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 Indice 
 Testo integrale 
Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 12 febbraio 2019 - Strasburgo Edizione rivista

Sfide strategiche e strategie contro i tumori femminili e comorbilità correlate (discussione)
MPphoto
 

  Daniela Aiuto, Autore. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, gentile Commissario, ogni giorno migliaia di donne affrontano la loro battaglia contro il male del secolo, il cancro. Lo fanno mentre continuano con coraggio ad accudire la loro famiglia, mentre provano a continuare a lavorare nonostante tutto. Per loro e per tutte chiediamo con forza un accesso più facile ed economico agli esami diagnostici e preventivi e alle cure.

I dati che Eurostat ci presenta ogni anno sono allarmanti: un europeo su tre sviluppa il cancro durante la sua vita. Circa 600 000 donne europee muoiono di tumore ogni anno, di cui per carcinoma mammario oltre 90 000, oltre ai tumori all'utero e al collo dell'utero, solo per fare alcuni esempi.

Lo sappiamo, i tumori sono devastanti per tutti, uomini, donne e purtroppo anche bambini, ma va riconosciuto che quando colpiscono noi donne, ci colpiscono spesso nella nostra femminilità, aggredendo il nostro corpo e privandoci di quelle parti che fisiologicamente ci fanno sentire donne, come il seno o l'apparato riproduttivo, e da cui scaturiscono delle enormi ripercussioni psicologiche che vengono spesso accantonate o sottovalutate in confronto alla gravità della malattia stessa.

Rispetto alle cifre di coloro colpite mortalmente dal male, fortunatamente molte di più sono le donne che riescono a vincerlo. Oltre l'80 % delle europee colpite dal tumore al seno, ad esempio, sopravvive dopo le cure. E sono anche queste donne che dobbiamo tutelare, loro e le loro famiglie. Dopo la malattia, infatti, la loro vita cambia in maniera radicale, sia a causa delle cure invasive, come la radioterapia o la chemioterapia, sia in seguito alle operazioni chirurgiche che sono costrette a subire, con delle devastazioni non solamente fisiche – pensiamo a un'isterectomia o a una mastectomia – ma anche psicologiche.

Esortiamo quindi la Commissione europea, di concerto con gli Stati membri, a mettere in atto politiche e programmazioni in ambito sanitario, che tengano conto di un ventaglio molto più ampio di sfaccettature che si nascondono dietro questo terribile male.

Tre sono gli aspetti principali che voglio sottolineare. Il primo è l'aspetto della prevenzione, del monitoraggio e dell'accesso alle cure. È indubbio che l'alta incidenza di mortalità derivante dalla malattia tumorale è dovuta al fatto che spesso si interviene in una fase già evoluta della malattia, rendendo vana ogni possibile cura. Siamo consci che se una malattia è diagnosticata in tempo, la percentuale di guarigione è molto più alta. È fondamentale la prevenzione attraverso un monitoraggio costante e accessibile, anche dal punto di vista economico, con degli screening sia generici che specifici. La prevenzione, è vero, non è di sempre facile attuazione, in quanto le visite di controllo risultano spesso onerose e i tempi di attesa sono molto lunghi. Esortiamo pertanto a lavorare su questo tema per difendere la salute di tutte.

Il secondo aspetto è legato alla specificità delle cure necessarie in caso di malattia delle donne. Stiamo parlando di malattie tumorali che colpiscono organi prettamente femminili, come il seno o l'utero, che possono andare ad inficiare la femminilità della stessa donna. Le cure devono tener conto che si va ad intervenire su organi e parti del corpo che rappresentano la nostra femminilità e dovrebbero, per quanto possibile, tenere conto anche degli aspetti estetici, oltre che funzionali.

Ultimo aspetto, ma proprio su questo mi piacerebbe che ci soffermassimo, è l'aspetto psicologico e assistenziale. A tale aspetto si lega la necessità di garantire un supporto e un'assistenza adeguati al genere femminile. Nel momento in cui il corpo della donna viene aggredito per combattere la malattia e chirurgicamente vengono menomate per sempre le parti più essenziali della nostra femminilità o della nostra capacità riproduttiva, spesso in maniera irreversibile, l'assistenza psicologica, anche nel periodo successivo alle cure e alle terapie chirurgiche, è assolutamente necessaria e deve diventare un diritto di tutte. Lasciare queste donne da sole significa rendere loro molto più difficile portare avanti il loro ruolo di madri o di mogli, ruoli che di certo non si interrompono con la malattia.

Concludo chiedendo alla Commissione di impegnarsi per elaborare una strategia europea uniforme per tutti gli Stati membri, attraverso programmi di screening sui tumori, unita a maggiori investimenti sia nei programmi di ricerca che nelle infrastrutture sanitarie.

 
Ultimo aggiornamento: 28 giugno 2019Note legali - Informativa sulla privacy