I robot sono sempre più utilizzati: urge una legislazione europea

Dalla pietra focaia alla ruota per arrivare al motore a vapore: i robot sono il prossimo passo del progresso. Giocattoli, droni, strumentazione medica, auto e macchinari industriali: il loro uso non è ancora regolato. Nella relazione votata oggi dalla commissione giuridica, il PE ha chiesto alla Commissione di presentare una proposta legislativa. Chi è responsabile se i robot fanno male a qualcuno? Abbiamo intervistato la relatrice, la deputata socialista lussemburghese Mady Delvaux.

La deputata socialista lussemburghese Mady Delvaux.
La deputata socialista lussemburghese Mady Delvaux

Di che tipo di robot stiamo parlando? Può farci qualche esempio?

Non stiamo parlando di armi. Identifichiamo i robot come “macchine fisiche”, dotati di sensori e interconnessi in modo da poter raccogliere dati. La prossima generazione di robot avrà più capacità di autoapprendimento. Ci sono le automobili che si guidano da sole. Poi abbiamo droni, robot industriali, macchinari utilizzati in medicina, giocattoli, robot agricoli, resistenti al fuoco...

Nel suo rapporto si affronta un problema chiave e cioè se i robot debbano avere uno status giuridico, una sorta di personalità elettronica. Cosa vuol dire?

Quando si svilupperanno robot in grado di apprendere cose nuove da soli, saranno necessari vari accorgimenti. Stiamo chiedendo alla Commissione le varie opzioni possibili. Si ptorebbero dotare i robot di una personalità virtuale. Una cosa simile avviene ora per le aziende, ma non è una questione che si risolverà dall’oggi al domani. Ciò di cui abbiamo bisogno ora è creare un quadro giuridico per i robot che sono attualmente sul mercato o lo saranno nei prossimi 10 o 15 anni.

Nel frattempo chi sarà responsabile in caso di danni? Il proprietario, il costruttore, il progettista o il programmatore?

Abbiamo due opzioni. Secondo il principio della responsabilità oggettiva, a rispondere dovrebbe essere il produttore perché è nella posizione migliore per limitare i danni. Poi starà al produttore rivalersi contro i suoi fornitori. L'altra opzione è fare dei test di valutazione del rischio prima della messa in funzionamento di un robot e le eventuali responsibilità per condotte sbagliate sarebbero in questo caso condivise da tutti i soggetti interessati. Vogliamo proporre l'assicurazione obbligatoria, almeno per i grandi robot.

È opportuno ricordare che alcune persone vulnerabili potranno diventare emotivamente vittime dei loro robot che dovrebbero curarli. Come possiamo impedire uno scenario di questo tipo?

Diciamp sempre alla gente che un robot non è un essere umano e non lo sarà mai, può mostrare empatia ma non sarà mai in grado di provarla realmente. Non vogliamo che i robot, come succede in Giappone, assomiglino agli esseri umani. Abbiamo proposto una Codice che protegga le persone dal diventare emotivamente dipendente da un robot. Si può innescare un bisogno fisico di supporto, ma non bisogna mai pensare che un robot possa amarti o essere triste assieme a te.

Che fretta c’è? Perché il Parlamento sta spingendo?

Per una volta, vorremmo impostare principi comuni europei e un quadro giuridico comune prima che ogni Stato membro una una propria e differente legge. La normalizzazione è anche nell'interesse del mercato: l'Europa è forte nel campo della robotica ma se vogliamo rimanere leader del mercato abbiamo bisogno di decidere regole comuni a livello europeo. Sulla responsabilità, i clienti devono avere la certezza di essere assicurati in caso di danni. Il grande problema è la sicurezza e la protezione dei dati. I robot non possono funzionare senza uno scambio di dati per cui vi è anche una questione di privacy su chi avrà accesso a questi dati.

Le persone hanno paura di perdere il posto di lavoro poiché è stato detto che i robot sostituiranno gli esseri umani in molti posti di lavoro. Tuttavia, da questa situazione potrebbero crearsi posti di lavoro per le persone altamente qualificate mentre le persone scarsamente qualificate - in numero maggiore - verrebbero sostituite. Come può essere risolta questa situazione?

Credo che questa sia la più grande sfida per la nostra società e per i nostri sistemi educativi. Non sappiamo che cosa accadrà. Credo che rimarranno pochi posti di lavoro per persone scarsamente qualificate. I robot non sostituiranno gli esseri umani; io parlerei piuttosto di cooperazione. Chiediamo alla Commissione di esaminare l'evoluzione, quali attività umane saranno sostituite da robot. Per i lavori usuranti, si tratta di una buona cosa: penso a quando si devono trasportare merci pesanti o se il lavoro è pericoloso (incendi, sott'acqua...). Dobbiamo monitorare ciò che sta accadendo e dobbiamo essere preparati per ogni scenario futuro.

C'è altro un punto controverso nel rapporto e riguarda i nostri sistemi di sicurezza sociale. Se ci saranno molti più disoccupati, bisogna assicurargli una vita decente. Questo è anche un invito agli stati membri, affinché riflettano su questa tematica fuori o dentro l’Ue.

Il Parlamento europeo ha invitato la Commissione a regolamentare adeguatamente i robot, sempre più presenti nella nostra vita quotidiana

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