La povertà ha un volto femminile: la crisi economica colpisce maggiormente le donne 

Comunicati stampa 
 
 

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In una risoluzione non vincolante adottata martedì, i deputati evidenziano come le donne, più degli uomini, soffrano a causa della crisi che ha portato a tagli dei bilanci e della spesa sociale, che devono quindi essere compensati da investimenti nella formazione professionale e nell'imprenditoria femminile. Due altre risoluzioni riguardano le misure di lotta contro gli stereotipi di genere nell'UE e la tutela dei diritti delle donne nell'Africa del Nord.


"Le donne si trovano ad affrontare una crisi silenziosa che peggiora e indebolisce la loro condizione. Prima della crisi economica la disoccupazione, il lavoro precario e a tempo parziale, i salari bassi e le carriere lente già colpivano le donne più degli uomini. Oggi, con gli effetti delle politiche di austerità, alle donne viene inflitta una doppia punizione", ha dichiarato la relatrice Elisabeth Morin-Chartier (PPE, FR) nel dibattito di lunedì sulla Giornata internazionale della donna.

 

Il Parlamento evidenzia come i tagli all'istruzione e all'assistenza all'infanzia abbiano spinto le donne a cercare un lavoro part-time, riducendo in tal modo non solo il loro reddito, ma anche le loro pensioni.

 

Investire sulle donne

 

I deputati ribadiscono che, per rilanciare la crescita e contrastare gli effetti della crisi spesso causati dagli uomini, gli Stati membri devono investire nella formazione continua, nella riqualificazione delle politiche, nel telelavoro e in nuovi posti di lavoro, come pure promuovere l'imprenditorialità femminile e lo sviluppo dei servizi di custodia dei bambini. Inoltre, le donne devono essere incluse nel processo decisionale e deve essere promosso l'equilibrio di genere nei consigli d'amministrazione.

 

La risoluzione sull'impatto della crisi sulla parità di genere e i diritti delle donne è stata approvata con 495 voti favorevoli, 96 contrari e 69 astensioni.

 

Lotta contro gli stereotipi di genere

 

Gli stereotipi di genere contribuiscono alla femminilizzazione della povertà. Essi persistono sul mercato del lavoro specialmente in settori come l'ingegneria e l'assistenza all'infanzia, portando alla segregazione occupazionale e al differenziale retributivo di genere.

 

"Stereotipi e retribuzioni inferiori aumentano il rischio per le donne di cadere in povertà, in particolare per le donne anziane, anche a causa delle pensioni basse", ha affermato la reltrice Katrika Tamara Liotard (GUE/NGL, NL), che ha aggiunto: "I media possono contribuire a ridurre gli stereotipi delle donne".

 

Il Parlamento europeo invita la Commissione e gli Stati membri a utilizzare i programmi comunitari, quali il Fondo sociale europeo, per avere un maggior numero di donne nelle professioni in cui sono sottorappresentate e per garantire la parità di retribuzione per lo stesso lavoro.

 

I deputati chiedono misure per combattere gli stereotipi di genere in materia di istruzione, a partire dalla scuola materna, nella pubblicità e nei media, nel mercato del lavoro e nella politica. Insistono, inoltre, sul fatto che l'immagine femminile deve essere riportata in modo da rispettare la dignità della donna.

 

La risoluzione non vincolante sull'eliminazione degli stereotipi di genere nell'UE è stata approvata con 368 voti favorevoli, 159 contrari e 98 astensioni.

 

 

Africa del Nord

 

Il Parlamento chiede di utilizzare più efficacemente gli strumenti comunitari, per tutelare i diritti delle donne nei paesi del Nord Africa e chiede alle autorità dei paesi interessati di inserire nelle proprie costituzioni il principio dell'uguaglianza tra donne e uomini e di porre fine a tutte le forme di discriminazione e di violenza contro le donne.

 

"Questo è un segnale forte e inequivocabile di solidarietà e di sostegno alle donne che si battono in Nordafrica per la libertà, la democrazia e i diritti umani universali degli uomini e delle donne, contro ogni forma di discriminazione e violenza. Come hanno dichiarato le stesse protagoniste, per loro di tratta della stessa battaglia" - ha dichiarato l'eurodeputato. "Con questo rapporto il Parlamento Europeo impegna l'Unione Europea a sostenere i processi di transizione in corso in Egitto, Tunisia, Libia e Marocco, garantendo il pieno coinvolgimento delle donne nei luoghi decisionali, nei parlamenti, nella nuova Strategia di partenariato Euromediterraneo e quindi negli Accordi bilaterali e regionali alla luce del principio del "more for more", più sostegno per più democrazia" - ha concluso Silvia Costa.