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Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 10 marzo 2009 - Strasburgo Edizione GU

Dichiarazioni di voto
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Testo presentato : A6-0046/2009

  Liam Aylward, Brian Crowley, Seán Ó Neachtain ed Eoin Ryan (UEN), per iscritto. – (EN) Siamo decisamente a favore della direttiva IPPC originaria. Le attività industriali coperte dalle direttive esistenti generano il 55 per cento delle emissioni di CO2 dell’Unione europea, l’83 per cento delle emissioni di SO2 e il 34 per cento delle emissioni di NOx. Secondo l’attuale direttiva, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente rilascia permessi che impongono agli impianti industriali di utilizzare le “migliori tecnologie disponibili”.

Questa mattina, durante la votazione, vi sono stati diversi emendamenti problematici per quanto concerne la nuova proposta IPPC.

1. Requisiti minimi. L’Irlanda è contraria all’emendamento che riguarda i requisiti minimi in quanto l’industria irlandese ne risulterebbe penalizzata, al pari del lavoro recentemente intrapreso per giungere allo stato dell’attuale direttiva. Le risorse sarebbero spese meglio applicando la direttiva negli Stati membri che non sono conformi.

2. Pollame, liquami e letami. Diversi emendamenti hanno cercato di introdurre maggiormente nell’ambito della direttiva la questione del pollame e dei letami. Personalmente ho votato contro tale emendamento per evitare una doppia regolamentazione, poiché per liquami e letami basta la direttiva sui nitrati. In merito al pollame, la direttiva IPPC già controlla 40 000 posti pollame. Un emendamento ridurrebbe le soglie da 40 000 a 30 000 per le galline ovaiole, 24 000 per le anatre e 11 500 per i tacchini. Nulla viene detto nella valutazione di impatto in merito alle modalità con cui si sono individuati tali numeri e alla base scientifica utilizzata per calcolarli.

2. Rateizzazione. Ho anche votato a favore della flessibilità della rateizzazione.

 
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