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Procedura : 2007/0028(COD)
Ciclo di vita in Aula
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Testi presentati :

A6-0489/2007

Discussioni :

PV 19/02/2008 - 5
CRE 19/02/2008 - 5

Votazioni :

PV 21/02/2008 - 4.4
Dichiarazioni di voto
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Testi approvati :

P6_TA(2008)0063

Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 19 febbraio 2008 - Strasburgo Edizione GU

5. Accreditamento e sorveglianza del mercato nel contesto della commercializzazione dei prodotti – Quadro comune per la commercializzazione dei prodotti – Applicazione di norme tecniche nazionali a prodotti commercializzati legalmente in un altro Stato membro – Marchi di sicurezza sui prodotti di consumo (discussione)
Processo verbale
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  Presidente . L’ordine del giorno reca la discussione congiunta sulle seguenti relazioni:

– la relazione, presentata dall’onorevole André Brie a nome della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che pone norme in materia di accreditamento e vigilanza del mercato per quanto riguarda la commercializzazione dei prodotti [COM(2007)0037 – C6-0068/2007 – 2007/0029(COD)] (A6-0491/2007);

– la relazione, presentata dall’onorevole Christel Schadelmose a nome della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, sulla proposta di decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa a un quadro comune per la commercializzazione dei prodotti [COM(2007)0053 – C6-0067/2007 – 2007/0030(COD)] (A6-0490/2007);

– e la relazione, presentata dall’onorevole Alexander Stubb a nome della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce le procedure relative all’applicazione di norme tecniche nazionali a prodotti commercializzati legalmente in un altro Stato membro e che abroga la decisione n. 3052/95/CE [COM(2007)0036 – C6-0065/2007 – 2007/0028(COD)] (A6-0489/2007),

– l’interrogazione orale alla Commissione presentata dall’onorevole Arlene McCarthy, a nome della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, relativa ai marchi di sicurezza sui prodotti di consumo (O-0009/2008 – B6-0009/2008).

 
  
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  André Brie, relatore. – (DE) Signora Presidente, signor Commissario, signori rappresentanti della Presidenza, onorevoli colleghi, la materia e le implicazioni giuridiche del regolamento relativo all’accreditamento e alla vigilanza del mercato sono complesse, e rappresentano uno strumento molto arido e ampiamente tecnico. Non c’è dubbio, tuttavia, che ciò conduca a effetti estremamente rilevanti a livello politico per i consumatori e per l’economia europea nel suo complesso. I problemi che hanno spinto la Commissione a elaborare la proposta e che costituiscono la base di numerosi emendamenti e decisioni adottati dalla commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori durante le discussioni, sono evidenti a tutti. Intendo riservare le mie osservazioni a tre questioni specifiche.

Primo, finora l’accreditamento non è stato disciplinato su scala europea, sebbene sia praticato nella maggior parte degli Stati membri, e incida in modo significativo sulla prestazione delle autorità di vigilanza sul mercato. Considerati il mercato interno e la libera circolazione delle merci nell’UE, per i consumatori è estremamente importante armonizzare, d’ora in poi, le evidenti disparità nella qualità e nell’efficacia delle autorità di vigilanza sul mercato tramite norme a livello europeo che regolino gli organismi di accreditamento. A tal fine, il Parlamento europeo è andato oltre la proposta della Commissione nell’ottica di imporre espressamente a questi organi e agli Stati membri obblighi più rigorosi. Il regolamento vieta in modo chiaro la commercializzazione degli organismi di accreditamento, stabilisce che non debbano operare a scopo di lucro e competere con altri organismi, e sancisce la loro indipendenza, nonché il loro status di autorità pubbliche.

Secondo, anche se la sicurezza e la protezione dei consumatori e dell’ambiente sono regolate da molti orientamenti europei e da altre norme vincolanti, il caso dello scorso anno relativo al produttore statunitense di giocattoli Mattel, e non solo questo, ha dimostrato che in varie occasioni la pratica attuale è insufficiente e che, inoltre, esistono ampie divergenze nell’applicazione delle disposizioni ai confini dell’Europa e, sul mercato europeo, in alcune occasioni, la vigilanza è inadeguata. C’è, ovviamente l’esigenza di apportare cambiamenti e miglioramenti nelle singole direttive, come quella sulla sicurezza dei giocattoli. Tuttavia, nella proposta di regolamento, l’obiettivo principale della Commissione era perfezionare, rafforzare e armonizzare il sistema di vigilanza sul mercato. Il Parlamento europeo non solo ha condiviso tale posizione, ma ne ha anche sviluppato numerosi aspetti, elaborando e rafforzando sostanzialmente gli obblighi per gli Stati membri e le autorità di vigilanza sul mercato, inclusi i requisiti relativi alla collaborazione con le autorità doganali. A nostro avviso, tale approccio comportava un rigido obbligo di divulgazione per le autorità e disposizioni sulla libertà pubblica di informazione. Sono lieto che il Consiglio e la Commissione abbiano fornito una risposta a questa preoccupazione del Parlamento.

Terzo, personalmente ritengo che il più importante successo del Parlamento e il miglioramento più significativo che abbiamo ottenuto, sia stata l’inserimento dei beni di consumo. I vantaggi del presente regolamento, costituiti dalla sua natura strettamente vincolante, possono essere combinati a quelli della direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti, che prevede misure molto particolareggiate volte alla tutela dei consumatori, sebbene con una minima forza vincolante. Questa è stata la parte più difficile delle nostre discussioni e consultazioni con la Commissione e il Consiglio in termini sia giuridici che tecnici. L’esito positivo è senza dubbio dovuto al fatto che, nonostante le tre istituzioni preferissero approcci differenti, hanno concordato sugli obiettivi di maggiore protezione dei consumatori e di una vigilanza più efficace sul mercato. Per questa ragione desidero inoltre ringraziare i Commissari Kuneva e Verheugen, gli uffici della Commissione e i nostri partner negoziali della Presidenza tedesca e portoghese, e in particolare di quella slovena per l’intensa, costruttiva e sollecita collaborazione. Colgo inoltre questa opportunità per esprimere la mia gratitudine al defunto Michel Ayral, che ha partecipato all’organizzazione di gran parte di questa collaborazione, il che rende la sua recente scomparsa una perdita ancora maggiore per tutti noi. Posso avallare l’opinione della Presidenza in merito al fatto che ormai sia difficilmente raggiungibile un risultato senza stabilire una cooperazione tra i tre più recenti Presidenti e in carica.

Il presente regolamento ha rafforzato in maniera significativa la base giuridica per la salute e la sicurezza del consumatore, per la protezione dell’ambiente e per una qualità adeguata dei prodotti. È ora compito degli Stati membri e della Commissione cogliere le opportunità che offre al fine di ottenere miglioramenti concreti per i consumatori. Permettetemi inoltre di ringraziare in particolare i relatori ombra, gli onorevoli Christel Schaldemose e Alexander Stubb, per la loro collaborazione esemplare nell’elaborazione di tale pacchetto.

 
  
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  Christel Schaldemose, relatrice. - (DA) Signora Presidente, signor Commissario, signor Presidente in carica del Consiglio, onorevoli colleghi, desidero iniziare ringraziando tutti voi per l’eccezionale collaborazione ricevuta in merito al lavoro sul presente pacchetto. È stato appassionante sotto molti punti di vista. Come i relatori ombra sanno, questa è stata la mia prima relazione del mio mandato in Parlamento ed è stata un’ottima esperienza di apprendimento. Inoltre è stato molto interessante lavorare su tre relazioni e quindi con altrettanti relatori. È stato coinvolgente!

Il fatto che siano state presentate tre relazioni, che in alcune parti si sono sovrapposte, ha in definitiva giovato al nostro lavoro, poiché ora disponiamo di una normativa coerente per il mercato interno, che verrà rafforzato. Si discute non molto riguardo a norme più opportune, e, anche se la Commissione talvolta ha indubbiamente dimostrato di essere perplessa durante i nostri negoziati, ciononostante oserei dire che il nostro lavoro sia un esempio di un buon processo. Abbiamo collaborato in modo molto efficace e ottenuto un buon risultato. D’altro canto, abbiamo organizzato numerosi incontri per raggiungere tale obiettivo.

Desidero sottolineare tre aspetti per cui abbiamo condotto una campagna da parte del Parlamento in relazione a tale quadro per la commercializzazione dei prodotti; tre aspetti su cui abbiamo lavorato e che sono importanti per consentirci, ora, di sostenere il compromesso raggiunto e di cui siamo piuttosto soddisfatti. Primo, ritengo che sia stato una grande vittoria per i consumatori aver rafforzato i requisiti imposti alle imprese lungo tutta la catena di fornitura. Chiunque venga a contatto con un prodotto sarà responsabile di garantire che sia sicuro e soddisfi i parametri dell’UE. Questa iniziativa è applicabile in ugual misura al produttore in Cina, all’importatore di Colonia o al distributore di Copenhagen, e prevede in modo particolare che un importatore non possa più sostenere di non essere responsabile se un prodotto importato si rivela pericoloso o, in generale, non osserva le normative europee.

Secondo, proprio in dirittura d’arrivo abbiamo concordato come rafforzare il marchio CE. Sin dalla nostra prima discussione in sede di commissione è stato evidente che sarebbe stato piuttosto complicato determinare in che modo risolvere tale problema. Che cos’è esattamente il marchio? Come possiamo intensificare i controlli? È davvero una garanzia di sicurezza attendibile per tutti? La soluzione cui siamo giunti ci consente di mantenere e rafforzare il marchio CE e, in futuro, gli Stati membri perseguiranno a termini di legge le imprese e i produttori che lo utilizzano impropriamente. Allo stesso tempo, intendiamo intensificare i controlli sul mercato, non da ultimo in seguito alla relazione dell’onorevole Brie. Complessivamente, ciò implica che, in quanto consumatori, in futuro potremo riporre maggiore fiducia nei prodotti su cui è applicato il marchio.

Tuttavia, e questo è il terzo punto, nella proposta abbiamo anche fatto sì che la Commissione verificasse il funzionamento del marchio. Il marchio CE non è necessariamente la soluzione a tutti i nostri problemi di sicurezza nel mercato interno; è rivolto soprattutto agli organismi e alle autorità che si occupano di vigilanza del mercato. Pertanto, tramite questa decisione abbiamo richiesto che la Commissione conduca un’indagine sul funzionamento del mercato ed effettui, in generale, una valutazione completa dei marchi di sicurezza per il consumatore. La Commissione sta svolgendo questo lavoro e attendiamo con impazienza i risultati.

Tale decisione non è legislativa in senso giuridico, ma contiene un chiaro obbligo politico, che comporta che la futura normativa sui prodotti si basi sul quadro che abbiamo creato tramite la decisione. In termini concreti, ciò significa che quando inizieremo a lavorare sulla direttiva sui giocattoli, prenderemo tali definizioni e disposizioni riguardanti le imprese e le inseriremo nel testo. Questo vuol dire che avremo realmente un mercato interno molto più sicuro. Sono assolutamente certa che tramite tale iniziativa miglioreremo i livelli di sicurezza nel mercato interno a vantaggio dei consumatori, ma anche delle imprese. Ringrazio tutti per la collaborazione e in particolare gli onorevoli Stubb e Brie.

 
  
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  Alexander Stubb, relatore. - (EN) Signora Presidente, ho quattro minuti a disposizione, perciò desidero affrontare quattro aspetti, di cui il primo non è il compleanno di Malcolm Harbour, ma siccome oggi compie gli anni, facciamogli gli auguri.

La mia prima considerazione è un ringraziamento, poiché, laddove si tratta di un pacchetto legislativo come questo, non è possibile procedere da soli. Pertanto, il mio primo grazie è per gli onorevoli Brie e Schaldemose, che potrei quasi definire i miei correlatori. Lavorare con voi mi ha divertito molto. Era il primo pacchetto legislativo anche per me ed è stata la dimostrazione che le cose possono funzionare molto bene. Desidero inoltre ringraziare i relatori ombra, in particolare gli onorevoli De Vits, Rühle e Manders. Anche collaborare con voi mi ha divertito molto. Ringrazio quindi le tre Presidenze interessate, Frank Wetzel e la Presidenza tedesca, che hanno svolto un ottimo lavoro; Fernanda e la Presidenza portoghese, anch’essi fautori di un eccellente lavoro; infine, gli sloveni, che hanno dato prova del motivo per cui le nuove Presidenze e quelle dei piccoli paesi sono così apprezzabili. Anche costoro hanno realizzato un lavoro esemplare, perciò grazie Vinka. Ringrazio la Commissione, il Commissario Verheugen e Simon Mordue dal punto di vista politico, e quindi dato che ho la parola desidero ringraziare Hans, Liliana e soprattutto Michel Ayral, che già André ha nominato. Purtroppo Michel Ayral è scomparso all’improvviso. Se potessi scegliere, denominerei questo pacchetto Ayral, in omaggio al suo lavoro, dal momento che è stato un eccezionale funzionario pubblico europeo, del genere di cui abbiamo bisogno. I ringraziamenti finali vanno a Luca del servizio giuridico, a Patricia del segretariato e in particolare al mio assistente Tuomas, che si è impegnato talmente a fondo da riportare una lesione al ginocchio. In altre parole, il ginocchio sinistro non riconosce più quello destro e oggi non ha potuto partecipare. Ha costituito l’anima dell’intero pacchetto.

La seconda osservazione riguarda il sapere qual è la base per un riconoscimento reciproco. Per semplificare, avevamo la decisione Cassis de Dijon del 1979. Da allora, abbiamo avuto 300 cause volte a dimostrare che il riconoscimento reciproco non funziona. Il 75% delle merci è armonizzato, il 25% non lo è. La proporzione armonizzata è pari a 1 500 miliardi di euro, ossia 1,5 trilioni di euro, e quella non armonizzata a 500 miliardi di euro. Di questi 500 miliardi, vi sono problemi riguardo a 150 miliardi di euro. La Commissione ci ha assicurato che, se funzionasse il riconoscimento reciproco, il nostro PIL aumenterebbe dell’1,8%. La Commissione ha presentato una proposta seria; purtroppo gli Stati membri hanno cercato di indebolirla, ma fortunatamente nel Parlamento europeo abbiamo tutelato gli interessi del mercato interno e portato a termine un pacchetto ambizioso.

La terza osservazione è domandare che cosa abbiamo fatto. Quali sono gli aspetti procedurali che abbiamo cambiato? Per semplificare, finora a una piccola, media o grande impresa sono occorsi dai due ai tre anni per portare una causa in tribunale per quanto riguarda un riconoscimento reciproco. Ciò non è più necessario, poiché abbiamo modificato l’onere della prova per gli Stati membri. Fondamentalmente, in un procedimento che dura dai 20 ai 60 giorni, lo Stato membro deve fornire la prova, e sottolineo questo termine, che una norma specifica non è applicata in un altro Stato membro, perciò abbiamo cambiato l’onere della prova. Ciò che intendo dire a tutte le piccole e medie imprese in Europa è che non esiste più la necessità di compilare un modulo per chiedere di entrare nel mercato di un altro paese. No, le merci circolano liberamente. Chiamateci, chiamatemi se avete un problema. Non dovreste proprio chiedere nulla.

La quarta e ultima osservazione che volevo fare riguarda i casi pratici e i settori interessati. La risposta è biciclette, ponteggi, sistemi d’allarme antincendio, pane e prodotti di origine vegetale, eccetera. Il principio del riconoscimento reciproco è applicabile a un ampio mercato. Pertanto la mia riflessione finale, avendo ringraziato e fornito uno scenario delle modifiche procedurali e dei casi pratici, è che alle aziende europee non dovrebbe mai più accadere che a un prodotto sia impedito l’ingresso sul mercato di un altro paese.

(Applausi)

 
  
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  Presidente . – Onorevole Stubb, sempre molto di spirito!

 
  
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  Arlene McCarthy, autrice. - (EN) Signora Presidente, anch’io intendo raccomandare ai colleghi l’eccellente lavoro compiuto dai relatori in merito al pacchetto sulle merci, gli onorevoli Brie, Schadelmose e Stubb, che, credo, siano tutti alla loro prima esperienza legislativa. Ritengo che sia la prima relazione che hanno elaborato in questo Parlamento e, devo dire, hanno svolto un ottimo lavoro insieme al personale. Dobbiamo ringraziare lo stesso Commissario, che ha dimostrato impegno e dedizione in tale questione, nonché il Consiglio e nuovamente la Presidenza, che hanno reso possibile tutto questo.

Penso che siamo riusciti a raggiungere un accordo che sblocca la circolazione dei prodotti sicuri sul mercato interno, introducendo un sistema più severo al fine di scoprire merci pericolose ed evitare che siano introdotte sul mercato, e, ovviamente, mantenere norme rigorose, di cui disponiamo già per la sicurezza alimentare, le apparecchiature medicali e gli emoderivati. Con l’adozione del presente pacchetto, per le società e le piccole e medie imprese sarà più semplice, come ha affermato l’onorevole Stubb, vendere i loro prodotti (comuni casalinghi, biciclette, scale, taniche, contenitori, e così via), mentre i consumatori potranno godere del vantaggio di una scelta più ampia di prodotti sicuri e di alta qualità.

Abbiamo affermato molto chiaramente che la libera circolazione delle merci non deve compromettere la sicurezza. Al contrario, i nostri relatori hanno cercato di rafforzare la sicurezza e l’apparato esecutivo con requisiti essenziali in questo pacchetto, spiegando che tutti i prodotti presenti sul mercato, incluse le importazioni da paesi terzi, devono rispettare la normativa, sia la direttiva per la sicurezza dei giocattoli o la direttiva sul materiale elettrico; chiarendo che tutti gli operatori economici sono giuridicamente responsabili, e, in effetti, obbligati a risponderne, della collocazione dei prodotti sul mercato e dell’accuratezza delle informazioni fornite; rafforzando l’attuale sistema del marchio CE affinché i consumatori conoscano meglio e abbiano più fiducia nei prodotti;potenziando il coordinamento e la collaborazione delle autorità di vigilanza sul mercato, in particolare per reagire più rapidamente in caso d’emergenza al fine di individuare e ritirare i prodotti non sicuri.

Ritorno all’esempio dei giocattoli. Faccio presente che la legislazione statunitense in materia di sicurezza dei giocattoli relativa ai controlli e alle norme risulta più debole di quella dell’Unione europea, e che i loro problemi con giocattoli difettosi sono maggiori, ciononostante, in luglio, negli USA, è stato ritirato un prodotto per il quale gli Stati membri hanno dovuto attendere fino a settembre per intervenire e ritirare il giocattolo difettoso dal mercato comunitario. Questa è la ragione per cui le modifiche apportate dai nostri relatori per un’azione più rapida sono davvero essenziali.

Se dobbiamo ingenerare fiducia nei consumatori, allora occorre garantire che non vi siano scappatoie per prodotti difettosi o pericolosi. Ritengo che il messaggio che il Parlamento trasmetterà oggi tramite la votazione di queste nuove misure sia che desideriamo che le merci circolino liberamente, intendiamo rafforzare la concorrenza e la scelta per il consumatore, ma non compromettere la sicurezza e, pertanto, abbiamo intensificato la vigilanza e dato al marchio CE la protezione giuridica che merita, al fine di assicurare che gli importatori e i produttori possano essere perseguiti per legge nel caso non rispettino il proprio dovere di responsabilità volto a proteggere il consumatore.

Perciò, signor Commissario, desidero ringraziarla per il lavoro costruttivo e intenso che ha svolto. Accogliamo positivamente il fatto che ora abbia introdotto la nuova direttiva per la sicurezza dei giocattoli. Si tratta soltanto di una delle numerose direttive inserite in questo pacchetto legislativo che stiamo presentando oggi e, in quanto presidente della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, intendo quindi domandarle di occuparsi di alcune delle future questioni principali finalizzate ad accrescere la fiducia dei consumatori e a garantirne la sicurezza e la consapevolezza.

Oggi ho portato due prodotti. Uno è una foca giocattolo, l’altro un bollitore elettrico. Uno non è dotato di marchio CE, l’altro sì, pertanto il primo, probabilmente, non rientra nella direttiva sulla sicurezza dei giocattoli e il secondo presupponiamo sia compreso nella direttiva sul materiale elettrico. Tuttavia, i consumatori sono confusi e pensano anche che ciò significhi che il bollitore sia sicuro. Non vuol dire sia sicuro, ma che è conforme alla direttiva sul materiale elettrico, ed è per questo motivo che oggi avanziamo tre richieste: analizzare l’idea di un marchio supplementare al fine di aumentare l'informazione per i consumatori sulla sicurezza dei prodotti, avviare uno studio dettagliato volto a chiarirne la fattibilità, i possibili vantaggi e gli eventuali difetti di tale marchio per tutte le parti interessate, incluse le imprese e i consumatori, e vagliare le possibilità di aumentare la credibilità del marchio CE tramite misure finalizzate a controlli doganali più rigorosi all’interno e al di fuori dell’Unione europea, per assicurare di porre fine alla confusione dei consumatori in merito al marchio CE.

 
  
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  Andrej Vizjak, Presidente in carica del Consiglio. – (SL) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli deputati, per me è un grande onore partecipare oggi con voi alla seduta plenaria del Parlamento europeo e discutere il pacchetto relativo ai prodotti. La libera circolazione delle merci è senza dubbio una delle pietre angolari dell’integrazione europea.

Sono lieto che, nell’anno in cui celebriamo il 40° anniversario dell’unione doganale e concentriamo l’attenzione sul riesame della gestione del mercato interno, possiamo aggiungere un’altra tessera al mosaico del funzionamento potenziato del mercato europeo. La libera circolazione delle merci è uno dei primi settori in cui la Slovenia è entrata in contatto con la normativa europea, perciò sono ancor più lieto che, proprio durante la Presidenza slovena, avremo l’opportunità di confermare l’accordo tramite questo pacchetto relativo ai prodotti, che rappresenta un nuovo elemento fondamentale nella costruzione del mercato interno dell’Unione europea.

Mi permetto di ricordare che già quest’anno, nel corso della Presidenza slovena, hanno avuto luogo circa 30 o 35 incontri a tutti i livelli, ed è soltanto metà febbraio. Alla fine di novembre, sono stati presentati quasi 300 emendamenti al testo, per cui ringrazio tutti, in particolare coloro che hanno riservato sforzi considerevoli per il raggiungimento di questi risultati.

Concordo che a prima vista il pacchetto sui prodotti risulti molto tecnico, ma sono convinto che le imprese europee risponderanno con molta chiarezza che questa normativa riguarderà i loro metodi aziendali nel modo più diretto.

Il presente pacchetto legislativo informa chiaramente gli Stati membri in merito a ciò che è consentito e ciò che non lo è quando si tratta di prodotti che le imprese intendono mettere in commercio. D’altro canto, le aziende sapranno cosa attendersi dalle autorità nazionali. Conosceranno le procedure, quanto tempo gli organi amministrativi impiegheranno per occuparsi del loro caso, quando i prodotti rientrano in una categoria per la quale non esiste una normativa comunitaria armonizzata, e quali sono le procedure per il possibile ritiro di tali prodotti dal mercato.

Ciò si rivela particolarmente importante per le piccole e medie imprese, che sono gravate da procedimenti amministrativi in modo sproporzionato in confronto alle altre aziende. Scopriranno che la nuova normativa semplifica tali procedure e che il pacchetto sui prodotti apporterà benefici alle imprese europee. Non c’è alcun dubbio in merito.

Tuttavia, e per me è particolarmente importante, favorirà anche i consumatori europei. Il regolamento sull’accreditamento relativo alla vigilanza sul mercato ci ha consentito di rafforzare tale vigilanza. Garantiremo, quindi, che i consumatori dispongano del miglior accesso possibile a prodotti sicuri che soddisferanno tutti i requisiti.

Analogamente, assicureremo che la vigilanza dei prodotti che entrano nell’Unione europea da paesi terzi sia efficace, e che, in futuro, eviteremo la presenza sul mercato europeo di prodotti che sono pericolosi per la salute dei propri cittadini e, ancora peggio, dei propri bambini.

Le procedure degli Stati membri per la gestione di prodotti non sicuri ora sono più chiare. Anche il collegamento alla normativa in materia di sicurezza generale dei prodotti è inequivocabile. Secondo me, questo piano ci permetterà nel modo più diretto di accrescere la fiducia dei nostri cittadini nel mercato interno dell’Unione europea.

Consentitemi di aggiungere che il pacchetto sui prodotti è anche parte degli sforzi volti a creare un migliore ambiente legislativo.

Con la decisione relativa al quadro comune per la commercializzazione dei prodotti, la Commissione europea ed entrambi i legislatori dispongono di un piano preciso, o manuale, i cui elementi essenziali dovrebbero essere inseriti nella futura normativa tecnica dell’Unione europea. Tale iniziativa renderà la normativa dell’UE più comprensibile e per gli Stati membri diventerà più semplice applicarla.

Sono convinto che la nuova normativa contribuirà a un’organizzazione più efficace degli organi amministrativi nazionali e consentirà alle imprese e ai cittadini di operare in modo più trasparente. Rafforzerà e semplificherà la collaborazione tra gli Stati membri e pertanto favorirà relazioni migliori tra le istituzioni per l’accreditamento e la vigilanza del mercato dell’Unione europea.

Infine, permettetemi di ringraziare i relatori, gli onorevoli Schaldemose, Stubb e Brie, per la loro collaborazione estremamente disponibile e costruttiva. Desidero inoltre ringraziare la Commissione e il Commissario Verheugen per l’instancabile sostegno e assistenza nella realizzazione dell’accordo finale tra il Parlamento europeo e il Consiglio. Tutto ciò ha condotto, in un tempo eccezionalmente breve, all’elaborazione di un testo finale armonizzato e, secondo me, eccellente di tutti e tre i documenti discussi.

Ritengo che insieme abbiamo dimostrato che, laddove entrano in gioco il benessere dei cittadini e dell’economia europei, le istituzioni europee sono unite ed efficienti.

Grazie per i vostri sforzi e per la vostra attenzione.

 
  
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  Günter Verheugen, Vicepresidente della Commissione. - (DE) Signora Presidente, signor Presidente in carica del Consiglio, onorevoli deputati, il grande obiettivo di questa iniziativa presentata quasi un anno fa, era ottimizzare la libera circolazione delle merci nel mercato interno europeo, rafforzando la fiducia dei consumatori e delle imprese nelle norme che disciplinano il mercato interno.

Desidero ringraziare tutti voi oggi per aver accolto tale obiettivo in modo così sincero. Il fatto che questo pacchetto complesso e talvolta molto tecnico sia giunto a una conclusione di successo in così breve tempo è davvero eccezionale. Il presente successo è dovuto allo straordinario impegno di tutte le parti, e desidero ringraziare in particolare i relatori, gli onorevoli Schaldemose, Brie e Stubb.

Ringrazio di cuore i tre relatori per aver reso omaggio nei loro discorsi all’importante ruolo svolto dal nostro collega scomparso, Michel Ayral. In effetti, è stato l’artefice del presente pacchetto, e devo riconoscere che talvolta ho avuto la sensazione che fosse l’unico che l’avesse compreso appieno.

Ringrazio inoltre la Presidenza slovena per aver collocato questo progetto tra le priorità della sua agenda. Il fatto che oggi siamo in grado di adottare questo pacchetto rappresenta il fiore all’occhiello della Presidenza slovena.

Intendo essere il primo ad ammettere che la qualità di tale pacchetto legislativo completo è stata rafforzata dal suo passaggio attraverso il Parlamento, e sono lieto che questo sia il caso. Rappresenta molto bene il metodo con cui si presume che le istituzioni europee interagiscano.

Possiamo quindi presentare un pacchetto che apporterà benefici a tutti coloro che partecipano al mercato interno – le imprese, specialmente quelle piccole e medie, e, soprattutto, i consumatori.

Il regolamento relativo all’accreditamento reciproco in futuro renderà più semplice per le imprese commercializzare i propri prodotti in Europa senza incorrere in ostacoli sotto forma di norme nazionali diverse. Tutti noi siamo consapevoli che queste diverse norme nazionali molto spesso sono storicamente radicate in nient’altro che puro protezionismo. A questo proposito, i principali vincitori saranno le piccole imprese, dal momento che affrontano le maggiori difficoltà nel superare tali ostacoli amministrativi.

Quest’ultimo aspetto, secondo me, è particolarmente importante nel contesto della situazione politica generale. Attualmente in Europa sono presenti oltre 23 milioni di piccole e medie imprese, o PMI, e rappresentano il 99% di tutte le aziende europee. In realtà, ci sono solo 44 000 società in tutta Europa che non rientrano nella categoria delle piccole e medie imprese.

Quello che si rivela piuttosto sorprendente è il fatto che solo l’8% delle nostre aziende esporta oltre i confini nazionali, sia sul mercato interno europeo che al di fuori di esso. In altre parole, più del 90% di tutte le imprese europee si limita ai propri mercati nazionali e non si avvale di uno qualsiasi dei benefici offerti dal mercato interno. Ritengo che una delle ragioni principali sia che l’applicazione quotidiana delle norme che disciplinano il mercato interno pone eccessivi problemi pratici. È proprio questo il punto da cui prendono le mosse le nostre proposte.

Il regolamento relativo all’accreditamento e alla vigilanza del mercato accrescerà in modo percepibile l’efficacia delle nostre norme per il mercato interno, e una delle proposte principali di tali norme è, naturalmente, garantire la sicurezza dei prodotti. La nuova normativa assicurerà inoltre la possibilità di verificare adeguatamente, d’ora in poi, la conformità con i parametri dei prodotti, insieme alla sicurezza e ai requisiti di qualità.

In questo modo, per la prima volta stiamo integrando le norme tecniche del mercato interno con una politica comune di vigilanza del mercato, compiendo quindi un immenso passo avanti nella direzione di una più elevata sicurezza dei prodotti.

Nel corso delle precedenti delibere e anche nella discussione di oggi, la questione del marchio CE è stata oggetto di particolare attenzione. Permettetemi per prima cosa di dichiarare che sono lieto di aver visto il Parlamento rafforzare il marchio CE nell’ottica di assicurare che possa svolgere il proprio ruolo con più efficacia nel garantire la sicurezza dei prodotti.

Nondimeno, concordo assolutamente con l’onorevole McCarthy sul fatto che il marchio CE sollevi numerose questioni che sono emerse nel corso dei molti anni, da quando è stato utilizzato per la prima volta. Un esempio è il problema di un marchio europeo di sicurezza omogeneo, a cui ha fatto riferimento anche l’onorevole McCarthy. Mi trovo nella fortunata posizione di potervi informare non solo che la Commissione è pronta a presentare lo studio richiesto dal Parlamento, ma anche che abbiamo già iniziato i lavori preliminari al riguardo, poiché ritengo che tale progetto sia una questione, urgente e che presenteremo il relativo studio quanto prima.

Come sapete, il marchio CE allora non è stato creato quale fonte di informazioni per i consumatori. Si tratta di un equivoco che si ripete continuamente. Il marchio CE non è altro che una riprova del fatto che un prodotto è conforme a tutta la normativa esistente in materia. Naturalmente, il marchio CE per i consumatori non significa nulla, a meno che non abbiano familiarità con le disposizioni applicabili al prodotto in questione. Questo, devo dirlo, è chiaramente chiedere troppo ai consumatori.

È vero che il marchio CE rappresenta, nella maggior parte dei casi, anche un marchio di sicurezza, ma non sempre e non esclusivamente. Eppure, le informazioni più importanti che i consumatori desiderano ottenere è se il prodotto è effettivamente sicuro. Per questa ragione, concordo appieno con il Parlamento, e anche la Commissione constata l’esigenza di esaminare minuziosamente l’intero sistema del marchio CE.

Sono anche al vaglio la possibilità e la convenienza di introdurre un marchio aggiuntivo. Esiste la necessità di analizzare molto attentamente se è fattibile e quali effetti comporterebbe per tutte le parti interessate. In ogni caso, la Commissione è pienamente disponibile a trattare la questione e intende collaborare in qualsiasi modo con il Parlamento e il Consiglio.

Tra le varie attività in corso, è inutile dire che stiamo anche verificando i costi previsti per l’introduzione di un nuovo sistema e per l’adattamento di quelli esistenti, e, cosa ancora più importante, e stiamo esaminando in quale modo potrebbero favorire consumatori, produttori, fornitori e autorità pubbliche fornendo un migliore valore aggiunto.

Un’ulteriore questione di grande importanza che è al momento al vaglio è la connessione tra i marchi specifici per i consumatori e tutti gli altri marchi, tra cui il marchio CE.

Per quanto riguarda la questione di rafforzare la credibilità del marchio CE tramite controlli più severi sui prodotti provenienti da paesi al di fuori dell’UE, il regolamento per l’accreditamento e la vigilanza del mercato contribuirà principalmente alla soluzione di tale problema, non appena gli Stati membri lo avranno recepito. Ritengo sia particolarmente importante ricordare che le persone considerano la sicurezza dei prodotti un indicatore della credibilità dell’intero piano per il mercato interno.

La decisione relativa a un quadro giuridico comune per la commercializzazione dei prodotti assume una rilevanza particolare in relazione alla normativa futura. Tale decisione stabilisce norme applicabili ai nostri futuri atti legislativi. Da un lato, è finalizzata a garantire un elevato livello di sicurezza, un obiettivo riflesso nelle disposizioni come quelle sulla responsabilità degli importatori. Dall’altro lato, contribuirà a rendere più coerente l’intera serie di disposizioni, facilitando quindi facile per le imprese il rispetto delle norme.

Il primo risultato specifico di tale decisione è stato presentato al Parlamento sotto forma di direttiva per la sicurezza dei giocattoli, che la Commissione ha già adottato. A breve seguiranno altri esempi.

La Commissione è più che soddisfatta dell’esito politico che sta emergendo oggi in questa sede. Vi ringrazio per l’interesse attivo e per i vostri contributi, che hanno fatto sì che il presente pacchetto riguardante uno dei principali progetti europei di integrazione, ovvero la creazione di un mercato interno veramente efficace, rappresentasse un autentico progresso, conducendo il mercato interno a un nuovo livello di qualità.

In questo modo, ci stiamo avvicinando il più possibile alla completa realizzazione del mercato interno. Uso l’espressione “il più possibile” a ragion veduta, poiché intendo porre l’accento sul fatto che non si verificherà mai una totale armonizzazione del mercato interno, né ritengo lo vogliamo davvero. In considerazione delle tradizioni e delle necessità molto diverse dei paesi membri dell’Unione europea, occorre mantenere un livello di libertà per la soddisfazione di tali esigenze e la conservazione di queste tradizioni.

Dobbiamo pervenir a un attento equilibrio, ma, come ho affermato, le nostre disposizioni ci avvicinano quanto è umanamente possibile alla completa realizzazione del mercato interno. Credo che sia un altro rilevante contributo a una maggiore crescita e occupazione in Europa, e che fornisce quindi un’ulteriore risposta a coloro che chiedono in che modo l’Europa stia reagendo alle sfide economiche del XXI secolo.

(Applausi)

 
  
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  Helmuth Markov, relatore per parere della commissione per il commercio internazionale. (DE) Signora Presidente, signor Presidente in carica del Consiglio, signor Commissario, la commissione per il commercio internazionale è pienamente soddisfatta del contenuto della relazione dell’onorevole Brie. Il relatore e i suoi membri della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori hanno svolto un ottimo lavoro e determinato una posizione equilibrata su questa questione complessa ma importante.

A prima vista, gli effetti del presente regolamento sul commercio estero sono minimi. Ritengo, tuttavia, che si stia sviluppando una sempre più stretta connessione tra il mercato interno e il commercio estero. Occorre valutare attentamente e interessarsi alle opportunità e ai rischi che sorgono dall’apertura sempre maggiore del nostro mercato. L’Unione europea deve rivestire un ruolo principale nel garantire il corretto funzionamento del mercato interno, e non deve consentire che sia compromesso da attori al di fuori o all’interno della Comunità.

Sono lieto che la commissione competente abbia accolto le proposte presentate dalla commissione per il commercio internazionale riguardanti la restrizione all’accesso sul mercato di prodotti con marchi CE falsi o ingannevoli, per questo motivo sarà più semplice assicurare che le informazioni fornite ai consumatori siano attendibili e trasparenti, nonché creare un più ampio raggio d’azione contro pratiche abusive che violano la normativa nazionale ed europea.

A questo punto, desidero far presente che occorre prestare maggiore attenzione alla vigilanza dei prodotti provenienti da paesi terzi. Non si tratta di una questione di protezionismo; il fatto è che, anche se le norme esistono, sono violate molto più spesso nei paesi in cui i controlli sono meno rigorosi rispetto all’Unione europea. Questo è un altro strumento tramite il quale dobbiamo garantire che non siano concessi favori ai produttori che, oltre ad avere probabilmente sede in paesi al di fuori dell’UE al fine di avvalersi dei costi di produzione bassi, tentano anche di risparmiare denaro eludendo i requisiti tecnici e giuridici imposti dall’UE per tutelare i propri cittadini.

A tal proposito, alcuni dei vantaggi derivanti dallo stabilirsi in paesi a basso costo possono essere allettanti in termini commerciali, ma tali aziende hanno un impatto ambientale estremamente pericoloso e sono assolutamente inaccettabili dal punto di vista sociale. Tornando alla relazione, un altro aspetto gradito è che la commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori ha adottato la proposta presentata dalla commissione per il commercio internazionale relativa alla disponibilità di pene più severe in caso di violazioni reiterate.

Siamo molto lieti della relazione dell’onorevole Schaldemose. Di certo riflette lo spirito, se non sempre il carattere, degli emendamenti presentati dalla commissione per il commercio internazionale. Vale la pena evidenziare che questa nuova proposta fornisce la medesima distribuzione di oneri per tutti gli attori del mercato coinvolti negli scambi, siano produttori, importatori o commercianti. Un altro importante elemento è che agli importatori di prodotti da paesi al di fuori dell’UE è richiesto di garantire che le merci in questione soddisfino i parametri comunitari pertinenti.

Alla base dei nostri emendamenti c’era il desiderio di assicurare che gli importatori, insieme ai produttori esteri, sostenessero la responsabilità di tutte le perdite o i danni derivanti da prodotti pericolosi o che violavano le norme. Lo scopo di tale proposta è far sì che gli importatori controllino più attentamente se i produttori stanno rispettando i loro obblighi giuridici; abbiamo intenzione di compiere ciò avvisando che le merci collocate sul mercato interno senza un controllo accurato possono rappresentare un errore molto caro. Tale azione non solo contribuisce a una concorrenza leale nell’Unione europea, ma smorza l’incentivo a trasferire i fattori produttivi in paesi terzi, laddove le norme e i regolamenti sono meno severi rispetto a qui.

Sostengo inoltre la raccomandazione formulata nella relazione che indica che gli Stati membri devo essere responsabili dell’introduzione un sistema di vigilanza del mercato solido, efficace e sensibile nei loro rispettivi territori, e che deve essere loro chiesto di rendere disponibile una serie adeguata di competenze e risorse, finalizzata allo scopo. L’adeguata applicazione delle disposizioni presentate è indispensabile se desideriamo che le norme del mercato siano applicate in modo corretto e che i consumatori europei siano protetti dai prodotti che si rivelano pericolosi o violano il diritto comunitario.

 
  
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  Peter Liese, relatore per parere della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare. – (DE) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, intervengo in quanto relatore della commissione per l’ambiente in merito alla relazione Brie e vorrei innanzi tutto soffermarmi sulla vigilanza sul mercato, che è stata la nostra principale preoccupazione in sede di commissione.

Negli ultimi mesi, le persone spesso hanno domandato che cosa significa veramente “CE” e a che cosa corrispondono le due lettere. Come sappiamo, rappresentano la conformità con le norme europee, ma, durante la discussione su CE, è circolata la scherzosa espressione che CE stia in effetti per “esportazione cinese”. È triste che il marchio CE sia utilizzato dai produttori che non si attengono alle norme. Non accade sempre, ma temo che gli abusi siano comuni nell’Estremo Oriente. Tale pratica è inaccettabile, poiché crea rischi per i consumatori, la salute pubblica e l’ambiente, ma è anche dannosa per le imprese che si attengono alle regole.

Permettetemi di affermare molto chiaramente che la conformità con le norme europee non deve rendere un’impresa meno competitiva, né un’azienda dovrebbe ottenere un guadagno eludendole. Per questa ragione, la commissione per l’ambiente in passato ha richiesto, ad esempio in relazione alla direttiva sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti che consumano energia, una vigilanza del mercato più rigorosa. È quindi una soddisfazione che l’Esecutivo abbia presentato questa proposta. Riteniamo che abbia impiegato troppo tempo, ma meglio tardi che mai. Perciò, accogliamo positivamente il fatto che sia stato raggiunto un rapido accordo. Al pari della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, la commissione per l’ambiente è dell’avviso che i periodi di transizione proposti dalla Commissione siano eccessivamente lunghi. Dovremmo garantire che tali norme entrino in vigore il prima possibile. La data di compromesso del 1° gennaio 2010 non è ciò che auspicavamo, ma perlomeno si tratta di un miglioramento rispetto alla proposta della Commissione, come avvenuto in molti altri settori.

Chiedo agli Stati membri di mettere a disposizione la forza lavoro disponibile e di approvare le misure necessarie al fine di migliore effettivamente la vigilanza del mercato in tempi rapidi e non emerga la necessità di ricorrere al periodo di transizione. Dobbiamo intervenire molto velocemente per il bene dei consumatori e delle imprese oneste.

 
  
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  Karin Scheele, relatrice per parere della commissione per l’ambiente, la salute pubblica e la sicurezza alimentare. - (DE) Signora Presidente, desidero aggiungere i miei complimenti a quelli numerosi che già sono stati espressi ai relatori. Raramente ho avuto modo di sperimentare una discussione così poco polemica in quest’Aula, in merito a una proposta che fornisce maggiore protezione ai consumatori, nonché vantaggi alle imprese.

Ho elaborato il parere della commissione per l’ambiente, la salute pubblica e la sicurezza alimentare per quanto riguarda la relazione Schaldemose. La commissione ha respinto la proposta della Commissione per una decisione, poiché a tutt’oggi non sappiamo il motivo per cui abbiamo scelto quel particolare strumento, anziché presentare norme giuridiche vincolanti in materia. Ciononostante, consentitemi di ringraziare e congratularmi con la relatrice della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori. Siamo inoltre rimasti molto scettici per quanto riguarda l’ampia applicazione del metodo noto come il “nuovo approccio”, poiché prevede che la conformità delle merci sia attestata dagli stessi produttori, approccio che indebolisce la vigilanza del mercato, invertendo l’onere della prova. Pertanto difendiamo con forza il compromesso tramite cui il nuovo approccio è applicabile soltanto in base a una valutazione caso per caso.

 
  
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  Jan Březina, relatore per parere della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia. – (CS) Signora Presidente, onorevoli colleghi, per prima cosa desidero complimentarmi per l’ottimo lavoro di tutti i relatori in merito al presente pacchetto. In quanto relatore per parere della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia sulla relazione presentata dall’onorevole Stubb, nel mio contributo mi occuperò di un gruppo di circa il 25% dei prodotti, che sono soggetti al cosiddetto principio di mutuo riconoscimento delle norme tecniche tra gli Stati membri. Le merci commercializzate in questione valgono approssimativamente 500 miliardi di euro. Tale categoria comprende i prodotti da costruzione, i metalli preziosi, i prodotti per l’infanzia e molti altri ancora.

Benché la Corte europea di giustizia abbia stabilito il principio del mutuo riconoscimento nella sentenza Cassis de Dijon quasi 30 anni fa, la realtà non sempre lo rispecchia: da qui l’importanza e la necessità di questa normativa. Gli Stati membri spesso approfittano della propria posizione e impediscono sistematicamente a prodotti legalmente commercializzati sui mercati di altri paesi membri di essere immessi sul proprio mercato. Oltre alle perdite finanziarie subite dalle PMI, particolarmente colpite da tale normativa, le pratiche di questi Stati membri rappresentano un ulteriore onere amministrativo per gli operatori del settore. Qualora abbiano intenzione di importare in questi Stati membri, tali operatori devono rispondere agli organismi e alle autorità nazionali, e affrontare gravose procedure amministrative supplementari. Se i loro prodotti non sono adeguati al settore non armonizzato, sono costretti a rinunciare all’esportazione.

Si otterrebbe un’attuazione più efficace del principio di mutuo riconoscimento definendo una procedura chiara, l’onere della prova, scadenze e responsabilità sia per gli operatori del settore che per le autorità che scelgono una deroga a tale principio. Ciò contribuirà alla libera circolazione delle merci, una delle quattro libertà fondamentali. Porrà inoltre rimedio allo squilibrio tra gli operatori del settore e le autorità competenti per l’accesso al mercato. Sono fiducioso che l’obiettivo principale di tale proposta sarà realizzato e che il consumatore europeo diventerà il principale beneficiario dell’attuazione e dell’applicazione efficace di questo principio.

 
  
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  John Purvis , relatore per parere della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia. – (EN) Signora Presidente, sono stato il relatore per parere della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia su due delle tre relazioni del presente pacchetto. Prima della votazione in sede di commissione, ci sono giunte forti proteste dall’esterno. A prima vista, sembravano essere legittime in base al pretesto di garantire sicurezza e qualità, ma, in effetti, mascheravano sottilmente un protezionismo contro la concorrenza delle importazioni nell’UE.

Quali sostenitori di un libero mercato dell’Unione europea, di, si spera, un mondo di liberi mercati e dell’importanza del libero scambio per lo sviluppo e l’arricchimento dell’UE e dei nostri partner commerciali, dobbiamo stare attenti, volenti o nolenti, a intraprendere la china del protezionismo.

Il parere della commissione a tal proposito è stato moderato, e sono lieto di osservare che, anche grazie agli sforzi della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, la maggior parte degli aspetti eccessivamente protezionisti sono stati attenuati.

Gli importatori e i distributori godranno ancora del diritto di modificare i prodotti al fine di soddisfare il mercato europeo, nel qual caso diventano legittimamente responsabili della conformità. D’altro canto, faccio notare che sono tuttora obbligati a garantire, e cito “garantire”, che i prodotti immessi sul mercato senza modifiche sono soggetti alla normativa UE. Ritengo che il termine “verificare” sarebbe più appropriato di “garantire”, e sarei interessato all’opinione del Commissario se “garantire”, in questo contesto, è coerente con gli accordi OMC e, in generale, con l’impegno dell’UE sul libero scambio.

Inoltre, sono lieto che non si faccia più riferimento alla direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti. Per quanto ne so, i consumatori continueranno a essere tutelati dai prodotti pericolosi tramite la direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti, che sia inserita o meno in questa normativa specifica.

Introducendola, aumenterebbero oneri burocratici inutili per la produzione e la valutazione dei prodotti che non sono nemmeno rivolti al mercato dei consumatori. Per l’industria europea è anche importante che si comprenda il reale significato e la logica del marchio CE, e credo che ciò costituirà un passo avanti. Ma sono lieto che il Commissario abbia affermato di considerare quello che potrebbe essere ulteriormente conveniente, a condizione che qualsiasi proposta venga avanzata, sia sempre attuabile per l’industria europea e per gli esportatori nell’UE.

Nel complesso, ritengo che il tono di questa relazione ora sia accettabile. In realtà, mi attendo che perfino i miei colleghi della commissione per l’industria dei gruppi socialisti e liberali apprezzeranno il risultato accettabile e positivo.

Una volta attuata, noi della commissione per l’industria rimarremo in attesa dell’efficace completamento del mercato unico delle merci, con norme in materia di protezione dei consumatori efficaci e severe. Si tratta di un importante miglioramento per l’Unione europea, con vantaggi economici quasi inimmaginabili per i nostri elettori.

 
  
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  Jacques Toubon, relatore per parere della commissione giuridica. - (FR) Signora Presidente, onorevoli colleghi, in qualità di relatore per parere della commissione giuridica, desidero per prima cosa complimentarmi per la qualità del lavoro svolto dall’onorevole Stubb, con cui, aggiungo, ho lavorato in stretta collaborazione. Sono lieto di notare che, in linea con le nostre proposte, sono state incluse chiare definizioni di quello che costituisce una norma tecnica e delle esclusioni, e sono particolarmente contento che sia stato risolto il delicato problema della lingua.

Siamo tutti consapevoli, inoltre, che la supremazia della direttiva generale sulla sicurezza dei prodotti è stata riconosciuta in una delle relazioni, e ne parlerò tra un momento. Per di più, nella relazione Brie, abbiamo la garanzia che i prodotti industriali possano essere resi il più possibile sicuri.

Per quanto riguarda il capovolgimento dell’onere della prova, il principio alla base del testo relativo al mutuo riconoscimento, siamo riusciti ad assegnare la responsabilità a certi operatori economici, e non solo alle autorità amministrative. Infine, riguardo alla scadenza prevista per l’applicazione del regolamento, ritengo che nove mesi siano un periodo sufficientemente lungo. Questi sono i punti principali presi in considerazione dal mio parere.

Considerando i tre documenti un pacchetto, intendo affermare che, grazie ai tre relatori e alle esaurienti discussioni in sede delle nostre commissioni, hanno agevolato con successo l’apertura del mercato interno, in altre parole l’eliminazione degli ostacoli, e la sicurezza che risulta così necessaria, soprattutto dalla scorsa estate. Per quanto riguarda il mutuo riconoscimento, si è giunti a soluzioni intelligenti in merito ai metalli preziosi e alle armi, entrambi temi problematici.

Per quanto riguarda la vigilanza e il marchio dei prodotti, la possibilità di rivedere la direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti nei prossimi cinque anni è, a mio parere, essenziale, come lo è l’insistenza su norme per il marchio nazionale e la richiesta di uno studio sul marchio europeo. Ritengo, signora Presidente, che ciò di cui disponiamo sia un pacchetto legislativo di prim’ordine.

 
  
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  Othmar Karas, relatore per parere della commissione giuridica. - (DE) Signora Presidente, onorevoli colleghi, sono il relatore per parere della commissione giuridica sulla proposta per un quadro giuridico comune per la commercializzazione dei prodotti. Tutti noi siamo d’accordo, e anche il Commissario ha affrontato l’argomento, che la sicurezza dei prodotti sia una questione di credibilità. La credibilità genera fiducia e questi due elementi combinati assieme creano un mercato interno migliore.

Per quanto riguarda il presente regolamento, l’attenzione della commissione giuridica si è concentrata su tre principali aspetti. Primo, la progettazione e la fabbricazione di prodotti devono soddisfare gli attuali requisiti. Non si tratta soltanto di una questione di responsabilità dei commercianti, no, ma soprattutto dei produttori. I commercianti e i consumatori devono potersi fidare degli operatori economici che immettono i prodotti sul mercato comunitario. Gli obblighi dei commercianti dovrebbero essere limitati a controlli specifici.

Il nostro secondo punto focale, e di particolare interesse per me, riguarda il ruolo degli importatori, su cui grava una particolare responsabilità. Gli importatori non hanno alcun controllo sulla progettazione dei prodotti o sul metodo di fabbricazione, ciononostante sono obbligati, dal momento che collocano merci sul mercato comunitario, a garantire che i prodotti siano conformi a tutte le disposizioni giuridiche applicabili.

Il terzo punto attiene a una chiara definizione e demistificazione del marcio CE, che non rappresenta un’etichetta di qualità, ma solo un marchio che indica che i prodotti rispettano tutte le disposizioni pertinenti della normativa comunitaria. Ringraziamo tutti coloro che sono stati coinvolti nel procedimento per la collaborazione offerta, e accolgo con favore le relazioni sottoposte alla nostra approvazione.

 
  
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  Malcolm Harbour, a nome del gruppo PPE-DE. – (EN) Signora Presidente, il mio collega, l’onorevole Stubb, si è lasciato sfuggire che oggi è il mio compleanno, perciò desidero ringraziare tutti i relatori e i colleghi, poiché, in quanto inguaribile entusiasta del mercato unico e del suo futuro, quale migliore regalo di compleanno se non quello dell’odierna approvazione del pacchetto? Pertanto, oggi scartiamo questo dono, e vi ringrazio per l’opportunità, lo stiamo facendo dal punto di vista di consumatori e cittadini.

I miei colleghi hanno reso omaggio a tutte le persone coinvolte, e non intendo sottrarre tempo nel ripetermi. Tuttavia, desidero ringraziare il Presidente in carica del Consiglio, in particolare, per essere presente in Aula oggi. È un chiaro segno dell’importanza che la Presidenza attribuisce all’argomento. Desidero inoltre ringraziarlo per il profondo impegno nel lavoro di questa commissione in Parlamento, cosa molto apprezzabile. Analogamente, tale pacchetto è il risultato di notevoli sforzi da parte della Commissione. Anch’io desidero rendere un tributo personale a Michel Ayral, con cui ho collaborato non solo su questo fascicolo, ma su numerosi altri. Anch’egli è stato un grande entusiasta dell’intero progetto di un migliore regolamento, che è realmente parte di questo.

Questo aspetto rappresenta, in un certo modo, una base per la nostra discussione di questo pomeriggio sulla strategia di Lisbona, poiché nulla può essere più importante per la strategia in materia di occupazione e crescita di avere a disposizione un mercato unico interno operativo in modo efficace e competitivo. Noi vogliamo imprese competitive e consumatori fiduciosi, al fine di sostenere il livello di occupazione e di crescita economica in Europa, e che si ottengano tramite un mercato unico efficace. Desideriamo, poiché sono interessati i prodotti, che i regolamenti siano molto chiari per le imprese, e perciò il personale che si occupa dei prodotti possa proseguire con il proprio lavoro di elaborare progetti brillanti e prodotti sicuri e di alta qualità.

Non dimentichiamoci che nella stragrande maggioranza delle imprese lavorano persone che hanno ben presente ciò, e sono profondamente deluse del fatto che, in molti casi, debbano riprogettare i prodotti o chiedere nuovamente un mutuo riconoscimento come è inteso al momento, è un importante passo avanti.

Tuttavia, i consumatori hanno il diritto di pretendere prodotti di qualità e di aspettarsi che noi stabiliamo procedure di prova volte a garantire che i prodotti sul mercato siano stati sottoposti a questo tipo di procedure di approvazione.

Desidero soltanto aggiungere un’osservazione in linea con ciò che stava dicendo l’onorevole Purvis, in particolare in risposta all’onorevole Liese, che non è presente: ci sono numerose imprese ora che stanno conseguendo brillanti livelli di progettazione e qualità, ma stanno collaborando con fornitori cinesi e altri. Vi informo a proposito del mio compleanno, visto che si pensa a cose piacevoli, che di recente ho visitato un’azienda produttrice di note marche di trenini, Fleischmann e Rivarossi, di cui i miei colleghi tedeschi e italiani avranno sentito parlare. Sono modellini eccezionali e di elevata qualità. I prodotti dotati di questo marchio di fabbrica in realtà sono progettati in Inghilterra, ma realizzati in Cina, e chiunque dubiti che la Cina sia in grado di realizzare prodotti di elevata qualità, dovrebbe andare a vedere il loro negozio locale di modellini nel fine settimana, e, forse, come me, acquistare un regalo per il proprio nipote.

 
  
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  Evelyne Gebhardt, a nome del gruppo PSE. – (DE) Signora Presidente, Commissario Verheugen, Presidente del Consiglio Vizjak, permettetemi di iniziare augurando un buon compleanno all’onorevole Malcolm Harbour. Sono lieta che siamo riusciti a fargli questo bel regalo di compleanno. In effetti, potremmo definirla la settimana del mercato interno, ed è naturalmente molto importante dedicare attenzione al mercato interno. Ieri l’onorevole Newton Dunn e l’onorevole Fourtou hanno presentato due ottime relazioni in merito al codice e alla cooperazione doganale, che rivestono a loro volta un ruolo notevole nel quadro del programma odierno. Possiamo inoltre dichiarare con sicurezza che disponiamo di uno o due dispositivi di regolazione per il mercato e per i consumatori che ora saranno riuniti in un gruppo di controllo coerente. È un aspetto positivo.

Le tre relazioni presentate e l’interrogazione orale posta dall’onorevole McCarthy a nome della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, rappresentano un lavoro che si riflette chiaramente sul Parlamento europeo. Per questa ragione dovremmo ringraziare i relatori e tutti i membri di quest’Assemblea. Desidero anche esprimere un ringraziamento speciale alle onorevoli Mia De Vits e Barbara Weiler del mio gruppo, poiché non sono ancora state nominate, e ovviamente alla nostra relatrice, l’onorevole Christel Schaldemose. Naturalmente, ringrazio anche lei, onorevole Stubb, come potrei dimenticarla, nonché l’onorevole Brie.

Ritengo che tramite il presente pacchetto stiamo apportando un contributo prezioso ed essenziale al completamento della normativa che disciplina il mercato interno, e, allo stesso tempo, stiamo migliorando la protezione dei consumatori nell’ambito del mercato. Il gruppo socialista attribuisce un’importanza particolare al raggiungimento di tale obiettivo.

Tuttavia, siamo distanti dal traguardo. Dobbiamo continuare a vigilare sulla sicurezza dei prodotti commerciati sul mercato interno. A questo proposito, desidero ringraziare in particolare il Commissario Verheugen per l’approccio molto chiaro e inequivocabile riguardo al futuro del marchio CE, ovvero al modo in cui è possibile migliorare il marchio dei prodotti sul mercato interno e nell’Unione europea. Si tratta di un obiettivo molto importante se si vuole che i consumatori e cittadini dell’Unione europea lo vedano e rispettino davvero come propria Unione. È un aspetto molto rilevante in questo contesto.

Attendiamo con ansia i risultati dello studio e gli effetti, e sono molto lieta che lei abbia affermato chiaramente, Commissario Verheugen, che tale studio è in cima all’elenco delle priorità della Commissione europea. Sono buone notizie, visto che il fuorviante marchio CE spesso è stato usato per ingannare e sviare i consumatori, cosa oltremodo sbagliata. Dobbiamo senz’altro porre un freno a tale situazione.

Sono anche soddisfatta che, nelle relazioni presentate e nell’accordo concluso con il Consiglio, siamo riusciti a garantire la presenza costante di marchi nazionali di qualità, soggetti, ovviamente, alla condizione che rafforzino davvero la protezione dei consumatori e che non siano utilizzati o interpretati impropriamente per scopi protezionisti.

La seconda condizione, che siamo sul punto di soddisfare, è che finalmente dovremmo disporre di un marchio europeo di sicurezza che sia almeno pari, se non superiore a questi simboli nazionali. Soltanto allora potremo discutere dell’abolizione dei marchi nazionali.

Inoltre, è importante che oggi si svolga questa votazione, e rinnovo i miei più sinceri ringraziamenti al Presidente in carica del Consiglio Vizjak. So quanto sia stato difficile anche per il Consiglio, su cui, senza dubbio, abbiamo esercitato una forte pressione. Avrebbe voluto più tempo per i negoziati con il Parlamento, ne sono pienamente consapevole. Apprezzo che tutti voi vi siate impegnati al fine di garantire che la votazione avvenisse questa settimana, cosa molto positiva, poiché chiarisce a dovere la situazione. Desidero, per questo motivo, esprimere un ringraziamento del tutto speciale.

 
  
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  Janelly Fourtou, a nome del gruppo ALDE. – (FR) Signora Presidente, naturalmente devo iniziare ringraziando i relatori, gli onorevoli Stubb e Brie, e, in particolare, l’onorevole Schaldemose, per la sua efficienza, quella vivace efficienza che penso abbiamo apprezzato tutti.

A nome della commissione, desidero anche ringraziare l’onorevole McMillan, per essersi reso sempre disponibile, nonché la Presidenza slovena per aver offerto lo slancio necessario volto a ottenere questo pacchetto in prima lettura.

Il gruppo ALDE è soddisfatto del compromesso raggiunto dal momento che sono state affrontate le nostre preoccupazioni, ovvero la responsabilità degli importatori e il sistema del marchio CE.

Siamo tutti interessati ad avere un mercato solido, dotato di operatori economici affidabili che vendono prodotti sicuri. Perciò il gruppo ALDE appoggia le disposizioni che richiedono agli importatori di essere più attenti alla commercializzazione dei prodotti, attribuendo loro una parte di responsabilità per questo aspetto con tutto ciò che comporta.

Per quanto riguarda il sistema del marchio CE, ci riteniamo soddisfatti della distinzione tra le disposizioni del regolamento e quelle della decisione.

Personalmente, mi dispiace che non abbiamo ancora risolto del tutto il problema dell’applicazione di marchi nazionali, una questione ricorrente. Vi ricorderete che, quando abbiamo votato per l’adozione della direttiva macchine nel febbraio 2006, abbiamo chiesto alla Commissione europea un resoconto sull’effetto che precisasse “le condizioni per l’apposizione di altre marcature, nazionali, europee o private, in relazione con la marcatura CE”.

La Commissione ha fatto ciò che doveva fare, ma noi, deputati del Parlamento europeo, e gli Stati membri, credo, non siamo riusciti a mantenere la volontà politica di assumere una posizione risoluta in materia. Possiamo solo dispiacerci di tale fallimento, tuttavia accolgo con favore l’annuncio del Commissario Verheugen che la questione sarà oggetto di uno studio approfondito, perché è di certo ciò di cui abbiamo bisogno.

Il gruppo ALDE sosterrà questo compromesso nella sua forma attuale e accoglieremo il lavoro svolto su questo documento.

 
  
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  Leopold Józef Rutowicz, a nome del gruppo UEN. (PL) Signora Presidente, la discussione relativa ai marchi di sicurezza è in corso da anni. Siccome gli Stati sono obbligati a proteggere i propri cittadini dai prodotti che minacciano la vita, o la salute, alcuni hanno introdotto regolamenti che sottopongono certe categorie di merci a vari requisiti quali marchi e certificati, e le pertinenti autorità nazionali sono diventate responsabili del controllo e della vigilanza.

Nell’Unione europea, il marchio CE è obbligatorio per un ampio gruppo di merci. Attesta che il prodotto è sicuro, e deve essere applicato allo stesso modo a un ferro da stiro che costa solo 5 euro e a uno che ne costa 50. Pertanto, non vedo la necessità di aggiungere un segno più/meno.

Le procedure di applicazione del marchio CE non raccolgono grandi obiezioni. Il problema è l’introduzione illecita da parte dei produttori di modifiche a prodotti già dotati di marchio, l’applicazione illegale del marchio CE e l’aggiunta, senza un’idonea procedura di certificazione, di prodotti simili ai certificati già ottenuti.

Di conseguenza, ciò di cui l’Unione europea ha veramente bisogno è un migliore coordinamento delle misure intraprese da tutte le istituzioni finalizzate alla protezione dei consumatori. I suoi confini devono essere sigillati affinché prodotti non certificati non raggiungano il mercato, occorre stabilire un sistema di controllo e d’informazione efficiente, nonché un metodo più rigoroso e uniforme di pene introdotto per assicurare che non avvenga il raggiro del sistema CE. Visto il costo elevato della certificazione, le piccole e medie imprese nell’Unione europea dovrebbero ricevere il sostegno volto a ottenere i marchi in questione. Il gruppo UEN appoggia tutte le misure finalizzate a garantire la protezione dei consumatori e il funzionamento efficace del mercato europeo.

 
  
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  Heide Rühle, a nome del gruppo Verts/ALE. (DE) Signora Presidente, desidero augurare buon compleanno all’onorevole Harbour, e il proseguimento della nostra proficua collaborazione. Naturalmente, ringrazio tutti e tre i relatori. Come probabilmente sapete, sono stata la relatrice ombra di tutte e tre le relazioni per il mio gruppo, e questo è il motivo per cui sono consapevole degli instancabili sforzi che sono stati compiuti per migliorare i principali aspetti di tale proposta della Commissione. Allo stesso tempo, desidero ringraziare il Commissario Verheugen, che ha nuovamente evidenziato che la proposta lascia il Parlamento in una forma migliore rispetto a quando è arrivata. Ritengo che si tratti di un’osservazione significativa, visto che ci siamo impegnati a fondo su questa normativa. Abbiamo veramente fatto del nostro meglio al fine di migliorare le condizioni non solo delle imprese, ma anche dei consumatori.

Il presente pacchetto è caratterizzato da tre elementi. Lo scopo principale del regolamento relativo al mutuo riconoscimento di prodotti legalmente commercializzati è eliminare le barriere non tariffarie, che possono anche essere considerate barriere protezioniste. In sede di commissione, tuttavia, abbiamo mantenuto un equilibrio, a cui ha fatto riferimento il Commissario Verheugen e a cui attribuisco una grande importanza, sebbene talvolta sia stato trascurato durante questa discussione. Da un lato, occorre rimuovere le barriere non tariffarie, mentre, dall’altro dovrebbe rimanere una prerogativa degli Stati membri, naturalmente, determinare se certe condizioni sono applicabili. In Germania, ad esempio, si presenta la questione dei simboli nazisti. Pertanto, se sorgono particolari problemi con certi prodotti che non è possibile ammettere in singoli Stati membri per motivi etici, questi Stati membri devono conservare il diritto a vietare tali prodotti. Si è mantenuto l’equilibrio. Ritengo che questo sia molto importante, poiché rappresenta l’unico modo di generare un ampio consenso tra i consumatori, nonché tra gli imprenditori del settore, per quanto riguarda il mercato interno e il principio di un mercato interno. A questo proposito abbiamo compiuto un enorme passo avanti.

Ritengo inoltre che sia significativo aver stabilito punti di contatto, ma anche aver dimostrato che non creano alcuna supplementare ulteriore burocrazia, dal momento che sono già stati definiti nel quadro della direttiva sui servizi e in relazione al mutuo riconoscimento delle qualifiche professionali. Più punti di contatto introduciamo, maggiore potrebbe essere l’onere amministrativo per i singoli Stati membri. Anche a questo proposito, abbiamo agito molto responsabilmente.

A nostro avviso, un altro aspetto importante era l’esigenza di affermare, come naturalmente abbiamo fatto, che il mutuo riconoscimento potrebbe funzionare soltanto se le condizioni che disciplinano l’accesso al mercato fossero le stesse in tutti gli Stati membri, e senza dubbio tali condizioni sono differenti. Alcuni Stati membri hanno preferito privatizzare, anche parzialmente, la vigilanza del mercato; altri hanno scelto la certificazione, un organo di certificazione più o meno privato. Abbiamo chiarito che l’accreditamento del mercato non può essere altro che una responsabilità pubblica, e abbiamo attribuito maggiore responsabilità ai singoli Stati membri. Penso sia un passo di grande rilevanza.

Naturalmente, la vigilanza del mercato è uno dei principali aspetti per stabilire e mantenere la sicurezza dei prodotti nell’Unione europea. Quando parliamo di rafforzamento delle direttive e dei regolamenti, dovremmo sempre essere ben consapevoli che una direttiva o un regolamento sono efficaci solo quanto gli strumenti che in definitiva ne verificano l’osservanza, in questo caso i metodi di vigilanza del mercato negli Stati membri. A tale proposito, gli Stati membri ora saranno obbligati a sviluppare, finanziare e fornire di personale i propri sistemi di vigilanza. Credo che questa sia una condizione estremamente importante. Nei prossimi anni, il Parlamento deve continuare a esercitare il controllo al fine di garantire l’effettiva applicazione sul mercato di una vigilanza più severa.

Un altro elemento importante è la toolbox, di cui era responsabile l’onorevole Schaldemose. Tale decisione quadro ci fornisce una toolbox per direttive future, che garantirà maggiore coerenza giuridica in merito a questioni fondamentali, definendo una posizione chiara e coesa in particolare per quanto riguarda il marchio CE, ma anche sullo status degli importatori nella catena commerciale. Abbiamo aumentato la responsabilità degli importatori nell’Unione europea, un altro passo avanti molto importante.

Nel complesso, possiamo ritenerci molto soddisfatti del pacchetto presentato oggi, che gode di un ampio sostegno da parte di tutti i gruppi politici.

Consentitemi di concludere ringraziando la Presidenza del Consiglio slovena. Senza il suo risoluto appoggio non saremmo mai riusciti a portare a termine tale questione nel breve tempo a disposizione antecedente la prima lettura. Uno speciale ringraziamento va alla Commissione e al personale della segreteria della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori. Senza di loro certamente non avremmo potuto attenerci alla tabella di marcia ed elaborare un compromesso effettivo in tempo per la prima lettura.

 
  
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  Jaromír Kohlíček, a nome del gruppo GUE/NGL. (CS) Onorevoli colleghi, a differenza di molte altre discipline economiche, il marketing è una scienza reale e, in quanto tale, è dotata di proprie norme e regole precise, che rimangono le stesse indipendentemente da coloro che sono coinvolti. Tra queste norme figurano le specifiche tecniche definite del prodotto, l’attenzione rivolta alla ricerca di differenze concrete tra prodotti simili, nonché lo sforzo di proteggere in circostanze chiaramente stabilite l’indicazione geografica. Quest’ultima, tuttavia, solitamente non ha nulla in comune con i requisiti tecnici del prodotto. Uno degli aspetti del mercato unico è l’impegno nell’evitare una limitazione nella vendita dei prodotti sul territorio di un altro paese imponendo barriere non tariffarie, quali restrizioni quantitative, l’obbligo di ripetere la certificazione in ogni paese, il mancato riconoscimento dei brevetti, parametri specifici di imballaggio ed etichettatura dei prodotti al di fuori delle dogane del mercato comune, eccetera.

Un primo passo, che potrebbe contribuire a eliminare la confusione o probabilmente anche le barriere artificiali alla libera circolazione delle merci, è un’azione di sensibilizzazione. Pertanto, accolgo positivamente lo sforzo volto a istituire nei singoli Stati uno o più punti di contatto prodotti. Il loro scopo principale sarà fornire informazioni sulle norme tecniche in uso in altri Stati membri.

Inoltre, la proposta si concentra sull’onere della prova. In questo contesto, riguarda anche una procedura tecnica che può risultare nel negare l’accesso di un prodotto sul mercato di un altro Stato membro, nonostante sia legalmente commercializzato in altri paesi o nello Stato membro di origine. Nel complesso, la procedura dipende dal miglioramento del dialogo tra le autorità competenti dei singoli Stati membri. Una comunicazione più efficace è l’elemento principale finalizzato alla prevenzione dei rischi connessi al divieto di vendita di un prodotto sul mercato di destinazione.

La difficoltà con le per altro lodevoli iniziative è il tentativo di coprire tutta una serie di prodotti con la direttiva. Sarebbe ingenuo presupporre che un approccio simile o perfino identico sia applicabile ai prodotti industriali, ad esempio automobili, o agli abiti, alle calzature e ai prodotti alimentari. Benché sia pienamente a favore di un approccio unificato, sono convinto che occorra mantenere approcci specifici per i singoli prodotti. Non prevedo possa sorgere alcuna difficoltà nel settore armonizzato, piuttosto nel caso di prodotti laddove i requisiti non sono stati armonizzati, ovvero al di fuori di tale settore.

Il regolamento stabilisce una scadenza di 20 giorni per gli operatori economici per replicare alle decisioni delle autorità nazionali competenti, in base a ciò che è definito l’interesse pubblico, che richiede che un prodotto sia ritirato dal mercato o sia vietato o, in alcuni casi, che siano apportate modifiche prima che il prodotto venga ammesso sul mercato. Un aspetto positivo della proposta è l’accento sulla possibilità di una revisione delle decisioni da parte delle autorità giuridiche nazionali. Secondo me, l’unico elemento poco chiaro della proposta, che appoggio nella sua interezza, è il riferimento al Trattato. Ad esempio, l’articolo 5.2 della scheda finanziaria è intitolato “Valore aggiunto dell’intervento comunitario, coerenza ed eventuale sinergia con altri strumenti finanziari”, situazione che considero inappropriata, dal momento che la ratifica del Trattato di Lisbona è appena iniziata.

Per concludere, vorrei sottolineare che, a mio avviso, il regolamento contribuirà ad affrontare la questione della continua duplicazione di documenti e certificati, che sorge poiché un paese ritiene che i certificati emessi da un’altra autorità siano insufficienti. In passato, in quanto rappresentante di un’azienda esportatrice, ho avuto a cha fare con tali difficoltà, e credo che la proposta in materia favorirà una soluzione.

 
  
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  Godfrey Bloom, a nome del gruppo IND/DEM. – (EN) Signora Presidente, credo di poter essere perdonato per aver pensato di essere incappato un po’ in anticipo in una cerimonia di premiazione agli Oscar di Hollywood: si congratulano tutti l’un l’altro, dandosi pacche sulle spalle, assolutamente fantastico! L’onorevole Stubb è riuscito a ringraziare quasi tutti, ma mi pare abbia dimenticato sua nonna. Sì, onorevole Stubb, ha scordato la nonna!

Interessante, no? Ci preoccupiamo di armonizzare, rendere omogeneo, regolamentare, legiferare. È come se questa istituzione in qualche modo avesse un desiderio maniacale di dimostrare il proprio valore tramite una completa attività: positiva, negativa, neutra. Dobbiamo apparire impegnati. Il presupposto è che il cittadino europeo è una specie di bambino ritardato, e noi siamo i genitori ben intenzionati ma autoritari: sappiamo e controlliamo ogni cosa. Non è forse vero? Il livello di esperienza commerciale in quest’Aula è miserevole. Funzionari politici, operai qualificati dotati di nessuna effettiva comprensione del mondo esterno, che elaborano maniacalmente normative imperfette e pericolose, mentre succhiamo avidamente al seno pubblico con il nostro ridicolo atteggiamento.

I paesi emergenti, quali India e Cina, che superano la nostra produzione manifatturiera anche mentre sto parlando, devono fissarci basiti. La concorrenza mondiale nel commercio è simile a una partita di calcio. Osservano la nostra formazione sul campo, si dà il fischio d’inizio, e cominciamo assiduamente a calciare il pallone per mettere la palla in rete. Quanto devono divertirsi alle nostre spalle. Non che quest’Aula abbia una qualche legittimità mentre la nuova Costituzione è in elaborazione, contro la volontà delle persone. Ma il loro giorno arriverà, avverrà una resa dei conti, e ce lo saremo ben meritato.

 
  
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  Jean-Claude Martinez (NI) . – (FR) Signora Presidente, nell’augurare buon compleanno all’onorevole Harbour, devo dire che sembra di tornare agli anni novanta. Allora ci prodigavamo a fondo per una normativa in preparazione per il mercato unico, e, in apparenza, ci troviamo allo stesso punto, poiché oggi disponiamo di due ulteriori regolamenti e una decisione finalizzati a garantire la libera circolazione delle merci. Non c’è modo di evitare i fatti, e la questione è che i governi sono inclini alla protezione, per non dire al protezionismo. Norme tecniche, compilazione di moduli e requisiti per la sicurezza conducono a barriere non tariffarie. Nella Francia che produce automobili, ad esempio, abbiamo assistito ad anni di insistenza di fari di colore giallo anziché bianco, come metodo volto a limitare il numero di veicoli stranieri sulle nostre strade.

Ora, la Commissione ha proposto un quadro comune per la libera commercializzazione di biciclette e scale, affinché i papà cadano; di giocattoli che espongono i bambini a pericoli mortali; di bollitori per bruciare le mamme, nonché di vari apparecchi con cui i nonni possono rimanere folgorati.

Avevamo l’impressione che, a distanza di 23 anni dalla firma dell’Atto unico europeo, tutto fosse stato fatto e concluso: che la sentenza Cassis de Dijon del 1979, seguita da circa duecento altre decisioni della Corte di giustizia, avrebbe garantito un mutuo riconoscimento dei prodotti di ciascuno da parte di tutti. Bene, c'eravamo sbagliati! Il mercato unico è ancora un mercato molteplice e perciò, al fine di eliminare ogni cavillo normativo e tecnico che ha l’effetto di stabilire nuovamente i confini, la Commissione consiglia di adottare il principio che gli importatori sostengano i costi: devono essere responsabili della sicurezza dei prodotti che importano, e occorre ribaltare l’onere della prova.

Detto ciò, i testi presentati sono un’applicazione dell’ovvio: riaffermano il concetto del riconoscimento reciproco; si sottomettono alla mania per l’etichettatura, definita marchio, con il logo CE, le dimensioni approvate e le sanzioni per un utilizzo improprio; e, dulcis in fundo, 15 anni dopo l’abolizione dei confini e dei controlli doganali, il relatore André Brie chiede maggiori risorse per i funzionari doganali. Ripristinare funzionari doganali in un’area di libero scambio è come se, sebbene in apparenza, Adam Smith, decano del libero scambio, avesse trascorso i suoi ultimi giorni gironzolando per la sua città indossando l’uniforme doganale del padre!

Pertanto propongo di fare così: ristabiliamo i funzionari doganali completi di cappello con la visiera. Probabilmente avremo bisogno di importare i cappelli dalla Cina, ma almeno saremo certi che sono sicuri. Dopo tutto, non vogliamo essere responsabili dell’insolazione di nessun membro della Commissione!

 
  
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  Andreas Schwab (PPE-DE) . (DE) Signora Presidente, onorevoli colleghi, anch’io dovrei iniziare ringraziando i relatori e gli altri deputati che si sono districati in questo complesso fascicolo, ma in questo caso desidero cominciare in maniera diversa. Una persona che non ritengo sia importante ringraziare è l’onorevole Bloom, che non ha apportato alcun contributo costruttivo alla sostanza della presente discussione con il suo intervento. A questo proposito, non è riuscito nel suo tentativo di rimuovere gli oneri dalle spalle dei cittadini europei. Spero che, ciononostante, mi consentiate di rinnovare gli auguri di buon compleanno che ho espresso ieri sera all’amico Malcolm Harbour.

Se questo pacchetto sarà un bel regalo di compleanno rimane da verificare. Dobbiamo attendere e osservare in che modo gli Stati membri applicheranno le decisioni che ora abbiamo preso insieme al Consiglio. Signor Presidente del Consiglio Vizjak, la ringrazio sinceramente per i suoi sforzi in merito, di cui abbiamo parlato in Slovenia, e ringrazio inoltre il Commissario Verheugen. Gran parte della questione dipende da una clausola creata dall’onorevole Stubb, che merita un riconoscimento per il suo agevole passaggio attraverso il Parlamento. Mi riferisco all’inversione dell’onere della prova nel settore non armonizzato del mercato interno. Questo è un principio che renderà molto più semplice la vita nel mercato interno, soprattutto per le piccole e medie imprese, con una burocrazia minima.

Spero che tutti gli Stati membri abbiano compreso ciò che spetta loro. Non sarà più compito dei proprietari delle piccole imprese o dei produttori domandare ai governi se i prodotti possono essere importati, ma degli Stati membri, che, d’ora in poi, dovranno dimostrare che tutte le disposizioni emanate sono necessarie e adeguate. Posso garantire che alcuni Stati membri sono sul punto di un brusco risveglio al riguardo. Tuttavia, è un segnale incoraggiante per il mercato interno, nonché per le piccole e medie imprese che vi operano.

Sono anche molto grato all’onorevole McCarthy e all’onorevole Fourtou per averci informato che il Parlamento non ha solo iniziato ad applicare il marchio CE e il suo significato quando è stata adottata la normativa quadro relativa al nuovo approccio, ma che, ogni volta che, negli anni recenti, è stata discussa una direttiva in materia di marchio CE, abbiamo ripetutamente chiesto se quest’ultimo, che, come sappiamo, in origine era considerato soltanto un marchio per gli organismi di vigilanza sul mercato, spieghi davvero ai consumatori ciò che desiderano conoscere nel momento in cui acquistano un prodotto. Inutile affermare che è molto difficile stabilire i confini tra i beni di consumo e i prodotti industriali. Naturalmente, siamo consapevoli che occorre una soluzione a costi contenuti, potenzialmente priva di oneri amministrativi. Allo stesso tempo, Commissario Verheugen, siamo grati del fatto che abbia intenzione di condurre uno studio che ha il pieno appoggio della nostra commissione. Speriamo che tale studio arrechi una prova attendibile che possa indicare che il marchio CE, nella sua forma attuale, non fornisce ai consumatori le informazioni necessarie.

 
  
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  Barbara Weiler (PSE) . (DE) Signora Presidente, signor Commissario, signor Presidente in carica del Consiglio, onorevoli colleghi, circa un anno fa, il 14 febbraio, la Commissione europea ha proposto questo nuovo pacchetto di misure per i prodotti allo scopo di imprimere nuovo slancio al commercio sul mercato interno. Il fatto che oggi siamo riusciti a portare a termine il pacchetto, in poco più di un anno, credo sia indicativo del lavoro molto rapido ed efficiente da parte del gruppo incaricato del suo iter in Parlamento. I deputati qui presenti non hanno svolto alcun ruolo in merito, se posso metterla in questi termini una cosa positiva, e il loro contributo mi ha lasciato l’impressione che tuttora non sanno su cosa è incentrato il pacchetto.

Un elemento che mi ha colpito nel corso di questa discussione è stato il numero enorme di ostacoli che ancora esistono sul mercato interno, tenendo presente che era il 1992 quando Jacques Delors ha introdotto il mercato unico. È sorprendente assistere alle reali difficoltà che le piccole e medie imprese affrontano qualora tentino di entrare sul mercato in altri Stati membri dell’UE. Secondo la Commissione, tale pacchetto contiene misure che avranno un effetto su 22 industrie con un volume aggregato annuo nella regione di 1 500 miliardi di euro.

Siamo riusciti a garantire che miglioramenti futuri al sistema di vigilanza del mercato saranno basati su criteri uniformi, cosa fondamentale. Quando un mercato è aperto, occorre la presenza di meccanismi di vigilanza. È possibile individuare più facilmente le merci pericolose e renderle sicure, ed effettuare più chiaramente indagini mirate di operazioni fraudolente, nonché il perseguimento degli autori di frode. Come hanno dichiarato altri oratori, nel futuro saranno considerati responsabili non solo i produttori, ma anche gli importatori. Non si tratterà di lettera morta, visto che sarà prevista una disposizione di responsabilità con sanzioni in caso di mancata conformità.

Tale sistema di vigilanza sul mercato è inoltre un importante vantaggio per gli operatori del settore che già osservavano le norme, poiché migliora in modo considerevole gli strumenti per l’individuazione delle mele marce tra i produttori e gli importatori. Sono rimasta sorpresa di apprendere che le autorità doganali e gli organismi di vigilanza del mercato finora non sapevano quasi nulla delle reciproche attività. Qui e adesso si porrà fine a questa segretezza e alla presunta protezione di interessi societari.

Per quanto riguarda il marchio CE, sono lieta che il Parlamento abbia proseguito per la propria strada. Non abbiamo ceduto alle impulsive richieste da parte delle organizzazioni dei consumatori di un’abolizione del marchio CE o da parte della Commissione di un aggiornamento senza garanzie. Non sono le vie appropriate da percorrere. Ritengo che ora abbiamo compiuto la scelta migliore.

Di fronte all’opposizione di alcuni settori, il Parlamento ha inoltre assicurato che saranno preservati i marchi di sicurezza nazionale, non solo quello tedesco ma anche gli altri, finché non si troverà un’alternativa ideale.

In quanto membro del gruppo socialdemocratico, sono orgogliosa che sia stato inserito un particolare principio non solo nella nostra risoluzione, ma anche nello stesso regolamento. La formula in questione è stata piuttosto controversa fino all’ultimo minuto, ma siamo riusciti a stabilire che gli organismi di accreditamento non devono farsi concorrenza tra loro, e devono mantenere inviolabile il loro incarico pubblico, per così dire. Credo che questa fosse anche l’opinione generale. L’aspetto importante per tutti noi era la necessità di maggiore trasparenza.

È sorprendente osservare la poca collaborazione che ancora esiste, e ritengo che il presente pacchetto spianerà il terreno per una migliore cooperazione anche tra le autorità pubbliche.

Permettetemi di concludere con un’osservazione sul pacchetto nel suo complesso. Rappresenta un vantaggio per le imprese d’Europa nonché per i cittadini. Molte cose saranno più semplici, numerosi processi saranno meno burocratici, e, pertanto, di certo meno costosi, e nonostante tutto stiamo ancora elaborando un livello elevato di sicurezza per i consumatori. Per prendere a prestito un’espressione dal mondo finanziario, tale situazione può giustamente essere definita vantaggiosa per tutti.

 
  
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  Toine Manders (ALDE) . – (NL) Signora Presidente, i miei più calorosi ringraziamenti ai relatori, gli onorevoli Stubb, Schaldemose e Brie per il modo rapido e costruttivo con cui hanno portato a termine i loro incarichi. Si tratta di come si dovrebbe legiferare, con rapidità e serietà. Ringrazio inoltre la Commissione e la Presidenza del Consiglio.

L’Europa è stata istituita solo per questo tipo di legislazione ed è positivo fornire un importante stimolo all’economia, soprattutto alle PMI. Ci sono pervenuti numerosi reclami da parte delle piccole imprese per il fatto che le loro esportazioni e operazioni commerciali sono ostacolate dalle frontiere che rimangono chiuse, nonostante tutte le chiacchiere sul mercato unico. Questo comporterà una base più solida per l’Unione europea. Dopo tutto, le piccole imprese rappresentano il principale pilastro della nostra economia, nonché il settore che offre posti di lavoro di cui abbiamo estremamente bisogno nell’Unione europea.

Anche per gli Stati membri questo aspetto costituirà una base più solida, poiché consentirà di risparmiare una gran quantità di costi amministrativi, 150 miliardi l’anno. Il bilancio per quest’anno è di 120 miliardi. Perciò facciamo sì che nessuno Stato membro affermi che l’Unione europea costa troppo, dal momento che, effettivamente, hanno a disposizione il denaro necessario. Qui fuori non ci sono orde di giornalisti pronti a comunicare queste liete notizie, ma penso che valesse parlarne.

In quanto liberali, siamo molto soddisfatti di vedere il mercato unico rafforzato. Un’economia più dinamica significa un’Europa più fiorente, e ciò è vantaggioso per le imprese e i consumatori, nonché per l’Unione europea.

Non intendo usare tutto il tempo a disposizione poiché altri oratori hanno già elogiato la portata del presente pacchetto. Perciò non mi inoltrerò nei dettagli tecnici. Si tratta di un ottimo lavoro, e spero che possiamo approvarlo a voto unanime e che entri in vigore molto presto.

Ora che disponiamo anche dell’inversione dell’onere della prova, le misure intraprese da parte della Commissione europea, qualora gli Stati membri abusino delle procedure di protezione dei nostri mercati, sono piuttosto valide. In questi casi, l’intervento è condotto in modo rapido e appropriato. Pertanto, ritengo che funzionerà in modo corretto.

 
  
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  Zdzisław Zbigniew Podkański (UEN) . – (PL) Signora Presidente, l’Unione europea rappresenta tutta una serie di valori, esperienza e diversità storica, nonché sociale. Spesso siamo differenti non solo nella nostra passata esperienza, ma anche nelle norme e nei vincoli attuali, trasmessi alle istituzioni europee, ai posti di lavoro e ai cittadini.

Viviamo in un periodo di profondi cambiamenti sociali, economici e culturali che, purtroppo, hanno un impatto negativo. Tuttavia, ha originato anche numerosi sviluppi favorevoli e positivi, tra cui figurano la liberalizzazione dei capitali, dei beni e dei servizi, e la libera circolazione delle persone. Mentre tali sviluppi creano condizioni adeguate per l’attività economica, è anche possibile notare come spesso il capitale abbia la precedenza sulle persone, mettendone a rischio la salute e la vita.

Di conseguenza, occorre rafforzare tutte le possibili procedure di controllo. Il sistema CE dovrebbe essere perfezionato sia sui nostri confini, come hanno sostenuto alcuni Stati membri che sui nostri mercati interni, soprattutto nelle reti commerciali. La serie di merci attualmente prodotte dalle catene di supermercati e ipermercati sfida l’immaginazione, e si tratta di un fatto importante da tenere in considerazione. Dobbiamo ricordare non solo il sistema dei marchi, ma anche gli altri strumenti disponibili volti a stimolare la sensibilizzazione dei consumatori e la capacità di scegliere i prodotti.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. DIANA WALLIS
Vicepresidente

 
  
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  Kathy Sinnott (IND/DEM) . – (EN) Signora Presidente, le presenti relazioni sono finalizzate a migliorare il regolamento del mercato per quanto riguarda i prodotti, rafforzando in particolare il riconoscimento del marchio CE e il divieto di usarlo impropriamente. Tutto ciò è positivo, ma nel mio contributo alla discussione, devierò leggermente verso un aspetto che è stato trascurato dalle relazioni, ma che ritengo sia molto importante per il confronto sui prodotti.

L’obiettivo delle diverse misure proposte è incoraggiare le persone ad acquistare prodotti e, in questo caso, prodotti europei. In che modo è possibile conciliare questa spinta verso un maggiore consumo con l’esigenza di utilizzare le risorse con buon senso? Vale a dire, per comprendere che si tratta di un elemento da condividere, non solo a livello globale, ma anche con le generazioni future?

Alcuni Stati membri sono preoccupati soprattutto di costruire le proprie economie, ma per altri il problema della gestione ambientale responsabile riguarda il commercio. Questi paesi stanno cercando metodi per la quadratura del cerchio del commercio competitivo e mantenere un modello di vita e un uso dei prodotti favorevole e sostenibile. L’efficienza energetica, l’impiego di materiali riciclabili e a bassa tossicità sono tutti passi nella giusta direzione, ma un importante elemento è l’eliminazione dell’obsolescenza programmata, ovvero la realizzazione intenzionale di prodotti che non durano e che non sono riparabili.

Quando ho acquistato il mio primo microonde, ne ho comprato apposta uno valido che sarebbe durato. Ha resistito due anni. Nel momento in cui l’ho riportato indietro, mi è stato riferito che non valeva la pena ripararlo e che nessuno sarebbe stato in grado di farlo. Così, ne ho acquistato un altro valido, durato due anni. Ora compro un nuovo microonde ogni anno, il più economico che posso reperire, e poi lo butto via.

Con la nostra armonizzazione occorre che lasciamo ai paesi responsabili la scelta di vietare i prodotti dotati di obsolescenza programmata, e che li incoraggiamo soltanto a consentire i prodotti durevoli e riparabili, poiché sono questi Stati a essere bloccati da montagne di rifiuti alla fine del ciclo.

 
  
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  Zita Pleštinská (PPE-DE) . – (SK) Onorevoli colleghi, mi ha fatto piacere l’atmosfera molto positiva di oggi nel corso della discussione sul mercato interno e desidero ringraziare tutti coloro che hanno contribuito. Naturalmente la democrazia richiede di prestare ascolto anche alle opinioni polemiche, come quelle espresse dal collega, l’onorevole Bloom.

Ho un figlio, Andrej, ed è questo il motivo per cui conosco il significato del suo nome, vale a dire una persona forte e influente. Il titolare di questo nome, il Ministro Vizjak, conferisce a questo confronto una dinamica molto potente. Desidero far notare che non è consueto che il Consiglio sia rappresentato in tali discussioni. La precondizione di base per un corretto funzionamento del mercato interno europeo dei beni è la rimozione degli ostacoli per gli operatori economici e la realizzazione di condizioni favorevoli per le aziende, in particolare per i 23 milioni di piccole e medie imprese. Per quanto riguarda il numero di prodotti dai paesi in via di sviluppo, occorre trovare una soluzione alle sfide della globalizzazione.

Una possibile soluzione è la presenza di norme legislative chiare volte a garantire che tutti i prodotti importati sul mercato europeo siano conformi ai medesimi requisiti di sicurezza di quelli fabbricati nella Comunità. I principi basilari del pacchetto legislativo sulla commercializzazione dei prodotti sono la responsabilità dei produttori di assicurare che i loro prodotti si attengano alle norme europee in vigore da un lato, e la responsabilità degli Stati membri, che devono garantire la vigilanza del mercato dell’Unione europea, dall’altro. Devo ammettere che la questione della normalizzazione europea è diventato essenziale per me quando sono stata relatrice del Parlamento europeo per il suo finanziamento, e sono ancora della stessa opinione anche in quest’Aula.

Comprendo la grande importanza di questa significativa politica dell’Unione europea, e accolgo positivamente il coinvolgimento del Commissario Verheugen. In qualità di relatrice per il gruppo PPE-DE, mi sono anche soffermata sugli emendamenti alla relazione dell’onorevole Christel Schaldemose relativi a maggiori responsabilità degli importatori, alla diminuzione dell’onere amministrativo sulle piccole e medie imprese e sul mantenimento del nuovo approccio come struttura di base per la commercializzazione dei prodotti. Ho inoltre sottolineato la necessità di campagne d’informazione più efficaci al fine di accrescere la sensibilizzazione dei consumatori: è l’elemento fondamentale per accrescere la fiducia del consumatore nel mercato interno dell’UE.

Nei miei emendamenti, mi sono concentrata, in particolare, sui consumatori e sull’importanza di garantire che siano tutelati dai prodotti che mettono in pericolo la loro salute. Ho inoltre sottolineato l’esigenza di campagne d’informazione più efficaci finalizzate alla sensibilizzazione dei consumatori: è l’elemento chiave per accrescere la fiducia del consumatore nel mercato interno dell’UE. Dal punto di vista pratico, possiamo osservare che attualmente il marchio CE non offre garanzie sufficienti sul fatto che un prodotto sia realmente sicuro. Questa è la ragione per cui abbiamo tentato, tramite questo pacchetto legislativo, di attribuire un significato al marchio CE, di introdurre sanzioni in caso di abuso, di rafforzare le norme in merito al marchio e rendere estremamente più rigoroso il sistema dei controlli sul mercato.

Il compromesso raggiunto include l’inserimento di alcuni degli articoli relativi al marchio CE nel regolamento. Si tratta di un passo molto positivo. In conclusione, desidero ringraziare l’onorevole Christel Schaldemose e gli altri relatori per la costruttiva collaborazione che ha contribuito a unificare la terminologia, i processi e i modelli di valutazione della conformità in modo da poterli usare nella revisione delle direttive settoriali, in particolare la sospirata direttiva sui giocattoli, per la soddisfazione di tutti i consumatori europei.

 
  
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  Mia De Vits (PSE) . – (NL) Signora Presidente, signor Commissario, signor Presidente in carica del Consiglio Vizjak, onorevoli colleghi, ringrazio tutti per il loro contributo in merito, ma soprattutto il relatore, Alexander Stubb, che si è dimostrato molto opportuno nell’includerci, noi relatori ombra per la sua relazione, in tutti gli aspetti delle discussioni. Grazie di tutto.

L’approvazione del pacchetto sui prodotti definisce un importante progresso verso il conseguimento del mercato unico europeo per le merci, e le tre proposte insieme sono strumenti necessari se è nostra intenzione avere un mercato unico che funzioni. Disponiamo del principio di mutuo riconoscimento, ma esiste principalmente sulla carta. Troppo spesso tale principio è ignorato. Oggi il mercato unico non procede come Jacques Delors aveva previsto venticinque anni fa. La Commissione europea calcola che alle imprese costi dal 2 al 10% in più vendere i propri prodotti in un altro Stato membro, poiché il principio di mutuo riconoscimento non è applicato correttamente. In effetti, come sa anche lei, onorevole Stubb, ciò implica costi aggiuntivi per l’Unione, nel complesso pari a 150 miliardi di euro l’anno. Sono cattive notizie per le imprese e i propri dipendenti, ma anche per i consumatori che, di conseguenza, devono pagare prezzi più elevati. Perciò era giunto il momento di rinnovare il principio di mutuo riconoscimento e di applicarlo in modo corretto. D’ora in poi, tale procedura rigorosamente studiata, dotata di un’inversione dell’onere della prova, richiede che la Commissione sia messa al corrente della decisione dello Stato membro al termine della procedura. Spero che anche la Commissione interverrà al termine della procedura nel caso accada che ci siano ancora alcune norme non basate su criteri oggettivi.

Un paio di riflessioni per il futuro: parametri di qualità severi per le autorità di vigilanza nazionali rappresentano un passo avanti, ma, in definitiva, occorre migliorare la collaborazione transfrontaliera laddove riguarda la vigilanza. La nostra commissione per il mercato interno si è recata al porto di Anversa, dove ha visto i servizi doganali domandare più finanziamenti, questione di rilievo per gli Stati membri, ma richiedere anche maggiore cooperazione transfrontaliera, una necessità su cui impegnarsi per l’avvenire.

Secondo, c’è maggiore trasparenza per quanto riguarda il marchio CE, ma concordo con l’onorevole McCarthy e l’onorevole Gebhardt sull’esigenza di lavorare su un effettivo marchio di sicurezza in futuro. Accolgo con favore la risposta positiva fornita in materia dal Commissario Verheugen. Il mutuo riconoscimento deve funzionare meglio, e tutte le parti interessate devono accettare le proprie responsabilità, Stati membri e Commissione compresi. Tuttavia, rimane la seconda migliore soluzione. Nei prossimi anni vogliamo assistere a iniziative legislative finalizzate all’armonizzazione per completare il mercato unico delle merci.

 
  
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  Frédérique Ries (ALDE) . – (FR) Signora Presidente, con tutto il rispetto per l’onorevole Bloom, che ha già lasciato quest’Aula, desidero aggiungermi al coro di plauso per i nostri tre correlatori, ringraziarli per il tempo che hanno dedicato e per la perseveranza nel perseguire ciò che è un ragionevole compromesso e una soluzione reciprocamente vantaggiosa per la produzione europea e per la sicurezza dei consumatori.

Dato che ho soltanto due minuti a disposizione e che parlo in qualità di membro della commissione per l’ambiente, mi perdonerete se porrò l’accento su punti essenziali, e, in particolare, sul problema del sistema del marchio CE. Sette mesi dopo l’episodio della Mattel, e il ritiro dal mercato, come abbiamo già sentito, di oltre 20 milioni di giocattoli di produzione cinese dotati di marchio CE, l’Unione è stata notevolmente sotto pressione per migliorare il sistema del marchio. Negli anni recenti, ha appoggiato un metodo flessibile e facoltativo basato sul nuovo approccio, un metodo che senza dubbio presenta i propri vantaggi, ma che, utilizzato da solo, potrebbe essere meno efficace nel caso certi produttori applichino il marchio CE incuranti delle norme, mettendo pertanto i consumatori a un chiaro rischio in termini di sicurezza.

Questa è la ragione per cui il presente pacchetto di misure è essenziale per fornire alle autorità che si occupano del problema, vale a dire gli organismi di approvazione e certificazione, nonché i servizi doganali, gli strumenti necessari volti a combattere l’uso illecito del sistema di marcatura CE.

Non è una coincidenza che il Parlamento europeo abbia già affrontato la questione in più di un’occasione, più recentemente nella risoluzione sulla sicurezza dei giocattoli del settembre 2007, a favore di una vigilanza del mercato più severa. Il nostro relatore, l’onorevole Brie, ha sottolineato con particolare enfasi questo aspetto.

Già nel gennaio 2004, con l’appoggio degli onorevoli Peter Liese, Karin Scheele e Claude Turmes, la mia relazione in merito alla direttiva sull’ecodesign dei prodotti che consumano energia deplorava le evidenti lacune riguardo alla sicurezza di numerosi prodotti e l’inaffidabilità di certi sistemi di etichettatura, sia obbligatori che facoltativi. Quattro anni dopo sembra siano stati compiuti pochi progressi, e devo dire, parlando a nome dei molti professionisti che hanno collaborato con noi in merito, che è motivo di dispiacere.

Tutti i provvedimenti che offrono una maggiore certezza giuridica e forniscono assistenza supplementare agli operatori del settore e alle PMI sono accolti con favore. Mi riferisco al metodo di contatto limitato dei prodotti promesso nella relazione, nonché all’annuncio dell’onorevole Alexander Stubb di questa mattina relativo al suo personale punto informazioni. Non so se ha in previsione di denominarlo Stubb/SMEs.com, ma gli auguro di avere successo e devo dire che condivido la cautela dei miei colleghi, come espresso nell’interrogazione orale, per quanto riguarda la questione di un marchio supplementare e la sua compatibilità con il sistema esistente.

Mi associo pienamente alla preoccupazione espressa dall’onorevole McCarthy, con il suo istruttivo esempio del bollitore, illustrato questa mattina, e sono grato al Commissario per aver fornito un apporto determinante a tale questione.

In conclusione, signora Presidente, desidero sottolineare che le norme stabilite in quest’Aula saranno utili solo se osservate, come ovviamente dovrebbe accadere, dai produttori europei, dai fornitori, e anche, in particolare, come ha appena fatto notare l’onorevole Mia De Vits, dagli operatori economici dei paesi terzi, soprattutto gli importatori.

 
  
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  Wiesław Stefan Kuc (UEN) . (PL) Signora Presidente, negli ultimi anni si sono verificati sempre più casi in cui sono state introdotte sul mercato europeo merci che non rispondevano alle norme UE. Non si tratta soltanto di una questione di giocattoli cinesi. Pesticidi, prodotti per la cura delle piante, e addirittura medicinali, sono stati piratati, cosa che non solo non proteggono o non curano, ma, in numerose occasioni, sono effettivamente pericolosi. Le tre relazioni presentate, degli onorevoli Brie, Schaldemose e Stubb, riguardano l’introduzione di beni sul mercato europeo, l’applicazione di norme tecniche a prodotti legalmente commercializzati e disposizioni per l’accreditamento e la vigilanza sul mercato. Non violano il principio di base della libera circolazione delle merci nel mercato dell’UE, ma rendono possibile tutelare tale mercato e allo stesso tempo proteggere i nostri cittadini.

Come sostengono i relatori, occorre garantire che siano eliminate le eccezioni, che siano applicati i regolamenti e le decisioni proposte e che operino il più ampiamente possibile. Se fattibile, sarebbe auspicabile elaborare un unico documento sul modello di altri regolamenti simili, che trattano i problemi in maniera esauriente. Eviteremmo quindi numerose ripetizioni di argomenti e terminologia che potrebbero generare interpretazioni contraddittorie. I progetti e le relazioni proposti costituiscono un’ottima base per un documento omogeneo esaustivo.

 
  
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  Małgorzata Handzlik (PPE-DE) . (PL) Signora Presidente, faccio i miei complimenti a tutti e tre i relatori per aver svolto un lavoro eccellente e costruttivo. L’introduzione di merci in circolazione sul territorio dell’Unione è senza dubbio una questione molto importante. Tutti noi ricordiamo i recenti problemi causati dall’immissione di giocattoli pericolosi sul mercato dell’UE. Questi giocattoli non erano stati individuati dalle autorità di controllo europee poiché, come in molti altri casi, il sistema di sorveglianza si è dimostrato inefficace.

Accade sempre più di frequente che i produttori applichino il marchio CE ai propri prodotti senza alcun controllo, sebbene le merci in questione non soddisfino i criteri dell’UE. Inoltre, il marchio CE è ripetutamente contraffatto. Queste e altre ragioni si trovano alla base del pacchetto proposto dalla Commissione relativo all’introduzione delle merci nel mercato europeo.

Desidero soffermarmi su uno dei tre elementi del presente pacchetto: la relazione dell’onorevole Brie sull’accreditamento e la sorveglianza del mercato. La questione del marchio CE affrontata in questa relazione mi sembra di particolare importanza. Sono lieta che i deputati abbiano preso posizione a sostegno del marchio CE in quanto principale garanzia di conformità con le norme UE e, cosa fondamentale, che tutti si siano mostrati a favore del rafforzamento della sua situazione.

Un problema essenziale dibattuto a questo proposito è stato quello degli altri marchi nazionali esistenti sul mercato dell’UE. Intendo sottolineare che, quando ha aderito all’Unione europea, alla Polonia è stato ribadito che non era possibile inserire i marchi di sicurezza di altri paesi nel proprio sistema nazionale. Ci siamo attenuti a questa indicazione, eliminando addirittura il nostro marchio B, il simbolo polacco della sicurezza dei prodotti. Perciò per noi era importante che fosse seguito l’approccio europeo e che, nella nuova normativa, fosse rispettato il principio di non discriminazione tramite l’inserimento di un divieto sull’introduzione di nuovi marchi di sicurezza diversi da quello CE.

Sono molto soddisfatta di vedere che il Consiglio, la Commissione e il Parlamento hanno mantenuto questa posizione eliminando le clausole pertinenti e conservando lo status quo. Tuttavia ritengo che dovremmo collaborare per quanto riguarda il marchio europeo CE nell’ottica di eliminare altri marchi dal mercato sul lungo periodo, sebbene un’iniziativa a questo scopo dovrà attendere finché la Commissione non abbia esaminato la questione.

 
  
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  Anna Hedh (PSE) . – (SV) Grazie signora Presidente. Desidero anche ringraziare di cuore i relatori per il loro ottimo lavoro. È stato molto interessante seguirli nella loro attività.

Benché sia a favore di una collaborazione più che intergovernativa in effetti, deduco che esistono casi in cui occorre che le nostre norme siano uniformi per quanto possibile nell’Unione. Il pacchetto legislativo in merito alla commercializzazione dei prodotti sul mercato interno è uno di questi casi, dal momento che, ciò che produciamo e importiamo nell’UE circola liberamente sul mercato interno. Secondo me, la sicurezza dei consumatori sul mercato è della massima importanza.

Accolgo quindi con favore le proposte dei relatori nel pacchetto legislativo, che, in diversi casi, migliorano quelle della Commissione. Ad esempio, l’onorevole Schaldemose desidera che agli importatori sia attribuita la responsabilità di garantire che i prodotti che importano siano conformi alle norme dell’UE.

Ritengo che sia un aspetto particolarmente importante, ora che siamo anche sul punto di riesaminare la direttiva sulla sicurezza dei giocattoli, considerati i problemi sul mercato dei giocattoli che di recente sono stati al centro dell’attenzione. Penso sia ovvio che gli importatori dovrebbero essere responsabili e rischiare sanzioni se introducono prodotti pericolosi. Chi altro? Dobbiamo inoltre modificare e rafforzare il sistema del marchio CE. Anche se si tratta proprio della questione più delicata, credo che i relatori abbiano compiuto progressi reali.

Come ha affermato l’onorevole Schaldemose, il sistema del marchio CE non è la soluzione a tutti i nostri problemi di sicurezza sul mercato interno. Tuttavia, numerosi consumatori attualmente pensano che il marchio CE significhi che i prodotti sono sicuri, nondimeno laddove riguarda i giocattoli e i gadget. Abbiamo visto l’esempio del bollitore e di un giocattolo illustrato dall’onorevole McCarthy. È nostro dovere garantire che sia rafforzato il sistema di marchi e che funzioni davvero la vigilanza del mercato in tutti gli Stati membri.

Infine, desidero sottolineare ancora una volta che i nostri consumatori devono occupare il posto d’onore, poiché senza consumatori sicuri e fiduciosi, non avremo un mercato fiorente.

 
  
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  Magor Imre Csibi (ALDE) . – (RO) Consentitemi di formulare alcune osservazioni relative al marchio CE. Attualmente, è applicato a qualsiasi prodotto incluso in una direttiva europea. Finché i produttori possono applicare il marchio alla maggior parte dei beni senza alcun controllo da parte di una terza autorità o di un organismo indipendente, questo marchio non sarà valido. Questo è il primo problema.

Di conseguenza, tutti noi concordiamo che l’attuale sistema del marchio CE per i prodotti non è in grado di rappresentare una garanzia di sicurezza per i consumatori europei. In effetti, non è stato concepito con l’intenzione di fungere da marcatura di sicurezza.

Egregio Commissario Verheugen, lo scorso anno ha dichiarato che non disporremo mai del 100% di sicurezza sui prodotti. Questa è la ragione per cui chiedo alla Commissione europea di prendere in considerazione, oltre a una più attenta vigilanza del mercato e a controlli doganali più rigorosi, pene più severe per le imprese che fabbricano o importano prodotti che non sono conformi alle norme e alle direttive europee.

Non dimentichiamoci che gran parte dei consumatori europei crede, senza essere informata, che un prodotto dotato di marchio CE sia fabbricato in Europa o sia stato certificato da un organismo europeo indipendente. Questo è il secondo problema. Perfino il Commissario Verheugen ritiene che l’attuale marchio CE possa essere un po’ disorientante. Tale situazione è inammissibile e, per questo motivo, domando alla Commissione europea di avviare campagne informative per i consumatori europei, in modo che non scambino il marchio CE per un simbolo di qualità e sicurezza.

Signor Commissario, cari colleghi, siamo tutti d’accordo che dovrebbe esistere un marchio finalizzato ad attestare la sicurezza dei prodotti. Magari l’attuale marchio CE sarà perfezionato o ci sarà un marchio supplementare; si deve trovare la soluzione quanto prima. Il mercato interno comporta, oltre alla libera circolazione delle merci, interventi efficaci per la protezione dei consumatori.

 
  
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  Zuzana Roithová (PPE-DE) . – (CS) Signor Commissario, lo sviluppo dinamico del mercato interno europeo e l’importazione ancora più dinamica di merci pericolose, soprattutto dalla Cina, ci costringono a modernizzare le norme relative alla commercializzazione dei prodotti, incluse quelle non armonizzate. Questo triplo pacchetto legislativo semplifica le formalità amministrative, facilitando gli Stati membri nel migliorare la vigilanza del mercato dell’UE, che oggi non funziona a un solo livello. Questo è il motivo per cui, dopo un confronto approfondito, stiamo rafforzando i requisiti sull’intera catena di fornitura, iniziando da produttori nell’UE o in Cina, fino agli importatori e ai fornitori nell’UE. È in corso l’armonizzazione delle norme per l’accreditamento degli organismi e del mutuo riconoscimento della certificazione.

Oltre agli organismi di vigilanza, sta assumendo maggiore importanza il ruolo del consapevolezza dei consumatori: i consumatori informati dovrebbero essere in grado di distinguere tra i prodotti da come sono etichettati, da qui i nostri sforzi volti a rafforzare il senso del marchio CE europeo, che indica alle autorità di sorveglianza e ai consumatori informati che i prodotti soddisfano i criteri europei di qualità e sicurezza. Occorre anche lottare contro il suo sfruttamento, compresa quella confusione intenzionale con altri marchi quali China Export.

Ho scoperto che il marchio europeo non è ancora stato registrato, ho quindi domandato alla Commissione di farlo. Benché quest’ultima abbia reso noto che il processo di registrazione è stato avviato, nell’avviso pubblicato non compariva la domanda di registrazione. Esorto nuovamente la Commissione ad agire al riguardo.

Signor Commissario, la esorto con forza a registrare il marchio europeo per i marchi internazionali. Entrambi i provvedimenti semplificheranno ulteriori iniziative giuridiche contro l’uso improprio, incluse quelle che sfociano in un indennizzo. Ritengo che ritardi in tal senso siano ingiustificabili. Desidero riconoscere l’eccellente lavoro della Commissione per quanto riguarda l’elaborazione di questo “pacchetto prodotti”, e soprattutto l’impegno preciso di tutti i relatori, con cui mi congratulo per l’ottimo risultato.

 
  
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  Manuel Medina Ortega (PSE) . – (ES) Signora Presidente, quasi trent’anni fa la Corte di giustizia ha stabilito il principio di mutuo riconoscimento nella sentenza Cassis de Dijon. Uno dei relatori di oggi, l’onorevole Stubb, afferma che il presente pacchetto di misure è un tentativo di applicare la sentenza Cassis de Dijon a un livello normativo. La sentenza, tuttavia, non può essere sostituita da un testo legislativo, poiché, in effetti, la sentenza rappresenta uno strumento impiegato dalla Corte di giustizia per imporre l’armonizzazione del mercato interno.

L’attuale pacchetto sostituisce una necessità maggiore che è emersa in questa discussione, ovvero la necessità di un’autentica armonizzazione della produzione nell’Unione europea.

L’attuale sistema di mutuo riconoscimento implica essere aperti a catene che si spezzano nel punto più debole. Ciò si è verificato, ad esempio, con il morbo della mucca pazza quando il governo inglese decise di deregolamentare la procedura per la lavorazione di farine di carne e ossa. È accaduto anche recentemente in un altro campo, con Equitable Life, quando il settore finanziario è stato disciplinato in modo inadeguato.

Il pacchetto determina un passo avanti, tuttavia piccolo, poiché è ovvio solo per i governi non rinunciare a proteggere i propri cittadini, l’onorevole Hedh lo ha ricapitolato con esattezza, dato che, primo, ci sono governi che non riescono a stabilire il livello più elevato di controllo, e, secondo, non esiste un sistema di vigilanza svolto dall’Unione europea. In breve, si tratta di un modesto surrogato per un regolamento autentico a livello europeo volto a sostituire le 27 serie di norme nazionali.

Il Parlamento europeo probabilmente approverà questo pacchetto e ritengo che sia valido, ma non possiamo dormire sugli allori, poiché senza un autentico regolamento comunitario, senza un’effettiva certificazione di qualità che tranquillizzi i cittadini dell’Unione europea, non compiremo progressi nella realizzazione del mercato per i prodotti europei.

(Applausi)

 
  
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  Anja Weisgerber (PPE-DE) . – (DE) Signora Presidente, onorevoli colleghi, il fatto che siamo in grado di adottare il pacchetto prodotti in prima lettura dice tutto dell’eccellente collaborazione all’interno del Parlamento europeo, nonché tra il Parlamento e il Consiglio.

Si tratta di un importante progetto normativo, sia per gli operatori del settore commerciale, sia, soprattutto, per i consumatori. Tramite il presente pacchetto eliminiamo gli ostacoli al commercio, dovuti a norme tecniche diverse negli Stati membri. Allo stesso tempo, garantiamo la qualità dei prodotti commercializzati sul mercato europeo. La nuova normativa assicurerà che i prodotti non conformi alle disposizioni europee o pericolosi siano ritirati dal mercato in tempi rapidi o non lo raggiungano affatto. Occorre segnalare senza indugi i prodotti pericolosi alla Commissione, in modo che siano tolti dalla circolazione in tutti i paesi membri. Sarà migliorata la cooperazione con paesi non appartenenti all’UE, basti pensare alla Cina, conformemente al regolamento grazie a misure quali programmi congiunti e scambi di competenze tecniche.

Grazie a queste nuove disposizioni, garantiremo una vigilanza efficiente sul mercato e migliori controlli in Europa. Elementi che, dopo tutto, sono gli unici a essere essenziali.

Nel corso di tutte le nostre discussioni e consultazioni, abbiamo posto l’accento sul consumatore. Il marchio CE, ad esempio, implica la conformità del produttore con i requisiti europei per il prodotto in questione. Ora, tuttavia, gli importatori devono sostenere una maggiore responsabilità accanto ai produttori. In particolare, sono vietati marchi CE falsi o ingannevoli, e coloro che li utilizzano saranno sottoposti ad azione penale negli Stati membri. Tutte queste iniziative tutelano i consumatori, ma anche gli operatori del settore onesti, che rispettano tutte le norme. Uno dei nostri principali successi è stato il mantenimento dei marchi nazionali di sicurezza sperimentati e verificati, quale il simbolo tedesco “GS”. I consumatori hanno familiarità con questi marchi e si fidano.

Giovedì adotteremo una serie di norme che promuove il commercio dei prodotti sul mercato interno nel modo più efficace, proteggendo al tempo stesso, aspetto davvero importante, i consumatori tramite una migliore vigilanza.

 
  
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  Bernadette Vergnaud (PSE) . – (FR) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, i consumatori europei si attendono che i prodotti acquistati dispongano di una migliore tutela della sicurezza. Troppo spesso sentiamo tra le notizie della televisione che un certo prodotto di un paese al di fuori dell’Unione europea rappresenta un rischio per la sicurezza o la salute. Questo pacchetto di misure è una risposta di grande effetto a tali problemi, e desidero rimarcare il lavoro svolto dai tre relatori durante i negoziati, insistendo sull’importanza della protezione dei consumatori.

Nell’attuale ambiente di sicurezza dei prodotti, sono assolutamente necessari nuovi strumenti giuridici. In particolare, desidero porre l’accento sull’interrogazione orale posta sulla revisione delle norme sull’uso del marchio CE.

Finora, i cittadini europei hanno considerato il marchio un simbolo di fiducia e garanzia di sicurezza, laddove in realtà non è altro che una dichiarazione del produttore che la merce è conforme alla normativa europea. Ciò significa che troppo spesso è stato applicato in modo forzato e utilizzato impropriamente. Basta soltanto ripensare alla questione dei giocattoli Mattel. Sono molto impaziente di vedere una proposta della Commissione per un marchio supplementare che fornirà al sistema maggiore affidabilità e perfezionerà le informazioni dei consumatori, nell’ottica di rendere più sicuri i prodotti importati. Non nutro dubbi, tuttavia, che la signora Commissario Kuneva si sia impegnata ad affrontare il problema. Ha sempre offerto il proprio appoggio per migliorare la fiducia dei consumatori.

Occorre una vigilanza più rigorosa del mercato, ed è quello che propone la relazione dell’onorevole Schaldemose, al fine di prevenire gli usi impropri del sistema del marchio e chiarire le responsabilità degli importatori e dei produttori, poiché, in definitiva, sono gli unici a essere responsabili nell’introdurre sul mercato merci sicure, e siamo ben consapevoli che la cooperazione tra autorità nazionali di sorveglianza sul mercato e servizi doganali è eterogenea.

La maggiore priorità è far sì che gli importatori siano direttamente responsabili della sicurezza dei prodotti che introducono sul mercato. Attualmente, è molto difficile infliggere loro sanzioni, poiché, in alcuni casi, nel momento in cui tali problemi emergono in Europa, i produttori hanno chiuso gli stabilimenti e sono scomparsi. È una situazione che non possiamo più accettare.

Desidero terminare ringraziando l’onorevole Schaldemose per aver tenuto in considerazione le condizioni delle piccole e medie imprese per quanto riguarda le procedure di valutazione di conformità. La sfida è stabilire un giusto equilibrio tra le procedure che potrebbero essere gravose e dispendiose per le microimprese, incluso il settore dell’artigianato, senza esonerarle dalle proprie responsabilità.

 
  
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  Agnes Schierhuber (PPE-DE) . – (DE) Signora Presidente, signor Commissario, signor Presidente in carica del Consiglio, desidero esprimere i miei ringraziamenti per questa relazione e ricordare a quest’Aula che il marchio CE dell’Unione europea significa che un prodotto è conforme alle norme europee di qualità e affidabilità. Non devono esserci dubbi di nessun genere che in futuro i prodotti importati saranno tenuti a rispettare esattamente le medesime disposizioni applicate alle merci prodotte nell’Unione europea. Soltanto allora disporremo di condizioni concorrenziali omogenee. Dovrà anche essere possibile, tuttavia, continuare ad apporre marchi in modo visibile ai prodotti con simboli riconosciuti degli Stati membri, visto che siamo consapevoli che ispirano grande fiducia in moltissimi consumatori.

In conclusione, permettetemi di affermare che rivestono inoltre grande importanza i marchi supplementari per le specialità regionali e per i prodotti alimentari biologici, poiché sappiamo che anche questi sono ampiamente riconosciuti e sicuri sul mercato europeo e oltre, e tale buona reputazione va favorita.

 
  
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  Bogdan Golik (PSE) . – (PL) Signora Presidente, accolgo con favore il pacchetto presentatoci oggi in quanto si tratta di un passo avanti, sia per i consumatori che per gli operatori europei del settore. Vorrei dire alcune parole sul mutuo riconoscimento. Non so se vi rendete conto, onorevoli colleghi, che sono già trascorsi 30 anni da quando la Corte europea di giustizia ha pronunciato la propria sentenza a riguardo di tale principio.

Purtroppo, la situazione relativa all’applicazione del principio del mutuo riconoscimento da parte degli Stati membri, elemento fondamentale per il funzionamento del mercato comune, è tutt’altro che soddisfacente. È diventata prassi ordinaria per le aziende essere soggette a gravose procedure amministrative prima che possano introdurre beni sul mercato. In quanto imprenditore io stesso , incontro direttamente tali formalità burocratiche da molti anni.

Non so se vi rendiate conto che i costi sostenuti dalle imprese nell’Unione europea come conseguenza della non conformità al principio di mutuo riconoscimento sono immensi, e la stessa Unione incorre in perdite pari a circa 150 miliardi di euro. Pertanto, se abbiamo ancora intenzione di rendere forte e competitiva l’economia europea nel quadro della strategia di Lisbona, e in un futuro non troppo lontano, rispetto a India, Cina, Brasile e altre potenze, dobbiamo accettare tale principio come consueto per tutti noi e offrire un adeguato riconoscimento.

 
  
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  Andrej Vizjak, Presidente in carica dl Consiglio. − (SL) Onorevoli deputati, vorrei condividere con voi alcune riflessioni finali relative all’importanza del presente accordo in merito ai tre atti legislativi che abbiamo pressoché completato e che contribuiranno in maniera significativa a migliorare la gestione del mercato interno. Michel Ayral oggi sarebbe certamente soddisfatto. Ci manca molto.

In seguito all’ampio lavoro svolto dai nostri colleghi tedeschi e portoghesi a nome del Consiglio, prima che la Slovenia assumesse la Presidenza, il compito dell’armonizzazione finale tra le istituzioni dell’Unione europea spettava alla Presidenza slovena. Accolgo con favore l’effettiva collaborazione che abbiamo ricevuto da parte di tutti nel portare a termine, qualcuno direbbe, questo difficile compito in modo relativamente efficiente e rapido.

Abbiamo aderito all’Unione europea meno di quattro anni fa e, nell’assumere la Presidenza, abbiamo accettato un’enorme sfida che comporta un’immensa responsabilità. Questo è il motivo per cui siamo particolarmente lieti di essere stati coinvolti nel compimento di questo importante compito, che è così rilevante per tutti gli Stati membri dell’Unione europea.

A mio avviso, l’applicazione del pacchetto ci permetterà soprattutto di garantire i seguenti interventi. Primo, elimineremo il protezionismo che esiste su alcuni mercati nell’Unione europea, e questa azione di certo stimolerà la competitività della loro economia. Ritengo che il protezionismo sia il principale ostacolo allo sviluppo della concorrenza e della competitività tra gli operatori economici su questi mercati.

Secondo, assicureremo un trattamento uniforme e un’assistenza reciproca tra le autorità nazionali per la vigilanza dei prodotti commercializzati, controlli effettivi della sicurezza sui prodotti realizzati da imprese europee e su quelli provenienti da paesi terzi, e, naturalmente, una normativa tecnica futura più coerente. Il risultato finale sarà un ambiente più favorevole per gli operatori economici, soprattutto per le piccole e medie imprese. Inoltre, e di grande importanza per i nostri cittadini, il pacchetto garantirà elevati livelli di sicurezza per i prodotti sul mercato dell’Unione europea.

Sono quindi convinto che il presente pacchetto rappresenti un primo importante passo nei nostri sforzi futuri. Oggi abbiamo discusso a lungo di quei passi futuri, che sono sfide fondamentali per il lavoro che dobbiamo svolgere.

 
  
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  Günter Verheugen, Vicepresidente della Commissione. − (DE) Signora Presidente, onorevoli deputati, permettetemi di iniziare aggiungendo alcune osservazioni sulle dirette implicazioni economiche. Effettivamente si tratta della situazione in cui le norme relative al riconoscimento reciproco sono applicabili al 21% della produzione industriale europea, una quantità davvero notevole.

Inoltre, se questo sistema di mutuo riconoscimento funzionasse perfettamente, ovvero se fosse applicato in modo completo dappertutto, il risultato sarebbe un aumento dell’1,8% del PIL europeo, che rappresenta di certo un impatto macroeconomico notevole. È vero anche il contrario, considerato che, secondo i nostri calcoli, il valore potenziale del mercato interno calerebbe del 10% se il mutuo riconoscimento non funzionasse, in altre parole se non fosse praticato; in effetti, tale situazione sarebbe pari a un buco annuo di quasi 150 miliardi di euro.

L’onorevole Roithová ha posto una domanda sulla registrazione del marchio CE. Effettivamente, non abbiamo potuto procedere fino allo scorso anno, poiché era necessario un emendamento alla normativa europea pertinente. Il procedimento è in corso, e presumo che le decisioni odierne contribuiranno ad accelerarlo. Non è pienamente nelle nostre mani, ma ci stiamo adoperando per completare tale registrazione quanto prima.

L’onorevole Csibi ha ricordato, in tono critico, che lo scorso anno ho affermato che non fosse realizzabile il 100% della sicurezza dei prodotti. Consentitemi quindi di porre nuovamente l’accento sul fatto che non esiste una sicurezza dei prodotti assolutamente garantita. Anche se tutti i prodotti sono certificati da una terza parte indipendente, tale organismo non è in grado di verificare ogni singolo articolo in produzione.

Il controllo è sempre limitato a un prototipo, e i problemi non si verificano quando si presenta il prototipo, ma durante la consueta routine della produzione in serie. Persino nel caso di prodotti a cui applichiamo le più rigorose norme di sicurezza, quali farmaci soggetti a prescrizione medica e autoveicoli, sentiamo ricorrenti resoconti di difetti di fabbricazione e di ritiri di prodotti. L’idea di poter offrire ai consumatori la prospettiva di una sicurezza dei prodotti al 100% è un’illusione.

Per questo motivo, occorre insistere (è la nostra unica alternativa) sul fatto che coloro cui incombe la responsabilità nella catena la assumano appieno. Questo parte dai fornitori dei fattori di produzione, poi riguarda i produttori e, nel caso di merci importate, anche gli importatori.

Questa è anche la risposta alla domanda dell’onorevole Purvis: tramite le nuove norme stiamo cercando di stabilire che gli importatori in Europa siano responsabili di garantire che i prodotti importati sono sicuri e rispettano qualsiasi disposizione pertinente. In altre parole, gli importatori europei si assumono l’onere della sicurezza dei prodotti provenienti da di fuori dell’UE, e chiunque subisca perdite o danni provocati da un prodotto pericoloso o difettoso, non deve rintracciare qualche produttore o simile in paesi lontani oltre i confini dell’Unione europea, ma può citare l’importatore europeo. Posso garantirvi che questa norma avrà profondi effetti pratici.

Ed è la risposta per la maggior parte delle domande specifiche. Consentitemi di cogliere questa opportunità per ringraziarvi nuovamente per lo spirito positivo e concreto con cui è stato condotta la discussione. Se l’onorevole Malcolm Harbour è ancora presente, permettetemi di dirgli che, per quanto mi riguarda, ogni giorno potrebbe essere il suo compleanno se tutti i compleanni sono coronati da successi così positivi.

(Applausi)

 
  
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  André Brie, relatore. − (DE) Signora Presidente, abbiamo ottenuto un consenso così vasto che posso soltanto ringraziare per la discussione, e non c’è nulla che desidero ripetere. I due o tre interventi di dissenso erano privi di sostanza, e per questa ragione non ne terrò conto. Ciononostante, permettetemi di sottolineare l’evidente armonia di oggi. Ritengo che il pacchetto che siamo in procinto di adottare sia un valido strumento normativo. Negli ultimi anni, tuttavia, non è tanto stata la nostra normativa a creare problemi, quanto la sua applicazione negli Stati membri. Ovviamente non accade sempre un caso Mattel citato in precedenza, in cui milioni di giocattoli sono stati ritirati dal mercato, ma questi contrattempi, ogni volta e ovunque si verifichino nell’Unione europea, indicano che la vigilanza semplicemente non funziona.

Prendiamo il sistema RAPEX, che sottolinea le grandi disparità tra i metodi di sorveglianza sul mercato dei paesi europei. Tali differenze non sono più accettabili. Invito pertanto gli Stati membri a garantire che gli strumenti che stiamo adottando in quest’Aula, nonché i meccanismi di vigilanza del mercato già esistenti finalizzati alla sicurezza dei consumatori, siano messi realmente in pratica.

Infine un’ultima osservazione a titolo personale. Abbiamo ringraziato numerose persone oggi. Durante l’elaborazione della mia relazione, ho avuto la meravigliosa esperienza di collaborare con colleghi fantastici del personale amministrativo della nostra commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori. Senza di loro non avremmo potuto realizzare questo testo. Permettetemi, dunque, di ringraziare in special modo Peter Traung e Luca Visaggio.

 
  
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  Christel Schaldemose, relatrice. − (DA) Signora Presidente, sono grata anche per i numerosi commenti positivi e favorevoli formulati durante le odierne procedure. Ciò dimostra semplicemente che in effetti abbiamo svolto un ottimo lavoro l’anno scorso e abbiamo assicurato che fossero inseriti i più numerosi punti di vista possibili, aspetto che mi rende molto soddisfatta.

Tuttavia, desidero formulare due osservazioni per replicare ad alcune questioni sorte durante i confronti di oggi, che riguardano il marchio CE. È assolutamente vero che è disorientante per i consumatori e che occorre questo studio relativo a un possibile marchio di sicurezza per il consumatore. Ciononostante, intendo altresì sottolineare che con il presente pacchetto il sistema CE sarà ampiamente migliorato tramite una vigilanza potenziata sul mercato e l’obbligo per gli Stati membri di procedere in caso di utilizzo improprio del marchio CE. In confronto a ciò di cui disponiamo attualmente, il marchio e il sistema CE saranno perfezionati in modo significativo. La situazione migliorerà in relazione all’uso del marchio in quanto strumento da parte delle autorità di vigilanza del mercato. Qualora un produttore applichi consapevolmente il marchio CE, attesta di rispettare le norme dell’UE. In caso contrario, è quindi possibile punirlo. Non può asserire di ignorare ciò che stava compiendo. Si tratta di un progresso notevole. La questione che non riusciamo ad affrontare è il rapporto con i consumatori, a cui il Commissario ha risposto in maniera molto positiva affermando che è opportuno impegnarsi a fondo in merito.

Si è discusso se fosse giusto o sbagliato elaborare un accordo in prima lettura. Penso che il confronto di oggi abbia semplicemente dimostrato che molte persone sono interessate, dal momento che riguarda tre relazioni con numerosi relatori ombra e così via. Molti deputati sono stati coinvolti nel lavoro e quindi hanno anche avuto l’opportunità esprimersi. Ritengo inoltre che possiamo essere piuttosto soddisfatti del risultato.

Infine, vorrei nominare rapidamente i relatori ombra e riconoscere inoltre che ho notevolmente apprezzato il loro lavoro: gli onorevoli Rühle, Brie, Fourtou e Pleštinská hanno offerto un contributo molto valido, nonché i segretariato di entrambi i gruppi e il segretariato della commissione. Grazie, è stato un vero piacere aver partecipato a questo lavoro.

 
  
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  Alexander Stubb, relatore. − (EN) Signora Presidente, intendo concludere questa discussione con quattro osservazioni e, purtroppo, devo iniziare dall’onorevole Bloom, dall’UKIP, che mi ha criticato, tra le altre cose, per aver ringraziato le persone che hanno lavorato sull’intero pacchetto. Non so cosa gli sia stato insegnato a casa, ma ho sempre pensato che fosse buona educazione ringraziare coloro che hanno reso possibile questo risultato.

Probabilmente non dovrebbe essere grato a chi gli ha scritto il discorso (dal momento che di certo stava leggendo direttamente da un foglio), poiché è ovvio che l’autore non ha compreso di cosa tratta tale pacchetto.

La mia parte del pacchetto riguardava il mutuo riconoscimento, con la libera circolazione delle merci e con la non armonizzazione di ogni cosa. Pertanto, forse, ciò che l’onorevole Bloom, o l’autore del discorso, propone è che la Marmite o il Branston Pickle, oppure le Rolls Royce, le calzature Church’s o l’abbigliamento Burberry non dovrebbero circolare liberamente; non so quale vantaggio recherebbe all’economia del Regno Unito. Pertanto, se desidera essere un oppositore europeo credibile, le consiglio di consultare almeno i testi che ha intenzione di commentare.

La seconda osservazione è che probabilmente si tratta di un record europeo in termini di efficienza, poiché non sono a conoscenza di un importante pacchetto legislativo che è stato introdotto dalla Commissione il giorno di San Valentino (il 14 febbraio) del 2007 e approvato dal Coreper il 13 febbraio 2008, un anno meno un giorno dopo. Perciò, vorrei dire a tutti coloro che temevano che a seguito dell’allargamento saremmo diventati un po’ rigidi e inefficienti, che questa situazione rappresenta un valido esempio di un caso in cui siamo giunti a decisioni molto rapide. Vorrei anche considerare il fatto che forse è il maggiore pacchetto relativo alla libera circolazione delle merci dal pacchetto Delors del 1992, se ricordate. Quindi, a tal proposito, desidero ringraziare tutte le persone coinvolte, siccome è evidente che il meccanismo funziona.

La mia terza osservazione riguarda l’affermazione dell’onorevole Ries in merito al fatto che le imprese, in futuro, si rivolgeranno all’indirizzo Internet alexstubb.com per inviare le proprie denunce in caso di non applicazione del mutuo riconoscimento! Se mi permettete, inserirò da qui un collegamento diretto alla home page della Commissione. Tenetevi in contatto con la Commissione se riscontrate problemi riguardo al mutuo riconoscimento. È un’iniziativa che si dovrebbe e si deve mettere in pratica.

Infine, l’ultima considerazione spetta al primo importante risultato della Presidenza slovena. Si tratta del primo pacchetto legislativo che la Presidenza slovena ha realizzato, e desidero congratularmi per un lavoro ben svolto. So che non è stato semplice per quanto riguarda il Coreper, e neppure per quanto riguarda i gruppi di lavoro, eppure la Presidenza ha compiuto un ottimo lavoro e, speriamo, accadrà altrettanto negli ultimi mesi del mandato.

 
  
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  Presidente . − Con questa armoniosa conclusione, la discussione è chiusa. La votazione si svolgerà giovedì.

Dichiarazioni scritte (articolo 142)

 
  
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  Iles Braghetto (PPE-DE), per iscritto. – In questa sessione plenaria abbiamo discusso il cosiddetto “pacchetto beni”, che prevede norme uniformi per la commercializzazione dei prodotti all’interno dell’Unione europea e la riaffermazione dei principi di reciprocità. Il Parlamento Europeo è attualmente impegnato ad accrescere l’efficienza del marchio CE (Conformità europea), perché fornisce garanzie riguardo alla sicurezza dei prodotti e consente di identificare le merci che provengono da paesi extra UE. Da alcuni anni, tuttavia, è apparso un altro marchio ad esso graficamente quasi identico, a parte per la spaziatura fra le due lettere, che significa tuttavia ben altro: “China Export”. I cittadini chiedono iniziative e sanzioni, oltre ad un potenziamento dei controlli alle dogane, per evitare che il marchio europeo CE venga indebitamente sfruttato.

Le Regioni Italiane sono afflitte da una commercializzazione diffusa di prodotti contraffatti di importazione che però appaiono, ad una prima vista, avere i requisiti per la loro immissione sul mercato. Questo è dovuto anche alla confusione causata dalla somiglianza fra i due marchi.

Con questo regolamento i beni potranno circolare più liberamente nell’UE incrementando così la scelta e la fiducia dei consumatori e semplificando la vendita delle merci.

 
  
  

(La seduta, sospesa alle 11.30, riprende alle 12.00)

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. ALEJO VIDAL-QUADRAS
Vicepresidente

 
  
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  Daniel Hannan (PPE-DE) . – (EN) Signor Presidente, desidero scusarmi apertamente con il Presidente del Parlamento europeo, con i colleghi e con l’Aula per le eventuali offese dovute ai commenti del 31 gennaio, quando mi sono opposto alle nuove competenze accordate al Presidente dal Regolamento. Mi sono reso conto che l’allusione formulata ha offeso molti deputati. Spero che accetterete le mie scuse nello spirito con cui sono espresse.

(Applausi)

 
  
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  Presidente . La ringrazio onorevole Hannan. Le sue scuse sono annotate e accettate.

 
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