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 Indice 
 Testo integrale 
Resoconto integrale delle discussioni
Giovedì 14 marzo 2019 - Strasburgo Edizione rivista

Diritti fondamentali delle persone di origine africana (discussione)
MPphoto
 

  Cécile Kashetu Kyenge, autrice. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi apriamo questo dibattito sulla situazione dei cittadini europei di origine africana cogliendo l'occasione per accendere i riflettori sulla specifica forma di esclusione sociale a cui vanno incontro.

In questo intervento di presentazione, è mio compito illustrare alla Presidenza della nostra Assemblea, ai componenti della Commissione, destinataria dell'interrogazione, ai colleghi presenti e alla cittadinanza tutta il senso dell'interrogazione stessa e il modo in cui bisognerà inserire l'argomento nei nostri futuri lavori parlamentari.

In tal senso, signor Presidente, mi preme sottolineare il buon clima prevalso all'interno della commissione LIBE quando si è trattato di accordarci per la versione definitiva della risoluzione che dovrà approdare in plenaria durante la prossima tornata. Grazie alla mediazione efficace e competente di Claude Moraes abbiamo largamente condiviso il contenuto della risoluzione, con una partecipazione convincente, in particolare, dei gruppi ALDE, GUE, Verts/ALE e PPE. Certo, non sono mancate le controversie.

Il riconoscimento ufficiale della specifica storia degli afro-discendenti, la possibilità di istituire delle riparazioni, la questione delle scuse pubbliche, ma anche quella della restituzione dei beni artistici ai paesi africani, un tempo depredati dalle nazioni europee colonizzatrici, nonché la questione della declassificazione degli archivi coloniali meriterebbero l'istituzione di un'unità della Commissione europea che si occupi in modo specifico di questi argomenti e della promozione della piena cittadinanza degli europei afro-discendenti.

Queste sono state, grosso modo, le questioni che hanno animato la nostra discussione all'interno della commissione, e possiamo ritenerci abbastanza soddisfatti della versione finale della risoluzione, frutto di una mediazione seria e competente.

Ora occorre tornare un attimo sull'importanza generale della questione, per riaffermare alcuni principi che ci hanno portato al suo trattamento. L'integrazione sociale paritaria dei cittadini europei di discendenza africana deve, a mio parere, essere inquadrata nelle necessità di rispetto dei diritti umani fondamentali.

Si tratta nell'insieme di garantire ai portatori della diversità, l'integrità della dignità umana di cui sono indiscutibili titolari. Queste affermazioni, che partono fin dai livelli elementari della nostra riflessione politica, sono motivate dal fatto che nell'odierna Europa, nonostante secoli di teorizzazione della razionalità e dell'evoluzione sociale, vigono ancora dei disvalori, che minano la vita degli afro-discendenti.

Spesso lo si dice con mezzi termini, perché la cosa pare impensabile: eppure, una specifica ricerca dell'Agenza europea per i diritti fondamentali ci ha dato l'evidenza dell'esistenza, all'interno della società europea, di fenomeni ricorsivi di razzismo anti-neri.

Del resto, in diversi paesi membri, la cronaca quotidiana è spesso dominata da episodi di razzismo e di xenofobia, che colpiscono indifferentemente i cittadini europei afro-discendenti e tende a spinger loro ai margini della società.

L'ampiezza del fenomeno è tale per cui nessun settore sociale può ritenersi immune. Appaiono particolarmente violati i diritti alla casa, la possibilità di accedere al lavoro dignitoso, il diritto all'istruzione. In alcuni paesi europei, abbiamo persino assistito al tentato ritorno dell'apartheid, con l'esclusione discriminatoria di bambini afro-discendenti dalle mense scolastiche, nonché il tentativo di istituire per loro le classi separate.

Quando riferivo delle controversie in commissione LIBE, ho accennato alla questione dei rapporti storici tra i paesi europei, oggi membri dell'Unione, ed i paesi africani, luogo di provenienza ultima degli afro-europei. Tale relazione storica ha visto succedersi, tra l'altro, le esplorazioni post-medievali, la tratta degli schiavi neri, la colonizzazione, lo sfruttamento economico totale dell'Africa e le forme appena velate di neocolonialismo che vigono nei nostri tempi.

Spesso, all'interno di questa Assemblea, così come all'interno delle nostre società, la questione migratoria, componente essenziale della globalizzazione, ha elettrizzato le nostre discussioni, inasprendo anche i nostri contrasti di vedute.

Io credo che la questione della piena cittadinanza dei neri europei, afro-discendenti, debba essere inserita in questo complesso di argomenti, per poterne capire la profondità, ma anche per poterci porre rimedio.

Spesso, anche tra di noi, ho visto alcuni dei nostri colleghi stupirsi nel sentirmi affermare che c'è del razzismo in Europa, ritenendolo un fenomeno quasi esclusivamente americano. Eppure, nella culla della cultura umanista, non solo pullulano atti razzisti e xenofobi, ma in alcuni contesti, essi diventano parte di una teoria di governo...

(Il Presidente ritira la parola all'oratrice)

 
Ultimo aggiornamento: 8 luglio 2019Note legali - Informativa sulla privacy