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 Indice 
 Testo integrale 
Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 4 luglio 2017 - Strasburgo Edizione rivista

Verso una strategia dell'Unione europea per le relazioni culturali internazionali (discussione)
MPphoto
 

  Silvia Costa, relatrice. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, signora Vicepresidente Mogherini, ringrazio il correlatore Brok e i relatori ombra delle commissioni CULT e AFET, ma anche i tanti interlocutori del mondo della cultura e dell'arte che hanno collaborato con noi alla nostra relazione.

Cara Vicepresidente Mogherini, Lei sa molto bene quanto in Parlamento ci siamo battuti fin dal 2011 per sviluppare una strategia culturale europea in ambito internazionale con una nostra relazione, alla quale ha fatto seguito un'importante azione preparatoria fino all'indirizzo specifico entrato nelle conclusioni della Presidenza italiana del 2014. Ricordo con emozione l'importante risoluzione di due anni fa, che vedo raccolta nella vostra proposta, dopo la distruzione del patrimonio culturale di Ninive e di Palmira da parte del Daesh, con la barbara uccisione di Khaled al-Asaad, per un comune impegno europeo nella persecuzione di quello che consideriamo un crimine contro l'umanità.

Apprezziamo il sostegno della Commissione all'opera di documentazione e ricostruzione, e l'impegno a presentare una direttiva sul traffico e l'importazione dei beni culturali illeciti, oggetto di una recente e importante convenzione del Consiglio d'Europa. Lei sa anche che ci siamo battuti con proposte specifiche perché la cultura e l'educazione diventassero una priorità della Commissione, anche sotto altri due profili: come strumento di libertà, di promozione umana, di dialogo interculturale e interreligioso, e anche per prevenire la radicalizzazione, ma anche come quarto pilastro dello sviluppo sostenibile, motore di creatività e di innovazione, nuova economia, occupazione di qualità, turismo.

Nella comunicazione, che abbiamo molto apprezzato, ritroviamo questi tre ambiti come aree prioritarie di una nuova strategia europea che, pur riconoscendo i principi di sussidiarietà e proporzionalità, intende rafforzare la cooperazione tra Unione europea e Stati membri nell'ambito di relazioni culturali internazionali.

Questo farà bene all'Europa, ma farà bene anche al mondo. L'Europa ha infatti in comune una grande ricchezza di radici culturali, linguistiche, storiche e religiose, su cui ha costruito valori comuni e una cultura dei diritti umani, che sono strumento di comprensione delle altre culture. Per questo è importante per noi che l'Europa riconosca, anche nella sua azione esterna, il valore in sé della cultura e dei diritti culturali nell'ambito dei diritti umani, insieme alla libertà artistica ed espressiva, dando coerenza alla politica e alle azioni dell'UE in ambito internazionale, e facendone davvero un attore globale, autorevole, nell'opera di riconciliazione e di pace.

Fondamentali saranno quindi il dialogo strutturato con gli attori culturali e con gli stakeholder, i partenariati pluriennali con organizzazioni internazionali come l'UNESCO e il Consiglio d'Europa, in particolare per il patrimonio culturale e per gli itinerari culturali transeuropei, ma anche la sperimentazione della piattaforma culturale europea.

Vogliamo che questa strategia sia effettiva, inserendo cultura ed educazione in tutti gli accordi e i partenariati tra Europa e paesi terzi, a partire dal rinnovo di Cotonou con i paesi ACP. Ma servono una buona governance multilivello, come abbiamo indicato, un forte coordinamento tra le quattro DG interessate, una linea di bilancio dedicata e risorse umane adeguate nel SEAE, con priorità tematiche e geografiche definite in piani annuali e triennali.

Ogni delegazione europea dovrà dotarsi gradualmente di un focal point dedicato, che dialoghi con la società civile, gli istituti culturali dell'Unione europea e le autorità locali, con un approccio people-to-people. Sarà importante sviluppare la dimensione internazionale di programmi europei come Erasmus, come Horizon, e serve soprattutto un coordinamento maggiore per prevenire e ricostruire il patrimonio culturale a rischio o distrutto, anche dando vita a quell'intervento attivato dall'UNESCO, che però purtroppo vede soltanto la partecipazione italiana con i blue helmet della cultura.

Proponiamo di dar vita a un nuovo programma di mobilità internazionale di residenze d'artista, rivolto a giovani artisti e professionisti della cultura, un portale culturale europeo e la digitalizzazione come utilizzo maggiore per i nuovi linguaggi, rivolto ai giovani, anche attivando i media europei. Vogliamo che anche l'attuale situazione dei rifugiati e dei processi migratori abbia una dimensione fortemente culturale, imprescindibile per un futuro di pace.

 
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