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Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 3 febbraio 2009 - Strasburgo Edizione GU

Rimpatrio e reinserimento dei detenuti di Guantanamo - Presunto utilizzo di paesi europei da parte della CIA per il trasporto e la detenzione illegale di persone (discussione)
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  Willy Meyer Pleite (GUE/NGL) . – (ES) Signor Presidente, è mia speranza ed auspicio che la dichiarazione del presidente Obama sulla chiusura del centro di detenzione di Guantanamo possa annunciare una svolta della politica estera degli Stati Uniti.

Spero che questo equivalga alla reiezione di una politica che ha risposto al terrorismo col terrorismo e al crimine col crimine, una politica che, alla fine dei conti, ha calpestato le norme del diritto internazionale.

Spero ed auspico che le cose possano davvero andare così. Il problema dell’Unione europea è che molti Stati europei si sono impegnati nei confronti della vecchia politica di Bush, che consisteva nel rispondere al crimine con il crimine e alla tortura con la tortura. E sono stati complici di quella politica. Per questo, la commissione d’inchiesta sui voli CIA non è riuscita a portare a termine il proprio lavoro: ci sono stati governi europei che hanno nascosto i loro atti vergognosi e quelli della politica estera di Bush. Proprio per questo dobbiamo insistere affinché siano messi di fronte alle loro responsabilità. Il popolo americano lo ha fatto andando a votare.

Spero altresì che il presidente Obama dia prova di coraggio e consegni alla giustizia i funzionari che si sono resi colpevoli di torture e che hanno detenuto delle persone illegalmente, perché, onorevoli colleghi, per i prigionieri di Guantanamo c’è solo una soluzione, in termini di legge. Se ci sono prove a loro carico, dovrebbero essere processati. Se non ci sono prove, devono essere rilasciati. E i funzionari dell’amministrazione americana devono assumersi la responsabilità per tutti coloro che sono stati detenuti illegalmente.

E’ quello che accade nel mio paese ed è quello che accade in qualsiasi democrazia basata fondamentalmente sui diritti democratici. Grazie.

 
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