Proposta di risoluzione - B8-0186/2017Proposta di risoluzione
B8-0186/2017

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulle priorità dell'UE per le sessioni del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel 2017

13.3.2017 - (2017/2598(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 123, paragrafo 2, del regolamento

Petras Auštrevičius, Beatriz Becerra Basterrechea, Marielle de Sarnez, Gérard Deprez, María Teresa Giménez Barbat, Marian Harkin, Ivan Jakovčić, Petr Ježek, Louis Michel, Javier Nart, Urmas Paet, Maite Pagazaurtundúa Ruiz, Carolina Punset, Jozo Radoš, Frédérique Ries, Marietje Schaake, Hannu Takkula, Pavel Telička, Hilde Vautmans, Paavo Väyrynen a nome del gruppo ALDE

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B8-0183/2017

Procedura : 2017/2598(RSP)
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B8-0186/2017
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B8-0186/2017

Risoluzione del Parlamento europeo sulle priorità dell'UE per le sessioni del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel 2017

(2017/2598(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  vista la Carta delle Nazioni Unite,

–  visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo nonché le convenzioni delle Nazioni Unite sui diritti umani e i relativi protocolli facoltativi,

–  vista la risoluzione 60/251 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che istituisce il Consiglio dei diritti umani (CDU),

–  viste la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, la Carta sociale europea e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulle sessioni del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite,

–  vista la sua raccomandazione del 7 luglio 2016 al Consiglio sulla 71ª sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite[1],

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulle violazioni dei diritti umani, tra cui le sue risoluzioni d'urgenza del 2016 su Etiopia, Corea del Nord, India, Crimea, Hong Kong, Kazakhstan, Egitto, Repubblica democratica del Congo, Pakistan, Honduras, Nigeria, Gambia, Gibuti, Cambogia, Tagikistan, Vietnam, Malawi, Bahrein, Myanmar, Filippine, Somalia, Zimbabwe, Ruanda, Sudan, Thailandia, Cina, Brasile, Russia, Tibet, Iraq, Indonesia, Repubblica centrafricana, Burundi, Nicaragua, Kuwait e Guatemala,

–  vista la sua risoluzione del 14 dicembre 2016 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2015 e sulla politica dell'Unione europea in materia[2],

–  visti l'articolo 2, l'articolo 3, paragrafo 5, e gli articoli 18, 21, 27 e 47 del trattato sull'Unione europea,

–  vista la relazione annuale 2015 del Consiglio dei diritti umani all'Assemblea generale delle Nazioni Unite,

–  visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che la promozione e la salvaguardia dell'universalità dei diritti umani sono parte integrante dell'acquis etico e giuridico dell'Unione europea e costituiscono elementi fondanti dell'unità e dell'integrità europee; che il rispetto dei diritti umani va integrato in tutte le politiche dell'Unione;

B.  considerando che l'Unione europea è fermamente impegnata a favore del multilateralismo e degli organi delle Nazioni Unite per quanto concerne la promozione e la protezione dei diritti umani;

C.  considerando che le sessioni ordinarie del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite (CDU), la nomina di relatori speciali, il meccanismo della revisione periodica universale (UPR) e le procedure speciali riguardanti situazioni nazionali specifiche o questioni tematiche contribuiscono tutti alla promozione e al rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto;

Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite

1.  plaude al lavoro svolto dall'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid Ra'ad Al Hussein, e dal suo Ufficio (OHCHR); ricorda l'impegno dell'UE a continuare a sostenerne e difenderne l'integrità, l'indipendenza e il funzionamento; valuta positivamente il ruolo svolto dall'OHCHR nel far progredire la cooperazione tra i meccanismi internazionali e regionali in materia di diritti umani e nell'individuare soluzioni per accrescere il ruolo degli "accordi regionali" relativamente alle norme universali sui diritti umani;

2.  è del parere che l'efficacia e la credibilità del CDU dipendano dall'impegno concreto dei suoi membri a proteggere tutti, in tutti i paesi, da qualsiasi violazione dei diritti umani, conformemente alle convenzioni internazionali sui diritti umani intese a promuovere l'universalità, l'imparzialità, l'obiettività, la non selettività, il dialogo costruttivo e la cooperazione; esorta a evitare la polarizzazione nelle discussioni in seno al CDU e incoraggia il dialogo costruttivo;

3.  invita gli Stati a garantire l'accesso al proprio territorio agli esperti indipendenti del CDU, ai relatori speciali e agli esperti dell'OHCHR per permettere loro di indagare sulle presunte violazioni dei diritti umani, a impegnarsi in modo costruttivo per porre rimedio alla situazione, nonché a onorare gli impegni assunti relativamente alle convenzioni sui diritti umani e a offrire la loro piena cooperazione nel quadro delle procedure speciali (revisione periodica universale) del CDU; incoraggia tutti gli Stati ad adottare misure concrete per dare seguito alle raccomandazioni formulate nel quadro della revisione periodica universale e a rimediare alle carenze istituendo un meccanismo di attuazione e follow-up, comprendente anche la messa a punto di piani d'azione nazionali e di meccanismi nazionali di coordinamento;

4.  ricorda che l'Assemblea generale, nell'eleggere i membri del CDU, ha l'obbligo di tenere conto del rispetto, da parte dei candidati, della promozione e tutela dei diritti umani, dello Stato di diritto e della democrazia; accoglie con favore la decisione con cui il CDU ha chiesto che il proprio comitato consultivo prepari una relazione per valutare i progressi realizzati quanto alla definizione di accordi regionali e subregionali per la promozione e la tutela dei diritti umani; invita l'UE e i suoi Stati membri a tener conto della pari importanza dei diritti e delle modalità di voto, nonché a migliorare il coordinamento delle posizioni dell'UE in proposito; chiede vivamente all'Unione di parlare con una sola voce e di raggiungere una posizione comune dell'UE nelle votazioni in seno al CDU;

5.  ribadisce l'importanza di garantire un impegno attivo e costante dell'UE nei meccanismi per i diritti umani delle Nazioni Unite, in particolare nella terza commissione, nell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e nel CDU, per migliorare la sua credibilità; sostiene gli sforzi compiuti dal Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), dalle delegazioni dell'UE a New York e a Ginevra e dagli Stati membri per accrescere ulteriormente la coerenza dell'UE sulle questioni dei diritti umani a livello di Nazioni Unite;

Priorità tematiche

6.  sottolinea l'importanza del ruolo che le ONG impegnate per i diritti umani e i difensori dei diritti umani rivestono nella promozione e tutela di tali diritti; evidenzia che i diritti umani e le libertà fondamentali devono essere protetti in tutte le diverse forme in cui si declinano, anche nel contesto delle nuove tecnologie; condivide le preoccupazioni del CDU in merito alle segnalazioni di minacce e rappresaglie contro i membri di organizzazioni della società civile e ONG che hanno cooperato con il CDU nel processo dell'UPR;

7.  esprime profonda preoccupazione per i numerosi e crescenti tentativi di ridurre lo spazio della società civile e dei difensori dei diritti umani, anche attraverso l'adozione di leggi antiterrorismo; condanna qualsiasi atto di violenza, vessazione, intimidazione o persecuzione contro i difensori dei diritti umani, gli informatori, i giornalisti e i blogger, sia online che offline; invita tutti gli Stati a promuovere e garantire un ambiente sicuro e favorevole in cui le ONG, la società civile, i giornalisti, i difensori dei diritti umani, in particolare quelli di donne e bambini e categorie vulnerabili come le persone LGBTI, possano operare in modo autonomo e senza ingerenze; invita nuovamente gli Stati che hanno adottato norme restrittive nei confronti delle organizzazioni indipendenti impegnate per i diritti umani a revocare tali provvedimenti;

8.  ritiene che mezzi di comunicazione liberi, indipendenti e imparziali costituiscano uno dei capisaldi fondamentali di una società democratica, nella quale il dibattito pubblico ha un ruolo cruciale; appoggia l'appello a favore della nomina, presso il Segretario generale delle Nazioni Unite, di un rappresentante speciale per la sicurezza dei giornalisti; chiede che in tutti i consessi internazionali siano affrontati i temi della libertà di espressione online, delle libertà digitali e dell'importanza di una rete libera e aperta; chiede la riduzione del divario digitale, un accesso illimitato all'informazione e alla comunicazione, nonché un accesso a internet privo di censure;

9.  ricorda che il diritto alla libertà di riunione e di associazione continua a essere uno degli aspetti più problematici; plaude vivamente al lavoro del relatore speciale per i diritti alla libertà di riunione pacifica e di associazione, Maina Kiai; invita tutti gli Stati a tenere debito conto delle relazioni;

10.  esorta tutti gli Stati a ratificare rapidamente i protocolli facoltativi del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (ICESCR), che istituiscono meccanismi di denuncia e indagine;

11.  si oppone a qualsiasi forma di discriminazione o persecuzione su qualsiasi base o per qualsiasi ragione, quali la razza, il colore della pelle, la lingua, la religione o il credo, l'identità di genere e l'orientamento sessuale, l'origine sociale, la casta, la nascita, l'età o la disabilità; appoggia l'impegno dell'UE nel quadro delle pertinenti procedure speciali, tra cui il nuovo esperto indipendente sulla protezione dalla violenza e dalla discriminazione fondate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere; invita l'UE a continuare attivamente a promuovere l'uguaglianza e la non discriminazione e a combattere la violenza e la discriminazione, quali ne siano le vittime;

12.  esprime preoccupazione per il fatto che molte persone, individualmente o come categoria, subiscono violazioni del loro diritto alla libertà di religione o credo da parte di organi dello Stato e di attori non statali, il che è fonte di discriminazione, disuguaglianza e stigmatizzazione; ricorda la necessità di combattere l'intolleranza e la discriminazione fondate sulla religione o il credo per garantire il rispetto di altri diritti umani interdipendenti, come il diritto alla libertà di espressione;

13.  chiede che l'UE si adoperi per proteggere maggiormente le minoranze etniche e religiose da persecuzioni e violenza e per ottenere l'abrogazione delle leggi che, facendo della blasfemia o dell'apostasia un reato, fungono da pretesto per perseguitare le minoranze religiose ed etniche e i non credenti; invita a sostenere il lavoro del relatore speciale per la libertà di religione o di credo;

14.  incoraggia fermamente l'UE a continuare a sostenere una posizione di totale intransigenza nei confronti della pena di morte e la invita ad adoperarsi per rafforzare il sostegno transregionale alla prossima risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite relativa a una moratoria sulla pena di morte; plaude alla decisione adottata nel 2015 da Madagascar, Figi, Suriname e Repubblica del Congo di abolire la pena di morte per tutti i reati; deplora la ripresa delle esecuzioni in diversi paesi, tra cui Bahrein, Kuwait, Bielorussia, Bangladesh, India, Oman, Sudan del Sud, Indonesia e Ciad; deplora altresì l'aumento segnalato del numero di condanne a morte pronunciate in particolare in Cina, Egitto, Iran, Nigeria, Pakistan e Arabia Saudita; ricorda alle autorità di questi paesi che essi sono firmatari della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, la quale vieta categoricamente l'applicazione della pena di morte per reati commessi da persone di età inferiore ai diciotto anni;

15.  invita l'UE a pronunciarsi apertamente a sostegno dell'attività delle Nazioni Unite contro la tortura e altri trattamenti o pene crudeli, disumani o degradanti, le esecuzioni di massa e le esecuzioni per reati connessi alla droga, e chiede al SEAE di intensificare, a tutti i livelli di dialogo e in tutte le sedi, le azioni dell'UE nella lotta contro le esecuzioni sommarie, la tortura e altri maltrattamenti, in linea con gli orientamenti per una politica dell'UE nei confronti dei paesi terzi in materia di tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti; invita a procedere alla ratifica universale e all'attuazione effettiva della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e del relativo protocollo facoltativo;

16.  esprime profonda preoccupazione per il persistere di gravi violazioni e abusi dei diritti umani in tutto il mondo; sostiene con determinazione la Corte penale internazionale (CPI) quale istituzione fondamentale per perseguire i responsabili e aiutare le vittime a ottenere giustizia, sulla base del principio di complementarietà, per i crimini di guerra, i crimini contro l'umanità e il genocidio; chiede a tutte le parti di fornire supporto politico, diplomatico, finanziario e logistico alle attività quotidiane della CPI;

17.  invita l'UE a continuare a rafforzare le attività della CPI; incoraggia un dialogo e una cooperazione solidi tra la Corte, le Nazioni Unite e le relative agenzie, nonché il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; si rammarica della decisione di alcuni paesi africani di ritirarsi dalla CPI e li invita a riconsiderare tale decisione; invita tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite ad aderire alla CPI ratificando lo Statuto di Roma e ad incoraggiare la ratifica degli emendamenti di Kampala;

18.  condanna il mancato rispetto del diritto internazionale umanitario ed esprime profonda preoccupazione per il crescente tasso di danni civili nei conflitti armati in tutto il mondo e per gli attacchi mortali contro ospedali, scuole, convogli umanitari e altri bersagli civili; insiste affinché tali violazioni siano tenute in debita considerazione nei rapporti specifici per paese del CDU e nelle pertinenti revisioni nel quadro del meccanismo UPR;

19.  condanna con la massima fermezza le gravi e persistenti violazioni dei diritti umani, in particolare quelle perpetrate dall'ISIS/Daesh e gli attacchi di Boko Haram contro minori, come pure ogni altro attacco compiuto da organizzazioni terroristiche o paramilitari contro civili, in particolare donne e minori; denuncia la frequenza e la portata degli atti di distruzione del patrimonio culturale e chiede di sostenere gli sforzi profusi in questo ambito nei vari consessi delle Nazioni Unite;

20.  invita l'UE ad adoperarsi attivamente a favore di un'iniziativa sul riconoscimento, da parte delle Nazioni Unite, del genocidio delle minoranze etniche e religiose perpetrato dal cosiddetto ISIS/Daesh, e per il deferimento alla CPI dei casi di presunti crimini contro l'umanità, crimini di guerra e genocidio; incoraggia un dialogo e una cooperazione solidi tra la Corte, le Nazioni Unite e le relative agenzie, nonché il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;

21.  invita l'UE a incoraggiare tutti gli Stati a porre i diritti umani al centro delle rispettive politiche di sviluppo e ad attuare la Dichiarazione delle Nazioni Unite sul diritto allo sviluppo del 1986; accoglie positivamente la recente nomina da parte del CDU di un relatore speciale sul diritto allo sviluppo, il cui mandato comprende il contributo alla promozione, alla tutela e al rispetto del diritto allo sviluppo nel contesto dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e di altri accordi internazionali sulla cooperazione allo sviluppo; sottolinea che i diritti umani per tutti devono essere un elemento trasversale nella realizzazione di tutti gli obiettivi e le finalità dell'Agenda 2030;

22.  invita l'UE a continuare a promuovere la parità tra donne e uomini e a sostenere attivamente l'attività di "UN Women" e le iniziative di integrazione della dimensione di genere nell'ambito delle sue attività e dei suoi programmi; chiede un sostegno continuo alle misure volte a rafforzare l'emancipazione delle donne e delle ragazze e l'eliminazione di tutte le forme di violenza e discriminazione nei confronti delle donne e delle ragazze, compresa la violenza di genere; chiede con fermezza che l'UE promuova iniziative transregionali per la promozione, la tutela e la realizzazione dei diritti delle donne, contribuisca alla piena ed effettiva attuazione della piattaforma d'azione di Pechino e del programma d'azione della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD) e mantenga, in tale contesto, il proprio impegno a favore dei diritti sessuali e riproduttivi;

23.  ricorda l'impegno dell'UE a favore dell'integrazione dei diritti umani e delle questioni di genere, in conformità con le storiche risoluzioni 1325 (2000) e 1820 (2008) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle donne, la pace e la sicurezza; invita l'UE a sostenere a livello internazionale il riconoscimento del valore aggiunto della partecipazione delle donne alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti, alle operazioni di mantenimento della pace, all'assistenza umanitaria, nonché alla ricostruzione e alla riconciliazione sostenibile dopo un conflitto;

24.  invita l'UE a continuare a promuovere i diritti dei minori, in particolare contribuendo a garantire il loro accesso all'acqua, ai servizi igienico-sanitari, all'assistenza sanitaria e all'istruzione, in particolare nelle zone di conflitto e nei campi profughi, ed eliminando il lavoro minorile, il reclutamento dei minori nei gruppi armati, la privazione della libertà personale, la tortura, la tratta di esseri umani, i matrimoni infantili, precoci e forzati, lo sfruttamento sessuale e le pratiche dannose, quali la mutilazione genitale femminile; invita ad adottare misure volte a sostenere e rafforzare le azioni internazionali realizzate attraverso le Nazioni Unite per porre fine all'impiego di minori nei conflitti armati, nonché ad affrontare in modo più efficace l'impatto delle situazioni di conflitto e postbelliche sulle donne e le ragazze; invita tutti i paesi delle Nazioni Unite a rispettare i loro obblighi derivanti dal trattato e gli impegni assunti nel quadro della Convenzione sui diritti del fanciullo, adottata nel 1989, al fine di rispettare i diritti di tutti i minori sotto la loro giurisdizione, a prescindere dal loro status giuridico, e senza discriminazioni di alcun tipo;

25.  invita gli Stati a promuovere i diritti delle persone con disabilità, compresa la parità di partecipazione e inclusione sociale; invita tutti gli Stati a ratificare e attuare la Convenzione delle Nazioni Unite sulle persone con disabilità;

26.  invita l'UE a collaborare con i partner per l'attuazione dei principi guida delle Nazioni Unite sulle imprese e sui diritti umani, anche incoraggiando un maggiore numero di Stati ad adottare piani d'azione nazionali e a partecipare ai vari filoni operativi dei gruppi di lavoro delle Nazioni Unite e dell'OHCHR; rinnova il suo invito a tutti gli Stati e all'UE ad impegnarsi attivamente e in modo costruttivo in questo processo, al fine di definire uno strumento giuridicamente vincolante volto a prevenire le violazioni dei diritti umani e, qualora si verifichino, a garantire lo svolgimento di indagini, il risarcimento e l'accesso ai mezzi di ricorso;

27.  accoglie con favore la dichiarazione di New York delle Nazioni Unite sui rifugiati e i migranti, che affronta la questione dei grandi flussi di rifugiati e migranti e ha condotto all'adozione di un patto mondiale su un quadro globale di risposta per i rifugiati, e l'impegno che si applica a migranti e rifugiati al fine di salvare vite, far fronte alle necessità specifiche, contrastare il razzismo e la xenofobia, lottare contro la tratta di esseri umani, garantire parità di riconoscimento e protezione di fronte alla legge, nonché l'inclusione nei piani nazionali di sviluppo; invita tutte le parti interessate a garantire impegno politico, finanziamenti e atti concreti di solidarietà a sostegno della dichiarazione di New York sui rifugiati e i migranti e ricorda che la questione della migrazione dovrebbe continuare ad essere esaminata a livello mondiale e non solo europeo; invita l'UE e i suoi Stati membri ad assumere un ruolo guida in questi sforzi internazionali e, nel rispetto dei loro obblighi a norma del diritto internazionale, a tener fede ai loro impegni per la tutela dei diritti umani di richiedenti asilo, rifugiati, migranti e di tutti gli sfollati, in particolare le donne, i minori e i gruppi vulnerabili, tra cui le persone con disabilità;

28.  ricorda che il rimpatrio dei migranti dovrebbe avvenire unicamente nel pieno rispetto dei loro diritti e solo quando nei loro paesi sia garantita la tutela dei loro diritti; invita i governi a porre fine agli arresti e alla detenzione arbitrari di migranti, inclusi i minori; invita tutti gli Stati ad adottare misure concrete nell'interesse superiore dei minori rifugiati e migranti, sulla base della Convenzione sui diritti del fanciullo, e a introdurre misure volte a rafforzare i sistemi di protezione dei minori, in particolare attraverso la formazione di assistenti sociali e di altri gruppi professionali e la cooperazione con organizzazioni non governative; invita tutti gli Stati a ratificare e applicare la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie;

29.  sottolinea l'importanza di promuovere l'universalità e l'indivisibilità dei diritti umani, compresi i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali, in conformità dell'articolo 21 del trattato di Lisbona e delle disposizioni generali sull'azione esterna dell'Unione;

30.  sottolinea la necessità di adottare un approccio basato sui diritti e di integrare il rispetto dei diritti umani in tutte le politiche dell'UE, inclusi il commercio, gli investimenti, i servizi pubblici, la cooperazione allo sviluppo e la migrazione, nonché nella politica di sicurezza e di difesa comune;

31.  ricorda che la coerenza interna ed esterna nel settore dei diritti umani è essenziale per la credibilità della politica dell'UE in materia di diritti umani nelle sue relazioni esterne con i paesi terzi e invita l'UE a rispettare i propri impegni al riguardo;

Priorità per paese

Bielorussia

32.  esprime profonda preoccupazione per il protrarsi delle limitazioni alle libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica; condanna i soprusi nei confronti di giornalisti indipendenti e di opposizione nonché la vessazione e la detenzione di attivisti per i diritti umani e condanna il persistente ricorso alla pena di morte; chiede il rinnovo del mandato del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Bielorussia in occasione della 35ª sessione del Consiglio ed esorta il governo a cooperare pienamente con il relatore speciale nonché a impegnarsi a realizzare le riforme da tempo attese per tutelare i diritti umani, anche attuando le raccomandazioni formulate dal relatore speciale e altri meccanismi per i diritti umani;

Burundi

33.  esprime massima preoccupazione per il deterioramento della situazione politica e di sicurezza in Burundi e per il crescente numero di persone in fuga dal paese; condanna le violenze perpetrate in Burundi dal 2015, ovvero le uccisioni, le torture e gli atti di violenza mirati contro le donne, ivi compresi lo stupro collettivo e le vessazioni; condanna la detenzione di migliaia di persone, lo sfollamento forzato di centinaia di migliaia di burundesi, le violazioni della libertà di stampa e di espressione nonché la prevalente impunità per tali atti; chiede che sia condotta un'indagine approfondita e indipendente sulle uccisioni e gli abusi e che i responsabili di tali atti siano assicurati alla giustizia; sostiene, a questo proposito, la decisione del Consiglio dell'UE, dopo il fallimento delle discussioni avviate nel quadro dell'articolo 96 dell'accordo di Cotonou, di sospendere il sostegno finanziario diretto a favore dell'amministrazione burundese, compreso il sostegno al bilancio, mantenendo tuttavia il pieno sostegno finanziario per la popolazione e gli aiuti umanitari attraverso i canali diretti; invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere una dichiarazione congiunta sul Burundi che ne metta in discussione l'appartenenza al Consiglio dei diritti umani (CDU), a meno che il paese non inizi a cooperare pienamente con la commissione d'inchiesta e con il Consiglio e i suoi meccanismi, e non avvii un dialogo costruttivo con la commissione d'inchiesta, affrontando i gravi problemi in materia di diritti umani;

Repubblica democratica del Congo

34.  esprime estrema preoccupazione per le gravi violazioni dei diritti umani commesse, in assoluta impunità, dalle forze di sicurezza e chiede che i responsabili siano chiamati a risponderne; invita il Consiglio a considerare la possibilità di estendere le misure restrittive esistenti, quali le sanzioni mirate dell'UE, inclusi il divieto di viaggio e il congelamento dei beni, nei confronti dei responsabili della violenta repressione e della destabilizzazione del processo democratico nella RDC qualora le violenze tornassero a ripetersi, come previsto dall'accordo di Cotonou; esorta le autorità della RDC ad attuare l'accordo raggiunto nel dicembre 2016 e a indire elezioni entro dicembre di quest'anno, con il sostegno dei soggetti internazionali; invita il CDU, a questo proposito, a tenere sotto osservazione la RDC fino a quando avranno luogo le elezioni e una transizione democratica; ricorda l'importanza rivestita dalla stabilità nella regione dei Grandi Laghi, in particolare dalla situazione dei diritti umani nella parte orientale della RDC, dove sono tra l'altro perpetrate violenze sessuale, che è estremamente preoccupante;

Territori georgiani dell'Abkhazia e della regione di Tskhinvali/Ossezia meridionale

35.  continua a nutrire preoccupazione per la libertà di espressione e dei mezzi d'informazione e per la mancanza di accesso ai territori dell'Abkhazia e della regione di Tskhinvali/Ossezia del Sud, occupati dalla Russia e nei quali le violazioni dei diritti umani continuano a essere diffuse; esorta a rafforzare i contatti interpersonali tra i territori controllati da Tbilisi e le due regioni occupate; invita a rispettare pienamente la sovranità e l'integrità territoriale della Georgia nonché l'inviolabilità dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale; sottolinea la necessità che i rifugiati e gli sfollati interni possano fare ritorno al luogo dove risiedono permanentemente in condizioni di sicurezza e dignità; esorta il governo della Georgia ad adottare opportune misure al fine di garantire un seguito alle raccomandazioni formulate durante la revisione periodica universale;

Iran

36.  invita l'Iran a collaborare pienamente con tutti i meccanismi delle Nazioni Unite in favore dei diritti umani e a lavorare per l'attuazione delle raccomandazioni emesse in tale ambito, compresa la revisione periodica universale, consentendo alle organizzazioni internazionali che si occupano di diritti umani di svolgere le loro missioni; invita il governo dell'Iran ad affrontare le preoccupazioni sostanziali evidenziate nelle relazioni del relatore speciale e del Segretario generale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Iran, nonché gli specifici inviti all'azione formulati nelle risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite; rileva con preoccupazione che in Iran si registra il più alto livello di esecuzioni capitali pro capite al mondo; esorta l'Iran a dichiarare una moratoria sulla pena di morte; chiede il rilascio di tutti i prigionieri politici;

Myanmar/Birmania

37.  esprime profonda preoccupazione per le notizie di violenti scontri nello Stato di Rakhine settentrionale e deplora la perdita di vite umane, di mezzi di sussistenza e di abitazioni nonché l'uso sproporzionato della forza da parte delle forze armate del Myanmar/Birmania; esorta l'esercito e le forze di sicurezza a porre immediatamente fine alle uccisioni, ai soprusi e agli stupri di cui è vittima l'etnia rohingya e agli incendi delle loro abitazioni; chiede che il governo e le autorità civili del Myanmar/Birmania cessino immediatamente la discriminazione e la segregazione della minoranza rohingya; chiede che i diritti della popolazione rohingya siano salvaguardati e che tutti i cittadini del Myanmar/Birmania godano di garanzie di sicurezza, protezione e uguaglianza;

38.  accoglie con favore le decisioni del governo del Myanmar/Birmania di rendere prioritarie la pace e la riconciliazione nazionale; accoglie con favore l'annuncio da parte del governo del Myanmar/Birmania dell'istituzione di una commissione d'inchiesta sui recenti atti di violenza nello Stato di Rakhine; sottolinea la necessità di perseguire i responsabili in modo appropriato, e di fornire adeguati mezzi di ricorso alle vittime di violazioni; invita il governo del Myanmar/Birmania a proseguire il processo di democratizzazione del paese e a rispettare lo Stato di diritto, la libertà di parola e i diritti umani fondamentali; invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere un nuovo mandato del relatore speciale sul Myanmar/Birmania;

Arabia Saudita

39.  ricorda le sue preoccupazioni per le violazioni sistematiche dei diritti umani nel paese; condanna l'allarmante frequenza con cui è comminata la pena di morte in Arabia Saudita, comprese le esecuzioni di massa, e invita tale paese a introdurre una moratoria sulle esecuzioni capitali; esorta le autorità saudite a rilasciare tutti i prigionieri di coscienza, compreso il vincitore del premio Sacharov 2015, Raif Badawi; chiede all'UE di seguire con attenzione il suo caso specifico; ribadisce che i membri del CDU dovrebbero essere eletti tra gli Stati che rispettano i diritti umani, lo Stato di diritto e la democrazia; invita le autorità saudite a cooperare pienamente con le procedure speciali del CDU e con l'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani;

Siria

40.  condanna con la massima fermezza le atrocità e le diffuse violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario commesse dalle forze di Assad, con il sostegno della Russia e dell'Iran, nonché le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario perpetrate da gruppi armati terroristici non statali, in particolare ISIS/Daesh, Jabhat Fateh al-Sham/fronte al-Nusra e altri gruppi jihadisti; insiste sulla necessità di continuare a investigare in merito all'uso e alla distruzione di armi chimiche da parte di tutti gli attori in conflitto in Siria e deplora la decisione di Russia e Cina di bloccare una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull'uso delle armi chimiche; torna a chiedere che sia concesso un pieno accesso senza ostacoli all'assistenza umanitaria e che siano presi provvedimenti contro i responsabili di crimini di guerra e crimini contro l'umanità, che devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni; appoggia l'iniziativa dell'UE di deferire la questione della situazione in Siria alla CPI ed esorta il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ad agire in tal senso;

41.  accoglie positivamente il gruppo di alto livello costituito a seguito della risoluzione adottata nella 33a sessione del CDU il quale, in consultazione con la commissione d'inchiesta internazionale indipendente (COI), indagherà sulle scomparse forzate, le detenzioni arbitrarie e la necessità di individuare responsabilità per le violazioni connesse, e ascolterà deposizioni di testimoni e voci siriani; appoggia il mandato della COI di svolgere un'indagine speciale su Aleppo, sulla quale dovrebbe riferire entro la 34ª sessione del CDU in marzo, e chiede che tale relazione sia presentata all'Assemblea generale e al Consiglio di sicurezza; appoggia il rinnovo del mandato della COI;

Sud Sudan

42.  invita tutte le parti ad astenersi dal commettere violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale, comprese le violazioni che equivalgono a crimini internazionali, come le esecuzioni extragiudiziali, la violenza mirata di stampo etnico, la violenza sessuale nei conflitti, compreso lo stupro, nonché la violenza di genere, il reclutamento e l'impiego di bambini, le sparizioni forzate e gli arresti e la detenzione arbitrari; prende atto che il governo del Sudan ha firmato l'accordo su una tabella di marcia il 16 marzo 2016 e ha successivamente precisato i suoi impegni in merito all'inclusione di altri pertinenti soggetti interessati nel dialogo nazionale e sul fatto di continuare a rispettare le decisioni adottate tra i firmatari dell'opposizione e il meccanismo 7+7, il comitato direttivo del dialogo nazionale; insiste sulla necessità che tutte le parti rispettino i propri impegni e chiede un dialogo continuo verso l'istituzione di un cessate il fuoco definitivo; invita l'UE e i suoi Stati membri a mantenere il loro impegno a sostenere gli sforzi dell'Unione africana per portare la pace in Sudan e al popolo sudanese nella transizione verso una democrazia riformata dall'interno;

43.  invita l'UE e i suoi Stati membri a rinnovare il mandato della commissione per i diritti umani nel Sud Sudan, rafforzarne il ruolo per quanto riguarda lo svolgimento di indagini su violazioni dei diritti umani e realizzare una mappatura delle violenze sessuali; sostiene l'integrazione delle sue raccomandazioni in una relazione destinata all'Assemblea generale e al Consiglio di sicurezza dell'ONU;

Ucraina

44.  deplora il fatto che l'aggressione russa in corso abbia causato una drammatica situazione umanitaria nella regione del Donbas, mentre alle organizzazioni umanitarie ucraine e internazionali viene rifiutato l'accesso alle regioni occupate; esprime profonda preoccupazione per le difficili condizioni umanitarie degli oltre 1,5 milioni di sfollati interni; è profondamente preoccupato per le violazioni dei diritti umani perpetrate nella Crimea occupata dai russi, segnatamente per la drammatica situazione dei tatari di Crimea, e sottolinea la necessità di un'ulteriore assistenza finanziaria dell'UE per l'Ucraina; ribadisce il suo pieno impegno a favore della sovranità, dell'indipendenza politica, dell'unità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina all'interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale, nonché della sua scelta libera e sovrana di seguire un percorso europeo; invita tutte le parti a perseguire senza indugio la reintegrazione pacifica della penisola di Crimea occupata nel sistema giuridico ucraino, attraverso il dialogo politico e nel pieno rispetto del diritto internazionale; invita il Servizio europeo per l'azione esterna e il Consiglio a intensificare le pressioni sulla Federazione russa per consentire l'accesso in Crimea alle organizzazioni internazionali, allo scopo di monitorare la situazione dei diritti umani in considerazione delle gravi violazioni delle libertà fondamentali e dei diritti umani in corso nella penisola, nonché di istituire meccanismi di monitoraggio internazionale permanenti e basati su convenzioni;

Yemen

45.  esprime profonda preoccupazione per la catastrofica situazione umanitaria in Yemen; condanna il fatto che i civili siano presi di mira e si trovino intrappolati in una situazione intollerabile, in cui le parti belligeranti danno loro istruzioni opposte, in violazione del diritto umanitario internazionale e del diritto internazionale in materia di diritti umani; sottolinea che la coscrizione e l'impiego di bambini nei conflitti armati è rigorosamente vietato dal diritto umanitario internazionale e dal diritto internazionale in materia di diritti umani e che la coscrizione di bambini di età inferiore ai quindici anni può costituire un crimine di guerra; invita tutte le parti a rilasciare immediatamente tali bambini e ad astenersi dal reclutarli; esorta tutte le parti ad allentare la tensione e a introdurre immediatamente un cessate il fuoco stabile che conduca a una soluzione politica, inclusiva e negoziata al conflitto; in questo senso, sostiene pienamente gli sforzi dell'inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Ismaïl Ould Cheikh Ahmed, nonché l'attuazione della risoluzione del Consiglio dei diritti dell'uomo 33/16 entro ottobre 2016, nella quale si chiede alle Nazioni Unite di lavorare assieme alla commissione d'indagine nazionale indipendente, e appoggia tutti gli sforzi volti a realizzare un'indagine internazionale indipendente al fine di porre fine al clima di impunità in Yemen;

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46.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al presidente della 71ª Assemblea generale delle Nazioni Unite, al presidente del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, all'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e al Segretario generale dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.