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Procedura : 2016/2222(INI)
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Ciclo del documento : A8-0066/2017

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A8-0066/2017

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PV 03/04/2017 - 19
CRE 03/04/2017 - 19

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PV 04/04/2017 - 7.3
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P8_TA(2017)0098

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Martedì 4 aprile 2017 - Strasburgo
Olio di palma e disboscamento delle foreste pluviali
P8_TA(2017)0098A8-0066/2017

Risoluzione del Parlamento europeo del 4 aprile 2017 sull'olio di palma e il disboscamento delle foreste pluviali (2016/2222(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visti gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite per il periodo 2015-2030,

–  visto l'accordo di Parigi raggiunto in occasione della 21a sessione della Conferenza delle Parti alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 21),

–  vista la relazione tecnica della Commissione, dal titolo "The impact of EU consumption on deforestation" (L'impatto dei consumi dell'UE sulla deforestazione) (2013-063)(1),

–  vista la comunicazione della Commissione, del 17 ottobre 2008, relativa ai problemi di deforestazione e degrado forestale da affrontare per combattere i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità (COM(2008)0645),

–  vista la dichiarazione di Amsterdam, del 7 dicembre 2015, dal titolo "Towards Eliminating Deforestation from Agricultural Commodity Chains with European Countries" (Verso l'eliminazione della deforestazione dalle catene di prodotti agricoli con i paesi europei), a favore di una catena di approvvigionamento dell'olio di palma pienamente sostenibile e della fine della deforestazione illegale entro il 2020,

–  vista la promessa di un sostegno governativo al programma finalizzato a rendere il settore dell'olio di palma sostenibile al 100 % entro il 2020, a nome dei cinque Stati membri firmatari della dichiarazione di Amsterdam: Danimarca, Germania, Francia, Regno Unito e Paesi Bassi,

–  viste la strategia europea per una mobilità a basse emissioni di carbonio, del luglio 2016, e la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, presentata dalla Commissione il 30 novembre 2016, sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili (rifusione) (COM(2016)0767),

–  visto lo studio commissionato e finanziato dalla Commissione europea, del 4 ottobre 2016, dal titolo "The land use change impact of biofuels consumed in the EU: Quantification of area and greenhouse gas impacts" (L'impatto dei biocarburanti consumati nell'UE in termini di cambiamento di destinazione dei terreni: quantificazione della superficie e impatti dei gas serra),

–  vista la relazione dal titolo "Globiom: the basis for biofuel policy post-2020" (Globiom: base della politica sui biocarburanti post 2020),

–  vista la relazione speciale n. 18/2016 della Corte dei conti dal titolo "Il sistema dell'UE per la certificazione dei biocarburanti sostenibili",

–  vista la Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica,

–  vista la Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione,

–  visto il protocollo di Nagoya sull'accesso alle risorse genetiche e la giusta ed equa ripartizione dei benefici derivanti dalla loro utilizzazione relativo alla convenzione sulla diversità biologica, adottato il 29 ottobre 2010 a Nagoya, Giappone, ed entrato in vigore il 12 ottobre 2014,

–  viste la strategia dell'UE sulla biodiversità fino al 2020 e la relativa revisione intermedia(2),

–  vista la sua risoluzione del 2 febbraio 2016 sulla revisione intermedia della strategia dell'UE sulla biodiversità(3),

–  visti il Congresso mondiale sulla conservazione dell'Unione internazionale per la conservazione della natura, tenutosi alle Hawaii nel 2016, e la relativa mozione 066 dal titolo "Mitigating the impacts of oil palm expansion and operations on biodiversity" (Attenuare l'impatto dell'espansione della palma da olio e delle relative attività sulla biodiversità),

–  vista la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni,

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e i pareri della commissione per lo sviluppo, della commissione per il commercio internazionale e della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (A8-0066/2017),

A.  considerando che l'Unione europea (UE) ha ratificato l'accordo di Parigi e deve svolgere un ruolo fondamentale nel conseguimento degli obiettivi stabiliti in materia di lotta ai cambiamenti climatici, tutela ambientale e sviluppo sostenibile;

B.  considerando che l'UE ha avuto un ruolo chiave nel definire gli OSS, i quali sono strettamente legati alla questione dell'olio di palma (obiettivi 2, 3, 6, 14, 16, 17 e in particolare 12, 13 e 15);

C.  considerando che, nel quadro dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, l'UE si è impegnata a promuovere l'attuazione di una gestione sostenibile di tutti i tipi di foreste, ad arrestare la deforestazione, a ripristinare le foreste degradate, ad aumentare considerevolmente l'imboschimento e il rimboschimento a livello globale entro il 2020; che, nell'ambito dell'Agenda 2030, l'UE si è altresì impegnata a garantire modelli di consumo e di produzione sostenibili, a incoraggiare le aziende ad adottare pratiche sostenibili e a integrare informazioni sulla sostenibilità nel loro ciclo di comunicazione, nonché a promuovere procedure sostenibili in materia di appalti pubblici, conformemente alle politiche nazionali e alle priorità globali ed entro il 2020;

D.  considerando che la deforestazione globale è causata da diversi fattori, tra cui la produzione di materie prime agricole quali la soia, la carne bovina, il granturco e l'olio di palma;

E.  considerando che circa la metà (49 %) di tutta la deforestazione tropicale recente è riconducibile al dissodamento illegale a favore dell'agricoltura commerciale e che tale distruzione è alimentata dalla domanda esterna di materie prime agricole, tra cui l'olio di palma, la carne bovina, la soia e i prodotti del legno; che si stima che la conversione illegale delle foreste tropicali in terreni per l'agricoltura commerciale produca 1,47 gigatonnellate di carbonio all'anno, equivalente al 25 % delle emissioni annuali da combustibili fossili dell'UE(4);

F.  considerando che gli incendi verificatisi nel 2015 in Indonesia e nel Borneo sono i più gravi degli ultimi vent'anni e sono il risultato dei cambiamenti climatici, dei cambiamenti di destinazione dei terreni e della deforestazione a livello globale; che le condizioni di clima estremamente secco nella regione potrebbero diventare più frequenti in futuro, a meno che non si intraprendano azioni concordate per prevenire gli incendi;

G.  considerando che gli incendi boschivi in Indonesia e nel Borneo hanno esposto 69 milioni di persone a un insalubre inquinamento atmosferico e sono la causa di migliaia di morti premature;

H.  considerando che, in Indonesia, gli incendi sono generalmente causati dal dissodamento di terreni per le piantagioni di palma da olio e altri usi agricoli; che il 52 % degli incendi verificatisi nel 2015 in Indonesia sono avvenuti in torbiere ricche di carbone, il che ha reso l'Indonesia uno dei paesi maggiormente responsabili del riscaldamento globale(5);

I.  considerando che l'assenza di mappe accurate delle concessioni per la coltivazione di palma da olio e di registri pubblici dei terreni in molti paesi produttori rende difficile determinare la responsabilità degli incendi boschivi;

J.  considerando che, nel quadro della dichiarazione di New York sulle foreste, l'UE ha convenuto di contribuire al conseguimento dell'obiettivo del settore privato di eliminare la deforestazione dalla produzione di materie prime agricole come l'olio di palma, la soia, la carta e la carne bovina entro il 2020, riconoscendo che molte aziende perseguono obiettivi ancora più ambiziosi;

K.  considerando che nel 2008 l'UE si è impegnata a ridurre la deforestazione di almeno il 50 % entro il 2020 e ad arrestare la perdita di superfici forestali a livello mondiale entro il 2030;

L.  considerando che i preziosi ecosistemi tropicali, che coprono solo il 7 % della superficie terrestre, sono messi sempre più sotto pressione dalla deforestazione; che l'introduzione di piantagioni di palma da olio è all'origine di incendi boschivi su vasta scala, del prosciugamento dei fiumi, dell'erosione del suolo, del drenaggio delle torbiere, dell'inquinamento dei corsi d'acqua e in generale della perdita di biodiversità, provocando di conseguenza la perdita di molti servizi ecosistemici e generando un forte impatto sul clima, la conservazione delle risorse naturali e la salvaguardia dell'ambiente a livello globale per le generazioni presenti e future;

M.  considerando che il consumo di olio di palma e di prodotti trasformati derivati svolge un ruolo importante nell'impatto che i consumi dell'UE hanno sulla deforestazione globale;

N.  considerando che si prevede un aumento della domanda di oli vegetali(6), mentre si stima che la domanda di olio di palma raddoppierà entro il 2050(7); che, a partire dagli anni Settanta, il 90 % della crescita della produzione di olio di palma si è concentrato in Indonesia e Malaysia; che la coltivazione di palma da olio sta conoscendo un forte incremento anche in altri paesi asiatici nonché in Africa e in America latina, dove continuano a essere create nuove piantagioni e ampliate quelle esistenti, il che arrecherà ulteriori danni all'ambiente; che, tuttavia, la sostituzione dell'olio di palma con altri oli vegetali renderebbe necessario destinare maggiori superfici alla coltivazione;

O.  considerando che il massiccio utilizzo dell'olio di palma si deve principalmente ai bassi costi di tale materia prima, resi possibili dall'incremento del numero di piantagioni di palma da olio innestate sulle superfici deforestate; che l'utilizzo dell'olio di palma nell'industria alimentare risponde a un modello massificato e non sostenibile di produzione e di consumo, antitetico all'utilizzo e alla promozione di ingredienti e prodotti biologici, di elevata qualità e a chilometro zero;

P.  considerando che l'olio di palma è sempre più utilizzato come biocarburante e nei prodotti alimentari trasformati (attualmente è contenuto nel 50 % circa dei prodotti confezionati);

Q.  considerando che alcune imprese che commercializzano olio di palma non riescono a dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio che l'olio di palma presente nella loro catena di approvvigionamento non è legato alla deforestazione, al drenaggio delle torbiere o all'inquinamento ambientale, né che viene prodotto nel pieno rispetto dei diritti umani fondamentali e di un adeguato livello di protezione sociale;

R.  considerando che, nel quadro del Settimo programma d'azione per l'ambiente, la Commissione è tenuta a valutare in un contesto globale l'impatto ambientale del consumo nell'Unione di prodotti alimentari e non alimentari e, se del caso, a elaborare proposte politiche in risposta ai risultati di tali valutazioni, nonché a considerare lo sviluppo di un piano d'azione dell'Unione in materia di deforestazione e degrado forestale;

S.  considerando che la Commissione prevede di condurre studi sulla deforestazione e l'olio di palma;

T.  considerando che non sono note le emissioni totali di gas serra derivanti dal cambiamento di destinazione dei terreni legato alla palma da olio; che è necessario migliorare le valutazioni scientifiche al riguardo;

U.  considerando che nei paesi produttori non sono disponibili dati certi sulla superficie dei terreni destinati alla coltivazione autorizzata o meno di palma da olio; che tale ostacolo pregiudica all'origine le attività volte a certificare la sostenibilità dell'olio di palma;

V.  considerando che nel 2014 il settore dell'energia è stato responsabile del 60 % delle importazioni di olio di palma nell'UE, di cui il 46 % è stato utilizzato come carburante per i trasporti (il sestuplo rispetto al 2010) e il 15 % per la generazione di energia elettrica e termica;

W.  considerando che si stima che entro il 2020 la quantità di terreni convertiti a livello globale per la coltivazione di palma da olio ai fini della produzione di biodiesel equivarrà a 1 milione di ettari (Mha), di cui 0,57 Mha saranno convertiti a partire da foreste primarie del Sud-Est asiatico(8);

X.  considerando che il cambiamento totale della destinazione dei terreni indotto dal mandato dell'UE sui biocarburanti per il 2020 è di 8,8 Mha, di cui 2,1 Mha di terreni sono convertiti nel Sud-Est asiatico sotto la pressione dell'espansione delle piantagioni di palma da olio, di cui la metà avviene a spese della foresta tropicale e delle torbiere;

Y.  considerando che il disboscamento delle foreste pluviali sta distruggendo gli habitat naturali di oltre metà delle specie animali del pianeta e di oltre due terzi delle specie vegetali esistenti, oltre a minacciare la loro sopravvivenza; che le foreste pluviali ospitano alcune delle specie più rare e spesso endemiche del mondo, che sono incluse nella lista rossa dell'Unione internazionale per la conservazione della natura nella categoria delle specie in pericolo critico, vale a dire specie le cui popolazioni hanno subito una riduzione osservata, stimata, dedotta o sospetta di oltre l'80 % negli ultimi dieci anni o nelle ultime 3 generazioni; che i consumatori dell'UE dovrebbero essere meglio informati sugli sforzi compiuti per proteggere le suddette specie animali e vegetali;

Z.  considerando che numerose inchieste rivelano diffuse violazioni dei diritti umani fondamentali in relazione alla creazione e alla gestione delle piantagioni di palma da olio in molti paesi e che tali violazioni includono espropri forzati, violenza armata, lavoro minorile, servitù da debito o discriminazione nei confronti delle comunità indigene;

AA.  considerando che esistono relazioni(9) molto preoccupanti da cui si apprende che una parte considerevole della produzione mondiale di olio di palma avviene in violazione dei diritti umani fondamentali e in assenza di un adeguato livello di protezione sociale e che i terreni sono spesso motivo di scontri tra le comunità locali e indigene e i titolari di concessioni per la produzione di olio di palma;

Osservazioni generali

1.  ricorda che l'agricoltura sostenibile, la sicurezza alimentare e la gestione sostenibile delle foreste sono obiettivi fondamentali degli OSS;

2.  rammenta che le foreste sono essenziali ai fini dell'adattamento al cambiamento climatico e la sua mitigazione;

3.  prende atto della complessità dei fattori alla base della deforestazione globale, come il dissodamento dei terreni per l'allevamento di bestiame o la coltivazione di sementi, soprattutto per la produzione di mangimi a base di soia per il bestiame dell'Unione o di olio di palma, nonché l'espansione urbana, lo sfruttamento forestale e altre attività agricole intensive;

4.  rileva che il 73 % della deforestazione a livello globale è riconducibile al dissodamento dei terreni per la produzione agricola, e che il 40 % della deforestazione globale è dovuta alla conversione a piantagioni monocolturali di olio di palma su vasta scala(10);

5.  segnala che lo sfruttamento dell'olio di palma non è l'unica causa della deforestazione, ma sono responsabili di tale problema anche l'espansione delle attività di disboscamento illegale e le pressioni demografiche;

6.  osserva che altri oli vegetali prodotti a partire dalla soia, dai semi di colza e da altre colture hanno un impatto ambientale notevolmente superiore e richiedono un uso molto più estensivo dei terreni rispetto all'olio di palma; rileva altresì che altre colture da olio solitamente comportano un uso più intensivo di pesticidi e concimi;

7.  prende atto con preoccupazione che la corsa globale alla terra è fomentata dalla crescente richiesta a livello mondiale di biocarburante e materie prime, nonché dalla speculazione sui terreni e sui prodotti agricoli di base;

8.  ricorda che l'UE è uno dei principali importatori di prodotti derivanti dalla deforestazione, con conseguenze devastanti per la biodiversità;

9.  osserva che poco meno di un quarto (del valore) del totale delle materie prime agricole provenienti dalla deforestazione illegale e scambiate a livello internazionale è destinato all'UE, tra cui, in totale, il 27 % della soia, il 18 % dell'olio di palma, il 15 % della carne bovina e il 31 % del cuoio(11);

10.  sottolinea che, al fine di combattere efficacemente la deforestazione legata al consumo di materie prime agricole, l'azione dell'UE dovrebbe tenere in considerazione non solo la produzione di olio di palma, ma tutti i prodotti agricoli importati;

11.  rammenta che la Malaysia e l'Indonesia, con una quota della produzione mondiale stimata tra l'85 e il 90 %, sono i principali produttori di olio di palma e accoglie con favore l'incremento dei livelli della foresta primaria malese a partire dal 1990, anche se resta preoccupato per gli attuali livelli di deforestazione in Indonesia, con un tasso di perdita complessiva del -0,5 % ogni cinque anni;

12.  ricorda che recentemente l'Indonesia è diventata il terzo maggiore inquinante di CO2 al mondo e che, a causa della continua diminuzione della sua biodiversità, diverse specie selvatiche minacciate rischiano l'estinzione;

13.  rammenta che l'olio di palma rappresenta circa il 40 % del totale degli oli vegetali scambiati a livello globale e che l'UE, con circa 7 milioni di tonnellate all'anno, è il secondo importatore al mondo;

14.  è allarmato per il fatto che circa la metà della superficie delle foreste disboscate illegalmente sia utilizzata per la produzione di olio di palma per il mercato europeo;

15.  osserva che l'olio di palma è usato dall'industria agroalimentare come ingrediente e/o sostituto in ragione della sua produttività e delle sue proprietà chimiche, ad esempio la facilità di conservazione, la temperatura di fusione e il prezzo inferiore rispetto ad altre materie prime;

16.  rileva inoltre che nell'UE il pannello di olio di palmisti è utilizzato come mangime, soprattutto per i bovini da latte e da carne all'ingrasso;

17.  evidenzia a tale proposito che le norme sociali, sanitarie e ambientali sono più rigorose nell'UE;

18.  è pienamente consapevole della complessità della questione dell'olio di palma ed evidenzia l'importanza di elaborare una soluzione globale basata sulla responsabilità collettiva di numerosi attori; raccomanda vivamente l'adozione di tale principio da parte di tutti i soggetti coinvolti nella catena di approvvigionamento, tra cui l'UE e altre organizzazioni internazionali, gli Stati membri, gli istituti finanziari, i governi dei paesi produttori, le popolazioni indigene e le comunità locali, le imprese nazionali e multinazionali attive nella produzione, nella distribuzione e nella trasformazione dell'olio di palma, le associazioni dei consumatori nonché le ONG; ritiene inoltre che tutti gli attori elencati debbano necessariamente partecipare alla risoluzione dei numerosi e gravi problemi legati alla produzione e al consumo non sostenibili di olio di palma attraverso un coordinamento dei loro sforzi;

19.  sottolinea l'importanza della responsabilità globale condivisa nel conseguimento di una produzione di olio di palma sostenibile, evidenziando nel contempo il ruolo fondamentale dell'industria alimentare nell'individuare alternative prodotte in modo sostenibile;

20.  osserva che diversi produttori e commercianti di materie prime, rivenditori e altri intermediari della catena di approvvigionamento, ivi comprese le aziende europee, si sono impegnati a produrre e commercializzare materie prime senza ricorrere alla deforestazione, senza contribuire alla conversione delle torbiere ricche di carbonio, garantendo il rispetto dei diritti umani, la trasparenza, la tracciabilità, la verifica da parte di terzi e pratiche di gestione responsabile;

21.  riconosce che la conservazione della foresta pluviale e della biodiversità globale è di assoluta importanza per il futuro della terra e dell'umanità, ma sottolinea che gli sforzi in materia di conservazione dovrebbero essere affiancati dagli strumenti della politica di sviluppo rurale al fine di prevenire la povertà e dare un impulso all'occupazione nelle piccole comunità agricole delle zone interessate;

22.  ritiene che gli sforzi volti a porre fine alla deforestazione debbano includere lo sviluppo di capacità a livello locale, l'assistenza tecnologica, la condivisione delle migliori pratiche tra le comunità e il sostegno ai piccoli proprietari terrieri per aiutarli a utilizzare i terreni già coltivati nel modo più efficace possibile, senza ricorrere a ulteriori conversioni di zone forestali; sottolinea, in tale contesto, il grande potenziale delle pratiche agroecologiche per massimizzare le funzioni ecosistemiche, attraverso tecniche agroforestali, di semina e di permacultura miste e altamente differenziate, evitando la dipendenza dai fattori produttivi o dalle monocolture;

23.  segnala che la coltivazione di palma da olio può contribuire in modo positivo allo sviluppo economico di un paese ed è in grado di offrire opportunità economicamente valide agli agricoltori, purché sia effettuata in modo responsabile e sostenibile e siano stabilite condizioni rigorose per una coltivazione sostenibile;

24.  prende atto dell'esistenza di diversi tipi di sistemi volontari di certificazione, quali RSPO, ISPO e MSPO, e accoglie con favore il loro ruolo in termini di promozione della coltivazione sostenibile della palma da olio; rileva tuttavia che i criteri di sostenibilità di tali norme sono oggetto di critiche, in particolare per quanto riguarda l'aspetto dell'integrità ecologica e sociale; richiama l'attenzione sul fatto che l'esistenza di sistemi differenti crea confusione per i consumatori e che l'obiettivo finale dovrebbe essere lo sviluppo di un sistema di certificazione unico, che migliori la visibilità dell'olio di palma sostenibile per i consumatori; invita la Commissione a fare in modo che tale sistema di certificazione garantisca che solo l'olio di palma prodotto in modo sostenibile abbia accesso al mercato dell'UE;

25.  osserva che i partner di paesi terzi devono altresì essere resi più consapevoli del loro ruolo nell'affrontare la questione della sostenibilità e della deforestazione, con particolare riguardo alle loro pratiche di approvvigionamento;

Raccomandazioni

26.  invita la Commissione a onorare gli impegni internazionali dell'UE, tra l'altro quelli assunti nel quadro della COP 21, del Forum delle Nazioni unite sulle foreste (UNFF)(12), della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (UNCBD)(13), della dichiarazione di New York sulle foreste e dell'obiettivo di sviluppo sostenibile relativo all'arresto della deforestazione entro il 2020(14);

27.  prende atto del potenziale di iniziative quali la dichiarazione di New York sulle foreste(15), volta a contribuire al conseguimento degli obiettivi del settore privato di eliminare la deforestazione dovuta alla produzione di beni agricoli quali la palma, la soia, la carta e la carne bovina entro il 2020; osserva che alcune imprese hanno obiettivi più ambiziosi ma che, sebbene il 60 % delle imprese che trattano l'olio di palma si siano impegnate ad adottare tali iniziative, ad oggi solo il 2 % riesce a tracciare l'olio di palma che commercializza fino alla fonte(16);

28.  osserva gli sforzi e i progressi compiuti dal settore dell'industria alimentare per ottenere olio di palma sostenibile certificato; invita tutti i settori industriali che utilizzano olio di palma ad incrementare gli sforzi per ottenere olio di palma sostenibile certificato;

29.  invita la Commissione e tutti gli Stati membri che non hanno ancora agito in tal senso a dimostrare il proprio impegno inteso a conseguire un impegno nazionale a livello UE per ottenere il 100 % di olio di palma sostenibile certificato entro il 2020 firmando e attuando, tra le altre cose, la Dichiarazione di Amsterdam sui progressi verso l'eliminazione della deforestazione dalle catene di approvvigionamento delle materie prime agricole con i paesi europei, e ad adoperarsi verso un impegno settoriale mediante, tra l'altro, la firma e l'attuazione della Dichiarazione di Amsterdam a sostegno di una catena di approvvigionamento dell'olio di palma pienamente sostenibile entro il 2020;

30.  invita le imprese che coltivano palma da olio ad aderire all'accordo di Bangkok su un approccio unificato verso l'attuazione degli impegni contro la deforestazione e a impiegare l'approccio dell'elevato stock di carbonio (HCS), che contribuisce a individuare le aree idonee per le piantagioni di palma da olio, ovvero terreni degradati con basso valore in termini di stoccaggio di carbonio o sotto il profilo naturalistico;

31.  chiede all'UE di mantenere i suoi impegni, di intensificare i negoziati in corso sugli accordi volontari di partenariato FLEGT e di garantire che negli accordi finali sia disciplinato il legname ricavato dallo sviluppo delle piantagioni della palma da olio; sottolinea la necessità di garantire che detti accordi siano in linea con il diritto e gli impegni internazionali riguardanti la tutela ambientale, i diritti umani e lo sviluppo sostenibile e che portino a misure adeguate per la conservazione e la gestione sostenibile delle foreste, ivi compresa la tutela dei diritti delle comunità locali e delle popolazioni autoctone; osserva che potrebbe essere adottato un approccio simile anche allo scopo di garantire catene di approvvigionamento responsabili dell'olio di palma; suggerisce che le politiche dell'UE per il settore dell'olio di palma siano basate sui principi FLEGT del dialogo multilaterale fra i soggetti interessati e affrontino le questioni radicate relative alla governance nei paesi produttori, nonché le politiche di sostegno alle importazioni nell'UE; constata che tali misure potrebbero condurre a controlli più efficaci nel settore dell'industria della palma nei paesi di destinazione;

32.  rileva che un elemento importante è rappresentato dalla collaborazione con i paesi produttori attraverso lo scambio di informazioni sugli sviluppi e sulle pratiche commerciali sostenibili e praticabili dal punto di vista economico; sostiene i paesi produttori nei loro sforzi di sviluppo di pratiche sostenibili atte a contribuire a migliorare la vita e l'economia di tali paesi;

33.  invita la Commissione a incoraggiare lo scambio delle migliori pratiche in materia di trasparenza e cooperazione tra i governi e le imprese che utilizzano l'olio di palma e, unitamente agli Stati membri, a collaborare con i paesi terzi al fine di sviluppare e attuare leggi nazionali e rispettare i diritti fondiari consuetudinari delle comunità che assicurano la protezione delle foreste, delle persone che dipendono da esse e del loro sostentamento;

34.  invita la Commissione a valutare la necessità di porre in essere meccanismi per affrontare la conversione delle foreste per l'agricoltura commerciale nel quadro dell'accordo volontario di partenariato (VPA) del piano d'azione FLEGT e ad accrescere ulteriormente la partecipazione delle organizzazioni della società civile, delle comunità autoctone e degli agricoltori proprietari terrieri in tale processo;

35.  invita l'UE a realizzare, quale elemento complementare degli accordi volontari di partenariato, una legislazione di follow-up su tali accordi per quanto concerne l'olio di palma, in linea con il regolamento UE sul legname e che comprenda sia le aziende sia gli istituti finanziari; osserva che l'UE ha regolamentato le catene di approvvigionamento di legname, pesce e minerali provenienti da regioni in conflitto, ma non ancora le catene di approvvigionamento relative ai prodotti agricoli che mettono a rischio le foreste; esorta la Commissione e gli Stati membri a intensificare i loro sforzi intesi ad attuare il regolamento sul legname, al fine di valutarne meglio l'efficacia e stabilire se possa essere preso a modello per un nuovo atto legislativo dell'UE concepito per impedire la vendita nell'UE di olio di palma non sostenibile;

36.  chiede alla Commissione di avviare campagne informative, in collaborazione con tutte le pertinenti parti interessate del settore pubblico e privato, e di fornire ai consumatori informazioni esaustive sulle conseguenze positive dal punto di vista ambientale, sociale e politico della produzione sostenibile di olio di palma; invita la Commissione a garantire che ai consumatori siano fornite informazioni sulla natura sostenibile di un prodotto mediante un simbolo immediatamente riconoscibile per tutti i prodotti contenenti olio di palma, e raccomanda vivamente che tale simbolo sia indicato sul prodotto o sull'imballaggio o sia facilmente accessibile attraverso funzionalità tecnologiche;

37.  invita la Commissione a lavorare a stretto contatto con altri consumatori significativi di olio di palma, quali la Cina, l'India e i paesi produttori, per sensibilizzarli e valutare soluzioni comuni al problema della deforestazione tropicale e del degrado forestale;

38.  attende con interesse gli studi della Commissione sulla deforestazione e l'olio di palma, che dovrebbero essere presentati quanto prima possibile dopo il loro completamento;

39.  invita la Commissione a fornire dati esaustivi sull'uso e sul consumo di olio di palma in Europa e sull'importazione dello stesso nell'UE;

40.  invita la Commissione a intensificare le sua attività di ricerca al fine di raccogliere informazioni sull'impatto dei consumi e degli investimenti europei sul processo della deforestazione, sui problemi sociali, sulle specie in pericolo e l'inquinamento ambientale nei paesi terzi, rivolgendo un appello ai partner commerciali al di fuori dell'UE affinché si adoperino presto in tal senso;

41.  chiede alla Commissione di sviluppare tecnologie e di presentare un piano d'azione concreto, ivi comprese campagne di informazione, onde ridurre l'impatto dei consumi e degli investimenti europei sulla deforestazione nei paesi terzi;

42.  riconosce il contributo positivo apportato dai sistemi di certificazione esistenti, ma osserva con rammarico che né RSPO, ISPO, MSPO né tutti gli altri importanti sistemi di certificazione riconosciuti proibiscono effettivamente ai loro aderenti di convertire le foreste pluviali o le torbiere in piantagioni di palma; ritiene pertanto che tali importanti sistemi di certificazione non siano in grado di limitare efficacemente le emissioni di gas serra derivanti dal processo di creazione e gestione delle piantagioni e non riescano di conseguenza a evitare imponenti incendi in boschi e torbiere; chiede alla Commissione di assicurare una verifica e un monitoraggio indipendenti di tali sistemi di certificazione, garantendo che l'olio di palma immesso sul mercato dell'UE soddisfi tutte le necessarie norme e sia sostenibile; osserva che la questione della sostenibilità nel settore dell'olio di palma non può essere affrontata unicamente con misure e politiche volontarie, ma che sono necessarie norme vincolanti e sistemi di certificazione obbligatori anche per le aziende produttrici di olio di palma;

43.  chiede all'UE di introdurre criteri minimi di sostenibilità per l'olio di palma e i prodotti che lo contengono che entrano nel mercato dell'UE, garantendo che l'olio di palma nell'UE:

   non sia causa di degrado degli ecosistemi, come la deforestazione delle foreste primarie e secondarie, la distruzione o il degrado delle torbiere o di altri siti di valore ecologico, direttamente o indirettamente, e non sia causa di perdita di biodiversità, in particolare per tutte specie animali e vegetali in pericolo;
   non sia causa di cambiamenti delle pratiche di gestione fondiaria con impatti ambientali negativi;
   non sia causa di problemi e conflitti economici, sociali e ambientali, tra cui in particolare i problemi del lavoro minorile, del lavoro forzato, dell'accaparramento dei terreni o dell'espulsione di comunità autoctone o locali;
   rispetti pienamente i diritti umani e sociali fondamentali e sia pienamente conforme alle opportune norme sociali e del lavoro concepite per garantire la sicurezza e il benessere dei lavoratori;
   permetta di includere i piccoli coltivatori di olio di palma nel sistema di certificazione e garantisca loro di percepire una quota equa dei profitti;
   sia coltivato in piantagioni gestite con moderne tecniche agroecologiche onde orientare il passaggio a pratiche agricole sostenibili per minimizzare gli effetti ambientali e sociali negativi;

44.  osserva che sono già disponibili norme severe per la produzione responsabile di olio di palma, ivi comprese quelle elaborate dal gruppo per l'innovazione nel settore dell'olio di palma (POIG), ma devono ancora essere ampiamente adottate dalle aziende e dai sistemi di certificazione, ad eccezione del RSPO Next;

45.  osserva l'importanza per tutti gli attori della catena di approvvigionamento di poter distinguere tra olio di palma e relativi residui e sottoprodotti provenienti da fonti sostenibili o non sostenibili; osserva l'importanza della tracciabilità delle materie prime e della trasparenza in tutte le fasi della catena di approvvigionamento;

46.  invita l'UE a istituire un quadro normativo vincolante per garantire che tutte le catene di approvvigionamento degli importatori dei prodotti agricoli di base siano tracciabili fino all'origine della materia prima;

47.  chiede alla Commissione di rafforzare la tracciabilità dell'olio di palma importato nell'UE e di valutare la possibilità, fino a quando non verrà applicato il sistema di certificazione unico, di applicare sistemi di dazi doganali differenziati in modo da rispecchiare più accuratamente i costi reali connessi all'onere ambientale; chiede alla Commissione, inoltre, di valutare l'introduzione e l'applicazione non discriminatoria di barriere tariffarie e non tariffarie basate sull'impronta di carbonio dell'olio di palma; chiede l'applicazione integrale del principio "chi inquina paga" in relazione alla deforestazione;

48.  invita la Commissione a definire chiaramente sanzioni per i casi di inosservanza, mantenendo nel contempo relazioni commerciali con i paesi terzi;

49.  invita la Commissione, a tale proposito, ad avviare una riforma della nomenclatura del sistema armonizzato presso l'Organizzazione mondiale delle dogane che consenta di distinguere l'olio di palma sostenibile certificato e i relativi derivati dai prodotti non sostenibili;

50.  invita la Commissione a includere, senza indugio, impegni vincolanti nei capitoli sullo sviluppo sostenibile degli accordi commerciali e sulla cooperazione allo sviluppo onde impedire la deforestazione, tra cui, in particolare, una garanzia anti-deforestazione negli accordi commerciali con i paesi produttori, al fine di offrire misure rigorose ed esecutive per affrontare le pratiche forestali non sostenibili nei paesi produttori;

51.  invita la Commissione e gli Stati membri a concentrarsi sull'elaborazione di strumenti atti a facilitare una migliore integrazione delle questioni inerenti alla conservazione nella cooperazione allo sviluppo; osserva che tale approccio contribuirà a garantire che le attività di sviluppo non conducano a problemi ambientali indesiderati, ma interagiscano piuttosto in sinergia con le attività di conservazione;

52.  osserva che i regimi deboli di registrazione catastale nei paesi produttori costituiscono un grande ostacolo al controllo dell'espansione delle piantagioni di palma da olio, limitando le opportunità dei piccoli proprietari di accedere al credito necessario al miglioramento dei risultati in termini di sostenibilità delle loro piantagioni; rileva che il rafforzamento della governance e delle istituzioni forestali a livello locale e nazionale è un presupposto per una politica ambientale efficace; invita la Commissione a fornire assistenza tecnica e finanziaria ai paesi produttori al fine di rafforzarne i regimi di registrazione catastale e migliorare la sostenibilità ambientale delle piantagioni di palma da olio; osserva che la mappatura del territorio nei paesi produttori, anche attraverso l'impiego di tecnologie satellitari e geospaziali, è l'unico modo per monitorare le concessioni di palma da olio e per porre in essere strategie mirate di afforestamento, di riforestazione e di creazione di corridoi ecologici; invita la Commissione a sostenere i paesi produttori affinché attuino sistemi di prevenzione degli incendi;

53.  sostiene la recente moratoria del governo indonesiano sulle torbiere, che dovrebbe impedire l'espansione delle piantagioni sulle foreste torbiere; sostiene l'istituzione di un'agenzia per il ripristino delle torbiere, finalizzata a ripristinare due milioni di ettari di torbiere colpite dagli incendi;

54.  invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere, nell'ambito del dialogo con tali paesi, la necessità di congelare la superficie dedicata alla coltura della palma da olio, anche attraverso l'introduzione di una moratoria sulle nuove concessioni, onde salvaguardare le rimanenti foreste pluviali;

55.  è allarmato per il fatto che gli accordi fondiari possano violare il principio del consenso libero, previo e informato delle comunità locali ai sensi della convenzione 169 dell'OIL; invita l'UE e i suoi Stati membri a garantire che gli investitori con sede nell'UE rispettino pienamente le norme internazionali in materia di investimenti responsabili e sostenibili nel settore dell'agricoltura, in particolare gli orientamenti dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO)-OCSE in materia di catene di approvvigionamento agricolo responsabili, gli orientamenti volontari della FAO sulla proprietà fondiaria, i principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani e gli orientamenti dell'OCSE relativi alle imprese multinazionali; sottolinea la necessità di intraprendere misure intese a garantire l'accesso alle vie di ricorso per le vittime di abusi aziendali;

56.  invita pertanto le autorità competenti nei paesi di origine a rispettare i diritti umani, compresi i diritti fondiari degli abitanti delle zone forestali, e a intensificare l'impegno in campo ambientale, sociale e sanitario, tenendo conto delle direttive volontarie della FAO sui regimi di proprietà applicabili alla terra(17);

57.  esorta l'UE a sostenere le microimprese, le piccole imprese e le imprese rurali locali a conduzione famigliare e a promuovere a livello nazionale e locale la registrazione legale della proprietà o del possesso dei terreni;

58.  sottolinea i bassi tassi di deforestazione delle terre indigene con sistemi tradizionali sicuri di proprietà fondiaria e gestione delle risorse, con un elevato potenziale per un'efficace riduzione delle emissioni dal punto di vista dei costi e assicurando servizi ecosistemici mondiali; chiede di impiegare i fondi internazionali per il clima e lo sviluppo per salvaguardare le terre indigene e delle comunità e per sostenere le popolazioni e le comunità autoctone che investono nella protezione delle loro terre;

59.  ricorda che le donne povere che vivono nelle zone rurali dipendono in particolar modo dalle risorse forestali per la loro sussistenza; sottolinea la necessità di integrare la dimensione di genere nelle politiche forestali e nelle istituzioni nazionali, in modo da promuovere ad esempio la parità di accesso delle donne alla proprietà terriera e ad altre risorse;

60.  ricorda alla Commissione la sua comunicazione intitolata "Problemi di deforestazione e degrado forestale da affrontare per combattere i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità" (COM(2008)0645), che evidenzia un approccio olistico nei confronti della deforestazione tropicale e che tiene conto di tutti i fattori relativi alla deforestazione, ivi compresa la produzione di olio di palma; ricorda alla Commissione gli obiettivi prospettati nei negoziati della COP21 intesi ad arrestare, al più tardi entro il 2030, la perdita di superfici forestali a livello mondiale e a ridurre entro il 2020 la deforestazione tropicale lorda di almeno il 50 % rispetto ai livelli attuali;

61.  invita la Commissione a portare avanti l'elaborazione di un piano d'azione dell'UE sulla deforestazione e sul degrado forestale, che comprenda misure regolamentari concrete intese ad assicurare che né le filiere né le transazioni finanziarie collegate all'UE comportino deforestazione o degrado forestale, in linea con il settimo programma d'azione per l'ambiente e un piano d'azione dell'UE sull'olio di palma; invita la Commissione ad adottare una sola definizione unificata di "senza deforestazione";

62.  esorta gli Stati membri e la Commissione a elaborare una definizione di foresta che comprenda la diversità biologica, sociale e culturale, al fine di prevenire l'accaparramento dei terreni e la distruzione delle foreste tropicali per effetto della vasta monocoltura di olio di palma, poiché tale aspetto metterebbe a repentaglio gli impegni dell'UE in materia di cambiamenti climatici; sottolinea la necessità di dare priorità alle specie autoctone, proteggendo in tal modo gli ecosistemi, gli habitat e le comunità locali;

63.  invita la Commissione a presentare un piano d'azione dell'UE sulla condotta responsabile delle imprese;

64.  insiste affinché le istituzioni di finanziamento allo sviluppo garantiscano che le proprie politiche di salvaguardia sociale e ambientale siano vincolanti e pienamente in linea con il diritto internazionale dei diritti umani; chiede una maggiore trasparenza nel finanziamento di istituti finanziari privati e di organismi finanziari pubblici;

65.  invita gli Stati membri a introdurre requisiti obbligatori che favoriscano l'olio di palma sostenibile in tutte le procedure nazionali di approvvigionamento pubblico;

66.  osserva con preoccupazione che l'agricoltura commerciale resta un fattore significativo della deforestazione globale e che dal 2000 circa la metà dell'intera deforestazione tropicale è dovuta alla conversione illegale delle foreste in terreni per l'agricoltura commerciale, il che può anche comportare un rischio di conflitti; chiede un coordinamento più efficace per quanto concerne le politiche in materia di foreste, agricoltura commerciale, uso del suolo e sviluppo rurale, nell'ottica di conseguire gli OSS e gli impegni relativi ai cambiamenti climatici; sottolinea che la coerenza delle politiche per lo sviluppo (CPS) è necessaria anche in questo ambito, ivi inclusa la politica dell'UE in materia di energie rinnovabili;

67.  richiama l'attenzione sui problemi connessi ai processi di concentrazione dei terreni e ai cambiamenti della destinazione dei terreni derivanti dalla creazione di monocolture come le piantagioni di olio di palma;

68.  invita la Commissione a sostenere ulteriormente la ricerca sugli effetti che i cambiamenti della destinazione dei terreni, ivi comprese la deforestazione e la produzione di bioenergia, hanno sulle emissioni di gas a effetto serra;

69.  invita la Commissione a dare l'esempio ad altri paesi inserendo nella legislazione dell'UE norme contabili per le emissioni di gas serra dalle zone umide gestite e per i cambiamenti della destinazione dei terreni delle zone umide;

70.  prende atto degli effetti delle grandi monocolture di palma da olio, che aumentano la presenza di organismi nocivi, l'inquinamento idrico dovuto ai prodotti agrochimici e l'erosione del suolo, e influiscono sull'assorbimento del carbonio e sull'ecologia dell'intera regione, ostacolando la migrazione delle specie animali;

71.  osserva che le ricerche più recenti dimostrano che la policoltura agroforestale applicata alle piantagioni di palma da olio può offrire vantaggi combinati in termini di biodiversità, produttività e risultati sociali positivi;

72.  chiede alla Commissione di garantire la coerenza delle sinergie fra la politica agricola comune (PAC) e le altre politiche dell'UE e di rilanciarle, assicurando che siano condotte in maniera compatibile con i programmi finalizzati a contrastare la deforestazione nei paesi in via di sviluppo, tra cui REDD; chiede alla Commissione di garantire che la riforma della PAC non conduca, direttamente o indirettamente, ad una ulteriore deforestazione e che sostenga l'obiettivo di porre fine alla deforestazione globale; chiede alla Commissione e agli Stati membri di garantire che i problemi ambientali relativi alla deforestazione causata dall'olio di palma siano affrontati anche alla luce degli obiettivi stabiliti dalla strategia dell'UE sulla biodiversità fino al 2020, che dovrebbero essere una parte integrante dell'azione esterna dell'Unione in questo settore;

73.  chiede alla Commissione di sostenere le organizzazioni incentrate principalmente sulla conservazione in situ, ma anche ex situ, di tutte le specie animali interessate dalla perdita di habitat riconducibile alla deforestazione connessa all'olio di palma;

74.  chiede che a livello dell'UE siano condotte maggiori ricerche sui mangimi sostenibili, onde sviluppare alternative ai prodotti a base di olio di palma per l'agricoltura europea;

75.  osserva che il 70 % dei biocarburanti consumati nell'UE è coltivato/prodotto nell'UE e che dei biocarburanti importati nell'UE il 23 % è olio di palma, proveniente principalmente dall'Indonesia, e un altro 6 % soia(18);

76.  rileva gli effetti indiretti della domanda di biocarburante nell'UE associati alla distruzione delle foreste tropicali;

77.  osserva che, una volta considerato il cambiamento indiretto di destinazione dei terreni (ILUC), i biocarburanti prodotti a partire dalle colture possono, in taluni casi, persino tradursi in un aumento netto delle emissioni di gas a effetto serra, ad esempio per quanto concerne gli incendi di habitat con elevati stock di carbonio, come le foreste tropicali e le torbiere; teme che l'impatto dell'ILUC non sia contemplato nella valutazione dei sistemi volontari effettuata dalla Commissione;

78.  invita le istituzioni dell'UE, nel quadro della riforma della direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili, a inserire nel suo sistema volontario procedure di verifica specifiche relative ai conflitti inerenti alla proprietà fondiaria, al lavoro forzato/minorile, alle condizioni di lavoro inadeguate per gli agricoltori e ai rischi per la salute e la sicurezza; chiede altresì all'UE di tenere in conto l'impatto dell'ILUC e a includere nella riforma della direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili requisiti in materia di responsabilità sociale;

79.  chiede che nella politica dell'UE sui biocarburanti siano inclusi criteri di sostenibilità efficaci, che proteggano le terre con un elevato valore in termini di biodiversità, con un elevato stock di carbonio nonché le torbiere, includendo altresì criteri sociali;

80.  riconosce che l'ultima relazione(19) della Corte dei conti europea, che esamina gli attuali sistemi di certificazione dei biocarburanti, ha riscontrato che tali sistemi non contemplano importanti aspetti di sostenibilità, non tengono ad esempio in considerazione gli effetti indiretti della domanda, non prevedono procedure di verifica e non possono garantire che i biocarburanti certificati non provochino deforestazione o effetti socioeconomici negativi; è consapevole delle preoccupazioni circa la trasparenza nella valutazione dei sistemi di certificazione; invita la Commissione a migliorare la trasparenza dei sistemi di sostenibilità, anche attraverso l'elaborazione di un elenco appropriato degli aspetti che dovrebbero essere controllati, tra cui relazioni annuali e la possibilità di richiedere verifiche eseguite da terzi indipendenti; chiede che la Commissione disponga di maggiori poteri di verifica e controllo dei sistemi, delle relazioni e delle attività;

81.  chiede che le pertinenti raccomandazioni della Corte siano attuate, come concordato dalla Commissione;

82.  osserva con preoccupazione che il 46 % dell'olio di palma totale importato dall'UE è utilizzato per la produzione di biocarburanti e che ciò implica l'uso di circa un milione di ettari di terreni tropicali; invita la Commissione ad adottare misure volte a eliminare gradualmente l'uso degli oli vegetali che contribuiscono alla deforestazione, incluso l'olio di palma, quale componente dei biocarburanti, preferibilmente entro il 2020;

83.  osserva che il semplice divieto o l'eliminazione graduale dell'uso dell'olio di palma può indurre a sostituirlo con oli vegetali tropicali per la produzione di biocarburanti, che verrebbero molto probabilmente coltivati nelle stesse regioni ecologicamente sensibili in cui si coltiva la palma da olio e che rispetto allo stesso olio di palma possono avere un impatto molto più pronunciato sulla biodiversità, sull'utilizzo delle terre e sulle emissioni di gas a effetto serra; raccomanda la ricerca e la promozione di alternative più sostenibili per l'utilizzo dei biocarburanti, quali gli oli europei derivati dalla coltivazione interna dei semi di colza e di girasole;

84.  invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere contemporaneamente l'ulteriore sviluppo di biocarburanti di seconda e terza generazione per ridurre il rischio di cambiamento indiretto di destinazione dei terreni nell'Unione e incentivare la transizione verso i biocarburanti avanzati, conformemente alla direttiva (UE) 2015/1513 e in linea con l'economia circolare, l'uso efficiente delle risorse e le ambizioni di mobilità a basse emissioni di carbonio dell'Unione;

o
o   o

85.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1) http://ec.europa.eu/environment/forests/pdf/1.%20Report%20analysis%20of%20impact.pdf
(2) Comunicazione della Commissione dal titolo "La nostra assicurazione sulla vita, il nostro capitale naturale: strategia dell'UE sulla biodiversità fino al 2020" (COM(2011)0244).
(3) Testi approvati, P8_TA(2016)0034.
(4) Fonte: Forest Trends, "Consumer Goods and Deforestation: An Analysis of the Extent and Nature of Illegality in Forest Conversion for Agriculture and Timber Plantations" (http://www.forest-trends.org/documents/files/doc_4718.pdf).
(5) Fonte: Istituto delle risorse mondiali (http://www.wri.org/blog/2015/10/indonesia%E2%80%99s-fire-outbreaks-producing-more-daily-emissions-entire-us-economy).
(6) http://www.fao.org/docrep/016/ap106e/ap106e.pdf (FAO, World Agriculture Towards 2030/2050 - The 2012 Revision).
(7) http://wwf.panda.org/what_we_do/footprint/agriculture/palm_oil/ (WWF).
(8) Fonte: relazione Globiom (https://ec.europa.eu/energy/sites/ener/files/documents/Final%20Report_GLOBIOM_publication.pdf).
(9) Ad esempio, "The Great Palm Oil Scandal", Amnesty International (https://www.amnesty.org/en/documents/asa21/5243/2016/en/) e "The Human Cost of Conflict Palm Oil", Rainforest Action Network (https://d3n8a8pro7vhmx.cloudfront.net/rainforestactionnetwork/pages/15889/attachments/original/1467043668/The_Human_Cost_of_Conflict_Palm_Oil_RAN.pdf?1467043668).
(10) "The impact of EU consumption on deforestation: Comprehensive analysis of the impact of EU consumption on deforestation" (L'impatto dei consumi dell'UE sulla deforestazione: un'analisi approfondita dell'impatto dei consumi dell'UE sulla deforestazione), 2013, Commissione europea, http://ec.europa.eu/environment/forests/pdf/1.%20Report%20analysis%20of%20impact.pdf (pag. 56).
(11) Fonte: FERN, "Stolen Goods: The EU's complicity in illegal tropical deforestation" (http://www.fern.org/sites/fern.org/files/Stolen%20Goods_EN_0.pdf).
(12) Conclusioni del Forum delle Nazioni Unite sulle foreste.
(13) Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica, obiettivi di Aichi, https://www.cbd.int/sp/targets/
(14) Obiettivi di sviluppo sostenibile, articolo 15, paragrafo 2, obiettivo volto a fermare la deforestazione, https://sustainabledevelopment.un.org/sdg15
(15) Vertice delle Nazioni Unite sul clima, 2014
(16) http://forestdeclaration.org/wp-content/uploads/2015/09/2016-NYDF-Goal-2-Assessment-Report.pdf
(17) Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) – Direttive volontarie per una governance responsabile dei regimi di proprietà applicabili alla terra, alla pesca e alle foreste nel contesto della sicurezza alimentare nazionale, Roma 2012, http://www.fao.org/docrep/016/i2801e/i2801e.pdf
(18) EUROSTAT – Approvvigionamento, trasformazione e consumi delle energie rinnovabili; dati annuali (nrg_107a), studio Globiom "The land use change impact of biofuels consumed in the EU" (L'impatto dei biocarburanti consumati nell'UE in termini di cambiamento di destinazione dei terreni, 2015, e http://www.fediol.be/
(19) Fonte: Corte dei conti europea: La certificazione dei biocarburanti: vi sono debolezze nel riconoscimento e nella supervisione del sistema (http://www.eca.europa.eu/en/Pages/NewsItem.aspx?nid=7171).

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