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Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 11 marzo 2009 - Strasburgo Edizione GU

Relazione sui progressi conseguiti dalla Croazia nel 2008 - Relazione sui progressi conseguiti dalla Turchia nel 2008 - Relazione sui progressi conseguiti dall’ex Repubblica jugoslava di Macedonia nel 2008 (discussione)
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  Adamos Adamou, a nome del gruppo GUE/NGL. – (EL) Signor Presidente, Signor Commissario, la relazione sui progressi realizzati sulla Turchia e la sua valutazione a dicembre investono l’adempimento da parte di tale paese dei criteri di Copenhagen e gli obblighi derivanti dall’Accordo di Associazione e dal Protocollo Aggiuntivo all’accordo con Ankara.

L’obiettivo di una completa integrazione, importante sia per la Turchia che per l’Unione europea, è ancora la principale forza che anima una serie di riforme e cambiamenti delle politiche turche volte a garantire i diritti delle minoranze, individuare una soluzione politica alla questione curda, riconoscere il genocidio armeno e aprire i confini con l’Armenia.

La Turchia deve adempiere ai propri obblighi contrattuali nei confronti dell’Unione Europea, come hanno fatto altri paesi candidati in passato. Invece, questo paese non ha saputo rispettare i suoi vincoli contrattuali nei confronti dell’Unione europea per quanto concerne la Repubblica di Cipro. Si è rifiutata di aprire i propri porti e aeroporti a navi e velivoli di tale Repubblica e di togliere il veto alla partecipazione di Cipro a organizzazioni internazionali. Inoltre, nel tentativo di ritagliarsi una funzione normalizzatrice, continua a violare le leggi internazionali occupando il territorio dell’isola.

Oggi ci troviamo al centro dei negoziati per la soluzione della questione di Cipro mediante l’istituzione di una federazione di due zone geografiche abitate da due comunità distinte ma che godono degli stessi diritti politici, così com’è stato proposto nelle risoluzioni ONU in base al diritto internazionale ed europeo. L’Unione europea deve, pertanto, mantenere le proprie posizioni iniziali ed esercitare delle pressioni per fare sì che la Turchia compia progressi sostanziali con i negoziati, ponga fine all’occupazione e fornisca chiarimenti su quale sia stato il destino delle persone scomparse. Tali questioni sono state nuovamente riproposte all’interno di alcuni emendamenti, sebbene vi sia un’altra risoluzione sulle persone scomparse, a seguito delle recenti dichiarazioni del soldato turco Olgkats a proposito dei 10 prigionieri greco ciprioti giustiziati nel 1974 che, infatti, non sono più stati ritrovati. Si tratta di una questione eminentemente umanitaria il cui valore rimane importante indipendentemente da quanto se ne parli in quest’aula.

Per quanto concerne il capitolo energetico, questo non può essere aperto se la Turchia non cessa di impedire a Cipro di esercitare i propri diritti sovrani nella propria zona economica esclusiva. Vedo nella sua relazione, signor Commissario, che la Commissione è preoccupata dalle azioni vessatorie delle imbarcazioni impegnate nella ricerca di idrocarburi nel territorio esclusivo di Cipro ad opera di navi militari turche e che nelle sue conclusioni dell’8 dicembre 2008, il Consiglio raccomanda di evitare qualsiasi forma di minaccia, fonte di attriti o azioni che possano nuocere i rapporti di buon vicinato e la soluzione pacifica delle controversie.

Sarebbe molto utile, Signor Commissario, se potesse incalzare la Turchia affinché riprenda la retta via in base a quanto indicato nelle sue stesse dichiarazioni. Abbiamo presentato un emendamento a tale proposito, i cui contenuti, signor Commissario, sono perfettamente in linea con le sue parole e, pertanto, con le dichiarazioni della Commissione europea.

 
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