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Testi approvati
Mercoledì 26 ottobre 2016 - Strasburgo
Decisione di non sollevare obiezioni a un atto delegato: norme tecniche di regolamentazione sulle tecniche di attuazione dei rischi per taluni contratti derivati OTC
 Bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2017 – Tutte le sezioni
 Revisione intermedia del QFP
 Mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione: domanda EGF/2016/003 EE/petroleum and chemicals)
 Accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici ***II
 Misure di protezione contro gli organismi nocivi per le piante ***II
 Semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: attuazione delle priorità per il 2016
 Acidi grassi trans

Decisione di non sollevare obiezioni a un atto delegato: norme tecniche di regolamentazione sulle tecniche di attuazione dei rischi per taluni contratti derivati OTC
PDF 245kWORD 49k
Decisione del Parlamento europeo di non sollevare obiezioni al regolamento delegato della Commissione del 4 ottobre 2016 che integra il regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio sugli strumenti derivati OTC, le controparti centrali e i repertori di dati sulle negoziazioni per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione sulle tecniche di attenuazione dei rischi per i contratti derivati OTC non compensati mediante controparte centrale (C(2016)06329 – 2016/2930(DEA))
P8_TA(2016)0410B8-1124/2016

Il Parlamento europeo,

–  visto il regolamento delegato della Commissione (C(2016)06329),

–  vista la lettera in data 4 ottobre 2016 della Commissione con cui quest'ultima chiede al Parlamento di dichiarare che non solleverà obiezioni al regolamento delegato,

–  vista la lettera in data 13 ottobre 2016 della commissione per i problemi economici e monetari al presidente della Conferenza dei presidenti di commissione,

–  visto l'articolo 290 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–  visto il regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 luglio 2012, sugli strumenti derivati OTC, le controparti centrali e i repertori di dati sulle negoziazioni(1) (regolamento sulle infrastrutture del mercato europeo, EMIR), in particolare l'articolo 11, paragrafo 15,

–  visto l'articolo 13 del regolamento (UE) n. 1093/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, che istituisce l'Autorità europea di vigilanza (Autorità bancaria europea), modifica la decisione n. 716/2009/CE e abroga la decisione 2009/78/CE della Commissione(2), del regolamento (UE) n. 1094/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, che istituisce l'Autorità europea di vigilanza (Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali), modifica la decisione n. 716/2009/CE e abroga la decisione 2009/79/CE della Commissione(3), nonché del regolamento (UE) n. 1095/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, che istituisce l'Autorità europea di vigilanza (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati), modifica la decisione n. 716/2009/CE e abroga la decisione 2009/77/CE della Commissione(4),

–  viste le norme tecniche di regolamentazione presentate l'8 marzo 2016 dalle Autorità europee di vigilanza (AEV, ossia l'Autorità bancaria europea, l'Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali e l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati) a norma dell'articolo 11, paragrafo 15, del regolamento (UE) n. 648/2012,

–  vista la raccomandazione di decisione della commissione per i problemi economici e monetari,

–  visto l'articolo 105, paragrafo 6, del suo regolamento,

–  visto che non è stata sollevata alcuna obiezione nel termine previsto all'articolo 105, paragrafo 6, terzo e quarto trattino, del suo regolamento, che è scaduto il 25 ottobre 2016,

A.  considerando che il regolamento EMIR fissa obblighi di compensazione e di gestione del rischio bilaterale per i contratti derivati over-the-counter (OTC), obblighi di segnalazione per i contratti derivati e obblighi uniformi per l'esercizio delle attività delle controparti centrali (CCP) e dei repertori di dati sulle negoziazioni;

B.  considerando che l'articolo 11, paragrafo 15, del regolamento EMIR stabilisce che le AEV elaborano progetti di norme tecniche di regolamentazione comuni per specificare le procedure di gestione del rischio, fra cui le diposizioni relative al livello e alla tipologia di garanzie e alla segregazione, richieste ai fini della conformità al disposto dell'articolo 11, paragrafo 3, del regolamento EMIR, come pure le procedure che le controparti e le autorità competenti interessate devono seguire nell'applicare le esenzioni di cui all'articolo 11, paragrafi da 6 a 10, del regolamento EMIR, nonché i criteri applicabili di cui all'articolo 11, paragrafi da 5 a 10, del regolamento EMIR, fra cui le fattispecie da considerare impedimento di diritto o di fatto al rapido trasferimento dei fondi propri o al rimborso di passività tra le controparti;

C.  considerando che l'articolo 11, paragrafo 15, del regolamento EMIR conferisce alla Commissione il potere di adottare tali norme tecniche di regolamentazione, in funzione della natura giuridica della controparte, conformemente agli articoli da 10 a 14 del regolamento (UE) n. 1093/2010 (regolamento ABE), del regolamento (UE) n. 1094/2010 (regolamento EIOPA) o del regolamento (UE) n. 1095/2010 (regolamento ESMA);

D.  considerando che nel settembre 2013 il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (CBVB) e l'Organizzazione internazionale delle commissioni sui valori mobiliari (IOSCO) hanno pubblicato il loro quadro comune globale che definisce i requisiti di margine dei derivati non compensati a livello centrale, rivisto nel marzo 2015;

E.  considerando che le AEV hanno presentato alla Commissione il progetto di norme tecniche di regolamentazione l'8 marzo 2016;

F.  considerando che il 28 luglio 2016 la Commissione ha notificato alle AEV la sua intenzione di approvare il progetto di norme tecniche di regolamentazione dopo l'introduzione di alcune modifiche a norma dell'articolo 10, paragrafo 1, dei regolamenti ABE, EIOPA ed ESMA;

G.  considerando che l'8 settembre 2016 le AEV hanno presentato alla Commissione un parere formale a norma dell'articolo 10, paragrafo 1, dei regolamenti ABE, EIOPA ed ESMA, e il progetto di norme tecniche di regolamentazione rivisto;

H.  considerando che il 4 ottobre 2016 la Commissione ha adottato il regolamento delegato;

I.  considerando che tale regolamento delegato può entrare in vigore solo alla fine del tempo di esame da parte del Parlamento e del Consiglio solo se né il Parlamento né il Consiglio hanno sollevato obiezioni o se, prima della scadenza di tale termine, sia il Parlamento che il Consiglio hanno informato la Commissione che non intendono sollevare obiezioni;

J.  considerando che il periodo di esame previsto dall'articolo 13, paragrafo 1, dei regolamenti ABE, EIOPA ed ESMA consiste in tre mesi dalla data di notifica delle norme tecniche di regolamentazione; che il suddetto periodo di esame scadrà pertanto il 4 gennaio 2017;

K.  considerando che il calendario per l'attuazione dei requisiti di margine dei derivati non compensati a livello centrale è stato concordato a livello internazionale (CBVB e IOSCO); che l'Unione, pur non avendo rispettato la data concordata del 1° settembre 2016 per la prima fase dell'attuazione, ha ancora tempo per completare la sua normativa per la seconda scadenza del 1° marzo 2017, quando un gran numero di controparti finanziarie e di gruppi non finanziari dovrebbe iniziare lo scambio dei margini;

L.  considerando che sarebbe opportuno dichiarare senza indugio di non sollevare obiezioni in modo da consentire all'Unione di adempiere ai propri obblighi internazionali e da permettere alle controparti di prepararsi ai nuovi requisiti con sufficiente anticipo; che tale approccio contribuirà a fornire quanto prima la certezza giuridica agli operatori del mercato sia nell'Unione che nei paesi terzi;

1.  dichiara di non sollevare obiezioni al regolamento delegato;

2.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente decisione al Consiglio e alla Commissione.

(1) GU L 201 del 27.7.2012, pag. 1.
(2) GU L 331 del 15.12.2010, pag. 12.
(3) GU L 331 del 15.12.2010, pag. 48.
(4) GU L 331 del 15.12.2010, pag. 84.


Bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2017 – Tutte le sezioni
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Risoluzione del Parlamento europeo del 26 ottobre 2016 concernente la posizione del Consiglio sul progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2017 (11900/2016 – C8-0373/2016 – 2016/2047(BUD))
P8_TA(2016)0411A8-0287/2016

Il Parlamento europeo,

–  visto l'articolo 314 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–  visto l'articolo 106 bis del trattato che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica,

–  vista la decisione 2014/335/UE, Euratom del Consiglio, del 26 maggio 2014, relativa al sistema delle risorse proprie dell'Unione europea(1),

–  visto il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione e che abroga il regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio(2),

–  visto il regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio, del 2 dicembre 2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020(3) (regolamento QFP),

–  visto l'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria(4) (AII),

–  vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sul riesame/revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale 2014-2020 (COM(2016)0603),

–  vista la sua risoluzione del 9 marzo 2016 sugli orientamenti generali per l'elaborazione del bilancio 2017, sezione III – Commissione(5),

–  vista la sua risoluzione del 14 aprile 2016 sullo stato di previsione delle entrate e delle spese del Parlamento europeo per l'esercizio 2017(6),

–  vista la sua risoluzione del 6 luglio 2016 sulla preparazione della revisione post-elettorale del QFP 2014-2020: il contributo del Parlamento in vista della proposta della Commissione(7),

–  visto il progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2017 adottato dalla Commissione il 18 luglio 2016 (COM(2016)0300),

–  vista la posizione del Consiglio sul progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2017, adottata il 12 settembre 2016 e comunicata al Parlamento europeo il 14 settembre 2016 (11900/2016 – C8-0373/2016),

–  visto l'articolo 88 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per i bilanci e i pareri delle altre commissioni interessate (A8-0287/2016),

A.  considerando che, in una congiuntura caratterizzata da scarsità di risorse, è opportuno annettere maggiore importanza alla necessità di attenersi alla disciplina di bilancio e di utilizzare le risorse finanziarie in maniera efficiente ed efficace;

B.  considerando che il dialogo tra il Parlamento e la Commissione, di cui all'articolo 318 TFUE, dovrebbe promuovere una cultura del rendimento all'interno della Commissione, tale da includere maggiore trasparenza e obbligo di rendiconto;

Sezione III

Quadro generale

1.  sottolinea che il bilancio 2017 deve essere considerato nel più ampio contesto della revisione intermedia del Quadro finanziario pluriennale (QFP); evidenzia la necessità di garantire l'equilibrio fra le priorità a lungo termine e le nuove sfide e sottolinea pertanto che il bilancio 2017 deve essere in linea con gli obiettivi della strategia Europa 2020, che rappresenta il suo principale orientamento e la sua priorità generale;

2.  ribadisce la ferma convinzione che, in particolare nella situazione attuale, iniziative quali la sospensione dei fondi SIE da parte della Commissione, come previsto dall'articolo 23, paragrafo 15, del regolamento (UE) n. 1303/2013 (regolamento recante disposizioni comuni)(8), non sono solo ingiuste e sproporzionate, ma anche politicamente insostenibili;

3.  sottolinea che la lettura del bilancio 2017 da parte del Parlamento rispecchia pienamente le priorità politiche approvate a larga maggioranza con le summenzionate risoluzioni del 9 marzo 2016 sugli orientamenti generali e del 6 luglio 2016 sulla preparazione della revisione post-elettorale del QFP 2014-2020: il contributo del Parlamento in vista della proposta della Commissione;

4.  sottolinea che la pace e la stabilità sono valori fondamentali che devono essere difesi dall'Unione; ritiene che l'Accordo del Venerdì santo, che si è dimostrato essenziale per la pace e la riconciliazione nell'Irlanda del Nord, deve essere tutelato; sottolinea la necessità di adottare misure specifiche per garantire il sostegno alle regioni che saranno particolarmente colpite in caso di un recesso negoziato dall'Unione a seguito della richiesta di attivazione dell'articolo 50 TUE da parte del Regno Unito, conformemente alla volontà espressa dai suoi cittadini;

5.  sottolinea che l'Unione fa attualmente fronte a una serie di emergenze gravi e nuove sfide che non erano prevedibili al momento dell'elaborazione del QFP 2014-2020; è convito che nel bilancio dell'Unione si debbano stanziare maggiori risorse finanziarie per far fronte alle sfide politiche e per consentire all'Unione di agire e di rispondere in modo efficace a tali crisi, affrontandole con la massima urgenza e priorità; ritiene che sia necessario un impegno politico forte per assicurare la disponibilità di stanziamenti supplementari a tale scopo nel 2017 e fino al termine del periodo di programmazione;

6.  sottolinea la necessità che il bilancio 2017 soddisfi il fabbisogno legato alla sfida migratoria e alla lenta crescita dell'economia dovuta alla crisi economica; rileva che occorre aumentare i finanziamenti per i progetti infrastrutturali e di ricerca come pure per la lotta alla disoccupazione giovanile;

7.  ricorda, pur avendo immediatamente approvato i finanziamenti supplementari necessari per far fronte alle attuali sfide migratoria e dei rifugiati, continuando nel contempo a sostenere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, di aver sempre sottolineato che tale questione non deve prevalere su altre importanti politiche dell'Unione, in particolare per quanto riguarda la creazione di posti di lavoro dignitosi e di qualità nonché lo sviluppo di imprese e di imprenditorialità per promuovere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; constata che il massimale della rubrica 3 è ampiamente insufficiente a garantire finanziamenti adeguati per la dimensione interna delle attuali sfide migratoria e dei rifugiati e sottolinea la necessità di adottare un approccio globale e basato sui diritti umani, che stabilisca un collegamento tra migrazione e sviluppo e garantisca l'integrazione dei lavoratori migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati, nonché per programmi prioritari, come ad esempio quelli in ambito culturale; sottolinea che, per assicurare i necessari finanziamenti supplementari in questo settore, nel progetto di bilancio 2017 (PB) la Commissione ha proposto un ricorso senza precedenti agli strumenti speciali del QFP, incluso il pieno utilizzo dello strumento di flessibilità, come pure una consistente mobilitazione "in ultima istanza" del margine per imprevisti, e che tale proposta è stata accolta dal Consiglio;

8.  ribadisce la sua posizione secondo cui le richieste di finanziamenti aggiuntivi per far fronte all'attuale sfida migratoria e dei rifugiati non dovrebbero pregiudicare l'azione esterna dell'Unione, compresa la sua politica di sviluppo; ribadisce che la creazione dello Strumento per i rifugiati in Turchia, dei fondi fiduciari e di altri strumenti ad hoc non può essere finanziata decurtando la dotazione di altri strumenti esistenti; esprime preoccupazione per il fatto che la creazione di strumenti ad hoc al di fuori del bilancio dell'Unione potrebbe compromettere la sua unità ed eludere la procedura di bilancio che prevede la partecipazione e il controllo del Parlamento europeo; manifesta seri dubbi circa l'adeguatezza del massimale della rubrica 4 (Europa globale) per garantire una risposta sostenibile ed efficace alle attuali sfide esterne, incluse le sfide migratoria e dei rifugiati;

9.  ribadisce la convinzione che il bilancio dell'Unione dovrebbe individuare modalità di finanziamento per le nuove iniziative che non pregiudichino i programmi e le politiche dell'Unione già esistenti e chiede che vengano individuate modalità sostenibili per finanziare nuove iniziative; è preoccupato per il fatto che la dotazione dell'azione preparatoria per la ricerca nel settore della difesa, che ammonterà a 80 milioni di EUR nei prossimi tre anni, sarà notevolmente ridotta nell'attuale QFP; è convinto che, con un bilancio dell'Unione già sottofinanziato, gli sforzi aggiuntivi per le operazioni, le spese amministrative, le azioni preparatorie e i progetti pilota relativi alla politica di sicurezza e di difesa comune richiedano risorse finanziarie supplementari da parte degli Stati membri; ritiene che, a tale riguardo, gli Stati membri dovrebbero cogliere l'occasione del riesame/della revisione intermedia dell'attuale QFP; sottolinea la necessità di chiarire il finanziamento a lungo termine per la ricerca nel settore della difesa comune;

10.  ricorda che l'Unione ha ratificato l'accordo COP21 e deve destinare una parte delle sue risorse finanziarie al rispetto degli impegni internazionali assunti; rileva che, secondo lo stato di previsione per l'esercizio 2017, il bilancio dovrebbe destinare a tal fine il 19,2 % della spesa; incoraggia vivamente la Commissione a proseguire su questa strada, in modo da applicare l'obiettivo del 20 % in linea con l'impegno dalla Commissione a integrare l'azione per il clima nell'attuale QFP;

11.  invita la Commissione a presentare, nel quadro del bilancio 2017 e con stanziamenti adeguati, un'iniziativa volta a fornire buoni di trasporto pubblico a giovani europei selezionati sulla base di un concorso; ritiene che un obiettivo chiave di una tale iniziativa sarebbe quello di valutare la fattibilità e l'impatto potenziale di un sistema più generalizzato a favore, in particolare, della mobilità dei giovani, della sensibilizzazione di questi ultimi e della promozione delle pari opportunità;

12.  ripristina tutti gli importi ridotti dal Consiglio nel PB; non riesce a comprendere la logica dei tagli proposti e contesta l'intenzione dichiarata dal Consiglio di ricreare margini artificiali in alcune rubriche come la sottorubrica 1a (Competitività per la crescita e l'occupazione) e la rubrica 4 (Europa globale), in particolare considerando che i margini sarebbero comunque troppo limitati per reagire a circostanze o a crisi impreviste;

13.  constata che la lettura del Consiglio non è riuscita a prevedere l'effettiva esecuzione del bilancio dell'Unione negli ultimi cinque anni e che, tenendo conto di tutti i bilanci rettificativi, in ciascun bilancio definitivo sono stati necessari consistenti fondi supplementari; chiede pertanto al Consiglio di adeguare la sua posizione in sede di comitato di conciliazione, al fine di prevedere fin dall'inizio finanziamenti sufficienti per il bilancio 2017;

14.  comunica la propria intenzione, ai fini di una sufficiente copertura di questo fabbisogno urgente e considerando l'estrema esiguità dei margini del QFP nel 2017, di finanziare gli aumenti rispetto al PB mediante il pieno utilizzo di tutti i margini disponibili e un maggiore ricorso al margine per imprevisti;

15.  compensa integralmente tutti i tagli connessi al Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) nell'ambito del Meccanismo per collegare l'Europa (MCE) e di Orizzonte 2020 per un importo totale di 1 240 milioni di EUR in impegni per il 2017 mediante nuovi stanziamenti da ottenere in sede di revisione intermedia del QFP; sottolinea la necessità di dare una risposta efficace alla disoccupazione giovanile in tutta l'Unione; aumenta pertanto la dotazione dell'Iniziativa per l'occupazione giovanile (IOG) di 1 500 milioni di EUR in stanziamenti d'impegno per consentirne il proseguimento; ritiene che i fondi aggiuntivi adeguati per questi importanti programmi dell'Unione dovrebbero essere decisi in sede di revisione intermedia del QFP;

16.  si attende che il Consiglio condivida questo approccio e che si possa giungere facilmente a un accordo in sede di conciliazione, che consenta all'Unione di essere all'altezza della situazione e di far fronte in modo efficace alle sfide future;

17.  fissa il livello complessivo degli stanziamenti per il 2017 a 160,7 miliardi di EUR in stanziamenti d'impegno e a 136,8 miliardi di EUR in stanziamenti di pagamento;

Sottorubrica 1a – Competitività per la crescita e l'occupazione

18.  constata che la lettura del Consiglio ha inciso ancora una volta pesantemente sulla sottorubrica 1a, la quale è interessata dal 52 % dei tagli complessivi apportati dal Consiglio agli impegni; si chiede pertanto in che modo questa lettura rispecchi la priorità politica del Consiglio riguardante l'occupazione e la crescita;

19.  disapprova fermamente questi tagli in una rubrica che simboleggia il valore aggiunto europeo e crea maggiore crescita e occupazione per i cittadini; decide pertanto di ripristinare tutti gli importi ridotti dal Consiglio;

20.  decide, rispettando l'impegno assunto nel giugno 2015 di ridurre al minimo l'impatto finanziario della creazione del FEIS su Orizzonte 2020 e sul MCE nel quadro della procedura di bilancio annuale, di ripristinare integralmente il profilo iniziale delle linee relative a Orizzonte 2020 e al MCE, quale previsto prima della riassegnazione di stanziamenti destinata ad alimentare il fondo di garanzia del FEIS; sottolinea l'importanza di Orizzonte 2020, il maggiore programma di ricerca e innovazione dell'Unione, che trasforma grandi idee in prodotti e servizi promuovendo in tal modo la crescita e l'occupazione; chiede l'iscrizione in bilancio dei corrispondenti stanziamenti d'impegno supplementari, pari a 1,24 miliardi di EUR in più rispetto al PB; si attende che in sede di revisione intermedia del QFP si raggiunga un accordo globale su tale questione urgente; sottolinea che il FEIS dovrebbe essere migliorato onde garantirne la piena efficienza ed efficacia, garantendo il rispetto del principio di addizionalità, migliorando gli equilibri geografico e settoriale e aumentando la trasparenza del processo decisionale;

21.  decide, in linea con le sue costanti priorità dell'occupazione e della crescita e dopo un'attenta valutazione della loro capacità di assorbimento finora, di proporre di incrementare oltre il livello del PB gli stanziamenti a favore dei programmi COSME, Progress, Marie Curie, Consiglio europeo della ricerca, Eures ed Erasmus+; osserva che tali aumenti possono essere finanziati all'interno del margine disponibile in questa sottorubrica;

22.  aumenta, di conseguenza, di 45 milioni di EUR il livello degli stanziamenti d'impegno per la sottorubrica 1a rispetto al PB (esclusi il FEIS, i progetti pilota e le azioni preparatorie);

Sottorubrica 1b – Coesione economica, sociale e territoriale

23.  sottolinea che circa un terzo del bilancio annuale dell'Unione è destinato alla coesione economica, sociale e territoriale; evidenzia che la politica di coesione rappresenta la principale politica d'investimento dell'Unione nonché uno strumento per ridurre le disparità tra tutte le regioni dell'Unione e che essa svolge un ruolo importante per l'attuazione della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;

24.  respinge i tagli proposti dal Consiglio di 3 milioni di EUR in impegni e, soprattutto, di 199 milioni di EUR in pagamenti all'interno della sottorubrica 1b, comprese le linee di sostegno; invita il Consiglio a spiegare in che modo i tagli in questione sono compatibili con l'obiettivo di "prevedere gli stanziamenti necessari per consentire l'agevole attuazione dei nuovi programmi nel quarto anno del quadro finanziario pluriennale 2014-2020"; ricorda che il livello dei pagamenti proposto dalla Commissione per questa rubrica è già ridotto del 23,5 % rispetto al bilancio 2016; sottolinea, a tale riguardo, che non possono essere giustificati né accettati altri tagli dei pagamenti;

25.  chiede una valutazione d'impatto delle politiche dell'Unione basata sulle relazioni di valutazione d'impatto, al fine di determinare in quale misura tali politiche sono riuscite, tra l'altro, a ridurre le disparità economiche, a sviluppare economie regionali competitive e diversificate, nonché a promuovere la crescita sostenibile e l'occupazione;

26.  è allarmato per i forti ritardi nell'attuazione del ciclo dei Fondi strutturali e di investimento europei, che pregiudicheranno probabilmente il tempestivo conseguimento di risultati sul terreno e rischiano anche di causare la ricostituzione di un nuovo arretrato di impegni residui nella seconda metà dell'attuale QFP; esorta gli Stati membri interessati a designare senza indugio le autorità di gestione, di pagamento e di certificazione restanti e ad affrontare tutte le altre cause all'origine dei ritardi nell'attuazione dei programmi; prende atto delle proposte della Commissione relative a una maggiore semplificazione in questo settore e ritiene che gli Stati membri debbano compiere urgentemente ogni sforzo necessario per garantire che i programmi diventino pienamente operativi; chiede di conseguenza maggiori sinergie e una maggiore complementarità tra le politiche di investimento nei bilanci degli Stati membri e nel bilancio dell'Unione e quelle intese a promuovere la crescita e la creazione di occupazione sostenibile, che rappresentano il fondamento dell'Unione;

27.  prende atto della proposta della Commissione sull'istituzione del Programma di sostegno alle riforme strutturali, con una dotazione finanziaria di 142 800 000 EUR, e sottolinea che questi fondi dovrebbero essere assegnati con lo scopo di rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale;

28.  si rammarica che la Commissione non abbia proposto stanziamenti d'impegno a favore dell'IOG nel 2017 in considerazione dell'anticipo dei relativi stanziamenti negli esercizi 2014-2015; ribadisce il proprio fermo sostegno al proseguimento dell'IOG; decide, come primo passo e in linea con il regolamento sul Fondo sociale europeo(9) che prevede la possibilità di proseguire il finanziamento, di aumentare la dotazione dell'IOG di 1 500 milioni di EUR in stanziamenti d'impegno e di 500 milioni di EUR in stanziamenti di pagamento, per dare una risposta efficace alla disoccupazione giovanile, basandosi sui risultati della valutazione dell'attuazione dell'IOG effettuata dalla Commissione; osserva che, in linea con le proprie richieste, si dovrebbe giungere a un accordo globale sugli stanziamenti aggiuntivi adeguati per l'IOG per la parte restante del periodo di programmazione in occasione della prossima revisione intermedia del QFP; esorta gli Stati membri a fare tutto il possibile per accelerare l'attuazione dell'Iniziativa sul terreno, a diretto vantaggio dei giovani europei;

29.  decide di ripristinare il livello del PB per le linee interessate dai tagli del Consiglio sia per quanto riguarda gli impegni che i pagamenti; aumenta gli stanziamenti d'impegno per la sottorubrica 1b di 1 500 milioni di EUR e gli stanziamenti di pagamento di 500 milioni di EUR oltre il livello del PB per l’IOG e incrementa la dotazione del Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) di 4 milioni di EUR in stanziamenti d'impegno e di 2 milioni di EUR in stanziamenti di pagamento, superando in tal modo l'attuale massimale per gli impegni di 1,57 miliardi EUR;

30.  sottolinea che la sottorubrica 1b contiene la quota più consistente di impegni ancora da liquidare (RAL), che si attestava a 151 119 milioni di EUR all'inizio del settembre 2016 e che rischia di pregiudicare l'attuazione di nuovi programmi;

31.  sottolinea l'importante contributo della politica di coesione per quanto attiene all'applicazione effettiva, nella procedura di bilancio, della prospettiva di genere; invita la Commissione a sostenere misure intese a introdurre strumenti appropriati per realizzare l'uguaglianza di genere, quali strutture di incentivazione che facciano ricorso ai Fondi strutturali per promuovere il bilancio di genere a livello nazionale.

Rubrica 2 – Crescita sostenibile: risorse naturali

32.  constata che il Consiglio ha ridotto gli stanziamenti nella rubrica 2 di 179,5 milioni di EUR in impegni e di 198 milioni di EUR in pagamenti per le linee di supporto amministrativo, le linee di assistenza tecnica operativa (come il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e il programma LIFE), le linee operative nell'ambito del Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAG), che è essenziale per preservare l'agricoltura in territori vitali, e le agenzie decentrate; constata che i tagli più consistenti dei pagamenti riguardano lo sviluppo rurale; ritiene che la lettera rettificativa dovrebbe confermarsi la base per una revisione attendibile degli stanziamenti del Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA); ripristina di conseguenza gli importi del PB;

33.  ritiene che il bilancio dell'Unione europea debba privilegiare le iniziative che facilitano una reale ecologizzazione dell'economia;

34.  anticipa la presentazione della lettera rettificativa per il pacchetto di misure di sostegno urgenti, in particolare per il settore lattiero-caseario, e decide di esprimere un forte sostegno a favore del settore agricolo dell'Unione; aumenta pertanto gli stanziamenti di 600 milioni di EUR oltre il PB, per far fronte all'impatto della crisi del settore lattiero-caseario e agli effetti dell'embargo russo su tale settore;

35.  valuta positivamente gli stanziamenti per la ricerca e l'innovazione in campo agricolo a titolo di Orizzonte 2020, per garantire approvvigionamenti sufficienti di prodotti alimentari sicuri e di elevata qualità e di altri bioprodotti; sottolinea la necessità di dare priorità ai progetti che coinvolgono i produttori primari;

36.  ribadisce che gli stanziamenti a titolo della PAC non dovrebbero essere utilizzati per sostenere la riproduzione o l'allevamento di tori impiegati in combattimenti letali; esorta la Commissione a presentare senza ulteriore indugio le modifiche legislative necessarie per dare attuazione a tale richiesta, già formulata nel quadro del bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2016;

37.  sottolinea che l'attuazione della nuova politica comune della pesca comporta un cambiamento di paradigma nella gestione della pesca, sia per gli Stati membri che per i pescatori, e ricorda, a tale proposito, le difficoltà registrate negli esercizi precedenti in cui gli stanziamenti sono stati ridotti;

38.  si rammarica, tuttavia, in tale contesto, e pur accogliendo con favore l'aumento di 30,9 milioni di EUR in stanziamenti d'impegno nel PB per il programma LIFE, che anche quest'anno tale programma, con una dotazione complessiva di 493,7 milioni di EUR, rappresenti soltanto lo 0,3 % dell'intero PB;

39.  evidenzia i precedenti problemi causati dalla mancanza di stanziamenti di pagamento per il programma LIFE, che hanno ostacolato e ritardato la corretta applicazione dello stesso;

40.  decide, in linea con gli obiettivi della strategia Europa 2020 e con i propri impegni internazionali di affrontare il cambiamento climatico, di proporre un aumento oltre il livello del PB per il programma LIFE+;

41.  aumenta pertanto gli stanziamenti d'impegno di 619,8 milioni di EUR e gli stanziamenti di pagamento di 611,3 milioni di EUR (inclusi i progetti pilota e le azioni preparatorie), lasciando un margine di 19,4 milioni di EUR al di sotto del massimale per gli impegni nella rubrica 2;

Rubrica 3 – Sicurezza e cittadinanza

42.  sottolinea che il Parlamento continua ad accordare la massima priorità alla questione della migrazione nella propria agenda; accoglie con favore la proposta della Commissione di stanziare un importo supplementare di 1,8 miliardi di EUR, oltre all'importo inizialmente programmato per il 2017, per affrontare la sfida migratoria nell'Unione; rileva che la forte variazione rispetto alla programmazione iniziale giustifica un adeguamento al rialzo dei massimali della rubrica 3; sottolinea che la Commissione propone di finanziare tali aumenti soprattutto attraverso la mobilitazione dello strumento di flessibilità (per un importo di 530 milioni di EUR, esaurendo completamente i fondi disponibili per l'esercizio in corso) e del margine per imprevisti (per un importo di 1 160 milioni di EUR); non richiede ulteriori aumenti per le politiche relative alla migrazione in considerazione del livello senza precedenti dei finanziamenti per le spese in tale ambito (per un totale di 5,2 miliardi di EUR nel 2017 nelle rubriche 3 e 4 e la mobilitazione del Fondo europeo di sviluppo) e delle proposte relative all'applicazione della flessibilità; intende opporsi, al tempo stesso, a qualsiasi tentativo di ridurre i finanziamenti per le azioni dell'Unione in questo settore;

43.  ribadisce che la flessibilità di bilancio ha i suoi limiti e può rappresentare soltanto una soluzione a breve termine; è fermamente convinto che una risposta lungimirante e coraggiosa a queste sfide migratoria e dei rifugiati a lungo termine, che colpiscono l'intero continente e non sembrano volersi allentare, richieda un adeguamento al rialzo del massimale della rubrica 3; ritiene che tutte le recenti decisioni di bilancio intese a garantire stanziamenti aggiuntivi in questo settore abbiano di fatto dimostrato la necessità di rivedere il massimale;

44.  accoglie positivamente, nel contesto delle attuali sfide migratoria e della sicurezza, l'aumento dei fondi destinati al Fondo asilo, migrazione e integrazione (AMIF) (1,6 miliardi di EUR) e al Fondo Sicurezza interna (ISF) (0,7 miliardi di EUR); ritiene che l'aumento della dotazione dell'AMIF rafforzi la necessità di garantire una distribuzione equa e trasparente dei finanziamenti annuali tra i diversi programmi e obiettivi del fondo e una maggiore trasparenza sulle modalità di impiego di tali risorse finanziarie;

45.  osserva che il 15 marzo 2016 è stato adottato un nuovo Strumento per il sostegno di emergenza, con una dotazione indicativa di 700 milioni di EUR su un triennio (2016-2018), che ha già conseguito risultati immediati sul terreno sotto forma di misure di sostegno di emergenza in risposta al fabbisogno umanitario di un elevato numero di rifugiati e migranti che arrivano negli Stati membri; ribadisce, tuttavia, la posizione secondo cui, in futuro, occorrerà prevedere un quadro giuridico e di bilancio più sostenibile, in modo da consentire la mobilitazione degli aiuti umanitari all'interno dell'Unione; sottolinea la necessità di tenere un dialogo regolare con la Commissione sul funzionamento e finanziamento, attuale e futuro, di tale strumento, basato sulla piena trasparenza dell'informazione e su relazioni di valutazione d'impatto;

46.  chiede finanziamenti per potenziare il personale di Europol, in considerazione dei crescenti livelli di minaccia in molti Stati membri e delle sfide parallele poste dalla gestione della migrazione, dalla lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata e dalla necessità di una risposta coordinata a livello europeo, allo scopo di creare una cellula antiterrorismo attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7, che fornisca alle autorità competenti degli Stati membri soluzioni di intelligence; ritiene che tale aumento sia previsto anche per intensificare la lotta alla tratta di esseri umani (con un'attenzione particolare per i minori non accompagnati) e la lotta alla criminalità informatica (nuovo personale per l'EC 3), nonché per potenziare le risorse umane presso i punti di crisi (hotspot) in Italia e in Grecia; ricorda che attualmente Europol dispone solamente di 3 membri del personale da assegnare a 8 hotspot permanenti e ad altri hotspot non permanenti nella sola Italia; ritiene che questo numero sia insufficiente per permettere a Europol di svolgere i suoi compiti nel settore della lotta alla tratta di esseri umani, al terrorismo e ad altre forme gravi di criminalità transfrontaliera;

47.  accoglie positivamente la creazione di una nuova linea di bilancio destinata alle vittime del terrorismo; sostiene lo stanziamento di risorse per rispondere alle principali esigenze delle vittime, comprese le cure fisiche, i servizi psicosociali e il sostegno finanziario; ritiene che troppo spesso, nelle proposte di misure per contrastare la minaccia terroristica, le esigenze delle vittime innocenti del terrorismo sono ignorate o considerate secondarie;

48.  critica aspramente i tagli apportati dal Consiglio a numerosi programmi nei settori della cultura, dei media, della cittadinanza, dei diritti fondamentali e della sanità pubblica, per un totale di 24,3 milioni di EUR in stanziamenti d'impegno; ritiene che il Consiglio invii un segnale negativo tagliando i fondi dei programmi culturali per far fronte alle attuali sfide migratoria e dei rifugiati; deplora che molti di questi tagli sembrano essere stati applicati in maniera arbitraria e senza tener conto di tassi di esecuzione eccellenti; è del parere che anche tagli molto contenuti rischino di pregiudicare il conseguimento degli obiettivi dei programmi e un'agevole attuazione delle azioni dell'Unione; ripristina pertanto tutti gli importi ridotti, riportandoli al livello del PB;

49.  insiste sulla necessità di aumentare i finanziamenti per una serie di azioni nell'ambito dei programmi Europa creativa ed Europa per i cittadini, che sono sottofinanziate da tempo; è fermamente convinto che questi programmi siano quanto mai importanti, sia per promuovere il contributo dei settori culturali e creativi alla creazione di posti di lavoro e alla crescita, sia per incoraggiare la partecipazione attiva dei cittadini all'elaborazione e all'attuazione delle politiche dell'Unione; non riesce a comprendere in che modo il Consiglio possa giustificare la riduzione dei finanziamenti per le PMI nei settori culturali e creativi visto che lo Strumento di garanzia per i settori culturali e creativi, per il quale i finanziamenti sono già stati posticipati, è stato appena creato nel giugno 2016 e costituisce un eccellente esempio di soluzione innovativa per ovviare a una grave lacuna di mercato, creando capacità e offrendo una protezione contro il rischio di credito agli intermediari finanziari che concedono prestiti nei settori culturali e creativi;

50.  sottolinea che i programmi dell'Unione nel campo della cultura, dell'istruzione, della gioventù e della cittadinanza presentano un chiaro valore aggiunto europeo, elementi complementari e sinergie con le politiche di integrazione dei migranti e dei rifugiati; invita pertanto le istituzioni dell'Unione a rispondere incrementando adeguatamente gli stanziamenti per i programmi a gestione diretta, come Europa creativa, nonché per le pertinenti linee di bilancio nei fondi strutturali e di investimento;

51.  osserva che devono essere previste le necessarie garanzie di bilancio per le attività preparatorie per l'attuazione dell'Anno europeo del patrimonio culturale nel 2018;

52.  ricorda che il meccanismo di protezione civile dell'Unione rappresenta uno dei pilastri della solidarietà europea; sottolinea che l'Unione svolge una "funzione catalizzatrice" nel sostenere, coordinare o completare le azioni degli Stati membri in materia di prevenzione delle catastrofi nonché di preparazione e risposta alle stesse; prende atto del leggero aumento degli impegni per tale programma;

53.  accoglie con favore la creazione di una linea di bilancio per il Fondo europeo per la ricerca e il soccorso, inteso a finanziare le attività di ricerca e soccorso svolte dagli Stati membri e coordinate a livello di Unione, in particolare nel Mediterraneo; è del parere che la creazione di un fondo specifico costituisca una soluzione più adeguata rispetto al costante aumento del bilancio di Frontex o della Guardia di frontiera e costiera europea, creata recentemente;

54.  accoglie positivamente la creazione di una linea di bilancio destinata a sostenere l'Iniziativa dei cittadini europei (ICE), uno strumento creato recentemente con lo scopo di coinvolgere i cittadini nel processo decisionale dell'Unione e di approfondire la democrazia europea; ritiene che il livello degli stanziamenti d'impegno proposti nel PB sia troppo basso; decide di aumentare la dotazione di questa linea di bilancio;

55.  si compiace dell'aumento dei finanziamenti destinati alla comunicazione delle rappresentanze della Commissione, ai Dialoghi dei cittadini e alle azioni di partenariato, con stanziamenti per il 2017 pari a 17,036 milioni di EUR in stanziamenti d'impegno e a 14,6 milioni di EUR in stanziamenti di pagamento, poiché si tratta di iniziative volte a raggiungere i cittadini europei, conquistarne la fiducia e favorire la loro comprensione della politica a livello di Unione e dei settori d'azione dell'Unione;

56.  sottolinea la necessità di fornire alla segreteria comune del registro per la trasparenza mezzi amministrativi e finanziari sufficienti e adeguati per l'adempimento dei suoi compiti, in seguito all'adozione del nuovo accordo interistituzionale sul registro per la trasparenza.

57.  constata che gli importi iscritti nella sua lettura (inclusi i progetti pilota e le azioni preparatorie) superano il massimale della rubrica 3 di 71,28 milioni di EUR in impegni e che gli stanziamenti di pagamento aumentano nel contempo di 1 857,7 milioni di EUR; propone, vista l'assenza di un margine già a livello del PB, di finanziare questi aumenti al di sotto del massimale, mobilitando al contempo il margine per imprevisti per una serie di voci di spesa essenziali connesse alla migrazione;

Rubrica 4 – Europa globale

58.  osserva che, alla luce delle attuali sfide migratoria e dei rifugiati, l'azione esterna dell'Unione è confrontata a un costante aumento del fabbisogno finanziario, che supera di gran lunga l'attuale volume della rubrica 4; esprime pertanto seri dubbi circa l'adeguatezza dei massimali della rubrica 4 per garantire fondi idonei per la dimensione esterna delle sfide migratoria e dei rifugiati; deplora che, per finanziare nuove iniziative come lo Strumento per i rifugiati in Turchia, la Commissione abbia scelto di ridurre nel PB la dotazione di altri programmi come lo Strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI) e lo Strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace (IcSP); sottolinea che ciò non deve avvenire a discapito delle politiche in altri ambiti; decide pertanto di attenuare sostanzialmente il trasferimento di ingenti risorse finanziarie da due strumenti, tra l'altro, affrontano le cause profonde dei flussi migratori; rammenta che la riduzione della povertà deve restare l'obiettivo primario della politica di sviluppo dell'Unione, si rammarica del fatto che gli stanziamenti per gli aiuti umanitari e per la sezione dello Strumento europeo di vicinato (ENI) relativa al Mediterraneo siano inferiori a quelli approvati nel bilancio 2016, nonostante la loro ovvia importanza per far fronte al grande numero di sfide esterne; deplora i tagli ingiustificati apportati dal Consiglio;

59.  decide pertanto di ripristinare tutti gli importi ridotti dal Consiglio nella rubrica 4; decide altresì di riportare ai livelli del 2016 le linee inerenti alla sezione dell'ENI relativa al Mediterraneo e agli aiuti umanitari; decide inoltre di attenuare i tagli apportati dalla Commissione al DCI e all'IcSP; considera indispensabile mantenere il ruolo chiave dell'Unione e il livello di sostegno finanziario per il processo di pace in Medio Oriente, l'Autorità palestinese e l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi (UNRWA), come pure le linee inerenti al partenariato orientale nell'ambito dell'ENI; sottolinea l'importanza dello Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR);

60.  decide di potenziare l'assistenza macrofinanziaria che era stata sostanzialmente ridotta rispetto al 2016; è del parere che sia necessario un livello di finanziamenti più elevato di quello proposto per garantire che tutte le future richieste di prestiti possano essere soddisfatte;

61.  accorda pieno sostegno allo Strumento per i rifugiati in Turchia e propone di anticipare al 2016 una parte del contributo a titolo del bilancio dell'Unione previsto per il 2017, in considerazione del buon tasso di esecuzione e dei consistenti margini ancora disponibili nel bilancio 2017; chiede pertanto di aumentare di 400 milioni di EUR la dotazione dell'IPA II mediante un bilancio rettificativo per il 2016 e di mobilitare di conseguenza il margine per imprevisti; iscrive lo stesso importo in riserva nel bilancio 2017 in attesa di un accordo di ampia portata su un finanziamento alternativo dello Strumento per i rifugiati in Turchia, che allenterebbe la pressione senza precedenti esercitata su altri strumenti di finanziamento esterni;

62.  prende atto con preoccupazione del fatto che, nonostante la loro attualità e la loro entità significativa, i fondi fiduciari dell'UE e lo Strumento per i rifugiati in Turchia sono praticamente invisibili nel bilancio dell'Unione; chiede che essi siano incorporati nel bilancio in un modo più trasparente e più rispettoso dell'unità del bilancio dell'Unione e delle prerogative dell'autorità di bilancio e crea nuove linee di bilancio a tal fine; invita altresì la Commissione a dimostrare che l'uso degli strumenti finanziari nell'ambito dei fondi fiduciari non comporta la sottrazione di stanziamenti agli obiettivi iniziali previsti dalle rispettive basi giuridiche; osserva che, come è noto, l'obiettivo di far leva su contributi nazionali oltre al bilancio dell'Unione è rimasto finora lettera morta; sottolinea a tale riguardo che, in caso di future richieste di un contributo del bilancio dell'Unione ai fondi fiduciari, il Parlamento darà la propria approvazione solamente quando sarà stato fornito un contributo equivalente da parte degli Stati membri; invita, pertanto, gli Stati membri a tener fede quanto prima agli impegni assunti;

63.  rileva che, in base alla relazione della Commissione sulle garanzie coperte dal bilancio generale (COM(2016)0576), il Fondo di garanzia per le azioni esterne, che copre le inadempienze sui prestiti concessi e le garanzie sui prestiti concesse agli Stati membri o per progetti in paesi terzi, presenta un fabbisogno finanziario supplementare al fine di raggiungere l'importo previsto, il che ha comportato di conseguenza l'iscrizione nel PB di una dotazione di 228,04 milioni di EUR; teme che tale fabbisogno accresca ulteriormente la pressione sui margini già alquanto esigui della rubrica 4;

64.  accoglie con soddisfazione le proposte di bilancio della Commissione relative al nuovo quadro di partenariato per la migrazione e al piano per gli investimenti esterni; esprime preoccupazione, tuttavia, per la creazione di nuovi potenziali "satelliti" al di fuori del bilancio dell'Unione; ribadisce la necessità di mantenere il pieno controllo parlamentare su tale bilancio; insiste fermamente sulla necessità di rispettare il principio di unità del bilancio; è convinto che le nuove priorità non debbano essere finanziate a discapito dei progetti esistenti dell'Unione; ritiene che occorra prevedere maggiore flessibilità onde garantire un quadro ambizioso per promuovere gli investimenti in Africa e nel vicinato dell'Unione, dotato di nuovi stanziamenti adeguati;

65.  ribadisce la richiesta di trasferire, senza effetti sul bilancio, la linea dei rappresentati speciali dell'UE dal bilancio per la PESC alla dotazione amministrativa del SEAE, onde consolidare ulteriormente le attività diplomatiche dell'Unione;

66.  incrementa pertanto, rispetto al PB, il livello degli stanziamenti d'impegno per la rubrica 4 di 499,67 milioni di EUR in stanziamenti d'impegno e di 493,2 milioni di EUR in stanziamenti di pagamento (esclusi i progetti pilota e le azioni preparatorie e incluso il trasferimento dei rappresentanti speciali dell'UE al bilancio del SEAE);

67.  reputa necessario incrementare gli stanziamenti alla linea di bilancio relativa alla comunità turco-cipriota (+ 3 milioni di EUR), al fine di contribuire in misura decisiva al proseguimento e all'intensificazione della missione del Comitato per le persone scomparse a Cipro e di sostenere la Commissione tecnica sul patrimonio culturale delle due comunità (TCCH), promuovendo in tal modo la fiducia e la riconciliazione tra di esse;

Rubrica 5 – Amministrazione; altre rubriche – spese amministrative e di sostegno alla ricerca

68.  ritiene che i tagli apportati dal Consiglio siano ingiustificati e dannosi e ripristina il PB per tutte le spese amministrative della Commissione, tra cui le spese amministrative e di sostegno alla ricerca nelle rubriche da 1 a 4;

69.  decide, alla luce di recenti rivelazioni e al fine di riconquistare la fiducia dei cittadini dell'Unione e la credibilità delle sue istituzioni, di iscrivere in riserva il 20 % degli stanziamenti destinati alle indennità transitorie degli ex membri della Commissione fintantoché quest'ultima non applicherà un codice di condotta più rigoroso per i Commissari, inteso a evitare i conflitti d'interesse e il cosiddetto fenomeno delle "porte girevoli";

70.  è del parere che la cooperazione amministrativa interistituzionale costituisca una fonte di efficienza, dal momento che il know-how, la capacità e le risorse sviluppate per un'istituzione possono essere messe a disposizione anche delle altre; chiede pertanto di istituire un sistema che limiti allo stretto necessario gli oneri amministrativi, garantisca la qualità adeguata dei servizi, doti la principale istituzione competente delle necessarie risorse di bilancio e incentivi la collaborazione delle altre istituzioni, limitandone il contributo ai costi marginali derivanti dalla cooperazione e, come tale, allineando le decisioni in materia di sana gestione finanziaria al livello delle istituzioni alla sana gestione finanziaria generale del bilancio;

Agenzie

71.  approva, in linea generale, le previsioni della Commissione circa il fabbisogno finanziario delle agenzie; osserva che la Commissione ha già ridotto in misura sostanziale le richieste iniziali della maggior parte delle agenzie; ritiene pertanto che gli eventuali tagli aggiuntivi proposti dal Consiglio rischino di compromettere il corretto funzionamento delle agenzie e impedirebbero loro di svolgere i compiti di cui sono state incaricate;

72.  plaude all'incremento del bilancio delle agenzie efficienti che operano nel campo della giustizia e degli affari interni (GAI), in particolare di quelle che si occupano di migrazione e sicurezza; evidenzia la necessità che le agenzie interessate dispongano di risorse sufficienti (anche per gli investimenti in nuove tecnologie) e di personale adeguato allorché le loro competenze sono ampliate;

73.  è del parere, nel contesto delle attuali sfide di sicurezza e tenendo presente l'esigenza di una risposta coordinata a livello europeo, che alcuni dei suddetti incrementi non siano sufficienti e decide di aumentare gli stanziamenti a favore dell'Ufficio europeo di polizia (Europol), dell'unità europea di cooperazione giudiziaria, dell'Agenzia europea per la gestione operativa dei sistemi IT su larga scala (EU-LISA) e dell'Agenzia dell'Unione europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione (ENISA);

74.  sottolinea nei dettagli la necessità di risorse umane e materiali sufficienti per il Centro europeo antiterrorismo, il Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica (EC3) e l'unità UE addetta alle segnalazioni su Internet (IRU), di recente istituzione presso Europol, anche per quanto riguarda la pianificazione operativa e la valutazione delle minacce in comune, al fine di rafforzare un approccio coordinato tra gli Stati membri per combattere la criminalità organizzata, la criminalità informatica e altri reati legati a Internet, il terrorismo e altri reati gravi; chiede finanziamenti supplementari per le squadre investigative comuni;

75.  ricorda il miglioramento e l'interoperabilità previsti dei diversi sistemi d'informazione GAI annunciati dalla Commissione nella comunicazione del 6 aprile 2016 "Il futuro quadro per sistemi d'informazione più solidi e intelligenti per la gestione delle frontiere e la sicurezza interna", esorta a prevedere il fabbisogno di risorse adeguate per un'attuazione rapida ed efficiente di tali soluzioni tecniche;

76.  accoglie con favore l'inclusione nel bilancio 2017 di risorse sufficienti per sostenere nel lungo periodo la trasformazione di Frontex in un'Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera e la trasformazione dell'EASO in una vera e propria agenzia per l'asilo; sottolinea che, se per il momento le risorse per la guardia costiera e di frontiera europea sembrano sufficienti, occorrerà monitorare attentamente il futuro fabbisogno di risorse operative e di personale dell'Agenzia, affinché essa possa essere all'altezza della situazione;

77.  decide inoltre di incrementare gli stanziamenti iscritti nel bilancio 2016 per l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo, tenuto conto dell'aggravarsi della situazione umanitaria nei paesi del vicinato meridionale dell'Europa, dell'accresciuto numero di richiedenti asilo e soprattutto dell'intenzione di potenziarne il mandato rispetto a quanto previsto nella proposta della Commissione;

78.  ribadisce il proprio disaccordo con la strategia della Commissione e del Consiglio in materia di organico delle agenzie, ragion per cui modifica l'organigramma di un numero sostanziale di esse; ribadisce che ciascuna agenzia dovrebbe ridurre del 5 % i posti in organico nel corso di un quinquennio, come previsto nell'AII, ma che i nuovi posti che si rendono necessari per espletare compiti aggiuntivi ascrivibili alla recente evoluzione delle politiche e alla nuova legislazione a decorrere dal 2013 devono essere accompagnati da risorse supplementari e non devono essere inclusi nell'obiettivo di riduzione dell'organico previsto dall'AII; ribadisce pertanto la propria contrarietà al concetto di una riserva di riassegnazione tra le agenzie, pur dichiarandosi disponibile a liberare dei posti mediante un aumento dell'efficienza tra le agenzie stesse, grazie a una maggiore cooperazione amministrativa se non addirittura ad accorpamenti, ove opportuno, e alla condivisione di determinate funzioni con la Commissione o un'altra agenzia;

79.  sottolinea la possibilità di conseguire risparmi sostanziali in termini di costi operativi e di organico costringendo le agenzie che operano in più località (eu-LISA, ENISA, FRA) ad avere un'unica sede; è del parere che le attuali esigenze operative di tali agenzie rendano possibili siffatte modifiche; sottolinea che il trasferimento dell'Autorità bancaria europea (ABE) da Londra e il suo accorpamento ad almeno una delle altre due autorità di vigilanza permetterebbe di ridurre in maniera significativa i costi delle due agenzie; invita la Commissione a formulare una proposta in tal senso;

Progetti pilota e azioni preparatorie (PP/AP)

80.  decide di adottare un pacchetto di compromesso costituito da un numero limitato di PP/AP, anche in considerazione dell'esiguità dei margini disponibili e dei massimali per i PP/AP, avendo svolto un'attenta analisi dei progetti pilota e delle azioni preparatorie presentati – in termini di tasso di riuscita di quelli in corso – escludendo le iniziative già coperte da basi giuridiche esistenti e tenendo pienamente conto della valutazione realizzata dalla Commissione sulla fattibilità dei progetti;

Strumenti speciali

81.  ricorda l'importanza della riserva per aiuti d'urgenza al fine di dare una risposta rapida a specifiche necessità di aiuto a favore di paesi terzi in caso di eventi imprevisti e la sua precedente richiesta di incrementarne sostanzialmente la dotazione finanziaria in sede di revisione del QFP; rileva che l'impiego alquanto rapido delle sue risorse nel 2016, suscettibile di esaurire tutte le possibilità di riporto, dimostra che tale strumento speciale si dimostrerà insufficiente per far fronte a tutte le necessità aggiuntive nel 2017; ne incrementa pertanto la dotazione finanziaria, portandola a un importo annuale di 1 miliardo di EUR, in attesa di una decisione sulla dotazione annuale della riserva per aiuti d'urgenza da adottarsi contestualmente alla revisione intermedia del QFP;

82.  ripristina il PB per la riserva per il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione e il Fondo di solidarietà dell'Unione europea al fine di agevolare la mobilitazione di tali strumenti speciali;

Pagamenti

83.  esprime preoccupazione per l'ingente calo degli stanziamenti di pagamento nel PB rispetto al bilancio 2016; rileva che tale situazione è indice di ritardi nell'attuazione, che non solo destano preoccupazione per la realizzazione delle politiche dell'Unione, ma che comportano altresì il rischio di ricostituzione dell'arretrato di fatture non pagate alla fine dell'attuale periodo di programmazione; ritiene che la questione vada affrontata nell'ambito della revisione del QFP; deplora, inoltre, i tagli apportati dal Consiglio ai pagamenti nonostante gli ampi margini disponibili al di sotto dei massimali;

84.  sottolinea che, su propria richiesta, è stato concordato un piano di pagamento per ridurre l'arretrato delle richieste di pagamento inevase relative alla politica di coesione per il periodo 2007-2013, portandolo a un livello "normale" di 2 miliardi di EUR entro la fine del 2016; richiama l'attenzione sul fatto che alla fine del 2015 sono stati identificati almeno 8,2 miliardi di EUR di fatture non pagate per il periodo 2007-2013 nell'ambito della politica di coesione, cifra che dovrebbe scendere al di sotto dei 2 miliardi di EUR entro la fine del 2016; ritiene che le tre istituzioni dovrebbero elaborare e concordare un piano comune di pagamento vincolante per il periodo 2016-2020; insiste sulla necessità di basare un nuovo piano di pagamento di questo tipo su una gestione finanziaria sana e di prevedere una strategia chiara per far fronte a tutte le esigenze di pagamento per tutte le rubriche sino alla fine dell'attuale QFP, evitando un "arretrato nascosto" causato da un rallentamento artificiale nell'esecuzione di determinati programmi pluriennali e altre contromisure quali la riduzione dei tassi di prefinanziamento;

85.  decide di ripristinare il PB per gli stanziamenti di pagamento di tutte le linee interessate dai tagli del Consiglio e incrementa gli stanziamenti di pagamento di tutte le linee modificate per quanto riguarda gli stanziamenti d'impegno;

Programmazione di bilancio basata sui risultati

86.  rammenta che nella sua risoluzione del 3 luglio 2013 sul quadro di controllo interno integrato(10), il Parlamento ha dichiarato di condividere il parere della Corte dei conti che non serve tentare di misurare il rendimento senza aver elaborato un bilancio sulla base di indicatori di risultato(11) e chiede l'istituzione di un modello di PBB (performance-based budgeting) pubblico in cui ogni linea di bilancio sia accompagnata da obiettivi e prestazioni misurati in base a indicatori di risultato;

87.  accoglie con favore le dichiarazioni programmatiche concernenti la spesa operativa che accompagnano il PB in quanto rispondono parzialmente alla richiesta avanzata dal Parlamento quanto a obiettivi, risultati e indicatori; osserva che tali dichiarazioni integrano il consueto metodo del bilancio per attività mediante alcuni dati sulle prestazioni;

88.  insiste sul fatto che, al fine di semplificare gli strumenti di gestione interna della Commissione, i direttori generali dovrebbero attenersi agli obiettivi politici e agli indicatori figuranti nelle dichiarazioni programmatiche di spesa operativa al momento di adottare i propri piani di gestione e le proprie relazioni annuali di attività, e che la Commissione dovrebbe elaborare la sua relazione di valutazione a norma dell'articolo 318 TFUE su questa base;

Altre sezioni

Sezione I – Parlamento europeo

89.  lascia invariato a 1 900 873 000 EUR il volume generale del proprio bilancio per l'esercizio 2017, adottato in Aula il 14 aprile 2016; vi incorpora gli adeguamenti tecnici neutri in termini di bilancio, affinché riflettano le sue recenti decisioni, e sblocca la riserva sulla linea di bilancio relativa al trasporto di deputati, di altre persone e di beni;

90.  approva le modifiche apportate al proprio organigramma e ai relativi stanziamenti di bilancio per soddisfare il fabbisogno supplementare dei gruppi politici; compensa pienamente i suddetti incrementi riducendo gli stanziamenti iscritti nella riserva per imprevisti e alla linea di bilancio "Sistemazione dei locali";

91.  ricorda la propria decisione politica di esonerare i gruppi politici dall'obiettivo di riduzione del 5 % del personale, come sottolineato nelle sue risoluzioni di bilancio del 2014(12), 2015(13) e 2016(14);

92.  riduce di 60 posti l'organigramma del proprio Segretariato generale(15) per il 2017 (1 % dell'obiettivo di riduzione dell'organico), conformemente all'accordo del 14 novembre 2015 raggiunto con il Consiglio sul bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2016; rammenta che nello stato di previsione si è già tenuto conto delle incidenze di bilancio di tale misura;

93.  riduce il proprio organico di ulteriori 20 posti per riflettere la fine del trasferimento di posti previsto nell'accordo di cooperazione con il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato delle regioni; sottolinea che, poiché i posti in questione non sono stati iscritti in bilancio, non occorre ridurre alcuno stanziamento dal proprio bilancio;

94.  incoraggia i Segretari generali del Parlamento europeo, del Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale europeo a collaborare sulla possibilità di ulteriori accordi per la condivisione delle funzioni e dei servizi di back-office tra le tre istituzioni; invita i Segretari generali a svolgere altresì uno studio sulla possibilità di realizzare sinergie anche nell'ambito delle funzioni e dei servizi di back-office tra il Parlamento, la Commissione e il Consiglio;

95.  mantiene nel proprio organigramma per il 2017 i 35 nuovi posti, come richiesto nel PBR n. 3/2016 per il rafforzamento della sicurezza per le istituzioni; esonera i posti in parola dall'obiettivo di riduzione del personale del 5 % dal momento che riguardano nuove attività per il Parlamento;

96.  ribadisce che la realizzazione dell'obiettivo di riduzione dell'organico non dovrebbe compromettere il corretto funzionamento dell'Istituzione o la sua capacità di esercitare i suoi poteri fondamentali, né intaccare la sua eccellenza legislativa o la qualità delle condizioni di lavoro per i deputati e il personale;

97.  constata, alla luce dei molteplici problemi incontrati nella procedura di bilancio interna dell'anno in corso, che la revisione del capitolo 9 e delle pertinenti sezioni di altri capitoli del proprio regolamento è inevitabile per conseguire ciò che ha richiesto nella propria risoluzione del 14 aprile 2016 sullo stato di previsione delle proprie entrate e spese per l'esercizio finanziario 2017, ossia che è "opportuno trasmettere ai membri dell'Ufficio di presidenza e alla commissione per i bilanci ogni informazione pertinente, in tutte le fasi della procedura, in modo tempestivo, in una forma comprensibile e con il necessario livello di dettaglio e di ripartizione, al fine di consentire all'Ufficio di presidenza, alla commissione per i bilanci e ai gruppi politici di procedere a deliberazioni appropriate e di basare le proprie decisioni su un quadro globale dello stato e dei fabbisogni del bilancio del Parlamento";

98.  chiede, conformemente al paragrafo 15 della propria risoluzione del 14 aprile 2016 sullo stato di previsione delle entrate e delle spese del Parlamento europeo per l'esercizio 2017, che il metodo di elaborazione del proprio bilancio sulla base del fabbisogno effettivo per le singoli voci e non sulla base di un sistema di coefficienti sia utilizzato per la prima volta durante la procedura di bilancio per l'esercizio 2018;

99.  ricorda che l'amministrazione si è impegnata a presentare una programmazione di bilancio a medio e lungo termine, compresa una chiara distinzione tra spese d'investimento e spese operative inerenti al funzionamento dell'Istituzione, tra cui gli obblighi statutari vincolanti; si attende pertanto che il progetto preliminare di stato di previsione per il 2018 sia presentato con le medesime modalità;

100.  ricorda la relazione Fox-Häfner(16) del 2013, che stimava tra i 156 milioni di EUR e i 204 milioni di EUR i costi della dispersione geografica del Parlamento, pari al 10 % del suo bilancio; constata il dato secondo cui il 78 % di tutte le missioni del proprio personale statutario è riconducibile alla dispersione geografica dell'Istituzione; sottolinea che la relazione stimava inoltre l'impatto ambientale della dispersione geografica tra 11 000 e 19 000 tonnellate di emissioni di CO2; ribadisce l'immagine pubblica negativa ascrivibile a tale dispersione e chiede pertanto una tabella di marcia per la definizione di un'unica sede e la riduzione delle relative linee di bilancio;

101.  deplora che, nonostante le ripetute richieste della commissione per i bilanci, non sia ancora disponibile la strategia a medio e lungo termine per gli edifici dell'Istituzione, affinché la commissione possa deliberare con cognizione di causa;

Sezione IV – Corte di giustizia

102.  deplora che il Consiglio incrementi dal 2,5 % al 3,8 % il tasso di abbattimento forfettario, il che equivale a una riduzione di 3,4 milioni di EUR e contrasta con il tasso estremamente elevato di occupazione di posti della Corte (98 % alla fine del 2015); riporta pertanto il tasso di abbattimento forfettario al livello del PB, affinché la Corte sia in grado di espletare i propri compiti a fronte di una crescita costante del carico di lavoro giudiziario;

103.  decide inoltre di ripristinare il PB per quanto riguarda sei ulteriori voci di bilancio ridotte dal Consiglio ai titoli I e II del bilancio della Corte, che inciderebbero pesantemente sulle priorità della Corte nei settori linguistico e della sicurezza;

104.  esprime la propria insoddisfazione per la dichiarazione unilaterale del Consiglio e il relativo allegato sulla riduzione del personale del 5 % nella posizione del Consiglio sul PB 2017, secondo la quale la Corte deve tagliare 19 posti dal proprio organigramma; sottolinea che i 19 posti in oggetto corrispondono ai 12 e 7 posti debitamente autorizzati dal Parlamento e dal Consiglio nell'ambito delle procedure di bilancio, rispettivamente, per il 2015 e il 2016, per far fronte al fabbisogno supplementare e insiste pertanto sul fatto che i 19 posti non dovrebbero essere restituiti, dal momento che la Corte ha già raggiunto il suo requisito di riduzione del 5 % dell'organico sopprimendo 98 posti nel periodo 2013-2017; 

Sezione V – Corte dei conti

105.  riporta al livello originario del 2,6 % il tasso di abbattimento forfettario per consentire alla Corte dei conti di soddisfare il proprio fabbisogno di personale;

106.  ripristina altre cinque linee di bilancio decurtate dal Consiglio affinché la Corte dei conti possa attuare il suo programma di lavoro ed elaborare le previste relazioni di audit;

107.  ripristina in parte il PB per quanto riguarda tre voci di bilancio in linea con le proposte di risparmi individuati dalla stessa Corte dei conti;

Sezione VI — Comitato economico e sociale europeo

108.  riporta al livello originario del 4,5 % il tasso di abbattimento forfettario onde permettere al Comitato economico e sociale europeo di soddisfare il proprio fabbisogno e far fronte alla continua riduzione di organico nel contesto dell'accordo di cooperazione tra il Parlamento, il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato delle regioni concluso nel febbraio 2014;

109.  ripristina i 12 posti e i relativi stanziamenti soppressi dalla Commissione nel PB in conformità del suddetto accordo di cooperazione, in modo da riflettere l'effettivo numero di posti trasferiti dal Comitato economico e sociale europeo al Parlamento;

110.  decide inoltre di adeguare il punto riguardante le prestazioni di complemento per i servizi di traduzione al livello stimato dall'istituzione stessa, compensando così parzialmente il trasferimento di 36 posti dal Comitato economico e sociale europeo al Parlamento, conformemente al suddetto accordo di cooperazione;

Sezione VII – Comitato delle regioni

111.  ripristina gli otto posti e i relativi stanziamenti ridotti dalla Commissione nel PB in conformità del suddetto accordo di cooperazione, in modo da riflettere l'effettivo numero di posti trasferiti dal Comitato delle regioni al Parlamento;

112.  ripristina inoltre gli stanziamenti relativi alle spese di ufficio e di attrezzature informatiche dei membri del Comitato, decurtati dalla Commissione nel suo PB, al livello che il Comitato reputa sufficiente a garantire un finanziamento delle suddette spese dei membri del Comitato delle regioni;

113.  si rammarica dei tagli apportati dalla Commissione nel suo PB alla voce di bilancio "Sistemazione dei locali" e decide di ripristinarne la dotazione al livello stimato dallo stesso Comitato per soddisfare l'accresciuto fabbisogno in materia di sicurezza, mantenere gli edifici in buono stato e nel rispetto degli obblighi di legge, e migliorare l'efficienza energetica;

114.  ripristina infine gli stanziamenti relativi alle attività di comunicazione dei gruppi politici riviste al ribasso dalla Commissione nel PB, per garantire un finanziamento adeguato delle attività di comunicazione dei gruppi politici del Comitato;

Sezione VIII – Mediatore europeo

115.  constata che il Consiglio ha ridotto di 195 000 EUR il progetto di bilancio del Mediatore europeo; sottolinea che un taglio di tale entità costituirebbe un onere sproporzionato per la già scarsa dotazione del Mediatore e inciderebbe in maniera sostanziale sulla sua capacità di essere efficacemente al servizio dei cittadini; ripristina pertanto gli importi di tutte le linee di bilancio interessate dai tagli del Consiglio, affinché il Mediatore europeo possa espletare il proprio mandato e onorare gli impegni assunti;

Sezione IX – Garante europeo della protezione dei dati

116.  constata con rammarico che il Consiglio ha ridotto di 395 000 EUR il progetto di bilancio del Garante europeo della protezione dei dati; sottolinea che ciò contrasta nettamente con il compito aggiuntivo conferito all'istituzione dal Parlamento e dal Consiglio e pregiudicherebbe la capacità del Garante di prestare un servizio efficace alle istituzioni europee; ripristina pertanto gli importi di tutte le linee di bilancio interessate dai tagli del Consiglio, onde consentire al Garante europeo della protezione dei dati di espletare il suo mandato e onorare i suoi impegni;

Sezione X – Servizio europeo per l'azione esterna

117.  ripristina tutte le linee interessate dai tagli del Consiglio;

118.  decide inoltre di creare una voce di bilancio dedicata alla capacità di comunicazione strategica, in linea con le conclusioni del Consiglio europeo del marzo 2015, e dotare il SEAE di personale e di strumenti adeguati per far fronte alla sfida della disinformazione da parte di paesi terzi e soggetti non statali;

119.  accoglie con favore l'impegno scritto dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ad affrontare gli squilibri esistenti nell'organico del SEAE in termini di quota di diplomatici degli Stati membri e personale statutario dell'UE in determinate posizioni e a presentare un riesame della politica delle risorse umane del SEAE nel corso del 2017; invita l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a informarlo dei provvedimenti adottati entro la primavera del 2017, prima dell'inizio della prossima procedura di bilancio;

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120.  esprime la convinzione che il bilancio dell'Unione possa contribuire ad affrontare efficacemente non solo le conseguenze ma anche le cause profonde delle crisi a cui l'Unione deve fare attualmente fronte; è tuttavia del parere che gli eventi imprevisti di portata unionale debbano essere affrontati condividendo gli sforzi e stanziando risorse supplementari a livello di Unione, piuttosto che mettendo in dubbio gli impegni pregressi o aggrappandosi all'illusione di trovare soluzioni puramente nazionali; sottolinea pertanto che le disposizioni in materia di flessibilità esistono per consentire siffatte risposte congiunte e rapide e dovrebbero essere utilizzate appieno onde compensare i vincoli rigidi dei massimali del QFP;

121.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione, accompagnata dagli emendamenti al progetto di bilancio generale, al Consiglio, alla Commissione, alle altre istituzioni e agli altri organi interessati nonché ai parlamenti nazionali.

(1) GU L 168 del 7.6.2014, pag. 105.
(2) GU L 298 del 26.10.2012, pag. 1.
(3) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 884.
(4) GU C 373 del 20.12.2013, pag. 1.
(5) Testi approvati, P8_TA(2016)0080.
(6) Testi approvati, P8_TA(2016)0132.
(7) Testi approvati, P8_TA(2016)0309.
(8) Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).
(9) Regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo sociale europeo e che abroga il regolamento (CE) n. 1081/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 470).
(10) GU C 75 del 26.2.2016, pag. 100.
(11) Contributo di Kersti Kaljulaid all'audizione sul quadro di controllo interno integrato, organizzata dalla commissione CONT il 22 aprile 2013.
(12) Testi approvati, P7_TA(2013)0437.
(13) Testi approvati, P8_TA(2014)0036.
(14) Testi approvati, P8_TA(2015)0376.
(15) Essendo stata adottata la decisione politica di esonerare i gruppi politici da tale calcolo, la riduzione in oggetto riguarda la parte dell'organigramma relativa al Segretariato generale.
(16) Testi approvati, P7_TA(2013)0498.


Revisione intermedia del QFP
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Risoluzione del Parlamento europeo del 26 ottobre 2016 sulla revisione intermedia del QFP 2014-2020 (2016/2931(RSP))
P8_TA(2016)0412B8-1173/2016

Il Parlamento europeo,

–  visti gli articoli 311, 312 e 323 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–  visto il regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio, del 2 dicembre 2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020(1), in particolare l'articolo 2,

–  visto il regolamento (UE, Euratom) 2015/623 del Consiglio, del 21 aprile 2015, recante modifica del regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020(2),

–  visto l'accordo interistituzionale (AII) del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria(3),

–  vista la sua risoluzione del 6 luglio 2016 sulla preparazione della revisione post-elettorale del QFP 2014-2020: il contributo del Parlamento in vista della proposta della Commissione(4),

–  visti la proposta di regolamento del Consiglio, presentata dalla Commissione il 14 settembre 2016, recante modifica del regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 (COM(2016)0604) e il documento di accompagnamento SWD(2016)0299,

–  vista la proposta, presentata dalla Commissione il 14 settembre 2016, di modifica dell'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria COM(2016)0606,

–  vista la dichiarazione della Commissione del 25 ottobre 2016 sulla revisione intermedia del QFP,

–  vista la proposta di risoluzione della commissione per i bilanci,

–  visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

1.  sottolinea la sua costante preoccupazione per l'insufficienza delle risorse disponibili nell'ambito dell'attuale quadro finanziario pluriennale (QFP); richiama l'attenzione sul numero di nuove crisi e priorità emerse nel corso degli ultimi anni, in particolare la crisi migratoria e dei rifugiati, le emergenze esterne, le questioni di sicurezza interna, la crisi del settore agricolo, il finanziamento del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) e la persistenza di un tasso di disoccupazione elevato, soprattutto tra i giovani; sottolinea altresì la recente ratifica dell'accordo sul cambiamento climatico da parte dell'UE;

2.  sottolinea che, in seguito al riesame del funzionamento del QFP nella prima metà dell'attuale periodo di programmazione, presentato nella propria risoluzione del 6 luglio 2016, una risposta adeguata a tali sfide richiede un volume sostanziale di fondi supplementari a titolo del bilancio dell'UE, che non è stato possibile erogare in toto nei primi anni dell'attuale periodo a causa delle scarse risorse finanziarie disponibili nell'ambito dell'attuale QFP; sottolinea la necessità che il bilancio dell'UE europea sia all'altezza degli impegni politici assunti e degli obiettivi strategici dell'Unione europea; ricorda in tale contesto l'articolo 311 TFUE, secondo cui "l'Unione si dota dei mezzi necessari per conseguire i suoi obiettivi e per portare a compimento le sue politiche";

3.  ritiene che la revisione del quadro finanziario pluriennale rappresenti un'occasione unica per far fronte alle difficoltà di bilancio che stanno compromettendo la credibilità dell'Unione europea; invita pertanto il Consiglio ad assumersi la responsabilità di passare dalle parole ai fatti e di garantire un bilancio dell'UE realistico, credibile, coerente e sostenibile per gli anni restanti dell'attuale periodo di programmazione; ritiene che la revisione debba mirare a garantire l'equilibrio tra il conseguimento delle priorità politiche a lungo termine dell'Unione e la risposta alle nuove sfide emergenti; ribadisce la propria posizione di principio, secondo cui le nuove iniziative politiche non devono essere finanziate a scapito dei programmi e delle politiche esistenti dell'Unione; evidenzia la necessità di un bilancio dell'UE più trasparente e accessibile ai cittadini europei, affinché questi ultimi possano ritrovare la fiducia nel progetto europeo;

Quadro per i negoziati immediati sulla revisione del QFP

4.  rammenta che una delle sue principali richieste durante i negoziati sulla definizione dell'attuale QFP è stato l'obbligo di revisione post-elettorale del quadro finanziario stesso; accoglie con favore, pertanto, la decisione della Commissione di proporre una revisione del regolamento sul QFP e dell'AII, dopo aver riesaminato il funzionamento del QFP 2014-2020, come sancito all'articolo 2 del regolamento sul QFP; ritiene che tale proposta costituisca un buon punto di partenza per i negoziati;

5.  ribadisce che la propria risoluzione sul QFP del 6 luglio 2016 costituisce il mandato negoziale per il prossimo quadro finanziario pluriennale, compresi tutti gli aspetti della revisione intermedia, nonché importanti elementi relativi al QFP post 2020;

6.  sottolinea la necessità che tutte le modifiche approvate nell'ambito della revisione in oggetto siano attuate senza indugio e integrate già nel bilancio dell'UE per il 2017; esorta il Consiglio a reagire in maniera costruttiva e celere alla proposta della Commissione e a conferire senza ulteriori indugi alla sua presidenza un mandato negoziale; è pronto a intavolare immediatamente negoziati sostanziali con il Consiglio sulla revisione intermedia del QFP nel contesto della procedura di conciliazione sul bilancio 2017 e sulla base di un calendario deciso di comune accordo e di specifiche modalità di negoziato; si rammarica che, laddove la conciliazione di bilancio sta per iniziare, il Consiglio non è ancora pronto ad avviare i negoziati sul QFP; ribadisce l'intenzione di trovare un accordo su entrambi i fascicoli entro la fine del 2016;

La risposta del Parlamento alla proposta della Commissione: verso un accordo ambizioso sulla revisione del QFP

7.  valuta positivamente le modifiche proposte al pacchetto relativo al QFP, segnatamente in tema di flessibilità; deplora, tuttavia, che la Commissione non abbia proposto un ritocco verso l'alto dei massimali dell'attuale QFP, che costituirebbe una soluzione chiara e sostenibile al problema della copertura del fabbisogno stimato per le politiche dell'UE fino alla fine del periodo in questione; sottolinea la propria posizione riguardo all'insufficienza dei massimali delle rubriche 1a (Competitività per la crescita e l'occupazione), 1b (Coesione economica, sociale e territoriale), 3 (Sicurezza e cittadinanza) e 4 (Europa globale), massimali che vanno pertanto rivisti al rialzo se l'Unione intende realmente affrontare le sfide e conseguire i suoi obiettivi politici;

8.  ricorda, in particolare, le proprie richieste tese a compensare pienamente i tagli imputabili al FEIS subiti dal programma Orizzonte 2020 e dal Meccanismo per collegare l'Europa, a proseguire l'Iniziativa per l'occupazione giovanile con lo stesso volume annuale di stanziamenti degli esercizi 2014 e 2015, e a incrementare sensibilmente le risorse disponibili nelle rubriche 3 e 4 per far fronte alla crisi migratoria e dei rifugiati; valuta positivamente il pacchetto generale di incrementi mirati aggiuntivi proposto dalla Commissione, che può essere finanziato nel rispetto dei margini disponibili fino alla fine del periodo, ma sottolinea che tale proposta non è all'altezza delle aspettative del Parlamento europeo negli ambiti in questione;

9.  rileva che la proposta della Commissione relativa agli importi e stimata a 12,8 miliardi di EUR comprende diversi elementi; richiama l'attenzione, in particolare, sulle integrazioni di Orizzonte 2020 e del CEF-Trasporti (0,4 mld di EUR ciascuno), di Erasmus+ e COSME (0,2 mld di EUR ciascuno) e dell'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile (1 mld di EUR), per un totale di 2,2 miliardi di EUR di nuovi stanziamenti; constata che un certo numero di proposte legislative presentate dalla Commissione, parallelamente alla revisione intermedia del QFP (proroga del FEIS, piano di investimenti esterni, incluso il quadro di partenariato sulla migrazione e l'iniziativa WIFI4EU) richiedono un importo supplementare di 1,6 miliardi di EUR; ricorda che, al momento di presentare il progetto di bilancio 2017, la Commissione ha già incorporato un incremento di 1,8 miliardi di EUR per la migrazione, aggiornando la sua pianificazione finanziaria per un importo di 2,55 miliardi di EUR a titolo della rubrica 3, a seguito delle procedure legislative in corso; segnala, inoltre, il fatto che la quota degli incrementi proposti alla sottorubrica 1a e alla rubrica 4 sono già ripresi nella lettera rettificativa n. 1/2017; osserva, infine, che l'adeguamento tecnico delle dotazioni per la politica di coesione, pari a 4,6 miliardi di EUR, è ascrivibile a un esercizio tecnico della Commissione ed è già stato autorizzato nel quadro dell'adeguamento tecnico del quadro finanziario per il 2017;

10.  ritiene che la mobilità dei giovani sia essenziale per rafforzare la coscienza e l'identità europee, soprattutto per contrastare le minacce del populismo e la disinformazione dilagante; considera un imperativo politico la necessità di investire maggiormente nella gioventù europea attraverso il bilancio dell'Unione; si esprime a favore dell'attuazione di nuove iniziative, come il programma "Pass Interrail per l'Europa al 18esimo compleanno", recentemente proposto, che assegnerebbe a ogni cittadino europeo al compimento del 18° anno di età un pass Interrail gratuito; chiede che, nel quadro della revisione intermedia del QFP, sia garantito l'adeguato finanziamento di questa proposta;

11.  è deciso a risolvere in maniera inequivocabile il problema dell'iscrizione in bilancio dei pagamenti per gli strumenti speciali del QFP; ricorda il conflitto di interpretazione irrisolto tra Commissione e Parlamento, da un lato, e Consiglio, dall'altro, che ha avuto un ruolo centrale in tutti i negoziati annuali sul bilancio nell'ambito dell'attuale QFP; ribadisce la convinzione che anche gli stanziamenti di pagamento risultanti dalla mobilitazione di strumenti speciali in stanziamenti d'impegno debbano essere contabilizzati al di sopra dei massimali di pagamento annuali del QFP; ritiene che, in base all'analisi e alle previsioni della Commissione, i massimali dei pagamenti del QFP in corso possano essere mantenuti soltanto se la questione è risolta in tal senso;

12.  esprime profonda preoccupazione per gli attuali ritardi nell'attuazione dei programmi UE nell'ambito della gestione concorrente, come dimostrato in particolare nel PBR n. 4/2016, che riduce di 7,3 miliardi di EUR il livello dei pagamenti iscritti in bilancio per il 2016; prevede che tali ritardi comporteranno un ingente accumulo di richieste di pagamento verso la fine dell'attuale QFP; rammenta che nel corso dell'esercizio 2015 gli impegni da liquidare sono ritornati agli elevati livelli del passato e che gli importi da finanziare a carico dei bilanci futuri sono saliti a 339 miliardi di EUR; è fermamente convinto che occorra fare tutto il possibile per evitare l'arretrato di fatture non pagate come quello che si è registrato nel periodo precedente; si pronuncia fermamente, a tal fine, a favore di un nuovo piano di pagamento vincolante per il periodo 2016-2020, che dovrà essere elaborato e concordato tra le tre istituzioni; ritiene, inoltre, che il pieno utilizzo del margine globale per i pagamenti senza alcun tetto annuale sia una condizione sine qua non per affrontare tale sfida;

13.  ribadisce la posizione che sostiene da tempo, secondo cui qualsiasi eccedenza risultante dalla sottoesecuzione del bilancio dell'UE o da sanzioni pecuniarie dovrebbe essere contabilizzata come entrata straordinaria nel bilancio, senza alcun corrispondente adeguamento dei contributi legati al reddito nazionale lordo (RNL); deplora che la Commissione non abbia incluso tale aspetto nella sua proposta di revisione intermedia del QFP;

14.  sottolinea che le disposizioni in materia di flessibilità si sono dimostrate indispensabili nei primi anni dell'attuale QFP per finanziare la risposta alla crisi migratoria e dei rifugiati e le nuove iniziative politiche al di là di quanto sarebbe stato possibile con i rigidi massimali del QFP; accoglie pertanto con favore la proposta della Commissione di prorogare ulteriormente tali disposizioni; sostiene, in particolare, l'abolizione dei vincoli all'entità e alla portata del margine globale per gli impegni, come richiesto anche dal Parlamento; rileva che i nuovi importi annuali proposti per lo strumento di flessibilità e la riserva per gli aiuti d'urgenza sono prossimi ai livelli reali raggiunti nel 2016 in ragione dei riporti, a fronte della propria richiesta di un importo pressoché doppio (rispettivamente, 2 miliardi di EUR e 1 miliardo di EUR);

15.  sottolinea che la sua massima priorità è l'esecuzione efficace del bilancio dell'UE; accoglie con particolare favore la proposta della Commissione di rendere nuovamente disponibili nel bilancio dell'UE gli stanziamenti disimpegnati derivanti dalla mancata attuazione degli interventi cui erano stati originariamente destinati e sottolinea che questa era una delle principali richieste formulate dal Parlamento nella sua risoluzione sul QFP del 6 luglio 2016; sottolinea che tali disimpegni sono di fatto stanziamenti già autorizzati dall'autorità di bilancio al fine di essere pienamente utilizzati e, pertanto, non possono essere considerati un onere nuovo o aggiuntivo per l'erario pubblico degli Stati membri;

16.  approva la proposta della Commissione relativa alla creazione di una riserva di crisi dell'UE come strumento di reazione rapida alle crisi, nonché a eventi con gravi incidenze umanitarie o di sicurezza; ritiene che la mobilitazione di tale strumento speciale in caso di crisi possa offrire una soluzione chiara ed efficace alla necessità di finanziamenti aggiuntivi; conviene con la proposta della Commissione di avvalersi degli stanziamenti disimpegnati, ma sostiene che non possono costituire l'unica fonte di finanziamento per lo strumento in questione;

17.  ribadisce il principio fondamentale dell'unità del bilancio dell'Unione, posto a repentaglio dal moltiplicarsi di fondi multinazionali; chiede pertanto la rapida applicazione di tale principio e, al contempo, che gli sia consentito di esercitare il necessario controllo parlamentare sui fondi in questione;

18.  ritiene che la revisione in corso dell'AII costituisca un'ottima occasione per garantire che le condizioni di voto per la mobilitazione degli strumenti speciali del QFP siano armonizzate e uniformate con quelle che si applicano all'adozione del bilancio generale dell'Unione; chiede che le disposizioni in materia siano modificate di conseguenza;

Proposte legislative parallele

19.  condivide pienamente l'intento della Commissione di semplificare la normativa finanziaria e considera tale elemento un tassello importante della revisione intermedia del QFP; prende atto, in proposito, della proposta della Commissione di rivedere integralmente il regolamento finanziario, come pure di modificare 15 regolamenti settoriali; sottolinea che la semplificazione dovrebbe puntare al miglioramento e alla razionalizzazione del quadro di esecuzione per i beneficiari; si impegna per il conseguimento di un risultato positivo in quest'ottica entro un periodo di tempo adeguato;

20.  rileva che le proposte legislative sulla proroga del FEIS, sul piano di investimenti esterni (tra cui il quadro di partenariato sulla migrazione) e su WIFI4EU, che la Commissione ha presentato contemporaneamente alle proposte sulla revisione intermedia del QFP, saranno decise dal Parlamento e dal Consiglio nel quadro della procedura legislativa ordinaria;

Verso un QFP post 2020

21.  richiama l'attenzione sul fatto che la revisione intermedia del QFP dovrebbe anche essere l'inizio di un processo di ricerca del consenso per il QFP post 2020; sottolinea che dovrebbero essere assunti rigorosi impegni in tale contesto, in particolare per far fronte alla riforma del sistema delle risorse proprie, compresa la creazione di nuove risorse proprie in grado di ridurre sensibilmente la quota dei contributi al bilancio dell'UE sulla base dell'RNL, nonché la graduale eliminazione di ogni forma di correzione, come pure per allineare la durata del QFP ai cicli politici delle istituzioni;

o
o   o

22.  invita la Commissione a fornire all'autorità di bilancio tutte le informazioni del caso sulle implicazioni finanziarie per l'attuale QFP del referendum britannico del 23 giugno 2016 e, successivamente, del recesso del Regno Unito dall'Unione europea, fatto salvo l'esito dei futuri negoziati tra le due parti;

23.  sottolinea che la pace e la stabilità sono valori fondamentali che devono essere difesi dall'Unione; ritiene che occorra preservare l'Accordo del Venerdì santo, che si è dimostrato essenziale per la pace e la riconciliazione; sottolinea la necessità di misure e programmi specifici per garantire il sostegno alle regioni particolarmente colpite in caso di un recesso negoziato dall'UE sulla base dell'articolo 50 del trattato di Lisbona;

24.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alle altre istituzioni e agli altri organi interessati, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 884.
(2) GU L 103 del 22.4.2015, pag. 1.
(3) GU C 373 del 20.12.2013, pag. 1.
(4) Testi approvati, P8_TA(2016)0309.


Mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione: domanda EGF/2016/003 EE/petroleum and chemicals)
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Risoluzione
Allegato
Risoluzione del Parlamento europeo del 26 ottobre 2016 sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (domanda EGF/2016/003 EE/petroleum and chemicals, presentata dall'Estonia) (COM(2016)0622 – C8-0389/2016 – 2016/2235(BUD))
P8_TA(2016)0413A8-0314/2016

Il Parlamento europeo,

–  vista la proposta della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio (COM(2016)0622 – C8-0389/2016),

–  visto il regolamento (UE) n. 1309/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (2014-2020) e che abroga il regolamento (CE) n. 1927/2006 ("regolamento FEG")(1),

–  visto il regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio, del 2 dicembre 2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020(2), in particolare l'articolo 12,

–  visto l'accordo interistituzionale, del 2 dicembre 2013, tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria(3) (AII del 2 dicembre 2013), in particolare il punto 13,

–  vista la procedura di trilogo prevista al punto 13 dell'AII del 2 dicembre 2013,

–  vista la lettera della commissione per l'occupazione e gli affari sociali,

–  vista la lettera della commissione per lo sviluppo regionale,

–  vista la relazione della commissione per i bilanci (A8-0314/2016),

A.  considerando che l'Unione ha predisposto strumenti legislativi e di bilancio per fornire un sostegno supplementare ai lavoratori che risentono delle conseguenze delle trasformazioni rilevanti della struttura del commercio mondiale o della crisi economica e finanziaria globale e per assisterli nel reinserimento nel mercato del lavoro;

B.  considerando che il sostegno finanziario dell'Unione ai lavoratori collocati in esubero dovrebbe essere dinamico e reso disponibile nel modo più rapido ed efficiente possibile, in conformità della dichiarazione comune del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, adottata durante la riunione di concertazione del 17 luglio 2008, e nel rispetto dell'AII del 2 dicembre 2013 con riferimento all'adozione di decisioni di mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG);

C.  considerando che l'adozione del regolamento FEG riflette l'accordo raggiunto tra il Parlamento europeo e il Consiglio concernente la reintroduzione del criterio di mobilitazione relativo alla crisi, la fissazione del contributo finanziario dell'Unione al 60 % dei costi totali stimati delle misure proposte, l'incremento dell'efficienza del trattamento delle domande d'intervento del FEG in seno alla Commissione e da parte del Parlamento e del Consiglio ottenuto con la riduzione dei tempi per la valutazione e l'approvazione, l'estensione delle azioni e dei beneficiari ammissibili ai lavoratori autonomi e ai giovani, nonché il finanziamento di incentivi per la creazione di imprese proprie;

D.  considerando che l'Estonia ha presentato la domanda EGF/2016/003 EE/petroleum and chemicals per un contributo finanziario del FEG in seguito ai collocamenti in esubero effettuati nei settori economici classificati alla divisione 19 (Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio) e alla divisione 20 (Fabbricazione di prodotti chimici) della NACE Revisione 2; considerando che l'Estonia non è suddivisa in regioni di livello NUTS 2 e che si prevede la partecipazione alle misure di 800 lavoratori in esubero su 1 550 ammissibili al contributo del FEG;

E.  considerando che la domanda è stata presentata in base ai criteri di intervento di cui all'articolo 4, paragrafo 2, del regolamento FEG, che derogano ai criteri di cui all'articolo 4, paragrafo 1, lettera b), dello stesso regolamento, che prevede il collocamento in esubero di almeno 500 lavoratori nell'arco di un periodo di riferimento di nove mesi in imprese operanti nello stesso settore economico definito a livello delle divisioni della NACE Revisione 2, in una regione o due regioni contigue di livello NUTS 2 di uno Stato membro;

F.  considerando che, a causa delle recenti turbolenze sui mercati petroliferi mondiali, del calo generale della posizione dell'Europa nel quadro degli scambi commerciali internazionali di concimi (a vantaggio dei produttori cinesi) e delle regioni che dispongono di gas a basso costo al di fuori dell'Europa, Eesti Energia AS, Nitrofert AS e Viru Keemia Grupp AS hanno chiuso una serie di impianti o ridotto la produzione, il che ha comportato la risoluzione collettiva dei contratti di lavoro;

G.  considerando che l'Estonia ha deciso di unire gli esuberi in una sola domanda regionale, in quanto tali esuberi sono avvenuti nello stesso luogo e nello stesso periodo e hanno coinvolto lavoratori con situazioni molto simili;

1.  conviene con la Commissione che le condizioni stabilite all'articolo 4, paragrafo 2, del regolamento FEG sono soddisfatte e che, di conseguenza, l'Estonia ha diritto a un contributo finanziario pari a 1 131 358 EUR a norma del regolamento in parola, cifra che costituisce il 60 % dei costi totali (1 885 597 EUR) destinati a servizi personalizzati consistenti nel sostegno a studi formali, nel pagamento delle spese di formazione, nel rimborso dei costi di formazione per i datori di lavoro, nella formazione sul mercato del lavoro, nell'esperienza professionale, nella consulenza sulla gestione dei debiti, nella consulenza psicologica, in assegni di studio per partecipare a studi formali, nonché in indennità di studio, trasporto e alloggio per i corsi di lingua estone;

2.  valuta positivamente la primissima domanda di intervento del FEG presentata dall'Estonia; reputa che il FEG possa rappresentare uno strumento particolarmente prezioso per aiutare i lavoratori provenienti da paesi caratterizzati da un'economia piccola e più vulnerabile nell'Unione;

3.  osserva che la Commissione ha rispettato il termine di 12 settimane dal ricevimento, il 6 luglio 2016, della domanda completa da parte delle autorità estoni, entro il quale doveva completare la sua valutazione della conformità della domanda alle condizioni per la concessione di un contributo finanziario, termine scaduto il 28 settembre 2016, e ha notificato tale valutazione al Parlamento il medesimo giorno;

4.  rileva che l'Unione ha progressivamente perso il primato nelle vendite di sostanze chimiche a livello mondiale a favore della Cina, che ha aumentato la propria quota dal 9% a quasi il 35% nello stesso periodo; rammenta che la produzione di concimi minerali è ad alta intensità energetica (i prezzi del gas costituiscono fino all'80% dei costi di produzione totali); osserva che, a causa del calo dei prezzi del petrolio, le esportazioni estoni di combustibili minerali sono diminuite del 25 % durante i primi due mesi del 2016 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente; constata che un'elevata concentrazione di industrie in Estonia è dipendente dai prezzi del petrolio e del gas;

5.  osserva che, secondo le previsioni, i collocamenti in esubero avranno notevoli ripercussioni sull'economia e sull'occupazione a livello locale e regionale;

6.  si compiace che l'Estonia abbia deciso di unire due settori economici in una sola domanda regionale visto che gli esuberi sono avvenuti nella stessa regione, il che permetterà di ridurre gli oneri amministrativi e di organizzare azioni comuni per i lavoratori collocati in esubero in entrambi i settori;

7.  si compiace che sia stata progettata una strategia di sviluppo regionale, illustrata nel piano d'azione 2015-2020 per Ida-Virumaa(4), dove si indicano come settori di potenziale crescita la logistica e il turismo; riconosce che sono stati avviati progetti infrastrutturali al fine di stimolare la crescita e costituire una base per diversificare la struttura economica;

8.  ritiene che il numero relativamente basso di lavoratori in esubero che dovrebbero beneficiare delle misure (800 su 1 550) può trovare spiegazione nel desiderio di rivolgersi ai lavoratori più vulnerabili sul mercato del lavoro e nel fatto che alcuni dei lavoratori avevano dichiarato di non essere disponibili a partecipare alle misure previste dall'Estonia; prende atto del fatto che tra i beneficiari interessati si registra una percentuale relativamente elevata di cittadini non-UE (63,3%);

9.  osserva che i servizi personalizzati cofinanziati dal FEG per i lavoratori in esubero comprendono il pagamento delle spese di studi formali, il rimborso dei costi di formazione per i datori di lavoro, una formazione sul mercato del lavoro, una formazione in lingua estone, esperienze professionali e consulenza; rileva che l'Estonia ha fornito le informazioni richieste sulle iniziative obbligatorie per l'impresa interessata in virtù del diritto nazionale o di contratti collettivi e ha confermato che il contributo finanziario del FEG non si sostituirà a tali azioni;

10.  osserva che l'Estonia dichiara inoltre che il pacchetto coordinato di misure è compatibile con il passaggio a un'economia sostenibile ed efficiente sotto il profilo delle risorse e presenta grandi potenzialità per agevolarlo, il che è in linea con l'articolo 7 del regolamento FEG;

11.  accoglie con favore le consultazioni con le parti interessate, compresi i sindacati, le associazioni dei datori di lavoro, le imprese e i servizi pubblici per l'impiego, che hanno avuto luogo a livello nazionale e regionale per elaborare il pacchetto coordinato di servizi personalizzati;

12.  constata che le azioni di cui all'articolo 7, paragrafo 4, del regolamento FEG, in particolare attività di preparazione, gestione, informazione e pubblicità, controllo e rendicontazione, rappresentano una quota piuttosto elevata dei costi totali (7,7 %);

13.  ricorda l'importanza di migliorare le possibilità d'impiego di tutti i lavoratori attraverso una formazione personalizzata e il riconoscimento delle capacità e delle competenze acquisite durante la carriera professionale del lavoratore; si attende che la formazione offerta nell'ambito del pacchetto coordinato sia adattata non solo alle esigenze dei lavoratori licenziati, ma anche all'effettivo contesto imprenditoriale;

14.  rileva che i costi delle misure a sostegno del reddito ammonteranno al 27,25 % dei costi totali del pacchetto coordinato di servizi personalizzati, cifra inferiore al limite massimo di 35 % stabilito nel regolamento FEG; fa inoltre notare che tali misure sono subordinate alla partecipazione attiva dei beneficiari interessati ad attività di formazione e di ricerca di occupazione;

15.  rileva che i costi dell'assistenza tecnica rappresentano una percentuale relativamente elevata dei costi complessivi; ritiene che ciò sia giustificato considerato che si tratta della prima domanda di intervento del FEG da parte dell'Estonia;

16.  osserva che le autorità estoni confermano che le azioni ammissibili non ricevono aiuti da altri strumenti finanziari dell'Unione; ribadisce la sua richiesta alla Commissione affinché presenti, nelle sue relazioni annuali, una valutazione comparativa di tali dati, onde assicurare il pieno rispetto dei regolamenti esistenti ed evitare che si verifichino duplicazioni relativamente ai servizi finanziati dall'Unione;

17.  osserva che le azioni sono state elaborate in linea con le esigenze individuate nella strategia di sviluppo regionale in Estonia e che sono compatibili con il passaggio a un'economia sostenibile ed efficiente sotto il profilo delle risorse;

18.  chiede alla Commissione di garantire l'accesso del pubblico ai documenti connessi ai casi coperti dal FEG;

19.  approva la decisione allegata alla presente risoluzione;

20.  incarica il suo Presidente di firmare tale decisione congiuntamente al Presidente del Consiglio e di provvedere alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea;

21.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione, compreso l'allegato, al Consiglio e alla Commissione.

ALLEGATO

DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO

relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (domanda EGF/2016/003 EE/petroleum and chemicals, presentata dall'Estonia)

(Il testo dell'allegato non figura poiché esso corrisponde all'atto finale, la decisione (UE) 2016/2099.)

(1) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 855.
(2) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 884.
(3) GU C 373 del 20.12.2013, pag. 1.
(4)https://www.siseministeerium.ee/sites/default/files/dokumendid/Arengukavad/ida-virumaa_tegevuskava_2015-2020_26.02.15.pdf


Accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici ***II
PDF 233kWORD 47k
Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 26 ottobre 2016 relativa alla posizione del Consiglio in prima lettura in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici (09389/1/2016 – C8-0360/2016 – 2012/0340(COD))
P8_TA(2016)0414A8-0269/2016

(Procedura legislativa ordinaria: seconda lettura)

Il Parlamento europeo,

–  vista la posizione del Consiglio in prima lettura (09389/1/2016 – C8‑0360/2016),

–  visto il parere del Comitato economico e sociale europeo del 22 maggio 2013(1),

–  previa consultazione del Comitato delle regioni,

–  vista la sua posizione in prima lettura(2) sulla proposta della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio (COM(2012)0721),

–  visto l'articolo 294, paragrafo 7, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–  visto l'articolo 76 del suo regolamento,

–  vista la raccomandazione per la seconda lettura della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (A8-0269/2016),

1.  approva la posizione del Consiglio in prima lettura;

2.  constata che l'atto è adottato in conformità della posizione del Consiglio;

3.  incarica il suo Presidente di firmare l'atto congiuntamente al Presidente del Consiglio, a norma dell'articolo 297, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea;

4.  incarica il suo Segretario generale di firmare l'atto, previa verifica che tutte le procedure siano state debitamente espletate, e di procedere, d'intesa con il Segretario generale del Consiglio, a pubblicarlo nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea;

5.  incarica il suo Presidente di trasmettere la posizione del Parlamento al Consiglio e alla Commissione nonché ai parlamenti nazionali.

(1) GU C 271 del 19.9.2013, pag. 116.
(2) Testi approvati del 26.2.2014, P7_TA(2014)0158.


Misure di protezione contro gli organismi nocivi per le piante ***II
PDF 238kWORD 47k
Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 26 ottobre 2016 relativa alla posizione in prima lettura del Consiglio in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle misure di protezione contro gli organismi nocivi per le piante, che modifica i regolamenti (UE) n. 228/2013, (UE) n. 652/2014 e (UE) n. 1143/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga le direttive 69/464/CEE, 74/647/CEE, 93/85/CEE, 98/57/CE, 2000/29/CE, 2006/91/CE e 2007/33/CE del Consiglio (08795/2/2016 – C8-0364/2016 – 2013/0141(COD))
P8_TA(2016)0415A8-0293/2016

(Procedura legislativa ordinaria: seconda lettura)

Il Parlamento europeo,

–  vista la posizione del Consiglio in prima lettura (08795/2/2016 – C8-0364/2016),

–  visto il parere motivato inviato dal Consiglio federale austriaco, nel quadro del protocollo n. 2 sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità, in cui si dichiara la mancata conformità del progetto di atto legislativo al principio di sussidiarietà,

–  visto il parere del Comitato economico e sociale europeo del 10 dicembre 2013(1),

–  previa consultazione del Comitato delle regioni,

–  vista la sua posizione in prima lettura(2) sulla proposta della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio (COM(2013)0267),

–  visto l'articolo 294, paragrafo 7, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–  visto l'articolo 76 del suo regolamento,

–  vista la raccomandazione per la seconda lettura della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (A8-0293/2016),

1.  approva la posizione del Consiglio in prima lettura;

2.  constata che l'atto è adottato in conformità della posizione del Consiglio;

3.  incarica il suo Presidente di firmare l'atto, congiuntamente al Presidente del Consiglio, a norma dell'articolo 297, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea;

4.  incarica il suo Segretario generale di firmare l'atto, previa verifica che tutte le procedure siano state debitamente espletate, e di procedere, d'intesa con il Segretario generale del Consiglio, a pubblicarlo nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea;

5.  incarica il suo Presidente di trasmettere la posizione del Parlamento al Consiglio e alla Commissione nonché ai parlamenti nazionali.

(1) GU C 170 del 5.6.2014, pag. 104.
(2) Testi approvati del 15.4.2014, P7_TA(2014)0382.


Semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: attuazione delle priorità per il 2016
PDF 199kWORD 60k
Risoluzione del Parlamento europeo del 26 ottobre 2016 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: attuazione delle priorità per il 2016 (2016/2101(INI))
P8_TA(2016)0416A8-0309/2016

Il Parlamento europeo,

–  visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 136,

–  vista la comunicazione della Commissione del 18 maggio 2016 sul semestre europeo 2016: raccomandazioni specifiche per paese (COM(2016)0321),

–  viste le conclusioni del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2016 (EUCO 26/16),

–  vista la sua risoluzione del 25 febbraio 2016 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: analisi annuale della crescita 2016(1),

–  vista la comunicazione della Commissione del 7 aprile 2016 dal titolo "Semestre europeo 2016: valutazione dei progressi in materia di riforme strutturali, prevenzione e correzione degli squilibri macroeconomici e risultati degli esami approfonditi a norma del regolamento (UE) n. 1176/2011" (COM(2016)0095),

–  viste le relazioni della Commissione dal titolo "Analisi annuale della crescita 2016" (COM(2015)0690), "Relazione 2016 sul meccanismo di allerta" (COM(2015)0691) e "Progetto di relazione comune sull'occupazione" (COM(2015)0700), la raccomandazione della Commissione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro (COM(2015)0692) e la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il Programma di sostegno alle riforme strutturali per il periodo 2017-2020, presentata dalla Commissione il 26 novembre 2015 (COM(2015)0701),

–  vista la relazione dei cinque presidenti del 22 giugno 2015 intitolata "Completare l'Unione economica e monetaria dell'Europa",

–  vista la sua risoluzione del 24 giugno 2015 sulla verifica del quadro di governance economica: bilancio e sfide(2),

–  vista la sua risoluzione del 1° dicembre 2011 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche(3),

–  vista la comunicazione della Commissione del 13 gennaio 2015 dal titolo "Sfruttare al meglio la flessibilità consentita dalle norme vigenti del patto di stabilità e crescita" (COM(2015)0012),

–  visto il regolamento (UE) 2015/1017 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 giugno 2015, relativo al Fondo europeo per gli investimenti strategici, al polo europeo di consulenza sugli investimenti e al portale dei progetti di investimento europei e che modifica i regolamenti (UE) n. 1291/2013 e (UE) n. 1316/2013 - il Fondo europeo per gli investimenti strategici(4),

–  vista la comunicazione della Commissione del 26 novembre 2014 dal titolo "Un piano di investimenti per l'Europa" (COM(2014)0903),

–  visto il Libro verde della Commissione del 18 febbraio 2015 intitolato "Costruire un'Unione dei mercati dei capitali" (COM(2015)0063),

–  vista la comunicazione della Commissione del 17 giugno 2015 dal titolo "Un regime equo ed efficace per l'imposta societaria nell'Unione europea: i 5 settori principali d'intervento" (COM(2015)0302),

–  viste le sue risoluzioni del 5 febbraio 2013(5) e del 15 settembre 2016(6) dal titolo "Migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti",

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per i problemi economici e monetari e i pareri della commissione per l'occupazione e gli affari sociali, della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, della commissione per lo sviluppo regionale e della commissione per la cultura e l'istruzione (A8-0309/2016),

A.  considerando che le previsioni della primavera 2016 della Commissione segnano un tasso di crescita dell'1,6 % per la zona euro e dell'1,8 % per l'UE nel 2016;

B.  considerando che l'Europa risulta ancora interessata da un profondo deficit di investimenti, e che è necessario aumentare la domanda interna e correggere gli squilibri macroeconomici, incrementando nel contempo gli investimenti nell'UE;

C.  considerando che la disoccupazione in generale (e quella strutturale in particolare) nell'Unione europea rimane una delle principali sfide cui gli Stati membri devono far fronte, poiché si attesta attualmente a un tasso molto elevato (10,5 milioni di disoccupati di lungo periodo nell'UE); che, sebbene i dati siano leggermente migliorati rispetto agli anni precedenti, i tassi di disoccupazione e disoccupazione giovanile generali nelle periferie europee sono ancora significativamente superiori al tasso medio registrato nell'Unione nel suo complesso;

D.  considerando che il calo dei prezzi del petrolio e la lenta crescita economica a inizio 2016 sembrano ulteriori fattori della diminuzione del tasso di inflazione a livelli inferiori allo zero;

E.  considerando che gli sviluppi politici quali l'esito del referendum nel Regno Unito e le relazioni con la Russia, nonché le incertezze nello sviluppo economico globale, hanno contribuito ulteriormente a inibire gli investimenti;

F.  considerando che l'afflusso di rifugiati negli Stati membri ha altresì messo a dura prova gli investimenti negli Stati membri;

G.  considerando che le raccomandazioni del semestre europeo agli Stati membri hanno un tasso di reattività simile alle raccomandazioni unilaterali dell'OCSE (29 % rispetto al 30 % nel 2014);

H.  considerando che, nella sua risoluzione sull'analisi annuale della crescita 2016, il Parlamento europeo ha accolto con favore la migliore combinazione di politiche sottolineando nel contempo la necessità di un'attenzione specifica alla zona euro; che il Parlamento ha altresì sottolineato l'importanza di aumentare gli investimenti, le riforme sostenibili e la responsabilità di bilancio, con l'obiettivo di promuovere ulteriormente i livelli di crescita e la ripresa in Europa;

Le sfide in Europa nel contesto del rallentamento economico globale

1.  osserva con preoccupazione che l'economia dell'UE crescerà meno rispetto alle previsioni economiche europee della primavera 2016, in quanto il PIL della zona euro dovrebbe aumentare solo dell'1,6 %, raggiungendo l'1,8 % nel 2017;

2.  sottolinea che le sfide dell'UE sono legate al deterioramento del contesto internazionale, alla mancata attuazione di riforme sostenibili e alle divergenze in termini di risultati economici e sociali raggiunti nelle diverse zone dell'Unione; sottolinea la necessità di aumentare la crescita, la coesione, la produttività e la competitività; ritiene che la mancanza di investimenti sostenibili e le carenze nel completamento del mercato unico privino l'Unione europea del suo pieno potenziale di crescita;

3.  accoglie con favore l'attenzione riservata dalla Commissione, nell'ambito delle sue raccomandazioni specifiche per paese 2016, alle tre priorità principali per rafforzare ulteriormente la crescita economica: promuovere gli investimenti per l'innovazione, la crescita e la creazione di posti di lavoro, portare avanti riforme strutturali socialmente equilibrate e incoraggiare una gestione responsabile delle finanze pubbliche; sottolinea, tuttavia, che la Commissione potrebbe fare di più per rafforzare la sostenibilità di bilancio conformemente al patto di stabilità e crescita, avvalendosi pienamente delle relative clausole di flessibilità, in linea con la comunicazione della Commissione del 13 gennaio 2015 (COM(2015)0012);

4.  riconosce l'importanza della coerenza tra gli strumenti della politica di coesione e il quadro più ampio di governance economica, nell'intento di sostenere gli sforzi di recupero necessari per raggiungere la conformità con le norme del semestre europeo; sottolinea, tuttavia, che la legittimità della politica di coesione deriva dai trattati e che tale politica è espressione della solidarietà europea, che come obiettivo principale ha il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale dell'UE mediante la riduzione del divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni, il finanziamento degli investimenti legati agli obiettivi di Europa 2020 e l'avvicinamento dell'UE ai suoi cittadini; è pertanto del parere che le misure che collegano l'efficacia dei fondi SIE con una sana governance economica dovrebbero essere applicate con discernimento e in modo equilibrato, ma solo in ultima istanza, e che i loro effetti dovrebbero essere segnalati; ricorda, inoltre, che l'applicazione di tali misure dovrebbe essere sempre giustificata e trasparente e dovrebbe tenere sempre conto della situazione socioeconomica specifica dello Stato membro in questione, al fine di non intralciare gli investimenti regionali e locali, che sono assolutamente essenziali per le economie degli Stati membri e, in particolare, per le piccole e medie imprese (PMI), dal momento che questi investimenti massimizzano la crescita e la creazione di posti di lavoro e stimolano la competitività e la produttività, soprattutto in periodi di forte pressione sulla spesa pubblica; attira l'attenzione, per quanto riguarda i casi dei due Stati membri oggetto delle decisioni del Consiglio del 12 luglio 2016, che hanno stabilito sanzioni nel quadro della procedura per i disavanzi eccessivi, a norma dell'articolo 126, paragrafo 8, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), sulla proposta della Commissione del 27 luglio 2016 e sulla successiva decisione del Consiglio dell'8 agosto 2016 di annullare le ammende che avrebbero potuto essere inflitte, tenendo conto della richiesta motivata degli Stati membri in parola, del difficile contesto economico, degli sforzi compiuti da entrambi nel settore delle riforme e dei loro impegni a rispettare le regole del patto di stabilità e crescita; ritiene in tale contesto che la proposta di sospendere una parte degli impegni del 2017 a titolo dei fondi SIE, nel quadro delle misure che collegano la loro efficacia con una robusta governance economica, dovrebbe tener conto del parere del Parlamento, espresso durante il dialogo strutturato;

5.  accoglie con favore l'approccio costante della Commissione volto a limitare il numero di raccomandazioni, nonché i suoi sforzi tesi a razionalizzare il semestre includendo principalmente temi chiave prioritari sul piano macroeconomico e sociale nell'ambito della definizione degli obiettivi strategici per i 18 mesi successivi; ribadisce che ciò agevola l'attuazione delle raccomandazioni in base a una serie esaustiva e significativa di criteri sociali ed economici esistenti; sottolinea che una riduzione del numero di raccomandazioni dovrebbe portare anche a un orientamento tematico migliore; sottolinea la necessità di ridurre le disparità economiche tra gli Stati membri e di raggiungere una convergenza verso l'alto;

6.  sostiene pienamente gli sforzi compiuti per garantire una maggiore titolarità nazionale nella formulazione e nell'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese come processo di riforma continuo; ritiene che, al fine di aumentare la titolarità nazionale e promuovere l'efficace attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese, e poiché le autorità locali e regionali devono attuare più della metà delle raccomandazioni specifiche per paese, queste ultime dovrebbero essere chiaramente enunciate in base a priorità strutturate e ben definite a livello europeo, con il coinvolgimento dei parlamenti nazionali e delle autorità locali e regionali ove opportuno; ribadisce che, alla luce della ripartizione dei poteri e delle competenze nei diversi Stati membri, l'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese potrebbe migliorare con la partecipazione attiva delle autorità locali e regionali e, a tal fine, sostiene la proposta di un codice di condotta per il coinvolgimento delle autorità locali e regionali nel semestre europeo, come proposto dal Comitato delle regioni; chiede agli Stati membri di garantire un adeguato controllo democratico dei programmi nazionali di riforma nei rispettivi parlamenti nazionali;

7.  sottolinea che la lunga crisi economica dell'Europa ha messo in evidenza la forte necessità di facilitare gli investimenti in settori quali l'istruzione, l'innovazione e la ricerca e sviluppo, rafforzando nel contempo la competitività dell'UE mediante il perseguimento di riforme strutturali sostenibili per stimolare la creazione di posti di lavoro di qualità e l'attuazione di politiche di bilancio responsabili volte a creare un contesto migliore per il lavoro, le imprese (in particolare le PMI) e gli investimenti; prende atto dell'impatto del Fondo europeo per gli investimenti strategici, dopo un anno di funzionamento; sottolinea l'importanza di rafforzare l'utilizzo del FEIS nelle regioni meno sviluppate e in transizione e il carattere realmente supplementare dei suoi investimenti pur intensificando gli sforzi per sviluppare piattaforme di investimento, anche a livello regionale;

8.  evidenzia che i tassi di disoccupazione tuttora troppo elevati, in particolare quelli della disoccupazione giovanile, dimostrano come la capacità di creare un'occupazione di qualità sia ancora limitata in vari Stati membri; sottolinea che sono necessari ulteriori interventi, in consultazione con le parti sociali e secondo le prassi nazionali, per rafforzare gli investimenti nelle competenze, rendere i mercati del lavoro più inclusivi e ridurre l'esclusione sociale e le crescenti disuguaglianze di reddito e ricchezza, mantenendo nel contempo una solida gestione di bilancio; osserva che sono necessarie misure di sostegno per facilitare l'accesso ai finanziamenti, in particolare per le PMI, se si vuole affrontare in modo efficace la disoccupazione costantemente elevata in molti Stati membri;

9.  sottolinea che l'attuale situazione economica, che unisce eccedenze di liquidità a tassi di interesse prossimi alla soglia dello zero, prospettive di domanda debole e investimenti e spese limitati da parte delle famiglie e delle imprese, impone l'attuazione della nuova combinazione di politiche presentata dalla Commissione allo scopo di creare occupazione; osserva che la politica monetaria da sola non è sufficiente a stimolare la crescita se mancano gli investimenti e riforme strutturali sostenibili;

Priorità e obiettivi delle raccomandazioni del 2016

10.  sottolinea la raccomandazione della Commissione concernente l'uscita di tre Stati membri dalla procedura per i disavanzi eccessivi; conviene con la Commissione sul fatto che le attuali eccedenze elevate e significative delle partite correnti suggeriscono la necessità di stimolare la domanda e gli investimenti, in particolare quelli a lungo termine, per far fronte alle sfide future nel settore dei trasporti e delle comunicazioni, dell'economia digitale, dell'istruzione, dell'innovazione e della ricerca, dei cambiamenti climatici, dell'energia, della tutela ambientale e dell'invecchiamento demografico; invita la Commissione a continuare a promuovere politiche di bilancio responsabili e sostenibili che sostengano la crescita e la ripresa in tutti gli Stati membri, ponendo maggiore enfasi sugli investimenti e su una spesa pubblica efficace e sostenendo riforme strutturali sostenibili e socialmente equilibrate;

11.  prende atto che sono necessarie ulteriori misure per aumentare le opportunità di finanziamento, in particolare per le PMI, e ridurre i prestiti in sofferenza nella zona euro conformemente alla legislazione dell'UE, al fine di rendere più sani i bilanci delle banche e quindi aumentare la loro capacità di concedere prestiti all'economia reale; sottolinea l'importanza di completare gradualmente e attuare l'Unione bancaria e sviluppare l'Unione dei mercati dei capitali allo scopo di creare un contesto stabile per gli investimenti e la crescita ed evitare la frammentazione del mercato finanziario della zona euro;

12.  sottolinea il fatto che gli investimenti privati finora hanno registrato un ritardo e non sono riusciti a portare una crescita sostenibile e inclusiva nell'UE né a contribuire al miglioramento del contesto imprenditoriale; ritiene che la politica monetaria debba essere accompagnata da adeguate politiche fiscali miranti a migliorare la crescita nell'UE, in linea con le norme del patto di stabilità e crescita, comprese le clausole sulla flessibilità; rileva che gli investimenti a livello di governi subnazionali sono diminuiti drasticamente negli ultimi anni, pur attestandosi ancora a circa il sessanta per cento degli investimenti pubblici nell'UE; sottolinea che gli strumenti della politica di investimento, quali il Fondo europeo per gli investimenti strategici e i fondi strutturali e d'investimento europei, richiedono una combinazione adeguatamente calibrata e una complementarità tra di essi allo scopo di potenziare il valore aggiunto della spesa dell'Unione attirando risorse aggiuntive dagli investitori privati; sottolinea, pertanto, che il programma di sostegno alle riforme strutturali dovrebbe coinvolgere le autorità locali e regionali nella fase di ideazione del progetto delle riforme strutturali in questione;

Risposte politiche e conclusioni

13.  sottolinea la necessità di migliorare la capacità complessiva dell'UE di generare crescita, creare e mantenere posti di lavoro di qualità e quindi far fronte agli elevati livelli di disoccupazione istituendo un quadro normativo favorevole alla crescita; considera che la migrazione potrebbe contribuire a compensare gli effetti negativi dell'invecchiamento della popolazione, in funzione della capacità degli Stati membri di usare in modo migliore le competenze dei migranti e di adattare i sistemi di gestione della migrazione lavorativa alle esigenze del mercato del lavoro;

14.  sottolinea l'importanza di sistemi d'istruzione inclusivi che promuovano l'innovazione e la creatività e insegnino competenze pertinenti al mercato del lavoro, in particolare per quanto riguarda l'istruzione professionale; osserva che dovrebbe essere mantenuto un giusto compromesso, evitando una corsa al ribasso negli stipendi e negli standard occupazionali, tra i costi economici, sociali e umani secondo i valori dell'UE di solidarietà e sussidiarietà, concentrandosi nel contempo sugli investimenti nel capitale umano, nella ricerca e lo sviluppo, nel miglioramento dei sistemi d'istruzione e di formazione professionale, compreso l'apprendimento permanente; reputa che siano necessarie politiche ben concepite per promuovere l'innovazione, la ricerca e lo sviluppo allo scopo di sostenere la produttività, creare una crescita sostenibile stabile e contribuire ad affrontare le attuali sfide strutturali, colmando così il divario di innovazione esistente con le altre economie;

15.  invita la Commissione ad assegnare la priorità alle misure volte a ridurre gli ostacoli a maggiori flussi di investimenti e scambi, che a livello di UE sorgono dalla mancanza di chiarezza in merito alle strategie da seguire, soprattutto nei settori dell'energia, dei trasporti, delle comunicazioni e dell'economia digitale; prende atto degli effetti sui prestiti bancari in seguito all'adozione dell'Unione bancaria e, a livello nazionale, degli ordinamenti giuridici onerosi, della corruzione, della mancanza di trasparenza nel settore finanziario, della burocrazia obsoleta, della digitalizzazione inadeguata dei servizi pubblici, dell'errata allocazione delle risorse, della presenza di ostacoli al mercato interno nel settore bancario e assicurativo e dei sistemi d'istruzione che continuano a non essere in sincronia con i requisiti del mercato del lavoro e del completamento del mercato unico;

16.  deplora il fatto che nell'ambito della strategia Europa 2020, primo programma dell'UE ad annoverare la lotta contro la povertà tra i suoi elementi, l'obiettivo di ridurre la povertà nell'Unione non sarà conseguito; ritiene che l'obiettivo della lotta contro la povertà dovrebbe essere incluso fin dalle prime fasi delle politiche dell'UE;

17.  sottolinea l'importanza di evitare un cuneo fiscale eccessivo sul lavoro, dato che un'imposizione fiscale eccessiva disincentiva gli inattivi, i disoccupati, le persone che costituiscono la seconda fonte di reddito familiare e i cittadini con un reddito basso a ritornare nel mondo del lavoro;

18.  prende atto delle discussioni in corso tra la Commissione e gli Stati membri sulla metodologia di calcolo del divario tra prodotto effettivo e potenziale;

19.  osserva che occorre adoperarsi per rimuovere le barriere agli investimenti che persistono negli Stati membri e consentire una combinazione più adeguata verso politiche che favoriscono la crescita sostenibile, con una vera attenzione alla spesa destinata alla ricerca e allo sviluppo; ritiene che il sostegno del settore pubblico e privato alla ricerca e agli istituti di istruzione superiore rappresenti un fattore cruciale per un'economia europea più competitiva e che la fragilità o l'assenza delle infrastrutture ponga taluni paesi in una condizione di grande svantaggio; sottolinea che non esistono requisiti ideali di politica di innovazione dell'UE validi per tutti ma che, per colmare il divario di capacità di innovazione nell'Unione, sono raccomandabili politiche in materia di innovazione sufficientemente differenziate negli Stati membri, basate sulle storie di successo che sono già state realizzate;

20.  accoglie con favore l'accordo conseguito alla conferenza sul clima di Parigi (COP 21) nel dicembre 2015 e invita gli Stati membri e la Commissione ad attuarlo;

Contributi settoriali al semestre europeo 2016

Politiche occupazionali e sociali

21.  ritiene che la Commissione e il Consiglio dovrebbero prefiggersi l'obiettivo di accompagnare i processi di risanamento di bilancio con misure volte a favorire la riduzione delle disparità e segnala che il processo del Semestre europeo dovrebbe contribuire a fornire risposte alle sfide sociali esistenti ed emergenti, assicurando quindi un'economia più efficace; osserva che gli investimenti sociali nel capitale umano devono costituire una misura complementare fondamentale dato che il capitale umano è uno dei fattori di crescita e un motore della competitività e dello sviluppo; chiede che le grandi riforme strutturali propugnate dalle raccomandazioni specifiche per paese siano accompagnate da una valutazione dell'impatto sociale degli effetti di tali riforme a breve, medio e lungo termine allo scopo di comprenderne meglio le conseguenze sociali, economiche ed occupazionali, in particolare l'impatto sulla creazione di posti di lavoro e sulla crescita economica;

22.  sottolinea che la disoccupazione, e in particolare quella giovanile, rimane un problema prioritario per le società europee e che, secondo la Commissione, la disoccupazione sta continuando a diminuire gradualmente, pur restando al di sopra dei livelli del 2008, con 21,2 milioni di disoccupati nell'aprile 2016 ed enormi differenze tra gli Stati membri; segnala l'esigenza di una valutazione qualitativa e quantitativa dei posti di lavoro creati onde evitare un aumento dei tassi di occupazione come mera conseguenza di un occupazione precaria o di un calo della manodopera; rileva che, nonostante i risultati conseguiti in termini di competenze e conoscenze, i sistemi di istruzione e di formazione di alcuni Stati membri non sono efficaci a livello internazionale e presentano crescenti lacune di competenze, fattore che concorre al fatto che il 39% delle imprese incontrano difficoltà nel trovare personale con le competenze richieste; insiste sul fatto che le raccomandazioni specifiche per paese assegnino una priorità più alta al superamento degli squilibri strutturali sul mercato del lavoro, inclusa la disoccupazione a lungo termine e l'asimmetria tra la domanda e l'offerta di competenze, e sottolinea la necessità di investire e sviluppare ulteriormente i sistemi di istruzione e di formazione, fornendo alla società gli strumenti e le capacità per riadattarsi alle mutevoli esigenze del mercato del lavoro;

23.  segnala che dal 2008 al 2014 il numero di persone nell'UE a rischio di povertà e di esclusione sociale è aumentato di 4,2 milioni, attestandosi in totale a più di 22 milioni (22,3 %); osserva che la Commissione ha affermato che la maggior parte degli Stati membri sono ancora alle prese con la grave eredità sociale della crisi; chiede uno sforzo maggiore da parte della Commissione e degli Stati membri per ridurre la povertà, l'esclusione sociale e le disuguaglianze crescenti, al fine di affrontare le disparità economiche e sociali tra i diversi Stati membri e all'interno delle società; ritiene che la lotta alla povertà e all'esclusione sociale e la riduzione delle disuguaglianze debbano essere una delle priorità incluse nelle raccomandazioni specifiche per paese, in quanto aspetti fondamentali per conseguire una crescita economica duratura e un ritmo di attuazione socialmente sostenibile;

24.  ricorda che, come affermato dal Parlamento, le riforme socialmente responsabili devono basarsi sulla solidarietà, l'integrazione, la giustizia sociale e un'equa distribuzione della ricchezza, ossia su un modello che garantisca uguaglianza e tutela sociale, protegga i gruppi vulnerabili e innalzi il tenore di vita di tutti i cittadini;

25.  sostiene che la crescita economica deve garantire un impatto sociale positivo; plaude all'introduzione di tre nuovi indicatori in materia di occupazione nel quadro di valutazione macroeconomica; rinnova la richiesta che tali indicatori siano posti su un piano di parità con gli indicatori economici esistenti, garantendo che gli squilibri interni siano esaminati meglio e potenziando l'efficacia delle riforme strutturali; chiede a tale proposito, allo scopo di evitare un'applicazione selettiva, che si possa procedere a effettuare analisi approfondite, onde comprendere meglio il rapporto di causa-effetto tra politiche e azioni; propone di introdurre una procedura per gli squilibri sociali nell'elaborazione delle raccomandazioni specifiche per paese per evitare una corsa al ribasso in termini di norme sociali, basandosi su un uso efficace dei parametri sociali e occupazionali nella sorveglianza macroeconomica; ritiene che l'eventuale equiparazione degli indicatori occupazionali con quelli economici debba essere accompagnata da una rivalutazione del ruolo del Consiglio EPSCO nel semestre europeo;

26.  ritiene che l'introduzione dei tre parametri occupazionali dimostri che la strategia europea per l'occupazione, compresi gli orientamenti per l'occupazione, riveste un ruolo importante nel processo di governance economica dell'UE, ma che siano necessari ulteriori sforzi, in particolare attraverso l'introduzione di parametri sociali;

27.  riconosce che la Commissione ha avviato i lavori per la creazione di un pilastro europeo dei diritti sociali, tuttavia ribadisce l'esigenza di definire i risultati del processo di consultazione e di intraprendere nuove azioni efficaci mirate a conseguire un'UE più approfondita ed equa e a svolgere un ruolo rilevante nell'affrontare le disuguaglianze; evidenza a questo proposito la relazione dei cinque presidenti che sollecita una maggiore convergenza economica e sociale, ma riconosce l'assenza di una soluzione valida per tutti; ritiene, in questo senso, che ogni politica comune dovrebbe essere adattata ai singoli Stati membri; ritiene che l'azione europea debba affrontare altresì le disuguaglianze e le disparità di reddito negli Stati membri senza limitarsi a far fronte alla situazione di coloro che versano in maggiori difficoltà;

28.  riconosce che il semestre europeo è ora maggiormente incentrato sui risultati occupazionali e sociali; chiede agli Stati membri, nel rispetto delle loro prerogative, un'azione urgente per assicurare un lavoro dignitoso con salari sufficienti, l'accesso a un reddito minimo adeguato e alla previdenza sociale (fattori che hanno già ridotto il tasso di povertà dal 26,1% al 17,2%) e servizi pubblici di qualità, inoltre sostiene lo sviluppo e l'introduzione di un sistema di sicurezza sociale adeguato e sostenibile; invita la Commissione a sostenere e a scambiare le migliori prassi con gli Stati membri, onde migliorare la capacità amministrativa a livello nazionale, regionale e locale, in quanto si tratta di una sfida centrale per rilanciare gli investimenti a lungo termine e garantire la creazione di occupazione e una crescita sostenibile;

29.  sottolinea che l'offerta e la gestione dei sistemi di sicurezza sociale sono di competenza degli Stati membri e che l'Unione coordina ma non armonizza;

30.  riconosce che la fissazione delle retribuzioni è una competenza degli Stati membri che, in quanto tale, deve essere rispettata conformemente al principio di sussidiarietà;

31.  prende atto del fatto che la disoccupazione giovanile è calata, ma sottolinea che rimane ancora a livelli incredibilmente elevati, con oltre 4 milioni di persone con meno di 25 anni disoccupate nell'UE, di cui 2,885 milioni nell'area dell'euro; deplora il fatto che, più di 3 anni dopo il lancio dell'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile, i risultati dell'attuazione della garanzia per i giovani siano così incerti e talvolta inefficaci; invita la Commissione a presentare nell'ottobre 2016 un'analisi approfondita della sua attuazione che serva da base per la prosecuzione del programma;

32.  ricorda che in molti Stati membri le indennità di disoccupazione calano anno dopo anno, a causa, tra l'altro, della disoccupazione di lunga durata, e che aumenta pertanto il numero di persone che vive sotto la soglia di povertà ed esclusione sociale; chiede di garantire adeguate indennità di disoccupazione affinché i cittadini possano vivere con dignità e misure per una integrazione agevole di tali cittadini nel mercato del lavoro;

33.  sottolinea il fatto che gli squilibri nei sistemi pensionistici sono fondamentalmente dovuti alla disoccupazione, al deprezzamento dei salari e alla precarizzazione del lavoro; chiede pertanto riforme che garantiscano adeguati finanziamenti per un primo forte pilastro delle pensioni che assicuri pensioni dignitose o almeno al di sopra della soglia di povertà;

34.  ricorda ancora una volta che la libera circolazione delle persone è fondamentale per migliorare la convergenza e l'integrazione tra i paesi europei;

35.  prende atto dell'aumento del numero di raccomandazioni (a cinque Stati membri) relative ai regimi di reddito minimo, tuttavia, considerando che le ampie diseguaglianze di reddito sono dannose non solo per la coesione sociale ma anche per la crescita economica sostenibile (come recentemente dichiarato sia dal FMI sia dall'OCSE), invita la Commissione a tenere fede alla promessa del presidente Junker pronunciata nel suo discorso inaugurale e intesa a fornire un reddito adeguato a tutti i cittadini europei attraverso un quadro europeo per il reddito minimo al fine di coprire le spese di sostentamento primario, rispettando nel contempo le prassi nazionali e il principio di sussidiarietà;

36.  esprime preoccupazione per l'aumento delle disparità di reddito in parte connesse a riforme inefficaci del mercato del lavoro; invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare misure che migliorino la qualità dei posti di lavoro in modo da ridurre la segmentazione del mercato del lavoro, unitamente a misure che innalzino i salari minimi a livelli dignitosi e rafforzino la contrattazione collettiva e la posizione dei lavoratori nei sistemi di determinazione delle retribuzioni al fine di ridurre la dispersione salariale; segnala che negli ultimi decenni alla dirigenza aziendale è stata destinata una quota maggiore dei benefici economici, mentre le retribuzioni dei lavoratori hanno registrato una stagnazione o un calo; ritiene che tale dispersione eccessiva degli stipendi aumenti le disuguaglianze e pregiudichi la produttività e la competitività delle imprese;

37.  esprime preoccupazione per il fatto che la disoccupazione di lunga durata resta ancora alta, attestandosi 10,5 milioni di persone nell'UE, e ricorda che l'integrazione dei disoccupati di lunga durata nel mercato del lavoro è cruciale per garantire la sostenibilità dei sistemi di protezione sociale, nonché per la loro autostima; deplora pertanto la mancanza di misure da parte degli Stati membri nell'attuare la raccomandazione del Consiglio sull'integrazione dei disoccupati di lunga durata nel mercato del lavoro; ribadisce la sua richiesta alla Commissione finalizzata a sostenere gli sforzi per creare opportunità di apprendimento permanente inclusive per lavoratori e disoccupati di tutte le età e per adottare quanto prima possibile misure per migliorare l'accesso ai finanziamenti dell'UE e mobilitare risorse supplementari ove possibile;

38.  ritiene che la protezione sociale, comprese le pensioni e i servizi quali l'assistenza sanitaria, l'assistenza all'infanzia e l'assistenza a lungo termine, rimanga essenziale per una crescita equilibrata e inclusiva e per una vita lavorativa più lunga, nonché per creare occupazione e ridurre le disuguaglianze; invita pertanto la Commissione e gli Stati membri a promuovere politiche che garantiscano la sufficienza, l'adeguatezza, l'efficienza nonché la qualità dei sistemi di protezione sociale durante tutto il ciclo di vita di una persona, garantendo una vita decente, lottando contro le disuguaglianze e promuovendo l'inclusione con l'obiettivo di eliminare la povertà, soprattutto per coloro che sono esclusi dal mercato del lavoro e per i gruppi più vulnerabili;

39.  sottolinea gli ostacoli e le barriere, sia fisiche che digitali, che a tutt'oggi incontrano le persone con disabilità; auspica che il Disability Act varato dalla Commissione possa avere pronta attuazione e concentrarsi con efficacia sulle misure specifiche per promuovere l'inclusione e l'accesso;

Mercato interno

40.  accoglie con favore la presenza di un gran numero di raccomandazioni specifiche per paese mirate a sostenere un mercato unico integrato e ben funzionante, comprese le opportunità di finanziamento e di investimento che sostengono le imprese, in particolare le PMI, e a favorire la creazione di occupazione, l'e-government, gli appalti pubblici e il riconoscimento reciproco, ivi compreso il riconoscimento reciproco delle qualifiche; sottolinea che l'applicazione è fondamentale per rendere evidente l'impatto di tali ambiti strategici; ritiene a tale proposito cruciale che la Commissione presti la massima attenzione possibile, nel contesto delle raccomandazioni specifiche per paese, all'introduzione di riforme di lungo periodo con un impatto rilevante, soprattutto in relazione agli investimenti sociali, all'occupazione e alla formazione;

41.  osserva che il mercato unico rappresenta uno dei fondamenti dell'economia dell'UE e sottolinea che un mercato unico inclusivo, caratterizzato da una governance rafforzata che favorisce il miglioramento della regolamentazione e della concorrenza, costituisce uno strumento fondamentale per migliorare la crescita, la coesione, l'occupazione e la competitività nonché per salvaguardare la fiducia delle imprese e dei consumatori; invita pertanto la Commissione a monitorare i progressi compiuti dagli Stati membri e ribadisce l'importanza dell'inclusione formale del pilastro del mercato unico nel Semestre europeo in modo da consentire un monitoraggio continuo degli indicatori del mercato unico, consentendo una verifica e una valutazione sistematica dei progressi compiuti dagli Stati membri rispetto alle raccomandazioni specifiche per paese;

42.  si compiace che la Commissione sia determinata ad affrontare la mancanza di coordinamento fiscale all'interno dell'UE, in particolare le difficoltà incontrate dalle PMI a causa della complessità delle diverse normative nazionali sull'IVA; invita la Commissione a valutare la fattibilità di un coordinamento aggiuntivo e, in particolare, la possibilità di un approccio semplificato all'IVA nel mercato unico digitale;

43.  deplora le barriere tuttora esistenti oppure create che ostacolano il funzionamento corretto e l'integrazione del mercato unico; richiama l'attenzione, in particolare, sul recepimento e l'attuazione parziali della direttiva sui servizi da parte di numerosi Stati membri, e chiede alla Commissione di applicare in maniera più efficace quanto sottoscritto dagli Stati membri nell'ambito della legislazione dell'UE; ricorda l'impegno della Commissione di ricorrere, se necessario, alle procedure di infrazione per garantire la piena attuazione della normativa sul mercato unico di beni e servizi e nel settore digitale;

44.  evidenzia che alla base del sistema del riconoscimento delle qualifiche professionali vi sono i principi della fiducia reciproca tra gli ordinamenti giuridici e la mutua verifica della qualità delle qualifiche; osserva che sono necessarie ulteriori azioni per attuare meglio il reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali; sottolinea che, data la frammentazione del mercato unico che limita l'attività economica e le possibilità di scelta per i consumatori, è essenziale un'applicazione corretta e una regolamentazione migliore in tutti i settori commerciali e per quanto riguarda sia la legislazione vigente sia quella futura; accoglie con favore l'attività di censimento delle professioni e delle qualifiche regolamentate, che consentirà di creare una banca dati pubblica interattiva suscettibile di sostenere i piani d'azione nazionali degli Stati membri;

45.  deplora che le raccomandazioni specifiche per paese lascino ancora spazio a carenze in materia di appalti pubblici, quali la mancanza di concorrenza e di trasparenza, e segnala che 21 Stati membri non hanno recepito pienamente il pacchetto legislativo, il che ha comportato distorsioni nel mercato; invita la Commissione a intervenire prontamente per garantire che gli Stati membri rispettino i loro obblighi giuridici, adottando le necessarie procedure di infrazione; invita la Commissione a monitorare sistematicamente in maniera efficiente e trasparente che le procedure amministrative non costituiscano un onere sproporzionato per le imprese o impediscano alle PMI di partecipare agli appalti pubblici;

46.  sostiene gli Stati membri nei loro sforzi volti a modernizzare i servizi dell'amministrazione pubblica, in particolare attraverso l'e-government, e sollecita una migliore cooperazione transfrontaliera, la semplificazione delle procedure amministrative e l'interoperabilità delle amministrazioni pubbliche nell'interesse di tutte le imprese e di tutti i cittadini, invitando nel contempo la Commissione, laddove la digitalizzazione dei servizi pubblici sia finanziata con il bilancio dell'UE, a impegnarsi in maniera più efficiente nel monitoraggio dell'uso appropriato delle risorse;

o
o   o

47.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione ai Presidenti del Consiglio, della Commissione, dell'Eurogruppo e della BCE, nonché ai parlamenti nazionali.

(1) Testi approvati, P8_TA(2016)0058.
(2) Testi approvati, P8_TA(2015)0238.
(3) GU C 165 E dell'11.6.2013, pag. 24.
(4) GU L 169 dell'1.7.2015, pag. 1.
(5) GU C 24 del 22.1.2016, pag. 2.
(6) Testi approvati, P8_TA(2016)0358.


Acidi grassi trans
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Risoluzione del Parlamento europeo del 26 ottobre 2016 sugli acidi grassi trans (TFA) (2016/2637(RSP))
P8_TA(2016)0417B8-1115/2016

Il Parlamento europeo,

–  visto il regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, in particolare l'articolo 30, paragrafo 7(1),

–  vista la relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, del 3 dicembre 2015, riguardante i grassi trans negli alimenti e nella dieta generale della popolazione dell'Unione (COM(2015)0619),

–  vista la relazione del Centro comune di ricerca intitolata "Trans fatty acids in Europe: where do we stand? A synthesis of the evidence: 2003-2013" (Acidi grassi trans in Europa: qual è la situazione attuale? Una sintesi delle prove raccolte: 2003-2013),

–  visto il parere scientifico dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) del 2009, che forniva raccomandazioni in merito all'assunzione alimentare di acidi grassi trans (TFA – trans fatty acids),

–  viste le pubblicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), intitolate "The effectiveness of policies for reducing dietary trans fat: a systematic review of the evidence"(2) (L'efficacia delle politiche ai fini della riduzione del consumo di acidi grassi trans: un esame sistematico dei dati), "Eliminating trans fats in Europe – A policy brief"(3) (Eliminazione degli acidi grassi trans in Europa – analisi delle politiche) e "Effect of trans-fatty acid intake on blood lipids and lipoproteins: a systematic review and meta-regression analysis"(4) (Effetto dell'assunzione di acidi grassi trans sui lipidi nel sangue e sulle lipoproteine: un esame sistematico e analisi di meta-regressione),

–  viste le interrogazioni al Consiglio e alla Commissione sui TFA(O-000105/2016 – B8-1801/2016 e O-000106/2016 – B8-1802/2016),

–  vista la proposta di risoluzione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare,

–  visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che i TFA sono un particolare tipo di grassi insaturi;

B.  considerando che i TFA, nonostante siano presenti naturalmente negli alimenti ottenuti da ruminanti, quali i prodotti lattiero-caseari e la carne, e in alcune piante e prodotti di origine vegetale (porri, piselli, lattuga, olio di colza), si trovano principalmente negli oli vegetali parzialmente idrogenati di produzione industriale (gli oli vegetali che sono modificati tramite l'aggiunta di atomi di idrogeno e che sono utilizzati per friggere e per cuocere al forno e negli alimenti trasformati per prolungarne la durata di conservazione);

C.  considerando che, di conseguenza, l'assunzione di TFA è legata soprattutto al consumo di oli parzialmente idrogenati di produzione industriale, utilizzati dall'industria alimentare in un'ampia gamma di prodotti alimentari e bevande (negli alimenti sia preconfezionati che non preconfezionati, come gli alimenti venduti sfusi e quelli serviti nei servizi di catering e di ristorazione);

D.  considerando che nel 2010 l'EFSA ha concluso che i TFA derivati dai ruminanti hanno effetti simili a quelli contenuti nei prodotti industriali;

E.  considerando che il grasso dei ruminanti contiene tra il 3 e il 6 % di TFA;

F.  considerando che il consumo umano di TFA naturali derivati dai ruminanti è generalmente basso e che l'OMS indica che è improbabile che tali TFA naturali rappresentino un rischio per la salute nelle attuali diete reali, considerato il livello di assunzione relativamente ridotto;

G.  considerando che la presente risoluzione concerne esclusivamente gli acidi grassi di produzione industriale;

H.  considerando che molti ristoranti e fast-food utilizzano i TFA per friggere gli alimenti in quanto sono poco costosi e possono essere utilizzati più volte nelle friggitrici commerciali;

I.  considerando che durante la preparazione di alcuni alimenti (ad esempio biscotti, torte, spuntini salati e alimenti fritti) vengono aggiunti o si formano ulteriori TFA;

J.  considerando che il consumo frequente di oli vegetali parzialmente idrogenati di produzione industriale è associato a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari (più di qualsiasi altro fattore a lungo termine), infertilità, endometriosi, calcoli biliari, morbo di Alzheimer, diabete, obesità e alcuni tipi di tumore;

K.  considerando che le autorità europee dovrebbero adottare tutte le misure necessarie per contrastare le cause dell'obesità;

L.  considerando che un'elevata assunzione di TFA aggrava il rischio di sviluppare cardiopatie coronariche (più di qualsiasi altro nutriente in base al rispettivo numero di calorie) e che tali patologie, secondo una stima prudente, causano ogni anno circa 660 000 decessi nell'Unione europea (UE), ovvero circa il 14 % della mortalità complessiva;

M.  considerando che l'EFSA raccomanda di "limitare il più possibile l'assunzione di TFA in una dieta adeguata sotto il profilo nutrizionale"(5);

N.  considerando che l'OMS raccomanda, più nel dettaglio, di limitare il consumo di TFA a meno dell'1 % dell'apporto calorico giornaliero(6);

O.  considerando che nel giugno 2015 la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha stabilito che di norma gli oli parzialmente idrogenati non sono considerati privi di rischio per l'uso alimentare umano;

P.  considerando che, nonostante la limitata disponibilità di dati a livello di UE, un recente studio che sintetizza i dati di nove paesi dell'Unione ha concluso che l'assunzione giornaliera media di TFA è inferiore all'1 % dell'apporto calorico giornaliero, ma sono stati registrati livelli di assunzione più elevati in determinati gruppi della popolazione di alcuni degli Stati membri esaminati(7);

Q.  considerando che un'analisi dei dati più recenti disponibili pubblicamente conferma che, nonostante sia stata segnalata una riduzione dei TFA in determinati prodotti alimentari, in alcuni mercati alimentari dell'UE diversi alimenti presentano ancora livelli elevati di TFA, ossia un livello superiore a 2 g di TFA per 100 g di grassi (ad esempio, biscotti o popcorn, con circa 40-50 g di TFA/100 g di grassi, e prodotti alimentari non preconfezionati, quali prodotti da forno);

R.  considerando che studi internazionali dimostrano che le politiche finalizzate a limitare il tenore di TFA negli alimenti comportano una riduzione dei livelli di TFA senza aumentare il tenore totale di grassi; che tali politiche sono realizzabili e attuabili ed è probabile che abbiano un effetto positivo sulla salute pubblica;

S.  considerando che nell'UE, purtroppo, solo un consumatore su tre ha conoscenze in materia di TFA, il che dimostra come le misure di etichettatura non siano riuscite a essere efficaci e che occorre avviare azioni di sensibilizzazione attraverso il sistema educativo e campagne di comunicazione;

T.  considerando che la legislazione dell'UE non prevede disposizioni in merito al tenore di TFA negli alimenti né richiede un'etichettatura corrispondente;

U.  considerando che in Austria, Danimarca, Lettonia e Ungheria è in vigore una normativa che limita il tenore di TFA negli alimenti, mentre la maggior parte degli altri Stati membri hanno optato per misure volontarie, quali l'autoregolamentazione, raccomandazioni alimentari o criteri di composizione per prodotti tradizionali specifici;

V.  considerando che è dimostrato che l'introduzione di limiti legali per i TFA industriali da parte della Danimarca, che nel 2003 ha stabilito un limite nazionale del 2 % per quanto concerne il tenore di grassi trans negli oli e nei grassi, ha portato a risultati positivi, riducendo considerevolmente i decessi causati da malattie cardiovascolari(8);

W.  considerando che l'unico modo in cui i consumatori possono individuare i prodotti che potrebbero contenere TFA è verificare la presenza di oli parzialmente idrogenati nell'elenco degli ingredienti dei prodotti alimentari preconfezionati; che, in base alle norme attuali dell'UE, i consumatori potrebbero avere difficoltà a comprendere la differenza tra oli idrogenati (che non contengono TFA ma solo acidi grassi saturi) e oli parzialmente idrogenati (che contengono TFA e altri acidi grassi), dal momento che il regolamento (UE) n. 1169/2011 prevede che tali informazioni siano indicate nell'elenco degli ingredienti dei prodotti alimentari preconfezionati;

X.  considerando che studi recenti hanno dimostrato che le persone con uno status socioeconomico più elevato seguono un regime alimentare più salutare rispetto alle persone con uno status socioeconomico inferiore e che tale divario si sta ampliando con l'aumento delle disuguaglianze sociali;

Y.  considerando che, in particolare, i TFA sono tendenzialmente utilizzati nei prodotti alimentari più economici e che, poiché le persone con un reddito inferiore sono maggiormente esposte al consumo di alimenti più economici con un tenore di TFA più elevato, vi è un maggiore rischio di accentuare le disuguaglianze in ambito sanitario;

Z.  considerando che dovrebbero essere adottate decisioni appropriate a livello di UE per ridurre l'assunzione di TFA industriali;

AA.  considerando che le organizzazioni sanitarie, le associazioni di consumatori, le associazioni di professionisti sanitari e le industrie alimentari hanno esortato(9) la Commissione a presentare una proposta legislativa che limiti la quantità di TFA industriali presenti negli alimenti a un livello simile a quello fissato dalle autorità danesi (vale a dire 2 g di TFA per 100 g di grassi);

1.  ricorda che la questione dei TFA è una priorità per il Parlamento europeo e ribadisce la sua preoccupazione in merito ai rischi posti dai TFA per la salute umana;

2.  sottolinea il fatto che, alla luce della conclusione raggiunta nel 2015 in virtù della quale i TFA non sono generalmente riconosciuti sicuri, gli Stati Uniti hanno già annunciato che i produttori alimentari dovranno eliminare gli oli parzialmente idrogenati dai prodotti venduti sul mercato nazionale a partire da metà 2018;

3.  ricorda che è dimostrato che limitare i TFA può apportare rapidi e significativi benefici per la salute; sottolinea, in tale contesto, l'esito positivo dell'esperienza in Danimarca, dove nel 2003 è stato introdotto un limite nazionale del 2 % relativo ai TFA presenti negli oli e nei grassi;

4.  evidenzia che la maggior parte della popolazione dell'UE, soprattutto le persone più vulnerabili, non dispongono di informazioni sui TFA e sulle conseguenze per la salute derivanti dalla loro assunzione, il che impedisce ai consumatori di compiere scelte consapevoli;

5.  manifesta preoccupazione per il fatto che i gruppi vulnerabili, inclusi i cittadini con uno status socioeconomico o un'istruzione inferiori, e i bambini sono più inclini a consumare alimenti con un tenore di TFA più elevato;

6.  riconosce che tutte le attuali strategie per la riduzione dei TFA sembrano essere associate a riduzioni significative dei livelli di TFA negli alimenti e deplora la mancanza di un approccio armonizzato dell'UE in materia di TFA; sottolinea che le azioni individuali degli Stati membri creeranno un mosaico di regolamentazioni, potenzialmente in grado di avere effetti sulla salute differenti da uno Stato membro all'altro e, inoltre, di ostacolare il corretto funzionamento del mercato unico e l'innovazione dell'industria alimentare;

7.  ritiene, pertanto, che non sia opportuno agire solo a livello nazionale e che sia necessaria un'azione da parte dell'UE al fine di ridurre l'assunzione media di TFA in modo significativo;

8.  sottolinea che, secondo l'OMS(10), una politica di etichettatura dei grassi trans potrebbe rivelarsi l'opzione più costosa da attuare efficacemente, mentre l'impatto finanziario dei divieti sui grassi trans è stato minimo nei paesi che hanno applicato tali divieti, in ragione dei bassi costi di attuazione e di monitoraggio;

9.  ritiene che la mancanza di consapevolezza da parte dei consumatori in merito agli effetti negativi dei TFA sulla salute renda l'etichettatura obbligatoria dei TFA uno strumento importante ma incompleto, rispetto ai limiti vincolanti, per tentare di ridurre l'assunzione di TFA da parte dei cittadini europei;

10.  osserva, a tale proposito, che una strategia di etichettatura dei TFA interessa solo taluni alimenti, trascurando, invece, gli alimenti non preconfezionati o quelli serviti nella ristorazione;

11.  invita la Commissione a introdurre quanto prima un limite legale dell'UE relativo al tenore di TFA industriali (sia come ingredienti, sia come prodotti finali) in tutti i prodotti alimentari al fine di ridurne l'assunzione da parte dell'intera popolazione;

12.  chiede che tale proposta sia presentata entro due anni;

13.  chiede, inoltre, che tale proposta sia accompagnata da una valutazione d'impatto che esamini i costi di riformulazione industriale da sostenere in caso di introduzione di un limite obbligatorio e il potenziale riversamento di tali costi sui consumatori;

14.  prende atto, a tale riguardo, dell'annuncio della Commissione di volere condurre una valutazione d'impatto approfondita al fine di esaminare i costi e benefici delle diverse soglie possibili e invita la Commissione a tenere conto in modo particolare dell'impatto sulle PMI;

15.  invita il settore dell'industria alimentare a privilegiare soluzioni alternative che rispettino le norme sanitarie e ambientali, come l'uso di oli migliorati, nuovi procedimenti di modificazione dei grassi o la combinazione di sostituti dei TFA (fibre, cellulose, amidi, miscele proteiche, ecc.);

16.  invita inoltre la Commissione a collaborare con gli Stati membri al fine di migliorare l'alfabetizzazione nutrizionale, incoraggiare i consumatori e consentire loro di compiere scelte alimentari più salutari e impegnarsi con l'industria per favorire una riformulazione in chiave salutare dei prodotti;

17.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1) GU L 304 del 22.11.2011, pag. 18.
(2) Bulletin of the World Health Organization 2013; 91:262–269H.
(3) http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0010/288442/Eliminating-trans-fats-in-Europe-A-policy-brief.pdf?ua=1.
(4) http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/246109/1/9789241510608-eng.pdf.
(5) EFSA Journal. 2010;8(3):1461.
(6) http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/42665/1/WHO_TRS_916.pdf?ua=1 pg89, WHO/FAO technical report series 916
(7) Mouratidou et al. Trans Fatty acids in Europe: where do we stand? JRC Science and Policy Reports 2014 doi:10.2788/1070.
(8) Brandon J. et al. Denmark's policy on artificial trans fat and cardiovascular disease, Am J Prev Med 2015.
(9) http://www.beuc.eu/publications/open_letter_industrially_produced_tfas_freeeu.pdf.
(10) Eliminating trans fats in Europe: A policy brief, (Eliminazione degli acidi grassi trans in Europa – analisi delle politiche) pag: 6.

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