Indice 
 Precedente 
 Seguente 
 Testo integrale 
Procedura : 2006/0116(COD)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo dei documenti :

Testi presentati :

A6-0376/2006

Discussioni :

PV 29/11/2006 - 16
CRE 29/11/2006 - 16

Votazioni :

PV 12/12/2006 - 14.18
CRE 12/12/2006 - 14.18
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2006)0548

Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 12 dicembre 2006 - Strasburgo Edizione GU

15. Dichiarazioni di voto
PV
  

– Proposta di decisione (B6-0644/2006)

 
  
MPphoto
 
 

  David Martin (PSE), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore della nomina della signora Meglena Kuneva, il Commissario bulgaro designato. Tuttavia, se non ho problemi per quanto riguarda la persona in sé o la nomina di un Commissario bulgaro, nutro seri dubbi che ci sia lavoro a sufficienza per 27 commissari. Non vedo l’ora che si apporti al Trattato una modifica che riduca significativamente il loro numero.

 
  
MPphoto
 
 

  Alyn Smith (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Signor Presidente, il mio partito è entusiasta di proseguire l’allargamento dell’Unione e non vediamo l’ora che i nostri colleghi bulgari e romeni si uniscano a noi. Abbiamo seguito con molta attenzione il processo di conferma dei nostri due nuovi Commissari e ci fa piacere che entrambi siano un gradito acquisto per il Collegio. Sono lieto di appoggiare oggi la nomina della signora Kuneva.

 
  
  

– Proposta di decisione (B6-0645/2006)

 
  
MPphoto
 
 

  David Martin (PSE), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore della nomina del signor Leonard Orban quale Commissario romeno. Tuttavia, mi rincresce molto che il Trattato di Nizza ci obblighi ad avere un Commissario per ogni Stato membro. Il fatto è che non penso ci siano mansioni serie a sufficienza per 27 commissari e non vedo l’ora che si riformi il Trattato sulla falsariga del progetto di Costituzione in modo da ridurre significativamente il loro numero.

 
  
MPphoto
 
 

  Alyn Smith (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Signor Presidente, il mio partito è entusiasta di proseguire l’allargamento dell’Unione e non vediamo l’ora che i nostri colleghi bulgari e romeni si uniscano a noi. Abbiamo seguito con molta attenzione il processo di conferma dei nostri due nuovi Commissari e ci fa piacere che entrambi siano un gradito acquisto per il Collegio. Sono lieto di appoggiare oggi la nomina del signor Orban.

 
  
  

– Relazione Pomés Ruiz (A6-0442/2006)

 
  
MPphoto
 
 

  David Martin (PSE), per iscritto. – (EN) Approvo la nomina di un membro bulgaro della Corte dei conti e sono lieto che ciò, in considerazione di altre difficoltà, non abbia provocato controversie.

 
  
  

– Relazione Fazakas (A6-0443/2006)

 
  
MPphoto
 
 

  David Martin (PSE), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore della nomina del signor Ispir, nonostante le accuse di corruzione che lo coinvolgono mosse dai media romeni. La commissione per il controllo dei bilanci non ha trovato prove a sostegno di queste accuse nelle relative indagini conoscitive. Il signor Ispir ha inoltre negato qualsiasi atto illecito. In base alle prove a disposizione, le accuse nei suoi confronti sembrano originate da motivi politici. Tuttavia, nel caso in cui emergesse una prova della sua colpa, mi aspetterei che il signor Ispir si dimettesse dalla Corte.

 
  
  

– Relazione Thyssen (A6-0408/2006)

 
  
MPphoto
 
 

  Andreas Mölzer (NI). – (DE) Signor Presidente, se si vuole porre uno stop agli scandali della carne e all’impiego subdolo dell’ingegneria genetica, occorre dire ai consumatori le cose come stanno, senza tralasciare niente, ma non è accettabile che le rigide norme alimentari che imponiamo ai nostri stessi agricoltori e produttori vengano poi regolarmente aggirate dalle importazioni provenienti da paesi terzi. Questa situazione, a mio avviso, è ingiusta nei confronti dei nostri agricoltori, controproducente per quanto riguarda la tutela dei consumatori e va pertanto rimossa immediatamente. Per questo motivo ho votato contro la relazione Thyssen.

 
  
MPphoto
 
 

  Hélène Goudin e Nils Lundgren (IND/DEM), per iscritto. – (SV) La Lista di giugno ritiene cruciale l’esistenza di una tutela adeguata dei consumatori nell’Unione. Tuttavia, il finanziamento delle misure necessarie è principalmente una questione a carattere nazionale. Perciò non riteniamo che ci sia alcuna giustificazione per stanziare per questa voce di bilancio 156,8 milioni di euro, come prevede questo programma in materia di politica dei consumatori.

Siamo inoltre assolutamente contrari alla proposta di sostenere finanziariamente lo sviluppo di corsi di laurea in discipline legate alla tutela dei consumatori nel quadro di un controllo integrato europeo. Ovviamente non spetta alle Istituzioni comunitarie determinare il tipo di corsi d’istruzione da istituire negli Stati membri, né il loro finanziamento. Pertanto abbiamo dovuto votare contro la relazione.

 
  
MPphoto
 
 

  Mary Lou McDonald (GUE/NGL), per iscritto. – (EN) I consumatori irlandesi conoscono fin troppo bene la realtà costituita dall’Irlanda che ti spenna. I prezzi in vertiginosa ascesa di servizi fondamentali come il gas e l’elettricità, o le tariffe scandalose della telefonia mobile e del roaming continuano a colpire duramente i consumatori irlandesi. Ovviamente coloro che vivono in povertà o rischiano di finirci sono quelli colpiti più duramente.

Per contrastare questa situazione inaccettabile, il governo deve intervenire con una regolamentazione più energica e finanziando le agenzie che si occupano della tutela dei consumatori.

In tale contesto approvo la relazione odierna dell’onorevole Marianne Thyssen. Lo scopo del testo è avviare un programma d’azione nel campo della tutela dei consumatori per gli anni dal 2007 al 2013. Il programma mira a integrare, sostenere e controllare le politiche degli Stati membri e contribuire a tutelare la salute, la sicurezza e gli interessi economici e giuridici dei consumatori. Il programma tenterebbe inoltre di promuovere il diritto dei consumatori all’informazione, all’istruzione e alla loro organizzazione per tutelare i loro interessi.

Secondo il Sinn Féin, il governo irlandese dev’essere in prima linea nel consolidamento dei diritti e delle tutele dei consumatori. Tuttavia, c’è chiaramente un ruolo da svolgere per l’Unione, ovvero assistere le agenzie degli Stati membri nella condivisione di modelli di migliori prassi e nell’assicurare un livello di coerenza in tutta l’Unione.

 
  
MPphoto
 
 

  Bernadette Vergnaud (PSE), per iscritto. – (FR) Il programma d’azione comunitaria in materia di tutela dei consumatori per il periodo 2007-2013 è inteso a completare, sostenere e seguire le politiche degli Stati membri.

Contribuirà a tutelare la salute, la sicurezza e gli interessi economici e giuridici dei consumatori, nonché a promuoverne i diritti di informazione, istruzione e organizzazione al fine di tutelare i loro interessi. Le azioni del programma contribuiranno a garantire un livello di tutela elevato e l’efficace applicazione delle norme in materia di tutela dei consumatori.

Mi compiaccio che questo programma sia stato diviso in due parti, distinguendo pertanto la salute dalla tutela dei consumatori.

Benché mi dispiaccia che la Commissione abbia ridotto la dotazione finanziaria da 233,46 milioni di euro – in prima lettura – a 156,8 milioni di euro e che il numero di azioni in materia di politica dei consumatori sia stato rivisto e ridotto da 20 a 11, ho votato a favore della relazione dell’onorevole Thyssen affinché le organizzazioni di consumatori possano trarre beneficio da questo programma nell’interesse dei nostri concittadini europei.

 
  
  

– Relazione Roth-Behrendt (A6-0445/2006)

 
  
MPphoto
 
 

  Carlos Coelho (PPE-DE), per iscritto. – (PT) Questo regolamento descrive dettagliatamente come affrontare e combattere malattie come la BSE e la scrapie che colpiscono i ruminanti in genere.

In primo luogo, il numero delle categorie che rischiano di contrarre la BSE viene ridotto da cinque a tre, conformemente alle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale per la salute animale.

Il regolamento proibisce l’impiego di proteine animali nell’alimentazione dei ruminanti, ma stabilisce la quantità sotto la quale l’aggiunta di tali proteine è considerata insignificante.

La relazione chiede inoltre di rivedere le norme sull’utilizzo della carne trattata meccanicamente per il consumo umano e fissa nuove regole per una migliore informazione dei consumatori.

Per evitare operazioni di abbattimenti massicci e indiscriminati, nonché i danni per il produttore che ne conseguono, la relazione definisce anche il trattamento degli animali fino alla fine della loro vita produttiva, trattamento che ovviamente sarà monitorato con molta attenzione, dal momento che non esistono dati scientifici che confermino che la BSE si trasmette attraverso il latte o dal bestiame alla sua prole.

I programmi di prevenzione delle encefalopatie spongiformi trasmissibili saranno attuati su base volontaria e i loro risultati scientifici verranno valutati regolarmente.

Pertanto i deputati socialdemocratici portoghesi al Parlamento europeo appoggiano la relazione Roth-Behrendt.

 
  
  

– Relazione Morillon (A6-0400/2006)

 
  
MPphoto
 
 

  Duarte Freitas (PPE-DE), per iscritto. – (PT) Questa proposta, sottoposta alla seconda lettura, differisce dalla normativa in vigore in tre aspetti fondamentali.

Uno dei fini della proposta è far sì che i dati vengano presentati annualmente e non più su base mensile. Secondo studi recenti, i dati mensili trasmessi entro sei mesi dall’evento sono di scarsa utilità per la gestione quotidiana del mercato, mentre i dati annuali possono essere utilizzati per le indagini di mercato a medio o a lungo termine e possono contribuire a ridurre il carico di lavoro delle autorità nazionali relativamente alla trasmissione dei dati.

Secondo la proposta, i dati vanno trasmessi in funzione della bandiera (o della nazionalità) delle navi che hanno effettuato gli sbarchi. Questo requisito, contrariamente alla presentazione attuale dei dati da parte dei grandi gruppi dell’Unione, dell’EFTA e altre navi, permetterà analisi più dettagliate dei dati, senza però comportare un incremento significativo del carico di lavoro per le autorità nazionali che già li rilevano con questo livello di dettaglio.

Infine, questa proposta di regolamento prevede un approccio più flessibile, consentendo l’impiego di tecniche di campionamento per la stima del totale degli sbarchi. Le autorità nazionali potranno avvalersi, in misura adeguata, di tecniche di campionamento per la raccolta dei dati, a patto che queste tecniche giustifichino il loro impiego e analizzino la qualità dei dati che ne risultano in una relazione metodologica...

(Testo abbreviato conformemente all’articolo 163, paragrafo 1, del Regolamento)

 
  
  

– Relazione De Sarnez (A6-0433/2006)

 
  
MPphoto
 
 

  Luís Queiró (PPE-DE), per iscritto. – (PT) Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno sollevato questioni pertinenti in merito alla tutela dei minori e della dignità umana in considerazione dei tanti contenuti illeciti, nocivi e indesiderabili che si possono facilmente trovare su Internet. Sembra che ci sia l’intenzione di varare un regolamento a questo proposito, un’intenzione che ha incontrato problemi di carattere tecnico e giuridico.

E’ indubbiamente necessario adottare misure per tutelare i minori e la dignità umana. Bisogna quindi conoscere maggiormente e valutare queste nuove tecnologie, senza minimizzare i progressi che hanno prodotto nelle nostre società, con conseguenze per lo più positive per la qualità della vita sia nei settori più poveri che in quelli più ricchi. L’accesso universale all’informazione permette ai più poveri di trovare più rapidamente soluzioni ai problemi quotidiani.

Pertanto, per quanto riguarda la tutela dei minori, le raccomandazioni qui proposte costituiscono criteri più che sensati che dobbiamo diffondere nelle nostre società mediante la sensibilizzazione dei genitori e degli insegnanti e assicurando lo scambio di esperienze fra gli enti regolatori in merito alla classificazione dei contenuti audiovisivi. I bambini sono consumatori fin dalla più tenera età e giungono in fretta a servirsi di queste tecnologie.

 
  
  

– Relazione Heaton-Harris (A6-0407/2006)

 
  
MPphoto
 
 

  David Martin (PSE), per iscritto. – (EN) Approvo la relazione, che ha l’obiettivo di attuare sistemi doganali automatizzati e procedure e servizi coordinati nell’ambito tanto dell’attuale quanto del futuro codice doganale aggiornato. L’obiettivo principale della decisione è stabilire le iniziative che devono essere attuate per conseguire l’obiettivo di un ambiente semplificato e privo di supporti cartacei per le dogane e il commercio. Ciò è lodevolissimo, ma spero che non si riveli una pia illusione.

 
  
  

– Relazione Brejc (A6-0388/2006)

 
  
MPphoto
 
 

  Hélène Goudin e Nils Lundgren (IND/DEM), per iscritto. – (SV) La Lista di giugno è favorevole alla cooperazione transfrontaliera di polizia. E’ necessario far fronte alla criminalità internazionale di oggi, ma questo è stato fatto con successo per decenni dall’organo di polizia internazionale Interpol. La Lista di giugno è molto scettica per quanto riguarda l’adozione di misure a livello sopranazionale per la lotta al crimine. Siamo a favore della cooperazione intergovernativa e contrari alla normativa comune. La Commissione raccomanda di istituire negli Stati membri gli Uffici per il recupero dei beni, Uffici direttamente soggetti alla legislazione e all’amministrazione comunitaria. Questo significa un’ulteriore ingerenza nei sistemi giudiziari nazionali degli Stati membri e un indebolimento dell’apprezzata posizione dell’Interpol.

Pertanto la Lista di giugno voterà contro la relazione nel suo complesso.

 
  
  

– Relazione Figueiredo (A6-0409/2006)

 
  
MPphoto
 
 

  Hélène Goudin e Nils Lundgren (IND/DEM), per iscritto. – (SV) La Lista di giugno ritiene che il campo delle malattie degli animali a livello transfrontaliero sia importante per la cooperazione in ambito comunitario, ma di norma non spetta all’Unione finanziare la lotta contro queste malattie.

Desideriamo fare presente che, in ultima analisi, è una responsabilità degli Stati membri, sia finanziariamente che per quanto riguarda le misure adottate, combattere le malattie animali e le zoonosi nei rispettivi territori.

Pertanto disapproviamo, in particolare, l’emendamento n. 6, presentato dalla commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento, in base al quale ciascuno Stato membro avrebbe la possibilità, in funzione della propria situazione particolare, di presentare programmi nazionali che saranno finanziati dall’Unione.

Voteremo contro la relazione nel suo complesso, perché si basa sull’incremento delle responsabilità finanziarie dell’Unione nella lotta alle malattie animali. I fondi comunitari non sono una cornucopia che può finanziare costantemente misure in ambito agricolo. La Svezia, per esempio, ha condotto una lotta lunga e coronata dal successo contro la salmonella all’interno dei propri confini, dimostrando che gli Stati membri stessi possono impegnarsi in queste battaglie senza avere bisogno di finanziamenti da parte dell’Unione.

 
  
  

– Relazione Klaß (A6-0446/2006)

 
  
MPphoto
 
 

  Andreas Mölzer (NI). – (DE) Signor Presidente, la natura ha una buona memoria e così, per esempio, grazie al programma comunitario “Acque sotterranee 2010”, in Austria si provvederà faticosamente a depurare le acque sotterranee dall’inquinamento del XX secolo. La quantità di nitrati che vi ha infiltrato l’agricoltura causa grossi problemi in alcune regioni, in quanto rende difficile il mantenimento delle condizioni chimiche prescritte. Ciò sottolinea una volta di più l’importanza di gestioni biologicamente ed ecologicamente assennate che, se impiegate correttamente, possono fornire un contributo fondamentale. Perciò ritengo che sia importante fare molto di più per promuoverne l’applicazione e, pertanto, ho votato a favore della relazione Klaß.

 
  
MPphoto
 
 

  Richard Seeber (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, anch’io ho votato a favore del compromesso, benché sia del parere che sarebbe stato auspicabile, considerata l’estrema importanza delle acque sotterranee come fonte principale di alimentazione, avere una normativa unica europea da applicare a tutte le sostanze nocive. Teniamo inoltre ben presente che qui sono in gioco la nostra salute e quella dei nostri figli. Poiché i risparmi nel breve termine si riveleranno un problema non solo per lo Stato, ma anche per i sistemi sanitari, invito tutti gli Stati membri ad applicare rigorosamente tutte le norme e contemporaneamente a collaborare alla realizzazione di un altro pacchetto di misure con valori limite ambiziosi.

 
  
MPphoto
 
 

  Ian Hudghton (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Le acque sotterranee costituiscono un bene naturale prezioso e vanno protette ovunque sia possibile. Inoltre bonificare è estremamente difficile, anche dopo che è stata rimossa la fonte delle sostanze inquinanti.

Appoggio in linea di massima le intenzioni della nuova direttiva, che contribuirebbe a salvaguardare la reputazione della Scozia come paese dotato di un ambiente pulito e intatto.

Tuttavia dev’esserci un equilibrio, in modo da evitare che qualsiasi nuova direttiva approvata intralci inutilmente i coltivatori e l’attività agricola. Per esempio, nel 2003, i coltivatori scozzesi hanno dovuto sopportare oneri sulle acque sotterranee e quelli inglesi no.

Finché questa proposta non origina altra burocrazia o pretese inattuabili nei confronti di chi lavora nel campo delle acque sotterranee, penso che questa direttiva sia valida.

 
  
MPphoto
 
 

  David Martin (PSE), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore della relazione Klaß sulla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento. Penso che ora la relazione sia molto più valida rispetto alla proposta originaria della Commissione. Adesso disporremo di norme più rigorose per prevenire o limitare le immissioni di sostanze pericolose nelle acque sotterranee, con la prospettiva di contare su misure ancor più rigorose a livello nazionale. Per quanto riguarda i nitrati, adesso le disposizioni sono coerenti con la direttiva quadro in materia di acque.

 
  
MPphoto
 
 

  Peter Skinner (PSE), per iscritto. – (EN) Poiché il sudest dell’Inghilterra ha patito moltissimo per via delle ordinanze antisiccità che hanno influito sull’utilizzo dell’acqua da parte dei consumatori, questa direttiva è estremamente importante. Nel sudest dell’Inghilterra circa il 70 per cento dell’acqua proviene da risorse idriche sotterranee. Pertanto proteggere questa risorsa è essenziale sia per consentire il recupero del rendimento di tali risorse che per tenere il più lontano possibile i nitrati e altre sostanze chimiche dall’acqua potabile nel Regno Unito.

Il Parlamento si è fermamente attenuto alla propria opinione in base a cui i governi degli Stati membri devono fare molto di più per prevenire questo tipo d’inquinamento, come per esempio quello da arsenico, da pesticidi e da cianuro. La strategia del Parlamento di “irrobustire” la normativa in questo campo è vista con molto favore.

 
  
MPphoto
 
 

  Bart Staes (Verts/ALE), per iscritto. – (NL) L’acqua è la base di tutta la vita e, in questo senso, una questione di vita o di morte. Secondo l’Agenzia ambientale europea la situazione è grave: l’87 per cento delle acque sotterranee nelle aree agricole non soddisfa gli standard comunitari in merito alla presenza di nitrati e la maggior parte degli Stati membri ha presentato relazioni sui rischi di contaminazione da pesticidi. Pertanto è di vitale importanza varare una nuova e rigorosa direttiva in materia di acque sotterranee.

Il testo approvato dal comitato di conciliazione merita il nostro appoggio. Questo Parlamento è riuscito a rendere giuridicamente vincolante il concetto di “protezione contro il deterioramento qualitativo”. Sono stati inoltre compiuti passi per garantire che le misure per conseguire lo standard qualitativo per i nitrati si rifacciano alla direttiva quadro in materia di acque. Sono state effettuate richieste più energiche nei confronti di Stati membri e regioni affinché prevengano e riducano l’introduzione di sostanze nocive nelle acque sotterranee. Si vuole ora che “prendano” tutte le misure necessarie e non solo che “si sforzino” di farlo. Il risultato in sede di prima lettura è stato, da un punto di vista ambientale, enormemente deludente e anche la posizione comune del Consiglio si è rivelata un disastro completo. Ora le cose sono tornate a posto con la seconda lettura in quest’Aula e con la susseguente procedura di conciliazione. Dal momento che dovremmo essere soddisfatti dell’esito, ho appoggiato l’accordo che è stato raggiunto.

 
  
  

– Relazione Mitchell (A6-0448/2006)

 
  
MPphoto
 
 

  Vytautas Landsbergis (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, nel corso di tutti i dibattiti che riguardano gli aborti procurati a danno di chi potrebbe vivere, un momento alquanto personale viene ridotto a una formula apparentemente asettica: igiene riproduttiva, un termine onnicomprensivo e in un certo senso disorientante. Pertanto dobbiamo parlare apertamente della salute non riproduttiva e preoccuparci di come limitare o ridurre le nascite all’interno della società europea senza causare danni fisici alle donne.

Tali danni sono estremamente deplorevoli, ma sarebbe ora che ci si rendesse conto che il problema è più ampio, perché questi danni includono aspetti sociali e psicologici e hanno a che fare anche con l’insensibilità e con l’aumento della crudeltà delle nostre società, che si stanno trasformando, sul piano demografico, in società suicide.

Questi sono i motivi per cui ho votato le soppressioni proposte dall’onorevole Mitchell.

 
  
MPphoto
 
 

  Sérgio Marques (PPE-DE), per iscritto. – (PT) La proposta iniziale di regolamento che istituisce uno strumento per finanziare la cooperazione allo sviluppo, presentata dalla Commissione, era inaccettabile per il Parlamento perché ne metteva in forse il potere codecisionale e gli stessi principi di politica dello sviluppo.

Tuttavia, in seguito agli emendamenti introdotti dal Parlamento, sono favorevole al testo definitivo del regolamento, che prevede una legislazione limitata nel tempo (2013) e una revisione intermedia (2009), la creazione di uno strumento specifico per la politica dello sviluppo – lo strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (CAS) – distinto dalla politica di cooperazione con i paesi industrializzati, una base giuridica unica e la formulazione di disposizioni finanziarie più dettagliate. Difende anche il diritto del Parlamento di definire una politica di sviluppo nell’ambito della procedura di codecisione.

 
  
MPphoto
 
 

  David Martin (PSE), per iscritto. – (EN) Lo strumento per la cooperazione allo sviluppo garantisce oltre 16 miliardi di euro di finanziamenti allo sviluppo nelle prossime prospettive finanziarie. Tale strumento consta di due parti principali: quella geografica e quella tematica. Il finanziamento geografico garantisce i fondi che verranno negoziati tra la Commissione e i paesi partner mediante i documenti di strategia nazionale (CSP), ovvero quasi 11 miliardi di euro. Apprezzo che il Parlamento abbia insistito durante i negoziati sulla necessità che la Commissione dia priorità ai servizi sociali, in particolare sanità e istruzione, nella stesura dei CSP. Inoltre il Parlamento ha ottenuto dalla Commissione l’impegno di impiegare il 20 per cento del finanziamento dei programmi geografici per la sanità di base e l’istruzione elementare e secondaria, una priorità importante e di vecchia data del gruppo socialista.

 
  
MPphoto
 
 

  Luís Queiró (PPE-DE), per iscritto. – (PT) Per la politica estera dell’Unione promuovere lo sviluppo è, mutatis mutandis, importante quanto promuovere i diritti umani e la democrazia.

Ogni volta che, nel quadro della cooperazione esterna, l’Unione alimenta la crescita e lo sviluppo di paesi terzi, lo fa per promuovere un mondo migliore e anche – bisogna riconoscerlo – i propri interessi, ma ciò non diminuisce minimamente le virtù del gesto. Tutto il contrario, anzi.

Nel campo dell’immigrazione clandestina, per esempio, occorre sottolineare che questa politica è una delle armi più potenti a nostra disposizione, soprattutto se la usiamo di concerto con nostri vicini.

Quanto allo sviluppo, si tratta, come la democrazia e i diritti umani, di un bene universale.

 
  
MPphoto
 
 

  Konrad Szymański (UEN), per iscritto. – (EN) La parte del mondo in cui viviamo, che gode del privilegio di vivere nell’abbondanza, ha una grande responsabilità nei confronti di coloro che soffrono la fame e il cui futuro è incerto.

Credo che possiamo parlare all’unisono, conformemente alle nostre responsabilità umanitarie. Uniti in questa nobile causa, possiamo cambiare molte cose.

Ecco perché sono contrario ai paragrafi che introducono i cosiddetti “diritti riproduttivi e sessuali” che cercano solo di ottenere il nostro sostegno a favore dell’aborto. Quest’argomento non si trovava nella proposta originaria della Commissione. E’ comparso in Parlamento. E’ un messaggio del tutto inopportuno per gli europei che non condividono l’aborto e non vogliono pagare queste pratiche nascoste nel documento sotto il termine tecnico “diritto riproduttivo”.

Vogliamo proprio mandarlo questo messaggio? Non possiamo mancare di rispetto alle credenze dei cattolici solo perché oggi sono in minoranza. Il nostro messaggio nei loro confronti è chiaro: dice che l’Europa non è più una loro responsabilità!

In conclusione, il documento indebolisce la nostra lotta alla povertà e indebolisce l’integrazione europea.

Pertanto ho invitato a sostenere gli emendamenti nn. 1, 2 e 3, in assenza dei quali non potrei votare a favore della relazione.

 
  
  

– Relazione Fourtou (A6-0429/2006)

 
  
MPphoto
 
 

  Georgios Toussas (GUE/NGL), per iscritto. – (EL) Il gruppo del partito comunista greco al Parlamento europeo ha votato contro la relazione sulla proposta di regolamento della Commissione su un “Codice doganale aggiornato”, perché spiana la strada all’invasione delle grandi imprese monopolistiche – in particolare quelle del settore logistico – nell’ambito delle procedure doganali. Istituire un “operatore economico autorizzato” unitamente con la sostituzione dell’articolo 5 del regolamento n. 2193/92, che riguarda gli operatori doganali, causerà, in Grecia e in vari Stati membri dell’Unione, la perdita del posto di lavoro per tutti i broker doganali, che verranno sostituiti da imprese monopolistiche a spese della sicurezza delle procedure doganali.

Il nuovo Codice doganale si conforma al quadro della strategia di Lisbona, che mira ad accrescere la prosperità dei capitalisti. Questa politica, oltre a distruggere il lavoro, il salario, la sicurezza e i diritti sociali dei lavoratori – che è il suo obiettivo primario –, avrà conseguenze devastanti sui lavoratori autonomi e sulle piccole e medie imprese.

Questa politica reazionaria dell’Unione è rivolta contro tutta la classe proletaria.

Pertanto è assolutamente indispensabile formare un’alleanza tra le piccole e medie imprese e la classe lavoratrice, un’alleanza popolare che metterà fine alle aspirazioni dei monopoli e dell’imperialismo, rivendicando il proprio potere e aprendo la strada alla prosperità sociale.

 
  
  

– Relazione Graefe zu Baringdorf (A6-0411/2006)

 
  
MPphoto
 
 

  Diamanto Manolakou (GUE/NGL), per iscritto. – (EL) E’ un diritto e un dovere degli agricoltori e dei consumatori badare alla propria salute e alla propria sicurezza, nonché conoscere la composizione di ogni prodotto, compresi i mangimi per animali. Pertanto, approviamo gli emendamenti e la proposta di emendamento riguardante la direttiva sulla circolazione degli alimenti composti per animali.

Tuttavia, alcune aziende, col pretesto che gli “interessi finanziari dei produttori verranno gravemente danneggiati” e che la proprietà intellettuale non sarebbe salvaguardata, si sono appellate alla Corte di giustizia per sottrarsi all’obbligo di informare i consumatori sulla composizione degli alimenti per animali, obbligo che darebbe agli agricoltori e ai consumatori non solo il diritto di scegliere, ma anche di tutelare la propria salute.

Allo stesso tempo, ogni produttore sarebbe soggetto a controlli tali da stabilire se il prodotto che vende corrisponde agli ingredienti stampati sull’etichetta e ai regolamenti sulla tutela della salute pubblica.

Tuttavia non dobbiamo farci ingannare dall’idea che barriere giuridiche o di altro tipo possano impedire alle imprese monopolistiche nel settore dei mangimi per animali di agire senza scrupoli, dal momento che queste aziende sono responsabili degli scandali della diossina e dell’encefalopatia spongiforme bovina. Per queste imprese la priorità numero uno è il profitto e non la tutela della salute pubblica. Inoltre, finché mancano adeguati organi statali di controllo e la responsabilità del controllo è in mano a privati, dobbiamo preoccuparci particolarmente per la tutela della salute pubblica e per la sicurezza della catena alimentare.

 
  
MPphoto
 
 

  Mairead McGuinness (PPE-DE), per iscritto. – (EN) Ho appoggiato la relazione affinché si possa rapidamente apportare una correzione alla direttiva 2002/2/CE, sopprimendo l’obbligo per i produttori di alimenti di informare i clienti che ne facciano richiesta dell’esatta composizione dei mangimi composti, in linea con la sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee.

La Corte di giustizia ha stabilito che questa disposizione aveva ben poco a che fare con l’esigenza di una maggiore tutela sanitaria per giustificare il suo grave impatto sugli interessi dei produttori.

Tuttavia, sono preoccupata e rammaricata perché i servizi giuridici delle Istituzioni hanno impedito ai deputati eletti al Parlamento europeo di presentare altri emendamenti di vasta portata a questa legge controversa.

L’intenzione era quella di emendare le norme che attualmente richiedono l’indicazione della percentuale, rispetto al peso, di tutte le materie prime dei mangimi che compongono un alimento.

Il fatto di rendere note le percentuali esatte relative agli alimenti per animali va al di là delle corrispondenti disposizioni applicabili agli alimenti destinati al consumo umano.

Nella maggior parte dei casi, elencare gli ingredienti secondo il peso è sufficiente per tutelare gli interessi dei coltivatori e dei consumatori, nonché le formule dei produttori. Mi aspetto che la Commissione recepisca queste preoccupazioni nella revisione della normativa in materia di alimenti prevista per l’anno prossimo.

 
  
MPphoto
 
 

  Neil Parish (PPE-DE), per iscritto. – (EN) I deputati conservatori al Parlamento hanno appoggiato la relazione per agevolare una rapida correzione della direttiva 2002/2/CE sopprimendo, in linea con la sentenza della Corte di giustizia, l’obbligo per i produttori di alimenti di informare i clienti, che ne facciano richiesta, dell’esatta composizione dei mangimi composti. La Corte di giustizia ha stabilito che questa disposizione aveva ben poco a che fare con l’esigenza di una maggiore tutela sanitaria per giustificare il suo grave impatto sugli interessi dei produttori.

Tuttavia, esprimiamo il nostro disappunto perché i servizi giuridici delle Istituzioni hanno impedito ai deputati eletti al Parlamento europeo di presentare altri emendamenti di vasta portata a questa legge controversa. La nostra intenzione era quella di emendare anche le norme che attualmente richiedono l’indicazione della percentuale, rispetto al peso, di tutte le materie prime dei mangimi che compongono un alimento. Non riteniamo che ci sia bisogno di rendere note le percentuali esatte e facciamo presente che questo va al di là delle corrispondenti disposizioni applicabili agli alimenti destinati al consumo umano. Nella maggior parte dei casi, elencare gli ingredienti secondo il peso è sufficiente per tutelare sia gli interessi dei coltivatori che i segreti di fabbricazione dei produttori. Ci aspettiamo che la Commissione recepisca le nostre preoccupazioni nella revisione della normativa in materia di alimenti prevista per l’anno prossimo.

 
  
  

– Relazione Flautre (A6-0376/2006)

 
  
MPphoto
 
 

  Marco Cappato (ALDE), per iscritto. – Sostengo il rapporto dei colleghi McMillan-Scott e Flautre sullo Strumento europeo per la promozione della Democrazia ed i diritti umani, perché la democrazia è un diritto fondamentale universale, ed in quanto tale deve essere promosso dalle istituzioni transnazionali.

I radicali in questo Parlamento si sono battuti per anni per il rispetto delle “clausole democratiche” contenute in molti accordi tra UE e paesi autoritari come il Laos, il Vietnam, l’Uzbekistan. Quegli accordi vanno applicati alla lettera, ma la promozione del diritto alla democrazia non può essere un mero sottoprodotto delle politiche di cooperazione, di commercio internazionale o di aiuto umanitario. Bisogna agire e costruire un’autentica politica europea della democrazia nel mondo, perché il diritto alla democrazia non può fermarsi al “vicinato” dell’Europa.

In tutto il mondo bisogna riuscire a costruire un’alleanza tra l’Europa e le forze pro-democratiche: era l’obiettivo dei relatori. La capacità di azione dell’UE nel futuro ci dirà se questo obiettivo è stato raggiunto, oppure se sarà necessario ricorrere a nuovi strumenti più flessibili e più efficaci.

 
  
MPphoto
 
 

  Kartika Tamara Liotard e Erik Meijer (GUE/NGL), per iscritto. – (NL) I socialisti possono rifarsi ad una lunga tradizione di solidarietà internazionale. Si battono per i diritti umani, la pace, la democrazia, la sicurezza sociale, per un’equa ripartizione, per i servizi pubblici e per un ambiente pulito non solo per la gente delle proprie città, regioni o paesi, ma anche per la popolazione dei paesi vicini e di altre parti del mondo.

I diritti umani per gli altri sono più importanti dei benefici economici che ricaviamo noi stessi dalle importazioni a basso costo dai paesi in cui i diritti umani vengono calpestati. E’ questa convinzione che ci indusse a sostenere le campagne di boicottaggio contro i regimi dittatoriali minoritari del Sudafrica, dell’ex Rhodesia, delle ex colonie portoghesi e del Cile di Pinochet. Unendo le nostre forze con i movimenti di opposizione di quei paesi abbiamo contribuito a propiziare grandi cambiamenti.

Ecco perché noi, rappresentanti del partito socialista olandese, appoggiamo la relazione Flautre/McMillan-Scott sui diritti umani nei trattati internazionali e nei rapporti con gli Stati totalitari. Siamo consapevoli che si può fare un uso distorto della relazione per provvedimenti nei confronti del Venezuela o di altri Stati i cui popoli hanno optato per scelte radicali verso l’uguaglianza degli uomini, e forse si può anche utilizzarla come giustificazione per interventi militari accampando ragioni umanitarie. Ci dispiace che il timore di questi abusi sembri avere spinto alcuni deputati del nostro gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica a optare per il principio di non-intervento e, pertanto, benché involontariamente, a chiudere un occhio su dittature inaccettabili.

 
  
MPphoto
 
 

  Luís Queiró (PPE-DE), per iscritto. – (PT) Il fatto che l’Unione leghi esplicitamente la sua politica estera alla promozione dei diritti umani e della democrazia è da sottolineare e da elogiare. Tuttavia, in Parlamento e in altre Istituzioni comunitarie non tutti saranno dello stesso parere nello stabilire quali siano i diritti umani che sono stati violati e dove ci sia democrazia e dove no. Forse sarebbe stato meglio ignorare tale questione al momento, anche se in tal caso avremmo solo nascosto la situazione anziché affrontarla.

Ciò detto, va messo in luce il primo dei punti menzionati. L’espansione della democrazia e della tutela dei diritti umani è intrinsecamente una buona cosa che reca benefici ai popoli dei paesi in cui non c’è democrazia né rispetto per i diritti umani e li reca anche ai popoli dei paesi vicini (ragion per cui è tanto importante promuovere tali valori presso gli Stati che sono nostri confinanti) e del mondo in generale.

Per questi motivi, seppure con le riserve che ho menzionato, appoggio la relazione in esame.

 
  
MPphoto
 
 

  Georgios Toussas (GUE/NGL), per iscritto. – (EL) Lo “strumento finanziario per la promozione della democrazia e dei diritti umani nel mondo” è una palese ammissione del fatto che, nel nome della “democrazia e dei diritti umani”, stiamo sancendo il diritto dell’Unione a effettuare interventi imperialisti a spese delle nazioni in tutto il mondo.

Il testo della Commissione si muove in una direzione ancora più inaccettabile e reattiva, affermando che ci si avvarrà di tale diritto “senza il consenso del governo del paese ospitante” per assegnare montagne di soldi alla longa manus della politica imperialista comunitaria, a varie organizzazioni non governative e, oltretutto, a organizzazioni che non sono ufficialmente registrate nel loro paese, ovvero organizzazioni illegali. La relazione prevede che si istituisca una forza lavoro produttiva per le organizzazioni indipendenti della società civile, ovvero che si formino agenti segreti. I suoi obiettivi includono il rafforzamento del Tribunale penale internazionale e anche di tribunali internazionali speciali.

L’Unione si proclama difensore universale della democrazia e dei diritti umani, nel senso di un “cavallo di Troia” che sarà usato per minare la sovranità nazionale e sociale di nazioni che si oppongono alle decisioni dell’Unione e rovesciare governi che non concordano con esse.

Le nazioni traggano le proprie conclusioni. Devono potenziare i loro sforzi contro quest’unione barbara e imperialista di capitalisti monopolisti e buttare nella pattumiera della storia l’ambizione imperialista di assurgere alla posizione di poliziotti del mondo.

 
  
  

– Relazione Sinnott (A6-0398/2006)

 
  
MPphoto
 
 

  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) Negli Stati membri resta preoccupante l’alto numero di infortuni derivati da incidenti o da episodi di violenza. Pertanto apprezziamo che si focalizzi l’attenzione sulle cause di tali infortuni, sulle circostanze in cui si verificano e sul perché, quando e dove ricorrano. Esistono numerosi fattori all’origine degli infortuni, tra cui fattori sociali, economici e culturali. Maggiore è la nostra comprensione di questi aspetti, maggiori e, soprattutto, migliori potranno essere le misure adottate per evitare che si ripetano. Perciò la relazione oggi approvata pone l’accento sulla prevenzione.

Il primo passo consiste dunque nel raccogliere informazioni. In ultima analisi, tuttavia, sono le condizioni di vita delle popolazioni che devono essere migliorate, il che comporta, per esempio, che si mantenga una politica di salute pubblica con accesso alle cure sanitarie garantito a tutti, indipendentemente dalla situazione economica, che si garantisca un’istruzione pubblica di alta qualità e che si diminuiscano o si eliminino le disuguaglianze. Gli incidenti e gli infortuni comportano costi umani enormi – la morte prematura e anni di disabilità – e costi elevati in termini di cure sanitarie e di danni per la società dovuti alla mancata produttività. Tuttavia, gli infortuni possono essere evitati. Perciò è indispensabile adottare stili di vita più salutari e politiche pubbliche che aiutino a rendere più sicure le condizioni di vita. Prevenire è meglio che curare.

 
  
MPphoto
 
 

  Diamanto Manolakou (GUE/NGL), per iscritto. – (EL) Il primo motivo degli “sforzi per prevenire gli infortuni” è quello di investire in settori che offriranno qualcosa in cambio. Si promuovono ragioni per risparmiare sui costi anziché promuovere la salute. Siamo contrari a questi argomenti liberisti che guidano questo cosiddetto sforzo nella prevenzione degli infortuni.

Si fa d’ogni erba un fascio raggruppando incidenti di vario genere e li si affronta nel quadro della responsabilità del singolo individuo perché sono tutti classificati come infortuni. Le vere cause degli incidenti vengono nascoste, facendo così deragliare la strategia per prevenirli e farvi fronte.

Si afferma che la responsabilità personale è la causa principale di questi “infortuni” al fine di nascondere la responsabilità gestionale per gli incidenti sul lavoro.

La promozione del “comportamento sicuro” cela la necessità di una strategia di prevenzione volta direttamente all’adozione di misure collettive che tutelino la sicurezza in settori in cui lavorano e vivono i dipendenti.

Si mira a far gravare sui dipendenti, direttamente o indirettamente, la responsabilità manageriale e il costo che comporta la prevenzione degli incidenti sul lavoro.

Il loro obiettivo finale è promuovere un’ulteriore intensificazione del lavoro e una riduzione del costo del medesimo.

La colpa è in gran parte dello Stato. Per favorire l’economia di mercato non effettua controlli essenziali; accetta omissioni e manchevolezze criminali in progetti di affaristi, cosa che a sua volta aumenta il rischio di incidenti. La prevenzione di questi ultimi dev’essere imposta dallo Stato come regola, con dovizia di dettagli sulle cause effettive; inoltre gli organi che registrano questi incidenti e indagano sul loro merito devono essere controllati dallo Stato. La copertura assicurativa del rischio professionale, la creazione di un organo statale di dottori e tecnici in materia di sicurezza costituiranno il fondamento di una prevenzione sistematica degli incidenti sul lavoro.

 
  
MPphoto
 
 

  Andreas Mölzer (NI), per iscritto. – (DE) E’ un nostro dovere nei confronti dell’ambiente e dei cittadini che rappresentiamo fermare una volta per tutte la politica di promozione dei trasporti a lunga distanza su e giù per l’Europa; ora che il cancro e le malattie respiratorie sono diventati la quarta causa di morte più frequente nell’Unione, è più che mai il momento di farlo.

Se, tuttavia, si vuole promuovere la sicurezza, occorre anche trovare una soluzione al problema della chimera del multiculturalismo, che fondamentalmente crea un numero sempre maggiore di aree problematiche nelle città europee, dove la forza pubblica è vista come un invasore, dove prevale una grave decadenza dei valori e non è più riconosciuta l’autorità dello Stato.

Questo fenomeno non si limita a Parigi: anche a Berlino ci sono quartieri in cui non si può spegnere tempestivamente un incendio né portare via i feriti perché è impossibile comunicare con la folla straniera inferocita, quartieri dove chi cerca di portare aiuto rischia di essere aggredito o derubato – le cosiddette “zone proibite” –, dove ormai persino la polizia si avventura solo in forze.

In Francia le cose sono cominciate proprio così e sappiamo tutti com’è andata a finire. Se parliamo di prevenzione e di maggior sicurezza, allora bisogna affrontare anche questi problemi prima che la situazione si aggravi.

 
  
  

– Relazione Martin David (A6-0430/2006)

 
  
MPphoto
 
 

  David Martin (PSE), per iscritto. – (EN) Ho ovviamente votato a favore della mia relazione sullo strumento finanziario per la cooperazione con i paesi e i territori industrializzati. Come ho affermato durante il dibattito, questo potrebbe essere, in termini finanziari, il meno significativo dei nuovi strumenti esterni, ma riguarderà pur sempre un bilancio pari a circa 22 milioni di euro all’anno e coprirà le nostre azioni esterne nei riguardi di 17 importanti paesi. Penso che gli emendamenti approvati dal Parlamento renderanno lo strumento più idoneo ed efficace nel promuovere gli interessi e i valori dell’Unione in questi 17 paesi eterogenei. Vorrei ringraziare i colleghi di tutti i gruppi per il loro appoggio che ha permesso di ottenere un così ampio consenso.

 
Note legali - Informativa sulla privacy