trasporti;

(i)  promuovere l'attrattiva e lo sviluppo del settore del turismo, che contribuisce a generare circa il 10 % del PIL europeo, nonché delle industrie creative nelle zone urbane, rurali e periferiche, ad esempio migliorando l'integrazione dei servizi di mobilità e turistici anche per quanto riguarda le destinazioni meno conosciute;

8.  osserva che una connettività ininterrotta e a elevate prestazioni rappresenta la condizione essenziale per garantire connessioni veloci, sicure e affidabili per tutte le modalità di trasporto nonché una maggiore digitalizzazione del settore dei trasporti; deplora la forte frammentazione della copertura digitale nell'UE; ritiene che gli investimenti nella banda larga e nell'equa distribuzione dello spettro siano essenziali per la digitalizzazione del settore dei trasporti; sottolinea a tale riguardo la necessità di una visione transettoriale, che abbracci ad esempio l'elettronica, le telecomunicazioni, i trasporti e il turismo; invita la Commissione e gli Stati membri a onorare il loro impegno a fornire questo tipo di connettività per le vie e gli snodi principali di trasporto entro il 2025 e ad avviare la piena copertura in tutta l'UE;

Creare le condizioni per il successo della digitalizzazione industriale: infrastrutture, investimenti, innovazione e competenze

9.  sottolinea che una strategia per la digitalizzazione industriale ha l'opportunità di promuovere l'innovazione, l'efficienza e le tecnologie sostenibili che incrementano la competitività e modernizzano la base industriale dell'UE, oltre che ridurre gli ostacoli allo sviluppo del mercato digitale; sottolinea che una digitalizzazione industriale integrata deve basarsi su solide condizioni favorevoli, che spaziano da un'infrastruttura di prim'ordine adeguata alle esigenze future, dalla R&S e da un contesto favorevole agli investimenti, a un appropriato quadro normativo aggiornato che incentivi l'innovazione, a un mercato unico digitale approfondito, a livelli elevati di competenze e imprenditorialità e a un dialogo sociale rafforzato;

10.  mette in evidenza l'esigenza di promuovere gli investimenti pubblici e privati a favore della connettività ad alta velocità, ad esempio attraverso il 5G, la fibra ottica e l'infrastruttura di navigazione e comunicazione satellitari, onde assicurare una solida infrastruttura digitale nelle aree urbane e industriali; evidenzia l'importanza di un'armonizzazione nell'assegnazione dello spettro volta a incrementare la domanda di connettività e ad aumentare la prevedibilità del contesto degli investimenti nella rete; evidenzia la necessità di affermare una leadership nelle catene di valore dell'industria digitale e nelle tecnologie fondamentali quali il 5G, le tecnologie quantistiche, il calcolo ad alte prestazioni, l'intelligenza artificiale, il cloud computing, l'analisi dei big data, l'internet degli oggetti, la robotica e l'automazione (inclusa la guida altamente automatizzata) e la tecnologia di registro distribuito; appoggia al riguardo i documenti di lavoro della Commissione che ne accompagnano la comunicazione;

11.  prende atto del fatto che la trasformazione digitale nel settore dei trasporti e del turismo, e in particolare lo sviluppo delle economie on-demand e collaborative, contribuiscono a ridefinire notevolmente i comportamenti dei passeggeri e dei consumatori per quanto concerne la mobilità e il turismo, nonché a rendere necessario l'adeguamento delle infrastrutture; invita la Commissione a valutare gli effetti della digitalizzazione nei servizi di trasporto, mobilità e turismo, con particolare attenzione ai comportamenti e alle scelte degli utenti di detti servizi, e a sfruttare ulteriormente il potenziale offerto da tale cambiamento della società;

12.  osserva che, con la crescente digitalizzazione nell'erogazione dei titoli di viaggi, i consumatori hanno immediatamente a disposizione una maggiore quantità di informazioni su Internet, ma sempre più spesso in un modo che rende difficile confrontare le offerte; ritiene che sia quindi necessario incrementare le garanzie di trasparenza e neutralità nell'erogazione, soprattutto via Internet, cosicché i consumatori possano fare scelte informate sulla base di informazioni affidabili non soltanto sul prezzo, ma anche su altri parametri, tra cui la qualità del servizio e le offerte accessorie; è del parere che la trasparenza promuoverà la concorrenza e sosterrà lo sviluppo del trasporto multimodale;

13.  ritiene che la digitalizzazione dovrebbe offrire ai consumatori una scelta più vasta, prodotti di più facile utilizzo e più personalizzati, nonché maggiori informazioni, in particolare sulla qualità dei prodotti o dei servizi;

14.  mette in evidenza che l'impatto delle barriere linguistiche sull'industria e sulla digitalizzazione industriale non è stato adeguatamente esaminato ed evidenziato nei documenti pertinenti al mercato digitale; invita la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare lo sviluppo delle tecnologie linguistiche che, unite alla digitalizzazione industriale, ridurrebbero la frammentazione del mercato europeo;

15.  sottolinea che un particolare sostegno del multilinguismo "analogico" in Europa è vantaggioso tanto per il settore europeo della digitalizzazione, quanto per l'insegnamento di competenze digitali esaustive; evidenzia pertanto la necessità di prestare maggiore attenzione alla ricerca di base per software di apprendimento e di traduzione basati su criteri statistici, intelligenti e coadiuvati da strumenti elettronici;

16.  sottolinea che le regioni devono concentrarsi sui loro punti di forza produttivi e promuoverne lo sviluppo attraverso la specializzazione intelligente e le catene e i cluster intelligenti; ritiene che i raggruppamenti e le sinergie tra le PMI, gli attori industriali, il settore dell'artigianato, le start-up, il mondo accademico, i centri di ricerca, le organizzazioni dei consumatori, il settore dell'industria creativa, la finanza e altre parti interessate possano essere modelli di successo nella promozione della produzione e dell'innovazione digitali; incoraggia la ricerca, l'innovazione e la coesione strutturale nell’UE; sottolinea l'importanza dei programmi di accelerazione e del capitale di rischio per contribuire all'aumento graduale delle start-up; rileva l'importanza dell'utilizzo della digitalizzazione per promuovere le innovazioni dei modelli imprenditoriali quali i sistemi "pay-per-output" e la personalizzazione di massa;

17.  ritiene che particolare attenzione dovrebbe essere prestata agli specifici problemi incontrati dalle PMI in circostanze in cui i relativi vantaggi ottenuti dall’attività di digitalizzazione, in termini di energia, di efficienza delle risorse e di efficienza della produzione, siano i più elevati; favorisce il rafforzamento delle associazioni di PMI e della loro sensibilizzazione attraverso programmi di digitalizzazione, lo sviluppo di centri per le scienze applicate, con particolare attenzione per la digitalizzazione e il cofinanziamento dell' S&R interno delle PMI; ritiene che si debba prestare attenzione alla proprietà dei dati e all'accesso ai dati nonché allo sviluppo di un programma europeo di apprendistato digitale;

18.  accoglie con favore la creazione della piattaforma di specializzazione intelligente per la modernizzazione industriale e, in particolare, la proposta della Commissione, inclusa nel piano d'azione sulla digitalizzazione dell'industria, per creare una rete di centri di competenza (CC) e di poli dell'innovazione digitale per rafforzare la digitalizzazione industriale e l'innovazione digitale delle PMI in tutte le regioni; osserva al riguardo che sarebbe opportuno tenere conto del settore dell'artigianato; invita la Commissione a portare avanti soprattutto la creazione di poli dell'innovazione digitale e dei centri di competenza digitale nelle regioni europee meno digitalizzate; invita la Commissione a fornire maggiori finanziamenti per i poli dell'innovazione digitale per mezzo di diverse risorse europee (Orizzonte 2020, Fondi strutturali, ecc.), a sostenere gli sforzi degli Stati membri e delle strategie nazionali volte a sviluppare una rete di poli dell’innovazione digitale e a considerare la possibilità di sperimentare con un approccio di sperimentazione normativa (sandbox) in cui la sperimentazione "intersettoriale" in ambiente controllato non sia bloccata dal regolamento permanente; invita gli Stati membri ad accrescere la cooperazione transnazionale tra i rispettivi poli dell'innovazione digitale; ritiene che detti poli designati dovrebbero specializzarsi nelle innovazioni industriali digitali che contribuiscono a far fronte alle sfide sociali dell'Europa; ritiene, a tale riguardo, che i finanziamenti di Orizzonte 2020 per i poli dell'innovazione digitale potrebbero essere combinati con i finanziamenti del programma per far fronte alle sfide della società; osserva l'importanza per le PMI dei voucher per l'innovazione delle TIC in termini di accesso alla consulenza, alla condivisione delle prassi migliori e alle competenze dei poli dell'innovazione digitale;

19.  prende atto dell'importante ruolo delle città e dei governi locali nello sviluppo di nuovi modelli aziendali e nel fornire infrastrutture digitali e sostegno alle PMI e agli altri attori industriali, nonché delle immense opportunità che l'innovazione industriale digitale offre alle città; ad esempio, attraverso sistemi di fabbricazione locale a zero rifiuti, una maggiore integrazione tra produzione industriale e locale e logistica urbana e trasporti, nonché la produzione di energia, il consumo, la produzione e la stampa 3D; ritiene che anche le città dovrebbero essere in grado di accedere ai poli dell'innovazione digitale; chiede alla Commissione di esaminare le migliori prassi locali, nazionali e internazionali; accoglie con favore la pubblicazione di un indice europeo delle città digitali e le iniziative per promuovere l'interoperabilità tra dati e sistemi tra le città europee; osserva che l'iniziativa "Città intelligenti" svolge un ruolo in questo contesto; sottolinea l’esperienza positiva dei forum consultivi regionali;

20.  evidenzia il ruolo che gli appalti pubblici e i requisiti legali per la registrazione delle imprese e l'attività di comunicazione sull'attività commerciale o la divulgazione possono svolgere nella promozione di nuove innovazioni e tecnologie industriali digitali; invita la Commissione a considerare come gli appalti pubblici potrebbero essere impiegati quale meccanismo di spinta all'innovazione; chiede alla Commissione di inserire un controllo digitale nel suo programma REFIT, al fine di garantire che i regolamenti siano aggiornati per il contesto digitale, e di agevolare lo scambio di buone pratiche tra le autorità pubbliche sull’utilizzo dei criteri dell’innovazione nei bandi di gara; raccomanda di accelerare l'adattamento del contesto giuridico e tecnologico come, ad esempio, la transizione IPv6, alle esigenze della digitalizzazione dell'industria e del decollo dell'internet degli oggetti;

21.  sottolinea l’importanza di sbloccare sufficienti finanziamenti pubblici e privati per la digitalizzazione dell’industria europea, con un migliore utilizzo del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS); ritiene che ciò debba essere notevolmente ampliato e che gli investimenti pubblici in infrastrutture digitali debbano essere notevolmente aumentati; sottolinea l’importanza di finanziamenti privati e le piattaforme di collaborazione; invita la Commissione a istituire una tavola rotonda finanziaria per la digitalizzazione industriale allo scopo di esaminare ed elaborare proposte di finanziamento innovative; si rammarica inoltre che, nonostante l'importanza, le risorse destinate alle politiche digitali nel bilancio UE sono troppo scarse per produrre un impatto reale; riconosce la necessità di rilanciare l'economia europea attraverso investimenti produttivi: ritiene che la disponibilità di strumenti finanziari europei esistenti, quali i fondi strutturali e di investimento europei e Orizzonte 2020, debba garantire il raggiungimento di questo obiettivo; reputa che la combinazione di questi fondi dovrebbe essere coerente con le risorse nazionali e i regolamenti sugli aiuti di Stato; riconosce il ruolo svolto dal partenariato pubblico-privato e dalle imprese comuni;

22.  invita gli Stati membri, al fine di sostenere una digitalizzazione industriale efficiente, a prevedere incentivi fiscali per le società e le imprese che realizzano un sistema di produzione digitale e intelligente;

Garantire la leadership della tecnologia europea e la sicurezza nella digitalizzazione industriale: fusioni e acquisizioni, cibersicurezza, flussi dei dati, normazione

23.  riconosce il ruolo fondamentale del potenziamento della ricerca e dello sviluppo (R&S); invita la Commissione a sostenere, internamente ed esternamente, gli sforzi della R&S e a promuovere reti di innovazione e cooperazione tra start-up, attori aziendali consolidati, PMI, università, ecc. in un ecosistema digitale; chiede alla Commissione di studiare il modo di massimizzare il trasferimento al mercato dei risultati della ricerca di Orizzonte 2020 e il loro sfruttamento da parte delle imprese europee; chiede alla Commissione di aumentare la quota di progetti di ricerca "Orizzonte 2020" e generare brevetti e diritti di proprietà intellettuale e a riferire al riguardo;

24.  sottolinea l'importanza di salvaguardare le tecnologie europee sensibili e il know-how, che costituiscono la base della futura forza industriale e della resilienza economica; mette in evidenza i potenziali rischi riguardanti investimenti diretti esteri (IDE) strategici statali o guidati dalla politica industriale, in particolar modo da parte delle imprese di proprietà statale attraverso fusioni e acquisizioni (F&A); sottolinea che, per quanto riguarda gli IDE, alcuni investitori esterni sono sempre più interessati all’acquisto di tecnologie europee sensibili tramite M&A; accoglie con favore l’iniziativa della Commissione di studiare l’esperienza della CFIUS (Committee on Foreign Investment, negli Stati Uniti); sottolinea che la parità di accesso al mercato per gli investimenti dovrebbe essere rafforzata stabilendo norme a livello globale;

25.  sottolinea che gli sviluppi in materia di automazione, robotica e l'applicazione dell'intelligenza artificiale alla produzione, nonché la profonda integrazione di componenti tecnici di origine diversa pone nuove domande per quanto riguarda la responsabilità per i prodotti e gli impianti di produzione; invita la Commissione a chiarire al più presto le norme in materia di sicurezza e di responsabilità per i sistemi che funzionano in modo autonomo, comprese le condizioni per le prove;

26.  riconosce che l'apertura e la connettività hanno effetti potenziali sulla vulnerabilità per quanto riguarda gli attacchi cibernetici, il sabotaggio, la manipolazione di dati o lo spionaggio industriale e sottolinea, in siffatto contesto, l'importanza di un approccio comune in materia di cybersicurezza europea; riconosce la necessità di sensibilizzare l'opinione pubblica sul miglioramento della cybersicurezza; considera la cyberresilienza una responsabilità fondamentale per i leader aziendali e nazionali e per i responsabili europei delle decisioni politiche in materia di sicurezza; ritiene che i produttori siano responsabili della sicurezza e di norme in materia di sicurezza informatica in qualità di parametri progettuali fondamentali in tutte le innovazioni digitali, conformemente alle tecnologie più avanzate e ai principi di "sicurezza fin dalla progettazione" e di "sicurezza predefinita", ma che a determinate condizioni e criteri tale responsabilità del produttore possa essere disattesa; ritiene che i requisiti di cybersicurezza per l'internet degli oggetti e le norme di sicurezza informatica, ad esempio basati sull'architettura di riferimento RAMI4.0 e ICS, rafforzerebbero la ciyberresilienza europea; ritiene che gli organismi europei di normazione debbano svolgere un ruolo particolare al riguardo e non dovrebbero essere messi da parte; chiede alla Commissione di portare avanti lo studio di vari modelli di cibersicurezza per l’internet degli oggetti; chiede alle istituzioni pubbliche, tuttavia, di rendere obbligatori i requisiti di cibersicurezza per gli appalti pubblici per quanto riguarda le attrezzature informatiche e i prodotti dell'internet degli oggetti; ritiene che i controlli di cibersicurezza e la consulenza offerta alle PMI per i loro prodotti industriali digitalizzati siano di grande importanza; ritiene che la condivisione delle migliori prassi tra gli Stati membri dell'UE potrebbe agevolare la ciberresilienza europea in materia;

27.  ritiene che sia opportuno stabilire criteri comuni per le infrastrutture critiche e la loro sicurezza digitale e che la direttiva dell'Unione europea sulla sicurezza delle reti e dei sistemi dell'informazione (direttiva SRI) costituisca il primo passo verso il raggiungimento di un elevato livello comune di sicurezza della rete e dei sistemi dell'informazione all'interno dell'Unione; invita la Commissione ad accelerare la sua attuazione omogenea e tempestiva, da parte degli Stati membri; sottolinea la necessità di rafforzare il ruolo che gli organi di governo della direttiva SRI hanno nella creazione di fiducia nelle tecnologie del futuro; osserva che i meccanismi di controllo e l’osservazione dell’orizzonte dovrebbero essere riconosciute importanti ai fini della sicurezza delle industrie digitali dell’UE, prestando particolare attenzione alla protezione dei consumatori e delle PMI;

28.  sottolinea che deve essere rivolta un'attenzione particolare alle questioni di raccolta e accesso ai dati e alle informazioni industriali o legate alla produzione; evidenzia che, a tale proposito, deve essere rivolta una particolare attenzione ai principi della sovranità dei dati, all'accesso aperto e standardizzato e alla disponibilità dei dati, al rafforzamento dell'innovazione e della produttività, ai nuovi servizi e modelli commerciali e alla verificabilità della sicurezza pur consentendo una concorrenza leale; sottolinea che le nuove forme di regolamentazione della proprietà dei dati e accesso ai dati devono essere affrontate con grande attenzione e possono essere introdotte solo a seguito di un’ampia consultazione con tutte le parti interessate pertinenti; ritiene che l’innovazione e le preoccupazioni in materia di vita privata dei lavoratori e i consumatori debbano essere protetti e tutelati, in linea con il regolamento generale sulla protezione dei dati; sottolinea, inoltre, che dovrebbero essere rafforzati la divulgazione e l'accesso alle informazioni per l'interesse pubblico e gli scopi scientifici; prende atto, a questo proposito, della proposta della Commissione per un'economia basata sui dati allo scopo di promuovere un mercato comune europeo dei dati; ritiene che il dibattito in corso sui due aspetti essenziali del regime dei dati deve essere sottolineato, al fine di promuovere lo sviluppo di soluzioni tecniche per l’identificazione e lo scambio di dati affidabili, vale a dire, da un lato, norme contrattuali predefinite e, dall’altro, l’introduzione di un controllo di comportamenti sleali nelle relazioni contrattuali tra imprese (B2B);

29.  sottolinea che l'iniziativa europea per il cloud computing e la proposta legislativa per il libero flusso dei dati, che mirano a eliminare le limitazioni ingiustificate alla localizzazione dei dati, possono incentivare ulteriormente il processo di digitalizzazione dell'industria europea, in particolare delle PMI e delle startup, nonché evitare la frammentazione del mercato unico dell'UE; invita la Commissione a monitorare l'adozione e la coerente applicazione dell'iniziativa europea per il cloud computing, onde consentire che il flusso e l'uso dei dati siano equi, rapidi, affidabili e ininterrotti; ricorda alla Commissione l'impegno da essa assunto nella comunicazione di presentare una proposta legislativa sul libero flusso dei dati all'interno dell'Unione, al fine di rimuovere o prevenire prescrizioni ingiustificate in materia di localizzazione nelle disposizioni legislative o regolamentari nazionali;

30.  è fermamente convinto che, in particolare nel settore dei trasporti, i dati aperti, i big data e l'analisi dei dati restino elementi essenziali per sfruttare appieno i vantaggi del mercato unico digitale e per promuovere l'innovazione; si rammarica del fatto che le iniziative volte a facilitare la circolazione dei dati rimangano frammentate; sottolinea che è necessaria una maggiore certezza del diritto, segnatamente in termini di proprietà e responsabilità, nel pieno rispetto della protezione della vita privata e dei dati;

31.  riconosce il potenziale della digitalizzazione dell'industria ai fini del recupero dei dati settoriali e della governance da parte delle autorità pubbliche e semipubbliche, nonché degli operatori del mercato;

32.  sottolinea il ruolo dell'integrazione di un'architettura aperta come principio di progettazione delle componenti digitali;

33.  riconosce l'importanza di tutelare le conoscenze tecniche in merito allo scambio e all'interconnessione delle componenti industriali digitali, agevolando e promuovendo al contempo l'interoperabilità e la connettività da punto a punto;

34.  sottolinea che la leadership europea in campo della digitalizzazione industriale richiede una forte strategia di standardizzazione, che dovrà essere coordinata con gli Stati membri e la Commissione, compresa l’interoperabilità nel settore digitale; sottolinea l’importante e specifico make-up degli organismi di normalizzazione europei, con il loro approccio inclusivo e fondato sul consenso delle parti interessate della società e, in particolare, delle PMI; invita la Commissione a promuovere l'elaborazione di norme aperte e plaude alla sua intenzione di garantire l'accesso ai brevetti essenziali per le norme tecniche, a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie (FRAND: fair, reasonable and non-discriminatory) e riconosce che ciò è essenziale per promuovere l'innovazione e l'R&S all'interno dell'UE; ritiene che l'economia circolare potrebbe essere un motore importante per una normazione coerente dei flussi di comunicazione lungo le catene del valore industriali; chiede un approccio coordinato su scala dell’UE attraverso le organizzazioni europee di normalizzazione (CEN, CENELEC ed ETSI) in relazione ai forum e ai consorzi internazionali; ritiene che sia auspicabile mirare a norme globali e universali, ma sottolinea anche la volontà di procedere con norme europee, nel caso in cui la cooperazione internazionale nei forum di normazione proceda in maniera costruttiva; ritiene che l'interoperabilità sia necessaria in particolare nel campo dell'Internet delle cose, onde assicurare che lo sviluppo di nuove tecnologie migliori le opportunità per i consumatori, che non dovrebbero vedersi vincolati solo a un numero ristretto di fornitori specifici;

35.  sottolinea che le barriere commerciali nel campo della digitalizzazione ostacolano l'attività internazionale dell'industria europea e danneggiano la competitività europea; ritiene che accordi commerciali equi tra l'UE e i paesi terzi possano dare un forte contributo alle norme internazionali comuni nel settore della protezione dei dati, dei flussi di dati, dell'uso dei dati e della normazione;

La dimensione sociale: competenze, istruzione e innovazione sociale

36.  ritiene che debbano essere intrapresi grandi sforzi in materia di istruzione, formazione, apprendimento lungo tutto l'arco della vita, tassazione e sistemi di sicurezza sociale al fine di integrare gli effetti della trasformazione nel nostro modello sociale ed economico europeo; mette in evidenza il fatto che la trasformazione digitale dell'industria avrà un grande impatto sociale in ambiti che variano dall'occupazione, alle condizioni di lavoro, ai diritti dei lavoratori, all'istruzione, alle competenze, all'assistenza sanitaria on-line, all'ambiente e allo sviluppo sostenibile; sottolinea la necessità di perseguire gli obiettivi di sicurezza all’interno di tale cambiamento; invita la Commissione a esaminare in maniera adeguata gli effetti sociali di una digitalizzazione industriale e, qualora opportuno, a proporre ulteriori misure per colmare il divario digitale e promuovere una società digitale inclusiva;

37.  ricorda che la Corte di giustizia dell'Unione europea ha definito la nozione di "lavoratore" sulla base di un rapporto lavorativo caratterizzato da alcuni criteri, quali la subordinazione, la retribuzione e la natura del lavoro[12]; chiede certezza giuridica in merito al concetto di "occupazione" nel mercato del lavoro digitale al fine di assicurare il rispetto della legislazione sociale e del lavoro; afferma che nell'economia delle piattaforme tutti i lavoratori sono dipendenti o autonomi in base al primato dei fatti, e, indipendentemente dalla situazione contrattuale, dovrebbero essere classificati di conseguenza;

38.  sottolinea che l'istruzione e l'apprendimento permanente sono la chiave di volta della coesione sociale in una società digitale; sottolinea che l'Europa si trova ad affrontare un divario digitale in termini di competenze; chiede l’attuazione di una garanzia per le competenze, previa consultazione e con la partecipazione delle parti sociali, e invita gli Stati membri a trovare soluzioni per soddisfare le esigenze dei cittadini di (ri) qualificazione continua, uptraining e apprendimento lungo tutto l’arco della vita, al fine di assicurare una fluida transizione verso un’economia intelligente; evidenzia l'importanza di garantire la promozione delle competenze digitali e di una nuova tendenza verso le competenze multiple; ritiene che i datori di lavoro debbano far uso del Fondo sociale europeo per la formazione per promuovere un pacchetto di strumenti per lo sviluppo di competenze digitali aggiornate, in collaborazione con le imprese e le parti sociali; accoglie con favore l'elaborazione del materiale didattico e dei piani di studio specifici per settore; chiede alla Commissione di studiare le possibilità di istituire un sistema di certificazione per programmi di istruzione e formazione continua per le competenze digitali;

39.  sottolinea che le competenze digitali devono essere integrate nei programmi scolastici nazionali; osserva che esempi di iniziative sostenute dall'ENISA, come il mese della cybersicurezza europea e la European Cyber Security Challenge (sfida europea per la cybersicurezza) dovrebbero essere ulteriormente sviluppati nel perseguimento di questo obiettivo; sottolinea l'importanza della formazione di insegnanti specializzati per le competenze digitali e la necessità di insegnare le competenze digitali a tutti gli alunni; invita gli Stati membri a garantire che tutte le scuole siano dotate di materiale informatico e Wi-fi aggiornati; osserva che anche la codifica svolge un ruolo importante; invita gli Stati membri dell'UE a scambiare le migliori prassi per trarre insegnamento dalle prassi consolidate quali il programma Fit4Coding, le iniziative dell'accademia digitale, i programmi di e-learning o le scuole di codifica, come Webforce3; chiede alla Commissione di promuovere l'integrazione della verifica delle competenze digitali negli studi IGCU/Pisa per consentire la concorrenza e il confronto tra gli Stati membri dell'UE; invita gli Stati membri, in collaborazione con la Commissione, a individuare programmi di studio interdisciplinari finalizzati a integrare varie competenze, come quelle informatiche, nella gestione aziendale o nelle scienze ingegneristiche e dei dati; sottolinea che tutti gli Stati membri dell'UE dovrebbero sviluppare strategie globali per competenze digitali nazionali, con obiettivi, essendo stati invitati a farlo dalla Commissione; evidenzia il ruolo fondamentale che le parti sociali e altre parti interessate possono svolgere nello sviluppo e nell'attuazione di tali strategie; osserva che finora soltanto la metà degli Stati membri dell'UE ha creato coalizioni nazionali per l'occupazione nel digitale; sottolinea che una linea di bilancio specifica, a sostegno delle attività delle competenze digitali e della coalizione per l'occupazione, rafforzerebbe la diffusione di informazioni e di altre attività;

40.  mette in luce l'importanza di investire nella digitalizzazione della formazione professionale e del settore dell'artigianato; evidenzia il fatto che le competenze digitali devono essere associate anche a competenze ingegneristiche e pone l'accento sulla promozione dell'istruzione in campo scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico, nonché sulla promozione delle competenze trasversali, quali la comunicazione, il coordinamento dei team e il pensiero transsettoriale;

41.  chiede che la prospettiva di genere venga integrata in tutte le iniziative digitali, assicurando che la trasformazione digitale in corso diventi anche una forza trainante per la parità di genere; sottolinea la necessità di affrontare il grave divario di genere nel settore delle TIC, fondamentale per la crescita e la prosperità a lungo termine dell'Europa;

42.  rileva il potenziale della digitalizzazione per quanto riguarda l’accessibilità dei servizi sociali e di altri servizi pubblici, nonché l’inclusione di persone con disabilità e a mobilità ridotta nel mercato del lavoro; sottolinea, in particolare, l'importanza del telelavoro in questo contesto;

43.  evidenzia che, come sottolineato dall'iniziativa Europeana, la digitalizzazione dei beni culturali rappresenta un'opportunità significativa per migliorarne l'accessibilità, la distribuzione e la promozione e che l'innovazione digitale può portare a una rivoluzione delle modalità di esposizione e fruizione dei beni culturali stessi; sottolinea l'importanza di promuovere in particolare l'uso delle tecnologie 3D ai fini della raccolta di dati e della ricostruzione di beni e patrimoni culturali distrutti; evidenzia l'importanza di garantire finanziamenti per la digitalizzazione, la conservazione e la disponibilità on line del patrimonio culturale europeo;

44.  deplora che i siti storici e culturali spesso non siano facilmente accessibili ai disabili e sottolinea le opportunità connesse a una piattaforma culturale digitale più solida, ai fini di un maggiore coinvolgimento e di una migliore accessibilità delle esperienze culturali, dei siti e degli artefatti di tutta Europa, indipendentemente dall'ubicazione geografica;

45.  incoraggia la ricerca e lo sviluppo di tecnologie assistive, che potrebbero diventare nuovi prodotti industriali per l'inclusione dei disabili ed essere impiegate a tal fine.

46.  esorta a elaborare uno scambio periodico delle migliori pratiche, una valutazione semestrale dei progressi e raccomandazioni sulla digitalizzazione dell'industria;

47.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri.

  • [1]  Testi approvati, P8_TA(2016)0009.
  • [2]  GU C 199 E del 7.7.2012, pag. 131.
  • [3]  GU C 236 E del 12.8.2011, pag. 57.
  • [4]  GU C 236 E del 12.8.2011, pag. 41.
  • [5]  Testi approvati, P7_TA(2014)0032.
  • [6]  Testi approvati, P7_TA(2013)0535.
  • [7]  GU C 93 del 9.3.2016, pag. 120.
  • [8]  GU C 332 E del 15.11.2013, pag. 22.
  • [9]  Testi approvati, P8_TA(2016)0486.
  • [10]  GU C 81 E del 15.3.2011, pag. 45.
  • [11]  GU C 236 E del 12.8.2011, pag. 24.
  • [12]  Cfr. CGE C 596/12, punto 17, e CGE C 232/09, punto 39.

MOTIVAZIONE

L'industria riveste un ruolo fondamentale nell'economia dell'Europa. Genera posti di lavoro, dinamismo economico e può contribuire in maniera sostanziale a soluzioni in grado di contrastare le ingenti sfide sociali che l'Unione europea affronta, dagli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), al cambiamento climatico e demografico, alla precarietà sociale, alla perdita di biodiversità. Allo stesso tempo, il mondo sta vivendo una nuova rivoluzione industriale basata sulla digitalizzazione e l'automazione, che sta mutando i modelli imprenditoriali, le catene del valore, la produzione e i consumi. Emergono nuove tecnologie di importanza fondamentale, come i big data, l'internet degli oggetti, il 5G, il cloud computing, la robotica, l'intelligenza artificiale, le tecnologie quantistiche e così via. È iniziata una corsa globale a chi riuscirà a vincere in tempi rapidi la sfida posta da questi nuovi sviluppi e ad adeguarvisi in modo sostenibile e sociale.

Affinché l'industria europea resti competitiva, è essenziale che essa riesca a guidare la nuova rivoluzione industriale tramite l’innovazione e sulla base della sostenibilità. L'Unione europea presenta chiari vantaggi industriali al riguardo. Detiene know-how, R&S, lavoratori qualificati, un grande mercato unico, una forte base industriale e una lunga collaborazione tra produzione e servizi. In questo contesto, l'Europa ha bisogno di una strategia di modernizzazione industriale ambiziosa, che ne digitalizzi la base manifatturiera. La comunicazione della Commissione europea è un primo passo importante nella giusta direzione.

Tale strategia richiede un approccio olistico basato sui seguenti pilastri:

•  coordinamento e visione europei;

•  creazione delle giuste condizioni quadro (infrastrutture, investimenti, innovazione);

•  enfasi sulla sicurezza come peculiarità europea nello sviluppo di nuove tecnologie fondamentali;

•  aumento della resilienza sociale attraverso competenze, istruzione e innovazione sociale.

L'UE necessità di un approccio strategico comune. Ventotto strategie, piattaforme e approcci nazionali distinti non riescono a sfruttare i valori aggiunti europei, aumentano la frammentazione, rischiano di compromettere il mercato unico e generano inefficienza. Per questo motivo un approccio europeo, unito a una piattaforma di coordinamento europea, è essenziale per garantire che le strategie nazionali siano inserite in un contesto più ampio con una prospettiva europea. In particolare, è necessaria una visione comune europea. La digitalizzazione da sola non può costituire il filo conduttore. Essa è un elemento che consente la promozione della competitività, della sostenibilità e del lavoro efficiente. La digitalizzazione di prodotti e servizi porterebbe all'industria entrate pari a oltre 110 miliardi di EUR l'anno nei prossimi cinque anni. Secondo la Commissione, essa genererà, nella sola Germania, l'8 % della crescita della produttività nel prossimo decennio. Potrebbe inoltre apportare benefici socio-economici e ambientali. Secondo il BT, le TIC hanno il potenziale di ridurre le emissioni di carbonio dell'UE di oltre 1,5 Gt di CO2 equivalente nel 2030, grazie all'efficienza energetica e delle risorse, e la sanità elettronica potrebbe generare un’economica di spazio pari a 14 miliardi di EUR, poiché meno persone si sposterebbero per le visite mediche.

Un adeguamento a queste nuove tendenze industriali non sarà però possibile se l'Europa non elabora le giuste condizioni quadro, il che significa garantire le migliori infrastrutture per l'economia europea, per esempio attraverso il 5G e le fibre ottiche, promuovere l'innovazione e la R&S, nonché incoraggiare gli investimenti nelle nuove tecnologie e nella modernizzazione. Secondo la Commissione, negli ultimi quindici anni circa, "gli investimenti in prodotti connessi alle TIC nell'UE sono stati circa un terzo di quelli effettuati negli USA". I livelli di investimento sono troppo bassi. È necessario pertanto attuare condizioni quadro che trasformino un contesto di austerità in un contesto di investimenti. Le piccole e medie imprese (PMI) rivestono al riguardo un'importanza particolare. In base ad alcuni sondaggi, la maggior parte delle PMI europee ritiene di essere indietro nell'adozione delle tecnologie digitali, a favore delle quali mancano investimenti. Tale aspetto deve essere affrontato attraverso un programma di digitalizzazione su misura per le PMI.

Diversi aspetti relativi alla sicurezza devono altresì ricevere un'attenzione maggiore in questa nuova era industriale digitale, per esempio è necessario garantire che le tecnologie strategiche europee fondamentali non vengano vendute a poco prezzo ai concorrenti esteri senza ostacolare i mercati liberi. Ciò significa anche garantire la cybersicurezza nelle fabbriche digitalizzate e l'internet degli oggetti, dove ogni prodotto o servizio digitalizzato può improvvisamente diventare un'arma a disposizione della pirateria informatica. Sono pertanto necessarie norme di cybersicurezza chiare. Un contesto che garantisca il libero flusso dei dati, tutelandone al contempo la sovranità e definendo regole chiare per la gestione degli stessi nelle relazioni B2B, sarà altresì essenziale al pari della normazione. I concorrenti dell'Europa stanno già intensificando le loro strategie di normazione in modo da far avanzare i loro attori industriali. In questo contesto, alla strategia per la digitalizzazione industriale, l'Europa deve unire un piano chiaro di normazione, insieme agli organismi europei di normazione.

È evidente che anche la digitalizzazione dell'industria europea comporta delle sfide. Secondo diversi studi si tratta dell'assurda situazione in cui le nuove tecnologie potrebbero causare la perdita di posti di lavoro e la precarietà sociale, poiché in tutta l'Europa mancano lavoratori qualificati. Attualmente, l'Europa sta perdendo anno dopo anno circa 180 000 specialisti nel settore informatico. Per questo motivo una strategia per la digitalizzazione industriale deve avere una dimensione sociale solida. Ciò include il diritto alla formazione e una garanzia per le competenze, che promuova l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e garantisca l'insegnamento delle competenze digitali sin dalla giovane età e la loro inclusione nei programmi scolastici. Le competenze digitali devono inoltre essere promosse in modo trasversale: non solo nelle grandi industrie, ma anche nelle PMI e nel settore dell'artigianato. Al riguardo, si rivela altresì essenziale coniugare competenze digitali e formazione professionale.

PARERE della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (28.3.2017)

destinato alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia

sulla digitalizzazione dell'industria europea
(2016/2271(INI))

Relatore per parere: Marju Lauristin

SUGGERIMENTI

La commissione per l'occupazione e gli affari sociali invita la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A.  considerando che la tecnologia dell'informazione e della comunicazione (TIC) occupa attualmente sei milioni di persone in Europa; che il 40 % dei lavoratori europei ha competenze informatiche insufficienti e registra difficoltà nell'apprendimento permanente; che i sistemi di istruzione e di formazione devono essere regolati e ulteriormente rafforzati per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro digitale;

B.  considerando che esiste un'ampia disparità di genere in termini di occupazione e formazione nel settore delle TIC, con forti implicazioni negative per l'uguaglianza nel mercato del lavoro;

C.  considerando che la digitalizzazione dell'industria penetra profondamente in tutti gli ambiti del settore, aumentandone così la competitività attraverso una produzione innovativa e sostenibile di beni e servizi, trainando la crescita economica e creando occupazione e prosperità, ma anche ponendo sfide che richiedono il coinvolgimento attivo delle parti sociali e delle autorità pubbliche nel perseguimento di un'equa transizione al digitale;

D.  considerando che il peso relativo del valore aggiunto e dell'occupazione del settore industriale è in calo da decenni, il che ha contribuito a provocare squilibri economici e ha, in taluni casi, avuto conseguenze negative per la coesione sociale e regionale;

E.  considerando che la digitalizzazione potrebbe portare a nuove relazioni in rete tra individui, gruppi, macchine e sistemi e, quindi, al sorgere di sinergie tra la creatività umana e l'intelligenza artificiale;

F.  considerando che, in media, il 9 % dei posti di lavoro presenta un elevato rischio di automazione, mentre la metà delle mansioni relative a un ulteriore 25 % dei posti di lavoro cambierà in maniera significativa a causa dell'automazione;

G.  considerando che, secondo la Commissione, la domanda di lavoratori digitali altamente qualificati continua a crescere e che, se non verranno prese misure adeguate, si potrebbe arrivare a 756 000 posti vacanti entro il 2020, mettendo così a rischio la crescita e la competitività europee; che i sistemi di istruzione e formazione dovrebbero essere rivisti, ove necessario, al fine di meglio rispondere alle esigenze del mercato del lavoro digitale e aumentare i livelli di occupazione;

H.  considerando che gli adeguamenti agli sviluppi tecnici e le conseguenti trasformazioni del mondo del lavoro rappresentano un compito permanente di cui dovranno occuparsi a lungo le imprese, i sindacati e i politici; considerando che una delle sfide principali sarà quella di portare i sistemi di istruzione e di formazione in linea con le esigenze del mercato del lavoro digitale e di garantire che la digitalizzazione del settore resti complementare al lavoro umano;

1.  sottolinea che la digitalizzazione dell'industria rappresenta grandi sfide e opportunità, sia in termini di creazione che di perdita di posti di lavoro e nell'organizzazione del lavoro, sottolinea che la digitalizzazione dell'industria esige risposte mirate da parte della Commissione e degli Stati membri, in consultazione con le parti sociali, per quanto riguarda le politiche del lavoro, sociali, dell'istruzione e fiscali, la valorizzazione della contrattazione collettiva, nonché l'offerta di infrastrutture moderne; sottolinea che la digitalizzazione dell'industria dovrebbe essere realizzata in modo tale da contribuire a migliorare le condizioni di lavoro;

2.  sottolinea che le nuove forme di lavoro basate sulla digitalizzazione spesso disgiungono il luogo di lavoro dall'impresa, il che pone un problema per quanto riguarda il diritto del lavoro, la protezione sociale e i contratti collettivi applicabili, compreso il principio della parità di trattamento allo stesso luogo di lavoro; è preoccupato per l'aumento del lavoro precario nel settore industriale, compresi il lavoro autonomo fittizio e i contratti abusivi a zero ore; sottolinea che la protezione dei lavoratori deve essere garantita equamente su tutta la linea nel mercato del lavoro digitale;

3.  prende atto delle forti differenze regionali in materia di digitalizzazione dell'industria, differenze che hanno conseguenze per la crescita, la produttività e l'occupazione, in particolare per le PMI; prende atto dell'esistenza di un divario in materia di digitalizzazione a livello non soltanto regionale ma anche sociale, nonché delle differenze tra imprese; chiede, pertanto, di aumentare gli sforzi relativi allo sviluppo di infrastrutture digitali inclusive, compreso l'accesso alla banda larga, e al sostegno alle PMI, in particolare nelle regioni in ritardo di sviluppo; invita l'Unione a sostenere gli investimenti in infrastrutture digitali e a fare un uso migliore dei fondi europei a tale riguardo; mette in evidenza la necessità di promuovere l'accesso universale a internet, anche per i gruppi svantaggiati e le persone che vivono nelle zone rurali;

4.  ritiene che l'innovazione digitale pubblica e le norme aperte costituiscano una modalità per contrastare la concentrazione delle conoscenze digitali in poche imprese industriali, promuovendo pertanto uno sviluppo digitale equilibrato tra gli Stati membri;

5.  evidenzia l'importanza della creazione di reti e della cooperazione tra le iniziative nazionali in materia di digitalizzazione già esistenti, per esempio Industria 4.0, e chiede maggiori sforzi a sostegno delle regioni e dei settori attualmente in ritardo di sviluppo, al fine di garantire pari opportunità, e per promuovere una maggiore coesione economica, sociale e territoriale; sottolinea il potenziale dei centri di competenza digitale nel sostenere la digitalizzazione dell'industria, accrescere la competitività delle imprese esistenti e incoraggiare la creazione di nuove imprese;

6.  rileva che la trasformazione digitale è un fenomeno complesso che deve essere affrontato anche a livello europeo onde evitare la frammentazione del mercato unico e che, in questo contesto, è auspicabile una stretta cooperazione con le parti interessate a livello nazionale e regionale;

7.  invita la Commissione e gli Stati membri, in collaborazione con le parti sociali, a controllare e valutare regolarmente l'impatto della digitalizzazione sulla qualità, il numero e il tipo di posti di lavoro, nonché le richieste di competenze e qualifiche, e di regolare di conseguenza le relative politiche, al fine di tutelare i diritti dei lavoratori, garantire una concorrenza leale e assicurare che la digitalizzazione contribuisca al miglioramento degli standard sociali e del lavoro; segnala che, a causa della digitalizzazione dell'industria, il differenziale tra la creazione e la perdita di vari tipi di posti di lavoro può ripercuotersi sulla sostenibilità finanziaria dei regimi di sicurezza sociale, dei sistemi pensionistici e dei sistemi di assicurazione contro la disoccupazione degli Stati membri; rammenta che non tutti i futuri posti di lavoro sono parimenti interessati dalla digitalizzazione dell'industria e che è opportuno non sottovalutare l'importanza dell'interazione umana;

8.  prende atto degli effetti che nuovi modelli imprenditoriali basati su tecnologie digitali stanno avendo sul mercato del lavoro, nonché sulla domanda di competenze digitali dei lavoratori e dei fornitori di servizi; sottolinea che la digitalizzazione offre opportunità di rilocalizzazione della produzione; invita la Commissione e gli Stati membri a elaborare strategie di rilocalizzazione delle attività per promuovere la crescita e l'occupazione nell'Unione;

9.  rammenta il rischio che la digitalizzazione aggravi la disparità nella distribuzione della ricchezza, approfondendo il divario digitale ad un livello che potrebbe creare una divisione nella società, negli Stati membri e nelle regioni tra chi riesce a trarre profitto dall'aumento della produttività digitale e chi non è in grado di farlo; invita, pertanto, la Commissione e gli Stati membri a esaminare eventuali modalità per ridurre l'aumento delle disuguaglianze dovuto all'automazione;

10.  riconosce le opportunità e le sfide legate alla digitalizzazione dell'industria; rileva gli effetti positivi della digitalizzazione dell'industria nell'aumentare la flessibilità nell'organizzazione del lavoro che può creare un miglior equilibrio tra vita professionale e vita privata, diversificare le scelte attraverso il telelavoro mobile e consentire alle persone che vivono in zone rurali e isolate di unirsi al mercato del lavoro purché siano dotate delle infrastrutture necessarie, promuovendo così la crescita economica; riconosce, allo stesso tempo, che la tendenza trainata dalla digitalizzazione verso una maggiore flessibilità può accrescere il pericolo di posti di lavoro instabili e precari; sottolinea che le nuove forme di lavoro non devono essere utilizzate per eludere la vigente legislazione sociale e del lavoro in materia di protezione dei diritti dei lavoratori e dei consumatori; sottolinea che le industrie e le imprese tradizionali nell'economia delle piattaforme deve essere in condizioni di parità;

11.  invita la Commissione e gli Stati membri a raccogliere dati al fine di controllare e valutare l'impatto della digitalizzazione sulle forme di occupazione e sulle condizioni di lavoro e a intraprendere le iniziative necessarie a chiarire la situazione giuridica dei lavoratori delle piattaforme, segnatamente distinguendo tra lavoratori autonomi e dipendenti, e a regolare la legislazione esistente, ove necessario, per garantire che tutti i lavori siano adeguatamente coperti dal diritto del lavoro, sottolinea che tutti i lavoratori hanno gli stessi diritti sociali, sanciti dai trattati e dalla Carta europea dei diritti fondamentali, che dovrebbero essere rispettati, compresi il diritto alla libera circolazione, alla libertà di associazione, il diritto a concludere contratti collettivi e il diritto di azione industriale; sottolinea la necessità di un contesto normativo e amministrativo proporzionato per l'economia delle piattaforme che tenga conto dei diritti e degli obblighi di tutte le parti interessate;

12.  ricorda che la Corte di giustizia dell'Unione europea ha definito la nozione di "lavoratore" sulla base di un rapporto lavorativo caratterizzato da alcuni criteri, quali la subordinazione, la retribuzione e la natura del lavoro[1]; chiede certezza giuridica in merito al concetto di "occupazione" nel mercato del lavoro digitale al fine di assicurare il rispetto della legislazione sociale e del lavoro; afferma che nell'economia delle piattaforme tutti i lavoratori sono dipendenti o autonomi in base al primato dei fatti, e, indipendentemente dalla situazione contrattuale, dovrebbero essere classificati di conseguenza;

13.  esprime preoccupazione per le grandi differenze nel livello delle competenze digitali possedute dai lavoratori all'interno dei vari Stati membri e tra di essi; sottolinea la necessità di colmare tali divari, che influiscono negativamente sulle possibilità di sviluppo e sul mercato del lavoro;

14.  invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che la digitalizzazione dell'industria e il conseguente aumento delle nuove forme di lavoro non avvengano a discapito dei contributi di sicurezza sociale e che vengano pagati tutti i contributi per tutte le forme di lavoro; osserva che le soluzioni digitali possono agevolare la riscossione delle imposte e dei contributi di sicurezza sociale;

15.  invita la Commissione e gli Stati membri a coinvolgere regolarmente le parti sociali al momento di adeguare il quadro normativo per l'economia digitale; invita le parti sociali a concludere accordi collettivi per l'economia delle piattaforme;

16.  invita gli Stati membri a garantire l'accesso alla formazione nelle competenze del XXI secolo, in particolare le competenze digitali, il pensiero critico, la risoluzione di problemi, il lavoro di squadra e l'utilizzo dei big data, al fine di consentire un'equa partecipazione di tutti i cittadini al mercato unico digitale; sottolinea, in questo contesto, l'importanza delle competenze trasversali fondamentali, che consentono ai lavoratori di prendere decisioni informate e sviluppare un senso di iniziativa e consapevolezza di sé; sottolinea il ruolo dei datori di lavoro nell'organizzazione e nel finanziamento di tipi adeguati di formazione che consentano ai lavoratori di migliorare le loro qualifiche e competenze digitali; rivolge una particolare attenzione ai lavoratori che svolgono lavori esposti alla soppressione a seguito della progressiva digitalizzazione industriale;

17.  mette in evidenza l'importanza dell'apprendimento permanente per tutti i lavoratori nell'era digitale; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che i lavoratori che perdono il proprio posto di lavoro possano accedere rapidamente a forme di riqualificazione in competenze digitali, qualora lo desiderino; chiede una modernizzazione dei sistemi di protezione sociale che siano adeguati ai modelli lavorativi e professionali creati dalla digitalizzazione;

18.  sottolinea l'importanza di abbinare i sistemi educativi con le esigenze dell'economia digitale, al fine di offrire agli studenti le conoscenze e le competenze in materia; ribadisce la sua richiesta alla Commissione e agli Stati membri di promuovere il pensiero interdisciplinare nelle scuole, al fine di soddisfare la crescente domanda di competenze digitali e complementari; invita gli Stati membri a concentrare la loro attenzione non solo sul miglioramento delle qualifiche della manodopera, ma a promuovere l'insegnamento e l'interesse nei settori della scienza, della tecnologia, dell'ingegneria e della matematica (STEM), nonché le relative competenze trasversali e imprenditoriali fin dalla più tenera età; sottolinea che devono essere compiuti particolari sforzi per superare il grave divario di genere nel settore TIC; invita gli Stati membri a coinvolgere le parti sociali e gli istituti di istruzione e formazione nell'elaborazione di strategie in materia di competenze e programmi di formazione professionale per l'era digitale;

19.  osserva che lo squilibrio relativo alle competenze nell'economia digitale non riguarda solo l'assenza di competenze ma è anche il risultato di condizioni di lavoro carenti che spingono alcuni dei lavoratori più qualificati a scegliere di lavorare altrove, nonché di una cattiva gestione delle risorse umane che sfocia nell'incapacità di sfruttare appieno le competenze e le conoscenze della generazione digitale;

20.  esprime la propria soddisfazione per le iniziative intraprese da parte della Commissione europea volte a superare la carenza di lavoratori con qualifiche elevate, quali la coalizione per le competenze e le occupazioni digitali; osserva che i successi in tale campo potranno essere duraturi soltanto con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, tra cui imprese le parti sociali, gli istituti di istruzione e formazione, e le ONG;

21.  sottolinea che i lavoratori non sono sussidiari ai sistemi di produzione robotizzati o alle piattaforme digitalizzate, ma svolgono un ruolo importante nel plasmare il loro ambiente di lavoro e la digitalizzazione del settore; mette in evidenza, quindi, la necessità di rafforzare il diritto di consultazione e di partecipazione in materia societaria, così come il coinvolgimento delle parti sociali a tutti i livelli per garantire un'equa transizione digitale;

22.  sottolinea la necessità di individuare e analizzare sia gli effetti positivi determinati dalla digitalizzazione dell'industria che i rischi professionali per la salute e la sicurezza da essa derivanti, tra cui i nuovi rischi psicologici e gli effetti dell'interazione tra robot ed esseri umani, in modo tale da adottare misure adeguate, se del caso; sottolinea la necessità di coinvolgere le parti sociali in questo contesto; pone l'accento sugli effetti psicologici e neurologici della digitalizzazione sui lavoratori in quanto l'accessibilità costante comporta il rischio di problemi di salute mentale legati al lavoro, come la sindrome del burnout; è favorevole, pertanto, al diritto dei lavoratori a "disconnettersi" al di fuori dell'orario di lavoro concordato;

23.  invita la Commissione e le sue agenzie, in particolare l'EU-OSHA, a esaminare gli effetti della digitalizzazione, della robotica e dell'intelligenza artificiale sull'affaticamento mentale e a formulare raccomandazioni politiche, laddove necessario; pone l'accento sugli effetti che una sorveglianza costante attraverso tecniche digitali può comportare sull'ambiente di lavoro e per quanto riguarda lo stress sul lavoro; sottolinea a tale proposito che la ricerca indica chiaramente che maggiori pressione e sorveglianza tendono a far aumentare non le prestazioni ma i rischi per la salute, gli errori e gli incidenti[2];

24.  invita gli Stati membri ad avviare, insieme alle parti sociali, consultazioni a livello nazionale sul futuro del lavoro e della digitalizzazione; ritiene che la Commissione debba svolgere un ruolo chiave nella diffusione e nel coordinamento di tali iniziative nazionali;

25.  osserva che l'uso crescente delle nuove tecnologie e dei mezzi di comunicazione elettronica sul luogo di lavoro solleva questioni concernenti la tutela della vita privata dei lavoratori e le nuove possibilità di monitoraggio e sorveglianza; sottolinea, quindi, l'urgente necessità di discutere e sviluppare migliori quadri politici per quanto riguarda l'utilizzo, il trattamento, la conservazione e la proprietà dei dati relativi ai dipendenti in linea con il regolamento 2016/679 onde prevenire una violazione dei diritti fondamentali dei lavoratori e garantire il diritto all'accesso ai dati per il lavoratore;

26.  rileva il potenziale della digitalizzazione per quanto riguarda l'accessibilità dei servizi sociali e di altri servizi pubblici, nonché l'inclusione di persone con disabilità e a mobilità ridotta sul mercato del lavoro; sottolinea, in particolare, l'importanza del telelavoro in questo contesto;

27.  rileva l'aumento del lavoro nelle piattaforme e se ne attende una ulteriore diffusione nel settore industriale, viste le possibilità di decentramento e di flessibilità offerte dalla digitalizzazione; ribadisce le proprie preoccupazioni circa il lavoro nelle piattaforme per eludere la normativa fiscale e i diritti dei lavoratori, tra cui il salario minimo, gli obblighi in materia di salute e sicurezza, il numero massimo di ore lavorative e i diritti alla sicurezza sociale in taluni casi; invita la Commissione e gli Stati membri ad elaborare un quadro che assicuri ai lavoratori delle piattaforme parità di diritti rispetto ai lavoratori attivi nell'economia tradizionale, e che vi sia parità di condizioni quanto al pagamento delle tasse e ai contributi sociali dei cittadini e delle imprese, al fine di salvaguardare la stabilità a lungo termine delle finanze pubbliche e dei sistemi di sicurezza sociale.

INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

22.3.2017

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

43

1

2

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Mara Bizzotto, Enrique Calvet Chambon, David Casa, Ole Christensen, Lampros Fountoulis, Rina Ronja Kari, Jan Keller, Ádám Kósa, Jean Lambert, Jérôme Lavrilleux, Patrick Le Hyaric, Jeroen Lenaers, Javi López, Thomas Mann, Dominique Martin, Anthea McIntyre, Joëlle Mélin, Emilian Pavel, João Pimenta Lopes, Georgi Pirinski, Marek Plura, Terry Reintke, Sofia Ribeiro, Robert Rochefort, Maria João Rodrigues, Claude Rolin, Anne Sander, Sven Schulze, Jutta Steinruck, Romana Tomc, Yana Toom, Marita Ulvskog, Renate Weber, Tatjana Ždanoka, Jana Žitňanská

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Maria Arena, Georges Bach, Tania González Peñas, Krzysztof Hetman, Marju Lauristin, Alex Mayer, Joachim Schuster, Jasenko Selimovic, Csaba Sógor, Michaela Šojdrová, Neoklis Sylikiotis

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

43

+

ALDE

ECR

ENF

GUE/NGL

PPE

 

S&D

Verts/ALE

Enrique Calvet Chambon, Robert Rochefort, Jasenko Selimovic, Yana Toom, Renate Weber

Anthea McIntyre; Jana Žitňanská

Dominique Martin, Joëlle Mélin

Tania González Peñas, Rina Ronja Kari, Patrick Le Hyaric, Neoklis Sylikiotis

Georges Bach, David Casa, Krzysztof Hetman, Ádám Kósa, Jérôme Lavrilleux, Jeroen Lenaers, Thomas Mann, Marek Plura, Sofia Ribeiro, Claude Rolin, Anne Sander, Sven Schulze, Michaela Šojdrová, Csaba Sógor, Romana Tomc

Maria Arena, Ole Christensen, Jan Keller, Marju Lauristin, Javi López, Alex Mayer, Emilian Pavel, Georgi Pirinski, Maria João Rodrigues, Joachim Schuster, Jutta Steinruck, Marita Ulvskog

Jean Lambert, Terry Reintke, Tatjana Ždanoka

1

-

NI

Lampros Fountoulis

2

0

ENF

GUE/NGL

Mara Bizzotto

João Pimenta Lopes

Significato dei simboli utilizzati:

+  :  favorevoli

-  :  contrari

0  :  astenuti

PARERE della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (7.2.2017)

destinato alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia

sulla digitalizzazione dell'industria europea
(2016/2271(INI))

Relatore per parere: Sergio Gaetano Cofferati

SUGGERIMENTI

La commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori invita la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  accoglie con favore la comunicazione della Commissione sulla "Digitalizzazione dell'industria europea" (COM(2016)0180); ricorda l'obiettivo di portare al 20 % entro il 2020 il contributo del settore industriale al PIL dell'UE; sottolinea l'importanza del ruolo che la digitalizzazione può svolgere in tale contesto e le opportunità che può offrire; sottolinea l'urgente necessità di stabilire una strategia dell'UE ambiziosa e coerente che riunisca le diverse iniziative dell'UE e coordini le strategie nazionali e regionali, evitando la frammentazione e massimizzando le opportunità per i consumatori, i lavoratori e le imprese;

2.  sottolinea che la digitalizzazione ha stravolto tutti i settori dell'economia e che l'Europa deve cogliere questa opportunità per migliorare la propria competitività a livello internazionale; esorta la Commissione e gli Stati membri a sviluppare ulteriormente il mercato unico dell'UE, per rafforzare l'industria europea, comprese le PMI e le startup, garantire un quadro normativo coerente, rimuovere gli ostacoli normativi ingiustificati, ridurre la burocrazia e modernizzare la regolamentazione;

3.  sottolinea la necessità di investimenti adeguati e di un quadro normativo coerente in materia di ricerca e innovazione, infrastrutture, cibersicurezza, protezione dei dati, eGovernment e competenze digitali al fine di assicurare un mercato unico digitale ben funzionante; sottolinea che l'UE è in ritardo rispetto ai suoi concorrenti a questo riguardo e che sono necessarie maggiori risorse per tali investimenti, nonché che è opportuno fare pieno uso del potenziale e delle sinergie offerte dai fondi esistenti e incentivare gli investimenti privati; ritiene che la Commissione dovrebbe profondere ulteriori sforzi per affrontare tali sfide in modo efficace; esorta la Commissione a introdurre maggiore chiarezza sul finanziamento delle iniziative future e già intraprese volte ad agevolare il processo di digitalizzazione, in particolare per quanto concerne il ruolo del FEIS, dei fondi SIE, di Orizzonte 2020 e delle potenziali sinergie tra questi, nonché sul contributo stimato dei bilanci nazionali degli Stati membri; invita la Commissione, nel quadro della prossima valutazione intermedia di Orizzonte 2020, a esaminare l'impatto dei partenariati pubblico-privato e delle iniziative tecnologiche congiunte;

4.  ricorda che al momento esistono trenta iniziative nazionali e regionali parallele; sottolinea l'importanza di creare sinergie e una collaborazione transnazionale tra di loro per assicurare migliore visibilità, valore aggiunto e un uso efficace delle risorse; deplora il divario regionale in fatto di competitività e digitalizzazione dell'industria; chiede che le infrastrutture di rete di telefonia fissa e mobile ad altissima velocità siano estese a tutte le zone geografiche, comprese quelle rurali o isolate; esorta la Commissione a elaborare statistiche esaustive che integrino quelle esistenti, come l'indice DESI, per meglio valutare i processi di digitalizzazione in diverse aree e in diversi settori;

5.  plaude all'intenzione della Commissione di creare poli dell'innovazione digitale in Europa che riuniscano tutte le iniziative esistenti a livello unionale e nazionale; sottolinea che tali poli dovrebbero offrire formazione e consulenza e consentire lo scambio di migliori pratiche; invita la Commissione ad assicurare che la cooperazione e gli investimenti a livello europeo nella digitalizzazione dell'industria conducano a una progressiva riduzione del divario digitale geografico, a un migliore coordinamenti dei fondi esistenti e a maggiori opportunità per la digitalizzazione delle PMI; sottolinea, a tale proposito, l'importanza di fornire un ambiente favorevole al digitale per le micro, piccole e medie imprese;

6.  sottolinea il rischio che i profitti passino dagli attori industriali ai titolari di piattaforme digitali proprietarie e che il mercato finisca per concentrarsi nelle mani di pochi attori con la conseguente creazione di monopoli di fatto, in particolare per quanto riguarda le piattaforme; ritiene che vi sia necessità di azioni efficaci e coerenti da parte delle autorità per la concorrenza nonché, ove necessario, di iniziative legislative, per assicurare una concorrenza equa tra una pluralità di attori, anche nell'ambiente digitale;

7.  sottolinea la necessità di proporre con urgenza un piano efficace di normazione e di garantire la piena interoperabilità nel campo della digitalizzazione dell'industria, anche per l'Internet degli oggetti e i sistemi autonomi, dato che le catene di approvvigionamento a livello dell'UE e la digitalizzazione pongono al riguardo sfide che possono essere affrontate solo a livello europeo; invita la Commissione a promuovere lo sviluppo di standard aperti, interoperabili e trainati dalla domanda in tutti i settori chiave e plaude alla sua intenzione di garantire l'accesso ai brevetti essenziali per le norme tecniche a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie; ricorda alla Commissione la necessità di prendere in considerazione tutti gli aspetti pertinenti nello sviluppo delle norme tecniche e di garantire che tutte le parti interessate, tra cui le parti sociali e nuovi attori, partecipino adeguatamente ai processi di normazione all'appropriato livello mondiale, europeo, nazionale e regionale;

8.  è del parere che la sicurezza dei dati e delle infrastrutture informatiche e la fiducia nell'ambiente digitale siano essenziali per liberare tutto il potenziale di crescita e di innovazione legato alla digitalizzazione dell'industria a vantaggio dei lavoratori, dei consumatori e delle imprese, comprese le PMI e le startup; incoraggia, inoltre, i produttori di software e hardware commerciali a garantire norme di sicurezza e protezione secondo le tecnologie più avanzate disponibili; invita pertanto l'industria ad applicare pienamente, oltre al principio della riservatezza fin dalla progettazione e per impostazione predefinita ("privacy by design and by default"), anche il principio della sicurezza fin dalla progettazione ("security by design");

9.  promuove ulteriori sforzi europei materia di sicurezza informatica; invita gli Stati membri a recepire la direttiva sulla sicurezza delle reti e dell'informazione in modo tempestivo e coerente e a rispettare rigorosamente il regolamento generale sulla protezione dei dati, nonché a impegnarsi in una cooperazione efficace al fine di garantire un ambiente sicuro per i cittadini e le imprese nell'UE; ricorda che l'80 % delle imprese europee ha subito almeno un incidente di sicurezza informatica nel corso dell'ultimo anno[1]; chiede una serie di iniziative nuove e concrete per fornire orientamenti alle imprese, in particolare alle PMI, su come rafforzare la loro resilienza agli attacchi informatici e plaude al nuovo partenariato pubblico-privato sulla cibersicurezza lanciato di recente dalla Commissione;

10.  ritiene che la digitalizzazione dovrebbe offrire ai consumatori una scelta più vasta, prodotti di più facile utilizzo e più personalizzati e maggiori informazioni, in particolare sulla qualità dei prodotti o dei servizi;

11.  invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare le necessarie misure per garantire il pieno rispetto del diritto dei cittadini alla tutela della vita privata e alla protezione dei loro dati personali nell'ambiente digitale; sottolinea l'importanza di attuare correttamente il regolamento generale sulla protezione dei dati (RGPD), garantendo la piena applicazione del principio della riservatezza fin dalla progettazione e per impostazione predefinita; prende atto della crescente importanza di rispondere alle preoccupazioni relative all'accesso ai dati, alla proprietà e alla responsabilità e invita la Commissione a valutare ulteriormente il quadro normativo in vigore riguardo a tali questioni; ritiene che i consumatori dovrebbero essere in grado di utilizzare e sfruttare liberamente e pienamente i prodotti e i servizi che acquistano (compresa una libera scelta di officine di riparazione) e non dovrebbero essere ostacolati da questioni relative ai dati; invita la Commissione, nel quadro dell'attuazione del regolamento generale sulla protezione dei dati, a chiarire e definire alcuni requisiti minimi per quanto riguarda i dati raccolti sul luogo di lavoro;

12.  sottolinea che l'iniziativa europea per il cloud computing e la proposta legislativa per il libero flusso dei dati, che mirano a eliminare le limitazioni ingiustificate alla localizzazione dei dati, possono incentivare ulteriormente il processo di digitalizzazione dell'industria europea, in particolare delle PMI e delle startup, nonché evitare la frammentazione del mercato unico dell'UE; invita la Commissione a monitorare l'adozione e la coerente applicazione dell'iniziativa europea per il cloud computing onde consentire che il flusso e l'uso dei dati siano equi, rapidi, affidabili e ininterrotti; ricorda alla Commissione l'impegno da essa assunto nella comunicazione di presentare un'iniziativa sul libero flusso dei dati all'interno dell'Unione al fine di rimuovere o prevenire prescrizioni ingiustificate in materia di localizzazione nelle disposizioni legislative o regolamentari nazionali;

13.  invita la Commissione a chiarire quanto prima le norme in materia di sicurezza e di responsabilità per i sistemi che funzionano in modo autonomo (come veicoli e droni), per garantire un risarcimento in sede giudiziale rapido ed effettivo in caso di incidente e armonizzare le condizioni per la conduzione di test; ritiene l'interoperabilità necessaria in particolare nel campo dell'Internet delle cose, onde assicurare che lo sviluppo di nuove tecnologie migliori le opportunità per i consumatori, che non dovrebbero vedersi vincolati solo a un numero ristretto di fornitori specifici; mette in rilievo le sfide legate alla sicurezza, alla protezione e alla responsabilità nell'ambito dell'Internet delle cose, delle applicazioni e dei software non incorporati; sottolinea che, relativamente all'Internet delle cose, i produttori rappresentano il punto di partenza fondamentale per rafforzare i regimi di responsabilità, il che condurrà a una migliore qualità dei prodotti e garantirà un ambiente più sicuro in termini di accesso esterno e una possibilità documentata di aggiornamenti;

14.  prende atto delle oltremodo importanti conseguenze, opportunità e sfide della digitalizzazione in corso, in particolare della digitalizzazione dell'industria, per la società, i modelli di impresa e occupazione e la domanda di lavoro; deplora la mancanza di un'analisi da parte della Commissione degli effetti sociali della digitalizzazione dell'industria e sollecita la Commissione a condurre un'analisi approfondita dell'impatto della digitalizzazione dell'industria a tal riguardo, da presentare al Parlamento europeo e al Consiglio entro la fine del 2017;

15.  sottolinea anche che, pur riconoscendo le opportunità offerte dalla digitalizzazione dell'industria, questa comporta delle sfide per la domanda di lavoro, le condizioni di lavoro e i diritti dei lavoratori, in particolare per i contratti atipici, e mette in rilievo la necessità di assicurare il pieno rispetto dei diritti occupazionali e una copertura della sicurezza sociale adeguata nella sfera digitale; ritiene necessario coinvolgere le parti sociali nella definizione delle iniziative europee e nazionali per la digitalizzazione dell'industria; plaude all'impegno assunto dalla Commissione di affrontare le preoccupazioni legate agli aspetti sociali della digitalizzazione insieme a tutte le parti interessate nel quadro di un dialogo complessivo su tutti gli aspetti del lavoro, dell'istruzione e della formazione;

16.  constata l'importanza delle competenze digitali per l'attuale mercato del lavoro, per l'inclusività e la competitività delle regioni europee, nonché per la lotta all'esclusione digitale, in particolare nel quadro dell'agenda per nuove competenze per l'Europa; esorta la Commissione a promuovere e coordinare un'istruzione di qualità elevata, l'apprendimento permanente e la formazione professionale, anche nel campo delle qualifiche e competenze di base e avanzate come l'informatica, la codifica, la programmazione e la crittografia, e chiede che vengano realizzati i necessari investimenti pubblici e privati in questi ambiti;

17.  chiede che si incoraggi una maggiore partecipazione regionale per ridurre il divario di innovazione e attirare professionisti per lo sviluppo delle regioni europee; mette in rilievo la necessità di collaborare con le parti sociali per prevedere le competenze digitali necessarie sul lungo periodo e plaude al varo della Coalizione per le competenze e le occupazioni digitali e di altre iniziative europee in tale ambito; esorta la Commissione e gli Stati membri ad assicurare il riconoscimento reciproco delle qualifiche digitali introducendo un sistema europeo di certificazione o classificazione;

18.  ritiene necessario sviluppare un ambiente digitale collaborativo unitamente a piattaforme che contribuiscano a un ciberspazio favorevole all'evoluzione della digitalizzazione dell'industria, al fine di stimolare la competitività dell'industria europea.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

6.2.2017

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

30

1

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Dita Charanzová, Carlos Coelho, Sergio Gaetano Cofferati, Daniel Dalton, Nicola Danti, Vicky Ford, Evelyne Gebhardt, Sergio Gutiérrez Prieto, Liisa Jaakonsaari, Philippe Juvin, Antonio López-Istúriz White, Eva Maydell, Marcus Pretzell, Virginie Rozière, Christel Schaldemose, Andreas Schwab, Olga Sehnalová, Igor Šoltes, Richard Sulík, Marco Zullo

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Pascal Arimont, Biljana Borzan, Birgit Collin-Langen, Anna Hedh, Kaja Kallas, Roberta Metsola, Julia Reda, Adam Szejnfeld, Marc Tarabella, Ulrike Trebesius

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Andrea Bocskor

PARERE della commissione per i trasporti e il turismo (11.4.2017)

destinato alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia

sulla digitalizzazione dell'industria europea
(2016/2271(INI))

Relatore per parere: Pavel Telička

SUGGERIMENTI

La commissione per i trasporti e il turismo invita la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A.  considerando che la digitalizzazione offre nuove opportunità nel settore dei trasporti ai produttori, agli operatori, agli investitori, ai lavoratori e ai passeggeri, e che è un requisito fondamentale per consentire a tale settore di rimanere competitivo e operativo, nonché di aumentare la sua efficienza, e per permettere ai servizi di trasporto di migliorare la loro sostenibilità e le loro prestazioni;

B.  considerando che la digitalizzazione offre nuove opportunità alle PMI e alle start-up e favorisce la nascita di nuovi modelli imprenditoriali, tra cui lo sviluppo dell'economia collaborativa nel comparto dei trasporti in settori quali l'auto in comune (car pooling), la condivisione dell'auto (car sharing), la condivisione delle biciclette (bike sharing) e i servizi di trasporto e spedizione merci in comune (cargo pooling);

C.  considerando che la digitalizzazione ha già contribuito alla trasformazione del settore dei trasporti, permettendo, in particolare, la graduale automazione delle modalità di trasporto e la facilitazione dei servizi di trasporto;

D.  considerando che la digitalizzazione deve continuare a essere una delle massime priorità del settore dei trasporti al fine di promuovere la sua attrattiva e garantire la sua solida posizione economica in Europa e nei confronti dei paesi terzi;

E.  considerando che la digitalizzazione può dare un forte impulso al settore del turismo, nell'interesse dei viaggiatori e della mobilità, consentendo tra l'altro di accedere facilmente alle informazioni in tempo reale e a un'ampia gamma di servizi;

1.  accoglie con favore la comunicazione della Commissione dal titolo "Digitalizzazione dell'industria europea - Cogliere appieno i vantaggi di un mercato unico digitale" (COM(2016)0180), ma deplora il fatto che essa non affronti in misura sufficiente tutte le sfide esistenti, dal momento che l'attenzione dedicata al settore dei trasporti è limitata alla guida connessa e automatizzata; rammenta che, sebbene i veicoli connessi e automatizzati rappresentino una delle future trasformazioni digitali più interessanti per il settore, esistono possibilità di digitalizzazione in tutte le modalità di trasporto, sia nei processi operativi sia in quelli amministrativi, e nell'intera catena del valore, inclusi i produttori, i passeggeri e il trasporto merci, nonché possibilità di coordinamento con tutte le nuove tecnologie impiegate nel settore, come i sistemi globali europei di navigazione satellitare EGNOS e Galileo, da cui ci si può attendere risultati nel prossimo futuro; invita la Commissione a incentrarsi sulle trasformazioni digitali in tutte le modalità di trasporto, compresi i servizi relativi al trasporto e al turismo;

2.  sottolinea che il processo di digitalizzazione non è stato vantaggioso in egual misura in tutto il settore dei trasporti e che ciò ha generato una frammentazione nociva nel mercato interno sia tra le diverse modalità di trasporto sia all'interno di ciascuna di esse; sottolinea che vi sono significative e crescenti disparità tra gli Stati membri in termini di competitività e digitalizzazione dei trasporti, che si riflettono anche tra le regioni, le società e le PMI; ritiene che lo sviluppo di una strategia coordinata di digitalizzazione industriale per l'UE potrebbe contribuire a superare tale frammentazione e tali disparità e ad attrarre investimenti in progetti digitali; sottolinea che l'obiettivo non dovrebbe essere l'elaborazione dell'ennesimo documento d'indirizzo, ma di una vera e propria strategia che rispecchi le tendenze dell'innovazione e il potenziale del mercato, la cui attuazione sarebbe oggetto di continua valutazione;

3.  ritiene che una strategia in materia di digitalizzazione industriale contribuirà a risolvere alcune delle sfide più urgenti nel settore dei trasporti e del turismo; invita pertanto la Commissione a promuovere ulteriormente la digitalizzazione al fine di:

  a)  migliorare il livello globale di sicurezza, di qualità e di prestazione ambientale del settore dei trasporti;

  b)  migliorare l'accessibilità senza barriere per tutti, ivi compresi gli anziani e le persone a mobilità ridotta o con disabilità, e sensibilizzare sulle soluzioni alternative in materia di mobilità, offrendo ai passeggeri maggiori possibilità di scelta, prodotti più fruibili e personalizzati nonché maggiori informazioni in tutta l'UE, sia nelle zone urbane sia nelle regioni meno sviluppate;

  c)  ridurre i costi di trasporto, come le spese di manutenzione, e rendere più efficiente l'uso della capacità delle infrastrutture di trasporto esistenti (ad esempio mediante il sistema di incolonnamento di veicoli a guida autonoma (platooning), i sistemi di trasporto intelligente cooperativi (C-ITS), il sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (ERTMS) e i servizi d'informazione fluviale (RIS));

  d)  migliorare la competitività promuovendo la nascita di nuovi operatori, soprattutto PMI e start-up, per mettere in questione i monopoli esistenti;

  e)  facilitare l'applicazione corretta e armonizzata della legislazione dell'UE, ad esempio attraverso lo sviluppo di sistemi di gestione del traffico, sistemi di trasporto intelligenti, tachigrafi digitali e sistemi di pedaggio elettronici, e creare quadri normativi appropriati alle nuove situazioni reali che potrebbero verificarsi con l'applicazione di tecnologie avanzate;

  f)  ridurre gli oneri amministrativi per i piccoli e medi operatori e start-up del settore dei trasporti, ad esempio nell'ambito del trasporto merci e della logistica, semplificando le procedure amministrative, consentendo la tracciabilità dei carichi e ottimizzando orari e flussi di traffico;

  g)  continuare a tutelare i diritti dei passeggeri, ivi compresa la protezione dei dati, anche negli spostamenti multimodali;

  h)  ridurre i problemi relativi all'asimmetria delle informazioni nel mercato dei trasporti;

  i)  promuovere l'attrattiva e lo sviluppo del settore del turismo, che contribuisce a generare circa il 10 % del PIL europeo, nonché delle industrie creative nelle zone urbane, rurali e periferiche, ad esempio migliorando l'integrazione dei servizi di mobilità e turistici anche per quanto riguarda le destinazioni meno conosciute;

4.  osserva che una connettività ininterrotta e a elevate prestazioni rappresenta la condizione essenziale per garantire connessioni veloci, sicure e affidabili per tutte le modalità di trasporto nonché una maggiore digitalizzazione del settore dei trasporti; deplora la forte frammentazione della copertura digitale nell'UE; ritiene che gli investimenti nella banda larga e nell'equa distribuzione dello spettro siano essenziali per la digitalizzazione del settore dei trasporti; sottolinea a tale riguardo la necessità di una visione transettoriale, che abbracci per esempio l'elettronica, le telecomunicazioni, i trasporti e il turismo; invita la Commissione e gli Stati membri a onorare il loro impegno a fornire questo tipo di connettività per le vie e gli snodi principali di trasporto entro il 2025 e ad avviare la piena copertura in tutta l'UE;

5.  sottolinea la necessità di mobilitare e attrarre investimenti pubblici e privati per finanziare adeguatamente la transizione verso il digitale e sostenere lo sviluppo delle infrastrutture correlate; invita la Commissione a garantire che la cooperazione e gli investimenti a livello europeo in materia di digitalizzazione del settore dei trasporti determinino una progressiva convergenza tra le diverse zone, anche offrendo maggiori opportunità per la digitalizzazione delle PMI attraverso i fondi dell'UE esistenti; ritiene che si potrebbero coordinare e utilizzare meglio e più efficientemente i fondi UE esistenti (anche nel quadro della politica di coesione), in particolare il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), che finora non ha prodotto risultati sufficienti in relazione ai progetti di carattere veramente innovativo;

6.  evidenzia che il settore dei trasporti autonomi potrebbe registrare una rapida crescita nel prossimo futuro e invita pertanto la Commissione a chiarire quanto prima le norme in materia di sicurezza e responsabilità per i trasporti completamente autonomi al fine di creare le condizioni giuridiche necessarie a garantirne una rapida ed efficace integrazione nel mercato;

7.  è fermamente convinto che, in particolare nel settore dei trasporti, i dati aperti, i big data e l'analisi dei dati restino elementi essenziali per sfruttare appieno i vantaggi del mercato unico digitale e per promuovere l'innovazione; si rammarica del fatto che le iniziative volte a facilitare la circolazione dei dati rimangano frammentate; sottolinea che è necessaria una maggiore certezza del diritto, segnatamente in termini di proprietà e responsabilità, nel pieno rispetto della protezione della vita privata e dei dati;

8.  riconosce il contributo delle start-up e delle PMI al processo di digitalizzazione e sottolinea l'importanza di fornire loro il sostegno e gli strumenti adeguati, anche di natura finanziaria ove opportuno, al fine di garantire l'applicazione delle loro innovazioni e di promuoverne l'integrazione nel mercato; condivide, ad esempio, l'idea di sviluppare ulteriormente i poli dell'innovazione digitale in tutta l'UE, nell'ambito dei quali si potrebbero creare nuovi centri di competenze e partenariati di cluster;

9.  osserva che, con la crescente digitalizzazione nell'erogazione dei titoli di viaggi, i consumatori hanno immediatamente a disposizione una maggiore quantità di informazioni su Internet, ma sempre più spesso in un modo che rende difficile raffrontare le offerte; ritiene che sia quindi necessario incrementare le garanzie di trasparenza e neutralità nell'erogazione, soprattutto via Internet, cosicché i consumatori possano fare scelte informate sulla base di informazioni affidabili non soltanto sul prezzo, ma anche su altri parametri, tra cui la qualità del servizio e le offerte accessorie; è del parere che la trasparenza promuoverà la concorrenza e sosterrà lo sviluppo del trasporto multimodale;

10.  prende atto del fatto che la trasformazione digitale nel settore dei trasporti e del turismo, in particolare lo sviluppo delle economie on-demand e collaborative, contribuisce a ridefinire notevolmente i comportamenti dei passeggeri e dei consumatori per quanto concerne la mobilità e il turismo, nonché a rendere necessario l'adeguamento delle infrastrutture; invita la Commissione a valutare gli effetti della digitalizzazione nei servizi di trasporto, mobilità e turismo, con particolare attenzione ai comportamenti e alle scelte degli utenti di detti servizi, e a sfruttare ulteriormente il potenziale offerto da tale cambiamento sociale;

11.  rammenta che la digitalizzazione non è un fenomeno esclusivamente tecnologico, ma presenta conseguenze dal punto di vista sociale, occupazionale ed economico e, a tale proposito, invita la Commissione a svolgere quanto prima un'analisi approfondita di tali conseguenze; osserva che, al fine di sfruttare appieno le potenzialità della digitalizzazione, anche in termini di creazione di posti di lavoro e di riqualificazione dei lavoratori, e di fare in modo che nei prossimi anni l'Europa non soffra una penuria di lavoratori qualificati in materia di TIC, è necessario sviluppare esponenzialmente le competenze dei lavoratori e investire nella formazione professionale a tutti i livelli, in modo da prepararsi all'integrazione delle tecnologie digitali; invita gli Stati membri a dare priorità alle politiche orientate in tal senso e a integrare la digitalizzazione nelle loro strategie nazionali per il settore dei trasporti.

INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

11.4.2017

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

43

2

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Daniela Aiuto, Lucy Anderson, Inés Ayala Sender, Georges Bach, Izaskun Bilbao Barandica, Deirdre Clune, Michael Cramer, Luis de Grandes Pascual, Andor Deli, Isabella De Monte, Ismail Ertug, Jacqueline Foster, Dieter-Lebrecht Koch, Merja Kyllönen, Miltiadis Kyrkos, Bogusław Liberadzki, Peter Lundgren, Marian-Jean Marinescu, Cláudia Monteiro de Aguiar, Jens Nilsson, Salvatore Domenico Pogliese, Tomasz Piotr Poręba, Gabriele Preuß, Dominique Riquet, Massimiliano Salini, David-Maria Sassoli, Claudia Schmidt, Claudia Țapardel, Keith Taylor, Pavel Telička, István Ujhelyi, Peter van Dalen, Wim van de Camp, Elissavet Vozemberg-Vrionidi, Janusz Zemke, Roberts Zīle, Kosma Złotowski, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Jakop Dalunde, Maria Grapini, Franck Proust, Matthijs van Miltenburg, Henna Virkkunen

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

John Stuart Agnew, Jiří Maštálka

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

43

+

ALDE

Izaskun Bilbao Barandica, Dominique Riquet, Pavel Telička, Matthijs van Miltenburg

ECR

Jacqueline Foster, Tomasz Piotr Poręba, Roberts Zīle, Kosma Złotowski, Peter van Dalen

EFDD

Daniela Aiuto

GUE/NGL

Merja Kyllönen, Jiří Maštálka

PPE

Georges Bach, Deirdre Clune, Andor Deli, Dieter-Lebrecht Koch, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska, Marian-Jean Marinescu, Cláudia Monteiro de Aguiar, Salvatore Domenico Pogliese, Franck Proust, Massimiliano Salini, Claudia Schmidt, Henna Virkkunen, Elissavet Vozemberg-Vrionidi, Luis de Grandes Pascual, Wim van de Camp

S&D

Lucy Anderson, Inés Ayala Sender, Isabella De Monte, Ismail Ertug, Maria Grapini, Miltiadis Kyrkos, Bogusław Liberadzki, Jens Nilsson, Gabriele Preuß, David-Maria Sassoli, Claudia Țapardel, István Ujhelyi, Janusz Zemke

Verts/ALE

Michael Cramer, Jakop Dalunde, Keith Taylor

2

-

EFDD

Peter Lundgren, John Stuart Agnew

0

0

 

 

Significato dei simboli utilizzati:

+  :  favorevoli

-  :  contrari

0  :  astenuti

PARERE della commissione per la cultura e l'istruzione (30.1.2017)

destinato alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia

sulla digitalizzazione dell'industria europea
(2016/2271(INI))

Relatore per parere: Angel Dzhambazki

SUGGERIMENTI

La commissione per la cultura e l'istruzione invita la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  ricorda che, con il 40% circa dei lavoratori che manca di adeguate competenze digitali e le conseguenti ripercussioni negative sulla loro partecipazione sociale e sulle loro capacità lavorative, mentre ben sei delle dieci qualifiche più richieste riguardano competenze tecniche o digitali, l'Unione europea si trova ad affrontare una carenza di competenze digitali; prende atto delle recenti comunicazioni della Commissione dal titolo "Digitalizzazione dell’industria europea" e "Un'agenda nuova per le competenze per l'Europa" e le ritiene un primo passo nella giusta direzione per migliorare le competenze digitali; evidenzia tuttavia la necessità di adottare ulteriori iniziative sistemiche innovative che forniscano un quadro complessivo in grado di sensibilizzare i cittadini europei sull'importanza di tali competenze e di integrarne l'uso nella vita quotidiana;

2.  invita la Commissione a porre le competenze digitali al centro della sua prossima revisione del Quadro delle competenze chiave; incoraggia gli Stati membri a sviluppare ulteriormente i programmi educativi dell'insegnamento elementare, medio e superiore, nonché i programmi di formazione professionale, per rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro sempre più digitale; sottolinea la necessità di un'adeguata formazione degli insegnanti, al fine di contribuire all'aggiornamento della metodologia d'insegnamento e di ampliare le innovative opportunità della formazione digitale e a distanza, avvicinando così gli studenti ai nuovi requisiti del mercato del lavoro relativi alle competenze digitali;

3.  evidenzia l'opportunità offerta dall'istruzione mediante la digitalizzazione ai giovani europei non impegnati in un corso di studi o senza un impiego, e chiede provvedimenti che, a loro volta, migliorino l'inclusione sociale e l'inserimento nel mercato del lavoro;

4.  pone l'accento sulla necessità di affrontare il crescente divario nell'accesso a internet e alle competenze digitali mediante un sostegno mirato ai disoccupati, agli adulti con un basso di livello di alfabetizzazione e ai gruppi il cui apprendimento è caratterizzato da interruzioni o da teledidattica, come nel caso della comunità itinerante;

5.  ritiene che le competenze digitali di base, insegnate come parte dei programmi d'istruzione elementare e media, dovrebbero comprendere la conoscenza delle possibilità offerte dalle competenze digitali, un utilizzo avanzato degli strumenti digitali di base, un comportamento sicuro su internet, metodi di ricerca per l'individuazione di fonti credibili e promuovere la sensibilizzazione sui diritti online; sottolinea ulteriormente l'esigenza di includere l'alfabetizzazione mediatica nei programmi scolastici e negli istituti per l'istruzione culturale permettendo ai cittadini di acquisire una comprensione critica delle varie forme mediatiche, aumentando e potenziando così le risorse e le opportunità offerte dalla "alfabetizzazione digitale"; evidenzia che l'enfasi dovrebbe essere posta su approcci di apprendimento attraverso la pratica;

6.  sottolinea l'importanza di integrare un'agenda per le competenze digitali nei programmi di apprendimento permanente per la popolazione in età attiva e per la terza età, rappresentando quest'ultima il 18,9% della popolazione dell'Unione europea, che acquisirebbe in tal modo un notevole potenziale occupazionale in aggiunta alla loro grande esperienza lavorativa;

7.  pone in evidenza le notevoli disparità fra gli Stati membri in termini di digitalizzazione e competenze digitali e ritiene sia assolutamente necessario promuovere una maggiore convergenza in tale settore; sottolinea che promuovere lo scambio di buone pratiche e il dialogo possa contribuire a superare tali disparità; evidenzia a tal riguardo il potenziale della Grande coalizione per l’occupazione nel settore digitale; ricorda che tali iniziative specifiche devono essere integrate in un quadro di azioni digitali più ampio e ambizioso;

8.  sottolinea che un particolare sostegno del multilinguismo "analogico" in Europa è vantaggioso per il settore europeo della digitalizzazione e per l'insegnamento di competenze digitali esaustive; evidenzia pertanto la necessità di prestare maggiore attenzione a un massiccio sostegno alla ricerca di base per software di apprendimento e di traduzione basati su criteri statistici, intelligenti e coadiuvati da strumenti elettronici;

9.  accoglie con favore l'approccio multipartecipativo del modello del "polo dell'innovazione digitale" della Commissione; osserva che una stretta collaborazione tra università e imprese può contribuire alla configurazione di un'agenda più diversificata e all'offerta di opportunità d'istruzione e formazione sul campo;

10.  sottolinea che le industrie culturali e creative sono al contempo il settore trainante e i beneficiari dell'innovazione digitale; evidenzia che, trattandosi spesso di piccole e microimprese, le industrie culturali e creative hanno bisogno di un sostegno mirato per aiutarle a convertirsi ai sistemi digitali in modo sicuro ed efficace.

11.  evidenzia che, come sottolineato dall'iniziativa Europeana, la digitalizzazione dei beni culturali rappresenta un'opportunità significativa per migliorarne l'accessibilità, la distribuzione e la promozione e che l'innovazione digitale può portare a una rivoluzione delle modalità di esposizione e fruizione dei beni culturali stessi; sottolinea l'importanza di promuovere in particolare l'uso delle tecnologie 3D ai fini della raccolta di dati e della ricostruzione di beni e patrimoni culturali distrutti; evidenzia l'importanza di garantire finanziamenti per la digitalizzazione, la conservazione e la disponibilità on line del patrimonio culturale europeo;

12.  deplora che i siti storici e culturali spesso non siano facilmente accessibili ai disabili e sottolinea le opportunità connesse a una piattaforma culturale digitale più solida ai fini di un maggiore coinvolgimento e di una migliore accessibilità delle esperienze culturali, dei siti e degli artefatti di tutta Europa, indipendentemente dall'ubicazione geografica;

13.  sottolinea che la digitalizzazione dovrebbe non sostituire bensì integrare l'interazione fisica con i beni culturali originali, quali i libri e le esposizioni museali; ribadisce che qualunque accordo commerciale per la digitalizzazione dei beni culturali dovrebbe essere inquadrato in modo tale da non compromettere il più ampio accesso pubblico possibile a tali beni;

14.  raccomanda che tutte le nuove opere audiovisive siano sistematicamente registrate in base a un sistema d'identificazione internazionale quale l'ISAN (International Standard Audiovisual Number) o l'EIDR (Entertainment Identifier Registry) al fine di migliorare l'identificazione e la reperibilità dei contenuti audiovisivi on line e di raggiungere l'interoperabilità tra i cataloghi e le basi di dati cinematografici in Europa;

15.  sottolinea l'importanza di promuovere e favorire la produzione digitale di contenuti culturali, creativi ed educativi di alta qualità, che contribuiscano a rafforzare le competenze e la competitività dell'industria europea in tali ambiti;

16.  incoraggia la ricerca e lo sviluppo di tecnologie assistive, che potrebbero diventare nuovi prodotti industriali per l'inclusione dei disabili ed essere impiegate a tal fine.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

24.1.2017

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

26

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Dominique Bilde, Andrea Bocskor, Silvia Costa, Mircea Diaconu, Angel Dzhambazki, Jill Evans, María Teresa Giménez Barbat, Giorgos Grammatikakis, Petra Kammerevert, Andrew Lewer, Svetoslav Hristov Malinov, Curzio Maltese, Luigi Morgano, Momchil Nekov, John Procter, Michaela Šojdrová, Yana Toom, Helga Trüpel, Sabine Verheyen, Julie Ward, Bogdan Brunon Wenta, Theodoros Zagorakis, Bogdan Andrzej Zdrojewski, Milan Zver, Krystyna Łybacka

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Therese Comodini Cachia

INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

25.4.2017

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

59

1

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Bendt Bendtsen, Xabier Benito Ziluaga, José Blanco López, David Borrelli, Cristian-Silviu Buşoi, Reinhard Bütikofer, Jerzy Buzek, Edward Czesak, Jakop Dalunde, Pilar del Castillo Vera, Christian Ehler, Ashley Fox, Adam Gierek, Rebecca Harms, Roger Helmer, Hans-Olaf Henkel, Eva Kaili, Krišjānis Kariņš, Seán Kelly, Jeppe Kofod, Jaromír Kohlíček, Miapetra Kumpula-Natri, Janusz Lewandowski, Paloma López Bermejo, Edouard Martin, Angelika Mlinar, Dan Nica, Angelika Niebler, Morten Helveg Petersen, Miroslav Poche, Carolina Punset, Michel Reimon, Herbert Reul, Paul Rübig, Massimiliano Salini, Algirdas Saudargas, Jean-Luc Schaffhauser, Neoklis Sylikiotis, Dario Tamburrano, Patrizia Toia, Evžen Tošenovský, Claude Turmes, Vladimir Urutchev, Kathleen Van Brempt, Martina Werner, Lieve Wierinck, Hermann Winkler, Anna Záborská, Carlos Zorrinho

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Pilar Ayuso, Amjad Bashir, Soledad Cabezón Ruiz, Isabella De Monte, Francesc Gambús, Constanze Krehl, Werner Langen, Olle Ludvigsson, Gesine Meissner, Clare Moody, Michèle Rivasi, Anne Sander, Theodor Dumitru Stolojan, Pavel Telička

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Georgi Pirinski

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

59

+

ALDE

Gesine Meissner, Angelika Mlinar, Morten Helveg Petersen, Carolina Punset, Pavel Telička, Lieve Wierinck

ECR

Amjad Bashir, Edward Czesak, Ashley Fox, Hans-Olaf Henkel, Evžen Tošenovský

EFDD

David Borrelli, Dario Tamburrano

GUE/NGL

Xabier Benito Ziluaga, Jaromír Kohlíček, Paloma López Bermejo, Neoklis Sylikiotis

EPP

Bendt Bendtsen, Jerzy Buzek, Cristian-Silviu Buşoi, Christian Ehler, Francesc Gambús, Krišjānis Kariņš, Seán Kelly, Werner Langen, Janusz Lewandowski, Angelika Niebler, Herbert Reul, Paul Rübig, Massimiliano Salini, Anne Sander, Algirdas Saudargas, Theodor Dumitru Stolojan, Vladimir Urutchev, Hermann Winkler, Anna Záborská, Pilar del Castillo Vera

S&D

José Blanco López, Isabella De Monte, Adam Gierek, Eva Kaili, Jeppe Kofod, Constanze Krehl, Miapetra Kumpula-Natri, Olle Ludvigsson, Edouard Martin, Clare Moody, Dan Nica, Georgi Pirinski, Miroslav Poche, Patrizia Toia, Kathleen Van Brempt, Martina Werner, Carlos Zorrinho

Greens/EFA

Reinhard Bütikofer, Jakop Dalunde, Rebecca Harms, Michel Reimon, Claude Turmes

1

-

EFDD

Roger Helmer

1

0

ENF

Jean-Luc Schaffhauser

Significato dei simboli utilizzati:

+  :  favorevoli

-  :  contrari

0  :  astenuti