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Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 23 ottobre 2007 - Strasburgo Edizione GU

Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (discussione)
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  Mario Mantovani, relatore. Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, ritengo che questa notte si stia avviando la relazione di un grande progetto atteso da anni in Europa, in ogni Stato membro, in ogni regione, in ogni città dell’Unione, un obiettivo perseguito da anni e sollecitato da diversi attori del mondo della scuola, del lavoro, del mercato e dell’economia, insomma richiesto dall’intera società.

Domani, con l’approvazione del quadro europeo delle qualifiche, porremo le basi per un miglior futuro anche per le prossime generazioni, che potranno avere a disposizione un punto di riferimento comune per il loro impegno culturale, scolastico, formativo, professionale e naturalmente di lavoro.

Infatti il quadro europeo delle qualifiche rappresenta, nel rispetto della strategia di Lisbona, un filo diretto per migliorare il rapporto fra scuola, università e lavoro, migliorare il rapporto fra l’apprendimento formale, informale e non formale, lungo tutto l’arco della vita, garantire la trasparenza nel riconoscimento dei titoli, delle certificazioni, sia a livello nazionale che settoriale, sempre in rapporto al quadro europeo, e rafforzare infine la cooperazione fra gli Stati membri in un campo così delicato quale quello della comparazione tra sistemi differenti.

Questo è il leit motiv che nel rispetto appunto della strategia di Lisbona ci ha spinto ad assumere le debite responsabilità, con una scelta che, sono certo, favorirà la crescita, lo sviluppo, la competitività, in un’Europa che non può prescindere, nei suoi obiettivi, dalla coesione sociale.

È un progetto che parte da lontano e che trae le sue origini dal processo di Bologna con il sistema di accumulazione e di trasferimento dei crediti, passa poi per il Vertice di Barcellona, per un sistema equivalente in materia di formazione professionale, trova il suo potenziamento a Bergen nel 2004 e poi ancora nel Consiglio del 2005, nel quale viene ribadita la necessità di adottare detto quadro. Un excursus storico in cui risulta chiara la volontà dei decisori europei di creare questo nuovo strumento considerato da molti rivoluzionario ma soprattutto necessario per quel processo di integrazione europea che da molti anni si sta inseguendo.

Sono convinto, signor Presidente, cari colleghi, che questo quadro favorirà non solo i transfrontalieri, ma sarà un volano per la mobilità interna dell’Unione – pensiamo agli studenti, ai lavoratori, ai ricercatori e ai volontari in generale, a tutti coloro che avranno necessità di muoversi liberamente in Europa senza creare allarmismi o vane preoccupazioni. Ricordate sicuramente la storia dell’idraulico polacco che spaventò la Francia: fu forse uno degli elementi determinanti per cui il popolo francese nel referendum votò contro la Costituzione europea.

Bene, il testo al quale siamo giunti è il risultato di molti mesi di lavoro, di una fitta collaborazione con i rappresentanti del Consiglio, sotto Presidenza portoghese, che ha percepito sin da subito l’importanza di questo ambizioso progetto.

È la Commissione, nella figura del Commissario Figeľ, che ha accompagnato questo percorso con estrema attenzione e disponibilità, ed è in questo quadro di condivisione che abbiamo potuto arricchire il testo, inserendo i concetti chiave cari alla commissione per l’occupazione e gli affari sociali. Per questo sono molto grato ai colleghi, ai relatori-ombra, vedo l’onorevole Castex, l’onorevole Kusstatscher, l’onorevole dei liberali, ma anche l’onorevole Mann, l’onorevole Kasoulides, tutti coloro che hanno dato un contributo in questa direzione, perché con impegno e soprattutto con un generoso apporto, hanno appunto inserito questi concetti, che sono: l’integrazione sociale, i bisogni del mercato del lavoro, la formazione dell’individuo attraverso differenti percorsi formativi, la non discriminazione con l’inclusione delle persone svantaggiate, le pari opportunità, il rispetto del principio di sussidiarietà con la creazione dei punti di coordinamento all’interno degli Stati membri.

Abbiamo anche ribadito il carattere non vincolante della raccomandazione, che resta comunque di natura legislativa, non certo per debolezza, ma piuttosto per senso di responsabilità e di realismo, al fine di favorire e promuovere l’applicazione di detto strumento in quei paesi che necessitano di un tempo più lungo. Insomma è certamente un lavoro perfettibile, ma, ahinoi, in questa vita terrena tutto è perfettibile, ma sono convinto che siamo di fronte a un testo con un’anima e una coscienza.

Credo che il lavoro del Parlamento europeo, che è quello di legiferare per i reali interessi dei cittadini, questo l’abbiamo fatto e l’’approvazione del testo in prima lettura ne è la dimostrazione, grazie anche alla commissione per la cultura e l’istruzione con l’onorevole Gaľa, alla commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere, alla commissione ITRE, che hanno dato giustamente il loro contributo.

 
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