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Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 4 maggio 2009 - Strasburgo Edizione GU

Organizzazione dell'orario di lavoro (discussione)
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  Roberto Musacchio (GUE/NGL). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, la rottura che si è operata sulla direttiva Orario era inevitabile. Il Consiglio ha mantenuto una posizione provocatoria, come abbiamo sentito anche in Aula precedentemente, ignorando il voto parlamentare, per giunta ripetuto in seconda lettura a distanza di anni dal primo. Ed è con quel voto che ci presentiamo di fronte agli elettori – voglio dire all'onorevole Lynne – in quanto noi abbiamo precisamente il mandato degli elettori.

Quello che preoccupa è il merito di questo oltranzismo. Il Consiglio vuole tenere sia l'opt-out che l'annualizzazione del calcolo dell'orario. Francamente è difficile capire quale idea del lavoro, delle sue condizioni – le 78 ore, voglio dire al Commissario e al Consiglio, arrivano con il rinvio dei riposi previsto dal testo che il Consiglio ha difeso e quindi sono un peggioramento rispetto alla vecchia direttiva – ma anche quale idea del sindacato, dei contratti ci sia nel Consiglio.

Se si continua con la logica degli opt-out, se non si lavora all'armonizzazione delle condizioni del lavoro, non si lavora per l'Europa, ma contro, cioè si creano quelle condizioni che fanno degenerare il tessuto sociale dell'Europa e che non permettono all'Europa di affrontare le ragioni reali della crisi in cui si trova.

Le responsabilità della rottura dunque sono chiare e tutte ascrivibili al Consiglio. Il Parlamento ha fatto il proprio dovere.

 
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