Programma di lavoro della Commissione per il 2017 (discussione)
David Borrelli, a nome del gruppo EFDD. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, dopo gli attentati di Parigi e di Bruxelles, dopo la Brexit, dopo ciò che sta accadendo quotidianamente nel Sud Europa, dopo il no di alcuni giorni fa al CETA, non è più possibile guardare l'azione delle istituzioni europee come prima. Il segnale che ci è giunto ieri non è soltanto un segnale tecnico, limitato ad un accordo commerciale, è soprattutto un segnale politico e tra le istituzioni europee nessuna più di questo Parlamento deve coglierne la valenza. Esiste una volontà di cambiamento radicale delle istituzioni europee, che sempre più cittadini vogliono.
Qualunque sia la configurazione finale del working program 2017, non si potrà, quindi, non tener conto di alcuni aspetti. Innanzitutto l'emigrazione di massa: nelle ultime settimane le navi italiane hanno soccorso ventimila persone e l'attacco a Mosul aggraverà l'emergenza. I numeri non lasciano spazio a indecisioni e ancor meno si può mostrare indecisione quando è in gioco la sicurezza interna, perché la sicurezza è il primo diritto e il primo bisogno che i nostri cittadini ci chiedono di tutelare.
La Brexit ci insegna che il distacco tra politica e istituzioni non si supera né con i proclami, né con le minacce, i cittadini valutano altro. Otto anni di crisi economica inchiodano le istituzioni europee al loro fallimento nel ricostruire su basi più forti la casa comune europea. Signor Vicepresidente, io mi auguro che il suo impegno speso per un consenso interistituzionale abbia successo, lo dico davvero, ma vorrei che sapesse che a quel dialogo interi gruppi di deputati non hanno potuto partecipare appieno a causa del non rispetto della democrazia interna da parte dei gruppi più forti e chi si è assunto allora la responsabilità di escluderli, sappia che la voce dei cittadini, di tutti i cittadini, saprà sempre come farsi ascoltare.