Emergenza umanitaria nel Mediterraneo: sostegno alle autorità locali e regionali (discussione)
Laura Ferrara (EFDD), per iscritto. – In occasioni di tragedie nel Mediterraneo e di dolorosi anniversari, come quello ricorrente il 3 ottobre, in cui si commemorano le 368 morti del naufragio di Lampedusa, più volte si è discusso dello stesso tema, più volte è stato manifestato lo sdegno per le vittime del mare e per i trafficanti di morte, più volte l'Unione europea ha annunciato misure ed azioni, ma nulla è cambiato. Nel Mediterraneo si continua a morire e sui paesi di primo approdo continuano a ricadere gli oneri maggiori per salvare ed accogliere. Dall'inizio del 2018 gli oltre 80 mila migranti arrivati in Europa, attraverso le rotte del Mediterraneo, sono stati accolti principalmente da Italia, Spagna e Grecia. Per fronteggiare le criticità del fenomeno migratorio, le risorse dell'Unione europea che dovrebbero contribuire a sostenere l'azione delle autorità regionali e locali del mio Paese, rappresentano briciole rispetto alle risorse nazionali utilizzate. Nella gestione europea dei flussi emergono disunione ed egoismi degli Stati membri che disattendono i principi di solidarietà, di equa ripartizione delle responsabilità, anche sul piano finanziario, sanciti dai trattati e che paralizzano la riforma del sistema europeo comune di asilo la quale dovrebbe, invece, applicare quegli stessi principi.