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Procedura : 2007/0209(CNS)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0053/2008

Testi presentati :

A6-0053/2008

Discussioni :

PV 10/03/2008 - 22
CRE 10/03/2008 - 22

Votazioni :

PV 11/03/2008 - 10.12
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Testi approvati :

P6_TA(2008)0085

Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 10 marzo 2008 - Strasburgo Edizione GU

22. Accordo di partenariato CE/Guinea-Bissau nel settore della pesca (discussione)
Processo verbale
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  Presidente. − L’ordine del giorno reca la relazione di Luis Manuel Capoulas Santos, a nome della commissione per la pesca, sulla proposta di regolamento del Consiglio relativo alla conclusione dell’accordo di partenariato nel settore della pesca tra la Comunità europea e la Repubblica di Guinea-Bissau [COM(2007)0580 – C6-0391/2007 – 2007/0209(CNS)] (A6-0053/2008).

 
  
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  Joe Borg, Membro della Commissione. (EN) Signor Presidente, desidero iniziare esprimendo la mia gratitudine alla commissione per la pesca e in particolare al relatore, l’onorevole Capoulas Santos, per il testo che ha elaborato.

Il 23 maggio 2007, la Comunità europea e la Repubblica di Guinea-Bissau hanno avviato un accordo di partenariato nel settore della pesca per un periodo di quattro anni. Tale accordo rientra in una serie di accordi comunitari sulla pesca del tonno nell’Oceano Atlantico.

Il contributo finanziario è stato fissato a 7 milioni di euro all’anno. Di tale contributo finanziario il 35%, o 2,45 milioni di euro, è destinato a sostenere la definizione e l’attuazione di una politica nel settore della pesca in Guinea-Bissau, in previsione dell’introduzione di una pesca responsabile e sostenibile. L’Unione europea verserà inoltre uno specifico contributo annuale pari a 500 000 euro volto a migliorare le condizioni sanitarie nel settore della pesca e a rafforzare il monitoraggio, il controllo e la vigilanza nelle acque della Guinea-Bissau.

Oltre all’importo totale pari a 7,5 milioni di euro, il protocollo contiene anche una speciale disposizione finanziaria per uno stanziamento supplementare non superiore a 1 milione di euro l’anno, volto a migliorare l’utilizzo delle opportunità di pesca da parte degli armatori.

Il nuovo protocollo prevede possibilità di pesca di gamberi e pesce, in particolare di cefalopodi, fino a un volume totale pari a 4 400 t all’anno per ciascuna delle due categorie. L’accordo copre inoltre le licenze per 19 tonniere con reti a circuizione, 14 pescherecci con lenze e canne e 4 pescherecci con palangari di superficie.

L’accordo fornisce alla Comunità un solido quadro politico e giuridico per il controllo delle attività della flotta dell’Unione europea nella zona di pesca della Guinea-Bissau. Permette inoltre alla Comunità di appoggiare lo sviluppo del settore nel paese, con vantaggi reciproci per entrambe le parti.

In merito agli emendamenti proposti, vorrei aggiungere che, sebbene in molti casi condividiamo gli obiettivi evidenziati, non posso accoglierli per le seguenti ragioni.

Condivido pienamente l’interesse per cui il flusso di informazioni fornito al Parlamento europeo debba essere il più completo possibile. La Commissione tuttavia, in linea con gli attuali accordi interistituzionali, già fornisce tutte le informazioni richieste. Ogni relazione di valutazione, inoltre, al pari delle relazioni sui risultati dei negoziati e degli incontri della commissione mista, viene immediatamente trasmessa alla commissione per la pesca. Io stesso, inoltre, la informo con regolarità in merito allo stato di avanzamento dei negoziati internazionali, in particolare, in merito alle sessioni ristrette a porte chiuse.

Si sta affrontando anche la questione degli obblighi in materia di notifiche da parte della flotta, dato che abbiamo proposto una base giuridica che permetterà alla Commissione di rifiutare le richieste di licenza in base a eventuali carenze negli obblighi di notifica da parte degli Stati membri. Tale progetto di regolamento è attualmente in corso di adozione nelle istituzioni.

In merito alla proposta di rifiutare gli accordi nel settore della pesca in generale in base al fatto che non sono sostenibili, è doveroso ricordare che il Consiglio, nelle sue conclusioni del luglio 2004, ha indicato che lo scopo dei nuovi accordi di partenariato nel settore della pesca (APP) è di contribuire alla gestione sostenibile delle risorse della pesca. E’ un dato di fatto che gli APP forniscono accesso solo a stock che non sono pienamente sfruttati dalla flotta nazionale dello specifico paese in questione. La Commissione ritiene che gli APP possano offrire e che offrano effettivamente un quadro politico e giuridico, che coadiuva i paesi partner nei loro sforzi di attuazione nelle rispettive acque di una politica sostenibile e responsabile nel settore della pesca.

Infine, in merito alla proposta secondo cui i pescherecci dovrebbero corrispondere il costo totale dell’accordo in proporzione alle catture, mi lasci dire che abbiamo istituito un ragionevole equilibrio nella suddivisione dei costi tra i contributi degli armatori e la compensazione della Comunità. Tale approccio è in linea con le conclusioni del luglio 2004 del Consiglio sugli accordi di partenariato nel settore della pesca, in merito a cui il Parlamento ha fornito il suo parere. Nel nostro sistema, i canoni delle licenze degli armatori sono ovviamente calcolati in base alle rispettive catture.

 
  
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  Luis Manuel Capoulas Santos, relatore. (PT) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la mia relazione riguarda l’accordo nel settore della pesca firmato con un piccolo paese africano che, dopo più di un decennio di lotta armata per l’indipendenza, negli ultimi anni ha conosciuto una profonda instabilità politica intervallata da periodi di guerra civile. La pesca è una risorsa economica importante per questo piccolo paese e il suo contributo finanziario costituisce una parte molto significativa del bilancio statale.

L’accordo nel settore della pesca, tuttavia, non è volto all’acquisto di pesce. Conformemente alla sua filosofia di partenariato, ciò non corrisponde alla posizione europea. La politica dell’Unione si fonda su altri valori e le sue preoccupazioni fondamentali riguardano la sostenibilità delle risorse e una posizione di effettivo partenariato. Si tratta pertanto di un accordo con vantaggi reciproci: per l’Unione europea, ovviamente, perché la sua flotta ha accesso a zone di pesca importanti, e per la Guinea-Bissau, che, oltre al contributo finanziario, si troverà in una condizione migliore al fine di garantire una gestione più sostenibile di quella che forse costituisce la sua maggiore risorsa economica, attraverso il sostegno a ricerca, controllo, vigilanza e miglioramento delle condizioni sanitarie dei prodotti della pesca.

Si tratta pertanto di un accordo equilibrato e reciprocamente vantaggioso ed è per questo che invito il Parlamento ad approvare la mia relazione, con l’emendamento introdotto dalla commissione per lo sviluppo e con gli emendamenti da me proposti, che cercano soltanto di rafforzare la posizione del Parlamento nel controllo di tali aree. Io stesso, intanto, sebbene il Commissario sembri affermare di non poter accogliere tali proposte, ritengo al contrario che la politica nel settore della pesca abbia solo da guadagnare da una posizione del Parlamento più positiva e permanente.

 
  
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  Hélène Goudin, a nome del gruppo IND/DEM. (SV) Signor Presidente, l’unico scopo dell’accordo sul settore della pesca è di garantire gli interessi economici nel breve periodo di ancora un’altra industria dell’UE, che non raggiunge un livello di sufficienza in termini internazionali. Vi sono tre ragioni per cui domani non dobbiamo votare a favore dell’accordo sul settore della pesca. La prima è l’ambiente. L’esaurimento delle acque dell’Africa occidentale diventerà presto una realtà. La diversità biologica è seriamente minacciata e una continuazione di questa insana politica del settore della pesca avrà effetti sull’ambiente sul lungo periodo, sia a livello locale che globale.

La mia seconda obiezione poggia su basi economiche. Ogni anno i contribuenti europei sono obbligati a sovvenzionare le flotte pescherecce non redditizie con milioni di euro. Dove sta il vantaggio economico in tutto ciò? Dov’è la sostenibilità? Dov’è il valore aggiunto per l’Europa? Se invece i pescherecci fossero costretti a sostenere i loro stessi costi, la pressione sulla pesca verrebbe ridotta e sia i contribuenti che l’ambiente ne uscirebbero vincitori.

La terza ragione riguarda l’importanza della pesca per lo sviluppo locale nei paesi partner, per molti dei quali la pesca è l’unica fonte di entrate. Lo sfruttamento a tappeto dei mari crea una situazione insostenibile per la popolazione locale, che non può competere con i pescherecci europei che godono di notevoli sovvenzioni. E’ tempo di mettere fine a tali accordi sul settore della pesca ed è tempo di farlo adesso.

 
  
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  Avril Doyle (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, mi sento proprio in dovere di chiedere al Commissario Borg se crede a quello che sta dicendo. E’ stato istruito a dirlo? Sta davvero cercando di dire che questi APP sono sostenibili?

Un articolo molto interessante apparso sul New York Times del 14 gennaio 2008 parla del collasso delle principali popolazioni ittiche dell’Africa occidentale e del desiderio di denaro dalle flotte straniere per passar sopra alle preoccupazioni relative alla salute della pesca nel lungo periodo – il desiderio anche di denaro europeo per non considerare alcuna preoccupazione relativa alla salute della pesca.

La Guinea-Bissau, una nazione di 1,4 milioni di persone: un primo esempio di come non va gestita la pesca. Secondo Vladimir Kacyznski, uno scienziato marino dell’Università di Washington, nessuno studia in modo esaustivo le acque costiere della nazione da almeno 20 anni. E per due anni Sanji Fati è stato incaricato dell’attuazione delle norme sulla pesca della Guinea-Bissau. Quando ha assunto l’incarico nel 2005, non disponeva neppure di una sola motovedetta veloce per controllare centinaia di pirati e dozzine di pescherecci industriali a strascico, la maggior parte dei quali stranieri. Si stima che il 40% del pesce veniva pescato senza licenza o in violazione dei regolamenti.

Detto francamente, mi domando se sappiamo ciò che stiamo facendo. Siamo di fronte a un enorme conflitto di interessi. Queste economie disperate hanno bisogno del nostro denaro e sono pronte a vendere le loro risorse di pesca. Dovremmo capire meglio. Lasciamo che abbiano il denaro, ma non saccheggiamo le loro acque. Commissario Borg, la prego di pensarci ancora!

 
  
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  Czesław Adam Siekierski (PPE-DE).(PL) Signor Presidente, in qualità di membro supplente della commissione per la pesca presente in Aula, desidero dire qualche parola in merito alla relazione oggetto di discussione. Si tratta di una relazione dettagliata e specialistica, ma tale è la natura della materia trattata. Risulterebbe difficile presentarla in modo diverso.

Ciononostante, l’accordo ha un carattere molto più ampio, dato che invoca altri valori che sono importanti per entrambe le parti di tale partenariato. Desidero ringraziare ancora una volta il Commissario.

 
  
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  Joe Borg, Membro della Commissione. (EN) Signor Presidente, innanzi tutto desidero dire di essere d’accordo con le osservazioni formulate dal relatore, l’onorevole Capoulas Santos, secondo cui la pesca e le entrate che derivano dall’accordo di partenariato sul settore della pesca costituiscono una parte molto importante del bilancio della Guinea-Bissau.

Stiamo ora operando in uno spirito di partenariato contro gli accordi tradizionali nel settore della pesca, in cui l’obiettivo era di arrivare, pescare, pagare per il pesce preso e andarsene. Tali accordi di partenariato nel settore della pesca sono concepiti in modo da aiutare il paese interessato a costruire le proprie infrastrutture per la pesca e a costruire i settori correlati, così che vi possa essere anche un cambio di direzione dalla pesca vera e propria verso le attività ad essa legate, come l’acquacoltura, ove ciò è possibile. Lo scopo è anche quello di controllare che le attività di pesca condotte dalle nostre flotte nel quadro di un accordo di partenariato sul settore della pesca riguardino solo l’eccedenza.

In questo caso, ad esempio, all’atto della nostra richiesta, alla fine del 2005, un consulente esterno indipendente ha condotto uno studio di valutazione, i cui suggerimenti in termini di gestione e conservazione delle risorse sono state tenuti in considerazione, insieme ai consigli scientifici forniti dall’istituto di ricerca della Guinea-Bissau in seguito alla campagna sulla pesca a strascico del 2006.

Il protocollo comprende inoltre, nell’Allegato III, diverse misure vincolanti, in previsione dell’attuazione di un piano di gestione relativo allo sforzo di pesca totale nella zona economica esclusiva della Guinea-Bissau. Secondo il piano di pesca, la Guinea-Bissau si è impegnata a ridurre lo sforzo di pesca dei gamberi e dei cefalopodi, mantenendo nel 2007 gli accordi esistenti con i paesi terzi e la Comunità europea, vietando nel 2008 e negli anni successivi la mobilizzazione delle possibilità di pesca, che sono rimaste inutilizzate, concesse ai paesi terzi dal 1 gennaio 2007, non concedendo alcuna possibilità di pesca di noleggio in tali categorie e revocando e terminando ufficialmente tutti gli accordi con le compagnie, le associazioni e le imprese europee.

Inoltre, le schede tecniche 1 e 2 dell’Allegato II, applicabili ai pescherecci da traino per la pesca di pesci, cefalopodi e gamberi, prevedono la possibilità di ricorrere al riposo biologico. In merito alla pesca dei gamberi, la Guinea-Bissau si è impegnata ad aumentare le dimensioni delle maglie da 40 a 50 mm, in conformità della normativa esistente nella sottoregione.

Desidero dire che, nonostante tali accordi di partenariato nel settore della pesca, vengono condotte molte attività di pesca illegale e vengono rilasciate molte licenze private a paesi terzi non appartenenti all’Unione europea e che è in virtù di tali accordi di partenariato sul settore della pesca che possiamo controllare e gestire le nostre flotte pescherecce affinché peschino in modo sostenibile in Guinea-Bissau, nonché in altre acque.

Devo dire pertanto che, sì, ritengo che negoziare ed entrare in tali accordi di partenariato nel settore della pesca secondo il nuovo regime vada a vantaggio dei paesi terzi interessati nell’Unione europea, nella Comunità europea.

Sono d’accordo con lei, tuttavia, che il regime precedente ha sfruttato le risorse, ma secondo i nuovi accordi, siamo interessati a negoziare solo accordi relativi al surplus, così se gli stock vive nelle acque del paese terzo sono già sfruttati del tutto o in eccesso, noi non aderiamo all’accordo di partenariato nel settore della pesca. Qualora invece siano sottosfruttate, allora aderiremo all’accordo solo relativamente all’eccedenza e faremo del nostro meglio per controllare che almeno le nostre flotte rispettino e mantengano gli impegni assunti nel quadro dell’accordo.

 
  
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  Luis Manuel Capoulas Santos, relatore. (PT) Signor Presidente, desidero dire innanzi tutto che mi dispiace profondamente per l’atteggiamento “moralista” che alcuni onorevoli colleghi stanno cercando di imprimere a tale dibattito, che dal mio punto di vista rivela solo una grande ignoranza di ciò che ragionevolmente è in questione.

Ho abbastanza familiarità con la Guinea-Bissau e con la sua realtà politica, economica e sociale, nonché con la sua storia recente e sono ben consapevole dell’assalto alle risorse di questo paese alla fine degli anni Settanta da parte delle flotte pescherecce dell’allora Unione Sovietica e dell’atteggiamento effettivamente predatorio di alcuni dei nostri concorrenti in termini di pesca a livello globale. Ritengo che la filosofia che sta alla base della politica europea della pesca sia una questione di orgoglio anziché di imbarazzo ed è deplorevole che le altre potenze in questo settore non seguano il nostro esempio. E la prova di ciò è che la rispettiva relazione è stata approvata da tutti i membri della commissione per lo sviluppo, mentre una maggioranza schiacciante della commissione per la pesca ha approvato la mia relazione.

Ritengo che questa sia una strada possibile e politicamente realistica per procedere e una strada che serve al meglio gli interessi non solo dell’Unione europea ma anche della popolazione della Guinea-Bissau. Di conseguenza, signor Presidente, esorto ancora una volta il Parlamento ad approvare la relazione dato che è politicamente equilibrata e costituisce un accordo di partenariato reciprocamente vantaggioso per le parti interessate.

 
  
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  Presidente. − La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà martedì 11 marzo 2008.

 
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