Proposta di risoluzione comune - RC-B8-0995/2016Proposta di risoluzione comune
RC-B8-0995/2016

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sullo Zimbabwe

14.9.2016 - (2016/2882(RSP))

presentata a norma dell'articolo 135, paragrafo 5, e dell'articolo 123, paragrafo 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:
EFDD (B8-0995/2016)
ECR (B8-0996/2016)
PPE (B8-0997/2016)
ALDE (B8-1000/2016)
Verts/ALE (B8-1005/2016)
S&D (B8-1006/2016)
ENF (B8-1010/2016)

Cristian Dan Preda, David McAllister, Tunne Kelam, Davor Ivo Stier, Mariya Gabriel, Laima Liucija Andrikienė, Bogdan Brunon Wenta, Ivan Štefanec, Eduard Kukan, Thomas Mann, Therese Comodini Cachia, Pavel Svoboda, Patricija Šulin, Roberta Metsola, Romana Tomc, Milan Zver, Claude Rolin, Sven Schulze, Jaromír Štětina, Giovanni La Via, József Nagy, Maurice Ponga, Michaela Šojdrová, Tomáš Zdechovský, Luděk Niedermayer, Ramona Nicole Mănescu, Lefteris Christoforou, Adam Szejnfeld, Lorenzo Cesa, Csaba Sógor, Dubravka Šuica, Elisabetta Gardini, Anna Záborská, Eva Paunova, Andrey Kovatchev, László Tőkés, Deirdre Clune, Elmar Brok, Inese Vaidere a nome del gruppo PPE
Pier Antonio Panzeri, Victor Boştinaru, Knut Fleckenstein, Richard Howitt, Clara Eugenia Aguilera García, Nikos Androulakis, Francisco Assis, Zigmantas Balčytis, Hugues Bayet, Brando Benifei, Goffredo Maria Bettini, José Blanco López, Vilija Blinkevičiūtė, Simona Bonafè, Biljana Borzan, Nicola Caputo, Nessa Childers, Andi Cristea, Miriam Dalli, Isabella De Monte, Monika Flašíková Beňová, Doru-Claudian Frunzulică, Enrico Gasbarra, Lidia Joanna Geringer de Oedenberg, Ana Gomes, Maria Grapini, Sylvie Guillaume, Cătălin Sorin Ivan, Liisa Jaakonsaari, Eva Kaili, Afzal Khan, Cécile Kashetu Kyenge, Juan Fernando López Aguilar, Krystyna Łybacka, Vladimír Maňka, Louis-Joseph Manscour, David Martin, Costas Mavrides, Sorin Moisă, Victor Negrescu, Momchil Nekov, Norbert Neuser, Demetris Papadakis, Tonino Picula, Kati Piri, Miroslav Poche, Liliana Rodrigues, Inmaculada Rodríguez-Piñero Fernández, Siôn Simon, Monika Smolková, Tibor Szanyi, Claudia Țapardel, Marc Tarabella, Elena Valenciano, Julie Ward, Boris Zala, Damiano Zoffoli, Carlos Zorrinho a nome del gruppo S&D
Geoffrey Van Orden, Charles Tannock, Mark Demesmaeker, Branislav Škripek, Angel Dzhambazki, Monica Macovei, Jana Žitňanská, Ryszard Antoni Legutko, Anna Elżbieta Fotyga, Tomasz Piotr Poręba, Karol Karski, Ryszard Czarnecki, Ruža Tomašić a nome del gruppo ECR
Hilde Vautmans, Petras Auštrevičius, Beatriz Becerra Basterrechea, Izaskun Bilbao Barandica, Dita Charanzová, Ilhan Kyuchyuk, Louis Michel, Nedzhmi Ali, Gérard Deprez, Marian Harkin, Urmas Paet, Pavel Telička, Ramon Tremosa i Balcells, Javier Nart, Marietje Schaake, Johannes Cornelis van Baalen, Hannu Takkula, Carolina Punset, Martina Dlabajová, Cecilia Wikström, Marielle de Sarnez, José Inácio Faria, Ivo Vajgl, María Teresa Giménez Barbat, Paavo Väyrynen, Ivan Jakovčić, Frédérique Ries, Petr Ježek, Charles Goerens, Jasenko Selimovic, Kaja Kallas, Filiz Hyusmenova a nome del gruppo ALDE
Judith Sargentini, Jean Lambert, Maria Heubuch, Heidi Hautala, Jordi Sebastià, Bart Staes, Michèle Rivasi, Barbara Lochbihler, Ernest Urtasun, Bodil Valero, Igor Šoltes, Davor Škrlec, Bronis Ropė a nome del gruppo Verts/ALE
Ignazio Corrao, Fabio Massimo Castaldo, Piernicola Pedicini, Laura Agea, Isabella Adinolfi, Laura Ferrara, Beatrix von Storch a nome del gruppo EFDD
Louis Aliot, Laurenţiu Rebega, Mireille D’Ornano, Mario Borghezio, Jean-Luc Schaffhauser, Marcus Pretzell, Harald Vilimsky, Barbara Kappel a nome del gruppo ENF


Procedura : 2016/2882(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
RC-B8-0995/2016
Testi presentati :
RC-B8-0995/2016
Testi approvati :

Risoluzione del Parlamento europeo sullo Zimbabwe

(2016/2882(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sullo Zimbabwe,

–  vista la dichiarazione dell'UE sulla violenza rilasciata a livello locale il 12 luglio 2016,

–  vista la dichiarazione dell'UE sul sequestro di Itai Dzamara rilasciata a livello locale il 9 marzo 2016,

–  vista la decisione (PESC) 2012/220 del Consiglio, del 15 febbraio 2016[1], che modifica la decisione 2011/101/PESC relativa a misure restrittive nei confronti dello Zimbabwe,

–  visto l'accordo politico globale siglato nel 2008 dai tre principali partiti politici ZANU PF, MDC-T e MDC,

–  vista la Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli del giugno 1981, che lo Zimbabwe ha ratificato,

–  vista la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del dicembre 1948,

–  vista la costituzione dello Zimbabwe,

–  visto l'accordo di Cotonou,

–  visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando che il popolo dello Zimbabwe è oppresso da molti anni da un regime autoritario guidato dal presidente Mugabe, che rimane al potere mediante la corruzione, la violenza, i brogli elettorali e un brutale apparato di sicurezza; che il popolo dello Zimbabwe non sperimenta una situazione di vera libertà da decenni e, pertanto, molti giovani al di sotto dei trent'anni hanno conosciuto solo una vita di povertà e repressione violenta;

B.  considerando che le agitazioni sono di nuovo in aumento in un paese in preda alla crisi, in un contesto caratterizzato da carenze di liquidità, disoccupazione diffusa e corruzione statale, nonché dagli sforzi compiuti dalle autorità per soffocare la libertà di espressione e l'opposizione politica; che i vari gruppi stanno attualmente prendendo posizione in vista dell'epoca post-Mugabe;

C.  considerando che, dopo la caduta del governo di coalizione nel 2013, gli sforzi compiuti da Tendai Biti per stabilizzare l'economia e incrementare le entrate pubbliche sono stati vanificati dal ritorno a un sistema di clientelismo e cleptocrazia e a uno stato di paura; che lo Zimbabwe sta attraversando la peggior crisi economica dopo l'iperinflazione del 2008; che il governo è sostanzialmente in stato di fallimento;

D.  considerando che dal maggio 2016 migliaia di manifestanti – commercianti informali, giovani disoccupati e, ora, professionisti – sono scesi in piazza in diversi centri urbani in tutto lo Zimbabwe per protestare contro la perdita di posti di lavoro, la disoccupazione di massa e l'incapacità del governo di soddisfare le aspettative economiche di base della popolazione, ossia un mercato del lavoro che fornisca impiego, il pagamento puntuale della forza lavoro pubblica, una valuta stabile e affidabile e un regime di prezzi accessibile; che solo l'esercito è pagato regolarmente e con una valuta che abbia valore;

E.  considerando che il movimento di protesta guidato dal religioso Evan Mawarire, che utilizza l'hashtag #ThisFlag, è sostenuto dalle chiese e dalla classe media, che finora avevano tendenzialmente tenuto le distanze dalla politica di strada;

F.  considerando che il 6 luglio 2016 il movimento di opposizione #ThisFlag ha convocato una giornata di sciopero nazionale come protesta per l'inazione del governo contro la corruzione, l'impunità e la povertà; che ciò si è tradotto nella chiusura di massa della maggioranza dei negozi e delle imprese nella capitale e in una grave repressione da parte delle autorità;

G.  considerando che Promise Mkwananzi, leader del movimento sociale #Tajamuka connesso allo sciopero di luglio, il quale era stato arrestato con l'accusa di incitamento alla violenza pubblica, è stato rilasciato su cauzione; che un'altra attivista di #Tajamuka, Linda Masarira, è stata arrestata durante la protesta di luglio ed è tuttora detenuta;

H.  considerando che oggigiorno molte manifestazioni sono organizzate grazie ai social media e che le autorità dello Zimbabwe hanno bloccato l'accesso a Internet e il servizio di messaggistica WhatsApp per impedire le proteste;

I.  considerando che centinaia di persone sono state arrestate durante le manifestazioni; che il 26 agosto 2016 si sono verificati scontri sanguinosi nella capitale Harare, quando la polizia ha ignorato una decisione giudiziaria e ha colpito a randellate migliaia di dimostranti che si erano riuniti sotto l'egida dell'Agenda per la riforma elettorale nazionale (NERA) in opposizione al mancato completamento delle riforme elettorali in vista delle tanto attese elezioni nazionali del 2018; che numerose persone fermate sono ancora detenute e molte non si sa con precisione dove si trovino;

J.  considerando che il presidente Mugabe è al potere dalla proclamazione dell'indipendenza nel 1980 e intende ricandidarsi e che diversi membri del suo governo hanno denunciato gli appelli alla riforma elettorale in vista delle elezioni del 2018;

K.  considerando che i veterani della lotta per l'indipendenza, in precedenza stretti alleati di Mugabe nel partito al potere, hanno boicottato il suo intervento dell'8 agosto 2016, denunciando la deriva dittatoriale del presidente e la sua incapacità di risolvere la grave crisi economica che affligge il paese dal 2000; che il presidente ha considerato il boicottaggio un tradimento e, per ritorsione, ha arrestato tre membri dell'Associazione nazionale dei veterani dell'indipendenza;

L.  considerando che il 2 settembre 2016 la polizia ha invocato il decreto "Statutory instrument 101A" per vietare tutte le manifestazioni nel centro di Harare, a poche ore da una grande manifestazione prevista nella capitale, organizzata da 18 partiti politici;

M.  considerando che il 7 settembre 2016 la Corte suprema ha sospeso tale divieto per sette giorni e che tale decisione è giunta solo pochi giorni dopo che il presidente Mugabe aveva interferito con l'indipendenza della magistratura criticando i giudici dello Zimbabwe per le decisioni "sconsiderate" che consentivano dimostrazioni contro la sua autorità;

N.  considerando che la Commissione per i diritti umani dello Zimbabwe ha affermato che gli aiuti alimentari, mobilitati a favore degli abitanti dei villaggi che soffrono la fame a causa della siccità che ha colpito l'intero paese, erano distribuiti sulla base delle linee di partito e che i funzionari dello ZANU PF negavano gli aiuti alimentari ai sostenitori del partito di opposizione; che il governo dello Zimbabwe nel febbraio 2016 ha dichiarato lo stato di emergenza e ha stimato che circa 4,5 milioni di persone avranno bisogno di aiuti alimentari entro gennaio 2017 e che fino a metà della popolazione rurale rischia di morire d'inedia;

O.  considerando che il 9 marzo 2016 ricorreva il primo anniversario del sequestro del difensore dei diritti umani Itai Dzamara; che la Corte suprema ha ordinato al governo di avviare le ricerche di Itai Dzamara e di riferire ogni due settimane sui progressi compiuti, fino a quando non sarà stato localizzato;

P.  considerando che lo Zimbawe è firmatario dell'accordo di Cotonou, il quale, all'articolo 96, sancisce che il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali costituisce un elemento essenziale della cooperazione ACP-UE;

Q.  considerando che a febbraio 2016 un numero limitato di misure restrittive dell'UE nei confronti del regime dello Zimbabwe è stato rinnovato fino al 20 febbraio 2017; che il congelamento dei beni e il divieto di viaggio continueranno ad applicarsi al presidente Mugabe, a Grace Mugabe e alla società Zimbabwe Defence Industries; che l'embargo sulle armi rimarrà in vigore; che l'UE aveva precedentemente revocato le restrizioni nei confronti di 78 persone e 8 entità;

R.  considerando che, nel quadro dell'11° Fondo europeo di sviluppo, sono stati stanziati 234 milioni di euro per il programma indicativo nazionale (PIN) per lo Zimbabwe per il periodo 2014-2020, da destinarsi in particolare a tre settori, ovvero la sanità, lo sviluppo economico basato sull'agricoltura e la governance e la creazione di istituzioni;

1.  manifesta profonda preoccupazione per l'aumento della violenza contro i manifestanti registrato in Zimbabwe negli ultimi mesi; considera allarmante il recente annuncio dell'introduzione di un divieto di manifestare per un mese; invita il governo e tutti partiti dello Zimbabwe a rispettare il diritto a manifestare pacificamente al fine di affrontare le reali preoccupazioni e sollecita le autorità del paese a indagare sulle accuse di uso eccessivo della forza e di altre violazioni dei diritti umani per mano di membri della polizia e a chiamare questi ultimi a rispondere dei propri atti;

2.  esprime preoccupazione per l'aumento degli arresti arbitrari di difensori dei diritti umani e dei partecipanti a manifestazioni pacifiche e legittime ed esorta a rispettare lo Stato di diritto e a difendere la costituzione;

3.  invita le autorità dello Zimbabwe a rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutti i prigionieri politici;

4.  condanna i recenti attacchi rivolti dal presidente Mugabe contro la magistratura e sollecita le autorità del paese a non interferire con l'indipendenza del potere giudiziario;

5.  ricorda che, in virtù dell'accordo politico globale, lo Zimbabwe si è impegnato a garantire che sia la legislazione che le procedure e le prassi vigenti nel paese siano conformi ai principi e alle leggi internazionali in materia di diritti umani, tra cui le libertà di riunione, di associazione e di espressione;

6.  richiama l'attenzione sulla situazione particolarmente difficile in cui si trovano molte donne in Zimbabwe e sulla necessità di rispettare i diritti delle donne;

7.  ritiene che la revoca della maggior parte delle misure restrittive sia stata prematura e che il Consiglio e la Commissione dovrebbero valutare la possibilità di reintrodurre alcune misure, precisando che queste ultime saranno revocate e un pacchetto di aiuti sarà offerto allo Zimbabwe quando il paese sarà chiaramente in cammino verso la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani e specificando, in particolare, che sarà fornita assistenza a sostegno di un processo elettorale libero e regolare e della riforma della polizia;

8.  sollecita una transizione pacifica del potere basata su un processo elettorale libero e regolare, sullo Stato di diritto e sul rispetto dei diritti umani al fine di sviluppare una democrazia libera, prospera e pluralista;

9.  condanna fermamente il blocco degli aiuti alimentari al fine di ottenere un vantaggio politico; sottolinea il suo timore di eventuali altre misure che danneggerebbero la produzione agricola e sollecita interventi volti a migliorare la sicurezza alimentare;

10.  ribadisce la sua preoccupazione per il sequestro di Itai Dzamara; chiede che l'habeas corpus sia rispettato e che i responsabili del sequestro siano assicurati alla giustizia;

11.  ribadisce che l'UE deve garantire che i finanziamenti accordati allo Zimbabwe nel quadro del programma indicativo nazionale siano effettivamente destinati ai settori interessati e invita il governo dello Zimbabwe a concedere alla Commissione un accesso senza restrizioni ai progetti finanziati dall'UE nonché a migliorare la sua apertura all'assistenza tecnica per i progetti e i programmi definiti di comune accordo;

12.  sottolinea l'importanza che l'UE avvii un dialogo politico con le autorità dello Zimbabwe a norma degli articoli 8 e 96 dell'accordo di Cotonou, confermando in tal modo l'impegno dell'UE a sostegno della popolazione locale;

13.  esorta la Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe (SADC) e il Commonwealth a impegnarsi nuovamente per aiutare lo Zimbabwe a tornare sulla via della democrazia;

14.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Servizio europeo per l'azione esterna, al governo e al parlamento dello Zimbabwe, ai governi della Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe, all'Unione africana, al parlamento panafricano, all'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE e al Segretario generale del Commonwealth.