Proposta di risoluzione - B8-0655/2015Proposta di risoluzione
B8-0655/2015

PROPOSTA DI RISOLUZIONE su "Costruire un'Unione dei mercati dei capitali"

1.7.2015 - (2015/2634(RSP))

presentata a seguito dell'interrogazione con richiesta di risposta orale B8‑0564/2015
a norma dell'articolo 128, paragrafo 5, del regolamento

Roberto Gualtieri, Burkhard Balz a nome della commissione per i problemi economici e monetari


Procedura : 2015/2634(RSP)
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B8-0655/2015
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B8-0655/2015
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B8‑0655/2015

Risoluzione del Parlamento europeo su "Costruire un'Unione dei mercati dei capitali"

(2015/2634(RSP))

Il Parlamento europeo,

–       visto il Libro verde della Commissione del 18 febbraio 2015 intitolato "Costruire un'Unione dei mercati dei capitali" (COM(2015)0063),

–       vista la comunicazione della Commissione del 15 maggio 2014 intitolata "La riforma del settore finanziario europeo" (COM(2014)0279),

–       vista la sua risoluzione dell'11 marzo 2014 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti il riesame del Sistema europeo di vigilanza finanziaria (SEVIF)[1],

–       viste le relazioni della Commissione sull'operato delle autorità europee di vigilanza (AEV) e del Sistema europeo di vigilanza finanziaria (SEVIF) (COM(2014)0509) e sulla finalità e l'organizzazione del Comitato europeo per il rischio sistemico (CERS) (COM(2014)0508),

–       vista la comunicazione della Commissione, del 27 marzo 2014, sul finanziamento a lungo termine dell'economia europea (COM(2014)0168),

–       vista la sua risoluzione del 26 febbraio 2014 sul finanziamento a lungo termine dell'economia europea[2],

–       vista la comunicazione della Commissione del 26 novembre 2014 intitolata "Un piano di investimenti per l'Europa" (COM(2014)0903),

–       vista l'interrogazione alla Commissione sul Libro verde "Costruire un'Unione dei mercati dei capitali"​ (O-000075/2015 – B8 0564/2015),

–       visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.     considerando che il Parlamento, nella sua risoluzione del 26 febbraio 2014 sul finanziamento a lungo termine dell'economia europea, sottolinea "l'esigenza di migliorare l'accesso ai mercati dei capitali attraverso nuove fonti di finanziamento" e osserva altresì che "le banche commerciali continueranno probabilmente a essere una delle principali fonti di finanziamento e che è essenziale per gli Stati membri trovarne di nuove in grado di integrare i meccanismi consolidati e colmare la carenza di finanziamenti offrendo nel contempo un quadro normativo e di vigilanza adeguato che sia orientato alle esigenze dell'economia reale";

B.     considerando che la Commissione, nella sua comunicazione del 27 marzo 2014 sul finanziamento a lungo termine dell'economia europea, ha esaminato le possibilità di intraprendere azioni concrete finalizzate a diversificare i finanziamenti, sviluppare i mercati dei capitali europei e migliorare l'accesso ai finanziamenti, in particolare per le PMI, ad esempio nei settori dei mercati azionari e dei mercati delle obbligazioni societarie, delle operazioni di cartolarizzazione semplici e trasparenti, delle obbligazioni garantite e del collocamento privato;

C.     considerando che, secondo le dichiarazioni del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, la prima priorità strategica della Commissione è "rafforzare la competitività in Europa e incoraggiare gli investimenti finalizzati alla creazione di nuovi posti di lavoro";

D.     considerando che una regolamentazione e un controllo insufficienti dei mercati dei capitali sono stati una delle ragioni principali per lo scoppio della crisi finanziaria; che eventuali nuove proposte, in particolare in materia di cartolarizzazione, devono tenere adeguatamente conto di tale fatto;

E.     considerando che, in seguito alla crisi finanziaria, le istituzioni dell'UE hanno introdotto una serie di atti legislativi volti ad evitare che tali eventi possano ripetersi e a creare le condizioni di stabilità finanziaria essenziali a una crescita veramente sostenibile; che la legislazione dovrebbe essere considerata il quadro entro il quale si concretizza l'Unione dei mercati dei capitali, e non un impedimento alla stessa;

F.     considerando che una riduzione della frammentazione dei mercati dei capitali potrebbe portare a una riduzione del costo del capitale, migliorandone nel contempo l'assegnazione, e potrebbe quindi sostenere la crescita delle imprese, in particolare le PMI, e la creazione di posti di lavoro nell'UE;

G.     considerando che le varie istituzioni dell'UE e il settore privato stanno attualmente elaborando soluzioni o raccomandazioni volte a sviluppare ulteriormente i mercati dei capitali, ad esempio nei settori delle operazioni di cartolarizzazione semplici e trasparenti, del collocamento privato, del finanziamento azionario, delle obbligazioni garantite europee e delle offerte pubbliche iniziali (IPO);

H.     considerando che qualsiasi precedente sforzo di regolamentazione (direttiva sui requisiti patrimoniali (CRD), direttiva sui mercati degli strumenti finanziari (MiFID II) / regolamento sui mercati degli strumenti finanziari (MiFIR)) deve essere integrato e ulteriormente sviluppato da un'Unione dei mercati dei capitali;

Contesto economico

1.      osserva che gli investimenti nell'economia reale in Europa sono relativamente diminuiti nel corso di diversi decenni, nonostante le dimensioni del settore finanziario europeo e globale siano notevolmente aumentate nello stesso periodo; osserva che l'economia reale continua a dipendere pesantemente dalle banche, il che rende l'economia vulnerabile a una contrazione dei prestiti bancari,

2.      osserva che il massiccio intervento pubblico dall'inizio della crisi, innescato dal fallimento del settore finanziario, ha portato a un'abbondanza di liquidità, sebbene non si sia tradotto in un aumento della domanda di finanziamenti da parte dell'economia reale;

3.      fa notare che prima della crisi in Europa non mancavano flussi transfrontalieri, ma che questi si concentravano nei prestiti interbancari e in casi in cui i debiti erano detenuti da investitori caratterizzati da un livello elevato di leva finanziaria, il che provocava un trasferimento dei rischi nel mercato interno;

4.      osserva che il ripristino della stabilità del settore bancario nell'UE ha assunto una maggiore priorità rispetto al finanziamento degli investimenti a lungo termine e dell'economia reale;

5.      ricorda che esiste una notevole riserva di capitale inattivo detenuto dal settore assicurativo che dovrebbe essere impiegato in modo più efficace, migliorando il quadro normativo grazie un riesame dei requisiti patrimoniali per determinati investimenti effettuati dal settore assicurativo;

6.      sottolinea che, nonostante le opportunità offerte da un mercato dei capitali dell'UE ben strutturato, è inevitabile constatare la presenza di ardui ostacoli in altri settori, ad esempio la tassazione (specialmente nel caso di pratiche che tendono a favorire l'indebitamento rispetto al finanziamento azionario), l'insolvenza e il diritto contabile; ritiene che in tali settori un'armonizzazione a livello di UE non porterebbe automaticamente valore aggiunto e che in tale contesto non è necessaria un'estensione dei principi internazionali d'informativa finanziaria (International Financial Reporting Standards - IFRS) in Europa;

7.      sottolinea che il grado di integrazione finanziaria è diminuito dalla crisi, e che le banche e gli investitori tornano ai mercati del proprio paese;

8.      sottolinea che è possibile incentivare la domanda e l'offerta creando fiducia nell'economia reale mediante impegni chiari a livello di Stati membri e di Unione al fine di promuovere un contesto favorevole agli investimenti e la certezza giuridica per gli investitori, formulare obiettivi a lungo termine per un quadro legislativo favorevole alla stabilità, alla competitività e alla crescita nonché incentivare e diversificare gli investimenti nelle infrastrutture, così da consentire alle imprese di pianificare a lungo termine;

9.      prende atto del fatto che il futuro dell'Europa è correlato alla sua capacità di innovazione; ritiene che, oltre a un quadro normativo favorevole all'innovazione, sia fondamentale un accesso facile, adeguato e diversificato delle imprese ai finanziamenti al fine di generare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;

10.    osserva che il miglioramento delle condizioni di finanziamento per le imprese europee deve basarsi su una stabilità economica e finanziaria rafforzata, che comprenda l'attuazione delle riforme in tutti gli Stati membri;

11.    sottolinea che mercati dei capitali imperfetti hanno portato a un calcolo errato dei costi del rischio e a un disallineamento tra il rendimento auspicato e i rischi reali in cui si incorre, il che ha prodotto mercati orientati negativamente verso entità quali le PMI; ritiene che uno degli obiettivi dell'Unione dei mercati dei capitali dovrebbe essere migliorare l'efficienza dei mercati e garantire un rapporto rischio/rendimento giusto, adeguato ed economicamente valido nei mercati dei capitali dell'UE;

Un autentico approccio europeo

12.    ritiene che, sebbene gli Stati Uniti ad esempio abbiano registrato una ripresa più rapida dalla crisi finanziaria rispetto all'UE, il che in parte è dovuto a un sistema finanziario più diversificato, l'UE debba costruire una propria e autentica Unione dei mercati dei capitali, prendendo forse spunto dalle esperienze di altre parti del mondo ma non cercando semplicemente di riprodurle; sottolinea comunque che occorre sviluppare un approccio ragionevole per il riconoscimento di norme equivalenti o simili di paesi terzi, al fine di garantire la compatibilità tra i mercati finanziari dell'Unione e internazionali;

13.    è del parere che un autentico approccio europeo ai mercati dei capitali debba tenere debitamente conto degli sviluppi internazionali, affinché l'Europa mantenga la propria attrattiva nei confronti degli investitori internazionali, evitando inutili divergenze e doppioni nella legislazione;

14.    sottolinea che, sebbene i risparmi dell'Europa siano maggiori rispetto agli Stati Uniti in termini di percentuale del PIL (20% e 17% rispettivamente), il livello di risparmi detenuti in fondi comuni dell'UE è pari solo al 50% del livello degli Stati Uniti, e i risparmi detenuti in fondi pensione sono solo il 35%; indica altresì che nell'Unione i mercati azionari, i mercati delle obbligazioni societarie e le cartolarizzazioni rappresentano il 60%, 35% e 20% rispettivamente degli equivalenti negli Stati Uniti;

15.    ritiene necessario che la Commissione tenga conto della diversa composizione economica e culturale del settore delle PMI in ogni Stato membro, onde evitare eventuali conseguenze indesiderate risultanti dall'attuazione dell'Unione dei mercati dei capitali che potrebbero accentuare gli squilibri esistenti tra gli Stati membri nell'accesso ai finanziamenti;

16.    invita la Commissione a stabilire un approccio europeo volto a rafforzare la diversificazione delle fonti di finanziamento e degli investimenti nelle imprese europee, mediante un'Unione dei mercati dei capitali che si fondi sulle caratteristiche e sull'interdipendenza del sistema bancario europeo e del panorama europeo dei mercati dei capitali, tenendo conto delle specificità del modello europeo per il finanziamento delle imprese e della necessità di trovare fonti di finanziamento per la crescita affidabili e non bancarie e integrarle con procedure mediante le quali i partecipanti al mercato possano raccogliere capitale di prestito, capitale netto e capitale di rischio direttamente dal mercato; osserva che la Commissione non dovrebbe necessariamente basarsi solo su sistemi di revisione tra pari con altre giurisdizioni; richiama l'attenzione della Commissione sul fatto che le differenze culturali non dovrebbero essere ignorate e che occorre fornire risposte adeguate per far fronte alle stesse; ritiene altresì che la Commissione dovrebbe tenere conto degli sviluppi tecnologici più recenti nelle riforme riguardanti i mercati dei capitali;

17.    invita la Commissione a riconoscere che le diversità in termini di modelli aziendali e mercati finanziari esistenti tra gli Stati membri possono rappresentare un punto di forza che merita di essere tutelato nell'interesse dell'intera Europa;

18.    sottolinea che l'avvio dell'Unione dei mercati dei capitali e la legislazione pertinente dovrebbero essere finalizzati al buon funzionamento dei mercati dei capitali nell'intera UE, al completamento del mercato unico e al potenziamento della crescita sostenibile; sottolinea che in seguito alla crisi sono stati presi provvedimenti riguardanti la sorveglianza del sistema bancario, i quali per il momento non sono stati estesi ai mercati dei capitali; sottolinea che esistono differenze tra i settori finanziari, il che rende necessarie soluzioni diverse; sottolinea tuttavia che occorre garantire condizioni di parità tra i partecipanti nell'ambito di attività finanziarie simili e che tutti i settori devono avere l'obiettivo fondamentale di migliorare l'allocazione di capitali in tutta l'economia europea e impiegare meglio le riserve di capitale attualmente inattivo;

19.    sottolinea che, a tal fine, è opportuno procedere a una valutazione solida e globale che consideri l'effetto cumulativo sui mercati dei capitali europei di tutti i fascicoli approvati negli ultimi anni; fa notare che tale valutazione implica anche un attento esame dell'eventuale necessità di riconsiderare i rigorosi requisiti patrimoniali applicati al settore bancario e assicurativo;

20.    sottolinea che le iniziative verso un'Unione dei mercati dei capitali non dovrebbero reinventare la ruota, bensì riconoscere che il finanziamento per le imprese in Europa è basato su strutture ben definite e storicamente consolidate le quali, nonostante i limiti, si sono dimostrate efficaci e resilienti alla crisi, e che un'ulteriore diversificazione nonché lo sviluppo di nuovi canali potrebbero risultare preziosi nel garantire che diversi tipi di imprese abbiano un accesso complementare ai finaziamenti;

21.    osserva che i canali di finanziamento tradizionali basati sulle banche spesso non sostengono le imprese innovative e le PMI; sottolinea che la mancanza di accesso ai finanziamenti per le PMI costituisce uno dei maggiori ostacoli alla crescita nell'UE; fa notare che, se le PMI continuano ad avere difficoltà nell'ottenere crediti bancari, sono necessarie alternative ai finanziamenti delle banche, in particolare mediante il miglioramento del contesto economico per il capitale di rischio, i prestiti tra privati (peer-to-peer), il collocamento privato, la cartolarizzazione dei prestiti alle PMI e la promozione del credito cooperativo;

22.    sottolinea il fatto che una più efficiente allocazione dei capitali all'interno dell'UE non deve sempre comportare maggiori flussi transfrontalieri di capitali; ricorda che l'accumulo di bolle immobiliari in alcuni Stati membri prima della crisi è stato, in una certa misura, alimentato dal flusso eccessivo di capitali in entrata;

23.    sottolinea che è necessario individuare le esistenti strutture finanziarie rivelatesi efficaci, le quali dovrebbero pertanto essere mantenute, e le strutture che devono essere sensibilmente migliorate; ritiene che sia necessario promuovere strutture efficaci anche per le istituzioni finanziarie locali e decentrate;

24.    ricorda il successo di iniziative a livello di UE, quali gli organismi di investimento collettivo in valori mobiliari (OICVM), che hanno consentito la crescita dei fondi di investimento UE, operando con un passaporto operativo negli Stati membri, con quasi 8 mila miliardi di euro di attività; ritiene che anche la direttiva sui gestori di fondi di investimento alternativi (GEFIA) sia un buon esempio;

25.    accoglie con favore l'adozione del regolamento relativo ai fondi di investimento europeo a lungo termine (ELTIF); ritiene che gli ELTIF potrebbero riprodurre i progressi compiuti con gli OICVM, incoraggiando una maggiore allocazione di capitali per progetti a lungo termine che necessitano di finanziamenti, come nei settori delle infrastrutture e dell'energia, in particolare a livello transfrontaliero; invita la Commissione a esaminare in che modo, nel lungo periodo, i programmi d'investimento straordinari come il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) possano essere effettivamente connessi ai fondi ordinari dell'UE; ritiene che gli investitori istituzionali debbano essere invitati a contribuire ai mercati europei dei capitali con i fondi da essi gestiti; ritiene che gli investitori istituzionali e le condizioni alle quali possono accedere al mercato debbano svolgere un ruolo importante nello sviluppo dell'Unione dei mercati dei capitali;

26.    ricorda i precedenti contributi in materia di integrazione dei mercati finanziari, come il piano d'azione per i servizi finanziari (1999), la relazione Giovannini e la relazione de Larosière, e invita la Commissione a basarsi su tali relazioni per quanto concerne il suo piano d'azione relativo all'Unione dei mercati dei capitali;

27.    invita la Commissione ad analizzare in modo approfondito, paese per paese, la situazione attuale nei mercati dei capitali, a valutare mediante un'analisi economica esaustiva se e in quale misura esistono ostacoli a livello di UE nei confronti degli investimenti attraverso i mercati dei capitali, e a indicare con quali mezzi, anche non legislativi e mediante approcci basati sul mercato, sia possibile eliminare o ridurre al minimo tali ostacoli; ritiene che tale analisi sia una condizione essenziale per il buon esito di un'Unione dei mercati dei capitali; invita la Commissione a intensificare tale processo;

28.    invita la Commissione a individuare i rischi transfrontalieri nei mercati finanziari e dei capitali nell'UE provocati da differenze istituzionali, giuridiche e normative tra gli Stati membri, e ad affrontarli con misure efficaci al fine di razionalizzare i flussi transfrontalieri di capitale e ridurre l'attuale propensione per il mercato nazionale tra gli investitori;

29.    invita la Commissione a prendere in considerazione anche il lato dell'offerta e, in particolare, ad analizzare e ad affrontare le cause profonde della ragione per cui gli investitori al dettaglio e istituzionali non sono in grado di mobilitare e trasformare un sufficiente ammontare di capitali per rafforzare i servizi finanziari individuali e gli investimenti a lungo termine nell'economia reale;

30.    suggerisce alla Commissione di promuovere l'educazione finanziaria degli investitori e delle imprese in quanto utenti dei mercati dei capitali, e a migliorare la disponibilità di dati e ricerche dell'UE attraverso la standardizzazione e il miglioramento della raccolta dei dati, onde consentire alle imprese e agli investitori di comprendere i costi e i benefici comparativi dei diversi servizi forniti dai partecipanti ai mercati dei capitali;

31.    invita la Commissione ad esaminare le modalità per ridurre le asimmetrie informative nei mercati dei capitali per le PMI, analizzando il mercato per le agenzie di rating del credito e gli ostacoli per i nuovi operatori che entrano nel mercato; sottolinea l'idea di agenzie del credito europee indipendenti che offrano valutazioni che siano anche efficaci sotto il profilo dei costi per investimenti di piccola entità;

32.    accoglie con favore l'annuncio della Commissione di rivedere la direttiva sui prospetti onde affrontare le carenze dell'attuale quadro relativo ai prospetti; sottolinea l'importanza di semplificare le sue procedure revocando in modo proporzionale gli oneri amministrativi per gli emittenti e le quotazioni delle società, in particolare per quanto riguarda le PMI e le imprese a media capitalizzazione; ritiene che potrebbe essere utile valutare modalità per adattare meglio i requisiti in base al tipo di attività e/o di investitori e/o di emittenti; sottolinea che la trasparenza verrebbe migliorata e i costi delle transazione ridotti se le informazioni da fornire fossero standardizzate e messe a disposizione in formato digitale;

33.    invita la Commissione a fornire maggiore chiarezza sulle modalità con cui la l'Unione dei mercati dei capitali interagirà con gli altri due pilastri del piano europeo di investimenti, vale a dire il Fondo europeo per gli investimenti strategici e il Polo europeo di consulenza sugli investimenti;

34.    sottolinea l'importanza di integrare le iniziative in materia di mercati dei capitali con altre agende strategiche, quali lo sviluppo di un mercato unico digitale e le riforme in corso nel settore del diritto societario e del governo societario, al fine di ottenere coerenza e compattezza tra le varie iniziative di natura normativa e non e quindi massimizzare gli effetti collaterali positivi delle varie politiche sulla crescita economica e la creazione di posti di lavoro;

Elementi costitutivi di un'Unione dei mercati dei capitali

35.    è del parere che l'Unione dei mercati dei capitali debba seguire un approccio graduale e che le sue priorità debbano essere di natura triplice: in primo luogo, incentivare una più efficiente allocazione dei risparmi attraverso l'ampliamento e la diversificazione delle fonti di finanziamento disponibili per le imprese e offrire ai risparmiatori e agli investitori maggiori possibilità di scelta in materia di investimenti, più trasparenza e una maggiore diversificazione del portafoglio; in secondo luogo, consentire una maggiore attenuazione dei rischi mediante la creazione di mercati transfrontalieri più solidi, aumentando la resilienza del sistema finanziario contro gli effetti negativi di gravi crisi finanziarie e attenuando l'impatto degli shock idiosincratici; in terzo luogo, assicurare che vi sia un efficace canale complementare per finanziare l'economia reale;

36.    invita la Commissione, ove necessario, a presentare proposte per rivedere l'attuale legislazione, in particolare per quanto riguarda le agenzie di rating del credito e le imprese di revisione contabile, al fine di incrementare e completare la tutela degli investitori;

37.    sottolinea la necessità di eliminare le barriere esistenti frapposte al finanziamento transfrontaliero, in particolare per le PMI, onde promuovere i benefici dell'Unione dei mercati dei capitali per le imprese di ogni dimensione, in tutte le aree geografiche;

38.    sottolinea che uno dei principi fondamentali per costruire un'Unione dei mercati dei capitali è la necessità di prestare maggiore attenzione agli utenti finali dei mercati dei capitali, ovvero le società e gli investitori, e a riconoscere che esistono mercati per le imprese e per gli investitori; ritiene, pertanto, che le politiche dell'UE debbano prestare attenzione a garantire che i mercati dei capitali forniscano alle società un migliore accesso al capitale e agli investitori con opportunità di risparmio diversificate, trasparenti ed economicamente accessibili;

39.    invita la Commissione a presentare proposte coerenti per assicurare che l'Unione dei mercati dei capitali proceda di pari passo con una chiara strategia per affrontare gli effetti controproducenti del sistema bancario ombra;

40.    sottolinea che, al fine di contribuire alle priorità di cui sopra, le iniziative relative all'Unione dei mercati dei capitali dovrebbero mirare a limitare la complessità, aumentando l'efficienza e riducendo i costi della catena di intermediazione tra risparmiatori e investimenti, migliorando la sensibilizzazione degli utenti finali della catena di intermediazione e la sua struttura dei costi, rafforzando la tutela degli investitori, garantendo la stabilità della catena di intermediazione mediante norme prudenziali appropriate e assicurando che gli intermediari possono fallire ed essere sostituiti con perturbazioni minime per il sistema finanziario e l'economia reale;

41.    accoglie con favore il piano della Commissione inteso a tracciare il bilancio dell'impatto globale della regolamentazione finanziaria, in particolare per quanto concerne la normativa degli ultimi cinque anni; sottolinea la necessità di tenere conto delle suddette priorità al momento di procedere con le revisioni delle normative finanziarie esistenti;

42.    sottolinea che il finanziamento bancario e il ruolo di intermediazione delle banche nei mercati di capitali sono pilastri importanti nel finanziamento delle imprese; sottolinea che l'Unione dei mercati dei capitali dovrebbe basarsi sul completamento del ruolo fondamentale delle banche e non sulla loro sostituzione, poiché è necessario che il finanziamento bancario continui a svolgere un ruolo chiave nel finanziamento dell'economia europea; sottolinea l'importante ruolo svolto dall'attività bancaria basata sul rapporto con il cliente nel finanziare le microimprese e le piccole e medie imprese, che può essere anche utilizzato per fornire metodi alternativi di finanziamento; ricorda la dimensione strategica di disporre di un settore bancario europeo forte e diversificato; invita la Commissione a esaminare l'accesso ai prestiti bancari per le PMI all'interno dell'Unione, e ad affrontare gli ostacoli impropri;

43.    sottolinea che le PMI dovrebbero avere la più ampia possibilità di scelta per quanto concerne le strutture di finanziamento, affinché esse stesse possano avvalersi di possibilità di finanziamento che abbiano un diverso livello di costo e di complessità, includendo crediti ipotecari e finanziamenti basati su cartolarizzazioni;

44.    sottolinea la necessità di promuovere un ambiente in cui una quantità maggiore del risparmio delle famiglie e delle società fluisca verso strumenti che investiranno nei mercati dei capitali, e in cui gli investitori siano incoraggiati ad allocare i capitali varcando i confini degli Stati membri; sottolinea che sono necessarie garanzie adeguate, in particolare per le famiglie, per garantire la piena conoscenza dei vantaggi e degli svantaggi degli investimenti nel mercato dei capitali; sottolinea l'importanza di ampliare l'accessibilità all'educazione finanziaria onde migliorare la fiducia degli investitori nei mercati dei capitali, in particolare degli investitori al dettaglio; sottolinea altresì che l'educazione finanziaria dovrebbe essere orientata verso le PMI, al fine di insegnare loro come utilizzare i mercati dei capitali;

45.    sottolinea che le iniziative in materia di Unione dei mercati dei capitali dovrebbero consentire ai mutuatari di accedere a finanziamenti le cui fonti siano basate sui mercati, sostenendo una maggiore diversificazione per quanto concerne le forme di prestito, come il finanziamento azionario e le obbligazioni societarie, nonché forme di finanziamento indiretto in cui banche e mercati cooperano;

46.    sottolinea l'importanza di agevolare un confronto intelligibile delle possibilità di investimento disponibili per gli operatori finanziari al fine di istituire un'Unione dei mercati dei capitali efficiente; invita, a tale riguardo, a rafforzare il quadro comune per garantire la comparabilità e la trasparenza tra i diversi strumenti finanziari, in particolare attraverso una corretta attuazione delle misure previste a tal fine nella direttiva MiFID, nella direttiva sull'intermediazione assicurativa (IMD) e nei PRIIP; sottolinea l'importanza della coerenza legislativa in generale e, in particolare, tra i suddetti fascicoli, al fine di evitare l'arbitraggio normativo e garantire le più elevate norme di protezione degli investitori all'interno dei mercati;

47.    ritiene che l'Unione dei mercati dei capitali debba creare un contesto normativo appropriato che migliori l'accesso transfrontaliero alle informazioni sulle società in cerca di strutture di credito, di equity e quasi-equity, al fine di promuovere la crescita di modelli di finanziamento non bancario, tra cui il finanziamento collettivo e il prestito peer-to-peer; ritiene che la divulgazione di tali informazioni debba essere volontaria per le PMI; sottolinea che le norme sulla tutela degli investitori dovrebbero applicarsi nella stessa misura a tutti i modelli di finanziamento, indipendentemente dal fatto che facciano parte di modelli di finanziamento bancario o non bancario; ritiene che un tale contesto richieda anche una maggiore resilienza sistemica e la vigilanza degli intermediari finanziari di importanza sistemica al di fuori del settore bancario;

48.    ritiene che la standardizzazione di taluni strumenti finanziari e la loro accessibilità nel mercato interno potrebbero costituire un mezzo adeguato per contribuire a incrementare la liquidità, rafforzare il funzionamento del mercato unico e permettere una visione globale e una vigilanza complete dei mercati europei dei capitali, tenendo in debita considerazione le migliori prassi delle norme esistenti negli Stati membri; sottolinea la necessità di conservare la possibilità di emettere strumenti finanziari specifici che si adattino alle esigenze dei singoli emittenti e dei singoli investitori;

49.    ricorda che una panoramica storica del piano d'azione per i servizi finanziari induce a esaminare due scappatoie sorte in seguito alla sua attuazione, la necessità di valutare attentamente l'impatto speciale che le misure concepite nel quadro del mercato interno hanno sul funzionamento della zona euro e la necessità di migliorare parallelamente l'integrazione del mercato e della vigilanza; invita la Commissione, nell'elaborazione del piano d'azione, a trarre tutti gli opportuni insegnamenti da tale precedente;

50.    sottolinea che il quadro legislativo e di vigilanza dovrebbe svolgere un ruolo fondamentale per evitare l'eccessiva assunzione di rischi e l'instabilità nei mercati finanziari; sottolinea che un solido progetto di Unione dei mercati dei capitali deve essere accompagnato da una rigorosa vigilanza a livello di UE e nazionale che comprenda strumenti macroprudenziali adeguati; reputa che una delle possibili opzioni consista nell'assegnare un ruolo più incisivo all'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) per migliorare la convergenza in materia di vigilanza;

51.    invita la Commissione a esaminare attentamente i rischi del finanziamento mediante crediti basato sul mercato dei capitali e le pertinenti esperienze acquisite agli inizi della crisi finanziaria del 2007/2008 e a trattare tutti i problemi che ne derivano;

Avvicinare i mercati dei capitali alle PMI

52.    sottolinea che le eventuali modifiche o aggiunte al quadro normativo esistente per gli intermediari finanziari dovrebbero mirare all'eliminazione degli ostacoli all'accesso degli intermediari di piccole e medie dimensioni e al miglioramento dell'accesso ai finanziamenti, in particolare per le start-up e le piccole e medie imprese innovative, e garantire norme prudenziali proporzionate ai rischi;

53.    accoglie con favore la proposta di direttiva che modifica la direttiva 2007/36/CE per quanto riguarda l'incoraggiamento dell'impegno a lungo termine degli azionisti e la direttiva 2013/34/UE per quanto riguarda taluni elementi della relazione sul governo societario, presentata dalla Commissione; reputa in particolare che tale proposta potrebbe costituire uno strumento a sostegno di un contesto propizio per gli azionisti migliorando l'efficienza della catena dell'investimento azionario; sottolinea che un quadro solido e praticabile per il governo societario rafforzerebbe l'Unione dei mercati dei capitali;

54.    sottolinea che la sofisticatezza dei mercati dei capitali non dovrebbe provocare l'esclusione delle PMI, ossia le imprese che più hanno bisogno di accedere a finanziamenti aggiuntivi, in particolare negli Stati membri che si trovano tuttora o si trovavano in difficoltà economiche; sottolinea che un contesto positivo per un valido finanziamento delle PMI deve anche includere condizioni economiche e normative favorevoli alle PMI, sia livello nazionale che di UE; sottolinea in particolare che occorre richiamare l'attenzione sulla possibilità di semplificare le procedure di accesso alle offerte pubbliche iniziali per PMI e imprese a media capitalizzazione, garantendo nel contempo il mantenimento di criteri rigorosi di valutazione della resilienza e dell'ammissibilità dell'imprese alle suddette offerte; invita la Commissione a esaminare eventuali altri interventi da mettere in atto per aiutare le imprese ad attirare investimenti;

55.    ribadisce che la carenza di informazioni riguardo alla situazione finanziaria delle PMI costituisce uno dei principali ostacoli agli investimenti a favore di questo tipo di imprese; chiede una riflessione approfondita sulle modalità e sui mezzi per migliorare l'accesso degli investitori a dati trasparenti e confrontabili sulle PMI, evitando nel contempo e nella massima misura possibile di far gravare oneri aggiuntivi su tali imprese;

56.    chiede una base di finanziamento diversificata e attrattiva nei mercati pubblici europei per le imprese di tutte le dimensioni, congiuntamente alla promozione del concetto "pensare anzitutto in piccolo" nella regolamentazione finanziaria dell'UE che interessa le imprese emergenti in crescita e alla revisione della regolamentazione finanziaria dell'UE per ridurre i costi amministrativi di quotazione a carico delle imprese del 30-50%;

57.    reputa che, data l'importanza delle PMI e delle imprese a media capitalizzazione per la creazione di nuovi posti di lavoro, si debba ricorrere maggiormente alle opportunità esistenti di finanziamento non bancario, come lo sviluppo di mercati secondari specializzati (ad esempio i mercati di crescita per le PMI), e a una cartolarizzazione semplice, trasparente e standardizzata; plaude all'iniziativa di istituire un mercato sostenibile e trasparente delle cartolarizzazioni mediante lo sviluppo di un quadro normativo specifico con una definizione univoca di cartolarizzazione di alta qualità, accompagnato da metodi efficaci di monitoraggio, misurazione e gestione dei rischi; sottolinea tuttavia che le PMI costituiscono un gruppo altamente diversificato e che la cartolarizzazione non è l'unico strumento disponibile; invita pertanto la Commissione a seguire un ampio ventaglio di approcci ed esaminare un'ampia gamma di sedi per migliorare il finanziamento delle PMI;

58.    è favorevole ai suggerimenti per potenziare le possibilità di accesso ai dati per le imprese europee, in particolare le PMI; richiama nel contempo l'attenzione sul fatto che i costi dei dati di mercato sono trascurabili in confronto ai costi complessivi delle transazioni;

59.    esorta la Commissione a potenziare la capacità di monitoraggio dei tipi, volumi e tendenze delle attività di intermediazione analoga a quella bancaria effettuate al di fuori del settore bancario regolamentato e a porre in essere misure adeguate per garantire che siano soggette al principio "stessi rischi, stesse norme";

60.    sottolinea che il private equity e il capitale di rischio offrono alternative interessanti di finanziamento, in particolare per le start-up; invita la Commissione a sviluppare strumenti aggiuntivi basandosi sulle esperienze acquisite con i fondi europei per il venture capital e con i fondi europei per l'imprenditoria sociale allo scopo di far fronte alle principali lacune dei mercati dei capitali di rischio nell'UE, come la mancanza di informazioni a disposizione degli investitori; reputa che una banca dati dedicata per la raccolta volontaria di informazioni sulle PMI e le start-up potrebbe costituire un prezioso strumento per fornire informazioni agli investitori, che contribuirebbe in secondo luogo ad ampliare il gruppo dei partecipanti al mercato e a rafforzare ulteriormente i mercati dei capitali di rischio negli Stati membri;

61.    accoglie con favore le iniziative volte a sostenere lo sviluppo dei mercati di collocamento privato mediante documenti e definizioni standardizzati, garantendo nel contempo che i potenziali investitori siano sufficientemente informati sui rischi e sui vantaggi di tale forma di investimento;

62.    invita la Commissione a garantire che l'eventuale elaborazione di nuove proposte relative a un "fondo di fondi" nell'ambito dell'Unione dei mercati dei capitali non produca carenze nella valutazione e nella gestione generale del rischio sistemico e specifico;

63.    ribadisce la necessità, nella costruzione dell'Unione dei mercati dei capitali, di rafforzare e migliorare il coordinamento dell'UE al livello internazionale, in particolare nel quadro del G20, dell'Organizzazione internazionale delle commissioni sui valori immobiliari (IOSCO), dell'Organismo internazionale di normazione contabile (IASB) e del Comitato di Basilea;

Creare un contesto normativo coerente dell'UE per i mercati dei capitali

64.    sottolinea altresì l'importanza del finanziamento mediante equity, che può contribuire a mitigare i rischi e a ridurre i livelli eccessivi di debito e leva nel sistema finanziario; invita pertanto la Commissione e gli Stati membri a rivedere e trattare la normativa eccessivamente onerosa per il finanziamento mediante equity delle imprese private; sottolinea l'importanza di correggere la distorsione fiscale a favore del finanziamento con debito;

65.    è consapevole che l'eterogeneità delle norme in materia di insolvenza rende più difficile la creazione di portafogli transfrontalieri di attività e conseguentemente il processo di cartolarizzazione; prende atto a tale proposito del suggerimento della Commissione di trattare l'insolvenza transfrontaliera nella misura necessaria al conseguimento di un'Unione dei mercati dei capitali ben funzionante; chiede l'istituzione di un quadro per il risanamento e la risoluzione delle crisi per gli operatori non bancari, in particolare le controparti centrali;

66.    ribadisce il ruolo dei sistemi di pagamento e dei regolamenti titoli per il mercato delle cartolarizzazioni e chiede che a tal fine sia istituita una infrastruttura europea di mercato e si proceda a un monitoraggio coordinato e più armonizzato delle infrastrutture critiche del mercato, prevedendo in particolare la possibilità di creare un registro di dati per la cartolarizzazione, che registrerebbe ciascun partecipante alla cartolarizzazione, rintraccerebbe le esposizioni e i flussi aggregati tra i partecipanti al mercato, monitorerebbe l'efficienza e l'efficacia delle iniziative strategiche e individuerebbe le eventuali bolle emergenti nonché ridurrebbe le asimmetrie informative;

67.    sottolinea, dato il ruolo svolto dalle TIC, la necessità di rispondere alla minaccia degli attacchi informatici e di rendere l'intero sistema finanziario resiliente a tali attacchi;

68.    incoraggia la Commissione ad aumentare la confrontabilità e la qualità delle informazioni finanziarie esaminando attentamente il quadro attuale dei principi contabili, adottando inoltre una prospettiva globale e considerando i modelli conservativi di valutazione e la proporzionalità dei requisiti; ritiene che il diritto contabile europeo recentemente rivisto debba essere valutato in primo luogo nella pratica;

69.    sottolinea la necessità di effettuare una valutazione d'impatto e un'analisi dei costi e benefici di ogni atto aggiuntivo, compresi gli atti delegati e di esecuzione; osserva che un nuovo atto legislativo non rappresenta sempre la migliore risposta strategica alle sfide in questione e che è opportuno esaminare approfonditamente approcci non legislativi e basati sul mercato e, alcuni casi, le soluzioni nazionali già esistenti; invita la Commissione ad attuare la proporzionalità nella pertinente legislazione per potenziare gli effetti positivi a favore delle PMI e delle imprese a media capitalizzazione;

70.    ritiene che le fondamenta per un'Unione dei mercati dei capitali pienamente funzionante dovrebbero essere pronte entro il 2018; ribadisce la richiesta di un'analisi esaustiva della situazione attuale dei mercati dei capitali e degli ostacoli esistenti nell'UE; invita la Commissione ad accelerare i lavori sul piano d'azione e a presentare quanto prima proposte legislative e non legislative per conseguire l'obiettivo di un mercato dei capitali dell'UE pienamente integrato entro la fine del 2018;

71.    osserva che l'ambiente digitale in crescita dovrebbe essere considerato un'opportunità per migliorare il rendimento e il valore generati dai mercati dei capitali per imprese, investitori e società in generale;

72.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e al Consiglio.