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Importazioni tessili: i deputati chiedono norme comunitarie per ridurre lo sfruttamento dei lavoratori  

In una risoluzione che sarà discussa mercoledì e votata giovedì, i deputati affermano che sono necessarie norme UE per obbligare i fornitori di tessuti e di abbigliamento a rispettare i diritti dei propri lavoratori.

I lavoratori del settore tessile in tutto il mondo - molti dei quali giovani e donne - sono confrontati a lunghe ore di lavoro, un salario misero, incertezza, violenza e condizioni di lavoro pericolose.


Per responsabilizzare questa industria e per prevenire tragedie come il crollo della fabbrica di Rana Plaza in Bangladesh, i deputati voteranno una serie di proposte, tra cui obblighi di trasparenza vincolanti, basati sulle linee guide dell’OCSE, per costringere i Paesi esportatori di tessili con un accesso preferenziale al mercato dell'UE a rispettare gli obblighi sociali e sensibilizzare i consumatori grazie all’introduzione di etichette sull’abbigliamento.



Contesto


Oltre il 70% delle importazioni di tessuti e di abbigliamento dell'UE provengono dall'Asia, dove la maggioranza degli acquirenti è rappresentata da marchi globali che cercano prezzi bassi e tempi di produzione stretti e le conseguenze di questa politica di solito ricadono sui lavoratori. Dopo la tragedia della Rana Plaza di Dhaka in Bangladesh, dove più di 1.100 persone sono morte per il crollo della fabbrica, la Commissione europea ha promesso di portare avanti un'iniziativa faro dell'Unione europea, ma finora non è riuscita a farlo. Il Parlamento intende, quindi, incoraggiare la Commissione a presentare questo pacchetto di proposte.



Dibattito: mercoledì 26 aprile

Votazione: giovedì 27 aprile

Procedura: risoluzione non legislativa

Hashtag: #RanaPlaza