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Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 30 maggio 2001 - Bruxelles Edizione GU

Trattato di Nizza e futuro dell'Unione europea
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  Bayrou (PPE-DE).(FR) Signor Presidente, è la prima volta in cinquant’anni – se ci volgiamo a guardare i cinquant’anni di storia europea – che i responsabili europei devono giudicare un Trattato di regresso europeo. Sino ad ora, tutti i Trattati, compiendo piccoli o grandi passi, avevano segnato un progresso nella costruzione europea. Questo è il primo Trattato di regresso.

In realtà, si erano profilate da molto tempo due sfide epocali: in primo luogo la creazione di una potenza europea e, in secondo luogo, una legittimazione democratica di coloro che dirigeranno, che dovrebbero dirigere, tale potenza europea. Da un lato la potenza e dall’altro la democrazia. Invece, il Trattato di Nizza sancisce l’impotenza europea; per un lungo periodo, pone al cuore delle Istituzioni europee l’impotenza e l’opacità, negazione della democrazia europea.

Due sfide mancate. Per questo l’Europa di Nizza non funzionerà. In realtà ai paesi che invitiamo ad unirsi a noi (e che, in alcuni casi, si uniscono a noi con entusiasmo), proponiamo un accordo sleale. Entreranno in una struttura che sarà contraddistinta dall’impotenza e dall’opacità. Ecco perché ho paura (mi riferisco a tutto quello che si dice sul post-Nizza): temo che il post-Nizza non risponda alle attese di taluni. A Nizza abbiamo preso un biglietto di sola andata, ed è per questo che la risoluzione degli onorevoli Méndez de Vigo e Seguro è una risoluzione critica. Io, però, vorrei che fosse ancor più critica. Per questo motivo mi asterrò.

 
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