Frontiere dell'UE: l'allerme Chernobyl è stato lanciato in Svezia

L'allarme fu lanciato da Forsmark, la seconda più grande centrale nucleare della Svezia. Uno dei lavoratori stava passando davanti al sistema di rilevazione delle radiazioni, mentre tornava da una pausa. Un alto livello di radiazioni proveniva dalle sue scarpe, il personale in servizio all'inizio aveva temuto un incidente nella centrale nucleare, poi, attraverso uno scansione approfondita, aveva scoperto che la vera fonte delle radiazioni: la città ucraina di Chernobyl.

The Forsmark, Sweden second largest nuclear power plant
Forsmark, la seconda più grande centrale nucleare della Svezia.

Il tempestivo rilevamento effettuato nella centrale nucleare di Forsmark, situata ad un'ora a nord di Stoccolma, svolse un ruolo cruciale per costringere le autorità sovietiche a rivelare cosa fosse accaduto a Chernobyl nell'aprile del 1986.


Quando l'allarme suonó a Forsmark nelle prime ore del mattino dell'aprile del 1986, non fu chiaro in un primo tempo da dove provenissero i materiali radioattivi, nonostante il personale competente utilizzasse tutti gli strumenti di rilevazione delle radiazioni.


"Non trovammo nulla" ha spiegato Claes-Göran Runermark, che aveva la responsabilità di gestire le operazioni in quegli anni. "Avevamo verificato il materiale numerose volte con i nostri sistemi di rilevazione, e non trovammo nulla che provenisse da Forsmark".


Nonostante l'allarme, i lavoratori della centrale non furono assaliti dal panico. "Posso dire che restammo piuttosto tranquilli durante quella giornata" racconta Runermark.


Dopo un'ulteriore analisi, fu possibile verificare che le particelle radioattive che avevano trovato nell'erba avevano caratteristiche riconducibili alle centrali nucleari sovietiche. Inoltre, durante il fine settimana il vento aveva soffiato da sud-est e aveva piovuto nella parte nord est della Svezia, con il conseguente deposito di sostanze radioattive sul terreno di quell'area. Tutti gli elementi conducevano verso una delle centrali nucleari nell'Unione Sovietica.


Due giorni dopo il disastro, l'Unione Sovietica dichiarava che un incidente era avvenuto a Chernobyl in Ucraina, una repubblica dell'ex Unione Sovietica a quel tempo.


"Grazie alla nostra tempestiva rilevazione riuscimmo ad informare le autorità svedesi ad uno stadio non avanzato di diffusione, permettendo poi di informare il resto del mondo della minaccia di inquinamento radioattivo proveniente dal disastro nell'Unione Sovietica" racconta Runermark.


Oggi la maggior parte di quei materiali tossici non é più dannosa. Ma alcune sostanze come il cesio o il plutonio resteranno ancora nell'ambiente per centinaia, o migliaia di anni, sebbene in strati più bassi della crosta terreste.


Il disastro di Chernobyl ha dimostrato che l'inquinamento non ha confini. Allo scopo di tutelare meglio la salute dell'uomo e l'ambiente in futuro, l'Europa sta acquisendo un ruolo guida per sviluppare politiche ed accordi internazionali per limitare la minaccia di diffusione di catastrofi internazionali, come il disastro di Chernobyl.


L'Unione europea sta lavorando per migliorare l'ambiente, per esempio attraverso il Centro europeo per la ricerca sull'inquinamento per regolare la normativa e rafforzare gli standard di tutela ambientale. Inoltre l'Istituto per le politiche ambientali europee si occupa di una migliore regolamentazione delle politiche ambientali.


Nel marzo 2014, il Parlamento europeo ha proposto un aggiornamento della legge europea per rendere più chiara la valutazione di impatto ambientale e assicurare che siano rispettati la biodiversità, i cambiamenti climatici e che siano coinvolti i cittadini.


La direttiva sulla valutazione dell'impatto ambientale ha stabilito i criteri per le informazioni che devono essere sottoposte alle autorità nazionali per i progetti che devono ottenere l'approvazione. Nel 2005-2008, il numero medio di valutazioni dell'impatto ambientale variava nell'Unione euopea tra le 15.000 ed i 26.000 all'anno.

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