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Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 23 ottobre 2007 - Strasburgo Edizione GU

Rialzo dei prezzi dei generi alimentari, tutela dei consumatori (discussione)
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  Vincenzo Aita, a nome del gruppo GUE/NGL.– Signor Presidente, onorevoli colleghi, io credo che questa discussione è importante iniziarla, ma credo che, anche per le cose che ci ha detto la Commissaria, siamo al di sotto di quelli che sono i problemi che stiamo vivendo.

Vorrei ricordare alla Commissaria che qualche mese fa sulla questione della discussione delle modifiche agli OCM sull’ortofrutta - e quello che adesso sta arrivando sul vino - noi chiedevamo una moratoria, di fermarsi e di riflettere su quello che stava succedendo, a partire da alcune questioni che vorrei rilevare.

La prima: qui si fa riferimento ad annate sbagliate per fatti climatici, ma non si fa riferimento al fatto che questo problema ce lo porteremo avanti per anni, perché c’è un cambiamento climatico in Europa e nel mondo. Primo dato!

Secondo: dal 1950, quando eravamo due miliardi e mezzo e avevamo a disposizione 0,5 ettari per ciascun cittadino nel mondo, nel 2020 passeremo a sette miliardi e mezzo (fonti delle Nazioni Unite) con circa 0,2 ettari disponibili per la coltivazione, per cittadino nel mondo.

Io capisco l’onorevole Baringdorf che c’è un problema di fondo, ma non credo che questi aumenti che si stanno registrando in questo periodo siano a vantaggio dei produttori. Perché se guardiamo alla differenza del costo del prodotto a quello che arriva ai consumatori, noi ci accorgiamo che c’è una filiera molto lunga che paga il consumatore, che paga il produttore. Ma questo è grazie anche alle politiche che noi abbiamo fatto qui in Parlamento europeo, allora io credo che la Commissaria qui dovrebbe valutare attentamente gli atti che andiamo a definire.

Certo, è stato importante fare quell’atto di rimettere a produzione il maggese però oltretutto oggi c’è bisogno di una riflessione a fondo. Quando è nata questa Comunità europea, si è fatta per soddisfare l’esigenza alimentare del popolo europeo. Oggi noi dobbiamo fare la stessa politica e non possiamo più consentirci che i terreni vengano messi al riposo per una politica di disaccoppiamento, perché questa determina anche una perdita produttiva sul mercato e sulle questioni nostre. Quindi si tratta di approdare ad una discussione a fondo: se le politiche di questi anni hanno dato risposte ai consumatori e ai produttori o non hanno creato un problema al contrario per questi due soggetti.

 
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