Imposte sulle società: condivisione obbligatoria dei rendiconti fiscali tra i Paesi membri 

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La proposta della Commissione per lo scambio automatico delle informazioni fiscali sulle società tra le autorità fiscali nazionali è stata accolta dal Parlamento giovedì come "un passo positivo nella lotta contro la pianificazione fiscale aggressiva delle imprese". I deputati chiedono che nel testo siano inserite ulteriori garanzie affinché la concorrenza nel mercato unico non sia falsata da accordi economici nazionali volti a favorire le multinazionali.

La relazione redatta da Dariusz Rosati (PPE, PL) è stata approvata con 567 voti a favore, 30 contrari e 53 astenuti. Contiene le raccomandazioni del Parlamento agli Stati membri, che ora dovrebbero esprimersi in maniera unanime per approvare la proposta della Commissione.


La proposta obbligherebbe le multinazionali con ricavi totali consolidati pari o superiori a 750 milioni di euro a presentare la rendicontazione Paese per Paese nello Stato membro in cui l’entità madre principale del gruppo è residente a fini fiscali. Tale Stato membro dovrebbe quindi condividere queste informazioni con gli altri Stati membri in cui la società opera. Le informazioni che le società devono fornire comprendono i ricavi, i profitti, le imposte pagate, il capitale, gli utili, i beni materiali e il numero dei dipendenti.


"La prima proposta legislativa all'interno del pacchetto anti-evasione della Commissione rappresenta un passo importante nella lotta contro le pratiche fiscali sleali nell'UE. Dovrebbe inoltre migliorare la trasparenza e ridurre la concorrenza fiscale dannosa. Questi obiettivi non possono essere raggiunti individualmente dai singoli Stati membri, ma richiedono un'azione comune. Se ciò dovesse essere effettivamente approvato, la Commissione dovrebbe essere inclusa nello scambio delle informazioni Paese per Paese", ha dichiarato Rosati.


Pieno accesso per la Commissione


I deputati sottolineano che la Commissione dovrebbe avere pieno accesso alle informazioni condivise tra le autorità fiscali nazionali, così da poter valutare se le pratiche fiscali siano conformi alle norme comunitarie in materia di aiuti di Stato. Ciò risulta particolarmente importante per le piccole e medie imprese che operano in un solo Paese, così come indicato anche nel testo: "Queste compagnie solitamente versano un'aliquota d'imposta effettiva molto più prossima alle aliquote previste per legge rispetto alle multinazionali. (...) Le imprese operanti su scala nazionali non dovrebbero subire svantaggi a causa delle loro dimensioni o dell'assenza di scambi commerciali transfrontalieri".


Sanzioni


La direttiva fisserà scadenze di 12 mesi per la rendicontazione dopo la chiusura fiscale dell'esercizio e ulteriori tre mesi per lo scambio automatico delle informazioni. Al fine di garantire che l'obbligo di rendicontazione sia applicato, il Parlamento chiede che gli Stati membri introducano sanzioni da imporre alle multinazionali che non rispettano gli obblighi.


Prossime tappe


Gli Stati membri hanno concordato la loro posizione in merito alla proposta l'8 marzo scorso, in attesa del parere del Parlamento e dello scioglimento delle riserve dei parlamenti nazionali. Il Consiglio dovrà approvare in modo formale la decisione in una delle sue prossime riunioni.



Procedura: consultazione