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Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 11 luglio 2007 - Strasburgo Edizione GU

Illustrazione del programma della Presidenza portoghese (discussione)
MPphoto
 
 

  Bronisław Geremek (ALDE). (PL) Signor Presidente, signor Presidente in carica del Consiglio, ho ascoltato il suo intervento di oggi e ho letto il discorso che ha pronunciato dinanzi all’assemblea della Repubblica a Lisbona con grande attenzione. Ha definito un programma di ampia portata per la Presidenza portoghese e le auguro il massimo successo. Vorrei tuttavia esporre la mia interpretazione personale del suo programma e sollevare tre questioni fondamentali.

La prima e la più ovvia è il nuovo Trattato costituzionale. La Presidenza tedesca ha compiuto alcuni progressi ed è riuscita a imbastire un compromesso difficile. Ogni Stato membro può pensare di aver perso qualcosa nel processo negoziale: è questa la natura dei compromessi. Tuttavia, l’Europa ha ora la possibilità di rafforzare la propria unità. Il mandato, approvato all’unanimità, deve essere attuato e a nessun paese, compreso il mio, dovrà essere permesso di ritrattare gli impegni presi. La Presidenza portoghese ha ora il difficile compito di creare il consenso necessario per l’approvazione del Trattato. Vorrei anche lanciare un appello, come ha fatto l’onorevole Barón Crespo, affinché si trovi il modo di renderlo il più chiaro possibile per il comune cittadino europeo.

La seconda questione è la definizione di una politica di solidarietà europea, quale la politica energetica comune europea, che dimostri che l’Europa si è unita in modo profondo e irreversibile, in seguito alla svolta epocale del 1989. Un altro esempio di politica di solidarietà è legato all’idea storica di libera circolazione delle persone all’interno dell’Unione europea, cioè la piena apertura dell’area Schengen ai nuovi Stati membri. Solo un’Europa senza frontiere interne può veramente essere una comunità unita.

Il terzo compito è adempiere gli impegni dell’Europa nei confronti del resto del mondo. Il Portogallo ha evidenziato l’importanza del Brasile, che ha legami storici con l’Europa, oltre a enormi potenzialità di sviluppo. Tuttavia, il programma della Presidenza assicura anche un dialogo rinnovato con l’Africa. E’ un compito estremamente importante, che deriva dalla responsabilità storica dell’Europa nei confronti del continente africano, ricco di risorse naturali non sfruttate, ma attualmente devastato dalla povertà, dalle malattie e dalla violenza etnica.

Sono queste le sfide della nostra epoca, che possono e devono stimolare il processo di integrazione europea.

 
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