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Procedura : 2016/2204(INI)
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Ciclo del documento : A8-0058/2017

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A8-0058/2017

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PV 03/04/2017 - 23
CRE 03/04/2017 - 23

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CRE 04/04/2017 - 7.4
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Martedì 4 aprile 2017 - Strasburgo
Le donne e il loro ruolo nelle zone rurali
P8_TA(2017)0099A8-0058/2017

Risoluzione del Parlamento europeo del 4 aprile 2017 sulle donne e il loro ruolo nelle zone rurali (2016/2204(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visti gli articoli 2 e 3 del trattato sull'Unione europea (TUE) e l'articolo 157 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–  visto il protocollo n.1 sul ruolo dei parlamenti nazionali nell'Unione europea,

–  visto il protocollo n. 2 sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità,

–  visti gli articoli 21 e 23 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–  vista la piattaforma d'azione di Pechino,

–  vista la convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna, adottata nel 1979,

–  vista la direttiva 79/7/CEE del Consiglio, del 19 dicembre 1978, relativa alla graduale attuazione del principio di parità di trattamento tra gli uomini e le donne in materia di sicurezza sociale(1),

–  vista la direttiva 2006/54/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego(2),

–  vista la direttiva 2010/41/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 luglio 2010, sull'applicazione del principio della parità di trattamento fra gli uomini e le donne che esercitano un'attività autonoma e che abroga la direttiva 86/613/CEE del Consiglio(3),

–  visto il regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio(4),

–  visto il regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga il regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio(5),

–  visto l'articolo 7 del regolamento (UE) n. 1305/2013 sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale,

–  vista la sua risoluzione del 12 marzo 2008 sulla situazione delle donne nelle zone rurali dell'Unione europea(6),

–  vista la sua risoluzione del 5 aprile 2011 sul ruolo delle donne nell'agricoltura e nelle zone rurali(7),

–  vista la sua risoluzione dell'8 luglio 2015 sull'iniziativa per favorire l'occupazione verde: sfruttare le potenzialità dell'economia verde di creare posti di lavoro(8),

–  vista la sua risoluzione dell'8 settembre 2015 sulle imprese a conduzione familiare in Europa(9),

–  viste le raccomandazioni del comitato delle Nazioni Unite per la sicurezza alimentare mondiale, del 17 ottobre 2016, sull'allevamento e la sicurezza alimentare mondiale, in particolare quelle relative alla parità di genere e all'emancipazione delle donne,

–  vista la sua risoluzione del 27 ottobre 2016 su come può la PAC migliorare la creazione di occupazione nelle zone rurali(10),

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  viste le deliberazioni congiunte della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere a norma dell'articolo 55 del regolamento,

–  vista la relazione della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A8-0058/2017),

Multifunzionalità del ruolo delle donne nelle zone rurali

A.  considerando che negli ultimi decenni il contesto socioeconomico e le condizioni di vita sono cambiati radicalmente e risultano molto eterogenei tra i vari Stati membri e all'interno di questi ultimi;

B.  considerando che le donne forniscono importanti contributi all'economia rurale e che le misure di diversificazione e il concetto di multifunzionalità, quale base imprescindibile per le strategie di sviluppo sostenibile, benché non ancora sfruttati pienamente in tutti gli ambiti, hanno offerto alle donne nuove opportunità, grazie all'innovazione e alla creazione di nuovi concetti che permettono di infondere un nuovo dinamismo al settore agricolo;

C.  considerando che molto spesso le donne sono promotrici dello sviluppo di attività supplementari, all'interno o all'esterno dell'azienda agricola, che vanno oltre alla produzione agricola, consentendo di apportare un reale valore aggiunto alle attività nelle zone rurali;

D.  considerando che le donne residenti nelle zone rurali non rappresentano un gruppo omogeneo, poiché la loro situazione, le loro occupazioni, il contributo fornito alla società e, in definitiva, le loro esigenze e i loro interessi variano notevolmente tra gli Stati membri e all'interno degli stessi;

E.  considerando che le donne sono attivamente impegnate nelle attività agricole, nell'imprenditoria e nel turismo e svolgono un ruolo importante nel preservare le tradizioni culturali delle zone rurali, il che può contribuire alla creazione e/o al rafforzamento dell'identità regionale;

F.  considerando che l'uguaglianza tra uomini e donne rappresenta un principio fondamentale dell'Unione europea e dei suoi Stati membri, e che la sua promozione è uno degli obiettivi principali dell'Unione; che l'uguaglianza di genere costituisce un valore fondamentale dell'Unione sancito dai trattati e dalla Carta dei diritti fondamentali, e che l'Unione si è assunta il compito specifico di inserirla in tutte le sue attività; che l'integrazione della dimensione di genere costituisce uno strumento importante per l'integrazione di tale principio nelle politiche, misure e azioni dell'UE, con l'obiettivo di promuovere la parità tra uomini e donne e combattere le discriminazioni in modo da aumentare la partecipazione attiva delle donne al mercato del lavoro e alle attività economiche e sociali; che tale strumento è applicabile anche ai fondi strutturali e di investimento dell'UE, incluso il FEASR;

G.  considerando che le aziende a conduzione familiare rappresentano il modello operativo prevalente nel settore agricolo dell'UE a 28, con il 76,5 % del lavoro svolto dal titolare o dai membri della famiglia(11), e dovrebbero pertanto essere sostenute e tutelate; che l'agricoltura familiare promuove la solidarietà fra le generazioni e la responsabilità sociale e ambientale, contribuendo così allo sviluppo sostenibile delle zone rurali;

H.  considerando che, in un contesto di crescente urbanizzazione, è essenziale mantenere una popolazione attiva, dinamica e prospera nelle zone rurali, con particolare attenzione alle aree soggette a vincoli naturali, poiché da essa dipende la conservazione dell'ambiente e del paesaggio;

I.  considerando che l'invecchiamento della popolazione, il calo dell'attività agricola e il declino economico nelle zone rurali dell'UE sono alcune delle principali cause dello spopolamento e dell'abbandono delle zone rurali da parte delle donne, il che ha ripercussioni negative non solo sul mercato del lavoro ma anche sull'infrastruttura sociale; che è possibile rimediare a tale situazione solo se le istituzioni e i governi europei adottano tutte le misure possibili per garantire un maggiore riconoscimento del loro lavoro e dei loro diritti e se dotano le zone rurali dei servizi necessari per permettere un equilibrio tra vita professionale e vita privata;

J.  considerando che il turismo rurale, che include la fornitura di beni e servizi nello spazio rurale mediante imprese di tipo familiare e cooperativo, è un settore a basso rischio che crea occupazione, permette di conciliare la vita personale e familiare con l'attività lavorativa e incentiva la popolazione rurale, in particolare le donne, a rimanere in campagna;

K.  considerando che la crisi economica ha colpito l'intera Unione europea e ha avuto un forte impatto su molte zone e regioni rurali; che le conseguenze della crisi sono tuttora visibili e i giovani delle zone rurali si trovano a far fronte a livelli allarmanti di disoccupazione, povertà e spopolamento, che riguardano in particolare le donne; che le donne subiscono direttamente l'impatto della crisi nella gestione delle loro aziende agricole e delle loro famiglie;

L.  considerando che tale situazione rappresenta un'ardua sfida per la politica agricola comune (PAC), che dovrebbe garantire lo sviluppo delle zone rurali valorizzandone il potenziale;

M.  considerando che è necessario mantenere un settore agricolo sostenibile e vivace quale base economica, ambientale e sociale essenziale delle zone rurali che contribuisca allo sviluppo rurale, alla produzione alimentare sostenibile, alla biodiversità e alla creazione di occupazione;

N.  considerando che occorre migliorare lo status dei piccoli agricoltori e delle aziende agricole a conduzione familiare e preservarne le attività agricole e di allevamento promuovendo l'innovazione e garantendo risorse e misure finanziarie adeguate a livello di UE; che tra il 2005 e il 2010 sono scomparse 2,4 milioni di aziende agricole nell'UE, la maggior parte delle quali di piccole dimensioni o a conduzione familiare, con un conseguente aumento della disoccupazione nelle zone rurali;

O.  considerando che la promozione delle misure di diversificazione e lo sviluppo di filiere corte, nonché la promozione delle organizzazione dei produttori, possono contribuire alla resilienza del settore, che deve far fronte alle sfide poste da pratiche commerciali sleali e dalla crescente volatilità dei mercati;

P.  considerando che è importante sostenere e promuovere la partecipazione delle donne nella catena del valore agroalimentare, dal momento che il loro ruolo si concentra principalmente nella produzione e nella trasformazione;

Q.  considerando che l'accesso all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, l'opportunità di convalidare le competenze acquisite in contesti non formali e la possibilità di riqualificarsi e acquisire competenze che possano essere impiegate in un mercato del lavoro che evolve in maniera dinamica sono condizioni essenziali per aumentare l'occupazione femminile nelle aree rurali;

R.  considerando che le cooperative, le mutue, le imprese sociali e altri modelli aziendali alternativi offrono notevoli potenzialità al fine di stimolare una crescita economica sostenibile e inclusiva e di rendere economicamente autonome le donne nelle zone rurali e nel settore agricolo;

S.  considerando che l'inclusione delle donne e delle ragazze nell'istruzione e nell'apprendimento permanente, in particolare nel settore della scienza, della tecnologia, dell'ingegneria e della matematica (STEM), come pure nell'imprenditoria, è necessaria per realizzare l'uguaglianza di genere nei settori della produzione agricola e alimentare, come pure nel turismo e in altri settori nelle zone rurali;

Sfide per le donne nelle zone rurali

T.  considerando che le donne rappresentano poco meno del 50 % del totale della popolazione in età lavorativa nelle zone rurali dell'UE, ma appena il 45 % circa del totale della popolazione economicamente attiva; che molte donne non risultano disoccupate né figurano nelle statistiche relative alla disoccupazione e che non esistono dati chiari sulla presenza delle donne nell'agricoltura, come titolari di aziende agricole o come impiegate;

U.  considerando che nelle zone prevalentemente rurali dell'UE solamente il 61 % delle donne tra i 20 e i 64 anni lavorava nel 2009(12); che in molti Stati membri le donne che risiedono nelle zone rurali hanno un accesso limitato all'occupazione e le loro opportunità di lavorare nel settore agricolo sono relativamente limitate, ma svolgono tuttavia un ruolo importante nello sviluppo rurale e nel tessuto sociale delle zone rurali, garantendo un reddito alle famiglie o migliorando le condizioni di vita;

V.  considerando che nel 2014 le donne coprivano circa il 35 % del tempo lavorativo complessivo nel settore agricolo, svolgendo il 53,8 % del lavoro a tempo parziale e il 30,8 % del lavoro a tempo pieno, contribuendo così in maniera significativa alla produzione agricola; che il lavoro svolto nelle aziende agricole da coniugi e altri componenti femminili del nucleo familiare è spesso indispensabile e costituisce un vero e proprio "lavoro invisibile" a causa della mancanza di uno status professionale che ne consenta il riconoscimento e permetta l'iscrizione delle donne interessate alla previdenza sociale, il che impedirebbe la perdita di diritti come il congedo di malattia e di maternità e garantirebbe la loro indipendenza economica;

W.  considerando che in alcuni Stati membri, come la Francia, esistono diversi statuti giuridici per le coniugi che esercitano un'attività lavorativa regolare nell'azienda agricola (collaboratrice, dipendente o capo dell'azienda), i quali consentono una reale protezione sociale in caso di imprevisti nella vita personale e professionale;

X.  considerando che in media solo il 30 % delle aziende agricole dell'UE è amministrato da donne; che un numero significativo di donne lavorano nel settore agricolo, la maggior parte delle quali sono classificate come coniugi del titolare, e che tale percentuale corrisponde all'80,1 % di tutte le coniugi nel 2007(13);

Y.  considerando che il titolare di un'azienda agricola è l'unica persona figurante nei documenti bancari e ai fini delle sovvenzioni e dei diritti accumulati nonché il rappresentante dell'azienda in seno agli organismi associativi e collettivi; che non essere il titolare dell'azienda significa non aver alcun diritto in quanto tale (diritto ai pagamenti unici, premi per le vacche nutrici, diritti di impianto della vite, reddito, ecc.) e che ciò pone le agricoltrici in una posizione di vulnerabilità e svantaggio;

Z.  considerando che, affinché le donne possano beneficiare di regimi di aiuto nel settore agricolo, è necessario che siano riconosciute come proprietarie o comproprietarie; che l'Unione europea dovrebbe incoraggiare la proprietà o comproprietà di aziende agricole da parte delle donne, in quanto avrebbe effetti positivi sulla loro situazione nel mercato del lavoro, i loro diritti sociali e la loro indipendenza economica, garantendo loro in tal modo una migliore visibilità (e riconoscimento del loro contributo all'economia e al reddito) nelle zone rurali nonché un maggiore accesso ai terreni;

AA.  considerando che è necessario accrescere la visibilità delle donne nelle zone rurali nelle statistiche europee, nazionali e regionali, al fine di riflettere la loro situazione e il ruolo che esse svolgono;

AB.  considerando che un maggiore accesso dei giovani e delle donne ai terreni migliorerebbe il ricambio generazionale nell'agricoltura e favorirebbe la crescita economica e il benessere sociale;

AC.  considerando che l'offerta di servizi pubblici e privati di qualità e a prezzi accessibili, inclusa l'assistenza all'infanzia, agli anziani e ad altre persone a carico, comprese le persone con disabilità, è importante per tutti i residenti delle zone rurali; che tali servizi sono particolarmente importanti per favorire l'equilibrio tra vita professionale e vita privata, specialmente per le donne, che risultano maggiormente coinvolte nell'assistenza ai membri più giovani e più anziani nonché alle persone a carico della famiglia;

AD.  considerando che le donne svolgono un ruolo multifunzionale nelle zone rurali e, pertanto, tali servizi permetterebbero loro di lavorare e di progredire professionalmente, garantendo nel contempo una ripartizione equa delle responsabilità familiari e di assistenza;

AE.  considerando che per migliorare la qualità della vita nelle zone rurali è fondamentale la disponibilità di infrastrutture quali i collegamenti di trasporto, l'accesso a Internet a banda larga e ad alta velocità, compresi i servizi di dati mobili e la fornitura energetica, nonché servizi sociali, sanitari e d'istruzione di qualità;

AF.  considerando che la copertura della banda larga nelle zone rurali continua a essere inferiore rispetto alla copertura nazionale nei 28 Stati membri dell'UE; che nel 2015 il 98,4 % dei nuclei familiari nelle zone rurali aveva accesso ad almeno una tecnologia a banda larga, ma soltanto il 27,8 % aveva accesso a servizi di ultima generazione; che l'infrastruttura digitale, che non è pienamente sviluppata in tutte le zone rurali dell'UE, può contribuire notevolmente all'accesso alle informazioni e alle opportunità di formazione, come pure alla condivisione di informazioni e allo scambio di buone pratiche tra le donne nelle zone rurali e può rappresentare un elemento importante nel sostegno necessario per mantenere la popolazione femminile in tali zone;

AG.  considerando che l'istruzione è uno strumento fondamentale per promuovere il valore dell'uguaglianza, il quale dovrebbe essere promosso in modo trasversale, non solo nelle scuole ma anche nell'ambito della formazione professionale e in particolare quella incentrata sul settore primario;

AH.  considerando che il miglioramento delle condizioni generali nelle zone rurali consentirà alle donne in tali zone di ottenere uno status migliore;

AI.  considerando che l'importante contributo apportato dalle donne allo sviluppo locale e rurale non si riflette adeguatamente nella loro partecipazione ai relativi processi decisionali, poiché nelle zone rurali le donne sono spesso sottorappresentate negli organi decisionali quali le cooperative agricole, i sindacati e le amministrazioni comunali; che l'incremento della rappresentanza femminile all'interno di tali organi è della massima importanza;

AJ.  considerando che nelle zone rurali le donne sono penalizzate anche da un divario retributivo e pensionistico rispetto agli uomini, che è in aumento in alcuni Stati membri; che l'elaborazione di statistiche aggiornate sulla situazione dell'occupazione delle donne nelle zone rurali, nonché sulle loro condizioni di lavoro e di vita, merita pertanto maggiore attenzione;

AK.  considerando che non sono stati finora istituiti sottoprogrammi tematici dedicati alle donne nelle zone rurali e che fino al 2014 si è registrata purtroppo una scarsa partecipazione femminile nel ricorso agli strumenti disponibili nell'ambito dei programmi per lo sviluppo rurale; che su 6,1 milioni di partecipanti a programmi di formazione solamente il 28 % erano donne; che soltanto il 19 % dei beneficiari di investimenti fisici per la modernizzazione delle aziende agricole e il 33 % dei beneficiari di misure di diversificazione erano donne; che, per quanto riguarda i posti di lavoro creati grazie alle misure dell'asse 3 (diversificazione dell'economia nelle zone rurali), solamente il 38 % dei beneficiari erano donne;

1.  evidenzia il ruolo attivo delle donne nelle zone rurali e riconosce il contributo delle donne all'economia in tali zone in qualità di imprenditrici, amministratrici di imprese familiari e promotrici di uno sviluppo sostenibile; è del parere che, da un punto di vista sociale, economico e ambientale, le donne imprenditrici costituiscano un importante pilastro per lo sviluppo sostenibile delle zone rurali e che pertanto l'imprenditoria femminile dovrebbe essere promossa, incoraggiata e sostenuta nell'ambito delle strategie per lo sviluppo rurale e, in particolare, attraverso l'istruzione e la formazione professionale, la promozione della titolarità femminile, le reti di imprenditrici e l'accesso agli investimenti e al credito, la promozione della loro rappresentanza negli organi direttivi, come pure attraverso la creazione delle opportunità necessarie per sostenere le donne giovani, lavoratrici autonome, lavoratrici a tempo parziale e spesso a basso reddito;

2.  invita la Commissione, unitamente agli Stati membri, a sostenere una conciliazione positiva della vita privata e lavorativa e a stimolare nuove opportunità di lavoro e una migliore qualità della vita nelle zone rurali, oltre a incoraggiare donne a mettere in pratica i loro progetti;

3.  accoglie con favore il sostegno alle donne nelle zone rurali grazie a iniziative incentrate sull'apprezzamento da parte della comunità o sulla creazione di reti; sottolinea, in particolare, il ruolo fondamentale delle donne in quanto membri delle piccole aziende agricole o delle aziende agricole a conduzione familiare, che rappresentano la principale cellula socioeconomica delle zone rurali responsabile della produzione alimentare, della conservazione delle abilità e delle conoscenze tradizionali, delle identità regionali e della tutela dell'ambiente; ritiene che alle agricoltrici spetti un ruolo importante nell'assicurare la continuità delle piccole aziende agricole e delle aziende agricole a conduzione familiare proiettate verso il futuro;

4.  ritiene che, in considerazione dei diversi ruoli, occupazioni e situazioni delle donne nelle zone rurali, il miglioramento delle prospettive occupazionali richieda un'assistenza e un sostegno su misura per le loro esigenze e i loro interessi;

5.  invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere, incoraggiare, facilitare e promuovere in via prioritaria l'accesso al mercato del lavoro per le donne nelle zone rurali nell'ambito delle future politiche per lo sviluppo rurale, e a definire degli obiettivi per quanto riguarda l'impiego duraturo e retribuito in tale contesto; invita altresì gli Stati membri a includere nei loro programmi di sviluppo rurale strategie incentrate specificamente sul contributo delle donne al conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020;

6.  osserva che la partecipazione delle donne al mercato del lavoro nelle zone rurali comprende un'ampia gamma di impieghi che vanno oltre l'agricoltura convenzionale e sottolinea, a tale proposito, che le donne nelle zone rurali possono essere fattori di cambiamento per passare a un'agricoltura sostenibile ed ecocompatibile, e possono svolgere un ruolo importante nella creazione di posti di lavoro verdi;

7.  invita gli Stati membri a fare un uso più mirato e a favorire la conoscenza dello strumento europeo Progress di microfinanza, ad attuare misure specifiche del FEASR a favore dell'occupazione delle donne, a promuovere e migliorare vari tipi di modalità di lavoro per le donne, prendendo in considerazione le condizioni specifiche nelle zone rurali, a offrire diversi tipi di incentivi a sostegno della sostenibilità e dello sviluppo delle start-up e delle PMI e a introdurre iniziative al fine di creare nuovi posti di lavoro in ambito agricolo e mantenere quelli esistenti nonché di renderli più interessanti per le giovani donne;

8.  incoraggia gli Stati membri a monitorare periodicamente la situazione delle donne nelle zone rurali e a massimizzare l'uso degli strumenti specifici e delle misure esistenti nell'ambito della PAC al fine di incrementare la partecipazione delle donne in qualità di beneficiarie, migliorando in tal modo la loro situazione;

9.  raccomanda alla Commissione di mantenere e migliorare i sottoprogrammi tematici dedicati alle "Donne nelle zone rurali" nelle future riforme della PAC, basando tali programmi, tra l'altro, su progetti di commercializzazione, di vendita diretta e di promozione dei prodotti a livello locale o regionale, dal momento che essi possono contribuire alla creazione di opportunità occupazionali per le donne nelle zone rurali;

10.  segnala che la parità tra donne e uomini rappresenta un obiettivo fondamentale dell'UE e dei suoi Stati membri; invita la Commissione e il Consiglio a provvedere a che l'uguaglianza di genere sia integrata in tutti i programmi e in tutte le azioni e iniziative dell'UE, e chiede l'integrazione della dimensione di genere nell'ambito della PAC e delle politiche di coesione nelle aree rurali; propone nuove azioni mirate per incoraggiare la partecipazione al mercato del lavoro delle donne nelle zone rurali attraverso il FEASR,

11.  auspica che una migliore comprensione della situazione delle donne nelle zone rurali consenta di elaborare sul medio periodo una Carta europea per le agricoltrici che definisca tale concetto e individui forme dirette e indirette di discriminazione contro le donne nelle zone rurali nonché misure di discriminazione positiva al fine di eliminarle;

12.  invita gli Stati membri, alla luce delle condizionalità in materia di uguaglianza tra uomini e donne, in quanto obbligo e obiettivo fondamentale dell'UE e dei suoi Stati membri, e del principio di non discriminazione, a creare maggiori sinergie nell'utilizzo degli strumenti disponibili nell'ambito del FEASR, del programma Leader+, di Orizzonte 2020 e del Fondo sociale europeo per la creazione di migliori condizioni di vita e lavorative nelle zone rurali, a perseguire politiche mirate finalizzate all'inclusione sociale ed economica e all'emancipazione delle donne e delle ragazze, soprattutto quelle appartenenti a gruppi vulnerabili ed emarginati, e ad accrescere la consapevolezza in merito a tutte le possibilità offerte alle donne in tali zone ai sensi della legislazione esistente;

13.  sottolinea che è importante prevedere misure specifiche per promuovere la formazione e l'occupazione nonché la protezione dei diritti dei gruppi di donne più vulnerabili con esigenze specifiche, come le donne disabili, le donne migranti, comprese le migranti stagionali, le rifugiate e le donne appartenenti a minoranze, le donne vittime della violenza di genere, le donne con un basso livello di formazione o senza alcuna formazione, le ragazze madri, ecc.;

14.  sottolinea il ruolo essenziale svolto dalle donne per quanto riguarda la contabilità nelle aziende agricole a conduzione familiare e, in tale contesto, richiama l'attenzione sulla mancanza di sostegno in termini di consulenza qualora un'azienda agricola si trovi in difficoltà finanziarie;

15.  incoraggia gli Stati membri a garantire che la partecipazione delle donne alla gestione delle aziende agricole sia pienamente riconosciuta, promuovendo e agevolando al contempo il loro accesso alla proprietà o comproprietà di aziende agricole;

16.  esorta gli Stati membri a promuovere misure di informazione e assistenza tecnica nonché uno scambio di buone pratiche fra gli Stati membri riguardo all'adozione di uno statuto professionale per i coniugi coadiuvanti nel settore agricolo, che consenta loro di beneficiare di diritti individuali tra cui, in particolare, il congedo di maternità, una previdenza sociale in caso di incidenti sul lavoro, l'accesso alla formazione e i diritti pensionistici;

17.  chiede alle istituzioni europee di provvedere affinché la PAC sia caratterizzata da un'equa ripartizione degli aiuti, garantendo il sostegno alle piccole aziende agricole;

18.  sottolinea l'importanza di sostenere la partecipazione delle donne al processo decisionale nelle zone rurali mediante attività formative volte a incentivare la loro presenza negli ambiti e nei settori in cui sono sottorappresentate, nonché mediante campagne di sensibilizzazione all'importanza della partecipazione attiva delle donne in seno alle cooperative, sia in qualità di socie che in ruoli dirigenziali;

19.  incoraggia gli Stati membri a promuovere l'uguaglianza tra uomini e donne nei diversi organi di gestione e di rappresentanza al fine di promuovere la partecipazione e un potere equi nonché una maggiore rappresentanza delle donne nei gruppi di lavoro e nei comitati di monitoraggio per lo sviluppo rurale come pure in qualunque tipo di organizzazione agricola, associazione ed ente pubblico, in modo che il processo decisionale tenga conto del punto di vista sia delle donne che degli uomini, e a incoraggiare la partecipazione delle donne ai gruppi d'azione locali nonché lo sviluppo di partenariati locali nel quadro del programma Leader;

20.  chiede il sostegno delle organizzazioni di donne e di agricoltori, che svolgono un ruolo importante nell'incoraggiare e favorire nuovi programmi di sviluppo e diversificazione;

21.  invita gli Stati membri a dare piena attuazione agli atti legislativi esistenti in materia di parità di trattamento tra uomini e donne, anche in fatto di sicurezza sociale e di congedo di maternità e parentale; li incoraggia a migliorare la legislazione in materia di parità tra donne e uomini nel mercato del lavoro e a garantire la previdenza sociale tanto agli uomini quanto alle donne che lavorano in zone rurali;

22.  invita la Commissione a monitorare il recepimento degli atti legislativi in vigore per rispondere alle sfide e alle discriminazioni incontrate dalle donne che vivono e lavorano nelle zone rurali;

23.  sottolinea la necessità di adottare misure efficaci ai livelli europeo e nazionale onde ridurre i divari retributivi e pensionistici di genere esistenti; esorta la Commissione, unitamente agli Stati membri e alle rispettive autorità regionali, a considerare la natura multidimensionale del divario pensionistico di genere in sede di elaborazione di misure politiche specifiche nel quadro della strategia dell'UE per lo sviluppo rurale, dal momento che vari fattori, quali il divario in campo occupazionale e retributivo, l'interruzione della carriera, il lavoro a tempo parziale, il lavoro informale dei coniugi coadiuvanti, la concezione dei sistemi pensionistici e il livello inferiore di contributi potrebbero portare a un divario pensionistico maggiore;

24.  incoraggia inoltre gli Stati membri a garantire una pensione decente, compresa una pensione nazionale minima destinata, in particolare, ad aiutare le donne nelle zone rurali al fine di mantenere la loro indipendenza economica una volta raggiunta l'età pensionabile;

25.  sottolinea che le politiche dell'UE riguardanti le condizioni di vita delle donne nelle zone rurali devono altresì tener conto delle condizioni di vita e di lavoro delle donne impiegate come lavoratrici stagionali nelle aziende agricole, con particolare riferimento alla necessità di protezione sociale, assicurazione medica e servizi sanitari; sottolinea la necessità di valorizzare al massimo il lavoro delle donne in questione;

26.  invita gli Stati membri a rafforzare il ruolo delle parti sociali e delle organizzazioni di assistenza sociale che collaborano con le autorità nel controllare il rispetto della legislazione sul lavoro, nel lottare contro il lavoro sommerso e nel verificare il rispetto delle norme di sicurezza e di previdenza sociale, facilitando in tal modo l'integrazione sociale ed economica di tutte le lavoratrici, comprese le lavoratrici migranti, stagionali e rifugiate;

27.  invita la Commissione e le autorità nazionali a creare banche dati e reti di informazioni a livello di Stati membri al fine di registrare la situazione economica e sociale delle donne nelle zone rurali nonché il loro contributo alla società, e svolgere un'opera di sensibilizzazione al riguardo;

28.  invita pertanto la Commissione e gli Stati membri a rivedere i loro piani statistici in modo da includere meccanismi volti a misurare il contributo complessivo delle donne al reddito rurale e all'economia rurale disaggregando, se possibile, gli indicatori in base al genere, e a ottimizzare l'utilizzo dei dati disponibili relativi alla situazione economica e sociale delle donne nelle zone rurali e al loro coinvolgimento nelle attività in corso allo scopo di meglio calibrare le misure politiche;

29.  chiede il miglioramento del regolare monitoraggio della PAC, della raccolta di dati e degli indicatori di valutazione per individuare il ruolo delle donne in agricoltura e il loro impegno lavorativo "invisibile";

30.  sottolinea che è necessario prestare maggiore attenzione all'elaborazione di statistiche aggiornate sulla proprietà fondiaria da parte delle donne;

31.  invita la Commissione, insieme agli Stati membri e alle autorità locali e regionali, a fornire non solo adeguato materiale informativo sulle possibilità di sostegno espressamente orientate alle donne dedite all'agricoltura e alle donne nelle zone rurali, ma anche il pieno accesso all'istruzione e alla formazione professionale in agricoltura e in tutti i settori collegati, compresi la formazione postuniversitaria e i corsi specialistici per imprenditori e produttori agricoli, fornendo alle donne capacità di sviluppo imprenditoriale, conoscenze e l'accesso a linee di finanziamento e microfinanziamento per l'avvio e il consolidamento di attività imprenditoriali e consentendo loro di partecipare a una vasta gamma di attività produttive nelle zone rurali nonché di migliorare la loro competitività nell'agricoltura e nelle zone rurali, anche nell'ambito del turismo rurale collegato alle attività economiche del territorio;

32.  chiede che sia offerta una consulenza ad ampio spettro per la diversificazione professionale e imprenditoriale e che siano adottate misure per rafforzare l'emancipazione economica delle donne, promuovere le cooperative, le mutue, le imprese sociali e altri modelli aziendali alternativi nonché migliorare la loro mentalità imprenditoriale e le relative competenze;

33.  ricorda, in tale contesto, che la nuova agenda per le competenze della Commissione rappresenta per gli Stati membri un'occasione per individuare meglio e certificare le competenze acquisite al di fuori dell'istruzione formale e della formazione professionale al fine di contrastare l'esclusione sociale e il rischio di povertà;

34.  chiede che sia incoraggiata e agevolata la partecipazione delle donne che dispongono di qualifiche superiori in materia di agricoltura, allevamento e silvicoltura, attraverso programmi di formazione volti a sviluppare attività collegate alla prestazione di servizi di consulenza alle aziende agricole e all'innovazione;

35.  raccomanda di includere progressivamente moduli sulla parità nei programmi di formazione destinati in modo specifico alle attività agricole, come pure nell'elaborazione del materiale didattico, nonché di promuovere campagne pubbliche per la parità nelle zone rurali e di prestare particolare attenzione all'importanza del valore della parità nelle scuole delle zone rurali;

36.  sottolinea l'importanza di fornire consulenza e sostegno alle donne per consentire loro di svolgere attività innovative, agricole e di altro genere, nelle zone rurali;

37.  sottolinea l'importanza di promuovere e sostenere le organizzazioni delle donne che vivono nelle zone rurali, anche incoraggiando l'attività di reti, centri, banche dati e associazioni in quanto sviluppo sociale, economico e culturale fondamentale, dal momento che istituiscono reti e canali di informazione, formazione e creazione di posti di lavoro, cercano di aumentare lo scambio di esperienze e migliori prassi a tutti i livelli e promuovono una maggiore consapevolezza della situazione sociale ed economica delle donne nelle zone rurali; incoraggia le iniziative imprenditoriali, le associazioni, le cooperative e le organizzazioni di donne nell'agricoltura;

38.  invita gli attori regionali a utilizzare i fondi del secondo pilastro per programmi di sensibilizzazione tesi a sottolineare la neutralità di genere di tutte le professioni e a porre fine al persistere di una divisione dei compiti estremamente tradizionale in agricoltura;

39.  invita gli Stati membri ad agevolare un equo accesso alla terra, ad assicurare i diritti fondiari e di successione e ad agevolare l'accesso al credito per le donne, al fine di incoraggiarle a stabilirsi nelle zone rurali e contribuire al settore agricolo; incoraggia inoltre gli Stati membri ad affrontare la questione dell'accaparramento e della concentrazione dei terreni a livello di UE;

40.  plaude ai nuovi modelli di credito agricolo che sono stati resi possibili nel contesto di una stretta cooperazione tra la Commissione e la Banca europea per gli investimenti e raccomanda agli Stati membri di applicarli nel modo più ampio possibile;

41.  invita gli Stati membri e le amministrazioni regionali e locali a fornire strutture e servizi pubblici e privati economicamente accessibili e di qualità per la vita quotidiana nelle zone rurali, in particolare per quanto riguarda la sanità, l'istruzione e l'assistenza; fa presente che ciò richiederebbe la presenza di servizi di custodia dei bambini nell'ambito dell'infrastruttura agricola, servizi sanitari, strutture educative, istituti di assistenza e cura per anziani e altre persone non autonome, servizi di sostituzione in caso di malattia e di maternità nonché servizi culturali;

42.  sottolinea l'importanza di fornire nuove opportunità di impiego retribuito, specialmente per le donne, al fine di preservare le comunità rurali, creando al contempo le condizioni per facilitare un soddisfacente equilibrio tra vita professionale e vita privata;

43.  esorta gli Stati membri e le autorità regionali a fare uso dei fondi strutturali e del fondo di coesione per ampliare e migliorare le infrastrutture di trasporto e per fornire un approvvigionamento energetico sicuro nonché infrastrutture e servizi affidabili per la banda larga ad alta velocità nelle zone rurali; sottolinea l'importanza dello sviluppo digitale nelle zone rurali e dello sviluppo di approcci olistici ("villaggio digitale");

44.  invita la Commissione a riconoscere l'importanza di estendere la sua agenda digitale alle zone rurali, dal momento che lo sviluppo digitale può contribuire in modo significativo alla creazione di nuovi posti di lavoro, a un accesso più semplice al lavoro autonomo, alla promozione della competitività e dello sviluppo del turismo nonché alla creazione di un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata;

45.  esorta le autorità locali e nazionali e altre istituzioni a garantire i diritti umani fondamentali dei lavoratori migranti e stagionali e delle loro famiglie, in particolare delle donne e delle persone particolarmente vulnerabili, e a favorire la loro integrazione nella comunità locale;

46.  richiama l'attenzione sulle disparità nell'accesso alle strutture per l'infanzia nelle zone urbane e rurali nonché sulle disparità regionali nella realizzazione degli obiettivi di Barcellona riguardanti le strutture di custodia per i bambini;

47.  condanna tutte le forme di violenza contro le donne e osserva che l'assistenza alle vittime svolge un ruolo fondamentale; invita pertanto gli Stati membri e le amministrazioni regionali e locali a inviare un forte messaggio di tolleranza zero nei confronti della violenza contro le donne, nonché ad attuare politiche e fornire servizi adeguati alle condizioni esistenti nelle zone rurali onde impedire e contrastare la violenza contro le donne, assicurando quindi che le vittime abbiano accesso all'assistenza;

48.  invita pertanto gli Stati membri e le amministrazioni regionali e locali a garantire che le vittime di violenza contro le donne che vivono nelle zone rurali e remote non siano private della parità di accesso all'assistenza e ribadisce il suo invito all'Unione e ai suoi Stati membri a ratificare quanto prima la Convenzione di Istanbul;

49.  ribadisce il suo invito alla Commissione a presentare una proposta di direttiva dell'UE sulla violenza contro le donne;

50.  evidenzia che le zone rurali all'interno degli Stati membri svolgono un ruolo cruciale in termini economici e di sicurezza alimentare nella nostra società moderna, dove oltre 12 milioni di agricoltori forniscono un quantitativo sufficiente di alimenti sani e sicuri a mezzo miliardo di consumatori di tutta l'Unione europea; sottolinea che è fondamentale preservare la vivacità delle comunità di tali aree incoraggiando le donne e le famiglie a rimanervi;

51.  invita, a tale proposito, la Commissione e gli Stati membri a garantire una PAC solida e dotata di finanziamenti adeguati che sia utile agli agricoltori e ai consumatori europei, promuova lo sviluppo rurale, mitighi gli effetti dei cambiamenti climatici e protegga e rafforzi l'ambiente naturale, garantendo al contempo un approvvigionamento alimentare di elevata qualità e sicuro e creando più posti di lavoro;

52.  osserva che le zone rurali dispongono spesso di un patrimonio naturale e culturale che deve essere tutelato e sviluppato insieme al turismo sostenibile e all'educazione ambientale;

53.  sottolinea l'importanza del concetto di multifunzionalità, che fa riferimento alle altre attività economiche, sociali, culturali e ambientali svolte nelle zone rurali a complemento della produzione agricola che, in particolare, sono fonte di occupazione per le donne; incoraggia pertanto gli Stati membri a favorire le misure di diversificazione di attività quali la vendita diretta di prodotti, i servizi sociali, i servizi di assistenza e l'agroturismo; ritiene che, dato il crescente interesse per questo tipo di turismo, bisognerebbe mettere in rete queste imprese e far circolare le migliori prassi;

54.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1) GU L 6 del 10.1.1979, pag. 24.
(2) GU L 204 del 26.7.2006, pag. 23.
(3) GU L 180 del 15.7.2010, pag. 1.
(4) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320.
(5) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 487.
(6) GU C 66 E del 20.3.2009, pag. 23.
(7) GU C 296 E del 2.10.2012, pag. 13.
(8) Testi approvati, P8_TA(2015)0264.
(9) Testi approvati, P8_TA(2015)0290.
(10) Testi approvati, P8_TA(2016)0427.
(11) Secondo l'indagine Eurostat sulla struttura delle aziende agricole.
(12) Commissione europea (2011), "Agriculture and Rural Development. EU Agricultural Economic Briefs. Rural Areas and the Europe 2020 Strategy – Employment", nota informativa n. 5 – novembre 2011.
(13) Commissione europea (2012), "Agricultural Economic Briefs. Women in EU agriculture and rural areas: hard work, low profile", nota informativa n. 7 – giugno 2012.

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