Risposta data da Vladimir Špidla a nome della Commissione
13.7.2009
Come la Commissione ha annunciato nella comunicazione intitolata «Dalla crisi finanziaria alla ripresa»[1], i nostri dipartimenti pubblicano ogni mese relazioni di controllo sugli sviluppi recenti e le prospettive occupazionali per soddisfare l'esigenza generale di ottenere informazioni tempestive sugli sviluppi del mercato del lavoro. Tali relazioni fanno uso di su una vasta gamma di fonti d'informazione, tra le quali le statistiche dell'Eurostat, statistiche nazionali e settoriali, dati sulla ristrutturazione dell'Osservatorio sulla ristrutturazione in Europa (raccolti dall'Osservatorio europeo del cambiamento[2]) e autorevoli articoli di stampa.
La Commissione è consapevole della situazione della Nokia Siemens Network (NSN). Vorremmo tuttavia far notare che il progetto finanziato dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) sarà realizzato interamente all' interno dell'UE, principalmente in Finlandia e Germania ma anche (in misura minore) in Polonia ed Italia. La BEI non sta perciò finanziando nessuno degli investimenti della Nokia Siemens Network al di fuori dell'UE.
La Commissione inoltre non ha l'autorità di impedire o di posporre le decisioni di chiusura prese dalla singole aziende che non sono tenute ad informare la Commissione delle motivazioni delle loro decisioni. La Commissione è molto attenta tuttavia alle ristrutturazioni d'imprese che spesso hanno un impatto negativo sull'economia e sull'occupazione locale.
Spetta alle autorità nazionali competenti, inclusi i tribunali, la responsabilità di garantire il rispetto della normativa comunitaria, come la direttiva 94/45/CE riguardante l'istituzione di un comitato aziendale europeo[3], la direttiva 98/59/CE sui licenziamenti collettivi[4] e la direttiva 2002/14/CE sull'informazione e sulla consultazione dei lavoratori[5]. Gli Stati membri dispongono altresì di una vasta gamma di interventi attivi sul mercato del lavoro e in tema di protezione sociale con cui accompagnare la ristrutturazione. Tali provvedimenti possono essere integrati da strumenti comunitari quali il Fondo sociale europeo (FSE) e, dove i licenziamenti sono direttamente collegati agli effetti della globalizzazione, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) che può essere attivato unicamente a richiesta dello Stato membro interessato.
La Commissione richiama inoltre l'attenzione dell'onorevole parlamentare sulla comunicazione «Ristrutturazioni e occupazione»[6] del 31 marzo 2005 e sulle buone pratiche in fatto di ristrutturazione concordate dalle parti sociali europee nel mese di novembre 2003. Entrambi i documenti contengono linee guida utili per anticipare il cambiamento, prepararsi adeguatamente e far fronte ad esso e per attuare la ristrutturazione in modo socialmente responsabile.
- [1] COM(2008)706 definitivo.
- [2] http://www.eurofound.europa.eu/emcc/
- [3] Direttiva 94/45/CE del Consiglio, del 22 settembre 1994, riguardante l'istituzione di un comitato aziendale europeo o di una procedura per l'informazione e la consultazione dei lavoratori nelle imprese e nei gruppi di imprese di dimensioni comunitarie, GU L 254 del 30.09.1994.
- [4] Direttiva 98/59/CE del Consiglio, del 20 luglio 1998, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di licenziamenti collettivi, GU L 225 del 12.8.1998.
- [5] Direttiva 2002/14/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2002, che istituisce un quadro generale relativo all'informazione e alla consultazione dei lavoratori - Dichiarazione congiunta del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione sulla rappresentanza dei lavoratori, GU L 80 del 23.3.2002.
- [6] COM(2005)120 definitivo.
GU C 189 del 13/07/2010