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Streda, 4. júla 2018 - Štrasburg Revidované vydanie

17. Nedávne vyhlásenie talianskeho ministra vnútra o Sintoch a Rómoch a menšinových právach v EÚ (tematická rozprava)
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  Puhemies. – Esityslistalla on seuraavana työjärjestyksen 153 a artiklan mukainen ajankohtainen keskustelu Italian sisäministerin äskettäin antamasta julkilausumasta sinti- ja romaniväestöstä ja vähemmistöjen oikeuksista EU:ssa (2018/2777(RSP)).

Ilmoitan jäsenille, että tässä keskustelussa ei poikkeuksellisesti ole ”catch-the-eye”-menettelyä eikä sinisen kortin kysymyksiä hyväksytä.

 
  
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  Marco Affronte, autore. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, che Salvini rappresentasse un partito dalle tendenze xenofobe e razziste era una cosa nota. Non ho remore a utilizzare queste parole, anche se sono forti, perché sono ampiamente confermate da una serie di affermazioni che abbiamo avuto nel corso degli anni.

Quello che non sapevamo è che la Lega avrebbe trovato appoggio per governare dal Movimento cinque Stelle e che riuscisse a sottoscrivere un contratto di governo nel quale si avvalora, per esempio, il sostegno per servizi di asilo nido in forma gratuita a favore delle famiglie italiane, in palese contrasto con l'articolo 3 della Costituzione, che vieta distinzioni in base al sesso, alla razza, alla religione, eccetera.

Era solo l'inizio, perché questo governo ha chiarito subito chi fossero i propri nemici: i diversi e le minoranze. I diversi in tutti i sensi. Il ministro per la Famiglia ha subito dichiarato che non esiste famiglia che non sia composta da un padre e da una madre, alla faccia dei diritti LGBT. Poi i migranti, che sono diventati capro espiatorio di tutti i mali di un Paese che invece ha sofferenze profondissime.

Infine, è stata la volta di rom e sinti: dopo pochi giorni in carica il ministro Salvini decide di proclamare che farà un censimento, aggiungendo però, tanto per non lasciare dubbi su quale sia il suo disprezzo etnico, che "purtroppo quelli italiani ce li dobbiamo tenere". Immaginate l'indignazione! E invece no! O di certo non abbastanza. Il problema è proprio che, a differenza di quanto forse sarebbe successo alcuni anni fa, è mancata una reazione veramente forte. Com'è possibile un atteggiamento del genere e da dove viene?

Viene anche da qua, da Bruxelles, dalle istituzioni europee e dai capi di governo in seno al Consiglio che non sono in grado di decidere nulla; non sanno dare un segnale! A quanto danno a vedere non hanno nemmeno dei valori di riferimento. E Stati membri che ad ogni passo vogliono chiudere le frontiere: parlo di Ungheria, Francia, Austria ma potrei andare avanti per un bel po'.

Sono i nostri valori di riferimento quello che abbiamo perso, perché sulle modalità e i tecnicismi per affrontare un qualunque tipo di emergenza, non solo quella migratoria o economica, ci si può scontrare o accordare: ma i valori, quelli devono essere ben chiari, devono essere saldi e invece non lo sono più.

Mi rivolgo al Presidente Tajani – mi dispiace che non sia qui in Aula: quando il ministro degli Interni italiano ha parlato del censimento dei rom, lei dov'era? Io ho subito preso l'iniziativa di scriverLe, coinvolgendo anche gli altri gruppi politici, chiedendoLe che il Parlamento ribadisse uno dei principi fondanti della nostra Europa: "Uniti nella diversità", che il nostro lemma.

L'Unione europea è nata dopo le tragedie della Seconda guerra mondiale, dove milioni di persone sono morte a causa di una presunta diversità. Di conseguenza, il Parlamento europeo non può restare immobile, attonito e silente di fronte alle parole di odio che da troppe parti, non certo solo dall'Italia, sentiamo in questi anni.

Si ricorda, Presidente Tajani, quando nel 2009, a un'analoga iniziativa di Maroni, anche lui della Lega, il Parlamento si oppose fermamente? Mi domando perché, a distanza di tanti giorni, Lei non abbia ancora fatto nulla e nemmeno risposto a una lettera firmata dai presidenti di quattro gruppi politici di questo Parlamento e da decine di deputati, anche del suo gruppo, e invece continua con dichiarazioni che sono più da leader di partito.

Un altro segnale della perdita dei valori che dovrebbero fondare l'Europa in una gara a chi è più ipocrita: firmiamo un accordo al Consiglio e in meno di 24 ore i distinguo sono talmente tanti che siamo tornati a un punto ancora precedente all'accordo. Ma chi vogliamo prendere in giro? Come facciamo poi a sorprenderci che i cittadini che governiamo e che ci vedono comportarci in questa maniera non facciano altrettanto? Possiamo passare anni a parlare di norme ma dobbiamo affrontare prima di tutto la crisi dei valori che attanaglia l'Europa e, purtroppo, anche il mio Paese, l'Italia.

 
  
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  Karoline Edtstadler, President-in-Office of the Council. – Madam President, thank you for the opportunity to speak here today. Of course, as you will understand, it is not for the Presidency to comment on public statements made by individual ministers in Member States. Instead, I would like to build on what the Bulgarian Presidency said when you discussed the situation of the Roma at your last session.

Firstly, I would like to recall that equality is a core value of the European Union and that it is a value we rigidly uphold. It is part of the European pillar of social rights jointly proclaimed by Parliament, the Council and the Commission at the end of last year. In our joint proclamation, we once again committed ourselves to the principle of equal treatment and opportunity, regardless of racial or ethnic origin. We also stated that equal opportunities for under-represented groups would be fostered.

Allow me to add a personal note to this discussion as I am politically responsible for the Mauthausen Memorial, the former concentration camp in Austria where approximately 100 000 people were killed during the Second World War. Most of them were Jews but there were also homosexuals, people who opposed and fought against the Nazi regime and Roma and Sinti. It is essential, especially in the commemorative year which we are celebrating in Austria in 2018, to uphold this memory but it is not less important tirelessly to seek equal rights for all these groups.

We all know that many Roma in Europe face deep poverty, social exclusion and racial discrimination and we know we must do more to put this right. I am sure we all agree on one thing: a Europe that protects should especially protect those who find themselves in the most vulnerable situations.

In this spirit, seven years ago, the Council, the Commission and Parliament jointly called for action across Europe to improve the situation of Roma. We successfully launched an EU framework for national Roma integration strategies. As part of this drive to improve the life chances of some of our most vulnerable citizens, the Council, like Parliament, has strongly emphasised the importance of fighting discrimination and prejudice against Roma – a specific form of racism known as anti-Gypsyism. Anti-Gypsyism is a root cause of the social exclusion of Roma.

I would also like to take this opportunity to recall the Council’s position on hate speech, racism and the fight against discrimination. On several occasions the Council has invited Member States to ensure the effective transposition and implementation at national level of the Framework Decision on Combating Racism and Xenophobia, as well as other relevant hate crime laws, in order to counter the plague of hate crime. In addition, the Council has asked Member States to develop effective methods to report, and ensure the proper recording of, hate crimes.

Moreover, the Council supports the ambitious plans of the Commission high-level group seeking to develop, with Member States, concrete practices and tools to improve responses to racism, xenophobia and other forms of intolerance. We also welcome and support the ongoing EU-level dialogue with major IT companies to address hate speech online.

Last, but not least, we should remember and commend the remarkable work done by the Fundamental Rights Agency in this field, and concerning Roma in particular. Equal treatment is not just an ideal but a solid principle enshrined in European law. The Council has already adopted a directive that prohibits discrimination on grounds of racial or ethnic origin. This directive protects, inter alia, the rights of Roma, Europe’s largest ethnic minority.

The framework we established in 2011 is due to expire in 2020. The Council stands ready to work further on this important subject. Already, in 2006, the Council called on the Commission to propose a post-2020 strategy on Roma integration. The matter is urgent: the rights and wellbeing of millions of European citizens are at stake.

 
  
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  Věra Jourová, Member of the Commission. – Madam President, in 2011 the Commission adopted the EU framework for a national Roma integration strategy up to 2020. This came at a time when the Roma people were facing a series of threats and pressures and, in response to the Council, I can confirm that we are now working on the evaluation of this framework, with the aim of preparing the ground for the new strategy after 2020.

But back to today’s reality. It is regrettable to see that, seven years later, similar issues are re-entering public discourse in some Member States. The Commission has always made it clear that the fundamental rights of EU citizens, including free movement and non-discrimination on grounds of ethnicity, must be respected. Respect for fundamental rights is a key European achievement which both promotes and gives concrete expression to mutual understanding, openness and tolerance in European societies.

While all EU citizens have the right to move and reside freely within the EU, this must be done within the conditions and limitations set out in EU law. As regards stateless persons, Member States are bound by obligations under international law. In particular, the 1954 Convention Relating to the Status of Stateless Persons and the 1961 Convention on the Reduction of Statelessness. However, not all the Member States of the European Union are signatories of these conventions. Under the EU Treaties, for migration and border-control purposes, stateless people are considered as third-country nationals, and expulsion of stateless persons to third countries is possible only if carried out in line with EU law as set out in the Return Directive. This directive is applicable to all third-country nationals, for instance all persons who are not EU citizens staying illegally on the territory of an EU Member State.

Where challenges arise because the presence of marginalised Roma communities is placing particular strains on some localities, the Commission supports the efforts of local authorities to improve their social inclusion by promoting good practices and also, of course, the effective use of available EU funds. In its latest assessment of the implementation of Italy’s national Roma integration strategy, the Commission emphasised that addressing the issue of camps should be carried out within an integrated approach, fully respecting individual rights and freedoms, and addressing simultaneously the challenges in the areas of education, employment and health.

It is evident that Member States have to be reminded of their commitment made in 2011 when the EU framework was adopted by consensus in the Council. More importantly, it must be clear that inclusion cannot be achieved by denying people’s fundamental rights and violating human dignity.

The Commission condemns all manifestations of racism and xenophobia, as these phenomena are incompatible with the values and principles on which the European Union is based. Statements associating anti-social behaviour or criminality with people of a certain ethnic origin or nationality are stigmatising and totally unacceptable. They fuel racism and xenophobia, they can contribute to the spread of intolerance in society and they are therefore very damaging. Public authorities must distance themselves from, and actively rebut, such discourses targeting Roma, and proactively fight against racist and xenophobic behaviour.

 
  
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  Lívia Járóka, on behalf of the PPE Group. – Madam President, let me start by firmly condemning every act, speech, intention – direct or indirect – that negatively addresses my people, the Roma, and every discriminatory practice against them. In the era of fake news, we can never be 100% sure what is reality and what is overreaction or misinterpreted, so I contacted Mr Salvini’s cabinet, with the help of colleagues here in the Chamber, to learn the real plans so that I could help the Italian Government to make Roma integration in Italy a reality instead of an utter failure.

According to the latest news, Mr Salvini downplayed his comments, arguing that the intention of the census proposal was to examine how European funds were being used and investigate life in the camps.

The EU Roma strategy, as you said, was initiated by Parliament and endorsed by the Hungarian Presidency in 2011. It was designed significantly and swiftly to improve the situation of the Roma, but there is a lot to do and this debate can speed it up. In this regard, if the latest news in this case is true, Mr Salvini is partly right. There is an acute need to examine whether the European funds that were used for the situation of the Roma have effected change or not, for better or worse. Nowadays, every fifth European citizen is poor: more than 100 million. The next workers’ generation will come from these poor families. Less than 7% are Roma and 5% to 10% have a migrant background and came in the last 30 years.

So what can be done? With this report that you are talking about, Ms Jourová, that the European Union Agency for Fundamental Rights (FRA) is preparing, you can make history and big changes. Parliament initiated this in 2010 and the Commission was not strong enough to take it on board to the Council. In the end, the Council even vetoed the monitoring. Without these mistakes that you made, we would not be debating this issue here today, so what I’m asking Mr Kurz to do is to upscale this strategy to an EUR 120 million anti-poverty strategy for all European citizens. We have the knowledge and the money to do this and I think it is the only way that this issue can be solved. We are counting on Austria especially as, in the 1980s, it became the first country to resolve persecution of the Roma after we were hit by Molotov cocktails in Oberwart and so many people died.

 
  
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  Soraya Post, on behalf of the S&D Group. – Madam President, Lívia Járóka really surprised me in a negative way; I will not comment on that anymore, but really!

Salvini has shown us what we can expect from a populist and far-right government: absolutely no respect for either national or European law. Such governments say no to people in need and leave them to die in the sea. Such governments want to register Roma people so that they can deport them. Such governments attack, criminalise and exclude those who do not fit into their racially dictated boxes.

Such governments use our democratic tools to crash our jointly-built democracy, our commonly set European values, which we have worked on together for decades. Such governments incite fear, hatred, anger, and make innocent people scapegoats and treat them as criminals. We have already seen the horrific consequences of such political groups gaining ground in Europe, but it seems that our European memory is very short.

Fellow citizens, we are at the crossroads. We have to decide if we want to keep an open, democratic society, or if we want to live in a Europe of growing intolerance and racism. The choice is yours, and it is one with far-reaching consequences. And to those politicians feeding hatred, intolerance and fear in order to get votes and gain power: what are you? I say, shame on you!

Finally, let me use this opportunity to raise my voice for those Roma people who have been targeted, injured or killed by far-right groups in Ukraine recently. Colleagues, the reality is that there are pogroms in Europe in 2018. I urge President Poroshenko and the Ukrainian Government to condemn the recent horrific acts of violence and killings, and to condemn police negligence. I demand a proper investigation of the cases, fair legal procedures, and I demand measures aiming at Roma inclusion and countering anti—Gypsyism. And to end my intervention, I ask you nationalists, the far-right, to act as human beings and to stop hunting Roma as if they were animals.

(Applause)

 
  
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  Anders Primdahl Vistisen, for ECR-Gruppen. – Hr. formand! Dagens debat følger i en lang og sørgelig tradition her i Europa-Parlamentet, hvor man har en tendens til, hver gang der bliver indvalgt en regering i et europæisk land, som man politisk er uenig med, at starte et shame game og en sådan opbygget indignation her fra Europas hellige haller, der skal ramme de vælgere, der har formastet sig til at være uenige i det, man her i Bruxelles-boblen har dannet konsensus omkring.

Det startede med fordømmelsen af Jörg Haider-regeringen i Østrig i slutningen af 90'erne, det fortsatte med en endeløs strøm af anklager mod regeringer i Polen og i Ungarn, i Slovakiet og på Malta. Og nu er vi så nået til det næste land i rækken, nemlig Italien, der har valgt at vælge en regering, som man her i Bruxelles ikke bryder sig om. Og derfor skal vi nu bruge vores tid i plenarsalen for at debattere udtalelser fra en italiensk minister, tidligere kollega, som er taget ud af kontekst, og som kun kan bruges til at føde den indignation, som man helt tydeligvis føler her i byen.

Men den indignation er en afmagt! Den er en afmagt, fordi de fleste af kollegerne her i huset taber på nationalt plan. I har tabt jeres befolkningers tillid. Europa er i fundamental krise, og hvis man ønsker at redde det europæiske projekt, så skal man lytte til bekymringen hos europæerne og ikke fortsat ignorere dem, sådan som man stort set altid gør her i Bruxelles.

Jeg ønsker den nye italienske regering held og lykke med at få styr på den italienske indenrigspolitiske situation, og jeg håber, flere vil lytte til denne fornuft, der kommer, i stedet for at fortsætte politikken med at stoppe ørerne til og fortsætte, som om ingenting var hændt!

 
  
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  Cecilia Wikström, för ALDE-gruppen. – Fru talman! Ärligt talat fru talman, jag blir rädd när jag hör Salvinis uttalande om romer, och jag frågar mig två saker. För det första: Vart har hans medmänsklighet tagit vägen? Och för det andra: Vart är Italien som land på väg?

Italien var ett av grundarländerna vid tillkomsten av den europeiska unionen, en union som är byggd på grundläggande värderingar om tolerans och frihet. Vi kan inte acceptera Salvinis uttalande om att romer ska bokföras i illegala register, det går emot de demokratiska principerna och leder tanken tillbaka till historien, fascismens dagar. Det var också så den romska förintelsen en gång började.

Vi måste här och nu ta avstånd från detta uttalande. Den systematiska diskrimineringen, marginaliseringen och särbehandlingen av romer måste få ett slut.

Europeiska medborgare ska varken hamna i register eller deporteras på grund av sin etnicitet. Det skrämmer mig att vi i dag har bevittnat ett så gränslöst kränkande uttalande av en italiensk inrikesminister, som dessutom under en följd av år har varit ledamot i denna kammare.

Den främlingsfientliga, odemokratiska utvecklingen i Italien den senaste tiden är ett stort steg i helt fel riktning. Jag vill gärna påminna Salvini och alla hans likasinnade den här dagen som hotar och hetsar mot romer och andra minoriteter om att varenda människa, oaktat vem man är och var man kommer ifrån, är människor och har rätt att mötas med värdighet och respekt. Det är en läxa som detta hus måste pränta in – bokstavligen – i sådana som ifrågasätter de här rättigheterna.

 
  
  

VORSITZ: EVELYNE GEBHARDT
Vizepräsidentin

 
  
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  Romeo Franz, im Namen der Verts/ALE-Fraktion. – Frau Präsidentin, liebe Kolleginnen und Kollegen! Wenn ein Minister eines europäischen Mitgliedstaates die Erfassung einer ethnischen Minderheit fordert, dann hat er entweder keine Kenntnis von der Geschichte des Nationalsozialismus in Europa oder aber eine nationalideologische und rassistische Einstellung. Beides disqualifiziert einen Europäer und auch einen Minister eines demokratischen Rechtsstaates. Die ethnische Erfassung hat eine grausame Vergangenheit, wie jedes Schulkind im Geschichtsunterricht lernt. Dieses Hohe Haus hat bereits vor zehn Jahren mit aller Deutlichkeit klargestellt, dass eine Datenbank der Roma in Italien grundrechtswidrig ist und nicht akzeptiert werden kann.

Herr Salvini, ich spreche Sie direkt an, Sie kriminalisieren eine gesamte europäische Minderheit mit Ihrer Forderung und schüren bewusst Hass und Rassismus. Mit Ihrer Forderung verstoßen Sie gegen nationales und internationales Recht. Wollen Sie, Herr Salvini, ukrainische Zustände in Italien? In der Ukraine fanden in diesem Jahr Pogrome gegen Roma statt, die viele Verletzte, darunter Frauen und Kinder, forderten. Dávid Papp, ein 24-jähriger Rom, wurde am 23. Juni 2018 von ukrainischen Nazis ermordet. Herr Salvini, ich frage Sie: Wollen Sie, dass auch an Ihren Fingern Blut klebt? Denn Ihre rassistischen Äußerungen führen genau dorthin: zu einem Hass auf Bürgerinnen und Bürger, die Menschen mit Romno-Hintergrund sind.

Herr Salvini, Sie haben mich persönlich angegriffen. Ich, Romeo Franz, bin Sinto und Sohn einer Holocaust-Überlebenden. Ich bin hier, um Ihnen zu sagen, dass in Europa kein Platz für Rassismus und Nationalideologie ist. Denn das hatten wir schon einmal. Und wir alle wissen, liebe Kolleginnen und Kollegen, welche Auswirkungen solch eine Hetze haben kann.

Herr Salvini, Ihr Rassismus verblendet Sie und Ihre Anhänger so dermaßen, dass Sie das Potenzial Ihrer italienischen Minderheit nicht erkennen und schon gar nicht nutzen! Damit erweisen Sie Ihrem Land keinen Dienst!

Liebe Kolleginnen und Kollegen, wir dürfen nicht zulassen, dass die Rassisten unsere Rechtsstaatlichkeit und Demokratie in unserem Land, in unserem Europa schwächen. Wir müssen an Menschenrechten und Humanität festhalten als Grundlagen für ein friedvolles Europa!

 
  
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  Cornelia Ernst, im Namen der GUE/NGL-Fraktion. – Frau Präsidentin! Vielen Dank an meinen Vorredner. Und das Wichtigste trotzdem zuerst: Ein kleiner Rüffel von Ministerpräsident Conte gegen seinen Innenminister, der sich faschistischer Strategien zur Forcierung des inneritalienischen Rassismus bedient, reicht eben nicht. Was wir fordern, ist der Rücktritt von Salvini. Ich finde, das muss auch gesagt werden. Rassistische Hetzer gehören in kein einziges politisches Amt, auch nicht in Italien.

Die Registrierung von Roma ist Rassismus pur, weil man die Menschen dann nach Blut und Rasse unterscheidet. Aus der Geschichte des 20. Jahrhunderts wissen wir doch: Die Zählung von Roma im Hitlerreich ebenso wie von Juden war Ausgangspunkt der Praxis der sogenannten Rassenschande, von Rassegesetzen, Aussonderung, Abwertung, Ausweisung, Auslöschung. Der Holocaust an beiden Minderheiten brauchte als Voraussetzung die Abgrenzung von anderen, die Abwertung. In Nazideutschland gab es in den Schulen Tafelbilder, wo Juden und Zigeuner als wert- und nutzlos hingestellt wurden, als unterste Kategorie aller Lebewesen. Jedes Tier, jedes Insekt galt mehr als diese beiden Minderheiten. Das war das Dritte Reich, und in diesen Geist dürfen wir nie wieder zurück.

 
  
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  Mara Bizzotto, a nome del gruppo ENF. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo stanchi delle bugie e degli attacchi strumentali contro il ministro Salvini e l'Italia. Salvini ha ragione al 100% quando parla di sgombero dei campi rom illegali e ha ragione quando parla di controllo e censimento di chi vive nei campi rom autorizzati, censimenti già fatti, in realtà, molto male da amministrazioni di sinistra, come il Comune di Milano e la Regione Emilia Romagna. E nessuno allora ha mai gridato allo scandalo.

Lo Stato deve sapere chi vive nel proprio territorio. Lo Stato ha il dovere di garantire la sicurezza pubblica e di controllare le zone a forte tasso di illegalità. Leggete i giornali, guardate la televisione e ogni giorno troverete valanghe di notizie sui problemi causati dai rom. Chiedete alla polizia, ai sindaci, ai cittadini che hanno la sfortuna di vivere accanto ai campi rom. Gli italiani sono stanchi di vedere campi rom abusivi dove succede di tutto; sono stanchi di sapere che l'Europa regala milioni di euro ai rom per un'integrazione che, nei fatti, non esiste.

Per noi i rom devono avere gli stessi diritti, ma soprattutto gli stessi doveri degli italiani. Devono rispettare le leggi, devono pagare le tasse, devono essere censiti, devono mandare i bambini a scuola e non a chiedere l'elemosina o a rubare.

E non permettetevi di dire che siamo razzisti, perché noi non lo siamo. Noi diciamo solo la verità e vogliamo che in Italia ci sia sicurezza, rispetto delle leggi e giustizia. Per questo i cittadini ci hanno votato e questo noi e il ministro Salvini faremo: alla faccia dei falsi buonisti della sinistra italiana ed europea.

 
  
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  Die Präsidentin. – Unwahrheiten werden durch Wiederholungen nicht richtiger.

Ich habe eine Wortmeldung von Soraya Post. Aber bitte zur Geschäftsordnung.

(Laute Zwischenrufe)

 
  
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  Soraya Post (S&D).(Ordningsfråga) Fru talman! Jag skulle vilja att ordförande för till protokollet att hon använde sig av diskriminerande, främlingsfientligt språk. Det är inte tillåtet i denna kammare. Detta är hjärtat av demokratin i Europa, så håll käften!

 
  
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  Die Präsidentin. – Danke, Frau Post. Ich werde …

(Laute Zwischenrufe)

Bitte seien Sie ruhig.

Ich werde dem Präsidenten über Ihre Bitte berichten, und wir werden dann in den entsprechenden Gremien beraten.

 
  
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  Carlos Coelho (PPE). – Senhora Presidente, Senhora Ministra, Senhora Comissária, Caras e Caros Colegas, parece que reina, hoje, esta ideia de que o discurso político tem de ser inflamado e polémico, sobre tudo e contra quase todos, e sem qualquer consideração de natureza ideológica ou ética.

O Ministro do Interior italiano é um exemplo paradigmático desta nova maneira de estar. Censos raciais são absolutamente intoleráveis. Violam os valores e princípios mais básicos da nossa União. Recordam e assemelham-se perigosamente a outros tempos da história europeia, onde figuram as suas páginas mais negras. Não estamos aqui, por isso, a discutir o que a União pode ou não pode fazer mais para melhor proteger e integrar aquela que é a minoria étnica mais numerosa da Europa, cujo território calcorreiam há séculos.

O objetivo deste debate é o anúncio de medidas feitas pelo ministro italiano, carregadas de discriminação, e que não têm qualquer cabimento na União Europeia ou em qualquer um dos seus Estados-Membros.

Voltou à luz do dia o que nunca se chegou a esconder muito. A comunidade cigana permanece alvo de discriminação e com graves problemas de integração. Podemos e devemos melhor utilizar os meios à disposição da União. Mas sejamos claros: não há, na nossa União, lugar para políticas xenófobas.

 
  
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  Tanja Fajon (S&D). – Ljudsko štetje je staro kot človeštvo. Uporablja se za različne statistike in omogoča različne interpretacije.

Z razvojem demokracije, novih tehnologij in družbenih spoznanj taka štetja postajajo vse bolj preštevanje Zemljanov in vse manj pozornosti je ob tej posvečeni religiozni, etični, seksualni in drugim pripadnostim oziroma usmerjenosti ljudi. Kajti bi nas v globaliziranem, pisanem svetu to resnično moralo do potankosti zanimati. Tak moderen, učinkovitejši in cenejši način popisa v Uniji uporabljajo Nizozemska, Danska, Finska in Slovenija.

In potem v Italiji skrajno nazadnjaški Matteo v posmeh Evropski uniji, temeljnim pravicam, italijanski ustavi in evropskemu pravu nenadoma napove cenzus Romov. Da je mera polna, ob omembi izgona enostavno doda, da pa italijanskih Romov žal ne bo mogel izgnati. Kdor v tem ne prepozna hude nevarnosti, naj znova pregleda zgodovinske učbenike. Že samo italijanska zgodovina je dovolj povedna.

Pod pritiskom javnosti in potem, ko mu celo desničarski kolegi niso pritegnili, je Salvini skušal nekoliki omiliti svoje izjave. Preveč prozoren poskus! Danes Romi, jutri invalidi, nato ves svet.

Spoštovani kolegi, dragi Evropejci, taka napoved s strani človeka, ki je poleg vsega notranji minister ustanovne članice Unije, je vredna takojšnjega ukrepanja, kajti ko bodo Matteo Salvini in njegova klika oblekli črne srajce, ne bo več ne elegance, ne smejanja, ne demokratičnosti, bo samo še prepozno.

V imenu državljanov, ki so nas izvolili, prosim, zaustavimo ksenofobno retoriko, ki spominja na fašizem, na temačno obdobje italijanske zgodovine.

 
  
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  Ruža Tomašić (ECR). – Poštovana predsjedavajuća, nova talijanska vlada izraz je slobodne volje Talijana. Ne mora nam se sviđati, ali s njom moramo surađivati. Lako je danas biti ljut na Italiju zbog pojedinih izjava ili politika njezinih dužnosnika, ali ne smijemo zaboraviti koliko je života spašeno u talijanskim vodama, koliko je unesrećenih prvi put doživjelo slobodu pristankom na talijanske obale i koliko je migranata ta zemlja primila u posljednjih petnaestak godina.

Ulazak u eurozonu Italiji je donio veliko nezadovoljstvo, a gospodarska ju je kriza snažno pogodila. Talijanske javne financije još su uvijek nestabilne, a građani su evidentno na rubu strpljenja. Ne treba nas čuditi što u takvim okolnostima sve više ljudi poprijeko gleda one koji često i protuzakonito koriste socijalni sustav, a ne doprinose.

No svaka odgovorna vlast, čak i ako želi ispraviti određene nepravilnosti, mora paziti da svojim postupcima ne pogorša situaciju i ne unosi nepremostive podjele među ljude. Pozivam novu talijansku vladu da doista bude odgovorna.

 
  
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  Maite Pagazaurtundúa Ruiz (ALDE). – Señora presidenta, en este Parlamento hemos escuchado insultos antes a los gitanos italianos. Un amigo de Salvini lo hizo. Algunos dicen que es simplemente una provocación. Quitarle importancia es un absoluto error.

Porque cultiva el lenguaje sectario desde el poder y sus socios políticos han aceptado que se salte una línea roja de la Unión Europea, la de estigmatizar a un colectivo humano: los ciudadanos italianos de origen romaní.

Los gitanos y los migrantes son dos pararrayos para canalizar el odio y la frustración de los italianos con el fin de atraer votos. Es una villanía.

¿Cómo puede tener tan poca vergüenza como para hablar de hacer un censo específico de gitanos? ¿Han olvidado las leyes raciales italianas que se promulgaron desde 1938 a 1944? ¿Han leído la biografía de la premio Nobel italiana Rita Levi Montalcini, que las sufrió? ¿O la historia familiar de Natalia Ginzburg, que también las sufrió?

¿Es que las décadas de fascismo en Italia no han dejado memoria de lo peligroso que es estigmatizar a colectivos y decidir quién es un buen o un mal ciudadano?

No merece alguien así estar en un Gobierno democrático y, desde luego nosotros, desde luego yo combatiré este tipo de manipulación con todas mis fuerzas.

 
  
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  Miroslavs Mitrofanovs (Verts/ALE). – Madam President, the European Union is based on common values. Among them is that of respect for all nations and minorities and equal treatment for all EU residents, regardless of their origin, native language or religion. For many decades, these principles promoted the peaceful coexistence of many peoples who had been mutual enemies in their recent past. Now the atmosphere in Europe is changing. The hate speech against minorities in a number of EU countries is no longer associated with marginal political radicals, but is becoming a part of the everyday rhetoric of mainstream politicians. I see this as the main problem.

The starting point for today’s discussion was some xenophobic attacks by Italian ruling politicians against the Roma minority but there are also examples of hate speech from other countries. Two months ago, Kārlis Šadurskis, the Latvian Minister for Education, appealing to the Latvian Parliament, spoke about tolerance regarding minorities and then, and I quote the Minister for Education, said: ‘Over-expressed tolerance and empathy [toward minorities] have been a threat to the Latvian state, and we have to make every effort to eliminate this.’ However, Jānis Iesalnieks, the Parliamentary Secretary for the Ministry of Justice, publicly compared Latvian residents of Russian origin to insects that are difficult to get rid of. These statements have not received any criticism either from the Latvian ruling elite or in mainstream media.

This intolerant attitude towards part of the population opens the way to arrogant and aggressive behaviour against other nations and countries. I am sure, in these circumstances, the European Union must develop a centralised system of monitoring hate speech cases in the EU Member States in order, at least, to compensate for the absence of national discussion on such issues.

If we are not going to eliminate the dark corners of European political life, the political monsters will multiply there, come out and destroy Europe.

 
  
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  Barbara Spinelli (GUE/NGL). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, nell'annunciare un censimento dei rom, il ministro Salvini ha detto che "quelli italiani, purtroppo, ce li dobbiamo tenere", facendo capire che gli italiani sono sgraditi e i non italiani rischiano l'espulsione, compresi i rumeni, cittadini europei.

Così ha trasformato il censimento in schedatura etnica di scura memoria. È già avvenuta nel 2008 a opera di un altro ministro della Lega e il governo italiano dovrebbe ricordare che la decisione di raccogliere dati in modo discriminatorio fu condannata dal Tribunale civile di Roma nel 2012. Lo stesso accadde con Parigi, condannata dalla Corte di Strasburgo nel 2013. Dovrebbe ricordare anche che il trattamento dei dati che rivelano l'origine razziale o etnica è vietato dall'articolo 9 del regolamento europeo sui dati personali.

Una domanda, commissario Jourová: il governo italiano ripete che lo sgombero dei campi è chiesto dall'Unione e dalla Commissione. A che condizione lo chiedete, se lo chiedete? Grazie per una risposta precisa.

 
  
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  Mario Borghezio (ENF). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, fra le numerose osservazioni, diciamo divertenti, che sono state fatte contro l'iniziativa del ministro Salvini, una veramente colpisce: e cioè quella di dire "lo fate per cercare voti". In questo modo riconoscete che la stragrande maggioranza dei cittadini aderisce alle preoccupazioni concretamente espresse dal ministro Salvini.

C'è una forte preoccupazione perché vedete, cari colleghi, e mi rivolgo in particolare ai colleghi di origine sinti, forse voi non sapete, non essendo italiani, che molto spesso quando e soltanto nei casi in cui qualche rom o sinti viene pescato dalla polizia e dai carabinieri a commettere reati, solo in quei casi, c'è l'abitudine di non dare le proprie generalità a polizia e carabinieri. Allora pensiamo ai diritti dei nostri concittadini, che hanno il diritto che coloro che commettono dei reati – e sono una minoranza nella minoranza – vengano consegnati, come tutti i cittadini italiani, alla giustizia e non forniscano i cosiddetti alias, altrimenti si fa una discriminazione a danno dei cittadini italiani, compresi i sinti – che sono tanti – che non delinquono.

Questa è la ratio, al di là di qualche battuta del ministro Salvini, che può essere criticata, la ratio vera di questo Governo e di questo ministro. Se ci fossero, se ci saranno – ma io penso che non ci saranno – delle cose diverse, allora la vostra indignazione avrà un fondamento. Ma in questa situazione è semplice demagogia e propaganda politica. Vergognatevi, sulla pelle dei sinti che questo governo aiuterà quando meritano e dove….

(Scambio violento fuori microfono con l'on. Viotti)

 
  
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  Die Präsidentin. – Danke schön. Als Nächstes hat Herr Maullu das Wort.

(Lautes Geschrei in italienischer Sprache ohne Mikrofon.)

Ruhe bitte!

(Fortgesetztes lautes Geschrei in italienischer Sprache ohne Mikrofon.)

Herr Borghezio, ich bitte Sie, hören Sie auf!

(Fortgesetztes lautes Geschrei in italienischer Sprache ohne Mikrofon.)

Liebe Kolleginnen und Kollegen! Ich habe gerade eben Herrn Maullu das Wort gegeben für zwei Minuten. Er hat das Wort und niemand sonst.

 
  
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  Stefano Maullu (PPE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che il dibattito in aula abbia dei tratti sconcertanti, quasi surreali, soprattutto se si pensa, una settimana fa, a cosa è accaduto, in seno al Consiglio, nei confronti dell'Italia, un'Italia abbandonata su un tema epocale come quello della migrazione, un'Italia che vede alle proprie frontiere la Francia schedare i cittadini: auto per auto, fermati, controllati e identificati, in barba a qualsiasi regola di Schengen.

Allora io credo che – per tornare all'argomento che mi sembra particolarmente interessante, soprattutto per un'Italia che non è mai stata razzista, ma che tende a diventare intollerante, anche per colpa di un'Europa che non capisce, che non coglie nessuno degli aspetti che il popolo italiano sta subendo ormai da troppo tempo – credo che parlare di rom e di sinti sia utile e certamente in una maniera tale da trovarsi nelle condizioni di aiutare i bambini, che solo al 30% riescono a frequentare le scuole, le donne, che in una condizione patriarcale di clan, sono emarginate, sono impossibilitate a studiare, sono messe nell'angolo da una condizione culturale che non si riesce a sradicare anche per colpa delle comunità che non si vogliono far aiutare.

Ed è impossibile, in un paese civile, considerare ancora sostenibili i campi. Ecco, io credo che quello che Salvini intendesse dire era che, su un tema come questo, l'Europa tutta, così come nel tema dell'immigrazione, non può lasciare sola l'Italia, né lasciare che lo Stato italiano si sobbarchi da solo il peso di minoranze che necessitano di tutela e di aiuto.

 
  
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  Silvia Costa (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, il neoministro dell'Interno Salvini ha annunciato una vera schedatura su base etnica, vietata dalla nostra Costituzione ma anche dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.

Perché dico questo? Perché, il fatto che sia un approccio discriminatorio e punitivo emerge quando, appunto, ha detto che "i rom italiani, purtroppo, te li devi tenere a casa", frasi che non dovrebbero far parte del linguaggio di un esponente del governo di un paese democratico e noto per la sua umanità.

Cosa ben diversa, collega Bizzotto, è invece il dossier statistico e di ricognizione quantitativa anonima realizzato dall'Istat un anno fa con l'Ufficio nazionale antidiscriminazione razziale e l'Associazione dei Comuni italiani, in collaborazione con il Forum nazionale dei rom, finalizzato a monitorare e superare la presenza dei campi nomadi per seguire le linee di indirizzo europee.

In Europa i cittadini di origine rom e sinti sono circa dieci milioni. In Italia sono 180 mila, 40 mila dei quali vivono, certamente, in difficoltà abitative, in baraccopoli formali, gestite da amministrazioni locali, o informali, una segregazione che è sofferta soprattutto dalla metà di loro, i minori, per ripercussioni sulla salute psicofisica e sulla scolarizzazione.

Noi vogliamo che si vada invece avanti per il superamento dei campi concordato e con un patto reciproco, fra comunità locali e rom, secondo la strategia nazionale, che riprende quello europeo del 2011, che ha stanziato già risorse e ne stanzierà anche nel prossimo Fondo sociale europeo, ma attraverso processi, come diceva prima la collega Spinelli, che riguardino l'inclusione attraverso l'istruzione e l'assistenza sanitaria, l'occupazione e la politica abitativa.

Ci sono esperienze positive ma tante negative, in particolare quella che si registra in questi mesi e in queste settimane a Roma, nella mia città, dove la giunta guidata dal Movimento 5 Stelle, alleato a livello nazionale con Salvini, ha proceduto, in queste settimane, a un brutale sgombero del più ordinato campo di 420 persone, con il 90% di bambini scolarizzati, senza dare alternative, limitandosi a promettere forse dei soldi per affittare una casa, senza nessuna forma di accompagnamento e di assistenza, altrimenti le famiglie saranno disgregate, senza un piano condiviso, senza un patto per diritti e doveri, abbandonando di fatto famiglie, violando la dignità e i diritti che Lei, Commissaria Jourová, prima rilevava, con bambini e neonati, senza acqua e senza luce e rifiutando da mesi di confrontarsi con una loro rappresentanza. Così governano i populisti.

 
  
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  Bodil Valero (Verts/ALE). – Fru talman! Vi lever i en tid där grundmurade internationella och gemensamma värderingar utmanas: FN:s deklaration om de mänskliga rättigheterna, Europakonventionen, EU:s fördrag och stadgan om de grundläggande rättigheterna. Våra gemensamma grundvärderingar får i dag i allt ökande grad stå tillbaka för egoism, nationalism och populism.

Och det är en populism som funnits där länge, som grott i skymundan, och som vi inte tagit på tillräckligt stort allvar, men som i Europa under de senaste åren har exploderat i omfång och letat sig in i regeringar och parlament.

Men om unionen inte längre bygger på gemensamma värderingar och rättsstatens principer, vad är då det sammanhållande kittet?

Om vi låter medlemsstaters inskränkningar av mänskliga rättigheter och minoriteters rättigheter passera utan att någon reagerar och sätter stopp kommer våra brott mot internationella och egna regler normaliseras och bli den nya normen, och då kan vi lika gärna skrota artikel 2 i fördraget. Och vad har vi då kvar?

Och det var med stor sorg som jag tog del av den italienske inrikesministerns uttalande om romer häromdagen. Medborgarskapet gör inte skillnad på majoritetsgrupp och minoritet, vi har alla samma rättigheter och skyldigheter. Men ändå särbehandlas särskilt romer överallt.

Till exempel förde svensk polis i en kommun ett register över romer i brottsbekämpande syfte tills det uppdagades att registret registrerade alla romer – barn, vuxna och gamla – enbart med grund i att de var romer, helt i strid med våra regelverk.

Och Salvini är tyvärr inte ensam politiker heller. I den svenska riksdagen har vi i dag en vice talman från ett högerextremt parti som anser att judar och samer från Sverige inte är svenskar.

Om vi som tror på människors lika värde, våra gemensamma grundvärderingar, står tillbaka och tillåter populisterna ta över det demokratiska samtalet ser det väldigt mörkt ut för Europa.

 
  
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  Jacques Colombier (ENF). – Madame la Présidente, je suis effaré par la violence des propos de nos collègues de gauche. Qui sont-ils aujourd’hui pour nous donner des leçons de morale, alors qu’ils ont participé à l’installation d’une d’immigration pour beaucoup illégale et que les peuples d’Europe aujourd’hui refusent. Les urnes en sont la preuve.

Je tiens, tout d’abord, à assurer notre ami Matteo Salvini de tout notre soutien et de notre entière solidarité. Ce ne sont pas les propos, et encore moins l’action courageuse du ministre de l’intérieur italien qui doivent être mis en cause, certainement pas dans cette enceinte qui est un véritable carcan pour la liberté d’expression et qui s’affole de plus en plus au fur et à mesure que les peuples européens tournent le dos aux diktats idéologiques bruxellois, particulièrement, bien sûr, en matière d’immigration.

Ce qui est en cause, c’est la politique des mondialistes qui sévissent ici à Strasbourg ou à Bruxelles et qui veulent faire des Roms et autres des peuples de référence, au détriment des droits des peuples enracinés de l’Europe. Vous aurez beau museler la liberté d’expression, le droit des peuples vous revient déjà en pleine face. Matteo Salvini et les élections en Italie en sont la preuve. Nos collègues de gauche attaquent aujourd’hui par des incantations qui, sachez-le, ne convainquent plus personne, un défenseur de la souveraineté nationale italienne.

Je terminerai par ces mots de Victor Hugo, qui lança à ses adversaires, en 1850, à la tribune de la Chambre des députés: «vous êtes le néant attendant le chaos». Matteo Salvini, avec la force des urnes et du peuple italien, lui, refuse et combat le chaos dans son pays.

 
  
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  Die Präsidentin. – Victor Hugo hat meines Wissens immer respektvoll gegenüber allen Menschen gesprochen.

 
  
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  Elisabetta Gardini (PPE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, io sono veramente sconcertata. Il tono che sta prendendo questo dibattito mi sembra chiaramente un tono di parte, politico, cattivo, suscitato dalla sinistra, che strumentalizza temi molto delicati e la presenza così massiccia di interventi di italiani sottolinea che qui stiamo strumentalizzando il Parlamento europeo per un dibattito nazionale e questa, trovo, sia una cosa molto brutta, oltre al fatto che vengano strumentalizzate delle tematiche che, giustamente, sono state ricordate sia dalla Commissione che dal Consiglio e che dovrebbero essere, come dire, date per scontate, e dei valori che sono stati recuperati e conquistati in Europa a costo di sangue, di lacrime e di sacrifici.

Abbiamo pagine che sono state orribili e noi qui troviamo una strumentalizzazione veramente terribile, anche perché quando il Partito popolare ha chiesto ai partiti di proporre una discussione su queste tematiche nell'aprile 2018, i socialisti si sono opposti! Nel 2012 i socialisti italiani stavano qui a dire le stesse cose: ma non vi viene il dubbio che loro i problemi, invece che risolverli, li vogliano tenere lì? Perché il collega Maullu i dati li ha citati! Ma possiamo noi non risolvere – con tutti i fondi che eroghiamo per portare i bambini a scuola, per dare alle loro donne le stesse opportunità delle altre donne e gli uomini –possiamo noi non vedere che 40 000 persone vivono ancora in quelle condizioni, con bambini che non riescono andare a scuola o che troviamo all'uscita del supermercato in orario scolastico, a prendere i carrelli e a chiedere l'elemosina?

Cari signori di sinistra, dovreste un po' vergognarvi di queste cose, perché voi, con tutte le vostre cooperative e associazioni che vivono di questi fondi, voi non volete risolvere il problema: lo perpetuate e lo strumentalizzate. È una grande vergogna!

Parlerà anche la collega Kyenge, che è la dimostrazione che non siamo razzisti: non è nata in Italia, è stata ministro e ora siede qua a rappresentare l'Italia. Dica qualche volta grazie al Paese che l'ha accolta e l'ha fatta ministro!

(Scambio violento fuori microfono con gli onn. Kyenge, Post e Viotti)

(Il Presidente toglie la parola all'oratrice)

 
  
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  Die Präsidentin. – Ich habe eine …

(Lautes Geschrei in italienischer Sprache ohne Mikrofon.)

Frau Gardini, setzen Sie sich jetzt!

Ich habe einen Antrag zur Geschäftsordnung von Frau Kyenge. Aber bitte wirklich zur Geschäftsordnung.

 
  
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  Cécile Kashetu Kyenge (S&D). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, io chiedo che venga esaminata attentamente la dichiarazione dell'onorevole Gardini, perché non si può permettere di arrivare qui e di dire che noi sopportiamo lei. Io sono cittadina europea, eletta dai cittadini italiani! Chiedo che vengano esaminate le sue parole.

 
  
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  Die Präsidentin. – Danke, Frau Kyenge. Ich werde Ihre Bitte auch weiterleiten.

 
  
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  Elly Schlein (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, il ministro Salvini in un solo mese ha mostrato la vera natura della Lega, dando subito un'impronta chiara al nuovo governo: vigliacca e profondamente discriminatoria.

Anziché risolvere i problemi, utilizza il ruolo istituzionale per continuare a fare propaganda, scegliendo ogni giorno un nemico diverso, riecheggiando in modo sempre meno sfumato il periodo più buio della nostra storia comune: minaccia scontri, promette esclusioni, annuncia ritorsioni. Ovviamente al di fuori di ogni cornice del diritto, come nel caso della sparata sul censimento dei rom, in aperta violazione della Costituzione, del principio di uguaglianza, della Carta europea dei diritti dell'uomo e della normativa sulla privacy.

Lui preferisce chiamarla "anagrafe per espellere gli irregolari" ma mentre cito testualmente, dice "i rom italiani te li devi tenere a casa", salvo poi alle prime proteste – e ce ne sono state tante – rimangiarsi tutto e giustificarsi con la stucchevole retorica del buon padre di famiglia, dicendo che la schedatura serve solo a tutelare i bambini.

Ma cosa ci dice dei bambini che state lasciando morire in mare, chiudendo i porti e impedendo i soccorsi, con la complicità degli altri governi europei? Se ne occuperà la Guardia costiera libica, dite; abbiamo visto come.

È molto facile veicolare le paure e le insicurezze delle persone verso i più deboli, gli ultimi arrivati. Ma perché non puntate mai il dito in alto, ad esempio a quelle multinazionali che eludono il fisco ogni anno per mille miliardi, rubando risorse fondamentali ai cittadini?

E non se la prende solo coi rom o coi migranti ma anche con la comunità LGBT, ultimamente pure con Saviano, da anni sotto scorta per le minacce della mafia, minacciando di togliergli la scorta per le sue critiche.

Non solo in Italia, ma in Ungheria, in Polonia e in molti paesi dell'UE i diritti fondamentali che abbiamo messo a fondamento dell'Unione sono a rischio: le istituzioni europee devono reagire prima che sia troppo tardi.

Non possiamo permettere che gruppi di persone vengano discriminate o la storia non ci ha insegnato niente? La società più sicura, cari colleghi, è quella che riesce a essere più inclusiva e mi dispiace che non ci sia nessun collega dei 5 Stelle a questo dibattito perché ora siete responsabili anche voi che governate insieme a loro.

 
  
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  Christelle Lechevalier (ENF). – Madame la Présidente, la vérité sur ce débat, c’est que vous maîtrisez mal votre frustration face au retour des nations au premier plan de la politique européenne. L’Union européenne cherche à donner aujourd’hui la leçon à Matteo Salvini, élu par les Italiens et souverain dans son pays. Elle a d’ailleurs fait de cette pratique son activité principale, signe de son impuissance à régler les défis du temps.

Si je veux bien revenir sur le fond du débat, vous brandissez la défense des minorités non pas par humanisme, mais pour attaquer les dirigeants élus par le peuple italien, et ce parce qu’ils ne rentrent pas dans le moule de votre idéologie.

M. Salvini a choisi d’expulser les Sintis et les Roms et donc de maîtriser les flux migratoires. Ceci est la conséquence directe de l’échec de vos politiques migratoires et de l’échec de Schengen, car votre Union européenne est en passe de devenir la championne de la précarité et de l’insécurité, mais comprenez que les peuples n’en veuillent pas.

Je vous entends parler de racisme et de fascisme. Non! Matteo Salvini aime simplement son peuple et le protège. Sous couvert de libre circulation des personnes, vous avez créé les conditions du chaos. Ce modèle de société est bien loin du modèle forgé par des siècles de culture européenne en matière d’aménagement du territoire, d’architecture et de qualité de vie.

Par conséquent, merci de faire preuve un petit peu d’humilité au regard de votre bilan désastreux. Faites confiance aux Italiens et laissez faire Matteo Salvini en matière de politique intérieure italienne.

 
  
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  Cécile Kashetu Kyenge (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, è veramente vergognoso ciò che sta succedendo. Chiedo di avere il rispetto di quest'Aula. Io ripeto ancora una volta: se oggi in Italia io sono sotto un programma di protezione, con la scorta tutti i giorni, è perché qualcuno utilizza un linguaggio di strumentalizzazione del diverso per cercare di creare un conflitto, perché oggi la violenza è a livelli inaccettabili.

E proprio su questo, le dichiarazioni rilasciate dal ministro Salvini sulla situazione dei rom non meritano neanche di essere ripetute in quest'Aula: hanno rievocato atroci ricordi, hanno riaperto pagine nere del nostro passato che pensavamo archiviate da decenni di lotte per una società democratica ed inclusiva. Salvini ha seguito la strategia di comunicazione che è propria di questo nuovo governo, basata sulla demagogia, sul populismo, sulla semplificazione e ha fomentato l'odio sociale ed etnico, provocando spaccature nella società.

Sì, perché nel suo agghiacciante intervento, Matteo Salvini è andato oltre il censimento razziale, peraltro vietato dalla nostra Costituzione; è andato anche oltre l'espulsione, anche queste illegali se effettuate su base etnica: il ministro Salvini ha alimentato di proposito un circolo vizioso in cui ignoranza e pregiudizio si accrescono reciprocamente. Le campagne di discriminazione xenofobe nei a confronti dei rom e di tutte le minoranze etniche non solo ledono i diritti fondamentali ma producono emarginazione e ghettizzazione.

Questa forsennata rincorsa deve finire; mira volontariamente ad eliminare ogni sforzo che abbiamo fatto. Nuove generazione nate e cresciute in Italia si trovano così ad essere emarginate. Questo non è sicuramente un atteggiamento nuovo da parte della Lega. Io ricordo l'etnicizzazione dei reati, l'afrofobia, dove un suo esponente evoca addirittura la supremazia della razza.

Caro ministro, in uno dei suoi tanti spot elettorali lei ha giurato di applicare la Costituzione italiana, rispettando l'insegnamento contenuto nel Vangelo. A questo punto mi sorge il dubbio se lei non abbia mai letto né l'una né l'altro. Ecco, non mi resta che augurarle una buona lettura per la pausa estiva.

 
  
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  Kati Piri (S&D). – Voorzitter, in de week waarin David Pap in Oekraïne werd vermoord vanwege zijn Roma-afkomst en Salvini, de Italiaanse minister van Binnenlandse Zaken, zich verder beraadde over het uitvoeren van zijn Roma-census, bezocht ik in Boedapest de wijk Józsefváros. Deze centrale wijk wordt in de volksmond het Roma-getto genoemd. Ook al zijn de problemen die Roma-families ervaren, algemeen bekend, toch was ik opnieuw aangedaan door de schrijnende omstandigheden: vervallen huizen, veel dakloosheid onder alle leeftijdsgroepen en een gebrek aan perspectief voor de mensen die daar wonen. In plaats van ervoor te zorgen dat de Roma in deze wijk een menswaardig bestaan krijgen, heeft de gemeente er in de afgelopen jaren alles aan gedaan om de wijk up-and-coming te maken. In de realiteit betekent dit een wet waardoor het inmiddels verboden is om te bedelen op straat, en grootschalige nieuwbouw op plaatsen waar veel Roma-families wonen, die daardoor noodgedwongen moeten verhuizen. Dit beleid is exemplarisch voor de uitsluiting van Roma in de Europese samenlevingen.

Nog een triester voorbeeld van deze structurele uitsluiting zijn de schandalige uitspraken van Salvini. Laat ik daar heel duidelijk over zijn: deportatie op basis van etnische criteria is in de EU niet alleen niet toegestaan, het is een schandalig voorstel dat associaties oproept met een van de donkerste periodes van de Europese geschiedenis. Het is 2018! Dat we vandaag de dag nog steeds moeten spreken over ernstige discriminatie en hate crimes tegen Roma is intriest.

Of we het nu hebben over Roma in Józsefváros in Boedapest of in de Italiaanse steden, uitsluiting en discriminatie van de Roma moet in alle lidstaten worden bestreden. Voor alles waar we als EU voor staan. Het is hoog tijd dat fundamentele rechten ook gaan gelden voor de grootste minderheid in Europa, de 10 miljoen Roma en Sinti, die onderdeel zijn van onze samenlevingen.

 
  
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  Ana Gomes (S&D). – Senhora Presidente, desde que chegou ao poder, Salvini ainda não parou de mentir e de promover uma agenda perversa, racista e anti-União Europeia, no seu país e não só, como se viu na aliança que fez com o ministro alemão Seehofer, o primeiro-ministro Kurz e os seus aliados de Visegrad, contra migrantes e refugiados.

Recenseamentos raciais e deportações relativamente a uma minoria étnica são mais do que ilegais, são crime. Salvini fomenta a sua agenda, a sua narrativa política assente no medo e na xenofobia, que fomentam o ódio e a discriminação racial. Começou pela perseguição a refugiados e imigrantes, logo o seu alvo foram as minorias roma e sinti.

Quem virá a seguir? O que prepara o desgraçado do Ministro do Interior de Itália? Os apoiantes de Salvini, dentro e fora deste Parlamento, envergonham a Europa. Desumanizam gente vulnerável, querem fazer bodes expiatórios e perseguir as minorias mais pobres e socialmente desfavorecidas, por responsabilidades coletivas de todos nós.

Certamente que podemos e devemos fazer mais pela plena integração social dos roma e dos sinti, que são tão europeus como todos nós – são mesmo a minoria com maior representatividade na Europa.

A Soraya Post alertou aqui para os pogroms que já estão em curso nesta Europa, na Ucrânia. É tempo de nos lembrarmos das trágicas lições da história europeia. A última vez que foram decretadas leis contra os roma foi nos tempos de Mussolini, em 1938.

Não podemos regredir civilizacionalmente. Salvini tem de ser chamado à justiça, em Itália ou no quadro europeu, por incitamento ao ódio e discriminação racial, por violação do direito europeu e do direito internacional. Salvini foi eleito, mas desonra a Itália. Não a protege, põe-na em perigo, põe toda a Europa em perigo. O fascista Salvini tem de parado.

 
  
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  Pier Antonio Panzeri (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono due gli aspetti che emergono da questa vicenda. Il primo, a chi conosce la storia italiana, l'idea di censire e schedare le persone su basi etniche non risulterà nuova: basta fare un salto indietro di 80 anni alle leggi razziali.

Il secondo, che si accompagna al primo, mette in evidenza il crinale pericoloso di certe affermazioni e parole violente, che descrivono un progressivo slittamento del linguaggio e il graduale smottamento delle condotte dall'agire politico verso derive rovinose. Quello che, ad esempio, l'onorevole Gardini, che non c'è più, fa finta di non capire e non vuole capire, e che forse mette in imbarazzo gli alleati di governo del Movimento 5 Stelle, che non sono presenti qui oggi in questa Aula.

Tuttavia, dopo aver giustamente non sottovalutato e stigmatizzato le parole del ministro dell'Interno italiano, è doveroso che la politica si ponga l'interrogativo sui motivi che ci hanno portato sin qui, a questi tempi bui e confusi: la verità è che la politica europea è precipitato in un vuoto dove ha perduto la capacità di comprendere la società, dando spazio alla sfiducia dei cittadini e alla conversione della politica in protesta e in devastazione morale.

Penso che la risposta migliore a questa deriva non sia solo la ridemocratizzazione delle istituzioni ma appare sempre più indispensabile rilegittimare l'Unione europea, attraverso un recupero della fiducia dei cittadini, che non può che passare dal riconoscimento dei diritti negati in questi ultimi anni.

 
  
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  Die Präsidentin. – Wir hatten eine recht bewegte Diskussion hier im Europäischen Parlament, Frau Kommissarin. Ich denke, es ist aber auch klar geworden, dass eine Mehrheit dieses Parlaments durchaus auch zu der Rechtsstaatlichkeit, die wir in den Verträgen der Europäischen Union festgehalten haben, steht.

 
  
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  Věra Jourová, členka Evropské komise. – Paní předsedající, já budu mluvit ve svém jazyce, protože tohle je emocionální bod a emoce ve mně mluví mojí rodnou řečí.

Já jsem v úvodní řeči popsala legislativní rámec a zcela jasné odsouzení rasistických a xenofobních výroků a útoků ať už v reálném světě, tak v on-line prostoru, nota bene zvláště nebezpečných útoků, pokud zaznívají z úst lidí, kteří mají vliv na veřejné mínění a situaci ve společnosti. A záměrně jsem hovořila obecně, vůbec jsem nepoužila slovo Itálie nebo Salvini, protože jsem nechtěla přispívat k italské národní debatě. Chtěla jsem mluvit o tom, že ano, v Evropě nám jde o hodnoty a musíme hovořit stále hlasitěji, abychom apelovali na všechny, že rasismus a xenofobie nesmí být tolerovány.

Já se přiznám, že když jsem poprvé slyšela ten výrok o sčítání Romů, tedy sčítání lidí na principu rasy, tak to se mnou osobně otřáslo a začala jsem zjišťovat, jak se ty věci staly, co se dá dál očekávat, jakým způsobem bude probíhat další vývoj. Samozřejmě, že musím také brát v úvahu a reagovat na řadu zpráv a mailů, které dostávám od lidí, kteří jsou velmi znepokojeni v Itálii, a nejsou to jenom Romové, kterých se takovéto výroky mohou týkat.

Já jsem zjišťovala situaci, měla jsem debatu s kontaktním člověkem, který se zabývá strategií romské integrace v Itálii, měla jsem o tom debatu s řadou expertů a zatím mám reflexi z praxe, že to byla deklarace, která se nezačíná realizovat, což není zase tak silný důvod k nějakému zcela naprostému uklidnění, ale vidíme, že zatím zůstalo jen u slov. A to „jen u slov“ myslím v určitých uvozovkách, protože slova jsou stejně nebezpečná a mohou být stejně nebezpečná jako činy.

My chceme dobrou spolupráci s italskou vládou, je to vláda, která vzešla ze svobodných voleb. Myslím si, že dobrá spolupráce a dialog a pokrok ve věci integrace Romů může pomoct Romům samotným. Že jim nepomůže, pokud se dostaneme do konfliktů, do zbytečných kontroverzí. Já nejsem přívržencem štěkání přes Twitter a posílání nějakých vzkazů a zkratkovitých sdělení. My si přejeme dobrou debatu s italskou vládou, chceme, aby se situace Romů zlepšovala, aby byl naprosto respektován princip rovnosti před zákonem a zákaz diskriminace. Tohle chceme ve všech zemích, ve kterých máme romské spoluobčany. 90 % Romů žije v 11 zemích Evropské unie a se všemi těmito zeměmi osobně velmi intenzivně spolupracuji. Každá ta země má jiné problémy, jiné varovné signály v rámci integrace Romu a potřebujeme aplikovat velmi individuální přístup. Měli jsme dobrou debatu s panem ministrem Di Maiem na Radě EPSCO ohledně zlepšení podmínek pro ženy, ohledně lepšího sladění soukromého a pracovního života. Měla jsem z té debaty dobrý pocit, takže znova opakuji, přejeme si dialog s italskou vládou, abychom zlepšovali situaci Romů.

Musím říct, že se hodně zabývám, hodně mně leží na srdci řešení otázky násilí on-line, v on-line prostoru. My máme takzvaný kód slušnosti, Code of Conduct, s velkými internetovými firmami. Já mám velmi dobrý přehled o tom, kdo je toho času na seznamu těch, kteří jsou objekty a oběťmi útoků. Musím říct, že v některých zemích Romové postupně nahrazují první příčku, kde do nedávna byli uprchlíci. To jsou všechno velmi varovné signály. My se tím zabýváme a jak už jsem říkala, pracujeme s těmi zeměmi individuálně. Každopádně to, že se nenávistný obsah do 24 hodin tam, kde je notifikován, tam, kde je zjištěn, odstraňuje z internetu, to si myslím, že je velký pokrok.

A vždycky budu bojovat proti kritickým poznámkám na mou adresu nebo na adresu Komise nebo kohokoliv, kdo prosazuje tento kód slušnosti, tento Code of Conduct, protože ta kritika říká, že vlastně zavádíme cenzuru a že stojíme proti právu na svobodné vyjádření. Já nebudu nikdy bránit svobodné vyjádření lidí, kteří posílají Romy a Židy do plynu, lidí, kteří mají naprosto odporné poznámky při pohledu na fotky české holčičky, která byla obětí útoku zápalnou bombou. Takovéto lidi a jejich právo na svobodné vyjádření nikdy nebudu chránit. A není to o mně, je to o trestním zákoně v každé jednotlivé zemi.

V každé evropské zemi máme v trestním zákoně zákaz podněcování k násilí a nenávisti na rasovém základě. A my chceme, aby orgány činné v trestním řízení spolupracovaly s IT firmami, aby odhalovaly ty pachatele a aby je efektivně stíhaly a aby pachatelé byli potrestáni. A ne to, co jsme nedávno viděli, že pachatel takového útoku na Roma dostal pokutu 5 EUR. Já si myslím, že to je naprosto nepřijatelné. Nesmí být levné útočit na lidi, ať už jsou to Romové, ať už jsou to další občané Evropské unie.

Musím říct, že policie a orgány činné v trestním řízení stojí před novou situací, protože nám říkají: „Před pár lety jsme měli co do činění s extrémistickými organizovanými skupinami.“ Teď je násilí on-line vlastně činěno ze strany jednotlivců a podle určitých průzkumů zjišťujeme, že to nejsou lidé bez vzdělání, jsou to lidé vzdělaní, jsou to mnohdy lidé s vysokoškolským vzděláním a je to velmi varující, vlastně ta vlna násilí, která teď dostává prostor v on-line prostoru.

My teď aktualizujeme strategii pro romskou integraci, musím říct, že budeme dále prosazovat integrovaný přístup a lepší využívání evropských fondů. Také to tady zaznělo. Integrovaný přístup musí sestávat z jednoznačně efektivních cest ke zlepšení podmínek bydlení, práce, vzdělání a zdraví. A jak jsem říkala na základě pilíře: rovnost před zákonem a zákaz diskriminace.

Dámy a pánové, závěrem se vrátím k síle slov. Já jsem si nedávno studovala dokumenty, které se vztahovaly ke konferenci ve Wannsee , kde šlo o pokračování praxe norimberských zákonů, kde šlo taky o sčítání lidí na rasovém původu. Nemám ráda historické paralely, ale musím říct, že tady se nabízí, abychom si připomněli, že toto jsme už v Evropě měli, že si zahráváme s ohněm, pokud necháme tyto věci běžet svým životem. Ať už je to kdekoliv v Evropě, nesmí se stát, že budeme relativizovat základní hodnoty, že budeme dávat průchod nenávisti. Myslím, že je to apel na nás všechny. Prosím zastavme to včas.

 
  
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  Karoline Edtstadler, President-in-Office of the Council. – Madam President, I followed this emotional debate attentively. To be honest, at first I was a bit surprised, but in the end, I am very thankful for this debate because it is obviously necessary to remind Member States of their duty to remain sensitive, to reflect history, to be careful with words and to implement both the framework established in 2011 and effective measures to ensure equality.

Whichever government a Member State of the European Union is ruled by, it is indispensable to guarantee equal rights, equal chances and the right to education to all citizens, irrespective of their origin, and to do everything to preclude any form of discrimination. This is not only the duty of the Member States of the European Union, but also of the Member States of the Council of Europe. The Council of Europe’s European Court of Human Rights is only a few metres away from here.

Regarding Ms Gomes’s comment, I know that there are many states with a very long tradition of protecting minorities and that is also the case in Austria. I myself am in regular contact with different minority groups and we do everything we can to protect them.

But let me end on a positive note by once again stressing the fruitful cooperation between the three institutions in defending the rights of Europe’s Roma. Parliament has worked particularly hard to keep this topic on the agenda. I also commend the Council’s contribution and commitment. As mentioned, we have already called on the Commission to propose a post—2020 strategy on Roma integration. Keenly aware of the harmful effects of anti-gypsyism, the Council has also called on all Member States ‘to implement and enforce legal safeguards against discrimination, racism, xenophobia, hate crime and hate speech’. Fundamental rights and decent life chances belong to Roma and non-Roma alike. Let us show that this is so. Let us stay the course, stamp out discrimination and make social justice a reality.

 
  
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  Die Präsidentin. – Die Aussprache ist geschlossen.

Schriftliche Erklärungen (Artikel 162)

 
  
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  Clara Eugenia Aguilera García (S&D), por escrito. – El ministro de Interior de Italia sigue con la escalada xenófoba que tan «buenos» réditos electorales le está proporcionando. Ahora ha puesto en su punto de mira a otra minoría tras los inmigrantes. Esta vez son los ciudadanos gitanos, a quienes advirtió que está preparando un censo que permita su expulsión de Italia. Se trata de una medida claramente inconstitucional. La realidad es que la idea, como la propuesta de expulsar a 500 000 inmigrantes que lanza recurrentemente, no es un invento improvisado; ya constaba en el acuerdo de Gobierno con el Movimiento 5 Estrellas. Resulta vergonzoso. Queremos denunciar aquí la tibieza y atonía de la respuesta de la Comisión Europea sobre el tema. Apenas han llegado algunas advertencias lacónicas. Mucha mayor contundencia requiere la respuesta a esta insoportable espiral nacionalista, populista y xenófoba que se ha apoderado de la UE alcanzando a su propio núcleo fundador: Italia. Debemos denunciar con todas nuestras fuerzas las palabras xenófobas y racistas de Salvini y desenmascarar públicamente la ideología claramente fascistizante a la que representan y pedimos que este PE alce su voz en defensa de los valores en que se basa nuestra Unión y que en la actualidad están impugnados.

 
  
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  Francisco Assis (S&D), por escrito. – À semelhança de outros países europeus, a Itália viu recentemente entrar no seu governo correntes populistas que procuram direcionar o desânimo e a frustração de algumas camadas da sociedade contra minorias, em especial contra grupos de imigrantes, explorando sentimentos superficiais e pulsões territoriais ou identitárias.

O projeto de recenseamento dos Roma a viverem no país, enunciado pelo novo ministro do Interior, Matteo Salvini, constitui um dos mais graves episódios desta perigosa vertigem populista, convocando memórias terríveis e tocando em feridas profundas. Tal projeto configuraria um exercício de sinalização étnica totalmente contrário aos princípios mais básicos da decência e da dignidade humanas, bem como aos valores da União Europeia, para além de inconstitucional à luz da Lei fundamental italiana.

A estigmatização étnica não pode ter lugar na União Europeia, que se construiu contra tais práticas e em cima dos escombros que delas resultaram. Não podemos tolerar que o preconceito étnico possa transformar-se numa política de Estado. Tais instintos devem ser firmemente denunciados e combatidos pelas instituições europeias no momento em que despontam, antes que possam propagar-se e colocar em causa a segurança das pessoas em causa e, em última análise, o próprio projeto europeu.

 
  
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  Inés Ayala Sender (S&D), por escrito. – El ministro de Interior de Italia sigue con la escalada xenófoba que tan «buenos» réditos electorales le está proporcionando. Ahora ha puesto en su punto de mira a otra minoría tras los inmigrantes. Esta vez son los ciudadanos gitanos, a quienes advirtió que está preparando un censo que permita su expulsión de Italia. Se trata de una medida claramente inconstitucional. La realidad es que la idea, como la propuesta de expulsar a 500 000 inmigrantes que lanza recurrentemente, no es un invento improvisado; ya constaba en el acuerdo de Gobierno con el Movimiento 5 Estrellas. Resulta vergonzoso. Queremos denunciar aquí la tibieza y atonía de la respuesta de la Comisión Europea sobre el tema. Apenas han llegado algunas advertencias lacónicas. Mucha mayor contundencia requiere la respuesta a esta insoportable espiral nacionalista, populista y xenófoba que se ha apoderado de la UE alcanzando a su propio núcleo fundador: Italia. Debemos denunciar con todas nuestras fuerzas las palabras xenófobas y racistas de Salvini y desenmascarar públicamente la ideología claramente fascistizante a la que representan y pedimos que este PE alce su voz en defensa de los valores en que se basa nuestra Unión y que en la actualidad están impugnados.

 
  
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  Dominique Bilde (ENF), par écrit. – L’indignation des institutions européennes au sujet des déclarations du ministre de l’intérieur italien Matteo Salvini ne saurait masquer le bilan abyssal de leur stratégie en faveur des minorités. Ne vous en déplaise, l’ensemble des États membres, en particulier les États de l’Est de l’Europe où les minorités roms sont numériquement importantes, ont déployé des efforts d’intégration considérables.

C’est par exemple le cas dans l’enseignement supérieur en Roumanie, où des voies d’accès privilégiées existent pour les étudiants issus de ces populations, outre les nombreuses protections légales et constitutionnelles. L’absence de résultats concrets doit également être mise sur le compte du mode de vie adopté par certains membres de la communauté rom.

Ainsi, les écoles soumises à des soi-disant ségrégations scolaires obéissent en réalité au souhait des parents d’élèves qui, dans les États concernés, préfèrent souvent retirer leurs enfants des écoles fréquentées par un nombre jugé important d’enfants issus de la communauté rom.

La Commission ne peut en permanence pointer du doigt les populations européennes et ignorer les difficultés réelles posées par l’intégration de ces minorités. De même, la libre circulation, fruit de l’espace Schengen, ne fait que reporter ce problème sans y apporter de solutions.

 
  
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  José Blanco López (S&D), por escrito. – El ministro de Interior de Italia sigue con la escalada xenófoba que tan «buenos» réditos electorales le está proporcionando. Ahora ha puesto en su punto de mira a otra minoría tras los inmigrantes. Esta vez son los ciudadanos gitanos, a quienes advirtió que está preparando un censo que permita su expulsión de Italia. Se trata de una medida claramente inconstitucional. La realidad es que la idea, como la propuesta de expulsar a 500 000 inmigrantes que lanza recurrentemente, no es un invento improvisado; ya constaba en el acuerdo de Gobierno con el Movimiento 5 Estrellas. Resulta vergonzoso. Queremos denunciar aquí la tibieza y atonía de la respuesta de la Comisión Europea sobre el tema. Apenas han llegado algunas advertencias lacónicas. Mucha mayor contundencia requiere la respuesta a esta insoportable espiral nacionalista, populista y xenófoba que se ha apoderado de la UE alcanzando a su propio núcleo fundador: Italia. Debemos denunciar con todas nuestras fuerzas las palabras xenófobas y racistas de Salvini y desenmascarar públicamente la ideología claramente fascistizante a la que representan y pedimos que este PE alce su voz en defensa de los valores en que se basa nuestra Unión y que en la actualidad están impugnados.

 
  
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  Eider Gardiazabal Rubial (S&D), por escrito. – El ministro de Interior de Italia sigue con la escalada xenófoba que tan «buenos» réditos electorales le está proporcionando. Ahora ha puesto en su punto de mira a otra minoría tras los inmigrantes. Esta vez son los ciudadanos gitanos, a quienes advirtió que está preparando un censo que permita su expulsión de Italia. Se trata de una medida claramente inconstitucional. La realidad es que la idea, como la propuesta de expulsar a 500 000 inmigrantes que lanza recurrentemente, no es un invento improvisado; ya constaba en el acuerdo de Gobierno con el Movimiento 5 Estrellas. Resulta vergonzoso. Queremos denunciar aquí la tibieza y atonía de la respuesta de la Comisión Europea sobre el tema. Apenas han llegado algunas advertencias lacónicas. Mucha mayor contundencia requiere la respuesta a esta insoportable espiral nacionalista, populista y xenófoba que se ha apoderado de la UE alcanzando a su propio núcleo fundador: Italia. Debemos denunciar con todas nuestras fuerzas las palabras xenófobas y racistas de Salvini y desenmascarar públicamente la ideología claramente fascistizante a la que representan y pedimos que este PE alce su voz en defensa de los valores en que se basa nuestra Unión y que en la actualidad están impugnados.

 
  
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  Juan Fernando López Aguilar (S&D), por escrito. – El ministro de Interior de Italia sigue con la escalada xenófoba que tan «buenos» réditos electorales le está proporcionando. Ahora ha puesto en su punto de mira a otra minoría tras los inmigrantes. Esta vez son los ciudadanos gitanos, a quienes advirtió que está preparando un censo que permita su expulsión de Italia. Se trata de una medida claramente inconstitucional. La realidad es que la idea, como la propuesta de expulsar a 500 000 inmigrantes que lanza recurrentemente, no es un invento improvisado; ya constaba en el acuerdo de Gobierno con el Movimiento 5 Estrellas. Resulta vergonzoso. Queremos denunciar aquí la tibieza y atonía de la respuesta de la Comisión Europea sobre el tema. Apenas han llegado algunas advertencias lacónicas. Mucha mayor contundencia requiere la respuesta a esta insoportable espiral nacionalista, populista y xenófoba que se ha apoderado de la UE alcanzando a su propio núcleo fundador: Italia. Debemos denunciar con todas nuestras fuerzas las palabras xenófobas y racistas de Salvini y desenmascarar públicamente la ideología claramente fascistizante a la que representan y pedimos que este PE alce su voz en defensa de los valores en que se basa nuestra Unión y que en la actualidad están impugnados.

 
  
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  Elena Valenciano (S&D), por escrito. – El ministro de Interior de Italia sigue con la escalada xenófoba que tan «buenos» réditos electorales le está proporcionando. Ahora ha puesto en su punto de mira a otra minoría tras los inmigrantes. Esta vez son los ciudadanos gitanos, a quienes advirtió que está preparando un censo que permita su expulsión de Italia. Se trata de una medida claramente inconstitucional. La realidad es que la idea, como la propuesta de expulsar a 500 000 inmigrantes que lanza recurrentemente, no es un invento improvisado; ya constaba en el acuerdo de Gobierno con el Movimiento 5 Estrellas. Resulta vergonzoso. Queremos denunciar aquí la tibieza y atonía de la respuesta de la Comisión Europea sobre el tema. Apenas han llegado algunas advertencias lacónicas. Mucha mayor contundencia requiere la respuesta a esta insoportable espiral nacionalista, populista y xenófoba que se ha apoderado de la UE alcanzando a su propio núcleo fundador: Italia. Debemos denunciar con todas nuestras fuerzas las palabras xenófobas y racistas de Salvini y desenmascarar públicamente la ideología claramente fascistizante a la que representan y pedimos que este PE alce su voz en defensa de los valores en que se basa nuestra Unión y que en la actualidad están impugnados.

 
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