Come fermare il terrorismo: quali sono le misure adottate dall’UE?

Per fermare il terrorismo bisogna contrastare i foreign fighters, tagliare le risorse finanziarie e rafforzare i controlli alle frontiere. Scopri di più sulle politiche UE su questo tema.

Fiori e un cartello 
che recita 'Io sono Sam'
all'entrata della scuola media di Conflans-Sainte-Honorine, a 30 chilometri a nord-ovest di Parigi, Francia. Samuel Paty, docente di storia che aveva recentemente mostrato in classe delle caricature del profeta Maometto, è stato decapitato da un attentatore che è stato  poi ucciso dagli spari della polizia. ©Bertrand GUAY/AFP
Il docente francese Samuel Paty è stato decapitato da un attentatore poi ucciso dalla polizia. ©Bertrand GUAY/AFP

Le misure messe in campo dall’UE per prevenire nuovi attacchi comprendono una vasta gamma di interventi tra cui: controlli più scrupolosi alle frontiere, maggiore cooperazione giudiziaria e di polizia per individuare i soggetti sospetti e perseguire i criminali, taglio dei finanziamenti al terrorismo, lotta alla criminalità organizzata e contrasto ai fenomeni di radicalizzazione.

Scoprite di più su dati e fatti relativi agli attacchi terroristici, decessi e arresti nel 2019, 2020 e 2022,

Cos’è il terrorismo?

L’Unione europea definisce ufficialmente i reati di terrorismo come atti commessi allo scopo di intimidire gravemente la popolazione o costringere indebitamente i poteri pubblici o un'organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto, o destabilizzare gravemente o distruggere le strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche o sociali di un paese o un'organizzazione internazionale.


Migliorare i controlli alle frontiere esterne dell’UE

Ad aprile 2017 sono stati introdotti dei controlli sistematici alle frontiere esterne dell’UE su tutti gli ingressi, anche di cittadini europei, a seguito dei numerosi attentati terroristici in Europa e per garantire la sicurezza dell’area Schengen.

A novembre 2017 il Parlamento europeo e i ministri dell’UE hanno stabilito un nuovo sistema biometrico di registrazione delle entrate e uscite per tenere traccia degli spostamenti dei cittadini non europei nell’area Schengen e velocizzare le procedure di controllo. Questi nuovi controlli alle frontiere esterne dell’UE dovrebbero diventare pienamente operativi nel 2022.

I viaggiatori provenienti da paesi extra-EU esenti dall’obbligo di visto verranno controllati attraverso il nuovo Sistema dell’UE di informazione e autorizzazione ai viaggi (ETIAS, dall’inglese European Travel Information and Authorisation System), che dovrebbe essere operativo a partire dal 2022.

Controlli temporanei alle frontiere


Sull'onda della crisi migratoria e dell'aumento di minacce terroristiche transfrontaliere, dal 2015 numerosi Stati Schengen hanno introdotto controlli alle frontiere interne temporanei.

I controlli sono stati prolungati in diverse occasioni e in alcuni paesi sono ancora in vigore.

Nel 2020, a causa della pandemia di Covid-19, diversi stati hanno ripristinato inoltre i controlli alle frontiere interne, nel tentativo di controllare la diffusione del virus.

Il Parlamento ha più volte criticato il mantenimento dei controlli all'interno dell'area Schengen, considerandoli come una misura di ultima istanza.

Nella risoluzione sull'azione coordinata dell'UE per lottare contro la pandemia approvata il 17 aprile 2020, gli eurodeputati hanno esortato gli Stati membri ad approvare esclusivamente misure necessarie e proporzionate, sottolineando la necessità di un ritorno a un'area Schengen pienamente funzionante.

Scopri di più nella nostra pagina sui Schengen e le norme sulle frontiere.


Frontiere esterne sicure

La guardia costiera e di frontiera europea dovrebbe avere un corpo permanente di 10mila guardie di frontiera entro il 2027 per proteggere in maniera efficace i 13.000 km di confini terrestri esterni dell'Europa e quasi 66.000 km in mare. Il nuovo corpo permanente potrebbe, su richiesta di un paese dell'UE, effettuare controlli delle frontiere e gestire le migrazioni, nonché combattere la criminalità transfrontaliera.

In una risoluzione approvata a luglio 2021, gli eurodeputati hanno sostenuto inoltre la creazione del nuovo Fondo per la gestione integrata delle frontiere (IBMF) assegnandogli 6,24 miliardi di euro. L'IBMF dovrebbe contribuire a migliorare le capacità degli Stati membri nella gestione delle frontiere, garantendo al tempo stesso il rispetto dei diritti fondamentali. Il nuovo fondo contribuirà anche all’armonizzazione della politica comune in materia di visti, introducendo misure di protezione per le persone vulnerabili che arrivano in Europa, con particolare riguardo per minori non accompagnati.

Il programma sopracitato, opererà in stretto contatto con il nuovo Fondo sicurezza interna (ISF) concentrandosi sulla lotta alle minacce transfrontaliere, come il terrorismo, la criminalità organizzata e la criminalità informatica. L'ISF è stato approvato dal Parlamento nel luglio 2021 con un budget di 1,9 miliardi di euro.

Fermare i foreign fighters

Dal 2015 c'è stato un aumento del fenomeno del terrorismo legato a motivazioni religiose nell’Unione europea. Si sospetta che fino al 2017 circa 5.000 persone si siano spostate dall’UE alle zone di combattimento in Siria e Iraq per unirsi ai gruppi terroristici di matrice jihadista, ma questo numero è diminuito significativamente da allora. Nel 2019 alcuni tra questi foreign fighters sarebbero stati rimpatriati. Tuttavia centinaia di cittadini europei con legami diretti con lo stato islamico rimangono in Iraq e Siria.

L’Europa ha realizzato una legislazione a livello europeo sul terrorismo per criminalizzare le azioni connesse al terrorismo, come addestramenti o spostamenti per scopi terroristici e supporto a tali viaggi. La sinergia tra queste norme e i nuovi controlli alle frontiere esterne contribuirà a contrastare il fenomeno dei foreign fighters.

Codice di prenotazione (PNR)

Le compagnie aeree che effettuano voli da fuori e dentro l’UE sono obbligati a fornire alle autorità nazionali le informazioni dei passeggeri, ad esempio nome, date del viaggio, itinerario e metodo di pagamento.

Le informazioni che provengono dal codice di prenotazione (dall’inglese Passenger Name Record – PNR) vengono utilizzate per prevenire, individuare, svolgere indagini e perseguire reati terroristici e crimini gravi. Ci sono voluti più di cinque anni di negoziati e il Parlamento europeo ha insistito per la protezione dei dati e per la tutela delle informazioni sensibili riguardo origine, stato di salute e orientamento religioso, politico e sessuale.

Per saperne di più sul codice di prenotazione (PNR)

Dati di prenotazione dei passeggeri per contrastare gli attentati terroristici e la criminalità.

Intensificare lo scambio di informazioni per combattere il crimine e il terrorismo

Criminali e terroristi utilizzato diverse identità per eludere i controlli delle autorità di frontiera e delle forze dell’ordine. Questo e altri episodi simili sottolineano l’importanza di una efficace condivisione delle informazioni tra le autorità competenti degli stati membri (forze dell’ordine, autorità giudiziaria, intelligence).

Nel 2018 il Parlamento ha approvato nuove regole per rafforzare il Sistema di informazione Schengen (SIS) che introducono, tra altre cose, nuove segnalazioni sulle persone ricercate per terrorismo. Il database consente alla polizia e alle guardie di frontiera di consultare le segnalazioni su persone ricercate o disperse e beni persi o rubati.

Per utilizzare i database esistenti e futuri in modo più intelligente e mirato, i sistemi di informazione dell'UE che aiutano nella gestione di confini, sicurezza e migrazione, dovrebbero consentire lo scambio di dati. Questa nuova interoperabilità dei database dovrebbe essere implementata dopo il 2023 e fornirebbe un unico sistema per la ricerca, nonché un servizio di confronto biometrico per facilitare l'identificazione.

L’Europol, agenzia dell’UE incaricata dell’applicazione della legge, sostiene lo scambio delle informazioni tra le forze dell’ordine nazionali. A maggio del 2016 il Parlamento europeo ha deciso di dotare l’Europol di maggiori poteri per intensificare la lotta al terrorismo e istituire delle unità speciali come il Centro europeo antiterrorismo inaugurato il 25 gennaio 2016.

Il 9 dicembre 2020, in occasione della presentazione dell’agenda antiterrorismo, la Commissione ha presentato la proposta di rafforzamento del mandato dell’Europol. La riforma prevede la possibilità per l’Europol di emettere "segnalazioni informative" su sospetti e criminali all’interno del sistema d'informazione Schengen. Tale rafforzamento nel ruolo di ricerca e innovazione, permette l’elaborazione di un grande volume di dati complessi, affrontando la sfida dei "big data". La proposta legislativa contempla la possibilità per l'agenzia di scambiare dati direttamente con soggetti privati.

Scoprite di più su come il mandato di Europol è stato esteso per combattere meglio la criminalità e il terrorismo.

Tagliare i finanziamenti al terrorismo

Un modo efficace per fermare il terrorismo è tagliare le fonti di finanziamento e le risorse logistiche. Per fare ciò, nel 2018 il Parlamento europeo ha aggiornato la direttiva antiriciclaggio con l’obiettivo di rendere più trasparenti le informazioni sulla proprietà delle e di diminuire i rischi legati alle valute virtuali e alle carte prepagate anonime.

Il riciclaggio di denaro è un reato criminale in tutti i paesi dell'UE, ma le definizioni e le sanzioni variano. Le regole per combattere il finanziamento della criminalità organizzata del 2018 puntano a risolvere queste incongruenze.

Stando a un’analisi del 2016 condotta da Europol, di circa 110 miliardi di euro prodotti dalla malavita e dalle organizzazioni terroristiche, , ben il 98,9% resta nelle mani dei criminali, mentre il 2,2% viene bloccato temporaneamente e soltanto l’1,1% viene confiscato. Per rendere più facile il congelamento e la confisca di beni e denaro di provenienza criminale in tutta l'UE, il Parlamento ha approvato nuove regole sul riciclaggio di denaro nel 2018.

Il 10 luglio 2020 il Parlamento ha accolto con favore il nuovo piano d'azione della Commissione su come combattere il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo in modo efficace. La risoluzione fissa una posizione di "tolleranza zero" nei confronti dei paesi in ritardo con il recepimento delle norme antiriciclaggio nel diritto nazionale ed invita a inserire immediatamente i paesi terzi ad alto rischio nella lista nera.

Lotta al terrorismo: interrompere i finanziamenti ai jihadisti

Evitare ai civili l’accesso alle armi più pericolose

L’Unione europea fa tutto ciò che è in suo potere per evitare che le armi più pericolose finiscano nelle mani delle persone sbagliate. Con la revisione della direttiva sulle armi da fuoco si chiudono le scappatoie giuridiche che consentivano ai terroristi di utilizzare armi riconvertite come era stato fatto negli attentati di Parigi del 2015. La direttiva richiede che gli stati membri dispongano di un sistema di monitoraggio adeguato mantenendo pur sempre le eccezioni per cacciatori, musei e collezionisti.

La maggioranza degli attacchi terroristici nell'UE è stata perpetrata usando bombe fai-da-te. Sarà più difficile per i terroristi ottenere gli ingredienti necessari per costruire esplosivi grazie alle nuove regole approvate dal Parlamento nell'aprile 2019.

Il PE elimina le scappatorie legali nel controllo delle armi da fuoco

Prevenire la radicalizzazione

Terroristi ed estremisti usano internet per fare propaganda e spingere alla radicalizzazione. Nella sessione plenaria di aprile 2021, il Parlamento ha approvato le nuove regole che obbligano le aziende online, come Facebook o YouTube, a rimuovere i contenuti o disabilitarne l'accesso entro un'ora dall’ordine dall’autorità competente. Le nuove regole non si applicano ai contenuti giornalistici ed educativi.

Scopri come l'UE sta aumentando la sicurezza informatica

La lotta alla radicalizzazione è stato uno dei punti chiave della Commissione speciale sul terrorismo, che ha concluso il suo lavoro di un anno nel dicembre 2018. Il Parlamento ha suggerito una lista di osservatori dell'UE dei predicatori dell’odio, che attualmente possono operare inosservati spostandosi da un paese ad un altro. Gli eurodeputati hanno anche raccomandato di isolare i detenuti radicalizzati nelle carceri e di organizzare corsi di formazione sulla radicalizzazione per i funzionari dell'UE e degli Stati membri.

La maggior parte degli attentati in Europa è stata commessa da cittadini europei nati in Europa che si sono radicalizzati vivendo in Europa. Il Parlamento ha proposto quindi delle misure per combattere i fenomeni di radicalizzazione ed estremismo negli istituti penitenziari, online e attraverso l’educazione e l’inclusione sociale.

A dicembre 2020 il Parlamento europeo ha adottato la strategia dell’UE per l'Unione della sicurezza 2020-2025 e un nuovo programma di lotta al terrorismo che ha lo scopo di prevenire la radicalizzazione per esempio fornendo opportunità per i giovani a rischio e sostenendo la riabilitazione dei detenuti radicalizzati.

Approfondisci le cause e la prevenzione della radicalizzazione

Il valore aggiunto dell’UE

Sebbene la lotta al crimine e la sicurezza rientrino in gran parte nelle competenze nazionali, il livello europeo è il principale forum per la cooperazione e la coordinazione tra gli stati membri nella lotta al terrorismo.

Gli eurodeputati prendono le decisioni su importanti leggi per la lotta al terrorismo al pari dei ministri dell’UE. Generalmente, il Parlamento europeo si assicura che vengano rispettati i diritti fondamentali e la protezione delle informazioni, particolarmente necessari in un contesto fatto di politiche guidate dalla crisi e fretta di agire.

La sicurezza in Europa è una delle priorità comuni per le istituzioni UE. La strategia UE sulla lotta al terrorismo si articola in quattro elementi: prevenire, proteggere, perseguire e rispondere. La strategia sull'unione della sicurezza della Commissione europea ha lo scopo di facilitare la cooperazione tra gli stati membri in tre ambiti prioritari: lotta al crimine organizzato e alla criminalità informatica, al terrorismo, alla radicalizzazione. L'UE lavora anche per rafforzare la sicurezza esterna in cooperazione con i paesi terzi.

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