Orientamenti per gli Stati membri per evitare la criminalizzazione dell'assistenza umanitaria (discussione)
Barbara Spinelli, a nome del gruppo GUE/NGL. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, da tempo nei nostri Stati è in atto una criminalizzazione più o meno esplicita di chiunque assista persone provenienti da paesi terzi, via mare o via terra. In pratica l'aiuto umanitario è messo fuori legge, a dispetto di chiare indicazioni che vietano di considerare reato il soccorso a chi è in pericolo. Parlo del Protocollo ONU sul traffico di migranti e della Convenzione sul diritto del mare.
La direttiva sulla facilitazione contiene ambiguità: una dopo l'altra le norme del diritto europeo e internazionale vengono ignorate o smantellate, in Ungheria perfino costituzionalmente. Si impedisce alle navi che fanno ricerca e salvataggio di sbarcare nei nostri porti, si arresta chi alberga migranti in fuga nelle Alpi. Nel Mediterraneo non ci saranno più navi che salvano i naufraghi, in assenza di operazioni in questo senso dell'Unione che non europeizzò per tempo Mare Nostrum.
Stiamo tornando agli anni Trenta, quando gli organi internazionali cedettero all'arbitrio di stati canaglia. Se l'Unione, custode della legge europea, non offre linee chiare che aboliscano il reato di solidarietà, si ripeterà il colossale fallimento della Lega delle Nazioni.
Concludo ringraziando gli interpreti e appoggiando il loro sciopero.