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Procedura : 2015/2351(INI)
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Ciclo del documento : A8-0250/2016

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A8-0250/2016

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PV 27/10/2016 - 4
CRE 27/10/2016 - 4

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PV 27/10/2016 - 8.9
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P8_TA(2016)0426

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Giovedì 27 ottobre 2016 - Strasburgo
Strategia dell'UE per la gioventù 2013-2015
P8_TA(2016)0426A8-0250/2016

Risoluzione del Parlamento europeo del 27 ottobre 2016 sulla valutazione della strategia dell'UE per la gioventù 2013-2015 (2015/2351(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visti gli articoli 165 e 166 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–  vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare gli articoli 14, 15, 21, 24 e 32,

–  visto il regolamento (UE) n. 1288/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2013, che istituisce "Erasmus+": il programma dell'Unione per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport e che abroga le decisioni n. 1719/2006/CE, n. 1720/2006/CE e n. 1298/2008/CE(1),

–  viste la risoluzione del Consiglio su un piano di lavoro dell'Unione europea per la gioventù per il 2016-2018(2) e la risoluzione del Consiglio, del 20 maggio 2014, su un piano di lavoro dell'Unione europea per la gioventù per il 2014-2015(3),

–  vista la raccomandazione del Consiglio, del 22 aprile 2013, sull'istituzione di una garanzia per i giovani(4),

–  viste le conclusioni del Consiglio europeo del 7-8 febbraio 2013 per l'istituzione di un'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile(5),

–  vista la risoluzione del Consiglio, del 27 novembre 2009, su un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018)(6),

–  viste le conclusioni del Consiglio del 12 maggio 2009 su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione ("ET 2020")(7),

–   vista la sua risoluzione del 12 aprile 2016 sul programma Erasmus + e altri strumenti per promuovere la mobilità in materia di IFP – Un approccio di apprendimento permanente(8),

–  vista la dichiarazione di Parigi sulla promozione della cittadinanza e dei valori comuni di libertà, tolleranza e non discriminazione attraverso l'istruzione, adottata dalla riunione informale dei ministri dell'Istruzione dell'Unione europea il 17 marzo 2015 a Parigi,

–  vista la relazione congiunta del Consiglio e della Commissione sull'attuazione di un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù per il 2015 (2010-2018), approvata dal Consiglio il 23 novembre 2015,

–  visti la comunicazione della Commissione del 15 settembre 2015 dal titolo "Progetto di relazione congiunta del Consiglio e della Commissione sull'attuazione di un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù per il 2015 (2010-2018)" (COM(2015)0429) e i documenti di lavoro dei servizi della Commissione che accompagnano la comunicazione della Commissione, dal titolo "Results of the open method of coordination in the youth field with a special focus on the second cycle (2013-2015)" (Risultati del metodo di coordinamento aperto nel settore della gioventù con particolare riguardo al secondo ciclo (2013-2015)) (SWD(2015)0168) e "Situation of young people in the EU" (Situazione dei giovani nell'UE) (SWD(2015)0169),

–   vista la raccomandazione del Consiglio, del 20 dicembre 2012, sulla convalida dell'apprendimento non formale e informale,

–  vista la comunicazione della Commissione del 26 agosto 2015 dal titolo "Progetto di relazione congiunta 2015 del Consiglio e della Commissione sull'attuazione del quadro strategico per la cooperazione europea in materia di istruzione e formazione (ET 2020) – Nuove priorità per la cooperazione europea in materia di istruzione e formazione" (COM(2015)0408),

–  vista la comunicazione della Commissione del 3 marzo 2010, dal titolo "Europa 2020: una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva" (COM(2010)2020),

–  viste le sue risoluzioni dell'11 settembre 2013 sull'attuazione della strategia dell'UE per la gioventù 2010-2012(9) e del 18 maggio 2010 su una strategia dell'Unione europea per investire nei giovani e conferire loro maggiori responsabilità(10),

–   vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo,

–   vista la sua risoluzione del 12 aprile 2016 sul tema "Apprendere l'UE a scuola"(11),

–  vista la sua risoluzione dell'8 settembre 2015 sulla promozione dello spirito imprenditoriale nei giovani attraverso l'istruzione e la formazione(12),

–  vista la sua risoluzione del 28 aprile 2015 sul seguito dell'attuazione del Processo di Bologna(13),

–   vista la risoluzione del Parlamento europeo del 19 gennaio 2016 sul ruolo del dialogo interculturale, della diversità culturale e dell'istruzione al fine di promuovere i valori fondamentali dell'UE(14),

–   vista la relazione ombra sulla politica in materia di gioventù pubblicata dal Forum europeo della gioventù,

–   vista la raccomandazione del Consiglio del 10 marzo 2014 relativa a un quadro di qualità per i tirocini,

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per la cultura e l'istruzione e i pareri della commissione per il controllo dei bilanci e della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (A8-0250/2016),

A.  considerando che i giovani dovrebbero partecipare attivamente alla pianificazione, all'elaborazione, all'attuazione, al monitoraggio e alla valutazione di tutte le politiche per la gioventù;

B.  considerando che è necessario aiutare i giovani a risolvere le problematiche estremamente gravi cui essi devono far fronte attualmente, come pure le sfide future, mediante un uso più pertinente, efficace e coordinato delle politiche rivolte ai giovani e un uso mirato delle risorse politiche economiche, occupazionali e sociali a livello locale, regionale, nazionale e dell'Unione europea;

C.  considerando che occorre rafforzare l'integrazione della politica giovanile, la cooperazione intersettoriale e l'azione sociale all'interno dell'UE, come pure la sinergia fra la strategia europea per la gioventù e altre strategie europee come quelle in materia di istruzione, addestramento, salute e occupazione, al fine di garantire che la definizione delle politiche, non solo attualmente ma anche in futuro, sia in grado di rappresentare una risposta efficace alle situazioni e alle esigenze dei giovani, i quali devono far fronte a gravi problemi economici, occupazionali e sociali, e considerando che, a tale proposito, la partecipazione delle organizzazioni giovanili alla definizione delle politiche è essenziale;

D.  considerando che il metodo di coordinamento aperto si applica al campo delle attività per il settore giovanile, su ispirazione della cooperazione europea in materia di occupazione;

E.  considerando che uno degli obiettivi generali del programma Erasmus+ è il contributo al conseguimento del quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018); che, in tale contesto, è necessario garantire l'accesso da parte delle organizzazioni giovanili alle sovvenzioni per i progetti nel quadro del nuovo programma Erasmus+ nonché la rimozione degli ostacoli all'ammissibilità dei progetti di piccole dimensioni;

F.  considerando che la strategia dell'UE per la gioventù (2010-2018) prevede otto campi d'azione principali in cui è necessario prendere iniziative: istruzione e formazione, occupazione e imprenditorialità, salute e benessere, partecipazione, attività di volontariato, inclusione sociale, giovani nel mondo, nonché creatività e cultura;

G.  considerando che il terzo e ultimo ciclo triennale della strategia dell'UE per la gioventù (2010-2018) renderà prioritarie l'inclusione sociale di tutti i giovani, in particolare quelli provenienti da contesti svantaggiati, una maggiore partecipazione alla vita democratica e civica e un passaggio più agevole nel mercato del lavoro;

H.  considerando che la strategia dell'UE per la gioventù (2010-2018) insiste sulla necessità di mantenere un dialogo strutturato costante fra i responsabili decisionali, i giovani e le organizzazioni giovanili; che, tuttavia, il 57 % delle organizzazioni giovanili nell'UE ritiene che le competenze dei giovani non vengano prese in considerazione in sede di formulazione delle politiche per la gioventù;

I.  considerando che la politica per la gioventù dovrebbe essere basata sui diritti e sostenere lo sviluppo di tutti i giovani, garantendo il rispetto dei diritti dei giovani e la realizzazione delle loro potenzialità ed evitando la stigmatizzazione di determinati gruppi;

J.  considerando che è importante sottolineare che i giovani si impegnano dal punto di vista politico in molti modi, ma che la loro partecipazione alle elezioni è in calo;

K.  considerando che è importante provvedere affinché tutti i giovani abbiano accesso a un'istruzione, sia formale che non formale, di qualità e ricevano una formazione di qualità, dati gli alti tassi di disoccupazione, la precarizzazione dei posti di lavoro e il maggiore rischio di povertà ed esclusione sociale che interessano oggi la gioventù europea e, in particolare, i giovani meno qualificati, come pure i giovani che non sono occupati né iscritti a corsi d'istruzione o di formazione (NEET) e coloro che hanno esigenze particolari, che provengono da ambienti socioeconomici meno favoriti come le minoranze etniche, i rifugiati, i migranti e i richiedenti asilo, che rischiano maggiormente di essere disoccupati ed emarginati;

L.  considerando che è necessario proseguire gli sforzi per aumentare il tasso di partecipazione al mercato del lavoro tra le giovani donne – in particolare dopo il congedo di maternità e tra le madri sole – le giovani migranti, coloro che hanno abbandonato la scuola, le persone poco qualificate e i giovani con disabilità, nonché tutti i giovani a rischio di discriminazione;

M.  considerando che l'istruzione e la formazione possono contribuire a combattere il disimpegno sociale, l'emarginazione e la radicalizzazione dei giovani e ad affrontare la disoccupazione giovanile, nonché a rafforzare in loro la consapevolezza dell'importanza dei valori fondamentali dell'Unione europea; che, per costruire un rispetto reciproco, integrare i giovani nell'istruzione e nella vita sociale e combattere pregiudizi e intolleranza, è fondamentale adottare un approccio interculturale e interreligioso;

N.  considerando che la natura specifica dell'attività sportiva e il suo contributo all'inclusione sociale dei giovani svantaggiati, in particolare dei rifugiati e dei migranti, sono elementi che aiutano a superare la xenofobia e il razzismo;

O.  considerando che i giovani rappresentano il futuro e dovrebbero essere considerati una risorsa con un enorme potenziale per il futuro delle società europee;

P.  considerando che è di fondamentale importanza inserire nelle politiche per la gioventù una prospettiva di genere che tenga in considerazione in tutte le fasi del processo politico, le circostanze e le sfide specifiche cui devono far fronte le giovani donne e le ragazze; che è necessario inserire nella politica per la gioventù specifiche misure che tengano conto della dimensione di genere e vertano su questioni quali la lotta alla violenza ai danni di donne e ragazze, l'educazione sessuale e relazionale affettiva e la sensibilizzazione all'uguaglianza di genere;

Q.  considerando che, in sede di definizione e di attuazione delle politiche per la gioventù, occorre prestare particolare attenzione alle esigenze dei giovani soggetti a discriminazione multipla, tra cui i giovani con disabilità o con disturbi mentali e le persone che si identificano come LGBTI;

R.  considerando che l'inclusione sociale e la mobilità sociale devono essere al centro delle priorità della strategia dell'UE per la gioventù e che quest'ultima deve pertanto rivolgersi in modo specifico ai giovani appartenenti a gruppi vulnerabili, ad esempio i giovani esposti a povertà ed esclusione sociale, i giovani provenienti da zone rurali isolate o appartenenti a comunità emarginate come le minoranze etniche oppure i rifugiati e i richiedenti asilo;

Raccomandazioni generali

1.  accoglie con favore la relazione dell'UE sulla gioventù del 15 settembre 2015, basata sulla comunicazione della Commissione sull'attuazione di un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018) (COM(2015)0429), che contiene i risultati principali dell'ultimo ciclo triennale della strategia dell'UE per la gioventù e propone le priorità per il prossimo ciclo; raccomanda all'Unione europea e alle autorità nazionali, regionali e locali di provvedere affinché i vari programmi a livello dell'UE che si occupano di politiche giovanili siano adeguatamente comunicati, attuati e coordinati, in modo da rispondere alle nuove esigenze in vista delle future sfide sociali ed educative;

2.  considera il metodo di coordinamento aperto uno strumento appropriato, ma ancora insufficiente, per l'inquadramento delle politiche in materia di gioventù e ritiene che esso debba essere integrato da altre misure; ribadisce la propria richiesta di una più stretta collaborazione e di uno scambio delle migliori prassi a livello locale, regionale, nazionale e unionale sulle tematiche relative alla gioventù; esorta gli Stati membri a concordare indicatori e parametri di riferimento chiari, onde consentire il monitoraggio dei progressi compiuti;

3.  sottolinea che occorre includere nel mondo del lavoro i giovani con disabilità, affinché possano condurre una vita indipendente ed essere pienamente integrati nella società in quanto soggetti attivi che apportano un contributo reale;

4.  sottolinea l'importanza del dialogo strutturato quale strumento per coinvolgere i giovani, sia che partecipino a organizzazioni giovanili, sia che non vi partecipino; sottolinea, a tale riguardo, la necessità di aumentare e migliorare la portata, la visibilità e la qualità del processo, prestando una particolare attenzione alla partecipazione dei gruppi vulnerabili ed emarginati, al fine di aumentare l'efficacia nelle fasi di sviluppo, attuazione e valutazione delle politiche per la gioventù a tutti i livelli e promuovere la cittadinanza attiva fra i giovani; chiede il rafforzamento del dialogo strutturato come strumento partecipativo di qualità per i giovani nell'ambito del prossimo quadro di cooperazione per la gioventù;

5.  prende atto dell'impatto del secondo ciclo della strategia dell'UE per la gioventù (2013-2015) nell'evidenziare l'importanza di un approccio alla politica per la gioventù che sia adattabile e preveda un coinvolgimento intersettoriale e a più livelli; apprezza il dialogo strutturato condotto con le organizzazioni dei giovani a tal proposito; invita la Commissione e gli Stati membri a migliorare l'accesso dei giovani a un'istruzione e a una formazione di alta qualità e all'occupazione; rammenta gli otto campi d'azione promossi dalla strategia dell'UE per la gioventù;

6.  sottolinea l'importanza della strategia dell'UE per la gioventù, alla luce dei livelli allarmanti raggiunti dalla disoccupazione giovanile, dei tassi elevati e fortemente variabili di NEET, nonché dei problemi della povertà e dell'esclusione sociale tra i giovani; evidenzia che il prossimo ciclo (2016-2018) deve contribuire al conseguimento dei due obiettivi della strategia dell'UE per la gioventù mediante l'individuazione delle cause della disoccupazione giovanile, come l'abbandono scolastico prematuro, e la lotta a tali cause, la promozione dell'imprenditorialità tra i giovani, gli investimenti a favore dell'istruzione, dei tirocini, degli apprendistati e della formazione professionale nell'ambito delle competenze associate alle opportunità, alle necessità e agli sviluppi del mercato del lavoro, come pure il sostegno alla transizione al mercato del lavoro grazie a misure che garantiscano un miglior coordinamento tra i programmi d'istruzione, la politica in materia di occupazione e le necessità del mercato del lavoro; segnala che occorre sostenere gli attori del mercato del lavoro nell'attuazione della garanzia per i giovani, in modo da garantire che i giovani, al più tardi quattro mesi dopo aver lasciato la scuola, siano impegnati in un'attività lavorativa, nell'istruzione o nella formazione o riqualificazione professionale;

7.  sottolinea che l'effettiva attuazione della strategia dell'UE per la gioventù dovrebbe essere strettamente legata al raggiungimento dei principali obiettivi della strategia Europa 2020, in particolare l'occupazione del 75% della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni e l'uscita del maggior numero possibile di giovani dalle situazioni di povertà ed esclusione sociale; osserva con grande preoccupazione che, sebbene in alcuni Stati membri si sia registrata una diminuzione dal 2013, la disoccupazione giovanile mantiene un tasso quasi doppio rispetto a quello della disoccupazione generale, con circa 8 milioni di giovani europei ancora senza un impiego; sottolinea, pertanto, che è importante correggere gli squilibri geografici tra la domanda e l'offerta di posti di lavoro sia fra gli Stati membri che al loro interno, mediante le modifiche apportate al portale europeo della mobilità professionale (EURES) allo scopo di migliorare le opportunità di occupazione giovanile e conseguire una maggior coesione sociale;

8.  sottolinea che è fondamentale che il prossimo ciclo della strategia europea per la gioventù includa i giovani rifugiati e richiedenti asilo nei suoi obiettivi e garantisca loro un trattamento equo e non discriminatorio, l'accesso all'istruzione, alla formazione e all'occupazione e l'inclusione sociale, aiutandoli così a costruire la propria identità nei paesi di accoglienza e a mettere pienamente a frutto i loro talenti e le loro potenzialità e contribuendo a evitare la loro emarginazione e disillusione;

9.  esprime preoccupazione per la fuga di cervelli e i rischi che essa comporta per taluni Stati membri, soprattutto quelli in difficoltà e inclusi nei programmi di adeguamento, allorché un numero crescente di laureati è obbligato dalla massiccia disoccupazione a trasferirsi all'estero, privando così i paesi interessati delle loro risorse umane più preziose e produttive;

10.  sottolinea il potenziale offerto dalle nuove tecnologie per entrare in contatto con i giovani e invita l'UE e gli Stati membri ad approfittare di tali tecnologie per rafforzare il dialogo con i giovani e la loro capacità di partecipare alla società;

11.  sottolinea l'importanza di coinvolgere i giovani e le organizzazioni giovanili nella definizione delle priorità e nell'elaborazione di un nuovo quadro di cooperazione per la gioventù dell'UE dopo il 2018;

12.  raccomanda agli Stati membri e all'UE di attuare una valutazione d'impatto delle politiche che sono rivolte ai giovani;

13.  ritiene che la condivisione di buone pratiche, l'elaborazione di politiche basate su dati comprovati, i gruppi di esperti e le attività di apprendimento e di revisione tra pari siano strumenti importanti nell'ambito di una cooperazione intersettoriale orientata ai risultati intesa a sostenere i giovani; sottolinea l'importanza di divulgare i risultati di queste attività per amplificarne l'impatto;

14.  sottolinea l'importanza della cooperazione intersettoriale a tutti i livelli e segnatamente fra le diverse strategie dell'UE che riguardano i giovani (strategie attuali e future dell'UE in materia di gioventù, istruzione e formazione, salute, occupazione, ecc.);

15.  sottolinea l'importanza e la necessità di rafforzare e sviluppare ulteriormente le strategie e le iniziative mirate alla prevenzione della violenza e del bullismo nelle scuole;

16.  sottolinea l'importanza di porre in atto una cooperazione di qualità, orientata alle esigenze del singolo minore, anche tra le famiglie, le comunità religiose e le scuole, le comunità locali, le organizzazioni giovanili, gli animatori giovanili e l'istruzione formale, non formale o informale, al fine di guidare e assistere i giovani verso la piena integrazione nella società, offrendo un luogo sicuro per la crescita e l'apprendimento;

17.  propone di coinvolgere le autorità locali e regionali nell'ambito delle politiche per la gioventù, soprattutto negli Stati membri in cui dispongono di competenze in materia;

18.  sottolinea l'importanza di promuovere stili di vita sani per la prevenzione delle malattie e reputa necessario fornire ai giovani informazioni corrette e assistenza in relazione a problemi gravi di salute mentale quali il tabagismo, l'alcolismo, l'uso di stupefacenti e la dipendenza;

19.  ricorda l'opportunità di includere una dimensione intergenerazionale nelle politiche per la gioventù e la necessità di instaurare un dialogo migliore fra le generazioni;

20.  sottolinea l'importanza di affrontare la povertà fra i giovani che provengono da contesti socioeconomici svantaggiati, quelli che hanno genitori disoccupati e quelli che non sono riusciti a emanciparsi dal ciclo socioeconomico della famiglia di origine;

21.  esorta gli Stati membri a prevedere attività di formazione efficaci nella lingua nazionale, conformemente ai principi del multilinguismo e della non discriminazione e sulla base della legislazione nazionale e dei principi europei, e ad aumentare il sostegno agli istituti di insegnamento che impartiscono lezioni nella lingua madre delle minoranze nazionali o linguistiche;

22.  rammenta l'obiettivo primario della strategia Europa 2020 in base al quale la percentuale di giovani che abbandonano prematuramente l'istruzione e la formazione deve essere inferiore al 10 %; sottolinea la necessità di contrastare l'abbandono scolastico, che contribuisce alla disoccupazione, mediante il dialogo tra il settore dell'istruzione, i servizi pubblici per l'impiego e le parti sociali, l'individuazione delle carenze del sistema scolastico e della società, l'appoggio agli studenti nella ricerca dei propri metodi di apprendimento, l'attuazione di programmi rilevanti e coinvolgenti, la creazione di un solido sistema di orientamento personalizzato e ben sviluppato con servizi di consulenza e di orientamento di qualità per tutti gli studenti, in particolare ai primi segni di dispersione scolastica, l'adeguata informazione degli studenti sulle future opportunità nel mercato del lavoro e sui percorsi professionali, anche nell'ambito tecnico e dell'artigianato, l'offerta di possibilità di istruzione nei settori STEM e di apprendimento duale, la garanzia di apprendistati e tirocini di qualità, nonché l'offerta di una seconda opportunità ai giovani grazie alla formazione professionale;

23.  invita gli Stati membri a pubblicare relazioni basate su informazioni e dati concreti in merito alla situazione sociale e alle condizioni di vita dei giovani, nonché a elaborare piani d'azione nazionali e ad attuarli in modo coerente;

24.  sottolinea che la promozione di opportunità maggiori ed eque per tutti i giovani, attraverso il miglioramento dell'inclusione sociale, della parità di genere e della solidarietà, nonché la lotta contro tutte le forme di discriminazione nei confronti dei giovani, in particolare sulla base del genere, della razza o dell'origine etnica e della disabilità, dovrebbe svolgere un ruolo fondamentale nel conseguimento degli obiettivi della strategia dell'UE per la gioventù;

25.  rileva la necessità di elaborare le politiche e le strategie nazionali in materia di gioventù con e per i giovani;

26.  si rallegra, in particolare, dell'utilità del quadro di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018) nel migliorare la cooperazione fra gli Stati membri e l'Unione europea e nell'offrire e sviluppare le opportunità e i vantaggi che il progetto di integrazione europea comporta per i giovani, e invita quindi la Commissione a portare avanti e a sviluppare il quadro oltre il 2018;

27.  invita gli Stati membri a predisporre le strutture educative necessarie all'integrazione dei giovani rifugiati, consentendo loro di apprendere la lingua del paese nel quale hanno ottenuto l'asilo, di portare a termine la loro formazione iniziale o di portare al livello europeo le competenze già acquisite, in modo da agevolare la loro integrazione nel mercato del lavoro e nella società europea;

28.  chiede misure mirate per i giovani che abbandonano la scuola prematuramente, i quali necessitano di orientamento, di competenze e di formazione, nonché un sistema efficace che consenta di individuare, ai primi livelli di istruzione, coloro che sono a rischio di diventare giovani che abbandonano la scuola prematuramente o NEET, affinché possano essere aiutati, già in tenera età, a evitare questo svantaggio;

29.  Incoraggia gli Stati Membri a considerare il principio della "solidarietà intergenerazionale" nell'ambito delle politiche previdenziali e a tenere conto dell'impatto che esse hanno o avranno sui giovani;

30.  saluta con favore la sua risoluzione del 12 aprile 2016 "Apprendere l'UE a scuola" e invita di conseguenza gli Stati membri a promuovere una conoscenza più ampia dell'UE mediante l'istruzione formale, non formale e informale, concentrandosi in particolare sulla cooperazione fra i soggetti che forniscono istruzione formale e non formale / informale, cosa che potrebbe riuscire con una strategia continuativa dell'UE in materia di gioventù;

31.  invita gli Stati membri a coinvolgere più strettamente le organizzazioni indipendenti nel processo di attuazione, soprattutto a livello locale, e a migliorare il coordinamento fra le procedure esistenti nella strategia post-2018 (ad esempio tramite il coinvolgimento a livello dell'UE nei comitati per il benessere dei giovani ecc.), in modo che la strategia dell'UE in materia di gioventù continui a essere utile;

32.  sottolinea la necessità di dotare i giovani di una solida conoscenza e una comprensione approfondita dell'UE, anche grazie all'apprendimento di ciò che concerne i valori fondamentali, la governance e i processi decisionali dell'UE, affinché possano impegnarsi in un riflessione critica sull'UE e diventare cittadini europei responsabili e attivi; invita la Commissione e gli Stati membri ad adoperarsi maggiormente per promuovere una dimensione UE nell'istruzione, allo scopo di preparare i discenti a vivere e lavorare in un'Unione sempre più complessa e integrata, a cui possono e devono dar forma;

Occupazione e istruzione

33.  invita gli Stati membri a utilizzare al meglio le politiche e i quadri finanziari disponibili a livello nazionale e dell'UE, al fine di promuovere investimenti adeguati a favore dei giovani e della creazione di posti di lavoro sicuri e di qualità; insiste a tutti i livelli su schemi di mobilità che conducano al miglioramento delle competenze e delle capacità dei giovani, infondano loro fiducia in se stessi e facciano sì che sviluppino curiosità e interesse verso altre forme di apprendimento e che si integrino nella società; raccomanda vivamente il riconoscimento e la valutazione di tali competenze, rafforzate grazie alla mobilità; invita l'UE e gli Stati membri a garantire che i giovani abbiano un migliore accesso alle informazioni riguardanti tutti i programmi e le iniziative di cui possono beneficiare;

34.  esorta gli Stati membri ad attuare integralmente il programma Erasmus+, in particolare la componente relativa agli apprendistati, in modo da promuovere maggiormente i percorsi formativi e professionali transfrontalieri e la mobilità lavorativa dei giovani e dotarli di capacità e competenze utili per la vita, comprese le competenze linguistiche, ampliando nel contempo le loro opportunità e possibilità di partecipare al mercato del lavoro e alla società, indipendentemente da quali siano le loro qualifiche accademiche e competenze e da quale livello di istruzione abbiano raggiunto; esprime preoccupazione per il fatto che la mobilità degli apprendisti non ha ancora raggiunto i livelli desiderati e invita la Commissione, gli Stati membri, le imprese e le scuole a trovare modalità per superare i rimanenti ostacoli alla mobilità degli apprendisti; sottolinea l'importanza di sostenere i giovani nei progetti di mobilità, tenendo conto della loro età e della loro situazione finanziaria spesso instabile, anche eliminando determinati vincoli indiretti alla mobilità, quali le difficoltà legate all'alloggio e ai trasporti;

35.  invita a migliorare le opportunità offerte agli studenti attivi nell'istruzione e formazione professionale di svolgere tirocini nei paesi vicini, nell'ottica di favorire una maggiore comprensione delle prassi lavorative e formative degli altri Stati membri, ad esempio attraverso il finanziamento dei costi di viaggio degli studenti che continuano a vivere nel paese di origine; rammenta che la mobilità nella formazione è un fattore fondamentale per l'inserimento nel mercato del lavoro e, nel contempo, per la comprensione del progetto europeo e la partecipazione allo stesso, favorite dall'esperienza diretta; insiste sull'importanza dell'attuazione di un quadro europeo per promuovere la mobilità nell'ambito degli apprendistati e della formazione professionale; invita inoltre gli Stati membri ad avvalersi di tutte le possibilità della rete EURES in modo da sostenere la mobilità lavorativa dei giovani all'interno dell'UE, compresa la mobilità nell'ambito degli apprendistati;

36.  sottolinea l'importanza di insegnare e apprendere le competenze generali di base, quali le competenze in materia di TIC, la matematica, il pensiero critico, le lingue straniere, la mobilità, ecc., che consentiranno ai giovani di adeguarsi facilmente al contesto sociale ed economico in evoluzione;

37.  invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere la formazione nel campo delle TIC, al fine di dotare tutti i giovani delle competenze informatiche utili per il mercato del lavoro, ad esempio mediante una ridistribuzione dei finanziamenti nell'ambito dell'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile;

38.  ribadisce che le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) hanno un ruolo importante da svolgere nello sviluppo personale e professionale dei giovani e riconosce le potenzialità che offrono ai giovani unendoli in risposta ai problemi sociali e consentendo loro di collegarsi al di là delle barriere geografiche, sociali, religiose, economiche e di genere; invita pertanto gli Stati membri ad adottare misure volte a garantire che tutti i giovani dispongano di competenze e capacità solide e aggiornate nell'ambito delle TIC;

39.  invita la Commissione e gli Stati membri a portare avanti programmi per i giovani e l'istruzione che diano opportunità alle giovani donne e alle ragazze e ne agevolino l'accesso ai settori tradizionalmente a prevalenza maschile, nei quali sono sottorappresentate, come l'imprenditoria, l'ambito scientifico e delle TIC, la tecnologia, l'ingegneria e la matematica (STEM);

40.  ribadisce le enormi potenzialità delle sinergie tra i settori STEM e TIC e gli ambiti dell'arte e del design nonché le industrie creative, passando dalle STEM alle STEAM (scienza, tecnologia, ingegneria, arte, matematica), e sottolinea come tali sinergie possano contribuire ad attirare un maggior numero di giovani, in particolare donne e ragazze, nei settori STEM;

41.  invita gli Stati membri a incoraggiare le donne a intraprendere percorsi formativi e professionali nei settori in cui sono sottorappresentate, quali l'ambito informatico e STEM;

42.  sottolinea la necessità di garantire che i giovani abbiano l'opportunità di conseguire almeno le competenze digitali di base e acquisiscano la conoscenza e la comprensione dei media per poter lavorare, apprendere e partecipare attivamente alla società moderna;

43.  ricorda che, anche nel caso in cui i giovani riescano a superare l'autentica sfida che rappresenta la ricerca di un lavoro, essi possono comunque non disporre di mezzi sufficienti per vivere al di sopra della soglia di povertà in numerosi Stati membri;

44.  chiede la prosecuzione dell'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile; chiede che siano apportati i successivi adeguamenti alla normativa e alle risorse da proporre per superare gli attuali impedimenti all'attuazione fino alla fine del quadro finanziario in corso;

45.  chiede un migliore coordinamento a tutti i livelli fra i programmi di istruzione e formazione e le esigenze dei mercati del lavoro in continua evoluzione; chiede che, al fine di conseguire gli obiettivi della politica di coesione economica, sociale e territoriale dell'Unione europea, e tenuto conto delle disuguaglianze persistenti fra le zone urbane, suburbane e rurali, in tutti gli istituti di insegnamento generale e professionale dell'Unione siano predisposte campagne di informazione, sensibilizzazione e valorizzazione dei programmi di mobilità; sottolinea tuttavia l'importanza di sostenere il valore della conoscenza e di cercare di fornire un'istruzione completa e solide basi accademiche; incoraggia il rafforzamento del dialogo e della cooperazione fra le imprese e le università al fine di sviluppare programmi didattici che forniscano ai giovani la corretta combinazione di competenze, conoscenze e capacità; chiede, in tale contesto, una maggiore cooperazione fra gli istituti di istruzione, le imprese (in particolare le PMI) e i servizi per l'impiego; propone che gli Stati membri si scambino vicendevolmente le migliori prassi in tal senso;

46.  sottolinea che nell'ambito dell'istruzione è essenziale adottare un approccio globale e inclusivo, in modo che tutti gli studenti si sentano accolti, inclusi e in grado di prendere decisioni in merito alla propria istruzione; ricorda che l'abbandono degli studi senza aver acquisito nessuna qualifica costituisce una delle maggiori sfide per le nostre società, poiché genera esclusione sociale, e che il contrasto di tale fenomeno è uno dei nostri grandi obiettivi; rammenta che, oltre all'adeguamento dei sistemi di formazione, occorre attuare misure specifiche rivolte a coloro che sono maggiormente in difficoltà; ricorda che i tirocini e gli apprendistati dovrebbero essere finalizzati all'occupazione e che le condizioni di lavoro e i compiti assegnati dovrebbero consentire ai tirocinanti di acquisire l'esperienza pratica e le pertinenti competenze necessarie per entrare nel mercato del lavoro; ritiene fondamentale, per combattere la disoccupazione giovanile, il coinvolgimento dei soggetti interessati pubblici e privati a livello regionale e locale nella progettazione e nell'attuazione della combinazione di politiche pertinente;

47.  invita gli Stati membri ad attuare misure per agevolare la transizione dei giovani dalla scuola al lavoro, anche mediante l'offerta di tirocini e apprendistati di qualità, la garanzia di diritti chiaramente definiti per i giovani, che comprendono l'accesso alla protezione sociale, contratti scritti e vincolanti e un'equa remunerazione, onde garantire che essi non siano discriminati nell'accesso al mercato del lavoro, nonché l'offerta di informazioni adeguate agli studenti sulle future opportunità nel mercato del lavoro;

48.  sottolinea che i tassi di disoccupazione calano vistosamente se aumenta il livello di istruzione raggiunto e che, pertanto, è necessario promuovere le opportunità di istruzione superiore per i giovani dell'UE e investire in tal senso;

49.  sottolinea, tuttavia, che l'istruzione non dovrebbe soltanto fornire le competenze e le capacità corrispondenti alle esigenze del mercato del lavoro, ma dovrebbe altresì contribuire allo sviluppo e alla crescita personale dei giovani al fine di renderli cittadini proattivi e responsabili; sottolinea, pertanto, la necessità dell'educazione civica nell'intero sistema educativo formale e non formale;

50.  invita gli Stati membri a fornire opportunità di duplice carriera per i giovani che hanno talento sportivo, in modo che possano sviluppare tale talento mentre continuano ad acquisire competenze nel corso degli studi;

51.  sottolinea la necessità di includere elementi di apprendimento imprenditoriale a tutti i livelli e in tutte le forme di istruzione e formazione, dal momento che infondere sin dall'inizio lo spirito imprenditoriale nei giovani è un modo efficace per contrastare la disoccupazione giovanile; chiede, in questo contesto, che il mondo accademico e le imprese dialoghino e collaborino attivamente per sviluppare programmi di istruzione in grado di fornire ai giovani le competenze e le capacità necessarie; evidenzia altresì la necessità di promuovere e sostenere le politiche intese a incoraggiare l'imprenditoria giovanile, in particolare in campo culturale e creativo nonché sportivo, al fine di creare posti di lavoro sicuri e di qualità e stimolare lo sviluppo sociale e la coesione delle comunità; evidenzia altresì le potenzialità offerte dal volontariato in termini di acquisizione di competenze, potenziamento dello sviluppo personale e opportunità per i giovani di scoprire la propria vocazione;

52.  rileva che l'imprenditorialità richiede lo sviluppo di competenze trasversali quali la creatività, la riflessione critica, il lavoro di squadra e lo spirito di iniziativa, che contribuiscono alla crescita personale e professionale dei giovani e ne agevolano la transizione al mercato del lavoro; ritiene pertanto che occorra agevolare e incoraggiare la partecipazione degli imprenditori al processo di istruzione;

53.  sottolinea l'importanza di investire maggiormente nelle start-up e nei giovani che si dedicano all'imprenditoria, agevolando il loro accesso al capitale iniziale e a reti di tutor d'impresa esperti;

54.  rammenta che l'occupazione e l'imprenditorialità costituiscono una delle otto priorità individuate nella strategia dell'UE per la gioventù (2010-2018); sottolinea che le attività socioeducative e l'apprendimento non formale, in particolare in seno alle associazioni di giovani imprenditori e alle organizzazioni dei giovani, che offrono l'opportunità ai giovani di sviluppare progetti innovativi, di sperimentare la vita aziendale e di acquisire gli strumenti e la fiducia necessaria per intraprendere attività, svolgono un ruolo vitale nello sviluppo delle potenzialità creative e innovative dei giovani, anche per quanto concerne lo spirito d'impresa e le competenze imprenditoriali e civiche; sottolinea la necessità di creare un ambiente favorevole all'imprenditorialità e alla creazione di start-up innovative a beneficio dell'occupazione dei giovani in Europa; evidenzia che occorre rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono ai giovani di sviluppare le loro idee, potenzialità e attitudini;

55.  raccomanda di prestare maggiore attenzione all'imprenditoria nella strategia dell'UE per la gioventù, quale elemento chiave per il rilancio della crescita economica; osserva che nel 2014 solo un giovane europeo su cinque desiderava avviare un'impresa propria, continuando a ritenere l'idea di difficile realizzazione; è favorevole a conferire priorità allo sviluppo di una cultura imprenditoriale a un'età precoce, a norme flessibili in materia di lavoro che consentano di conciliare lavoro e studio, all'istruzione duale e all'accesso al finanziamento;

56.  ricorda che le industrie creative figurano tra i settori maggiormente caratterizzati dallo spirito imprenditoriale e da una rapida crescita e che l'educazione creativa consente di sviluppare competenze trasferibili quali il pensiero creativo, la capacità di risolvere problemi, il lavoro di squadra e l'ingegnosità; riconosce che i settori artistici e dei media attirano particolarmente i giovani;

57.  sottolinea l'importanza dell'imprenditoria sociale quale motore per l'innovazione, lo sviluppo sociale e l'occupazione e invita, pertanto, l'UE e gli Stati membri a promuoverla più efficacemente e a rafforzarne il ruolo;

58.  esorta gli Stati membri ad adottare misure intese a incentivare l'imprenditorialità, creando un ambiente più favorevole agli imprenditori e alle start-up ai fini dell'avvio di nuove imprese, fra cui figurino programmi e provvedimenti per agevolare l'erogazione di credito da parte delle banche, un quadro normativo semplificato nonché agevolazioni fiscali e misure che consentano ai giovani di portare avanti le proprie idee imprenditoriali; sostiene l'adozione di metodi formativi che incoraggiano una mentalità imprenditoriale e creativa, nonché l'assunzione di laureati come giovani imprenditori;

59.  sottolinea che, affinché gli Stati membri possano contrastare la disoccupazione giovanile, occorre che il personale preposto all'orientamento professionale abbia una formazione valida, sia ben informato sulle opportunità di istruzione a livello universitario e professionale e sia aggiornato circa l'attuale situazione del mercato del lavoro, le prospettive di sviluppo negli Stati membri e i nuovi settori delle loro economie;

60.  incoraggia gli Stati membri ad aiutare i giovani a iniziare la propria vita indipendente e formare la propria famiglia con il sostegno di indennità di alloggio, regimi preferenziali e riduzioni di imposta sul reddito delle persone fisiche, come pure a offrire prestiti agevolati agli studenti;

61.  sottolinea l'importanza del riconoscimento reciproco e della convalida di competenze, capacità e conoscenze acquisite attraverso l'apprendimento informale, non formale e permanente, dal momento che tale convalida è fondamentale per rendere visibile e valorizzare la diversità e la ricchezza dell'apprendimento delle persone, in particolare di quelle che hanno meno opportunità; segnala che la convalida delle competenze contribuisce a potenziare l'accesso all'istruzione formale e a offrire nuove opportunità professionali mentre, al contempo, rafforza l'autostima e la motivazione a imparare, come pure lo sviluppo di valori, attitudini e competenze per i giovani, nonché l'apprendimento in materia di cittadinanza e partecipazione democratica a tutti i livelli; esorta gli Stati membri ad adoperarsi maggiormente per istituire meccanismi di convalida globali entro il 2018, come richiesto nella raccomandazione del Consiglio del 20 dicembre 2012 sulla convalida dell'apprendimento non formale e informale, in stretta collaborazione con tutti i principali soggetti interessati, tra cui le organizzazioni giovanili;

62.  evidenzia l'importanza dell'apprendimento formale, informale e non formale, anche nell'ambito di attività associative, ai fini dello sviluppo dei valori, delle attitudini e delle competenze dei giovani nonché dell'apprendimento relativo alla cittadinanza e alla partecipazione democratica; richiama l'attenzione sulla varietà di opportunità e modelli di formazione disponibili negli Stati membri e, in particolare, sui sistemi d'istruzione duale, che possono agevolare la transizione dall'istruzione e dalla formazione alla carriera professionale; sostiene l'attuazione dell'apprendimento permanente; invita la Commissione e gli Stati membri ad adoperarsi per il riconoscimento coerente e valido, in tutta l'Europa, delle capacità e competenze acquisite mediante l'apprendimento formale, informale e non formale e dei tirocini, nell'ottica di colmare le lacune e gli squilibri individuati nel mercato del lavoro europeo in termini di competenze, come pure a sostenere tali attività nel quadro dei pertinenti programmi dell'UE; chiede inoltre che nel campo dell'istruzione e formazione professionale sia dato più rilievo alle lingue, specialmente quelle dei paesi vicini, al fine di rafforzare la posizione degli studenti interessati e la loro occupabilità nel mercato del lavoro transfrontaliero;

63.  rileva che, a causa dell'ondata di digitalizzazione in corso e delle nuove tendenze del mercato del lavoro, un numero sempre crescente di giovani si confronta con nuove forme di occupazione, in equilibrio tra flessibilità e sicurezza; sottolinea l'importanza di un'adeguata formazione dei giovani che enfatizzi il ruolo dei meccanismi di protezione sociale nello sviluppo della carriera;

64.  ritiene che gli interventi precoci e le politiche proattive del mercato del lavoro rappresentino un cambiamento di rotta, dal trattamento dei sintomi della povertà multigenerazionale all'individuazione e alla gestione dei rischi in giovane età, in modo da prevenire la disoccupazione e facilitare la reintegrazione; richiama l'attenzione, in particolare, sulla situazione delle persone più emarginate e maggiormente esposte al rischio di disoccupazione;

65.  sottolinea l'importanza di programmi aperti e di facile accesso per il lavoro con i giovani provenienti da ambienti con meno stimoli;

66.  sottolinea l'importanza, ai fini dell'apprendimento permanente e del miglioramento delle opportunità di istruzione e occupazione per i giovani, di garantire il riconoscimento transfrontaliero reciproco e la compatibilità di tutte le qualifiche e i titoli accademici, in modo da rafforzare il sistema di certificazione della qualità; invita ad ampliare e valutare costantemente il reciproco riconoscimento transfrontaliero delle qualifiche e dei titoli accademici, nonché ad adeguarlo continuamente rispetto ai requisiti di formazione in costante evoluzione, e osserva che tale riconoscimento dovrebbe essere assicurato a livello europeo e in tutti i paesi che hanno aderito allo Spazio europeo dell'istruzione superiore, nonché in quelli elencati nel Quadro europeo delle qualifiche;

67.  sottolinea, in tale contesto, l'importante ruolo dell'apprendimento non formale e informale, nonché della partecipazione ad attività sportive e di volontariato, nel promuovere lo sviluppo di competenze e capacità civiche, sociali e interculturali; evidenzia che alcuni paesi hanno realizzato progressi importanti nell'elaborazione del quadro normativo pertinente, mentre altri hanno difficoltà a definire strategie di convalida globali; sottolinea, pertanto, la necessità di sviluppare strategie globali per consentire la convalida;

68.  sottolinea l'importanza di affrontare le carenze e gli squilibri tra domanda e offerta di competenze, promuovendo e agevolando la mobilità dei discenti e del personale docente attraverso un migliore utilizzo di tutti gli strumenti e i programmi a livello di UE; rammenta che la mobilità nella formazione è un punto di forza essenziale per l'inserimento nel mercato del lavoro; evidenzia la necessità di attuare misure volte a garantire il coordinamento, la complementarietà e la coerenza tra i fondi strutturali a favore della mobilità, ad esempio il Fondo sociale europeo (FSE), e altri programmi come Erasmus+; sottolinea, a tale proposito, l'importante ruolo dei programmi di mobilità come Erasmus+ nel promuovere lo sviluppo delle competenze e delle capacità orizzontali e gli scambi interculturali tra i giovani; accoglie con favore la trasformazione dell'attuale sito web EU Skills Panorama (Panorama UE delle competenze);

69.  pone in risalto la necessità di potenziare il ruolo svolto dal programma Erasmus per giovani imprenditori ai fini della creazione di un'occupazione di qualità di lungo termine; è del parere che la mobilità professionale sia necessaria per sfruttare le potenzialità dei giovani; osserva che attualmente nell'UE si registrano 217,7 milioni di occupati, di cui 7,5 milioni (3,1 %) che lavorano in un altro Stato membro; rileva inoltre che, in base ai sondaggi dell'UE, i giovani sono più propensi alla mobilità e a portare a casa le nuove competenze e qualifiche;

70.  invita la Commissione a potenziare e a sostenere la mobilità degli studenti nel settore dell'istruzione e della formazione professionale, promuovendo il programma Erasmus per gli apprendisti;

71.  invita gli Stati membri a sfruttare appieno le opportunità offerte dall'attuale riforma della rete EURES per sostenere la mobilità lavorativa dei giovani all'interno dell'UE, compresa la mobilità nell'ambito degli apprendistati e dei tirocini; invita gli Stati membri ad aggiornare periodicamente gli avvisi dei posti vacanti e i curriculum vitae; invita la Commissione a migliorare il sistema utilizzato da EURES per l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, onde garantire che i giovani ricevano offerte d'impiego adeguate e di elevata qualità, in linea con i loro curriculum vitae;

72.  incoraggia gli Stati membri a istituire sistemi duali di istruzione e formazione professionale di qualità, in coordinamento con gli attori economici locali e regionali, ricorrendo allo scambio di migliori pratiche e in linea con le specificità di ciascun sistema d'istruzione, allo scopo di superare la mancata corrispondenza, attuale e futura, tra la domanda e l'offerta di competenze;

73.  invita gli Stati membri e la Commissione a istituire borse di studio innovative e flessibili per coltivare le abilità artistiche e sportive nel campo della cultura, dell'istruzione e della formazione; sostiene gli Stati membri che si adoperano per introdurre programmi di borse di studio per gli studenti con abilità comprovate negli studi e in ambito sportivo e artistico;

74.  segnala che l'abbandono scolastico precoce e l'interruzione degli studi senza il conseguimento di un titolo costituiscono sfide importanti per le nostre società, poiché generano precarietà ed esclusione sociale, e che il contrasto di tali fenomeni deve essere uno dei nostri grandi obiettivi; rammenta che la mobilità, l'adeguamento dei sistemi di istruzione e l'attuazione di misure personalizzate possono offrire soluzioni a favore delle persone più svantaggiate allo scopo di ridurre il tasso di abbandono dell'istruzione e della formazione;

75.  sottolinea la necessità di introdurre un contratto per studenti che consenta agli studenti universitari e a quelli impegnati nella formazione professionale di conciliare lo studio e il lavoro, possibilmente in imprese attinenti al loro ambito formativo, con la garanzia di terminare gli studi iniziati;

76.  evidenzia la necessità di proseguire gli sforzi per ridurre l'abbandono scolastico precoce e favorire l'istruzione dei giovani svantaggiati;

77.  constata che, nonostante sia diminuita nella maggior parte degli Stati membri in seguito al picco raggiunto nel 2013, la disoccupazione giovanile continua a destare seria preoccupazione nell'UE, dato che circa 8 milioni di giovani europei non riescono a trovare lavoro e che resta alta la percentuale dei disoccupati di lungo periodo e di coloro che sono costretti ad accettare un impiego a tempo parziale o che sono impiegati come tirocinanti;

Risorse finanziarie

78.  sottolinea l'importanza degli investimenti strategici, anche mediante i Fondi strutturali e d'investimento europei, in particolare il Fondo sociale europeo, per lo sviluppo regionale, la competitività e la creazione di contratti di tirocinio e apprendistato, nonché di posti di lavoro sostenibili di elevata qualità; prende atto della necessità di rivolgere una particolare attenzione ai giovani che sono esclusi dal mondo del lavoro e dai percorsi di apprendimento e formazione, i cosiddetti NEET;

79.  constata che l'avvio del periodo di programmazione 2014-2020 ha richiesto alcuni mesi e che una prima valutazione delle politiche dell'Unione in tale periodo, in particolare delle politiche per i giovani, non può rappresentare pienamente il loro reale impatto;

80.  sottolinea che durante il precedente periodo di programmazione la Corte dei conti ha stimato che il tasso di errore per le operazioni nell'ambito del programma di apprendimento permanente (PAP) e del programma Gioventù in azione (GiA) fosse superiore al 4 %; si attende che la Commissione abbia fatto fronte a tali errori nell'attuazione del programma Erasmus+;

81.  prende atto del fatto che nel 2013 il tasso di esecuzione del bilancio per i programmi del periodo 2007-2013, in particolare il PAP e i programmi Cultura, MEDIA e GiA, è stato del 100 %; ritiene tuttavia che il tasso di esecuzione non sia, di per sé, un indicatore significativo dell'efficacia dei programmi ai fini della valutazione del loro successo;

82.  esprime preoccupazione per il fatto che alla fine del 2013 la mancata corrispondenza tra gli stanziamenti di impegno e gli stanziamenti di pagamento adottati ha comportato una penuria di pagamenti (per il programma Erasmus+, ad esempio, pari a 202 milioni di EUR), con ripercussioni negative sull'esercizio successivo; chiede alla Commissione di garantire che tale situazione non si ripeta nel contesto dei nuovi programmi;

83.  ricorda che la riluttanza dei giovani ad avviare imprese contribuisce anch'essa al tasso ridotto di crescita economica in Europa e ritiene pertanto necessario sostenere i giovani nell'avvio di un'attività propria;

84.  si compiace del fatto che oltre 12,4 miliardi di EUR a titolo del Fondo sociale europeo (FSE) e dell'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile (IOG) siano stati destinati alla lotta contro la disoccupazione giovanile durante il nuovo periodo di programmazione;

85.  rileva con soddisfazione che 110 300 giovani disoccupati hanno partecipato ad azioni finanziate a titolo dell'IOG nel 2014; si compiace del fatto che i capi di Stato e di governo dell'UE abbiano deciso di assegnare per la garanzia per i giovani 6,4 miliardi di EUR in fondi dell'Unione (3,2 miliardi di EUR a titolo del FSE e 3,2 miliardi di EUR a valere su una nuova linea di bilancio); sottolinea, tuttavia, che in alcuni Stati membri permangono difficoltà nell'attuazione della garanzia per i giovani e dell'IOG;

86.  chiede all'UE e agli Stati Membri di rafforzare le misure per garantire che gli apprendistati ed i tirocini non sostituiscano posizioni professionali, non siano utilizzati come fonti di lavoro precario e che al contempo vengano assicurate tutte le necessarie e correlate tutele lavorative, comprese quelle retributive e finanziarie;

87.  chiede misure mirate e semplificate per rafforzare la capacità degli Stati membri di sfruttare le fonti di finanziamento disponibili mediante i Fondi strutturali europei, il Fondo sociale europeo, il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo europeo di coesione, il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile, le iniziative "Gioventù in movimento" e "Il tuo primo lavoro EURES", Orizzonte 2020 e i programmi e le azioni in materia di cittadinanza;

88.  invita la Commissione e gli Stati membri a semplificare le procedure amministrative legate alla concessione di risorse finanziarie alle organizzazioni dei giovani, le quali non dispongono spesso delle capacità per gestire procedure complicate al momento di richiedere il sostegno dei vari programmi dell'Unione;

89.  incoraggia gli Stati membri a sfruttare al massimo il programma Erasmus+, rivolgendosi in modo più mirato a tutte le persone di qualsiasi livello di istruzione, allo scopo di migliorare le prospettive occupazionali dei giovani e promuovere i percorsi professionali transfrontalieri e un'equa mobilità lavorativa; sostiene l'apprendimento interculturale, la cittadinanza europea e l'educazione dei giovani in tema di democrazia e valori, e invita pertanto la Commissione a identificare ed eliminare, in fase di revisione intermedia, gli ostacoli alla procedura di finanziamento che rendono difficoltoso il conseguimento di tali obiettivi, affinché Erasmus+ possa rivelarsi uno strumento più efficace in tale contesto;

90.  si compiace del fatto che il programma Erasmus abbia oltrepassato l'obiettivo di tre milioni di studenti; prende atto del costante successo di cui gode tale programma di punta dell'Unione sin dalla sua istituzione e reputa importante che esso continui a ricevere sostegno;

91.  si rammarica degli ampi divari tra gli Stati membri in relazione al numero di studenti Erasmus inviati e ricevuti; raccomanda campagne informative più energiche e una semplificazione delle norme;

92.  ricorda agli Stati membri che dovrebbero impegnarsi ad aumentare i fondi nazionali a integrazione degli stanziamenti previsti a titolo del FSE e dell'IOG, allo scopo di garantire il necessario rilancio dell'occupazione giovanile; ritiene necessario, inoltre, che gli strumenti utilizzati e i contributi elargiti possano consentire una vita dignitosa; chiede quindi che si valutino i livelli dei contributi in rapporto al costo reale della vita per paese membro;

93.  esorta gli Stati membri ad adottare le misure necessarie per attuare il sistema di garanzia per i giovani; chiede un impegno politico costante nei confronti della garanzia per i giovani in qualità di riforma strutturale e a lungo termine che assicuri un'integrazione sostenibile nel mercato del lavoro attraverso un'offerta di qualità;

94.  sollecita gli Stati membri a dare piena attuazione alla garanzia per i giovani, sulla base di una solida cooperazione fra le autorità nazionali, regionali e locali, i sistemi di istruzione e i servizi per l'impiego; segnala che la garanzia per i giovani dovrebbe essere pienamente integrata nei piani nazionali per l'occupazione e nella pianificazione delle politiche giovanili e dell'istruzione, oltre che essere ampiamente pubblicizzata a tutti i giovani; ricorda che il coinvolgimento delle organizzazioni giovanili nella pubblicizzazione, nonché nella valutazione e nell'attuazione dello strumento della garanzia per i giovani è di fondamentale importanza per il suo successo;

95.  rammenta che le condizioni del mercato del lavoro incontrate dai giovani variano tra donne e uomini, a seconda delle loro circostanze socioeconomiche e della loro età; invita la Commissione e gli Stati membri a tener conto di tali considerazioni socioeconomiche e di genere nell'elaborazione e nell'attuazione delle politiche per i giovani e il mercato del lavoro, come la garanzia per i giovani;

96.  ritiene che i livelli particolarmente elevati di insicurezza lavorativa tra i giovani, insieme all'invecchiamento della popolazione europea, rappresentino una grande sfida per la sostenibilità, la sufficienza e l'adeguatezza dei sistemi pensionistici e compromettano gravemente la solidarietà intergenerazionale; chiede pertanto alla Commissione e agli Stati membri di adottare tutte le misure necessarie per evitare gli abusi quantomeno nell'ambito delle sovvenzioni previste dal sistema di garanzia per i giovani e di favorire, almeno per quanto riguarda i contratti stipulati nel quadro della garanzia per i giovani, i contratti che consentono ai giovani di versare contributi ai sistemi nazionali di previdenza sociale;

97.  sollecita gli Stati membri ad attuare pienamente la garanzia per i giovani e a monitorarne l'efficacia, avvalendosi di tutte le risorse finanziarie offerte loro dall'UE per l'attuazione di misure volte a promuovere l'occupazione giovanile, mediante l'integrazione dei giovani nel mercato del lavoro, compresi i giovani con disabilità, con un impiego, un apprendistato o un tirocinio entro quattro mesi dalla fine degli studi o dalla perdita di un'occupazione, nonché, ad esempio, attraverso la creazione di sistemi di orientamento professionale su misura per tutto l'arco della vita, di uffici di registrazione, punti informativi e metodi di raccolta dei dati, come pure incentivando la registrazione dei disoccupati allo scopo di disporre di un quadro reale della situazione della disoccupazione giovanile e migliorare i servizi offerti dai centri per l'impiego ai giovani in cerca di occupazione;

98.  esorta gli Stati membri ad affrontare senza indugio i fattori fondamentali per l'attuazione efficace della garanzia europea per i giovani, quali la qualità e la sostenibilità delle offerte lavorative, il prosieguo dell'istruzione e della formazione, l'inclusione sociale, le sinergie con altri settori politici (in relazione ai sistemi di istruzione, al mercato del lavoro, ai servizi sociali e ai giovani) e la cooperazione tra tutti i soggetti interessati, allo scopo di integrare i giovani nel mercato del lavoro, ridurre i tassi di disoccupazione giovanile e conseguire un impatto positivo a lungo termine per quanto riguarda la prevenzione dell'esclusione sociale e lavorativa dei giovani in transizione dalla scuola al mercato del lavoro;

99.  chiede che l'attenzione dedicata dalla garanzia europea per i giovani all'istruzione e alla formazione dei giovani disoccupati non qualificati o scarsamente qualificati sia estesa anche ai giovani laureati e a coloro che hanno completato la formazione professionale, come pure che si innalzi il limite di età previsto dalla garanzia per i giovani da 25 a 29 anni, in modo da riflettere il fatto che molti laureati e persone in cerca del primo impiego hanno poco meno di 30 anni;

100.  invita gli Stati membri e le regioni a procedere agli scambi di buone prassi e ad apprendere gli uni dagli altri; ricorda l'importanza di realizzare una valutazione della messa in atto dell'iniziativa per l'occupazione giovanile da parte degli Stati membri nel 2014 e nel 2015; evidenzia che è importante valutare l'efficacia della garanzia per i giovani nel medio termine, incentrandosi sui risultati conseguiti nel consentire ai giovani di acquisire competenze e trovare un'occupazione, come pure portare avanti tale iniziativa; sottolinea, inoltre, che il coinvolgimento delle organizzazioni giovanili nella valutazione e nell'attuazione della garanzia per i giovani è fondamentale per la sua buona riuscita;

101.  attende la presentazione, alla fine dell'anno da parte della Commissione, della relazione globale sull'attuazione della garanzia per i giovani;

102.  osserva che la relazione della Corte dei conti sul tema "La garanzia per i giovani nell'UE – Attuazione negli Stati membri", la cui presentazione è prevista all'inizio del 2017, fornirà una valutazione più chiara dei risultati del programma. ritiene che la relazione debba includere, fra l'altro, un'analisi dell'efficienza e dei risultati a lungo termine;

103.  ricorda alla Commissione l'importanza di garantire che i giovani siano ben informati in merito ai programmi disponibili e alle possibilità di partecipazione e che le informazioni relative ai programmi siano di alta qualità, con indicatori misurabili (ad esempio l'intervento e il grado di partecipazione del gruppo di destinatari);

104.  esorta la Commissione e gli Stati membri ad attuare politiche economiche espansive, con maggiori margini di flessibilità sugli investimenti pubblici per istruzione, formazione e apprendistati di qualità;

105.  esorta gli Stati membri ad aumentare gli investimenti e a non ridurre le dotazioni finanziarie nazionali a favore delle politiche giovanili, delle arti, della cultura, dell'istruzione, dell'assistenza sanitaria e dei servizi sociali; invita altresì gli Stati membri a far convogliare gli investimenti in un'istruzione inclusiva che risponda alle sfide sociali riscontrate nel garantire pari accesso e opportunità per tutti, anche ai giovani provenienti da ambienti socio-economici diversi e ai gruppi vulnerabili e svantaggiati;

106.  raccomanda che l'imprenditoria giovanile sia inclusa nel QFP e che gli Stati membri lavorino all'elaborazione di strategie nazionali volte a creare sinergie tra Erasmus+, il FSE, l'IOG ed Erasmus per giovani imprenditori, e invita la Commissione a fornire agli Stati membri orientamenti chiari per la valutazione d'impatto;

107.  chiede alla Commissione di sviluppare un sistema di monitoraggio onnicomprensivo dei programmi per i giovani, che combini fra loro indicatori per i risultati attesi, esiti concreti ed effetti a lungo termine;

108.  sottolinea la necessità di concentrarsi sull'efficacia e sui risultati e si compiace del fatto che il nuovo quadro normativo relativo ai Fondi strutturali e d'investimento europei (Fondi SIE) per il periodo di programmazione 2014-2020 includa disposizioni che prevedono la rendicontazione dei risultati da parte degli Stati membri;

109.  ricorda che il 68 % della dotazione del FSE è destinato a progetti in cui i giovani potrebbero rappresentare uno dei gruppi obiettivo;

110.  evidenzia la necessità di promuovere sussidi per gli alloggi, in modo da rispondere alle esigenze degli studenti che non sono in grado di seguire corsi di formazione professionale o intraprendere studi universitari nella loro città di residenza o in una città a meno di 50 km di distanza;

Partecipazione ai processi decisionali

111.  invita a rafforzare i partenariati fra le organizzazioni giovanili e le autorità pubbliche, nell'ottica di aumentare le opportunità di partecipazione per i giovani e le organizzazioni giovanili ai processi di elaborazione delle politiche; attribuisce una particolare importanza al ruolo svolto dalle organizzazioni giovanili, artistiche e sportive nello sviluppare le abilità partecipative dei giovani e migliorare la qualità dei processi decisionali, soprattutto alla luce del contributo apportato dai giovani alla società e delle soluzioni da loro offerte alle sfide contemporanee della società europea; evidenzia il ruolo unico svolto dalle organizzazioni giovanili nello sviluppo di un senso di cittadinanza attorno alla pratica dei valori e dei processi democratici;

112.  pone l'accento sul valore delle organizzazioni giovanili in quanto sedi di apprendimento della cittadinanza, di educazione ai valori democratici, nonché di sviluppo di competenze e abilità, e ne riconosce il contributo ai fini del miglioramento della partecipazione giovanile ai processi democratici;

113.  sottolinea l'importanza fondamentale dell'apprendimento informale e non formale, delle arti, dello sport, del volontariato e delle attività sociali nell'incoraggiare la partecipazione giovanile e nel promuovere la coesione sociale, quali strumenti che possono esercitare un'influenza enorme sulle comunità locali e contribuire ad affrontare molte delle sfide sociali;

114.  invita gli Stati membri a rispettare rigorosamente i principi di inclusività nelle attività socioeducative, con particolare riguardo per i giovani con disabilità;

115.  sottolinea la necessità di portare avanti un'intensa sensibilizzazione per quanto concerne la cittadinanza, l'alfabetizzazione mediatica e digitale, il pensiero critico e la comprensione interculturale, avvalendosi di un ampio spettro di strumenti vicini ai giovani (ad esempio le reti sociali); sottolinea che questi programmi e l'istruzione contribuiscono notevolmente a evitare la radicalizzazione dei giovani;

116.  invita la Commissione e gli Stati Membri a tener conto delle nuove forme di partecipazione economica giovanile, come la scelta, sempre più diffusa tra i giovani, di utilizzare strumenti della "sharing economy";

117.  sottolinea la necessità di sostenere le attività di volontariato politico, sociale, culturale e sportivo dei giovani a livello locale, regionale e nazionale, riconoscendone maggiormente il valore come forma importante di apprendimento non formale che contribuisce allo sviluppo di competenze chiave nella vita, nonché alla promozione di valori come la cooperazione, la solidarietà, l'uguaglianza e la giustizia; evidenzia tuttavia che la disponibilità dei giovani a impegnarsi in attività di volontariato non può essere considerata, in ultima analisi, una possibile sostituzione a buon mercato di servizi di cui gli Stati membri dovrebbero farsi carico; chiede il riconoscimento delle attività di volontariato e la loro piena approvazione o convalida;

118.  invita gli Stati membri a promuovere la partecipazione democratica dei giovani studenti e ad aiutare i giovani in ambito educativo a partecipare alla propria istruzione e a contribuirvi attraverso l'adesione a organizzazioni studentesche;

119.  sottolinea che una migliore comprensione dei valori dell'UE, del funzionamento dell'Unione e della diversità europea sono fondamentali per promuovere la partecipazione alla democrazia e incoraggiare la cittadinanza attiva fra i giovani;

120.  chiede alla Commissione di trarre il massimo vantaggio dai nuovi strumenti digitali e sfruttare appieno le possibilità offerte dai media sociali nell'istruzione e nella formazione, di offrire una formazione sui media di elevata qualità che incoraggi lo sviluppo dell'alfabetizzazione mediatica e del pensiero critico, nonché di promuovere e incoraggiare la partecipazione dei giovani ai processi decisionali e alla vita civica, culturale e sociale della società, onde aumentare l'occupabilità e rafforzare lo spirito imprenditoriale, l'innovazione e la cultura; riconosce inoltre le potenzialità offerte dagli strumenti digitali come mezzi efficaci per combattere il bullismo, l'incitamento all'odio e la radicalizzazione;

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121.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché ai governi degli Stati membri.

(1) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 50.
(2) GU C 417 del 15.12.2015, pag. 1.
(3) GU C 183 del 14.6.2014, pag. 5.
(4) GU C 120 del 26.4.2013, pag. 1.
(5) EUCO 37/13.
(6) GU C 311 del 19.12.2009, pag. 1.
(7) GU C 119 del 28.5.2009, pag. 2.
(8) Testi approvati, P8_TA(2016)0107.
(9) GU C 93 del 9.3.2016, pag. 61.
(10) GU C 161 E del 31.5.2011, pag. 21.
(11) Testi approvati, P8_TA(2016)0106.
(12) Testi approvati, P8_TA(2015)0292.
(13) GU C 346 del 21.9.2016, pag. 2.
(14) Testi approvati, P8_TA(2016)0005.

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