RELAZIONE sullo stato delle relazioni UE-Cina

10.7.2018 - (2017/2274(INI))

Commissione per gli affari esteri
Relatore: Bas Belder

Procedura : 2017/2274(INI)
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A8-0252/2018
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A8-0252/2018
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sullo stato delle relazioni UE-Cina

(2017/2274(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto l'avvio delle relazioni diplomatiche tra l'Unione europea e la Cina il 6 maggio 1975,

–  visto il partenariato strategico UE-Cina avviato nel 2003,

–  visto il quadro giuridico generale per le relazioni con la Cina, segnatamente l'accordo di cooperazione commerciale ed economica tra la Comunità economica europea e la Repubblica popolare cinese[1], firmato nel maggio 1985, che riguarda i rapporti commerciali ed economici, nonché il programma di cooperazione UE-Cina,

–  vista l'agenda strategica 2020 UE-Cina per la cooperazione approvata il 21 novembre 2013,

–  visti il dialogo politico strutturato UE-Cina formalmente istituito nel 1994 e il dialogo strategico ad alto livello su questioni strategiche e di politica estera istituito nel 2010, in particolare il 5° e il 7° dialogo strategico ad alto livello UE-Cina tenutisi a Pechino rispettivamente il 6 maggio 2015 e il 19 aprile 2017,

–  visti i negoziati per un nuovo accordo di partenariato e di cooperazione, che sono stati avviati nel 2007,

–  visti i negoziati per un accordo bilaterale in materia di investimenti, che sono stati avviati nel gennaio 2014,

–  visto il 19° vertice UE-Cina, che ha avuto luogo a Bruxelles l'1 e il 2 giugno 2017,

–  vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 22 giugno 2016, dal titolo "Elementi per una nuova strategia dell'UE sulla Cina" (JOIN(2016)0030),

–  viste le conclusioni del Consiglio del 18 luglio 2016 relative alla strategia dell'UE sulla Cina,

–  vista la relazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 24 aprile 2018, dal titolo "Regione amministrativa speciale di Hong Kong: relazione annuale 2017" (JOIN(2018)0007),

–  visti gli orientamenti del Consiglio del 15 giugno 2012 sulla politica estera e di sicurezza dell'UE nell'Asia orientale,

–  vista l'adozione della nuova legge sulla sicurezza nazionale da parte della commissione permanente del Congresso nazionale del popolo cinese il 1° luglio 2015,

–  visto il Libro bianco del 26 maggio 2015 sulla strategia militare cinese,

–  visti il dialogo UE-Cina sui diritti umani, avviato nel 1995, e il suo 35° ciclo tenutosi a Bruxelles il 22 e 23 giugno 2017,

–  visti gli oltre 60 dialoghi settoriali tra l'UE e la Cina,

–  vista l'istituzione, nel febbraio 2012, del dialogo di alto livello UE-Cina "People to people", cui fanno capo tutte le iniziative congiunte UE-Cina in tale ambito,

–  visti l'accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra la Comunità europea e la Cina, che è entrato in vigore nel 2000[2], e l'accordo di partenariato scientifico e tecnologico firmato il 20 maggio 2009,

–  visti la convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e l'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, entrato in vigore il 4 novembre 2016,

–  visto il dialogo sull'energia tra la Comunità europea e la Cina,

–  viste le tavole rotonde UE-Cina,

–  visto il 19° congresso nazionale del Partito comunista cinese, che si è svolto dal 18 al 24 novembre 2017,

–  vista la normativa sull'imposta per la protezione dell'ambiente adottata dal Congresso nazionale del popolo nel dicembre 2016 ed entrata in vigore il 1° gennaio 2018,

–  vista la dichiarazione dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), secondo cui i fattori ambientali incidono sui flussi migratori nazionali e internazionali, in quanto le persone abbandonano i luoghi caratterizzati da condizioni ostili o in deterioramento a causa dell'accelerazione del cambiamento climatico[3],

–  visto l'Anno del turismo UE-Cina, inaugurato a Venezia il 19 gennaio 2018,

–   vista la relazione del Club dei corrispondenti esteri in Cina (FCCC) sulle condizioni di lavoro, pubblicata il 30 gennaio 2018, dal titolo "Access Denied – Surveillance, harassment and intimidation as reporting conditions in China deteriorate" (Accesso negato – sorveglianza, molestie e intimidazioni in un quadro di deterioramento delle condizioni della professione di reporter),

–  vista la dichiarazione dell'UE – punto 4 – rilasciata in occasione della 37ª sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite il 13 marzo 2018 dal titolo "Situazione dei diritti umani che richiede l'attenzione del Consiglio",

–  vista la 41ª riunione interparlamentare PE-Cina, che ha avuto luogo a Pechino nel maggio 2018,

–  viste le sue recenti risoluzioni sulla Cina, in particolare quelle del 2 febbraio 2012 sulla politica estera dell'UE nei confronti dei paesi BRICS e di altre potenze emergenti: obiettivi e strategie[4], del 23 maggio 2012 sull'UE e la Cina: uno squilibrio commerciale?[5], del 14 marzo 2013 sulle minacce nucleari e i diritti umani nella Repubblica popolare democratica di Corea[6], del 5 febbraio 2014 su un quadro per le politiche dell'energia e del clima all'orizzonte 2030[7], del 17 aprile 2014 sulla situazione nella Corea del Nord[8], del 21 gennaio 2016 sulla Corea del Nord[9] e del 13 dicembre 2017 sulla relazione annuale sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune[10],

–  viste le sue risoluzioni del 7 settembre 2006 sulle relazioni UE-Cina[11], del 5 febbraio 2009 sulle relazioni economiche e commerciali con la Cina[12], del 14 marzo 2013 sulle relazioni UE-Cina[13], del 9 ottobre 2013 sui negoziati UE-Cina in vista di un accordo bilaterale in materia di investimenti[14] e sulle relazioni commerciali UE-Taiwan[15], del 16 dicembre 2015 sulle relazioni UE-Cina[16], e la sua raccomandazione del 13 dicembre 2017 al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza su Hong Kong a vent'anni dal passaggio alla Cina[17],

–  viste le sue risoluzioni sui diritti umani, del 27 ottobre 2011 sul Tibet e in particolare l'immolazione di suore e monaci[18], del 14 giugno 2012 sulla situazione dei diritti umani in Tibet[19], del 12 dicembre 2013 sull'espianto coatto di organi in Cina[20], del 15 dicembre 2016 sui casi dell'accademia buddista tibetana Larung Gar e di Ilham Tohti[21], del 16 marzo 2017 sulle priorità dell'UE per le sessioni del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel 2017[22], del 6 luglio 2017 sui casi del vincitore del premio Nobel Liu Xiaobo e di Lee Ming-che[23] e del 18 gennaio 2018 sui casi degli attivisti per i diritti umani Wu Gan, Xie Yang, Lee Ming-che e Tashi Wangchuk e del monaco tibetano Choekyi[24],

–  visto l'embargo sulle armi decretato dall'UE dopo la repressione di Tienanmen del giugno 1989, appoggiato dal Parlamento con la risoluzione del 2 febbraio 2006 sulla relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo relativa agli aspetti principali e alle scelte di base della politica estera e di sicurezza comune (PESC)[25],

–  visti i nove cicli di colloqui tenutisi dal 2002 al 2010 tra alti rappresentanti del governo cinese e il Dalai Lama e il libro bianco della Cina sul Tibet dal titolo "Tibet's Path of Development Is Driven by an Irresistible Historical Tide" (Il cammino del Tibet verso lo sviluppo è trainato da una marea storica irresistibile), pubblicato dall'Ufficio informazioni del Consiglio di Stato cinese il 15 aprile 2015, nonché il memorandum del 2008 e la nota sull'effettiva autonomia del 2009, entrambi presentati dai rappresentanti del 14° Dalai Lama,

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per gli affari esteri e i pareri della commissione per il commercio internazionale e della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (A8-0252/2018),

A.  considerando che il 19° vertice UE-Cina del 2017 ha dato ulteriore impulso a un partenariato bilaterale strategico che ha un impatto su scala mondiale e ha evidenziato l'impegno di entrambe le parti ad affrontare le sfide globali, le minacce comuni per la sicurezza e la promozione del multilateralismo; che vi sono molti settori in cui una cooperazione costruttiva potrebbe apportare vantaggi reciproci, anche in consessi internazionali quali le Nazioni Unite e il G20; che l'UE e la Cina hanno confermato l'intenzione di intensificare la cooperazione ai fini dell'attuazione dell'accordo di Parigi del 2015 per la lotta ai cambiamenti climatici, la riduzione dell'impiego dei combustibili fossili, la promozione dell'energia pulita e la riduzione dell'inquinamento; che occorre maggiore cooperazione tra le due parti in questo settore, compreso nell'ambito della ricerca e dello scambio delle migliori prassi; che la Cina ha adottato un sistema di scambio delle quote di emissione basato sull'ETS dell'UE; che la visione dell'UE della governance multilaterale è quella di un ordine fondato sulle norme e basata sui valori universali quali la democrazia, i diritti umani, lo Stato di diritto, la trasparenza e la responsabilità; che nell'attuale contesto geopolitico, è più importante che mai promuovere il multilateralismo e un sistema fondato sulle norme; che l'UE si aspetta che la sua relazione con la Cina sia reciprocamente vantaggiosa in termini sia politici che economici; che l'UE si aspetta che la Cina si assuma responsabilità in linea con il suo impatto globale e sostenga un ordine internazionale fondato sulle norme da cui anch'essa trae vantaggi;

B.  considerando che la cooperazione tra l'UE e la Cina nell'ambito della politica estera, della sicurezza e della difesa e nella lotta al terrorismo è estremamente importante; che la cooperazione tra le due parti è stata essenziale per il raggiungimento dell'accordo sul nucleare con l'Iran; che la posizione della Cina ha svolto un ruolo essenziale ai fini della creazione di uno spazio negoziale nella crisi nordcoreana;

C.  considerando che, con gradualità e sistematicità, la leadership cinese ha intensificato gli sforzi per convertire il proprio peso economico in influenza politica attraverso investimenti infrastrutturali e nuovi collegamenti di trasporto di importanza strategica e una comunicazione strategica finalizzata a influenzare decisori politici ed economici, media, università ed editori accademici nonché il pubblico europei, al fine di condizionare il modo in cui la Cina è percepita e trasmettere un'immagine positiva del paese, costruendo in tutte le società "reti" di organizzazioni e cittadini europei che la sostengono, e che tale fenomeno è stato in gran parte ignorato in Europa; che la sorveglianza, da parte della Cina, dei numerosi studenti cinesi che studiano in Europa è fonte di preoccupazione, al pari dei suoi tentativi di controllare in Europa persone che sono fuggite dalla Cina;

D.  considerando che lo schema del 16+1 tra la Cina, da un lato, e undici paesi dell'Europa centrale e orientale (PECO) e cinque paesi balcanici, dall'altro, è stato creato nel 2012 all'indomani della crisi finanziaria quale tassello della diplomazia subregionale cinese per sviluppare progetti infrastrutturali su vasta scala e rafforzare la cooperazione economica e commerciale; che gli investimenti e i finanziamenti cinesi previsti in tali paesi sono consistenti, ma comunque non importanti quanto gli investimenti e l'impegno dell'UE; che i paesi europei che aderiscono a tale schema dovrebbero considerare il fatto di conferire maggiore potere al concetto di un'unica voce per l'UE nelle sue relazioni con la Cina;

E.  considerando che la Cina è il mercato in più rapida crescita per i prodotti alimentari dell'UE;

F.  considerando che la "Belt and Road Initiative" (BRI) cinese, in cui rientra la "Politica artica della Cina", rappresenta l'iniziativa di politica estera più ambiziosa che il paese abbia mai adottato, che comprende dimensioni geopolitiche e correlate alla sicurezza e va pertanto oltre l'ambito dichiarato della politica economica e commerciale; che l'iniziativa BRI è stata ulteriormente rafforzata con l'istituzione della Banca asiatica di investimento per le infrastrutture (AIIB) nel 2015; che l'UE insiste su una struttura di governance multilaterale e su un'attuazione non discriminatoria dell'iniziativa BRI; che la parte europea desidera garantire che qualsiasi progetto di connettività nel quadro dell'iniziativa BRI onori gli obblighi derivanti dall'accordo di Parigi e assicuri il rispetto di altre norme internazionali in ambito ambientale, lavorativo e sociale nonché dei diritti delle popolazioni indigene; che i progetti infrastrutturali cinesi potrebbero generare un forte indebitamento dei governi europei nei confronti delle banche di Stato cinesi, che offrono prestiti a condizioni non trasparenti, e solo un numero limitato di posti di lavoro in Europa; che alcuni progetti infrastrutturali correlati all'iniziativa BRI hanno già portato governi terzi a un eccessivo indebitamento; che finora la parte del leone di tutti i contratti relativi all'iniziativa BRI è stata assegnata a imprese cinesi; che la Cina sta utilizzando alcuni dei suoi standard industriali nei progetti relativi all'iniziativa BRI a fini discriminatori; che i progetti relativi all'iniziativa BRI non devono essere aggiudicati nel quadro di gare d'appalto non trasparenti; che nell'ambito dell'iniziativa BRI la Cina sta impiegando una molteplicità di canali; che 27 ambasciatori nazionali dell'UE a Pechino hanno recentemente elaborato una relazione che critica severamente il progetto BRI, denunciandone l'intenzione di ostacolare il libero scambio e di avvantaggiare le imprese cinesi; che purtroppo l'iniziativa BRI è priva di qualsiasi tipo di tutela dei diritti umani;

G.  considerando che la diplomazia cinese è uscita ancora più rafforzata dal 19° congresso del Partito e dal Congresso nazionale del popolo cinese di quest'anno, con almeno cinque alti funzionari incaricati della politica estera del paese e un sostanziale incremento della dotazione di bilancio del ministero degli Affari esteri; che una neonata agenzia di Stato per la cooperazione internazionale allo sviluppo sarà incaricata di coordinare il crescente bilancio cinese destinato agli aiuti esteri;

H.  considerando che negli anni '80 la Cina aveva imposto un limite al numero massimo di mandati come reazione agli eccessi della rivoluzione culturale; che l'11 marzo 2018 il Congresso nazionale del popolo ha votato quasi all'unanimità a favore dell'abrogazione del limite dei due mandati consecutivi per le cariche del presidente e del vicepresidente della Repubblica popolare cinese;

I.  considerando che l'alta dirigenza cinese, pur affermando la non ingerenza negli affari interni degli altri paesi, mette sistematicamente in discussione il sistema politico dei paesi occidentali nelle sue comunicazioni ufficiali;

J.  considerando che l'11 marzo 2018 il Congresso nazionale del popolo ha approvato l'istituzione di una commissione nazionale di sorveglianza, un nuovo organismo sotto il controllo del partito nato per istituzionalizzare ed estendere il controllo su tutti i funzionari pubblici in Cina, e che l'agenzia è stata inserita tra gli organismi statali contemplati dalla costituzione cinese;

K.  considerando che nel 2014 il Consiglio di Stato cinese ha annunciato piani dettagliati per la creazione di un sistema di credito sociale diretto a premiare i comportamenti che il Partito considera finanziariamente, economicamente e socio-politicamente responsabili e a sanzionare la non conformità alle sue politiche; che probabilmente il progetto di misurazione del credito sociale avrà ripercussioni anche per gli stranieri che vivono e lavorano in Cina, compresi i cittadini dell'UE, e comporterà conseguenze per le aziende dell'UE e di altri paesi esteri attive nel paese;

L.  considerando che è evidente che in alcune regioni della Cina i mezzi di sussistenza della popolazione rurale peggioreranno a causa delle variazioni di temperatura e precipitazioni e di altri fenomeni climatici estremi; che il programma di ricollocazione è divenuto un'efficace opzione politica di adattamento per ridurre la vulnerabilità e la povertà causate dal clima[26];

M.  considerando che la situazione dei diritti umani in Cina ha continuato a peggiorare, con un'intensificazione dell'ostilità del governo nei confronti del dissenso pacifico, della libertà di espressione e di religione e dello Stato di diritto; che gli attivisti della società civile e i difensori dei diritti umani sono arrestati, processati e condannati sulla base di capi d'imputazione vaghi come quello di "sovvertire il potere dello Stato" e di "scatenare liti e provocare problemi", e che spesso sono detenuti in isolamento in località ignote, senza alcun accesso a cure mediche o all'assistenza legale; che i difensori dei diritti umani e gli attivisti sono trattenuti, talvolta, in "sorveglianza residenziale in un luogo designato", un sistema utilizzato per impedire a queste persone qualsiasi contatto, e che durante tale detenzione sono spesso segnalati torture e maltrattamenti; che la Cina continua a negare la libertà di espressione e la libertà di informazione, e sono stati incarcerati molti giornalisti, blogger e voci indipendenti; che, nel suo quadro strategico sui diritti umani e la democrazia, l'UE si è impegnata a far sì che i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto siano promossi in tutti i settori della sua azione esterna, senza eccezioni, ponendo i diritti umani al centro delle sue relazioni con tutti i paesi terzi, ivi compresi i suoi partner strategici; che i vertici UE-Cina devono essere impiegati per ottenere risultati concreti nell'ambito dei diritti umani, segnatamente il rilascio dei difensori dei diritti umani, degli avvocati e degli attivisti incarcerati;

N.  considerando che talvolta le autorità cinesi hanno impedito ai diplomatici dell'UE di presenziare, in veste di osservatori, ai processi o di fare visita ai difensori dei diritti umani come previsto dagli orientamenti dell'UE sui difensori dei diritti umani;

O.  considerando che la Cina ha creato un'architettura statale ramificata di sorveglianza digitale, che spazia dalla politica preventiva alla raccolta arbitraria di dati biometrici, in un contesto dove non esiste alcun diritto alla vita privata;

P.  considerando che il governo cinese ha promulgato una serie di nuove leggi, in particolare la legge sulla sicurezza dello Stato, approvata il 1° luglio 2015, la legge antiterrorismo, la legge sulla sicurezza informatica e la legge sulla gestione delle ONG straniere, le quali considerano l'attivismo pubblico e la critica pacifica nei confronti del governo minacce alla sicurezza dello Stato, rafforzano la censura, la sorveglianza e il controllo dei singoli individui e dei gruppi sociali e scoraggiano i cittadini dal promuovere i diritti umani;

Q.  considerando che la legge sulla gestione delle ONG straniere, entrata in vigore il 1° gennaio 2017, è una delle sfide più difficili per le ONG internazionali (ONGI) dato che tale legge disciplina tutte le attività in Cina finanziate da ONGI e che i funzionari provinciali per la sicurezza sono i principali responsabili della sua attuazione;

R.  considerando che le nuove disposizioni in materia di religione, entrate in vigore il 1° febbraio 2018, si presentano più restrittive nei confronti delle attività di culto e dei gruppi religiosi e li costringe ad allinearsi maggiormente alla politica del partito; che a causa delle nuove disposizioni le persone affiliate a comunità religiose non riconosciute giuridicamente nel paese rischiano sanzioni se compiono viaggi all'estero per motivi rientranti nell'ampia categoria dell'educazione religiosa e se compiono pellegrinaggi subiscono sanzioni pari a un importo multiplo del salario minimo; che la libertà di religione e di coscienza ha toccato il livello più basso dall'avvio delle riforme economiche e del processo di apertura della Cina della fine degli anni '70; che le comunità religiose sono vittime di una crescente repressione in Cina e che i cristiani, appartenenti a chiese sia clandestine che approvate dallo Stato, sono presi di mira con la persecuzione e la detenzione dei fedeli, la demolizione degli edifici e un giro di vite sugli incontri cristiani;

S.  considerando che la situazione nello Xinjiang, patria di dieci milioni di uiguri musulmani e persone di etnia kazaka, è peggiorata rapidamente, in particolare dopo l'ascesa al potere del presidente Xi, poiché il controllo assoluto dello Xinjiang è diventato una priorità elevata in seguito ai ricorrenti attentati terroristici nello Xinjiang, o presumibilmente collegati a tale regione, da parte degli uiguri e in virtù della posizione strategica della regione autonoma uigura dello Xinjiang per l'iniziativa BRI; che è stato istituito un programma di detenzione extragiudiziale che riguarda decine di migliaia di persone, costrette a ricevere una "rieducazione" politica, nonché lo sviluppo di una sofisticata rete di sorveglianza digitale invasiva, comprese la tecnologia del riconoscimento facciale e la raccolta di dati, il dispiegamento massiccio della polizia e rigorose limitazioni sulle pratiche religiose, sulla lingua uigura e sugli usi e costumi di tale popolo;

T.  considerando che negli ultimi anni, nonostante la crescita economica e lo sviluppo delle infrastrutture, la situazione in Tibet è peggiorata, stanti la limitazione di una serie di diritti umani imposta dal governo cinese con il pretesto della sicurezza e della stabilità e gli implacabili attacchi dello stesso governo contro l'identità e la cultura tibetane; che le misure di sorveglianza e di controllo sono in aumento negli ultimi anni, insieme alle detenzioni arbitrarie, agli atti di tortura e ai maltrattamenti; che il governo cinese ha creato in Tibet un ambiente in cui non esistono limiti all'autorità statale, la paura è pervasiva e ogni aspetto della vita pubblica e privata è strettamente controllato e regolamentato; che in Tibet qualsiasi atto di dissenso o critica non violento delle politiche statali per quanto riguarda le minoranze etniche o religiose può essere considerato "separatista" e quindi perseguibile penalmente; che l'accesso alla Regione autonoma del Tibet è oggi più limitato che mai per gli stranieri, cittadini dell'UE compresi, in particolare per giornalisti, diplomatici e altri osservatori indipendenti, ed è ancora più difficile per i cittadini dell'UE di origine tibetana; che negli ultimi anni non sono stati registrati progressi nella soluzione della crisi tibetana, dato che l'ultimo ciclo delle conversazioni di pace si è svolto nel 2010; che il peggioramento della situazione umanitaria in Tibet ha portato a un aumento delle immolazioni, con un totale di 156 casi dal 2009;

U.  considerando che il 10 giugno 2014 il Consiglio di Stato della Repubblica popolare cinese ha emanato un libro bianco sulla pratica della politica "un paese, due sistemi" a Hong Kong, sottolineando che l'autonomia della Regione amministrativa speciale (RAS) di Hong Kong è soggetta in ultima istanza all'autorizzazione del governo centrale della Repubblica popolare cinese; che negli anni la popolazione di Hong Kong ha assistito a manifestazioni di massa a favore della democrazia, della libertà dei media e della piena applicazione della legge fondamentale; che la tradizionale società aperta di Hong Kong ha aperto la strada allo sviluppo di una società civile vera e indipendente che partecipa in modo attivo e costruttivo alla vita pubblica della RAS;

V.  considerando che l'opposta evoluzione politica della Repubblica popolare cinese (RPC) e di Taiwan, regime dello Stato-partito sempre più autoritario e nazionalista l'uno, democrazia multipartitica l'altro, alimenta il pericolo di una escalation delle relazioni tra le sue sponde dello stretto; che l'UE aderisce alla politica di "una sola Cina" nei confronti di Taiwan e sostiene il principio "un paese, due sistemi" riguardo a Hong Kong;

W.  considerando che, dopo oltre tre anni di colloqui, la Cina e l'Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN) hanno concordato, nell'agosto 2017, un quadro di riferimento di una pagina quale base per le future discussioni riguardo a un codice di condotta per tutte le parti nel Mar cinese meridionale; che la contestata bonifica dei terreni da parte della Cina è stata in gran parte completata nelle isole Spratly, ma è proseguita l'anno scorso nelle isole Paracelso, più a nord;

X.  considerando che la Cina sta diventando un attore esterno più attivo e importante in Medio Oriente, in ragione dei suoi ovvi interessi economici, di sicurezza e geopolitici;

Y.  considerando che la Cina sta aumentando l'aiuto pubblico allo sviluppo (APS) erogato e sta emergendo quale attore di primo piano nella politica di sviluppo, fornendo un impulso necessario alla politica di sviluppo, ma facendo sorgere allo stesso tempo preoccupazioni riguardo alla titolarità locale dei progetti;

Z.  considerando che la presenza e gli investimenti cinesi in Africa sono aumentati notevolmente e che ciò ha portato a uno sfruttamento delle risorse naturali, spesso senza alcuna consultazione delle popolazioni locali;

1.  ribadisce che il partenariato strategico globale UE-Cina costituisce uno dei partenariati più importanti dell'UE e che esiste un maggiore potenziale per un ulteriore approfondimento di tale relazione e un'ulteriore cooperazione nell'arena internazionale; sottolinea l'importanza di rafforzare la cooperazione e il coordinamento nell'ambito della governance globale e delle istituzioni internazionali, in particolare a livello di Nazioni Unite e di G20; sottolinea che, nel contesto di un mondo complesso, globalizzato e multipolare in cui la Cina è diventata un importante attore economico e politico, l'UE deve mantenere le opportunità di un dialogo e una cooperazione costruttivi e promuovere tutte le riforme necessarie nei settori di interesse comune; ricorda alla Cina, in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, i suoi obblighi e le sue responsabilità internazionali di contribuire alla pace e alla sicurezza globali;

2.  ricorda che il partenariato strategico globale UE-Cina si basa su un impegno condiviso all'apertura e alla collaborazione nel quadro di un sistema internazionale fondato sulle norme; sottolinea che entrambe le parti si sono impegnate a istituire un sistema trasparente, giusto ed equo di governance mondiale, condividendo la responsabilità nella promozione della pace, della prosperità e dello sviluppo sostenibile; ricorda che le relazioni dell'UE con la Cina dovrebbero essere pratiche, pragmatiche e fondate su principi e restare fedeli agli interessi e ai valori dell'Unione; è preoccupato che l'aumento del peso economico e politico globale della Cina nell'ultimo decennio abbia messo a dura prova gli impegni condivisi che rappresentano il fulcro delle relazioni UE-Cina; sottolinea le responsabilità della Cina in quanto potenza mondiale e invita le autorità ad assicurare in tutte le circostanze il rispetto del diritto internazionale, della democrazia, dei diritti umani e delle libertà fondamentali, conformemente alla Carta delle Nazioni Unite e alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo nonché ad altri strumenti internazionali firmati o ratificati dalla Cina; invita il Consiglio, il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e la Commissione a garantire che la cooperazione UE-Cina sia basata sullo Stato di diritto, sull'universalità dei diritti umani, sugli impegni internazionali in materia di diritti umani assunti da entrambe le parti e sull'impegno di compiere progressi verso il raggiungimento dello standard più elevato nella protezione dei diritti umani; sottolinea che è opportuno rafforzare la reciprocità, la parità di condizioni e una concorrenza leale in tutti i settori di cooperazione;

3.  sottolinea che per affrontare le sfide a livello mondiale e regionale, come la sicurezza, il disarmo, la non proliferazione, la lotta al terrorismo e la sicurezza informatica, la cooperazione per la pace, i cambiamenti climatici, l'energia, gli oceani e l'efficienza delle risorse, la deforestazione, il traffico illegale di specie selvatiche, la migrazione, la salute globale, lo sviluppo e la lotta contro la distruzione dei siti del patrimonio culturale nonché il saccheggio e il traffico illecito di oggetti antichi, occorre un partenariato autentico tra l'UE e la Cina; esorta l'UE a mettere a frutto l'impegno della Cina ad affrontare problemi globali come i cambiamenti climatici e ad ampliare ulteriormente la cooperazione riuscita con la Cina per il mantenimento della pace, dato che il paese è uno dei principali contribuenti al bilancio delle Nazioni Unite e invia sempre più truppe per le operazioni di mantenimento della pace, ad altri ambiti di interesse comune, promuovendo al contempo il multilateralismo e una governance globale basata sul rispetto del diritto internazionale, compreso il diritto umanitario internazionale e il diritto internazionale dei diritti umani; accoglie con favore, a tale proposito, il successo della cooperazione anti-pirateria nel Golfo di Aden, inaugurata nel 2011; invita l'UE e i suoi Stati membri a promuovere in modo proattivo gli interessi economici e politici dell'Unione e a difendere i suoi valori e i principi; sottolinea che il multilateralismo è uno dei valori centrali dell'UE nell'ambito della governance globale e che deve essere salvaguardato attivamente nelle relazioni con la Cina;

4.  osserva che la comunicazione congiunta dell'alto rappresentante e della Commissione europea intitolata "Elementi per una nuova strategia dell'UE sulla Cina", insieme alle conclusioni del Consiglio del 18 luglio 2016, costituisce il quadro programmatico per le relazioni dell'UE con la Cina nei prossimi anni;

5.  sottolinea che il Consiglio ha concluso che, nell'esercizio delle loro relazioni con la Cina, gli Stati membri, l'alto rappresentante e la Commissione collaboreranno per garantire la coerenza con il diritto, le norme e le politiche dell'UE e fare in modo che il risultato globale risulti vantaggioso per l'UE nel suo insieme;

6.  ricorda che, con la sua continua crescita e integrazione nell'economia globale attraverso la "Going out policy" annunciata nel 2001, la Cina cerca di ampliare l'accesso al mercato europeo dei beni e dei servizi cinesi nonché alle tecnologie e al know-how per sostenere piani come "Made in China 2025" e rafforzare la sua influenza politica e diplomatica in Europa; sottolinea che tali ambizioni hanno acquistato maggior vigore in particolare all'indomani della crisi finanziaria mondiale del 2008, definendo nuove dinamiche nelle relazioni UE-Cina;

7.  chiede agli Stati membri che partecipano allo schema 16+1 di assicurare che la loro partecipazione a tale schema consenta all'UE di parlare con una sola voce nelle sue relazioni con la Cina; invita tali Stati membri a svolgere un'analisi e un controllo corretti dei progetti infrastrutturali proposti con il coinvolgimento di tutte le parti interessate e a fare in modo di non compromettere gli interessi nazionali ed europei a fronte di un sostegno finanziario a breve termine e di impegni a lungo termine legati alla partecipazione cinese a progetti infrastrutturali strategici e, potenzialmente, a una maggiore influenza politica cinese, che minerebbero le posizioni comuni dell'UE sulla Cina; è consapevole della crescente influenza cinese sulle infrastrutture e i mercati dei paesi candidati all'UE; evidenzia la necessità della trasparenza del formato, invitando le istituzioni dell'Unione alle riunioni e tenendole pienamente informate delle attività svolte onde assicurare che gli aspetti pertinenti siano coerenti con la politica e la normativa dell'UE e offrano a tutte le parti benefici e opportunità reciproci;

8.  prende atto dell'interesse cinese in materia di investimenti infrastrutturali strategici in Europa; conclude che il governo cinese sta usando la BRI come un quadro narrativo assai efficace per alcuni aspetti della sua politica estera e che alla luce di questo sviluppo è necessario rafforzare le iniziative di diplomazia pubblica dell'UE; sostiene l'invito alla Cina affinché aderisca ai principi di trasparenza negli appalti pubblici e alle norme ambientali e sociali; invita tutti gli Stati membri dell'UE a sostenere le risposte della diplomazia pubblica dell'Unione; suggerisce di condividere con le istituzioni dell'UE e con gli altri Stati membri i dati relativi a tutti gli investimenti infrastrutturali cinesi negli Stati membri dell'Unione e nei paesi impegnati nei negoziati di adesione all'UE; ricorda che tali investimenti si iscrivono in una strategia complessiva volta a far sì che aziende controllate o finanziate dallo Stato cinese assumano il controllo del settore bancario e dell'energia nonché di altre catene di approvvigionamento; mette in evidenza sei sfide globali della BRI: un approccio multilaterale alla governance della BRI, pochissima manodopera locale impiegata, coinvolgimento estremamente limitato dei contraenti dei paesi riceventi e dei paesi terzi (circa l'86 % dei progetti BRI coinvolge contraenti cinesi), materiali da costruzione e attrezzature importati dalla Cina, mancanza di trasparenza riguardo alle gare d'appalto e potenziale utilizzo delle norme cinesi invece di quelle internazionali; insiste affinché la BRI includa tutele dei diritti umani e ritiene fondamentale che le sinergie e i progetti siano sviluppati in piena trasparenza e con la partecipazione di tutte le parti interessate nonché in conformità della legislazione dell'Unione, integrando al contempo le politiche e i progetti dell'UE al fine di produrre benefici per tutti i paesi situati lungo le rotte pianificate; accoglie favorevolmente l'istituzione della piattaforma di connettività UE-Cina, che promuove la cooperazione nell'infrastruttura dei trasporti dell'intero continente eurasiatico; osserva con soddisfazione che sono stati identificati vari progetti infrastrutturali e sottolinea che i progetti dovrebbero essere attuati sulla base di principi fondamentali come la promozione di progetti sostenibili sotto il profilo economico, sociale e ambientale, l'equilibrio geografico e la parità di condizioni tra gli investitori e i promotori dei progetti, nonché la trasparenza;

9.  prende atto positivamente del fatto che la politica dell'UE sulla Cina si iscrive in una strategia politica completa nei confronti della regione dell'Asia-Pacifico, tenendo conto e facendo buon uso delle sue strette relazioni con partner come gli Stati Uniti, il Giappone, la Corea del Sud, i paesi dell'ASEAN, l'Australia e la nuova Zelanda;

10.  sottolinea che la cooperazione UE-Cina dovrebbe essere maggiormente orientata alle persone e offrire maggiori vantaggi tangibili ai cittadini, al fine di creare la fiducia e la comprensione reciproche; invita l'UE e la Cina a tenere fede alle promesse fatte in occasione del 4° dialogo di alto livello UE-Cina "People to people" nel 2017 e a favorire maggiori interazioni tra le persone, ad esempio intensificando la cooperazione culturale nel settore dell'istruzione, della formazione, dei giovani e dell'uguaglianza di genere e le iniziative congiunte nell'ambito dello scambio tra popoli;

11.  attira l'attenzione sulla necessità di un maggiore sostegno agli studenti e agli studiosi cinesi che si trovano in Europa cosicché siano meno vulnerabili alle pressioni delle autorità cinesi affinché si sorveglino l'un l'altro e diventino strumenti dello Stato cinese, nonché sull'importanza di esaminare con attenzione i finanziamenti consistenti della Cina a istituzioni accademiche in Europa;

12.  accoglie con favore l'esito del 4° dialogo di alto livello UE-Cina "People to people", svoltosi il 13 e 14 novembre 2017 a Shanghai; sottolinea che il dialogo di alto livello "People to people" dovrebbe contribuire a rafforzare la fiducia reciproca e a consolidare la comprensione interculturale tra l'UE e la Cina;

13.  accoglie con favore l'Anno del turismo UE-Cina 2018; sottolinea che al di là della sua importanza economica, esso costituisce un ottimo esempio di diplomazia culturale dell'UE nel quadro del partenariato strategico UE-Cina, oltre a un modo per sviluppare una migliore comprensione tra i popoli dell'Europa e della Cina; sottolinea che l'Anno del turismo UE-Cina 2018 coincide con l'Anno europeo del patrimonio culturale e che un numero crescente di turisti cinesi apprezza molto la ricchezza culturale dell'Europa;

14.  invita gli Stati membri dell'UE a trovare con urgenza e decisione una maggiore collaborazione e unità in relazione alle loro politiche nei confronti della Cina, anche nei consessi delle Nazioni Unite, alla luce della mancata presentazione da parte dell'UE, per la prima volta in assoluto, di una dichiarazione congiunta sulla situazione dei diritti umani in Cina al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra nel giugno 2017; raccomanda vivamente di approfittare del potere di contrattazione collettiva notevolmente più elevato di cui dispone l'Europa nei confronti della Cina, e all'Europa di difendere le proprie democrazie, onde fronteggiare meglio gli sforzi sistematicamente messi in campo dalla Cina per influenzare i politici e la società civile europei al fine di formare in essi un'opinione più favorevole agli interessi strategici cinesi; invita, a tale proposito, gli Stati membri più grandi a sfruttare il loro peso politico ed economico nei confronti della Cina per promuovere gli interessi dell'UE; è preoccupato che la Cina stia anche tentando di influenzare le istituzioni accademiche e scolastiche e i relativi programmi; propone che l'UE e gli Stati membri promuovano gruppi di riflessione europei di alta qualità sulla Cina al fine di garantire la disponibilità di consulenze specialistiche indipendenti per gli orientamenti strategici e il processo decisionale;

15.  sottolinea che la promozione dei diritti umani e dello Stato di diritto deve essere il fulcro delle relazioni dell'UE con la Cina; condanna con fermezza le molestie, gli arresti arbitrari e le azioni penali in corso nei confronti di difensori dei diritti umani, avvocati, giornalisti, blogger, accademici, difensori dei diritti dei lavoratori e delle loro famiglie, compresi cittadini stranieri, in assenza di un giusto processo, sia nella Cina continentale che all'estero; sottolinea che una società civile dinamica e il lavoro dei difensori dei diritti umani sono essenziali per una società aperta e prospera; sottolinea l'importanza che l'UE agisca con decisione per promuovere il pieno rispetto dei diritti umani nel contesto delle sue relazioni con la Cina, concentrando l'attenzione sia sui risultati immediati, come l'interruzione della repressione da parte del governo dei difensori dei diritti umani, degli attori della società civile e dei dissidenti, la fine delle persecuzioni giudiziarie e delle intimidazioni contro tali persone, il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri politici, compresi i cittadini dell'Unione, sia su obiettivi a medio e lungo termine, come riforme giuridiche e politiche in linea con il diritto internazionale dei diritti umani, nonché per sviluppare, attuare e continuare ad adattare una strategia atta a mantenere la visibilità dell'azione dell'UE in materia di diritti umani in Cina, compresa una strategia sulle comunicazioni pubbliche; insiste che i diplomatici dell'UE e degli Stati membri devono poter applicare gli orientamenti dell'UE sui difensori dei diritti umani senza impedimenti o ostacoli; si impegna affinché l'UE attribuisca priorità alla protezione e al sostegno dei difensori dei diritti umani che si trovano a rischio;

16.  invita l'UE e gli Stati membri a portare avanti una politica più ambiziosa, coesa e trasparente riguardo ai diritti umani in Cina e a consultare la società civile e cooperare con essa in modo sostanziale, in particolare prima degli incontri di alto livello e dei dialoghi sui diritti umani; sottolinea che, in occasione del 35° ciclo del dialogo UE-Cina sui diritti umani, l'UE ha messo in evidenza il peggioramento della situazione dei diritti civili e politici in Cina, comprese le limitazioni alla libertà di espressione; invita la Cina ad agire in merito alle questioni sollevate durante il dialogo sui diritti umani, ad adempiere i propri obblighi internazionali e a rispettare le proprie tutele costituzionali nell'applicazione dello Stato di diritto; insiste affinché si mantenga un dialogo sui diritti umani regolare, di alto livello e orientato ai risultati; è preoccupato per il fatto che la valutazione dei dialoghi sui diritti umani con la Cina non sia mai stata resa pubblica né sia mai stata messa a disposizione di gruppi indipendenti cinesi; invita l'Unione europea a definire parametri chiari per misurare i progressi, al fine di garantire maggiore trasparenza e di coinvolgere le voci cinesi indipendenti nella discussione; invita l'UE e i suoi Stati membri a divulgare, raccogliere e affrontare tutte le forme di molestie in relazione ai visti (rilascio del visto/accesso allo stesso ritardato o rifiutato senza fornire spiegazioni, ed esercizio di pressioni da parte delle autorità cinesi durante la procedura di domanda sotto forma di "interviste" con interlocutori cinesi non intenzionati a identificarsi) nei confronti di studiosi, giornalisti o membri delle organizzazioni della società civile;

17.  esprime seria preoccupazione riguardo alle risultanze della relazione 2017 dell'FCCC, in cui si legge che il governo cinese ha intensificato gli sforzi volti a negare o limitare l'accesso dei giornalisti stranieri ad ampie parti del paese, incrementando al contempo il ricorso al processo di rinnovo dei visti per esercitare pressioni sui corrispondenti e le agenzie d'informazione non desiderati; esorta l'UE e i suoi Stati membri a pretendere dalle autorità cinesi una reciprocità sul fronte della libertà di stampa e mette in guardia contro le pressioni che subiscono i corrispondenti esteri nei loro paesi allorché diplomatici cinesi contattano le sedi delle agenzie d'informazione per criticare il lavoro dei reporter sul campo;

18.  osserva che la RPC è il secondo partner commerciale dell'UE e che l'UE è il principale partner commerciale della RPC; sottolinea che gli scambi commerciali tra i due partner sono in costante crescita, ma ritiene che la bilancia commerciale penda a favore della RPC; chiede di adottare un approccio collaborativo e un atteggiamento costruttivo al fine di affrontare con efficacia le questioni di interesse e sfruttare il grande potenziale del commercio UE-RPC; sollecita la Commissione a intensificare la cooperazione e il dialogo con la RPC;

19.  sottolinea che recenti indagini hanno rilevato che dal 2008 la Cina ha acquisito attività in Europa per un valore di 318 miliardi di USD; osserva che queste cifre non comprendono numerose fusioni, investimenti e joint venture;

20.  rileva che la RPC è un importante attore commerciale a livello globale e che l'ampio mercato del paese potrebbe in principio costituire, soprattutto alla luce dell'attuale contesto mondiale del commercio, una buona opportunità per l'UE e le imprese europee; ricorda che le società cinesi, comprese le imprese statali, beneficiano della grande apertura dei mercati dell'UE; riconosce i notevoli risultati conseguiti dalla RPC nell'affrancare centinaia di milioni di cittadini dalla povertà nel corso degli ultimi quattro decenni;

21.  osserva che gli investimenti diretti esteri (IDE) dell'UE nella RPC sono costantemente diminuiti dal 2012, in particolare nel settore manifatturiero tradizionale, con un parallelo aumento degli investimenti nei servizi ad alta tecnologia, nei servizi pubblici, nei servizi agricoli e nei servizi del settore delle costruzioni, mentre gli investimenti cinesi nell'UE hanno subito un incremento esponenziale nel corso degli ultimi anni; riconosce che dal 2016 la RPC è divenuta un investitore netto nell'UE; prende atto che nel 2017 il 68 % degli investimenti cinesi in Europa proveniva da imprese statali; esprime preoccupazione per le acquisizioni orchestrate dallo Stato che potrebbero ostacolare gli interessi strategici europei, gli obiettivi di sicurezza pubblica, la competitività e l'occupazione;

22.  accoglie con favore la proposta della Commissione relativa a un meccanismo di controllo degli IDE nei settori della sicurezza e dell'ordine pubblico, che rappresenta uno degli sforzi dell'UE per adeguarsi a un ambiente globale in evoluzione, senza rivolgersi specificamente a nessuno dei partner commerciali internazionali dell'UE nello specifico; avverte che è opportuno che il meccanismo non conduca a una forma di protezionismo dissimulato; chiede tuttavia che venga adottato senza indugio;

23.  si compiace degli impegni assunti dal presidente Xi Jinping volti ad aprire ulteriormente il mercato cinese agli investitori esteri e a migliorare il contesto degli investimenti, completare la revisione dell'elenco negativo degli investimenti esteri e abolire le restrizioni introdotte per le società europee, rafforzare la tutela dei diritti di proprietà intellettuale, nonché ad assicurare condizioni di parità rendendo il mercato cinese più trasparente e maggiormente regolamentato; chiede che tali impegni siano onorati;

24.  ricorda l'importanza di porre fine a tutte le pratiche discriminatorie contro gli investitori stranieri; ribadisce, a tal riguardo, che tali riforme andranno a vantaggio delle imprese sia cinesi che europee, in particolare delle microimprese e delle piccole e medie imprese (MPMI);

25.  invita la Commissione a promuovere il nuovo regolamento generale sulla protezione dei dati dell'Unione (RGPD) quale norma fondamentale nelle sue relazioni commerciali con la Cina; sottolinea la necessità di un dialogo sistematico con la Cina e altri partner dell'OMC in merito ai requisiti normativi connessi alla digitalizzazione delle nostre economie e ai molteplici effetti su scambi, filiere produttive, servizi digitali transfrontalieri, stampa 3D, modelli di consumo, pagamenti, imposte, protezione dei dati personali, questioni relative ai diritti di proprietà, fornitura e protezione di servizi audiovisivi, media, contatti interpersonali;

26.  invita la RPC ad accelerare il processo di adesione all'accordo sugli appalti pubblici dell'OMC e a presentare un'offerta di adesione per consentire alle imprese europee un accesso al suo mercato, equivalente a quello di cui beneficiano già le imprese cinesi nell'Unione europea; si rammarica che il mercato cinese degli appalti pubblici rimanga in larga misura chiuso ai fornitori stranieri, il che discrimina le imprese europee e impedisce loro di accedere al mercato cinese; invita la RPC a consentire un accesso non discriminatorio alle imprese e ai lavoratori europei nel settore degli appalti pubblici; invita il Consiglio ad adottare rapidamente lo strumento per gli appalti internazionali; esorta la Commissione a essere vigile nei confronti degli appalti aggiudicati a imprese estere sospettate di pratiche di dumping e a prendere provvedimenti laddove necessario;

27.  chiede che vi sia una cooperazione coordinata con la RPC nell'ambito dell'iniziativa "One Belt, One Road", basata sulla reciprocità, lo sviluppo sostenibile, il buon governo e regole aperte e trasparenti, in particolare per quanto riguarda gli appalti pubblici; si rammarica a tale riguardo che il memorandum d'intesa firmato dal Fondo europeo per gli investimenti e dal Fondo della RPC "Silk Road Fund" (Via della seta) e quello firmato dalla Banca europea per gli investimenti (BEI), dalla Banca asiatica di sviluppo, dalla Banca asiatica per gli investimenti infrastrutturali, dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, dalla Nuova banca di sviluppo e dalla Banca mondiale non abbiano ancora migliorato il contesto imprenditoriale per le imprese e i lavoratori europei; deplora l'assenza di valutazioni d'impatto professionali sostenibili in vari progetti relativi all'iniziativa "One Belt, One Road" e sottolinea l'importanza della qualità degli investimenti, segnatamente per quanto riguarda gli effetti positivi sull'occupazione, i diritti dei lavoratori, i metodi di produzione rispettosi dell'ambiente e la mitigazione dei cambiamenti climatici, in linea con la governance multilaterale e le norme internazionali;

28.  sostiene i negoziati in corso per un accordo globale di investimento tra l'UE e la RPC, avviati nel 2013, e invita la RPC a impegnarsi maggiormente nel processo; esorta entrambe le parti a rinnovare gli sforzi per far progredire i negoziati volti a realizzare un'autentica parità di condizioni per le imprese e i lavoratori europei e garantire la reciprocità nell'accesso al mercato, impegnandosi a fissare disposizioni specifiche per le PMI e gli appalti pubblici; sollecita altresì entrambe le parti a cogliere l'opportunità fornita dall'accordo di investimento per intensificare la cooperazione nei settori dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori e a inserire nel testo un capitolo sullo sviluppo sostenibile;

29.  ricorda che le imprese dell'UE sono soggette a un numero crescente di misure restrittive di accesso al mercato della RPC a causa di obblighi in materia di joint venture in numerosi settori industriali e di ulteriori requisiti tecnici discriminatori, tra cui la localizzazione forzata dei dati e la divulgazione del codice sorgente, nonché le norme di regolamentazione per le società di proprietà estera; si compiace, in questo contesto, della comunicazione relativa a diverse misure per promuovere l'ulteriore apertura e l'utilizzo attivo degli investimenti esteri, rilasciata dal consiglio di Stato della RPC nel 2017; deplora tuttavia la mancanza di scadenze per conseguirne gli obiettivi; invita pertanto le autorità cinesi a concretizzare rapidamente tali impegni;

30.  invita l'UE, gli Stati membri e la Cina a intensificare la loro cooperazione per costruire economie circolari, poiché tale urgente necessità è diventata ancora più evidente in seguito alla legittima decisione della Cina di vietare l'importazione di rifiuti di plastica dall'Europa; invita entrambi i partner a intensificare la cooperazione economica e tecnologica onde evitare che le filiere di produzione, il commercio, i trasporti e i servizi turistici globali generino un livello intollerabile di inquinamento causato da un inaccettabile accumulo di plastica negli oceani;

31.  invita la RPC ad ambire a un ruolo responsabile sulla scena mondiale, nella piena consapevolezza delle responsabilità che emergono dalla sua presenza economica e dalle sue prestazioni nei paesi terzi e sui mercati globali, fornendo tra l'altro un sostegno attivo al sistema commerciale multilaterale fondato su un insieme di norme e all'OMC; ritiene, nell'attuale contesto delle catene del valore globali, che l'intensificarsi delle tensioni commerciali a livello internazionale debba essere risolto mediante negoziati e ribadisce la necessità di perseguire soluzioni multilaterali; chiede, a tale riguardo, che siano adempiuti gli obblighi sanciti dal protocollo di adesione della RPC all'OMC e che ne siano protetti i meccanismi operativi; pone l'accento sugli obblighi di comunicazione e trasparenza derivanti dagli accordi dell'OMC in materia di sovvenzioni ed esprime preoccupazione per l'attuale pratica che prevede sovvenzioni dirette e indirette alle imprese cinesi; invita a coordinare con i principali partner commerciali dell'UE sforzi comuni e azioni congiunte volti ad affrontare ed eliminare le distorsioni del mercato determinate dallo Stato che interessano gli scambi a livello globale;

32.  deplora il fatto che la RPC, nonostante la conclusione della procedura per la riforma del metodo di calcolo europeo per i dazi antidumping, non abbia ancora ritirato la denuncia presentata contro l'UE dinanzi all'organo d'appello dell'OMC;

33.  esprime preoccupazione per le crescenti misure tariffarie adottate dalla Cina e dagli Stati Uniti;

34.  esprime preoccupazione per il numero di restrizioni cui sono confrontate le imprese europee in Cina, in particolare le MPMI, incluso il catalogo degli investimenti esteri 2017 e l'elenco negativo relativo alle zone di libero scambio 2017, nonché nei settori compresi nel programma "Made in China 2025"; chiede la rapida riduzione di tali restrizioni al fine di sfruttare appieno il potenziale della cooperazione e delle sinergie tra i programmi relativi all'industria 4.0 in Europa e la strategia "Made in China 2025", data la necessità di ristrutturare i settori produttivi per predisporli a una produzione intelligente, compresa la cooperazione per lo sviluppo e la definizione delle rispettive norme industriali nei consessi multilaterali; ricorda l'importanza di ridurre le sovvenzioni pubbliche nella RPC;

35.  invita la RPC a sospendere la pratica di subordinare sempre più l'accesso al mercato ai trasferimenti forzati di tecnologie, come indicato nel documento di sintesi sulla Cina della Camera di commercio dell'Unione europea pubblicato nel 2017;

36.  chiede che siano ripresi i negoziati sull'accordo sui beni ambientali (EGA) basandosi sulla proficua cooperazione tra l'UE e la RPC nella lotta ai cambiamenti climatici e sul forte impegno comune nell'attuazione dell'accordo di Parigi; pone l'accento sul potenziale commerciale della cooperazione tecnologica in materia di tecnologie pulite;

37.  osserva con preoccupazione le conclusioni della relazione della Commissione sulla protezione e il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale nei paesi terzi, in cui la RPC viene indicata come motivo principale di preoccupazione; ribadisce la necessità di garantire la protezione dell'economia europea basata sulla conoscenza; invita la RPC a combattere l'uso illecito di licenze europee da parte delle imprese cinesi;

38.  invita la Commissione a prevedere la presenza dell'Unione europea alla manifestazione "China International Import Expo" che si terrà a Shanghai nel novembre 2018 e ad offrire in particolare alle PMI la possibilità di presentare il proprio lavoro in tale sede; invita la Commissione a contattare le camere di commercio, in particolare negli Stati membri attualmente meno coinvolti negli scambi con la Cina, al fine di promuovere tale opportunità;

39.  esprime preoccupazione per le misure statali adottate dalla RPC che hanno causato distorsioni del commercio, compresa la sovraccapacità industriale nel settore delle materie prime, tra cui l'acciaio e l'alluminio; ricorda gli impegni assunti nel corso della prima riunione ministeriale del Forum mondiale sull'eccesso di capacità produttiva di acciaio del 2017, volti a evitare sovvenzioni che creino distorsioni del mercato; si rammarica tuttavia del fatto che la delegazione cinese non abbia fornito dati relativi alla capacità; esorta la RPC a onorare il suo impegno di identificare e divulgare i dati relativi alle sovvenzioni e alle misure di sostegno alle industrie dell'acciaio e dell'alluminio entro giugno 2018; riconosce il nesso esistente tra la sovraccapacità industriale globale e l'aumento delle misure commerciali protezionistiche e continua a esortare alla cooperazione multilaterale al fine di affrontare le questioni strutturali alla base dell'eccesso di capacità; si compiace dell'azione tripartita proposta dagli Stati Uniti, dal Giappone e dall'UE a livello dell'OMC;

40.  sottolinea l'importanza di un ambizioso accordo tra l'UE e la RPC in materia di indicazioni geografiche (IG), basato sui più rigorosi standard internazionali; si compiace della dichiarazione congiunta UE-RPC del 2017 sull'elenco delle 200 indicazioni geografiche cinesi ed europee la cui tutela sarà oggetto di negoziati; ritiene tuttavia che, visto che i negoziati sono stati avviati nel 2010, tale elenco rappresenti un risultato mediocre e si rammarica dell'assenza di progressi in tale direzione; chiede una rapida conclusione dei negoziati e invita entrambe le parti a considerare il prossimo vertice UE-RPC un'ottima occasione per compiere progressi effettivi a tal fine; insiste sulla necessità di continuare a cooperare nell'ambito delle misure sanitarie e fitosanitarie (SPS) allo scopo di ridurre gli oneri che gravano sugli esportatori dell'UE;

41.  accoglie con favore la decisione della Cina di prorogare di un anno l'attuazione di nuove certificazioni per prodotti alimentari e bevande importati, che avrebbero drasticamente ridotto le importazioni alimentari dall'UE; si compiace inoltre della proroga all'attuazione delle nuove norme per i veicoli elettrici e chiede un dialogo reale e un maggiore coordinamento in merito a tali iniziative;

42.  raccomanda all'UE e al governo cinese di avviare un'iniziativa congiunta in seno al G20 per istituire un Forum mondiale sull'eccesso di capacità produttiva di alluminio, con il mandato di occuparsi dell'intera catena del valore dei comparti della bauxite, dell'allumina e dell'alluminio, compresi i prezzi delle materie prime e gli aspetti ambientali.

43.  invita la Commissione a monitorare attivamente le misure cinesi di distorsione del commercio che incidono sulla posizione delle imprese dell'UE nei mercati mondiali e ad adottare misure appropriate in seno all'OMC e in altre sedi, anche attraverso azioni di risoluzione delle controversie;

44.  rileva che è in fase di stesura una nuova legge cinese sugli investimenti esteri; esorta le parti interessate cinesi a perseguire la trasparenza, la responsabilità, la prevedibilità e la certezza giuridica e a tenere conto delle proposte e delle aspettative dell'attuale dialogo UE-Cina sulle relazioni commerciali e d'investimento;

45.  esprime preoccupazione per la nuova legge sulla sicurezza informatica, che comprende tra l'altro nuovi ostacoli normativi per le società straniere che vendono apparecchiature e servizi di telecomunicazione e informatici; deplora che tali misure di recente adozione, unite alla creazione di gruppi appartenenti al partito comunista cinese all'interno delle imprese private, tra cui quelle straniere, e a misure quali la legge sulle ONG, rendano il contesto imprenditoriale generale della RPC più ostile agli operatori economici esteri e privati;

46.  rileva che nel 2016 il sistema bancario della RPC è risultato il più grande al mondo, superando quello della zona euro; invita la RPC a consentire alle imprese bancarie estere di competere su un piano di parità con gli istituti nazionali e di cooperare con l'UE nel settore della regolamentazione finanziaria; accoglie con favore la decisione della RPC di ridurre le tariffe su 187 beni di consumo e rimuovere i limiti imposti alla partecipazione di capitale straniero nelle banche;

47.  ricorda la sua relazione del 2015 sulle relazioni tra l'UE e la RPC con cui chiedeva l'avvio di negoziati per un accordo bilaterale di investimento con Taiwan; sottolinea che la Commissione ha annunciato in più di un'occasione l'avvio di negoziati sugli investimenti con Hong Kong e Taiwan e ritiene deplorevole che tali negoziati non siano ancora iniziati; ribadisce il proprio sostegno a un accordo bilaterale di investimento con Taiwan e Hong Kong; riconosce che entrambe le parti potrebbero fungere da trampolino di lancio verso la Cina per le imprese dell'UE;

48.  invita la Commissione ad agire di concerto con gli Stati membri dell'UE e, in consultazione col Parlamento europeo, a formulare una posizione europea unitaria e una strategia economica comune a riguardo della RPC; invita tutti gli Stati membri ad aderire in modo coerente a tale strategia;

49.  sottolinea le potenziali conseguenze che il sistema di credito sociale proposto può comportare per il contesto imprenditoriale e chiede che la sua attuazione avvenga in modo trasparente, giusto ed equo;

50.  accoglie con favore i progressi legislativi compiuti a livello unionale in merito al regolamento (UE) 2017/821 che stabilisce obblighi in materia di dovere di diligenza nella catena di approvvigionamento per gli importatori dell'Unione di stagno, tantalio e tungsteno, dei loro minerali, e di oro, originari di zone di conflitto o ad alto rischio, e si compiace delle analoghe leggi cinesi in materia di minerali provenienti da zone di conflitto, che mirano a garantire che il commercio di detti minerali non finanzi conflitti armati; sottolinea la necessità di impedire che i minerali dei conflitti vengano impiegati nei nostri telefoni cellulari, nelle automobili e nei gioielli; invita la Commissione e il governo cinese a istituire una cooperazione strutturata per sostenere l'attuazione della nuova legislazione e impedire efficacemente che le fonderie e i raffinatori globali, sia cinesi che dell'UE, utilizzino i minerali dei conflitti, e li sollecita altresì a proteggere dagli abusi i lavoratori delle miniere, compresi i minori, e a chiedere alle imprese dell'UE e cinesi di garantire che questi minerali e metalli siano importati solo da fonti responsabili.

51.  osserva che, al 19° congresso del Partito svoltosi nell'ottobre 2017 e nel corso dell'ultima sessione dell'ANP, il segretario generale e presidente Xi Jinping ha rafforzato la sua posizione di forza nel partito, creando le condizioni per una proroga illimitata del suo mandato, e ha aumentato il controllo degli organi di partito sull'apparato statale e sull'economia, compresa l'istituzione di cellule del partito nelle imprese straniere; prende atto che la relativa trasformazione del sistema politico della RPC è accompagnata da un ulteriore cambiamento di orientamento politico verso una politica basata su una stretta sorveglianza in tutti i settori;

52.  sottolinea che la creazione della commissione nazionale di sorveglianza, giuridicamente equiparabile ai tribunali e alla procura, costituisce un drastico passaggio verso la fusione delle funzioni statali e di partito, in quanto istituisce un organismo di sorveglianza statale, che prende ordini dalla commissione centrale per l'ispezione disciplinare (CCDI) del Partito, con cui inoltre condivide uffici e personale; è preoccupato per le considerevoli ripercussioni sul piano personale che tale estensione della sorveglianza da parte del Partito può avere per un'ampia platea di persone, dal momento che la campagna anticorruzione potrà essere ampliata in modo da perseguire non soltanto i membri del partito ma anche i funzionari statali, dai dirigenti delle imprese statali ai docenti universitari e ai direttori delle scuole dei villaggi;

53.  osserva che, sebbene il sistema di credito sociale sia ancora in via di realizzazione, il punto nodale dell'attuale fase di attuazione è costituito dalle liste nere dei privati e delle aziende non conformi e dalle "liste rosse" dei privati e delle imprese eccellenti, e la logica generale è quella di punire i trasgressori inseriti nelle prime e di premiare chi è incluso nelle seconde; osserva che, all'inizio del 2017, la Suprema corte del popolo cinese ha dichiarato che a più di sei milioni di cittadini cinesi era stato vietato di viaggiare in aereo a seguito di "misfatti sociali"; respinge con fermezza la prassi di segnalare e svergognare pubblicamente le persone fisiche e giuridiche inserite nelle liste nere come parte integrante del sistema di credito sociale; sottolinea l'importanza e la necessità di un dialogo tra le istituzioni dell'UE e le loro controparti cinesi su tutte le conseguenze sociali gravi degli attuali piani centrali e degli esperimenti locali del sistema di credito sociale;

54.  esprime preoccupazione per i sistemi di sorveglianza di massa del ciberspazio della Cina e chiede l'adozione di una regolamentazione che preveda diritti azionabili per la tutela della vita privata; condanna la repressione in atto nei confronti della libertà di Internet da parte delle autorità cinesi, in particolare riguardo alla libertà di accesso ai siti web stranieri, e si rammarica della politica di autocensura adottata da alcune imprese occidentali che operano in Cina; ricorda che in Cina otto dei 25 siti web più popolari al mondo, tra cui i siti web di importanti aziende informatiche, sono bloccati;

55.  osserva che la dichiarazione di Xi riguardo all'importanza fondamentale della "stabilità a lungo termine" nella regione dello Xinjiang per il successo della BRI ha portato all'intensificazione delle strategie di controllo esistenti da tempo mediante una serie di innovazioni tecnologiche e al rapido aumento della spesa per la sicurezza nazionale, nonché all'impiego di misure antiterrorismo per criminalizzare il dissenso e i dissidenti, attraverso l'applicazione di una definizione ampia di terrorismo; è preoccupato per l'attuazione da parte dello Stato cinese di misure atte a garantire la "vigilanza globale" della regione attraverso l'installazione della sorveglianza elettronica "Skynet" cinese nelle principali aree urbane, l'installazione di sistemi GPS su tutti i veicoli a motore, l'uso di scanner per il riconoscimento facciale presso i posti di controllo, le stazioni ferroviarie e le stazioni di servizio e un'azione di raccolta di campioni di sangue da parte della polizia dello Xinjiang per ampliare ulteriormente la banca dati cinese del DNA; esprime profonda preoccupazione per l'invio di migliaia di uiguri e persone di etnia kazaka a "campi di rieducazione" politica sulla base dell'analisi dei dati raccolti con un sistema di "azioni preventive di polizia", anche per il fatto di essersi recati all'estero o di essere stati giudicati troppo devoti; ritiene che l'annuncio di Xi che la BRI "porterà benefici alle persone di tutto il mondo" in quanto si baserà sullo "spirito della Via della seta" di "pace e cooperazione, apertura e inclusività" si discosti molto dalla realtà che gli uiguri e le persone di etnia kazaka vivono nello Xinjiang; esorta le autorità cinesi a liberare le persone presumibilmente arrestate per le loro convinzioni o per le loro pratiche e identità culturali;

56.  sottolinea che il rafforzamento istituzionale e finanziario della diplomazia cinese riflette l'elevata priorità attribuita da Xi Jinping alla politica estera nell'ambito del suo progetto di trasformare la Cina in una potenza mondiale entro il 2049; osserva che il passaggio di responsabilità per quanto riguarda gli affari esteri, che ha avuto luogo durante l'ultima sessione dell'ANP, dimostra il crescente ruolo della politica estera nel processo decisionale del Partito; sottolinea il fatto che l'istituzione dell'agenzia di Stato per la cooperazione internazionale allo sviluppo esprime l'enorme importanza annessa dalla leadership di Xi all'obiettivo di sostenere i propri interessi di sicurezza a livello mondiale attraverso le risorse economiche, ad esempio "servendo meglio" la BRI; conclude pertanto che nei prossimi cinque anni la Cina sarà più presente e più impegnata nei paesi esteri, attraverso iniziative diplomatiche ed economiche, in relazione alle quali l'UE e i suoi Stati membri devono trovare risposte e strategie comuni;

57.  sottolinea l'importanza di garantire la pace e la sicurezza nel Mar cinese meridionale e orientale, ai fini della stabilità nella regione; sottolinea altresì l'importanza di garantire la libertà e la sicurezza della navigazione nella regione per molti Stati asiatici ed europei; osserva che le strutture completate nell'ultimo anno su terre delle isole Spratly e Paracelso nel Mar cinese meridionale includono ampi hangar su piste di atterraggio lunghe 3 chilometri, ricoveri rinforzati per piattaforme missilistiche, grandi aree di stoccaggio sotterranee, numerosi edifici amministrativi, apparecchiature militari di disturbo, estese reti di radar ad alta frequenza e "oltre l'orizzonte" e di sensori e che ciò evidenzia una fase di consolidamento e di ulteriore rafforzamento delle capacità militari e di sorveglianza a vasto raggio, mentre l'ulteriore militarizzazione delle isole tramite l'installazione di piattaforme militari ancora più avanzate potrebbe servire da possibile rappresaglia per nuove azioni legali o una maggiore presenza navale internazionale; invita la Cina e l'ASEAN ad accelerare le consultazioni su un codice di condotta per la soluzione pacifica delle controversie e dei contenziosi in quest'area; insiste affinché la questione sia risolta conformemente al diritto internazionale, sulla base della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS); sottolinea altresì che l'Unione europea e i suoi Stati membri, in quanto parti contraenti dell'UNCLOS, riconoscono il lodo pronunciato dal tribunale arbitrale; ribadisce il suo invito alla Cina affinché accetti il lodo arbitrale del tribunale; sottolinea che l'UE desidera mantenere l'ordine internazionale basato sullo Stato di diritto;

58.  esprime forte preoccupazione per la riduzione dello spazio a disposizione della società civile dalla salita al potere di Xi Jinping nel 2012, in particolare alla luce della legge sulla gestione delle ONG straniere, entrata in vigore il 1° gennaio 2017, che fa gravare su tutte le ONG straniere, compresi i gruppi di riflessione e gli istituti accademici, maggiori oneri amministrativi e una più elevata pressione economica e le pone sotto lo stretto controllo di un'unità di vigilanza affiliata al ministero della Sicurezza pubblica, con conseguenze fortemente negative sulle loro operazioni e sul loro finanziamento; si aspetta che in Cina le ONG europee godano delle stesse libertà di cui le ONG cinesi godono nell'Unione europea; invita le autorità cinesi ad abrogare leggi restrittive come quella sulle ONG straniere, che sono incompatibili con il diritto alla libertà di associazione, di opinione e di espressione;

59.  ribadisce che le autorità cinesi devono garantire che tutte le persone in stato di detenzione siano trattate conformemente alle norme internazionali e abbiano accesso all'assistenza legale e alle cure mediche, in linea con il corpus di principi delle Nazioni Unite per la protezione di tutte le persone sottoposte a qualsiasi forma di detenzione o imprigionamento;

60.  incoraggia la Cina, con l'avvicinarsi del 20° anniversario della sua firma del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, a ratificarlo e a garantirne la completa attuazione, anche ponendo fine a tutte le pratiche abusive e adattando la sua legislazione, ove necessario;

61.  condanna il ricorso alla pena di morte, ricordando che la Cina ha giustiziato più persone di tutti gli altri paesi messi insieme e nel 2016 il paese ha eseguito circa 2 000 condanne a morte; esorta la Cina a far luce sul numero di esecuzioni nel paese e a garantire il rispetto della trasparenza giudiziaria; invita l'UE a intensificare gli sforzi diplomatici e a esigere il rispetto dei diritti umani e l'abolizione della pena di morte;

62.  teme fortemente che il contenuto principale delle nuove norme in materia di religione si tradurrà in una forma di classificazione da parte del governo cinese di tutte le religioni e le associazioni etiche non religiose, autorizzate o non; sottolinea il fatto che molte congregazioni delle chiese domestiche in Cina si rifiutano di aderire, per motivi teologici, al Movimento patriottico protestante e al Consiglio cristiano autorizzati dallo Stato-partito; invita il governo cinese a permettere alle numerose chiese domestiche disposte a registrarsi di farlo direttamente presso il dipartimento governativo per gli Affari civili, affinché siano tutelati i loro diritti e interessi in quanto organizzazioni sociali;

63.  esorta la Cina a rivedere le proprie politiche in Tibet; invita la Cina a rivedere e a modificare le leggi, le regolamentazioni e le misure approvate negli ultimi anni che limitano pesantemente l'esercizio dei diritti civili e politici da parte dei tibetani, compresa la loro libertà di espressione e religiosa; esorta la leadership cinese a seguire politiche di sviluppo e ambientali che rispettino i diritti economici, sociali e culturali dei tibetani e che coinvolgano le popolazioni locali, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite; invita il governo cinese a indagare sui casi aperti di sparizioni forzate, torture e maltrattamenti di tibetani e a rispettare i loro diritti di libertà di associazione, assemblea pacifica, libertà di religione e di credo, in linea con le norme internazionali in materia di diritti umani; sottolinea che la questione del peggioramento della situazione dei diritti umani in Tibet deve essere sollevata sistematicamente in occasione di ogni vertice UE-Cina; invita alla ripresa di un dialogo costruttivo e pacifico tra le autorità cinesi e i rappresentanti del popolo tibetano; esorta la Cina a garantire a diplomatici, giornalisti e cittadini dell'UE accesso illimitato al Tibet in reciprocità con l'accesso libero e aperto a tutti i territori degli Stati membri dell'UE di cui godono i viaggiatori cinesi; invita le autorità cinesi a permettere ai tibetani in Tibet di viaggiare liberamente e a rispettare il loro diritto alla libertà di circolazione; esorta le autorità cinesi a permettere a osservatori indipendenti, compreso l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, di accedere al Tibet; esorta le istituzioni dell'UE a prendere in seria considerazione la questione dell'accesso al Tibet nelle discussioni relative all'accordo di facilitazione dei visti fra l'UE e la Cina;

64.  osserva che la relazione annuale 2017 sulla Regione amministrativa speciale di Hong Kong (RAS) da parte dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione europea conclude che, nonostante qualche problema, nel complesso il principio "un paese, due sistemi" ha funzionato bene, che il principio dello Stato di diritto è stato ampiamente applicato e che la libertà di espressione e la libertà di informazione sono generalmente rispettate, ma che tuttavia la relazione esprime anche preoccupazioni per la graduale erosione del principio "un paese, due sistemi", che fa sorgere domande legittime in merito alla sua applicazione e all'elevato livello di autonomia di Hong Kong nel lungo termine; sottolinea che la relazione annuale segnala che due tendenze negative concernenti la libertà di espressione e la libertà di informazione si sono rafforzate, vale a dire l'autocensura nell'informazione sugli sviluppi della politica nazionale ed estera della Cina e le pressioni sui giornalisti; sostiene pienamente l'incoraggiamento dell'UE alla RAS di Hong Kong e alle autorità del governo centrale a rilanciare il processo di riforma elettorale conformemente alla legge fondamentale e a raggiungere un accordo su un sistema elettorale democratico, equo, aperto e trasparente; sottolinea che la popolazione di Hong Kong ha il diritto legittimo di continuare a poter contare su un sistema giudiziario affidabile, sulla preminenza dello Stato di diritto e su bassi livelli di corruzione, sulla trasparenza, sui diritti umani, sulla libertà di opinione e su standard elevati di salute pubblica e sicurezza; sottolinea che il pieno rispetto dell'autonomia di Hong Kong potrebbe servire da modello per un processo di profonde riforme politiche democratiche in Cina e per la graduale liberalizzazione e apertura della società cinese;

65.  chiede che l'UE e i suoi Stati membri si adoperino al massimo per esortare la RPC a evitare ulteriori provocazioni militari nei confronti di Taiwan e a non minacciare la pace e la stabilità nello stretto di Taiwan; sottolinea che tutte le controversie tra le due sponde dello stretto dovrebbero essere risolte con mezzi pacifici sulla base del diritto internazionale; esprime preoccupazione per la decisione unilaterale della Cina di iniziare a utilizzare nuove rotte aeree sopra allo stretto di Taiwan; incoraggia la ripresa dei dialoghi ufficiali tra Pechino e Taipei; ribadisce il suo costante sostegno a una partecipazione significativa di Taiwan a organizzazioni internazionali come l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e l'Organizzazione per l'aviazione civile internazionale (ICAO), in quanto la continua esclusione del paese non è in linea con gli interessi dell'UE;

66.  ricorda che in qualità di maggiore partner commerciale e principale fonte di alimenti ed energia della Corea del Nord, la Cina continua a svolgere un ruolo essenziale nell'affrontare, insieme alla comunità internazionale, le provocazioni sempre più minacciose a livello mondiale della Corea del Nord; accoglie pertanto con favore la recente propensione della Cina ad applicare alcune delle sanzioni internazionali contro Pyongyang, compresa la sospensione delle importazioni di carbone dalla Corea del Nord e la limitazione delle attività finanziarie da parte di individui e imprese nordcoreani, nonché le restrizioni commerciali sui prodotti tessili e i prodotti ittici; si compiace inoltre degli sforzi di Pechino per avviare un dialogo con Pyongyang; esorta l'UE a parlare con una sola voce riguardo alla Cina al fine di svolgere un ruolo costruttivo a sostegno dell'imminente vertice intercoreano e del vertice Corea del Nord-USA, allo scopo di contribuire attivamente alla denuclearizzazione verificabile della Corea del Nord e al raggiungimento di una pace permanente nella penisola coreana;

67.  elogia la Cina per avere aderito alle sanzioni nei confronti della Corea del Nord; invita la Cina a contribuire in modo costruttivo alla risoluzione della situazione nella penisola coreana e a continuare ad applicare le sanzioni contro la Corea del Nord finché tale paese avrà fatto progressi significativi nella rinuncia alle armi nucleari, avrà cambiato la retorica nei confronti della Corea del Sud e del Giappone e avrà iniziato a rispettare i diritti umani;

68.  sottolinea l'importanza degli sforzi della Cina finalizzati al raggiungimento della pace, della sicurezza e della stabilità nella penisola coreana;

69.  accoglie con favore i contributi della Cina alle attività di mantenimento della pace delle Nazioni Unite e dell'Unione africana; osserva che l'UE intende intensificare il suo impegno con la Cina riguardo a questioni di politica estera e di sicurezza, incoraggiando la Cina a mobilitare le sue risorse diplomatiche e di altro tipo per sostenere la sicurezza internazionale, e contribuire alla pace e alla sicurezza dei paesi del vicinato dell'UE sulla base del diritto internazionale; fa notare che la cooperazione con la Cina nei settori del controllo delle esportazioni, del disarmo, della non proliferazione e della denuclearizzazione della penisola coreana è essenziale per garantire la stabilità nella regione dell'Asia orientale;

70.  accoglie con favore l'obiettivo della Cina di diventare un'economia sostenibile; sottolinea che l'UE può sostenere il programma di riforme economiche della Cina grazie al suo know-how; sottolinea altresì che la Cina è un partner fondamentale per l'UE nell'affrontare i cambiamenti climatici e le sfide ambientali mondiali; intende collaborare con la Cina per accelerare l'attuazione dell'accordo di Parigi sul clima;

71.  accoglie con favore le riforme intraprese dalla Cina sin dall'adozione dell'approccio della "civilizzazione ecologica"; ritiene che riforme quali la concessione di uno status speciale alle ONG ambientali da parte dei tribunali, gli audit dell'impatto ambientale delle attività dei funzionari e i cospicui investimenti nella mobilità elettrica e nell'energia pulita vadano nella giusta direzione;

72.  si compiace del piano d'azione della Cina del 2016 che mira a contrastare la resistenza antimicrobica; pone l'accento sull'importanza della cooperazione tra la Cina, responsabile della metà del consumo annuo mondiale di farmaci antimicrobici, e l'UE nel contrastare tale minaccia globale; insiste sul fatto che negli accordi commerciali bilaterali UE-Cina dovrebbero essere incluse disposizioni sul benessere degli animali;

73.  prende atto della decisione della Cina di vietare l'importazione di rifiuti solidi, il che sottolinea l'importanza attribuita al processo di progettazione, produzione, riparazione, riutilizzo e riciclaggio dei prodotti, con particolare enfasi sulla produzione e sull'uso della plastica; ricorda il recente tentativo della Cina di vietare le esportazioni di elementi delle terre rare e invita la Commissione a tenere conto dell'interdipendenza che caratterizza le economie mondiali nell'attribuire priorità alle politiche unionali;

74.  ritiene che vi siano i presupposti, l'interesse e la necessità di una cooperazione UE-ASEAN per elaborare una strategia comune in materia di economia circolare; ritiene che la Cina possa svolgere un ruolo chiave nel promuovere detta iniziativa in seno all'ASEAN;

75.  sostiene che la Cina e l'Unione europea trarranno beneficio dalla promozione della sostenibilità nelle loro economie e dallo sviluppo di una bioeconomia circolare multisettoriale e sostenibile;

76.  accoglie con favore l'accordo per il rafforzamento della cooperazione nella ricerca e nell'innovazione sulle iniziative faro, quali quelle relative ai prodotti alimentari, all'agricoltura e alle biotecnologie, all'ambiente e all'urbanizzazione sostenibile, ai trasporti di superficie, al trasporto aereo più sicuro ed ecologico e alle biotecnologie per l'ambiente e la salute umana, concordate durante il terzo dialogo UE-Cina per la cooperazione nell'innovazione del giugno 2017, e la corrispondente tabella di marcia per la cooperazione UE-Cina in campo scientifico e tecnologico a partire da ottobre 2017; invita l'UE e la Cina a proseguire tali sforzi e a mettere in pratica i risultati dei progetti di ricerca e sviluppo;

77.  sottolinea che l'UE e la Cina dipendono fortemente dai combustibili fossili e ne consumano, insieme, circa un terzo del totale globale, il che colloca la Cina al primo posto nella classifica dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) relativa all'inquinamento atmosferico mortale; sottolinea che un aumento del commercio di prodotti della bioeconomia realizzati a partire da materiali rinnovabili può contribuire a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili delle economie della Cina e dell'Unione europea; invita l'UE e la Cina ad approfondire le loro relazioni in altri settori della mitigazione delle emissioni di gas a effetto serra quali la mobilità elettrica, le energie rinnovabili e l'efficienza energetica, a portare avanti e ampliare la tabella di marcia UE-Cina sulla cooperazione energetica dopo il 2020 e a intensificare gli sforzi comuni per la definizione di strumenti di finanza verde, in particolare a favore del clima; invita la Cina e l'UE a valutare e portare avanti la pianificazione e lo sviluppo di linee elettriche transfrontaliere utilizzando la tecnologia della corrente continua ad alta tensione, al fine di rendere le fonti di energia rinnovabile maggiormente accessibili;

78.  incoraggia l'UE e la Cina a proseguire la loro collaborazione in materia di urbanizzazione sostenibile, anche in ambiti quali i trasporti puliti, il miglioramento della qualità dell'aria, l'economia circolare e la progettazione ecocompatibile; sottolinea l'esigenza di ulteriori misure di protezione ambientale, tenendo conto che oltre il 90 % delle città non rispetta la norma nazionale relativa alla concentrazione di inquinamento dell'aria pari a 2,5 PM, e che in Cina più di un milione di persone muore ogni anno a causa di patologie legate all'inquinamento atmosferico;

79.  pone l'accento sul fatto che l'UE e la Cina condividono un interesse reciproco a promuovere lo sviluppo a basse emissioni di carbonio e a risolvere la questione delle emissioni di gas a effetto serra in un mercato dell'energia trasparente, pubblico e adeguatamente regolamentato; crede nel valore dei partenariati strategici UE-Cina quali strumenti necessari per attuare l'accordo di Parigi e contrastare efficacemente i cambiamenti climatici; invita l'UE e la Cina a utilizzare il loro peso politico per far avanzare l'attuazione dell'accordo di Parigi nonché l'Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile e gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), e invita ad adottare un approccio cooperativo alla conferenza delle parti dell'UNFCCC e in occasione del Forum politico di alto livello delle Nazioni Unite; chiede a entrambe le parti di adottare una dichiarazione comune sull'azione per il clima a dimostrazione dell'impegno condiviso per un'incisiva attuazione dell'accordo di Parigi e un'attiva partecipazione al dialogo di Talanoa nel 2018 e alla COP24; incoraggia entrambe le parti a svolgere un ruolo responsabile nell'ambito dei negoziati internazionali, contribuendo all'obiettivo di limitare il riscaldamento globale mediante le rispettive politiche interne in materia di clima e fornendo contributi finanziari per raggiungere l'obiettivo di destinare 100 miliardi di USD l'anno a favore della mitigazione e dell'adattamento entro il 2020;

80.  accoglie con favore l'istituzione del sistema di scambio di quote di emissione a livello nazionale in Cina nel dicembre 2017; prende atto della proficua cooperazione tra l'UE e la Cina nella fase di preparazione che ha consentito di adottare tale sistema; riconosce la volontà della dirigenza cinese di ridurre le emissioni di gas serra e attende i risultati dei lavori in corso in materia di controllo, segnalazione e verifica, essenziali per il buon funzionamento del sistema; sottolinea l'importanza di un'azione relativa al cambiamento climatico in tutti i settori dell'economia e si compiace dell'intenzione di ampliare il suo campo di applicazione al fine di includere i settori dell'industria e migliorare i regimi commerciali del sistema; invita l'UE e la Cina a continuare a collaborare nell'ambito del progetto di cooperazione per lo sviluppo del mercato cinese del carbonio, affinché diventi uno strumento efficace per la definizione di incentivi significativi per la riduzione delle emissioni e sia maggiormente allineato al sistema di scambio di quote di emissione dell'UE; invita entrambe le parti a promuovere maggiormente i meccanismi di fissazione del prezzo del carbonio in altri paesi e regioni avvalendosi delle loro esperienze e competenze, scambiandosi migliori prassi e impegnandosi a rafforzare la cooperazione tra i mercati del carbonio esistenti onde lavorare alla creazione di condizioni concorrenziali paritarie;

81.  auspica che la Cina disgiunga la crescita economica dal degrado ambientale integrando la protezione della biodiversità nelle sue attuali strategie globali, agevolando il conseguimento dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, nonché attuando con efficacia il divieto di commercio di avorio; riconosce il lavoro svolto dal meccanismo di coordinamento bilaterale UE-Cina sull'applicazione delle normative e governance nel settore forestale (FLEG) per combattere il disboscamento illegale a livello mondiale; esorta la Cina, tuttavia, a indagare sui considerevoli scambi di legname non documentato tra i paesi firmatari dell'accordo di partenariato volontario FLEGT e la Cina;

82.  raccomanda l'adozione degli orientamenti politici vincolanti della Cina sugli investimenti esteri responsabili nel settore forestale, da attuarsi congiuntamente ai paesi fornitori, coinvolgendo le società cinesi nella lotta al commercio illegale di legname;

83.  si compiace che la Cina e l'UE abbiano sottoscritto un protocollo di intesa sulle politiche dell'acqua, con lo scopo di rafforzare il dialogo sullo sviluppo e l'applicazione della legislazione per la tutela delle risorse idriche; sostiene fortemente la dichiarazione di Turku del settembre 2017 firmata dall'UE e dalla Cina, la quale evidenzia che il buon governo dell'acqua deve dare priorità all'ecologia e allo sviluppo verde, mettere in primo piano la conservazione dell'acqua e ripristinare gli ecosistemi idrici; sottolinea che il protocollo d'intesa sulla creazione di un dialogo UE-Cina in materia di politica idrica non solo arricchisce i contenuti del partenariato strategico UE-Cina, ma precisa anche la direzione, la portata, la metodologia e le disposizioni finanziarie della cooperazione;

84.  riconosce il ruolo chiave svolto dal progetto di cooperazione tra le organizzazioni europee e cinesi finanziato dalla Commissione e attuato nel periodo 2014-2017 a titolo dello strumento per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare (INSC), nel valutare le norme e disposizioni per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari in Cina e nel rafforzare le capacità del China Nuclear Power Technology Research Institute (Istituto di ricerca sulle tecnologie nucleari) in materia di orientamenti per la gestione degli incidenti gravi;

85.  incoraggia gli investitori cinesi ed europei ad adottare norme globali più efficaci in materia di responsabilità sociale e ambientale, nonché a migliorare le norme di sicurezza delle loro industrie estrattive in tutto il mondo; ribadisce che, per quanto concerne i negoziati per un accordo globale sugli investimenti con la Cina, l'Unione europea è chiamata a sostenere le iniziative di sviluppo sostenibile incoraggiando gli investimenti responsabili e promuovendo le norme fondamentali in materia di ambiente e lavoro; chiede alle autorità cinesi ed europee di predisporre incentivi per incoraggiare le società minerarie cinesi ed europee a condurre le loro attività nei paesi in via di sviluppo nel rispetto delle norme internazionali in materia di diritti umani e a promuovere gli investimenti nel rafforzamento delle capacità per il trasferimento di conoscenze e tecnologie, nonché l'assunzione di manodopera locale;

86.  accoglie con favore l'annuncio da parte della Cina, nel quadro del vertice "One Planet" del dicembre 2017, di rendere più trasparenti gli impatti ambientali delle società in Cina e degli investimenti cinesi all'estero; teme che progetti infrastrutturali della Cina, quali l'iniziativa "One Belt, One Road"(OBOR), possano ripercuotersi negativamente sull'ambiente e sul clima e comportare un maggiore uso di combustibili fossili in altri paesi coinvolti o interessati dallo sviluppo infrastrutturale; invita le istituzioni e gli Stati membri dell'UE a condurre valutazioni d'impatto ambientale e a inserire clausole di sostenibilità in tutti i progetti di cooperazione nell'ambito dell'iniziativa OBOR; insiste affinché venga istituita una commissione congiunta, composta dai rappresentanti dei paesi coinvolti e dei paesi terzi, per monitorare l'impatto sull'ambiente e sul clima; accoglie con favore l'iniziativa della Commissione e del SEAE di elaborare una strategia UE-Asia in materia di connettività nella prima metà del 2018; insiste sul fatto che detta strategia debba prevedere un forte impegno a favore della sostenibilità, della tutela dell'ambiente e dell'azione per il clima;

87.  accoglie con favore i progressi compiuti dalla Cina nel migliorare le norme di sicurezza alimentare, essenziali per tutelare i consumatori cinesi ed evitare frodi alimentari; sottolinea che la migliore responsabilizzazione dei consumatori costituisce un importante passo verso l'emergere di una cultura del consumatore in Cina;

88.  invita le forze di polizia e le autorità incaricate dell'applicazione della legge in Cina e nell'UE ad adottare azioni comuni di controllo dell'esportazione di sostanze stupefacenti e a condividere dati di intelligence sul traffico di droga mediante lo scambio di informazioni al fine di identificare i responsabili e le reti criminali; osserva che, secondo lo studio intitolato "Relazione europea sulla droga 2017: tendenze e sviluppi" pubblicato dall'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT), gran parte delle nuove sostanze psicoattive disponibili in Europa proviene dalla Cina, e che le nuove sostanze sono prodotte in grossi quantitativi da aziende chimiche e farmaceutiche situate nel paese e vengono poi spedite in Europa, dove sono trasformate in prodotti, confezionate e vendute;

89.  prende atto del fatto che famiglie e singoli individui abbiano deciso di migrare a causa di siccità e altre calamità naturali e che, in risposta a tale situazione, le autorità cinesi abbiano elaborato diversi progetti di ricollocazione su vasta scala; esprime preoccupazione per le notizie provenienti dalla regione Ningxia che segnalano numerosi problemi in relazione alle nuove città e rappresaglie contro le persone che si rifiutano di trasferirsi; è preoccupato per il fatto che gli ambientalisti vengano arrestati, processati e condannati e che le ONG ambientaliste nazionali registrate siano sottoposte a crescenti controlli da parte delle autorità di vigilanza cinesi;

90.  invita la Cina a intensificare le azioni di contrasto per porre fine alla pesca illegale, poiché i pescherecci cinesi continuano a praticare la pesca di frodo in acque straniere, tra cui nel Mare Occidentale della Corea, nel Mar cinese orientale, nel Mar cinese meridionale, nell'Oceano Indiano e perfino nell'America meridionale;

91.  invita gli esportatori cinesi e gli importatori europei a ridurre i residui tossici nell'abbigliamento prodotto in Cina, elaborando opportune normative per la gestione delle sostanze chimiche ed eliminando gradualmente l'uso di piombo, nonilfenoli etossilati (NPE), ftalati, composti perfluorurati (PFC), formaldeide e altre sostanze tossiche presenti nei prodotti tessili.

92.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, al Servizio europeo per l'azione esterna, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e dei paesi in via di adesione e candidati, al governo della Repubblica popolare cinese, al Congresso nazionale del popolo cinese nonché al governo e al Legislative Yuan (parlamento) taiwanesi.

  • [1]  GU L 250 del 19.9.1985, pag. 2.
  • [2]  GU L 6 dell'11.1.2000, pag. 40.
  • [3]  https://www.iom.int/migration-and-climate-change
  • [4]  GU C 239 E del 20.8.2013, pag. 1.
  • [5]  GU C 264 E del 13.9.2013, pag. 33.
  • [6]  GU C 36 del 29.1.2016, pag. 123.
  • [7]  GU C 93 del 24.3.2017, pag. 93.
  • [8]  GU C 443 del 22.12.2017, pag. 83.
  • [9]  Testi approvati, P8_TA(2016)0024.
  • [10]  Testi approvati, P8_TA(2017)0493.
  • [11]  GU C 305 E del 14.12.2006, pag. 219.
  • [12]  GU C 67 E del18.3.2010, pag. 132.
  • [13]  GU C 36 del 29.1.2016, pag. 126.
  • [14]  GU C 181 del 19.5.2016, pag. 45.
  • [15]  GU C 181 del 19.5.2016, pag. 52.
  • [16]  GU C 399 del 24.11.2017, pag. 92.
  • [17]  Testi approvati, P8_TA(2017)0495.
  • [18]  GU C 131 E dell'8.5.2013, pag. 121.
  • [19]  GU C 332 E del 15.11.2013, pag. 69.
  • [20]  GU C 468 del 15.12.2016, pag. 208.
  • [21]  Testi approvati, P8_TA(2016)0505.
  • [22]  Testi approvati, P8_TA(2017)0089.
  • [23]  Testi approvati, P8_TA(2017)0308.
  • [24]  Testi approvati, P8_TA(2018)0014.
  • [25]  GU C 288 E del 25.11.2006, pag. 59.
  • [26]  Y. Zhen, J. Pan, X. Zhang, "Relocation as a policy response to climate change vulnerability in Northern China" (La ricollocazione: una risposta politica alla vulnerabilità al cambiamento climatico nella Cina settentrionale), ISSC e UNESCO, 2013, in "World Social Science Report 2013 Changing Global Environments" (Relazione mondiale di scienze sociali 2013 – Ambienti globali in evoluzione), pagg. 234-241.

PARERE della commissione per il commercio internazionale (29.5.2018)

destinato alla commissione per gli affari esteri

sullo stato delle relazioni UE-Cina
(2017/2274(INI))

Relatore per parere: Iuliu Winkler

SUGGERIMENTI

La commissione per il commercio internazionale invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  osserva che la Repubblica popolare cinese, in prosieguo RPC, è il secondo partner commerciale dell'UE e che l'UE è il principale partner commerciale della RPC; sottolinea che gli scambi commerciali tra i due partner sono in costante crescita, ma ritiene che la bilancia commerciale penda a favore della RPC; chiede di adottare un approccio collaborativo e un atteggiamento costruttivo al fine di affrontare con efficacia le questioni di interesse e sfruttare il grande potenziale del commercio UE-RPC; sollecita la Commissione a intensificare la cooperazione e il dialogo con la RPC;

2.  sottolinea che recenti indagini hanno rilevato che dal 2008 la Cina ha acquisito attività in Europa per un valore di 318 miliardi di dollari; osserva che queste cifre non comprendono numerose fusioni, investimenti e joint venture;

3.  rileva che la RPC è un importante attore commerciale a livello globale e che l'ampio mercato del paese potrebbe in principio costituire, alla luce dell'attuale contesto mondiale del commercio, una buona opportunità per le imprese dell'UE; ricorda che le società cinesi, comprese le imprese statali, beneficiano della grande apertura dei mercati dell'UE; riconosce i notevoli risultati conseguiti dalla RPC nell'affrancare centinaia di milioni di cittadini dalla povertà nel corso degli ultimi quattro decenni;

4.  osserva che gli investimenti diretti esteri (IDE) dell'UE nella RPC sono costantemente diminuiti dal 2012, in particolare nel settore manifatturiero tradizionale, con un parallelo aumento degli investimenti nei servizi ad alta tecnologia, nei servizi pubblici, nei servizi agricoli e nei servizi del settore delle costruzioni, mentre gli investimenti cinesi nell'UE hanno subito un incremento esponenziale nel corso degli ultimi anni; riconosce che dal 2016 la RPC è divenuta un investitore netto nell'UE; prende atto che nel 2017 il 68 % degli investimenti cinesi in Europa proveniva da imprese statali; esprime preoccupazione per le acquisizioni orchestrate dallo Stato che potrebbero ostacolare gli interessi strategici europei, gli obiettivi di sicurezza pubblica, la competitività e l'occupazione;

5.  accoglie con favore la proposta della Commissione relativa a un meccanismo di controllo degli IDE nei settori della sicurezza e dell'ordine pubblico, che rappresenta uno degli sforzi dell'UE per adeguarsi a un ambiente globale in evoluzione, senza rivolgersi specificamente a nessuno dei partner commerciali internazionali dell'UE nello specifico; avverte che è opportuno che il meccanismo non conduca a una forma di protezionismo dissimulato; chiede tuttavia che venga adottato senza indugio;

6.  si compiace degli impegni assunti dal presidente Xi Jinping volti ad aprire ulteriormente il mercato cinese agli investitori esteri e a migliorare il contesto degli investimenti, completare la revisione dell'elenco negativo degli investimenti esteri e abolire le restrizioni introdotte per le società europee, rafforzare la tutela dei diritti di proprietà intellettuale, nonché ad assicurare condizioni di parità rendendo il mercato cinese più trasparente e maggiormente regolamentato; chiede che tali impegni siano onorati;

7.  ricorda l'importanza di porre fine a tutte le pratiche discriminatorie contro gli investitori stranieri; ribadisce, a tal riguardo, che tali riforme andranno a vantaggio delle imprese sia cinesi che europee, in particolare delle microimprese e delle piccole e medie imprese (MPMI);

8.  invita la Commissione a promuovere il nuovo regolamento generale sulla protezione dei dati dell'Unione (RGPD) quale norma fondamentale nelle sue relazioni commerciali con la Cina; sottolinea la necessità di un dialogo sistematico tra la Cina e altri partner dell'OMC in merito ai requisiti normativi connessi alla digitalizzazione delle nostre economie e ai molteplici effetti su scambi, filiere produttive, servizi digitali transfrontalieri, stampa 3D, modelli di consumo, pagamenti, imposte, protezione dei dati personali, questioni relative ai diritti di proprietà, fornitura e protezione di servizi audiovisivi, media, contatti interpersonali;

9.  invita la RPC ad accelerare il processo di adesione all'accordo sugli appalti pubblici dell'OMC e a presentare un'offerta di adesione per consentire alle imprese europee un accesso al suo mercato, equivalente a quello di cui beneficiano già le imprese cinesi nell'Unione europea; si rammarica che il mercato cinese degli appalti pubblici rimanga in larga misura chiuso ai fornitori stranieri, il che discrimina le imprese europee e impedisce loro di accedere al mercato cinese; invita la RPC a consentire un accesso non discriminatorio alle imprese e ai lavoratori europei nel settore degli appalti pubblici; invita il Consiglio ad adottare rapidamente lo strumento per gli appalti internazionali; esorta la Commissione a essere vigile nei confronti degli appalti aggiudicati a imprese estere sospettate di pratiche di dumping e a prendere provvedimenti laddove necessario;

10.  chiede che vi sia una cooperazione coordinata con la RPC nell'ambito dell'iniziativa "One Belt, One Road", basata sulla reciprocità, lo sviluppo sostenibile, il buon governo e regole aperte e trasparenti, in particolare per quanto riguarda gli appalti pubblici; si rammarica a tale riguardo che il memorandum d'intesa firmato dal Fondo europeo per gli investimenti e dal Fondo della RPC "Silk Road Fund" (Via della seta) e quello firmato dalla Banca europea per gli investimenti (BEI), dalla Banca asiatica di sviluppo, dalla Banca asiatica per gli investimenti infrastrutturali, dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, dalla Nuova banca di sviluppo e dalla Banca mondiale non hanno ancora migliorato il contesto imprenditoriale per le imprese e i lavoratori europei; deplora l'assenza di valutazioni d'impatto professionali sostenibili in vari progetti relativi all'iniziativa "One Belt, One Road" e sottolinea l'importanza della qualità degli investimenti, segnatamente per quanto riguarda gli effetti positivi sull'occupazione, i diritti dei lavoratori, i metodi di produzione rispettosi dell'ambiente e la mitigazione dei cambiamenti climatici, in linea con la governance multilaterale e le norme internazionali;

11.  sostiene i negoziati in corso per un accordo globale di investimento tra l'UE e la RPC, avviati nel 2013, e invita la RPC a impegnarsi maggiormente nel processo; esorta entrambe le parti a rinnovare gli sforzi per far progredire i negoziati volti a realizzare un'autentica parità di condizioni per le imprese e i lavoratori europei e garantire la reciprocità nell'accesso al mercato, impegnandosi a fissare disposizioni specifiche per le PMI e gli appalti pubblici; sollecita altresì entrambe le parti a cogliere l'opportunità fornita dall'accordo di investimento per intensificare la cooperazione nei settori dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori e a inserire nel testo un capitolo sullo sviluppo sostenibile;

12.  ricorda che le imprese dell'UE sono soggette a un numero crescente di misure restrittive di accesso al mercato della RPC a causa di obblighi in materia di joint venture in numerosi settori industriali e di ulteriori requisiti tecnici discriminatori, tra cui la localizzazione forzata dei dati e la divulgazione del codice sorgente, nonché le norme di regolamentazione per le società di proprietà estera; si compiace, in questo contesto, della comunicazione relativa a diverse misure per promuovere l'ulteriore apertura e l'utilizzo attivo degli investimenti esteri, rilasciata dal consiglio di Stato della RPC nel 2017; deplora tuttavia la mancanza di scadenze per conseguirne gli obiettivi; invita pertanto le autorità cinesi a concretizzare rapidamente tali impegni;

13.  invita l'UE, gli Stati membri e la Cina a intensificare la loro cooperazione per costruire economie circolari, poiché tale urgente necessità è diventata ancora più evidente in seguito alla legittima decisione della Cina di vietare l'importazione di rifiuti di plastica dall'Europa; invita entrambi i partner a intensificare la cooperazione economica e tecnologica onde evitare che le filiere di produzione, il commercio, i trasporti e i servizi turistici globali generino un livello intollerabile di inquinamento causato da un inaccettabile accumulo di plastica negli oceani;

14.  invita la RPC ad ambire a un ruolo responsabile sulla scena mondiale, nella piena consapevolezza delle responsabilità che emergono dalla sua presenza economica e dalle sue prestazioni nei paesi terzi e sui mercati globali, fornendo tra l'altro un sostegno attivo al sistema commerciale multilaterale fondato su un insieme di norme e all'OMC; ritiene, nell'attuale contesto delle catene del valore globali, che l'intensificarsi delle tensioni commerciali a livello internazionale debba essere risolto mediante negoziati e ribadisce la necessità di perseguire soluzioni multilaterali; chiede, a tale riguardo, che siano adempiuti gli obblighi sanciti dal protocollo di adesione della RPC all'OMC e che ne siano protetti i meccanismi operativi; pone l'accento sugli obblighi di comunicazione e trasparenza derivanti dagli accordi dell'OMC in materia di sovvenzioni ed esprime preoccupazione per l'attuale pratica che prevede sovvenzioni dirette e indirette alle imprese cinesi; invita a coordinare con i principali partner commerciali dell'UE sforzi comuni e azioni congiunte volti ad affrontare ed eliminare le distorsioni del mercato che interessano gli scambi a livello globale;

15.  deplora il fatto che la RPC, nonostante la conclusione della procedura sulla riforma del metodo di calcolo europeo per i dazi antidumping, non abbia ancora ritirato la denuncia presentata contro l'UE dinanzi all'organo d'appello dell'OMC;

16.  esprime preoccupazione per le crescenti misure tariffarie adottate dalla Cina e dagli Stati Uniti;

17.  esprime preoccupazione per il numero di restrizioni cui sono confrontate le imprese europee in Cina, in particolare le MPMI, incluso il catalogo degli investimenti esteri 2017 e l'elenco negativo relativo alle zone di libero scambio 2017, nonché nei settori compresi nel programma "Made in China 2025"; chiede la rapida riduzione di tali restrizioni al fine di sfruttare appieno il potenziale della cooperazione e delle sinergie tra i programmi relativi all'industria 4.0 in Europa e la strategia "Made in China 2025", data la necessità di ristrutturare i settori produttivi per predisporli a una produzione intelligente, compresa la cooperazione per lo sviluppo e la definizione delle rispettive norme industriali nei consessi multilaterali; ricorda l'importanza di ridurre le sovvenzioni pubbliche nella RPC;

18.  invita la RPC a sospendere la pratica di subordinare sempre più l'accesso al mercato ai trasferimenti forzati di tecnologie, come indicato nel documento di sintesi della Camera di commercio dell'UE in Cina pubblicato nel 2017;

19.  chiede che siano ripresi i negoziati sull'accordo sui beni ambientali (EGA) basandosi sulla proficua cooperazione tra l'UE e la RPC nella lotta ai cambiamenti climatici e sul forte impegno comune nell'attuazione dell'accordo di Parigi; pone l'accento sul potenziale commerciale della cooperazione tecnologica in materia di tecnologie pulite;

20.  osserva con preoccupazione le conclusioni della relazione della Commissione sulla protezione e il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale nei paesi terzi, in cui la RPC viene indicata come motivo principale di preoccupazione; ribadisce la necessità di garantire la protezione dell'economia europea basata sulla conoscenza; invita la RPC a combattere l'uso illecito di licenze europee da parte delle imprese cinesi;

21.  invita la Commissione a prevedere la presenza dell'Unione europea alla manifestazione "China International Import Expo" che si terrà a Shanghai nel novembre 2018 e ad offrire in particolare alle PMI la possibilità di presentare il proprio lavoro in tale sede; invita la Commissione a contattare le camere di commercio, in particolare negli Stati membri attualmente meno coinvolti negli scambi con la Cina, al fine di promuovere tale opportunità;

22.  esprime preoccupazione per le misure statali adottate dalla RPC che hanno causato distorsioni del commercio, compresa la sovraccapacità industriale nel settore delle materie prime, tra cui l'acciaio e l'alluminio; ricorda gli impegni assunti nel corso della prima riunione ministeriale del Forum mondiale sull'eccesso di capacità produttiva di acciaio del 2017, volti a evitare sovvenzioni che creino distorsioni del mercato; si rammarica tuttavia del fatto che la delegazione cinese non abbia fornito dati relativi alla capacità; esorta la RPC a onorare il suo impegno di identificare e divulgare i dati relativi alle sovvenzioni e alle misure di sostegno alle industrie dell'acciaio e dell'alluminio entro giugno 2018; riconosce il nesso esistente tra la sovraccapacità industriale globale e l'aumento delle misure commerciali protezionistiche e continua a esortare alla cooperazione multilaterale al fine di affrontare le questioni strutturali alla base dell'eccesso di capacità; si compiace dell'azione tripartita proposta dagli Stati Uniti, dal Giappone e dall'UE a livello dell'OMC;

23.  sottolinea l'importanza di un ambizioso accordo tra l'UE e la RPC in materia di indicazioni geografiche (IG), basato sui più rigorosi standard internazionali; si compiace della dichiarazione congiunta UE-RPC del 2017 sull'elenco delle 200 indicazioni geografiche cinesi ed europee, la cui tutela sarà oggetto di negoziati; ritiene tuttavia che, visto che i negoziati sono stati avviati nel 2010, tale elenco rappresenti un risultato mediocre e si rammarica dell'assenza di progressi in tale direzione; chiede una rapida conclusione dei negoziati e invita entrambe le parti a considerare il prossimo vertice UE-RPC un'ottima occasione per compiere progressi effettivi a tal fine; insiste sulla necessità di continuare a cooperare nell'ambito delle misure SPS allo scopo di ridurre gli oneri che gravano sugli esportatori dell'UE;

24.  accoglie con favore la decisione della Cina di prorogare di un anno l'attuazione di nuove certificazioni per prodotti alimentari e bevande importati, che avrebbero drasticamente ridotto le importazioni alimentari dall'UE; si compiace inoltre della proroga all'attuazione delle nuove norme per i veicoli elettrici e chiede un dialogo reale e un maggiore coordinamento in merito a tali iniziative;

25.  raccomanda all'Unione e al governo cinese di avviare un'iniziativa congiunta in seno al G20 per istituire un Forum mondiale sull'eccesso di capacità produttiva di alluminio, con il mandato di affrontare l'intera catena del valore dei comparti della bauxite, dell'allumina e dell'alluminio, compresi i prezzi delle materie prime e gli aspetti ambientali.

26.  invita la Commissione a monitorare attivamente le misure cinesi di distorsione del commercio che incidono sulla posizione delle imprese dell'UE nei mercati mondiali e ad adottare misure appropriate in seno all'OMC e in altre sedi, anche attraverso azioni di risoluzione delle controversie;

27.  rileva che è in fase di stesura una nuova legge cinese sugli investimenti esteri; esorta le parti interessate cinesi a perseguire la trasparenza, la responsabilità, la prevedibilità e la certezza giuridica e a tenere conto delle proposte e delle aspettative dell'attuale dialogo UE-Cina sulle relazioni commerciali e d'investimento;

28.  esprime preoccupazione per la nuova legge sulla sicurezza informatica, che comprende tra l'altro nuovi ostacoli normativi per le società straniere che vendono apparecchiature e servizi di telecomunicazione e informatici; deplora che tali misure di recente adozione, unite alla creazione di gruppi appartenenti al partito comunista cinese all'interno delle imprese private, tra cui quelle straniere, e a misure quali la legge sulle ONG, rendano il contesto imprenditoriale generale della RPC più ostile agli operatori economici esteri e privati;

29.  rileva che nel 2016 il sistema bancario della RPC è risultato il più grande al mondo, superando la zona euro; invita la RPC a consentire alle imprese bancarie estere di competere su un piano di parità con le istituzioni nazionali e di cooperare con l'UE nel settore della regolamentazione finanziaria; accoglie con favore la decisione della RPC di ridurre le tariffe su 187 beni di consumo e rimuovere i limiti imposti alla partecipazione di capitale straniero nelle banche;

30.  ricorda la sua relazione del 2015 sulle relazioni tra l'UE e la Cina con cui chiedeva l'avvio di negoziati per un accordo bilaterale di investimento con Taiwan; sottolinea che la Commissione ha annunciato in più di un'occasione l'avvio di negoziati sugli investimenti con Hong Kong e Taiwan e ritiene deplorevole che tali negoziati non siano ancora iniziati; ribadisce il proprio sostegno a un accordo bilaterale di investimento con Taiwan e Hong Kong; riconosce che entrambe le parti potrebbero fungere da trampolino di lancio verso la Cina per le imprese dell'UE;

31.  invita la Commissione ad agire di concerto con gli Stati membri dell'UE e, in consultazione col Parlamento europeo, a formulare una posizione europea unitaria e una strategia economica comune a riguardo della RPC; invita tutti gli Stati membri ad aderire in modo coerente a tale strategia;

32.  sottolinea le potenziali conseguenze che il sistema di credito sociale proposto può comportare per il contesto imprenditoriale e chiede che la sua attuazione avvenga in modo trasparente, giusto ed equo;

33.  accoglie con favore i progressi legislativi compiuti a livello unionale in merito al regolamento (UE) 2017/821 in materia di dovere di diligenza nella catena di approvvigionamento per gli importatori dell'Unione di stagno, tantalio e tungsteno, dei loro minerali, e di oro, originari di zone di conflitto o ad alto rischio, e si compiace delle analoghe leggi cinesi in materia di minerali provenienti da zone di conflitto, che mirano a garantire che il commercio di detti minerali non finanzi conflitti armati; sottolinea la necessità di impedire che i minerali dei conflitti vengano impiegati nei nostri telefoni cellulari, nelle automobili e nei gioielli; invita la Commissione e il governo cinese a istituire una cooperazione strutturata per sostenere l'attuazione della nuova legislazione e impedire efficacemente che le fonderie e i raffinatori globali, sia cinesi che dell'UE, utilizzino i minerali dei conflitti, e li sollecita altresì a proteggere dagli abusi i lavoratori delle miniere, compresi i minori, e a chiedere alle imprese dell'UE e cinesi di garantire che questi minerali e metalli siano importati solo da fonti responsabili.

INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

28.5.2018

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

32

3

2

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Laima Liucija Andrikienė, Tiziana Beghin, David Borrelli, Daniel Caspary, Salvatore Cicu, Santiago Fisas Ayxelà, Christofer Fjellner, Eleonora Forenza, Karoline Graswander-Hainz, Nadja Hirsch, France Jamet, Jude Kirton-Darling, Patricia Lalonde, Danilo Oscar Lancini, Bernd Lange, Emmanuel Maurel, Emma McClarkin, Anne-Marie Mineur, Sorin Moisă, Alessia Maria Mosca, Franz Obermayr, Artis Pabriks, Franck Proust, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Inmaculada Rodríguez-Piñero Fernández, Tokia Saïfi, Helmut Scholz, Joachim Schuster, Joachim Starbatty, Adam Szejnfeld

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Klaus Buchner, Dita Charanzová, Sander Loones, Bolesław G. Piecha, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Ramon Tremosa i Balcells

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Reinhard Bütikofer

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

32

+

ALDE

Dita Charanzová, Nadja Hirsch, Patricia Lalonde, Ramon Tremosa i Balcells

ECR

Sander Loones, Emma McClarkin, Bolesław G. Piecha, Joachim Starbatty

EFDD

Tiziana Beghin

ENF

Franz Obermayr

GUE/NGL

Eleonora Forenza, Helmut Scholz

NI

David Borrelli

PPE

Laima Liucija Andrikienė, Daniel Caspary, Salvatore Cicu, Santiago Fisas Ayxelà, Christofer Fjellner, Sorin Moisă, Artis Pabriks, Franck Proust, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Tokia Saïfi, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Adam Szejnfeld

S&D

Karoline Graswander-Hainz, Jude Kirton-Darling, Bernd Lange, Emmanuel Maurel, Alessia Maria Mosca, Inmaculada Rodríguez-Piñero Fernández, Joachim Schuster

3

-

ENF

Danilo Oscar Lancini

GUE/NGL

Anne-Marie Mineur

VERTS/ALE

Klaus Buchner

2

0

ENF

France Jamet

VERTS/ALE

Reinhard Bütikofer

Significato dei simboli utilizzati:

+  :  favorevoli

-  :  contrari

0  :  astenuti

PARERE della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (2.5.2018)

destinato alla commissione per gli affari esteri

sullo stato delle relazioni UE-Cina
(2017/2274(INI))

Relatore per parere: Stefan Eck

SUGGERIMENTI

La commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

–  vista la normativa sull'imposta per la protezione dell'ambiente adottata dall'Assemblea nazionale del popolo nel dicembre 2016 ed entrata in vigore il 1° gennaio 2018,

–  vista la dichiarazione dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), secondo cui i fattori ambientali incidono sui flussi migratori nazionali e internazionali, in quanto le persone abbandonano i luoghi caratterizzati da condizioni ostili o in deterioramento a causa dell'accelerazione del cambiamento climatico[1],

A.  considerando che la Cina è il mercato in più rapida crescita per i prodotti alimentari dell'UE;

B.  considerando che è evidente che in alcune regioni della Cina i mezzi di sussistenza della popolazione rurale peggioreranno a causa delle variazioni di temperatura e precipitazioni e di altri fenomeni climatici estremi; che il programma di ricollocazione è divenuto un'efficace opzione politica di adattamento per ridurre la vulnerabilità e la povertà causate dal clima[2];

1.  accoglie con favore le riforme intraprese dalla Cina dal momento in cui il paese ha adottato l'approccio della "civilizzazione ecologica"; ritiene che riforme quali la concessione di uno status speciale alle ONG ambientali da parte dei tribunali, gli audit dell'impatto ambientale delle attività dei funzionari e i cospicui investimenti nella mobilità elettrica e nell'energia pulita vanno nella giusta direzione;

2.  si compiace del piano d'azione della Cina del 2016 che mira ad affrontare la resistenza antimicrobica; pone l'accento sull'importanza della cooperazione tra la Cina, responsabile della metà del consumo annuo mondiale di farmaci antimicrobici, e l'UE nel contrastare tale minaccia globale; insiste sul fatto che negli accordi commerciali bilaterali UE-Cina dovrebbero essere incluse disposizioni sul benessere degli animali;

3.  si compiace che gli orientamenti statali incoraggino i cittadini cinesi a ridurre in maniera consistente il loro consumo di carne entro il 2030; incoraggia l'Unione e la Cina a unire le forze per rendere la loro produzione agroalimentare e il loro modello di consumo più sostenibile, di modo da migliorare la sicurezza alimentare globale e la tracciabilità, nonché promuovere l'adozione di un'alimentazione sana, la salute e il benessere degli animali;

4.  prende atto della decisione della Cina di vietare l'importazione di rifiuti solidi, il che sottolinea l'importanza attribuita al processo di progettazione, produzione, riparazione, riutilizzo e riciclaggio dei prodotti, con particolare enfasi sulla produzione e sull'uso della plastica; ricorda il recente tentativo della Cina di vietare le esportazioni di elementi delle terre rare e invita la Commissione a tenere conto dell'interdipendenza che caratterizza le economie mondiali nell'attribuire priorità alle politiche unionali;

5.  ritiene che vi siano i presupposti, l'interesse e la necessità di una cooperazione UE-ASEAN per elaborare una strategia comune in materia di economia circolare; ritiene che la Cina possa svolgere un ruolo chiave nel promuovere detta iniziativa in seno all'ASEAN;

6.  sostiene che la Cina e l'Unione europea trarranno beneficio dalla promozione della sostenibilità nelle loro economie e dallo sviluppo di una bioeconomia circolare multisettoriale e sostenibile;

7.  accoglie con favore l'accordo per il rafforzamento della cooperazione nella ricerca e nell'innovazione sulle iniziative faro in materia di prodotti alimentari, quali quelle relative all'agricoltura e alle biotecnologie, all'ambiente e all'urbanizzazione sostenibile, ai trasporti di superficie, al trasporto aereo più sicuro ed ecologico e alle biotecnologie per l'ambiente e la salute umana, concordate durante il terzo dialogo UE-Cina per la cooperazione nell'innovazione del giugno 2017, e la corrispondente tabella di marcia per la cooperazione UE-Cina in campo scientifico e tecnologico a partire da ottobre 2017; invita l'UE e la Cina a proseguire tali sforzi e a mettere in pratica i risultati dei progetti di ricerca e sviluppo;

8.  sottolinea che l'Unione e la Cina dipendono fortemente dai combustibili fossili e ne consumano, insieme, circa un terzo del totale globale, il che colloca la Cina al primo posto nella classifica dell'Organizzazione della sanità (OMS) relativa all'inquinamento atmosferico mortale; sottolinea che un aumento del commercio di prodotti della bioeconomia realizzati a partire da materiali rinnovabili può contribuire a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili delle economie della Cina e dell'Unione europea; invita l'UE e la Cina ad approfondire le loro relazioni in altri settori della mitigazione delle emissioni di gas a effetto serra quali la mobilità elettrica, le energie rinnovabili e l'efficienza energetica, a portare avanti e ampliare la tabella di marcia UE-Cina sulla cooperazione energetica dopo il 2020 e a intensificare gli sforzi comuni per la definizione di strumenti di finanza verde, in particolare a favore del clima; invita la Cina e l'UE a valutare e portare avanti la pianificazione e lo sviluppo di linee elettriche transfrontaliere utilizzando la tecnologia della corrente continua ad alta tensione, al fine di rendere le fonti di energia rinnovabile più accessibili;

9.  incoraggia l'Unione e la Cina a proseguire la loro collaborazione in materia di urbanizzazione sostenibile, anche in ambiti quali i trasporti puliti, il miglioramento della qualità dell'aria, l'economia circolare e la progettazione ecocompatibile; sottolinea l'esigenza di ulteriori misure di protezione ambientale, tenendo conto che oltre il 90 % delle città non rispetta la norma nazionale relativa alla concentrazione di inquinamento dell'aria pari a 2,5 PM, e che in Cina più di un milione di persone muore ogni anno a causa di patologie legate all'inquinamento atmosferico;

10.  pone l'accento sul fatto che entrambi condividono un interesse reciproco a promuovere lo sviluppo a basse emissioni di carbonio e a risolvere la questione delle emissioni di gas a effetto serra in un mercato dell'energia trasparente, pubblico e adeguatamente regolamentato; crede nel valore dei partenariati strategici UE-Cina quali strumenti preziosi e necessari per attuare l'accordo di Parigi e contrastare efficacemente il cambiamento climatico; invita l'UE e la Cina a utilizzare il loro peso politico per far avanzare l'attuazione dell'accordo di Parigi nonché l'Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile e gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), e invita ad adottare un approccio cooperativo alla conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e in occasione del Forum politico di alto livello delle Nazioni Unite; chiede a entrambe le parti di adottare una dichiarazione comune sull'azione per il clima a dimostrazione dell'impegno condiviso per un'incisiva attuazione dell'accordo di Parigi e un'attiva partecipazione al dialogo di Talanoa nel 2018 e alla COP24; incoraggia l'UE e la Cina a svolgere un ruolo responsabile nell'ambito dei negoziati internazionali, contribuendo all'obiettivo di limitare il riscaldamento globale mediante le rispettive politiche interne in materia di clima e contributi finanziari per raggiungere l'obiettivo di destinare 100 miliardi di dollari l'anno a favore della mitigazione e dell'adattamento entro il 2020;

11.  accoglie con favore l'istituzione del sistema di scambio di quote di emissione a livello nazionale in Cina nel dicembre 2017; prende atto della proficua cooperazione tra l'UE e la Cina nella fase di preparazione che ha consentito di adottare tale sistema; riconosce la volontà della dirigenza cinese di ridurre le emissioni di gas serra e attende i risultati dei lavori in corso in materia di controllo, segnalazione e verifica, essenziali per il buon funzionamento del sistema; sottolinea l'importanza di un'azione relativa al cambiamento climatico in tutti i settori dell'economia e si compiace dell'intenzione di ampliare il suo campo di applicazione al fine di includere i settori dell'industria e migliorare i regimi commerciali del sistema; invita l'UE e la Cina a continuare a collaborare nell'ambito del progetto di cooperazione per lo sviluppo del mercato cinese del carbonio, affinché diventi uno strumento efficace per la definizione di incentivi significativi per la riduzione delle emissioni e sia maggiormente allineato al sistema di scambio di quote di emissione dell'UE; invita entrambe le parti a promuovere maggiormente i meccanismi di fissazione del prezzo del carbonio in altri paesi e regioni avvalendosi delle loro esperienze e competenze, scambiandosi migliori prassi e impegnandosi a rafforzare la cooperazione tra i mercati del carbonio esistenti onde lavorare alla creazione di condizioni concorrenziali paritarie;

12.  auspica che la Cina disgiunga la crescita economica dal degrado ambientale integrando la protezione della biodiversità nelle sue strategie attuali globali, agevolando il conseguimento dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, nonché attuando con efficacia il divieto di commercio di avorio; riconosce il lavoro svolto dal meccanismo di coordinamento bilaterale UE-Cina sull'applicazione delle normative e governance nel settore forestale (FLEG) per combattere il disboscamento illegale a livello mondiale; esorta la Cina, tuttavia, a indagare sui considerevoli scambi di legname non documentato tra i paesi firmatari dell'accordo di partenariato volontario FLEGT e il paese;

13.  raccomanda l'adozione degli orientamenti politici vincolanti della Cina sugli investimenti esteri responsabili nel settore forestale, da attuarsi congiuntamente ai paesi fornitori, coinvolgendo le società cinesi nella lotta al commercio illegale di legname;

14.  si compiace che la Cina e l'UE abbiano sottoscritto un protocollo di intesa sulle politiche dell'acqua, con lo scopo di rafforzare il dialogo sullo sviluppo e l'applicazione della legislazione per la tutela delle risorse idriche; sostiene fortemente la dichiarazione di Turku del settembre 2017 firmata dall'UE e dalla Cina, la quale evidenzia che il buon governo dell'acqua deve dare priorità all'ecologia e allo sviluppo verde, mettere in primo piano la conservazione dell'acqua e ripristinare gli ecosistemi idrici; sottolinea che il protocollo d'intesa sulla creazione di un dialogo UE-Cina in materia di politica idrica non solo arricchisce i contenuti del partenariato strategico UE-Cina, ma precisa anche la direzione, la portata, la metodologia e le disposizioni finanziarie della cooperazione;

15.  sottolinea l'importanza di garantire parità di condizioni nel commercio UE-Cina; esprime preoccupazione per la concorrenza sleale causata dall'ingerenza dello Stato nell'economia cinese mediante ingenti sovvenzioni e discriminazioni a favore dei fornitori nazionali, dalla chiusura del mercato cinese agli investitori dell'UE e dall'acquisizione di società europee in settori tecnologici chiave della sostenibilità da parte di imprese di proprietà del governo cinese, oppure controllate o gestite da esso , in particolare, e non solo, nel mercato dei pannelli solari, delle batterie e dei veicoli elettrici; invita la Commissione a utilizzare tutti gli strumenti di difesa del commercio di cui dispone, in particolare le nuove norme antidumping e antisovvenzioni dell'UE, e invita il Consiglio a definire rapidamente, in codecisione con il Parlamento, un quadro efficace per il controllo degli investimenti diretti esteri;

16.  riconosce il ruolo chiave svolto dal progetto di cooperazione tra le organizzazioni europee e cinesi finanziato dalla Commissione e attuato nel periodo 2014-2017 a titolo dello strumento per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare (INSC), nel valutare le norme e disposizioni per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari in Cina e nel rafforzare le capacità del China Nuclear Power Technology Research Institute (Istituto di ricerca sulle tecnologie nucleari) in materia di orientamenti per la gestione degli incidenti gravi;

17.  incoraggia gli investitori cinesi ed europei ad adottare norme globali più efficaci in materia di responsabilità sociale e ambientale, nonché a migliorare le norme di sicurezza delle loro industrie estrattive in tutto il mondo; ribadisce che, per quanto concerne i negoziati per un accordo globale sugli investimenti con la Cina, l'Unione europea è chiamata a sostenere le iniziative di sviluppo sostenibile incoraggiando gli investimenti responsabili e promuovendo le norme fondamentali in materia di ambiente e lavoro; chiede alle autorità cinesi ed europee di predisporre incentivi per incoraggiare le società minerarie cinesi ed europee a condurre le loro attività nei paesi in via di sviluppo nel rispetto delle norme internazionali in materia di diritti umani e a promuovere gli investimenti nel rafforzamento delle capacità per il trasferimento di conoscenze e tecnologie, nonché l'assunzione di manodopera locale;

18.  accoglie con favore l'annuncio da parte della Cina, nel quadro del vertice "One Planet" del dicembre 2017, di rendere più trasparenti gli impatti ambientali delle società in Cina e degli investimenti cinesi all'estero; teme che progetti infrastrutturali della Cina, quali l'iniziativa "One Belt, One Road"(OBOR), possano ripercuotersi negativamente sull'ambiente e sul clima e comportare un maggiore uso di combustibili fossili in altri paesi coinvolti o interessati dallo sviluppo infrastrutturale; invita le istituzioni e gli Stati membri dell'UE a condurre valutazioni d'impatto ambientale e a inserire clausole di sostenibilità in tutti i progetti di cooperazione nell'ambito dell'iniziativa OBOR; insiste affinché venga istituita una commissione congiunta, composta dai rappresentanti dei paesi coinvolti e dei paesi terzi, per monitorare l'impatto sull'ambiente e sul clima; accoglie con favore l'iniziativa della Commissione e del servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) di elaborare una strategia UE-Asia in materia di connettività nella prima metà del 2018; insiste sul fatto che detta strategia debba prevedere un forte impegno a favore della sostenibilità, della tutela dell'ambiente e dell'azione per il clima;

19.  accoglie con favore i progressi compiuti dalla Cina nel migliorare le norme di sicurezza alimentare, essenziali per tutelare i consumatori cinesi ed evitare frodi alimentari; sottolinea che la migliore responsabilizzazione dei consumatori costituisce un importante passo verso l'emergere di una cultura del consumatore in Cina;

20.  invita le forze di polizia e le autorità incaricate dell'applicazione della legge in Cina e nell'UE ad adottare azioni comuni di controllo dell'esportazione di sostanze illecite e a condividere dati di intelligence sul traffico di droga mediante lo scambio di informazioni al fine di identificare i responsabili e le reti criminali; osserva che, secondo la "Relazione europea sulla droga 2017: tendenze e sviluppi" dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT), gran parte delle nuove sostanze psicoattive disponibili in Europa proviene dalla Cina, le nuove sostanze sono prodotte in grossi quantitativi da aziende chimiche e farmaceutiche situate nel paese e vengono poi spedite in Europa, dove sono trasformate in prodotti, confezionate e vendute;

21.  prende atto del fatto che famiglie e persone abbiano deciso di migrare a causa di siccità e altre calamità naturali e che, in risposta a tale situazione, le autorità cinesi hanno elaborato diversi progetti di ricollocazione su vasta scala; esprime preoccupazione per le notizie provenienti dalla regione Ningxia che segnalano numerosi problemi in relazione alle nuove città e rappresaglie contro le persone che si rifiutano di trasferirsi; è preoccupato per il fatto che gli ambientalisti vengano arrestati, processati e condannati e che le ONG ambientaliste nazionali registrate siano sottoposte a crescenti controlli da parte delle autorità di vigilanza cinesi;

22.  invita la Cina a intensificare le azioni di contrasto per porre fine alla pesca illegale, poiché i pescherecci cinesi continuano a praticare la pesca di frodo in acque straniere, tra cui nel Mare Occidentale della Corea, nel Mare Cinese Orientale, nell'Oceano Indiano e perfino nell'America meridionale;

23.  invita gli esportatori cinesi e gli importatori europei a ridurre i residui tossici nell'abbigliamento prodotto in Cina, elaborando opportune normative per la gestione delle sostanze chimiche ed eliminando gradualmente l'uso di piombo, nonilfenoli etossilati (NPE), ftalati, composti perfluorurati (PFC), formaldeide e altre sostanze tossiche presenti nei prodotti tessili.

INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

25.4.2018

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

55

0

4

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Marco Affronte, Margrete Auken, Pilar Ayuso, Zoltán Balczó, Biljana Borzan, Lynn Boylan, Nessa Childers, Birgit Collin-Langen, Miriam Dalli, Seb Dance, Angélique Delahaye, Stefan Eck, Bas Eickhout, José Inácio Faria, Francesc Gambús, Elisabetta Gardini, Gerben-Jan Gerbrandy, Jens Gieseke, Julie Girling, Sylvie Goddyn, Françoise Grossetête, Andrzej Grzyb, Jytte Guteland, Anneli Jäätteenmäki, Benedek Jávor, Karin Kadenbach, Kateřina Konečná, Urszula Krupa, Giovanni La Via, Peter Liese, Joëlle Mélin, Susanne Melior, Miroslav Mikolášik, Rory Palmer, Massimo Paolucci, Piernicola Pedicini, Bolesław G. Piecha, Pavel Poc, Julia Reid, Frédérique Ries, Michèle Rivasi, Davor Škrlec, Renate Sommer, Estefanía Torres Martínez, Adina-Ioana Vălean, Jadwiga Wiśniewska, Damiano Zoffoli

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Cristian-Silviu Buşoi, Caterina Chinnici, Fredrick Federley, Anja Hazekamp, Norbert Lins, Rupert Matthews, Alojz Peterle, Stanislav Polčák, Carolina Punset, Christel Schaldemose

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Jude Kirton-Darling, Jeroen Lenaers

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

55

+

ALDE

Fredrick Federley, Gerben-Jan Gerbrandy, Anneli Jäätteenmäki, Carolina Punset, Frédérique Ries

ECR

Urszula Krupa, Rupert Matthews, Bolesław G. Piecha, Jadwiga Wiśniewska

EFDD

Piernicola Pedicini

GUE/NGL

Lynn Boylan, Stefan Eck, Anja Hazekamp, Kateřina Konečná, Estefanía Torres Martínez

NI

Zoltán Balczó

PPE

Pilar Ayuso, Cristian-Silviu Buşoi, Birgit Collin-Langen, Angélique Delahaye, José Inácio Faria, Francesc Gambús, Jens Gieseke, Julie Girling, Françoise Grossetête, Andrzej Grzyb, Giovanni La Via, Jeroen Lenaers, Peter Liese, Norbert Lins, Miroslav Mikolášik, Alojz Peterle, Stanislav Polčák, Renate Sommer, Adina-Ioana Vălean

S&D

Biljana Borzan, Nessa Childers, Caterina Chinnici, Miriam Dalli, Seb Dance, Jytte Guteland, Karin Kadenbach, Jude Kirton-Darling, Susanne Melior, Rory Palmer, Massimo Paolucci, Pavel Poc, Christel Schaldemose, Damiano Zoffoli

VERTS/ALE

Marco Affronte, Margrete Auken, Bas Eickhout, Benedek Jávor, Michèle Rivasi, Davor Škrlec

0

-

 

 

4

0

EFDD

Julia Reid

ENF

Sylvie Goddyn, Joëlle Mélin

PPE

Elisabetta Gardini

Significato dei simboli utilizzati:

+  :  favorevoli

-  :  contrari

0  :  astenuti

  • [1]  https://www.iom.int/migration-and-climate-change
  • [2]  Y. Zhen, J. Pan, X. Zhang, "Relocation as a policy response to climate change vulnerability in Northern China" (La ricollocazione: una risposta politica alla vulnerabilità al cambiamento climatico nella Cina settentrionale), ISSC e UNESCO, 2013, in "World Social Science Report 2013 Changing Global Environments" (Relazione mondiale di scienze sociali 2013 – Ambienti globali in evoluzione), pagg. 234-241.

INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

20.6.2018

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

43

9

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Michèle Alliot-Marie, Francisco Assis, Amjad Bashir, Bas Belder, Goffredo Maria Bettini, Mario Borghezio, Victor Boştinaru, James Carver, Fabio Massimo Castaldo, Aymeric Chauprade, Javier Couso Permuy, Arnaud Danjean, Georgios Epitideios, Knut Fleckenstein, Eugen Freund, Michael Gahler, Sandra Kalniete, Tunne Kelam, Wajid Khan, Eduard Kukan, Arne Lietz, Barbara Lochbihler, Sabine Lösing, Andrejs Mamikins, Ramona Nicole Mănescu, David McAllister, Tamás Meszerics, Clare Moody, Pier Antonio Panzeri, Alojz Peterle, Cristian Dan Preda, Michel Reimon, Sofia Sakorafa, Jean-Luc Schaffhauser, Alyn Smith, Jordi Solé, Dobromir Sośnierz, Jaromír Štětina, Dubravka Šuica, Miguel Urbán Crespo, Ivo Vajgl, Elena Valenciano, Hilde Vautmans

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Andrea Bocskor, Reinhard Bütikofer, Neena Gill, Ana Gomes, Andrzej Grzyb, Takis Hadjigeorgiou, Jo Leinen, Urmas Paet, Mirja Vehkaperä, Željana Zovko

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

43

+

ALDE

Urmas Paet, Ivo Vajgl, Hilde Vautmans, Mirja Vehkaperä

ECR

Amjad Bashir, Bas Belder

EFDD

Fabio Massimo Castaldo, Aymeric Chauprade

PPE

Michèle Alliot-Marie, Andrea Bocskor, Arnaud Danjean, Michael Gahler, Andrzej Grzyb, Sandra Kalniete, Tunne Kelam, Eduard Kukan, David McAllister, Ramona Nicole Mănescu, Alojz Peterle, Cristian Dan Preda, Jaromír Štětina, Dubravka Šuica, Željana Zovko

S&D

Francisco Assis, Goffredo Maria Bettini, Victor Boştinaru, Knut Fleckenstein, Eugen Freund, Neena Gill, Ana Gomes, Wajid Khan, Jo Leinen, Arne Lietz, Andrejs Mamikins, Clare Moody, Pier Antonio Panzeri, Elena Valenciano

VERTS/ALE

Reinhard Bütikofer, Barbara Lochbihler, Tamás Meszerics, Michel Reimon, Alyn Smith, Jordi Solé

9

-

ENF

Jean-Luc Schaffhauser

GUE/NGL

Javier Couso Permuy, Takis Hadjigeorgiou, Sabine Lösing, Sofia Sakorafa, Miguel Urbán Crespo

NI

James Carver, Georgios Epitideios, Dobromir Sośnierz

1

0

ENF

Mario Borghezio

Significato dei simboli utilizzati:

+  :  favorevoli

-  :  contrari

0  :  astenuti

Ultimo aggiornamento: 31 agosto 2018
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