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Procedura : 2009/2104(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo dei documenti :

Testi presentati :

A7-0103/2010

Discussioni :

PV 18/05/2010 - 12
CRE 18/05/2010 - 12

Votazioni :

PV 19/05/2010 - 6.10
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P7_TA(2010)0183

Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 18 maggio 2010 - Strasburgo Edizione GU

12. Norme di qualità e sicurezza degli organi umani destinati ai trapianti - Piano di azione per la donazione e il trapianto di organi (2009-2015) (discussione)
Video degli interventi
Processo verbale
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  Presidente. – L'ordine del giorno reca, in discussione congiunta:

– la relazione (A7-0106/2010), presentata dall’onorevole Mikolášik, a nome della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle norme di qualità e sicurezza degli organi umani destinati ai trapianti [COM(2008)0818 - C6-0480/2008 - 2008/0238(COD)]; e

– la relazione (A7-0103/2010), presentata dall’onorevole Perello Rodriguez, a nome della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, sulla comunicazione della Commissione intitolata "Piano di azione per la donazione e il trapianto di organi (2009-2015): rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri" [2009/2104(INI)].

 
  
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  Miroslav Mikolášik, relatore. (SK) Sono molto lieto di avere la rara opportunità di intervenire oggi al vostro cospetto per parlare dei progressi ottenuti nel corso dei negoziati con il Parlamento e del successivo dialogo a tre sull’importante tema della donazione e del trapianto di organi.

Personalmente, e non solo come relatore ma anche come medico, considero la legge estremamente importante e credo fermamente che questa nuova direttiva affronti il principale problema che attualmente caratterizza il processo di donazione e trapianto, ovvero la carenza di organi per i pazienti in attesa.

Al fine fornire ai cittadini dell’Unione europea la migliore tutela sanitaria possibile ci prefiggiamo di garantire elevati standard di qualità e sicurezza per gli organi destinati ai trapianti.

La commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare ha votato a favore del progetto di relazione il 16 marzo, adottandolo a larga maggioranza alla luce delle raccomandazioni del relatore. Successivamente, si sono svolti tre importanti dialoghi a tre interistituzionali tra Parlamento, Commissione e Consiglio sotto la guida della Presidenza spagnola.

Nel corso di tali discussioni sono emersi alcuni aspetti centrali, che desidero sottolineare.

Mi riferisco, in primo luogo, ai principi che regolamentano la donazione di organi.

La donazione volontaria e non remunerata è un principio fondamentale che non deve essere messo in discussione in alcun modo e in nessuna circostanza. La natura altruistica della donazione deve essere salvaguardata, in modo da impedire qualsiasi forma di commercializzazione e di motivazione finanziaria da parte dei donatori e garantendo, al contempo, la massima tutela possibile dei donatori viventi. A questo scopo desidero ricordare le vivaci discussioni che hanno avuto luogo sul tema della donazione da viventi. Da un lato, questo metodo resta complementare al prelievo di organi da cadaveri ma, dall’altro, costituisce un’alternativa con un notevole potenziale.

Naturalmente non è nostra intenzione impedire che si progredisca in questo settore, ma dobbiamo anche garantire che la donazione di organi da parte di donatori viventi, che non hanno alcun legame genetico o familiare con il ricevente, sia sempre volontaria e non remunerata. Il principio del non-pagamento non si applica nei casi di assegnazione del cosiddetto compenso, che un donatore vivente può ricevere per far fronte alle spese connesse alla donazione. Tuttavia gli Stati membri dovranno definire con precisione le condizioni in base alle quali tale contributo potrà essere erogato al fine di evitare qualsiasi tipo di incentivo o beneficio finanziario per i potenziali donatori.

Quando si parla di principi, è opportuno affrontare anche il tema dei criteri di assegnazione: occorrerà infatti garantire che gli organi non vengano espiantati prima dell’accertamento legale della morte del donatore e dell’acquisizione del consenso informato. Tali aspetti sono stati inseriti nelle parti introduttive della legge, note con il nome di considerando.

Il secondo principio riguarda la tracciabilità, la tutela dei dati personali e la riservatezza. Gli Stati membri sono tenuti ad assicurarsi che per tutti gli organi prelevati, assegnati e trapiantati all’interno del proprio territorio, la tracciabilità sia garantita dal donatore al ricevente e viceversa. Questo concetto ha sostituito quello dell’anonimato contemplato nella proposta originaria, che non garantiva la sicurezza della procedura. I dati personali dovranno invece rimanere riservati.

Il terzo principio concerne qualità e sicurezza: abbiamo espresso chiaramente il nostro accordo sulla necessità che gli Stati membri istituiscano un quadro normativo nazionale che regolamenti la procedura da un punto di vista organizzativo, dal momento della donazione a quello del trapianto. Gli Stati membri informeranno quindi la Commissione in merito alle attività e ai risultati ottenuti nell’ottemperanza di tale quadro normativo entro tre anni dal momento della sua entrata in vigore. In questo settore ci attendiamo grandi progressi, specialmente per quanto concerne i paesi nei quali il sistema non è ancora sufficientemente sviluppato e dove il numero di trapianti potrebbe aumentare considerevolmente tramite l’introduzione di misure sistemiche adeguate.

Desidero sottolineare, in modo particolare, il ruolo svolto dal coordinatore dei trapianti o dall’équipe di coordinazione, la cui importanza è indubbia e che si è dimostrata efficace in molti paesi, dove le operazioni di trapianto si svolgono senza problemi.

Ricordo infine alcuni criteri quali l’organizzazione e i risultati della raccolta, l’inquadramento dei ruoli delle autorità competenti, il coinvolgimento di paesi terzi, lo scambio di organi con paesi terzi e la sicurezza della procedura. Abbiamo approvato i cosiddetti atti delegati ai sensi delle disposizioni del trattato di Lisbona – sto per concludere.

Voglio infine sottolineare quanto sia importante sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica e per questo motivo chiedo alla Commissione di incoraggiare gli Stati membri a promuovere la donazione di organi, tramite l’introduzione di programmi speciali. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito allo svolgimento positivo dei negoziati e mi congratulo, in modo particolare, con la Presidenza spagnola per l’approccio efficiente e costruttivo.

 
  
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  Andres Perello Rodriguez, relatore.(ES) Signora Presidente, Presidente Jiménez García-Herrera, signor Commissario, sono passati 43 anni da quando il dottor Barnard pronunciò la frase “Jesus, dit kan werk”, che in afrikaans significa Gesù, funziona! costatando, incredulo, che il cuore che aveva appena trapiantato pulsava. Da allora è diventata prassi comune trapiantare gli organi di coloro che non se ne possono più servire in altre persone, permettendo loro di vivere.

Va detto, tuttavia, che ciò non è bastato a impedire che attualmente vi siano 56 000 europei in lista d’attesa, 12 dei quali potrebbero morire prima della fine della discussione odierna, perché non riceveranno l’organo di cui hanno bisogno. Ecco qual è la sfida per il Parlamento che, in seduta planaria, dovrà adottare sia la direttiva, presentata in modo chiaro dall’onorevole Mikolášik, sia il piano d’azione.

Occorre senza dubbio fornire modalità di sostegno chiare ed efficienti ai cittadini europei, al fine di evitare che essi muoiano a causa della carenza di organi determinata da difetti del sistema dei trapianti.

Ovviamente è un bene che l’aspettativa di vita dei cittadini europei sia aumentata, che gli incidenti stradali si siano ridotti e che la scienza abbia fatto progressi, ma tali fattori accrescono la necessità di organi disponibili dato che comportano un aumento del numero di persone che ne hanno bisogno.

La risposta dei cittadini europei, quando viene loro chiesto se sono disposti a donare gli organi per salvare la vita dei loro concittadini, è molto decisa e positiva. Il motivo per cui non vi è un riscontro diretto sul numero dei trapianti effettuati nei vari paesi è legato al fatto che è ancora necessario potenziare alcuni aspetti chiave del nostro sistema di trapianti come la coordinazione, l’informazione, la formazione professionale e la sensibilizzazione dei cittadini sul tema.

E’ stato dimostrato che in alcuni paesi, dove la coordinazione e la formazione sono a un livello ottimale, il numero di trapianti per milione di persone è più alto. Consentitemi di portare ad esempio la Spagna, dove è stato sviluppato un modello che funge da parametro di riferimento.

Oltre alle garanzie di qualità e sicurezza nei trapianti e all’aspetto complementare della gratuità e volontarietà della donazione da parte di donatori viventi, come stabilito nella direttiva, esistono le raccomandazioni, previste nel piano d’azione, sulla necessità di fornire una formazione continua ai professionisti e informazioni adeguate ai cittadini, senza le quali risulterebbe difficile lavorare.

Tutti questi aspetti sono essenziali per ottimizzare quello che potremmo chiamare un sistema europeo armonizzato in materia di trapianti, condiviso da tutti gli Stati membri al fine di raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati. La nostra finalità è unicamente quella di impedire che i cittadini europei muoiano perché loro mancano gli organi di cui hanno bisogno per vivere a causa di sistemi ancora imperfetti.

Nell’Europa del XXI secolo non si può consentire che un organo vada perso a causa della mancanza di coordinamento e di sistemi ottimizzati, impedendo in tal modo a un cittadino europeo di beneficiarne: ecco perché bisogna approvare la direttiva e il piano d'azione, che è il frutto di un duro lavoro.

Desidero cogliere l’occasione per sottolineare la volontà di cooperazione dimostrata sia dai relatori, in questo caso l’onorevole Mikolášik, che dai relatori ombra e l’impulso fornito alla direttiva e al piano d'azione dalla Presidenza spagnola, rappresentata dal ministro della sanità e dal dottor Matesanz, direttore dell’Organizzazione nazionale dei trapianti in Spagna, sul cui appoggio abbiamo sempre potuto contare.

Ritengo opportuno ringraziare coloro che hanno lavorato con impegno su questo tema e vi chiedo di farlo approvando all’unanimità la relazione. In quanto deputato, vi sono grato del lavoro svolto e in quanto europeo sono lieto che sia stato fatto un passo avanti per salvare la vita a tutti quei cittadini dell’Unione che, in un qualsiasi momento, potrebbero avere bisogno di un organo.

 
  
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  Trinidad Jiménez García-Herrera, Presidente in carica del Consiglio.(ES) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli deputati, è con estremo piacere che mi rivolgo al Parlamento, in occasione della seduta plenaria odierna, prendendo parte alla discussione congiunta sulla donazione e il trapianto di organi.

Sicuramente si tratta di una discussione importante, soprattutto perché ha un impatto diretto sulla vita e sulla salute di migliaia di cittadini europei. A questo riguardo desidero ricordarvi che, anche se il numero di donazioni e di trapianti in questi ultimi anni è in costante aumento, attualmente si stima che 56 000 pazienti europei siano in attesa di un organo e che molti di loro moriranno prima di riceverlo.

Ritengo inoltre che il dibattito odierno sia molto importante, dato che ci mette nelle condizioni di valorizzare la generosità e la solidarietà della nostra società. Consentitemi di fare un esempio: attualmente nell’Unione europea vi sono 18 donatori per milione di abitanti. Se riuscissimo a portare tale cifra al livello dei tassi europei più elevati, come i 34 donatori per milione della Spagna o i 30 o più per milione del Portogallo, in Europa si potrebbero salvare 20 000 vite umane in più.

Analogamente, promuovendo la donazione da viventi nell’Unione europea in modo da raggiungere i livelli dei paesi scandinavi, del Regno Unito e dell’Olanda si potrebbero liberare dalla dialisi 2 000 persone all’anno in più. Non dobbiamo mai dimenticare, onorevoli deputati, che senza donatori non vi possono essere trapianti.

La discussione di questo pomeriggio ci consentirà di incoraggiare il varo di una strategia comune europea volta a creare le migliori strutture al mondo per la donazione e il trapianto di organi. L’articolo 168 del recente trattato di Lisbona fornisce oltretutto l’opportunità di istituire un quadro normativo comune, caratterizzato da alti livelli di qualità e sicurezza per le procedure di donazione e trapianto.

Esistono attualmente due importanti iniziative della Commissione su questo tema, presentate nel 2008, sulle quali il Consiglio ha lavorato con grande impegno e dedizione assieme al Parlamento nel corso di questi ultimi mesi.

La prima è la proposta di direttiva sulla regolamentazione degli aspetti legati alla qualità e alla sicurezza degli organi destinati al trapianto. Come ho già detto, tale direttiva stabilisce un quadro legislativo comune, il cui scopo è di consentirci di limitare alcuni rischi durante tutti gli stadi della procedura di utilizzo degli organi a scopo medico, dalla donazione al trapianto. Lo scopo della direttiva è assicurare la qualità e la sicurezza degli organi e al contempo tutelare i donatori e i riceventi, nominando le autorità competenti.

In secondo luogo, esiste un piano d'azione che concorre a rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri e che si pone tre obiettivi: il primo è di aumentare la disponibilità di organi, il secondo, di rendere più efficiente e accessibile il sistema dei trapianti e il terzo di aumentare qualità e sicurezza.

Onorevoli deputati, queste due iniziative ci forniscono un quadro comune, un quadro europeo, che include non solo la condivisione degli elementi migliori, ma anche delle migliori prassi organizzative e assistenziali che i diversi Stati membri hanno istituito in questo campo. In altre parole, si tratta di definire un quadro basato sulla qualità, la sicurezza e l’innovazione.

A questo scopo, stiamo delineando un modello europeo per la donazione e il trapianto che si basi sui valori e sui principi che condividiamo tutti. Tali valori – solidarietà, equità e coesione – simboleggiano l’identità dell’Unione. In tal modo, diverremo più autosufficienti nella donazione di organi e contrasteremo il turismo dei trapianti.

Sono certa che concorderete con me che l’entrata in vigore della direttiva e il sostegno del Parlamento al piano d'azione incentiveranno lo scambio di organi tra Stati membri e promuoveranno le donazioni.

Stiamo istituendo in primo luogo un quadro comunitario al fine di garantire ai cittadini europei uguale accesso alla sanità in generale e al trapianto di organi in particolare. In secondo luogo, un quadro comunitario più efficiente andrà direttamente a vantaggio di quei pazienti che, per le loro caratteristiche, hanno minori possibilità di trovare un organo adatto alle loro esigenze. Si assisterà così a una riduzione del numero degli organi sprecati a causa dell’assenza di un ricevente compatibile in una particolare area geografica.

Onorevoli deputati, prima di concludere vorrei aggiungere che la Presidenza spagnola ringrazia la Presidenza ceca e quella svedese per il lavoro svolto al fine di avviare i negoziati nel 2009 e di creare le circostanze atte a ottenere progressi significativi, grazie alla cooperazione tra gli Stati membri e la Commissione.

La Presidenza spagnola esprime la propria riconoscenza anche al Parlamento e ai relatori, gli onorevoli Mikolášik e Perello, che si sono adoperati per incoraggiare il necessario accordo e consenso.

E’ grazie al lavoro congiunto di tutte le istituzioni dell’Unione che va raggiunto un accordo che possa consentirci di avviare un servizio europeo che, da un lato, fornisca a 500 milioni di persone le migliori garanzie di qualità e sicurezza e, dall’altro, promuova un accesso equo alle cure mediche – da cui dipendono ogni anno molte vite – nonché la solidarietà all’interno della nostra società. Dobbiamo dare maggior valore al significato dell’Unione europea oggi.

 
  
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  John Dalli, membro della Commissione.(EN) Signora Presidente, 56 000 cittadini europei sono in attesa di un trapianto d’organo in Europa e, per molti di loro, il buon esito dell’operazione è una questione di vita o di morte. Siamo qui, oggi, perché vogliamo garantire la sicurezza e la qualità degli organi che vengano trapiantati in tutta l’Europa e la proposta di direttiva della Commissione e il piano d'azione hanno proprio questa finalità. Desidero ringraziare il relatore, il dottor Mikolášik, e i relatori ombra per l’eccellente lavoro svolto sulla proposta di direttiva relativa alla qualità e alla sicurezza degli organi. Esprimo la mia gratitudine anche all’onorevole Perello Rodriguez per il sostegno fornito tramite la sua relazione d’iniziativa al piano d'azione sulla donazione e il trapianto di organi.

Consentitemi di ricordare che gli obiettivi chiave delle due iniziative sono volti a migliorare la qualità e la sicurezza degli organi umani destinati al trapianto, a incrementare la disponibilità di organi e a rendere più efficienti e accessibili i sistemi di trapianto. La proposta di direttiva istituisce un quadro giuridico per i requisiti di qualità e di sicurezza, mentre il piano d'azione è finalizzato ad aumentare la disponibilità di organi e l’efficienza dei sistemi di trasporto.

Il piano d'azione, della durata di sei anni, individua dieci azioni prioritarie volte a rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri tramite iniziative congiunte e la condivisione delle migliori prassi. Prendo atto della volontà del Parlamento di includere nel piano d'azione attività che non sono potute divenire obblighi giuridici nella direttiva, ai sensi dell’articolo 168 del trattato; tali attività riguardano, in particolare, i criteri di assegnazione degli organi, la registrazione dei desideri dei potenziali donatori e alcune questioni legate alle pratiche mediche. La Commissione è disposta a sostenere gli Stati membri in relazione a questi aspetti, importanti per il Parlamento.

Per quanto concerne la direttiva, sono molto lieto che ci si stia avvicinando a un accordo in prima lettura, a seguito del dialogo rapido e costruttivo svoltosi tra Parlamento, Commissione e Consiglio: mi risulta che si tratti del primo accordo in prima lettura da quanto è entrato in vigore il trattato di Lisbona.

Sono convinto che il testo degli emendamenti proposti tenga conto delle principali perplessità del Parlamento, come illustrato dall’onorevole Mikolášik nella sua relazione. Consentitemi ora di esprimere la mia opinione su alcune questioni specifiche.

Sono decisamente favorevole al rafforzamento dei principi relativi alla donazione volontaria e non remunerata, essenziali per garantire la qualità e la sicurezza degli organi, e ritengo positivo che si sia chiarito che il principio del non-pagamento non debba impedire ai donatori viventi di ricevere un compenso, limitatamente alla copertura delle spese e delle perdite di reddito direttamente connesse alla donazione. Condivido pienamente i timori del Parlamento concernenti la lotta contro il traffico di organi, ma la proposta si limita alla qualità e alla sicurezza, come prevede l’articolo del trattato sulla sanità pubblica. In questo contesto, valuto positivamente la sezione del testo che stabilisce che la direttiva contribuirà indirettamente alla lotta contro il traffico di organi, per esempio tramite la concessione di autorizzazioni ai centri per i trapianti e l’introduzione di condizioni di assegnazione e di sistemi di tracciabilità.

Comprendo altresì i timori del Parlamento relativi alla necessità di stabilire criteri trasparenti, non discriminatori e scientifici relativamente all’assegnazione degli organi. Anche se la questione non rientra nella sfera di competenza dell’Unione europea, ritengo accettabile l’inclusione del principio in un considerando e sono lieto che il testo proposto riconosca che la donazione da viventi coesiste con quella post mortem nella maggior parte degli Stati membri. La donazione da viventi consente di aumentare il numero di organi disponibili e, per questo motivo, valuto positivamente la porzione di testo che prevede il rafforzamento della tutela dei donatori viventi, in modo da garantire la qualità e la sicurezza degli organi destinati al trapianto.

Passando quindi alle disposizioni relative ai sistemi di consenso e al certificato di morte, ricordo che tali aspetti sono regolamentati da leggi nazionali; tuttavia, in uno spirito di compromesso, la Commissione può accogliere i chiarimenti aggiuntivi proposti. Prendo anche atto della volontà del Parlamento di inserire, nel piano d'azione, attività che non possono rientrare nella direttiva e relative, in particolare, ai criteri di assegnazione degli organi, alla registrazione dei desideri dei potenziali donatori e ad alcune questioni legate a pratiche mediche. La Commissione è disposta a sostenere gli Stati membri nell’affrontare questi problemi.

Desidero sottolineare che l’approvazione di una legge è solo il primo passo, mentre l’aspetto che conta realmente è la sua applicazione. Questo è il motivo per cui la Commissione insiste affinché gli Stati membri riferiscano in merito alle modalità di trasposizione delle direttive nelle loro leggi nazionali tramite le “tavole di concordanza”, un concetto cui il Parlamento è sempre stato favorevole. Mi rammarico del fatto che il Parlamento, per la prima volta, non sostenga l’inclusione nella direttiva dell’obbligo per gli Stati membri di riferire in merito alla trasposizione.

Diversi emendamenti, infine, allineano le proposte alle misure di comitatologia del trattato di Lisbona. Sono favorevole a conferire alla Commissione la possibilità di adottare, in alcuni casi ben definiti, gli atti delegati con procedura d’urgenza. La Commissione europea si impegna a tenere il Parlamento europeo e il Consiglio sempre al corrente qualora si presentasse la necessità di adottare un atto delegato con procedura d’urgenza. Non appena i servizi della Commissione contempleranno tale eventualità, avvertiranno informalmente le segreterie del Parlamento europeo e del Consiglio.

A nome della Commissione confermo che ci impegneremo affinché le disposizioni della direttiva non pregiudichino le posizioni future delle istituzioni per quanto concerne l'applicazione dell'articolo 290 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea e di singoli atti legislativi contenenti siffatte disposizioni.

La Commissione, infine, è disposta a sostenere il pacchetto di compromesso.

 
  
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  Cecilia Wikström, relatore per parere della commissione giuridica.(SV) Signora Presidente, desidero innanzi tutto ringraziare l’onorevole Mikolášik per la sua eccellente e costruttiva cooperazione su questa importante relazione.

Esistono molte sfide da affrontare nel settore della donazione e del trapianto di organi umani: noi abbiamo una responsabilità in tal senso e dobbiamo rispondere alle aspettative delle numerose persone in lista d’attesa che vivono giorno per giorno nell’incertezza, attendendo che con il nuovo organo inizi anche una nuova vita. Il confine tra la vita e la morte non potrebbe essere più chiaro.

E’ compito del Parlamento europeo lottare con determinazione contro il vergognoso fenomeno del commercio di organi umani, come del resto sta facendo anche la Commissione. Stabilendo norme chiare sull’etica e sulla sicurezza potremo fornire maggiori garanzie al sacrosanto diritto che ogni cittadino ha sul proprio corpo, la propria integrità e la possibilità di decidere in modo autonomo; a tale riguardo sono lieta che siano state tenute in considerazione le opinioni della commissione giuridica.

E’ difficile tracciare un quadro migliore di quanto faccia la relazione del nostro proposito comune di salvaguardare la vita umana nei diversi Stati membri.

 
  
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  Eva Lichtenberger, relatore per parere della commissione giuridica.(DE) Signora Presidente, onorevoli deputati, sicuramente il tema trattato è una questione di vita o di morte ed è proprio per questo motivo che il dibattito è così denso di emozioni.

Nei vari paesi europei esistono sistemi completamente diversi per il trapianto, anche in relazione alle modalità di consenso o di non consenso, alla possibilità di utilizzo degli organi e alla facoltà dei familiari di acconsentire al trapianto. La relazione prevede che in futuro i paesi aventi sistemi molto restrittivi debbano esaminare attentamente gli esempi di altri paesi, anche al fine di valutarne gli aspetti positivi. Il numero elevato di persone in attesa di trapianto segnala non solo la necessità di creare più opportunità e di prevedere una maggiore accessibilità, ma anche quella di garantire qualità e sicurezza. Il nostro intervento, inoltre, fornirebbe un importante strumento nella lotta contro il traffico di organi, un’attività veramente ignobile, e consentirebbe una migliore regolamentazione dei trapianti da donatori viventi, che devono avvenire in assenza di remunerazione.

 
  
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  Peter Liese , a nome del gruppo PPE.(DE) Signora Presidente, Presidente Jiménez García-Herrera, signor Commissario, onorevoli deputati, quasi tutti sanno che gli spagnoli sono i campioni europei di calcio, un primato positivo ma sicuramente non importante quanto il fatto di essere anche campioni europei in materia di trapianto di organi.

Occorre comprendere chiaramente che l’elemento chiave del modello spagnolo è costituito dall’organizzazione negli ospedali. Purtroppo, in altri paesi europei, gli organi vengono sprecati non perché i familiari non vogliano acconsentire all’espianto o perché la vittima non abbia una carta di donatore d’organi o abbia dichiarato di non voler donare i propri organi, ma semplicemente perché i medici non hanno il tempo di affrontare tali questioni.

La Spagna si è organizzata meglio grazie ai coordinatori per i trapianti e, laddove questo sistema viene adottato, si salvano più persone ed è possibile restituire a molti una vita sana, senza dialisi o altre esperienze difficili. Per questo motivo, occorre insistere con gli Stati membri su questo punto nella relazione Perello.

La direttiva riguarda soprattutto la qualità e la sicurezza ma anche il loro effetto sulle persone in attesa di trapianto. Attualmente, infatti, può accadere che un organo non venga utilizzato all’interno di uno Stato membro, a causa dell’impossibilità di trovare rapidamente un ricevente compatibile; tuttavia, introducendo norme comuni sulla qualità e la sicurezza, potremo migliorare lo scambio transfrontaliero di organi e aiutare i nostri cittadini. Si tratta quindi di un aspetto importante.

Un altro elemento di rilievo della direttiva è quello relativo alla lotta contro il commercio di organi, un tema che non possiamo semplicemente ignorare. Per questo motivo, insieme ad alcuni colleghi deputati, ho invitato a intervenire domani in Aula un esperto che ha condotto un’indagine su tali traffici e su casi di omicidi premeditati, finalizzati al commercio di organi avvenuti in Cina. Invito i deputati ad interessarsi alla questione.

Con la direttiva e il piano d'azione abbiamo inviato un segnale chiaro: la donazione volontaria e non remunerata è ora stata definita su basi giuridicamente vincolanti. Ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutato a raggiungere questi obiettivi.

 
  
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  Karin Kadenbach, a nome del gruppo S&D.(DE) Signora Presidente, Presidente Jiménez García-Herrera, signor Commissario, onorevoli deputati, vorrei essere d’accordo con gli oratori che mi hanno preceduto ed esordire dichiarando che “la vita è bella”. Questa è la frase che sento ripetere di tanto in tanto da un ex collega, il vicegovernatore Höger, colpito da una grave patologia cardiaca dopo essere stato morso da una zecca ma che poi ha avuto la fortuna di essere sottoposto a trapianto nel dicembre 2004. Höger è vivo e vegeto, è ancora tra noi pieno di vita e di energia e ci dice appunto che “la vita è bella”.

Oggi abbiamo appreso le cifre: 55-60 000 europei sono in attesa dell’opportunità di poter dire in futuro, come Höger, che la vita è bella e dodici di essi muoiono ogni giorno perché i nostri sistemi non sono progrediti abbastanza da consentire agli organi disponibili di raggiungere in tempo il luogo in cui si trovano le persone che ne hanno bisogno. E’ nostro compito fare in modo che ciò possa avvenire in futuro. Credo che il piano d'azione sia veramente importante: dobbiamo garantire la sicurezza della donazione e del trapianto, fornire la certezza dei migliori standard medici ai donatori viventi, dei quali c’è veramente bisogno – lo dico pensando ai molti pazienti in dialisi – e dobbiamo lottare con veemenza contro qualsiasi forma di traffico di organi. In altre parole ritengo assolutamente essenziale che la donazione sia volontaria e non remunerata.

Dobbiamo fornire garanzie in merito al consenso dei donatori e sviluppare sistemi europei che permettano di colmare il divario tra la singola donazione per milione di abitanti di molti Stati membri e le quaranta donazioni circa per milione di abitanti della Spagna, il nostro campione europeo. Dovremmo cercare, di concerto con i sistemi nazionali di assistenza sanitaria, di applicare il piano d'azione il prima possibile e di assicurare i massimi standard in modo che le 55 000 persone attualmente in attesa possano dire anch’essi che “la vita è bella”.

 
  
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  Frédérique Ries, a nome del gruppo ALDE.(FR) Signora Presidente, domani contiamo di adottare la direttiva sulla donazione e il trapianto di organi, un documento fondamentale. In Europa circa 60 000 persone che hanno bisogno di un cuore, un polmone, un fegato o un rene attendono da anni una legge in materia e dodici di esse muoiono ogni giorno per aver dovuto attendere troppo a lungo.

Come gli oratori che mi hanno preceduto, desidero sottolineare che non sarebbe stato possibile ottenere gli eccellenti risultati odierni senza la cooperazione tra i nostri relatori, gli onorevoli Perello Rodriguez e Mikolášik, i relatori ombra – e io sono uno di loro – e la Presidenza spagnola. Desidero cogliere l’opportunità per complimentarmi con il dottor Matesanz che è stato una guida eccellente in occasione della nostra visita a Madrid.

Non bisogna confondere gli obiettivi: la nostra priorità è di aumentare le donazioni di organi nell’Unione e quindi, naturalmente, di sensibilizzare maggiormente gli uomini e le donne europei in materia di donazione. Le disparità tra gli Stati membri parlano da sole: a fronte delle 34 donazioni post mortem per milione di abitanti in Spagna, e delle 27 nel mio paese, il Belgio, se ne conta una sola per milione di abitanti in Romania. Occorre quindi educare le persone in materia di donazione, permettere ai potenziali donatori di accedere alle informazioni, abbattere le barriere amministrative, un aspetto essenziale, istituire in tutti i 27 Stati membri un organismo nazionale incaricato di verificare la qualità e la sicurezza degli organi dall’espianto al trapianto e promuovere – come è stato già detto – un’organizzazione migliore, come quella che già esiste, ancora una volta, in Spagna. In questo paese le procedure si basano su un sistema di allerta rapida e costante di tutta la catena, dal momento della morte del donatore al trapianto.

Il compromesso della direttiva, il famoso emendamento 106, che riassume tutti i nostri sforzi, invia un segnale corretto ai pazienti, un messaggio di speranza, autorizzando, dopo discussioni molto approfondite, l’utilizzo di organi non ottimali in casi di estrema urgenza e incoraggiando in particolare le donazioni da viventi, naturalmente se possibile. Mi riferisco essenzialmente alle donazioni di rene e fegato, donazioni necessarie, sempre più diffuse e sostenute da medici e specialisti e che al momento rappresentano in media solo il cinque per cento delle donazioni.

Occorre fare di più e cooperare maggiormente: questo è il principio che sottende al piano d'azione elaborato sotto la guida dell’onorevole Perello Rodriguez. Si potrebbe, ad esempio, adottare la mia proposta di tenere un registro online dei donatori, nazionale o europeo, a cui si potrebbe aggiungere un riferimento alla carta d’identità e alla patente di guida che identifica la persona come donatore: in questo modo si potrebbe procedere più rapidamente, laddove necessario.

Per riassumere, desidero sottolineare che abbiamo svolto un ottimo lavoro anteponendo un approccio eticamente rivolto più alla speranza che al divieto.

 
  
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  Satu Hassi, a nome del gruppo Verts/ALE.(FI) Signora Presidente, onorevoli deputati, ringrazio gli onorevoli Mikolášik e Perello Rodriguez per l’ottimo lavoro svolto. L’aspetto più difficile che abbiamo affrontato nel corso dei dibattiti è stato quello relativo ai donatori viventi. Da un lato vi sono lunghe liste di pazienti in attesa di un trapianto di rene, dall’altro la necessità di tutelare i donatori viventi e di evitare il commercio illegale di organi e lo sfruttamento estremo della povera gente coinvolta.

Non è stato ottenuto il risultato che il gruppo Verde/Alleanza libera europea si sarebbe auspicato. Al fine di consentire le donazioni da viventi al di fuori della sfera che comprende i familiari e le persone più strette, la soluzione più sicura, per quanto concerne i diritti umani dei donatori, sarebbe quella di insistere affinché gli Stati membri impongano un rigoroso sistema nazionale volto a impedire il commercio illegale di organi. Anche se il testo legislativo negoziato ha obiettivi abbastanza più blandi, mi auguro che tutti i paesi dell’Unione adottino misure stringenti per debellare tale traffico illegale. Stando ai dati resi noti dal Consiglio d’Europa, il 5-10 per cento dei reni trapiantati avrebbe una provenienza illecita, il che implica migliaia di vittime ogni anno. Le donazioni volontarie non remunerate sono l’opzione più sicura anche per il ricevente.

D’altronde, i crimini associati al commercio di organi non esisterebbero se non vi fossero anche intermediari e una domanda. E’ spaventoso leggere le relazioni sulle modalità di acquisto degli organi nei paesi più poveri come quelli dell’Africa, dell’Asia e persino dell’Europa orientale. I documenti più sconvolgenti sono quelli che descrivono dei veri e propri omicidi. I chirurghi trapiantisti australiani hanno condannato la pratica cinese di uccidere i prigionieri per ottenere organi e noi, in Europa, dobbiamo fare il possibile per evitare di creare un mercato per questo genere di crimine.

 
  
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  Marisa Matias, a nome del gruppo GUE/NGL.(PT) Signora Presidente, signor Commissario, Presidente Jiménez, la carenza di organi per i trapianti è una questione seria, menzionata già molte volte, che costituisce un problema serio per noi, sia in termini di sanità pubblica che di altri aspetti a essa legati. Mi riferisco al rafforzamento del mercato grigio e del traffico di organi, che non fa certo bene ai nostri sistemi sanitari e ai nostri cittadini. Occorre dunque lottare contro questo crimine e, a mio avviso, uno dei modi più incisivi per farlo è tramite leggi e proposte come quelle oggi al vaglio. Ecco perché vorrei concentrarmi sulle questioni più importanti sollevate dalle due proposte.

Il sistema attualmente vigente comporta enormi disparità, proprio perché mancano le misure previste dalle due proposte in discussione: disparità tra gli Stati membri, tra i sistemi esistenti, nella possibilità di avere accesso agli organi e tra i cittadini. E’ una situazione che credo non si possa più tollerare. E’ quindi importante ridurre tali disparità, come cercano appunto di fare le due proposte. Ritengo, tuttavia, che si debba risolvere il problema istituendo un sistema europeo che conservi alcune delle specificità di alcuni paesi, senza costringerli a rendere il processo più restrittivo. Il lavoro svolto dai relatori, gli onorevoli Mikolášik e Perello Rodriguez, è estremamente importante e contribuirà a risolvere il problema in oggetto.

Siamo sul binario giusto quando parliamo di proposte che si basano e fanno leva su aspetti quali la donazione, la volontarietà, la non remunerazione, la riservatezza, la tutela dei dati, la tracciabilità, la responsabilità – e a questo riguardo credo che per il Parlamento non sia importante solo la donazione ma anche la successiva guarigione del paziente – e la cooperazione tra gli Stati membri.

Tuttavia, per quanto concerne la donazione da viventi, sono lieta che la proposta prevederà un ampliamento dei diritti. Ovviamente occorre garantire tutti i diritti e le condizioni, ma è anche positivo aver superato il cerchio limitato della famiglia intesa in senso stretto poiché, in caso contrario, avremmo potuto dare origine a un’altra forma di disuguaglianza. Promuovere quindi la donazione come principale fonte di trapianto, tutelando al contempo i dati e la sicurezza dei pazienti, mi sembra un motivo più che sufficiente per trovarci oggi in questa sede e per votare a favore delle due proposte, estremamente importanti per l’Unione europea.

 
  
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  Anna Rosbach, a nome del gruppo EFD. – (DA) Signora Presidente, mi auguro che nessuno in quest’Aula debba un giorno avere bisogno della direttiva al vaglio. Abbiamo 27 paesi comunitari e 27 diverse normative, senza contare il problema delle persone, entrate illegalmente nell’Unione, che, in quanto povere, sono disposte a donare un rene in cambio di un po’ di denaro. Purtroppo, in questi ultimi anni, abbiamo assistito a vari esempi di lavori approssimativi, a discapito sia dei pazienti sia dei donatori. Occorre assicurare dunque un coordinamento a livello comunitario e, naturalmente, far sì che ricevente e donatore godano delle migliori cure possibili. In un paio di Stati membri si è donatori fin dalla nascita mentre, nella maggior parte dei paesi, è possibile fare una donazione solo a seguito di una decisione personale volontaria. L’esistenza di 27 disposizioni legislative e regimi assicurativi diversi non aiuta di certo a creare opportunità di cooperazione.

Si tratta di un tema molto complesso, poiché occorre anche assicurare che la qualità degli organi sia una priorità assoluta. E’ importante che il Parlamento affronti la questione delle donazioni illegali, fosse anche solo per motivi sanitari, poiché spesso non si conosce il donatore e dunque il suo stato di salute. Sarebbe molto grave trapiantare reni, cuori e altri organi da donatori affetti da malattie infettive, infezioni, leucemie o patologie ancor più gravi. Ecco perché occorre fare uno screening degli organi prima del loro impiego. Bisogna essere certi che gli interventi vengano eseguiti in modo sicuro o, in altre parole, che il personale responsabile dell’operazione sia ben addestrato e che vengano svolti monitoraggi del massimo livello.

 
  
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  Pilar Ayuso (PPE).(ES) Signora Presidente, signor Commissario, Presidente Jiménez García-Herrera, desidero innanzi tutto elogiare l’operato dei relatori, gli onorevoli Mikolášik e Perello, che hanno lavorato sodo per raggiungere il miglior compromesso possibile sulla politica dei trapianti nell’Unione europea.

Ricordo anche il contributo della Presidenza spagnola e del dottor Matesanz, direttore dell’Organizzazione nazionale dei trapianti in Spagna, un paese che attualmente è il leader mondiale in questo settore con 34,4 donazioni per milione di abitanti. Tale primato è unicamente il risultato del costante miglioramento dell’organizzazione e delle misure adottate per sensibilizzare maggiormente la popolazione in materia di donazione di organi.

Occorre raggiungere il medesimo risultato in tutta l’Unione europea, aumentando il numero delle donazioni, garantendo che tutti i trapianti vengano svolti con gli stessi standard qualitativi e promuovendo la cooperazione tra gli Stati membri.

Per combattere il traffico illegale collegato alla carenza di organi bisogna altresì assicurare che le donazioni siano volontarie e non remunerate, ad eccezione dei casi cui ha fatto riferimento il Commissario Dalli. Il piano d'azione può contribuire a risolvere il problema della carenza di organi e a incrementare le possibilità di accedere ai trapianti.

La soluzione prevista per i donatori viventi è molto importante: non bisogna infatti dimenticare che le donazioni da viventi sono complementari a quelle post mortem e sono risultate efficaci anche in assenza di una relazione genetica tra donatore e ricevente.

 
  
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  Gilles Pargneaux (S&D).(FR) Signora Presidente, signor Commissario, i nostri obiettivi sono incoraggiare, coordinare e monitorare la donazione di organi e questo è il motivo per cui è molto positivo essere qui riuniti oggi per consentire lo sviluppo della direttiva sulla donazione e il trapianto di organi in Europa.

Attualmente 60 000 persone, uomini e donne europei, sono in attesa di trapianto in Europa e, in base alle stime, dodici persone muoiono ogni giorno perché non riescono ad ottenere l’organo in tempo. Infatti, sebbene l’81 per cento degli europei si dichiari favorevole all’introduzione della carta di donatore d’organi, solo il 12 per cento ne possiede una. Si tratta innanzi tutto di armonizzare le procedure seguendo l’esempio della Spagna, il migliore dei 27 Stati comunitari. I tassi di donazione variano considerevolmente da un paese all’altro e, pertanto, si tratta di un problema di armonizzazione.

Signor Commissario, come lei ha fatto notare poco fa, bisogna creare una rete europea dei donatori di organi che ci consenta di soddisfare meglio le necessità dei cittadini europei.

Occorrerà inoltre ottimizzare la cooperazione tra tutti gli Stati membri e dovremo fare in modo che vengano istituite delle autorità nazionali responsabili delle verifiche sulla qualità e la sicurezza degli organi dal momento dell’espianto dal donatore a quello del trapianto. In Francia, per esempio, una persona in lista d’attesa per un trapianto di fegato potrebbe ricevere un organo compatibile dalla Germania o dall’Italia, sapendo che in tutta l’Europa vengono applicati standard minimi comuni.

Si tratta anche di riaffermare, come già sottolineato, la natura volontaria e gratuita della donazione come mezzo efficace per combattere il traffico di organi e il turismo dei trapianti e per impedire a pazienti ricchi di recarsi all’estero, in Cina per esempio, per sottoporsi all’operazione.

Sono favorevole, infine, al piano d'azione finalizzato a incrementare i trapianti in Europa, che voteremo oggi, e apprezzo il lavoro svolto dai relatori, con particolare riguardo alla proposta dell’onorevole Perello Rodriguez.

 
  
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  Miroslav Ouzký, a nome del gruppo ECR.(CS) Desidero innanzi tutto esprimere la mia sorpresa per il fatto che un rappresentante del mio gruppo sia stato interrotto durante la parte iniziale del suo intervento, pronunciato a nome gruppo ECR: si è trattato sicuramente di un errore.

Desidero complimentarmi con entrambi i relatori per il lavoro svolto, che considero molto valido. Sicuramente quello dei trapianti è un ambito dell’assistenza sanitaria realmente europeo e questa normativa è un passo logico e molto positivo. Mi congratulo con i relatori per aver escluso l’elemento etico che, naturalmente, rientrerà tra le competenze degli Stati membri. Come già è stato detto in Aula, esistono approcci diversi: nel mio paese, per esempio, utilizziamo il principio, già menzionato, del consenso presunto, mentre in altri paesi si richiede un consenso esplicito.

A mio parere, il documento è un primo passo per migliorare e ampliare la portata dell’attuale sistema Intertransplant, e mi fa piacere che sia stato detto che questa è la prima norma a essere approvata in prima lettura dopo l’introduzione del trattato di Lisbona. Sono ancor più lieto, tuttavia, che la donazione sia un tema tipicamente europeo: lo ritengo molto positivo.

 
  
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  Presidente. – In riferimento all’elenco degli oratori stiamo cercando la causa di quanto accaduto.

 
  
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  Oreste Rossi (EFD). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, aumentare la disponibilità di organi, migliorarne l'accessibilità e la sicurezza, sensibilizzare l'opinione pubblica, è quanto ha chiesto la commissione ambiente e sanità del Parlamento europeo per accorciare le liste d'attesa per i trapianti.

Occorre pertanto promuovere la ricerca biotecnologica e la circolazione degli organi nell'Unione europea, ma bisogna anche istituire una Carta europea dei donatori, prevenire il turismo da trapianti e rafforzare la lotta al traffico illegale di organi, sanzionando severamente i responsabili. Al fine di scongiurare le pratiche illegali, la donazione da vivente deve essere considerata solo come una extrema ratio, allorquando non siano percorribili altre strade come la donazione post-mortem. Per questo non deve essere prevista alcuna forma di remunerazione al donatore vivente, ma soltanto un indennizzo che copre i disagi a seguito dell'intervento subito, la cui entità sarà stabilita da normative nazionali.

Gli Stati membri dovrebbero inoltre approvare o mantenere disposizioni giuridiche rigorose in relazione ai trapianti e ai donatori viventi non consanguinei, allo scopo di rendere il sistema trasparente ed escludere la possibilità di vendite illecite di organi o di coercizione di donatori. D'altra parte devono garantire il rimborso dei costi sociali per i donatori viventi e preservare dalle discriminazioni, in particolare da parte dei sistemi assicurativi.

Il Parlamento tuttavia sottolinea che la donazione da vivente dovrebbe essere considerata come complementare alla donazione dopo la morte. È necessario che le donazioni di organi permangano rigorosamente non commerciali, appoggiando le misure volte a proteggere i donatori e garantendo che la donazione di organi sia effettuata in modo altruistico e volontario.

 
  
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  Presidente. – Onorevole Ouzký, la ringrazio ancora una volta per averci segnalato l’accaduto. Abbiamo indagato in merito ed è risultato che si è trattato di un problema di assegnazione causato dal sistema informatico. Lei verrà quindi inserito nel processo verbale come oratore del suo gruppo. Spero di aver risolto il problema e la ringrazio ancora di averlo sollevato.

 
  
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  Elisabetta Gardini (PPE). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, ci troviamo oggi a parlare del trapianto di organi che sicuramente rappresenta uno degli aspetti più positivi del progresso in ambito sanitario, ma dall'altro apre tutta una serie di problemi rispetto ai diritti del donatore e del paziente, che vanno affrontati sul piano etico, sociale, giuridico ed economico.

Si tratta di attivare un percorso virtuoso che affronti il grave squilibrio tra necessità e quantità di organi disponibili, senza però ledere il principio di donazione libera e volontaria, impedendo quindi ogni forma di commercializzazione e di traffico illegale, garantendo la qualità e la sicurezza degli organi destinati ai trapianti con misure che sappiano coniugare la riservatezza con la tracciabilità. Va da sé che in un contesto di scambi transfrontalieri e di sensibili differenze tra i sistemi di trapianto adottati nei diversi Stati membri, tali obiettivi possano essere raggiunti solo promuovendo il coordinamento e la cooperazione.

A tale proposito credo che sarebbe molto importante istituire una banca dati europea e adottare standard di qualità e di sicurezza comuni. Dobbiamo stare attenti però a non introdurre forme inutili di rigidità o creare ulteriori oneri burocratici che compromettano ciò che attualmente viene svolto in maniera corretta ed efficace. Ecco, sarebbe non solo contrario ai nostri obiettivi

(Il Presidente interrompe l'oratore)

 
  
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  Kristian Vigenin (S&D).(BG) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli deputati, stiamo discutendo di un tema che, per sua stessa natura, interessa un numero limitato di persone in rapporto ad altre questioni importanti in materia di assistenza sanitaria nell’Unione europea. D’altro canto, la questione riveste una grande importanza per due ragioni fondamentali. In primo luogo i trapianti sono percepiti come una grande conquista della medicina moderna e, in secondo luogo, tutti i cittadini sono di fatto potenziali donatori, il che solleva molti quesiti di natura diversa.

Desidero inoltre sottolineare che la vita umana non ha prezzo e che occorre sempre fare tutto il possibile per salvarne una. Le statistiche dimostrano che la situazione è molto diversa nei vari Stati membri: in alcuni esiste una buona organizzazione lungo tutta la catena dei trapianti mentre, in altri, i sistemi di assistenza sanitaria stanno incontrando enormi difficoltà e i trapianti rientrano nella categoria della medicina esotica. I pazienti di questi paesi che necessitano di un organo sono costretti a ricorrere al turismo dei trapianti, pur consapevoli dei grandi rischi che ciò comporta e del fatto che stanno andando contro la legge e l’etica, dal momento che la loro vita viene spesso salvata a costo di un’altra, presa e distrutta con violenza.

E’ importante impedire la commercializzazione della donazione di organi e assicurare che la donazione da viventi sia totalmente gratuita, garantendo al contempo tutte le cure necessarie e un compenso per eventuali perdite di reddito. L’istituzione all’interno dell’Unione europea di un sistema trasparente per il monitoraggio degli organi, inclusi quelli già trapiantati, risulta particolarmente importante.

Ritengo che la direttiva proposta assicuri ai cittadini europei in attesa di un trapianto una migliore possibilità di accesso agli organi, che aumenti la fiducia nel sistema di donazione e incoraggi lo scambio delle migliori prassi applicabili a livello sopranazionale.

 
  
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  Marina Yannakoudakis (ECR).(EN) Signora Presidente, siamo tutti favorevoli alle direttive che mirano a salvare vite umane e desidero congratularmi con il relatore per il lavoro svolto su una proposta che sembra semplice, in linea di principio, ma che in realtà, entrando nei dettagli, è complessa.

Nel settore delle donazioni post mortem esistono questioni delicate da affrontare. Mi riferisco ai problemi etici, alle questioni relative alla posizione della famiglia del defunto, all’opportunità di rendere obbligatoria la carta dei donatori e, naturalmente, a quella di istituire una carta europea dei donatori. Tutti questi aspetti vanno affrontati con rispetto in quanto non esiste un approccio giusto o sbagliato.

L’aspetto che pone maggiori problemi è quello delle donazioni da viventi. Esiste un importante confine che non può essere varcato e che impone che tali donazioni siano gratuite e non determinino guadagni finanziari.

La direttiva ha raggiunto un equilibrio assicurando una buona qualità delle donazioni post mortem e riconoscendo, al contempo, la necessità delle donazioni da viventi. Il suo punto di forza sta nel riconoscimento che le donazioni post mortem, da sole, non possono bastare per soddisfare le richieste di organi: sono stati quindi previsti una serie di controlli e linee guida, per garantire che le donazioni da viventi vengano effettuate correttamente, tutelando sia il donatore che il ricevente e assicurandone la volontarietà e la gratuità.

(Il Presidente interrompe l'oratore)

 
  
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  Horst Schnellhardt (PPE).(DE) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli deputati, uno dei miei collaboratori ha subito un trapianto di organi. Ho visto di persona quanto lo ha reso felice poter usufruire di questa opportunità, ma so anche che ha dovuto aspettare a lungo e che ciò ha compromesso la qualità della sua vita. Occorre quindi approvare subito la proposta. In Germania muoiono ancora mille persone l’anno – è un dato di fatto – per carenza di organi disponibili; è quindi fondamentale porre rimedio a tale problema e garantire un certo livello qualitativo, dato che si tratta di una questione di grande rilevanza a livello sociale.

In Europa esistono le condizioni ottimali per migliorare sensibilmente la situazione grazie all’esistenza del mercato interno e delle istituzioni europee. Bisogna sfruttare tale circostanza e sono molto lieto che la direttiva preveda che le donazioni debbano essere volontarie e non remunerate, assicurando in tal modo che venga preservata la dignità umana.

Rispetto alla diminuzione del numero di donatori, chiedo alla Commissione di dar vita, come ha fatto in altre occasioni, a una cultura rivolta al dialogo e all’informazione in Europa, in modo da aumentare il consenso dei cittadini. Non credo sia necessario armonizzare i diversi sistemi: occorre piuttosto coordinarli e credo che la nomina di un coordinatore per i trapianti all’interno degli ospedali possa costituire un passo importante in questa direzione.

(Il Presidente interrompe l'oratore)

 
  
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  António Fernando Correia De Campos (S&D).(PT) Signora Presidente, Presidente Jiménez, signor Commissario, la capacità di sostituire gli organi umani deteriorati con quelli di un’altra persona, evitando il rigetto, rappresenta uno dei maggiori successi della medicina contemporanea. I parametri europei presentano alcune differenze: paesi di dimensioni medie, come il Portogallo, registrano risultati molto buoni a confronto con altri e paesi più grandi, come la Spagna, sono riconosciuti leader in termini di organizzazione e di migliori prassi.

Esistono alcuni principi e pratiche da salvaguardare e mi riferisco a tre aspetti: il rafforzamento delle conoscenze e delle informazioni scientifiche che incidono sull’incremento del numero dei donatori viventi e rende generalmente applicabile la donazione post mortem; l’imposizione di un divieto alle donazioni di carattere commerciale non solo all’interno e all’esterno degli Stati membri, bandendo il turismo dei trapianti e lottando contro il traffico illegale di organi; l’incentivazione della donazione negli ospedali per far fronte alle carenze.

Signora Presidente, garantire pari opportunità nell’accesso ai trapianti a tutti i pazienti che ne hanno bisogno e risultano idonei in base a criteri clinici armonizzati, in osservanza del principio di accesso universale all’assistenza sanitaria, è un paradigma di un’Europa sociale di cui andiamo fieri e mi congratulo con i relatori per il lavoro svolto.

 
  
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  James Nicholson (ECR).(EN) Signora Presidente, innanzi tutto desidero ringraziare entrambi i relatori che hanno lavorato sodo e che, insieme, hanno redatto un documento importante, con un programma reale per la donazione e il trapianto di organi in tutta Europa.

Siamo ben consapevoli delle cifre: ogni anno migliaia di persone in tutta Europa hanno bisogno di un trapianto d’organo. Sono pertanto lieto che in futuro uniremo i nostri sforzi volti a incrementare il numero dei registri di donatori, incentivando diversi metodi di registrazione e rafforzando la cooperazione transfrontaliera, in modo da trovare i migliori abbinamenti possibili tra donatori e riceventi. A mio parere la questione chiave è la sensibilizzazione dei cittadini e credo che le relazioni contribuiranno a raggiungere tale obiettivo.

Desidero inoltre aggiungere che mi fa piacere vedere che le relazioni evidenziano il principio fondamentale in base al quale la donazione di organi dovrebbe sempre essere altruistica, volontaria e non remunerata. Tale aspetto è importante per incoraggiare le donazioni e garantire la qualità e la sicurezza del sistema nel suo complesso. Attualmente vengono salvate molte vite e molte altre potranno essere salvate in futuro. Mi congratulo per la relazione.

 
  
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  Theodoros Skylakakis (PPE).(EL) Signora Presidente, la direttiva oggi al vaglio interesserà un numero sempre maggiore di persone nei prossimi anni, grazie ai progressi della tecnologia moderna e della genetica. Oggi non siamo ancora in grado di prevedere quanti saranno i trapianti regolamentati dalla presente direttiva, la quale forse potrebbe rivelarsi più importante di quanto immaginiamo.

E’ quindi molto positivo che il testo si basi sui principi dell’altruismo e della donazione volontaria e che chieda agli Stati membri di adottare procedure molto rigorose da seguire nel corso di tutto il processo. Il compromesso, che siamo chiamati a votare, presenta tuttavia lo svantaggio di indebolire i controlli rispetto al testo sul quale avevamo votato inizialmente; esso infatti non prevede né controlli né verifiche, mentre il testo iniziale contemplava sia il controllo che la valutazione delle organizzazioni che eseguono i trapianti e forniscono gli organi. Mi auguro e ritengo che tale indebolimento non sia grave ma è comunque importante sottolinearlo, dato che la trasparenza è essenziale in questo settore.

 
  
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  Zbigniew Ziobro (ECR).(PL) Signora Presidente, i trapianti e la trapiantologia hanno bisogno del nostro sostegno e soprattutto di una migliore organizzazione e coordinamento dei servizi di assistenza sanitaria. E’ tuttavia fondamentale anche aumentare la fiducia della società in questa branca della medicina, specialmente perché ogni tanto emergono diverse irregolarità in questo settore – mi riferisco ai diversi casi di traffico illegale di organi di provenienza sconosciuta.

Nel mio ruolo di pubblico ministero polacco, ho condotto un’indagine nella quale sono emerse una serie di irregolarità in materia di donazione di organi, quali pagamenti illeciti ai medici, motivati con la necessità di reperire informazioni sui donatori in caso di sospetta morte cerebrale. Fornire informazioni su un singolo donatore può far guadagnare a un medico polacco una cifra pari a più di un mese del suo salario.

In materia di trapianti, la società deve essere certa che tutto si svolga legalmente, in modo trasparente e senza secondi fini e che questa nobile procedura medica sia utilizzata per salvare delle vite e non per altri scopi. La fiducia è un elemento essenziale.

 
  
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  Françoise Grossetête (PPE).(FR) Signora Presidente, signor Ministro, signor Commissario, il nostro dibattito odierno dimostra chiaramente che la situazione è allarmante e che, per poter essere all’altezza della sfida, occorre rafforzare gli scambi transfrontalieri di organi, in modo da creare un legame tra donatori e riceventi. In caso contrario, i pazienti avranno pochissime chance di ricevere gli organi dei quali hanno bisogno, vista la lunghezza delle liste d’attesa.

Per migliorare gli scambi transfrontalieri e aumentare i tassi di donazione occorre assolutamente adottare norme vincolanti comuni sulla qualità e la sicurezza nei 27 Stati membri: ecco perché è necessario un quadro europeo in materia.

Naturalmente bisogna essere molto vigili sul problema del traffico illegale di organi, applicando tutte le misure possibili per combattere le reti mafiose e il turismo dei trapianti. Occorre però fare attenzione a non ostacolare le donazioni da viventi, che devono essere dettate da scelte libere e informate, e garantire il principio della libertà dei trapianti facendo in modo che i potenziali donatori non vengano sottoposti ad alcuna pressione.

Dobbiamo quindi incoraggiare i pazienti che desiderano donare liberamente i loro organi per salvare vite umane; il rischio di rigetto in questo caso è infatti notevolmente più basso rispetto al trapianto di organi di donatori deceduti.

Desidero mettere in guardia coloro che, per motivi etici, vorrebbero limitare le donazioni da viventi in Europa, sostenendo che aumenterebbe il rischio di traffici illegali. La donazione di organi da donatori viventi deve soprattutto essere strettamente regolamentata: questa è l’unica soluzione possibile.

 
  
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  David Casa (PPE).(MT) Signora Presidente, come ha ribadito il Commissario, vi sono circa 56 000 persone in attesa di trapianto all’interno dell’Unione europea. In molti di questi casi, come è stato detto, si tratta di una questione di vita o di morte: sono dunque aspetti importanti che meritano di essere discussi ulteriormente. Le misure non incideranno direttamente sul numero di organi da trapiantare, anche se l’applicazione di prassi comuni negli Stati membri dovrebbe innalzare il livello di affidabilità e di fiducia tra i paesi, incrementando la donazione di organi sia a livello nazionale sia tra paesi.

Alcuni dei problemi menzionati nella relazione, come quello del traffico d’organi, non possono essere affrontati direttamente; apprezzo tuttavia gli sforzi del relatore volti a sensibilizzare i cittadini in materia e mi auguro che tale aspetto venga inserito nel documento conclusivo in modo non vincolante. Desidero infine congratularmi con il Commissario Dalli e con i relatori per l’ottimo lavoro svolto su questo tema delicato.

 
  
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  Daciana Octavia Sârbu (S&D).(RO) I trapianti e la donazione di organi salvano e prolungano la vita a migliaia di cittadini europei ogni anno ma, purtroppo, molti pazienti muoiono mentre sono ancora in lista d’attesa, nonostante il fatto che nell’Unione europea esistano donatori compatibili disponibili. Si tratta di una questione difficile e controversa, che solleva importanti quesiti. Il Parlamento, tramite la relazione, conferma un punto di vista comune: qualsiasi elemento commerciale nel processo che possa condurre alla vendita e all’acquisto di organi è illegale.

E’ essenziale adottare e applicare il prima possibile un sistema efficace, non solo perché esso potrà salvare le vite dei pazienti, ma anche perché ridurrà la richiesta di organi potenzialmente cedibili per profitto, anche contro la volontà del donatore.

 
  
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  Izaskun Bilbao Barandica (ALDE).(ES) Signora Presidente, desidero congratularmi con tutti per questa iniziativa, che innalzerà l’aspettativa di vita di molte persone, rendendo solidarietà e fratellanza qualcosa di più di mere parole.

I Paesi Baschi (Euskadi) detengono il record mondiale per la donazione di organi. Nel 2009 abbiamo avuto un tasso di 38,5 donazioni per milione di abitanti: ciò significa che ogni anno si eseguono 60 trapianti di reni e 30 di fegato per milione di abitanti. Negli Stati Uniti i dati corrispondenti sono 54,7 e 21,4 mentre in Europa sono 35,1 e 13,4 e in Spagna 48,8 e 24,6.

Tale successo è dovuto ai protocolli per le donazioni utilizzati negli ospedali e alle modalità organizzative e di sensibilizzazione, due aspetti che occorre sostenere, ma è anche merito del lavoro avviato nel 1986 con la creazione del sistema regionale di coordinamento dei trapianti, un altro esempio di come le regioni possano fornire un contributo all’Europa.

 
  
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  Frieda Brepoels (Verts/ALE).(NL) Circa due anni fa il Parlamento europeo ha approvato, a stragrande maggioranza, la relazione Adamou. Nel documento si discuteva per la prima volta delle politiche comunitarie in materia di donazione e trapianto di organi ed io ho collaborato con grande piacere alla stesura della relazione come relatore ombra.

Oggi rilevo con grande soddisfazione che il relatore, l’onorevole Mikolášik, e i relatori ombra hanno svolto uno splendido lavoro e che, nonostante i tempi stretti, sono riusciti a raggiungere un accordo con il Consiglio in prima lettura. Gran parte dei punti chiave della relazione di due anni fa sono stati inclusi e ampliati. Spero quindi che la direttiva e il piano d'azione possano determinare un aumento del numero di donatori di organi nell’Unione europea e far sì che i pazienti non siano più costretti a rimanere in lista d’attesa troppo a lungo.

 
  
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  Krisztina Morvai (NI).(EN) Signora Presidente, desidero avere alcuni chiarimenti da parte del relatore su due aspetti. Il primo riguarda i sistemi di “presunzione di consenso” e di “presunzione di mancato di consenso”, che, a quanto mi risulta, coesistono negli Stati membri. Uno dei due sistemi presuppone che il donatore deceduto abbia già accordato il proprio consenso all’espianto e, ovviamente, tale sistema è molto più efficace dal punto di vista del numero degli organi che si rendono disponibili. Non si potrebbe raccomandare a tutti gli Stati membri di utilizzare questo sistema?

L’altro punto su cui desidero avere un chiarimento è quello della tracciabilità e dell’anonimato, riguardo ai quali sembra che vi sia qualche aspetto controverso. Quali sono i termini del problema? Cosa si intende per anonimato e tracciabilità?

 
  
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  Alf Svensson (PPE).(SV) Signora Presidente, circa il 95 per cento di noi dichiara che vorrebbe essere sottoposto a un trapianto d’organo se da ciò dipendesse la propria vita, ma meno della metà di noi sarebbe disposto a donare i propri organi. Dobbiamo quindi influenzare l’opinione pubblica su questo tema.

E’ possibile migliorare il coordinamento? Sicuramente sì. In passato un cuore espiantato da una persona deceduta era utilizzabile solamente per quattro ore mentre oggi il termine massimo è di 24 ore, qualora si decida di ricorrere alle tecnologie mediche moderne per i trapianti.

Siamo in possesso di conoscenze mediche che ci consentirebbero – per dirla in parole semplici – di “depurare” o di “rimettere a nuovo” i polmoni e far sì che essi possano essere utilizzati per i trapianti in modi che erano inconcepibili in passato. Si sa che i polmoni continuano a vivere per due ore dopo il decesso.

Occorre, ad ogni modo, sfruttare nella pratica le conoscenze attuali; credo si tratti di un prerequisito fondamentale se si vuole che il coordinamento venga applicato realmente e non resti solo un argomento di discussione.

 
  
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  Janusz Władysław Zemke (S&D).(PL) Ringrazio dell’opportunità concessami di intervenire e desidero soffermarmi su un aspetto che, a mio parere, è fondamentale.

Negli Stati membri dell’Unione europea vengono utilizzati metodi molto diversi per identificare i potenziali donatori. In alcuni paesi è necessario avere il consenso scritto del donatore mentre in altri si presume che, in assenza di obiezioni, l’organo possa essere espiantato. Naturalmente tali misure incidono in modo sostanziale sul numero dei donatori. A questo riguardo desidero chiedere al rappresentante della Commissione europea se non crede che la Commissione debba sostenere in modo più attivo la seconda soluzione, che non prevede l’obbligo di un consenso scritto. La possibilità di espiantare gli organi a chi non ha espresso la propria obiezione determinerebbe un incremento radicale del numero dei donatori.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI).(DE) Signora Presidente, onorevoli deputati, più di 55 000 pazienti sono in lista d’attesa per un trapianto e quasi dieci persone al giorno muoiono nell’attesa.

Il trapianto, naturalmente, deve essere volontario, corredato da una dichiarazione di consenso e non remunerato – questo al fine di combattere il commercio illegale di organi – oltre che basarsi sui massimi standard di qualità e sicurezza per le persone coinvolte.

 
  
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  Elżbieta Katarzyna Łukacijewska (PPE).(PL) Mi fa piacere che la questione della donazione e del trapianto di organi sia una priorità per la Presidenza spagnola, poiché si tratta di una questione di vita o di morte. Nonostante ogni anno il numero dei trapianti sia in aumento, anche il numero dei pazienti in lista d’attesa non diminuisce.

A dispetto di una maggiore sensibilizzazione a livello sociale, è riscontrabile un’evidente sproporzione tra gli Stati membri in termini di donazione e trapiantologia. Oltre a stabilire un modello europeo per la donazione e i trapianti che preveda l’utilizzo delle migliori prassi e soluzioni, è anche molto importante sensibilizzare maggiormente i cittadini e aumentare il consenso. Ecco perché mi fa piacere che il modello di riferimento per le misure proposte sia la Spagna, che ha ottenuto i risultati migliori in relazione al numero dei donatori e a quello dei trapianti eseguiti e che ha anche conquistato un enorme consenso a livello sociale sul concetto della donazione e del trapianto di organi.

 
  
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  Ricardo Cortés Lastra (S&D).(ES) Signora Presidente, Presidente Jiménez García-Herrera, consentitemi innanzi tutto di dirvi che sono della Cantabria, una piccola regione spagnola con un tasso di 61 donazioni per milione di abitanti, la più alta in Spagna e in Europa. Desidero congratularmi con gli onorevoli Perello e Mikolášik per la relazione e anche per aver sostenuto la proposta di direttiva elaborata in risposta al problema della carenza di organi nell’Unione europea.

Il successo del modello spagnolo può essere utile al resto della comunità in riferimento all’istituzione di autorità nazionali competenti, alla tracciabilità e ai donatori viventi.

Desidero anche congratularmi con la Presidenza spagnola, che ha sostenuto questo tema includendolo tra le sue priorità.

Onorevoli deputati, come sapete circa 56 000 pazienti sono attualmente in lista d’attesa e i tassi delle donazioni e della disponibilità di organi variano considerevolmente da un paese europeo all’altro. La carenza di organi è un fattore chiave che si ripercuote sui programmi di trapianto. La buona prassi da applicare produce risultati migliori in alcuni Stati membri rispetto ad altri e per questo motivo – concludo – l’adozione della relazione è essenziale al fine di migliorare la situazione in tutta l’Unione.

 
  
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  Salvatore Iacolino (PPE). - Signora Presidente, Presidenza spagnola, signor Commissario, onorevoli colleghi, oggi spesso il trapianto è un diritto negato. Forse non vi è patologia così problematica sul piano socioassistenziale, anche per i risvolti psicologici, rimane però un cronico divario tra le persone in lista d'attesa e i pazienti che beneficiano del trapianto. Peraltro la procedura di donazione è molto delicata sul piano giuridico-sanitario e spesso indebolita da procedure generalmente poco snelle e poco veloci, che andrebbero invece rafforzate sul piano della risposta assistenziale.

L'Unione europea deve allora impegnarsi per garantire una solidarietà effettiva e una volontarietà che non rinuncia al rigore nelle procedure, valorizzando le professionalità e la cultura stessa della donazione. Bene, allora l'adozione di standard di qualità comuni è senz'altro un passo avanti che va registrato con favore in una prospettiva nella quale l'Organizzazione mondiale della sanità può dare un ulteriore contributo.

 
  
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  Karin Kadenbach (S&D).(DE) Signora Presidente, ho seguito molto attentamente la discussione. Le parole evocano immagini nella mente delle persone e oggi abbiano sentito nominare a più riprese il commercio illegale di organi. Tale attività è illecita e credo che la direttiva lo stabilisca chiaramente; non dobbiamo far credere che riteniamo che il commercio di organi possa essere legittimo in alcune circostanze.

Chiedo ai deputati, anche nei loro rapporti con i media, di sottolineare che noi desideriamo la donazione ovvero un’attività che nasce dalla volontà di un individuo di aiutare un altro a vivere più a lungo, senza ricevere in cambio alcuna ricompensa oltre alla gratitudine. Il traffico illegale di organi è pertanto inammissibile, dal momento che non è consentita alcuna forma di commercio in tal senso: per noi è possibile unicamente la donazione di organi.

 
  
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  Trinidad Jiménez García-Herrera, Presidente in carica del Consiglio.(ES) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli deputati, desidero ringraziare tutti i gruppi politici e coloro che sono intervenuti per il sostegno fornito e per il tono costruttivo della discussione. Esprimo anche la mia soddisfazione poiché, con l’accordo che stiamo raggiungendo oggi, concludiamo un processo.

Oltre alla difficoltà di regolamentare aspetti tecnici, che possono variare man mano che la scienza progredisce, abbiamo dovuto affrontare il problema pratico dell’applicazione del trattato di Lisbona in questo semestre. La Presidenza spagnola desidera ringraziare sentitamente tutte le istituzioni europee, il Parlamento, la Commissione e il Consiglio, unitamente a tutti gli Stati membri, per la loro cooperazione nel completamento della procedura. Si è trattato di un procedimento che, da un lato ha richiesto flessibilità e adattamento, dall’altro responsabilità e un desiderio di consenso, aspetti del resto emersi questo pomeriggio.

Onorevoli deputati, siamo riusciti a rendere l’Unione più efficiente e più utile per i cittadini e dovremmo rallegrarcene. Tuttavia, come sapete, il lavoro non finirà con l’approvazione della direttiva; occorrerà invece continuare a impegnarsi al fine di assicurare che il principio della tutela della sanità pubblica, che abbiamo ricercato e ottenuto, sia mantenuto al momento del recepimento.

Dovremo continuare a impegnarci per generare maggiore solidarietà e per tutelare i valori sociali, come desiderano tutti coloro che hanno partecipato alla stesura e al varo della direttiva. C’è ancora molto lavoro da svolgere nel contesto del piano d'azione che ci offre un’opportunità unica di apprendimento, adattamento e miglioramento continui.

Ringrazio ancora una volta tutti i gruppi parlamentari per il loro sostegno, il tono degli interventi e l’atteggiamento costruttivo. Insieme riusciremo a raggiungere il nostro obiettivo, come peraltro abbiamo già fatto.

 
  
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  John Dalli, membro della Commissione. (EN) Signora Presidente, sono certo che, grazie alla preziosa collaborazione tra la Commissione, il Parlamento e il Consiglio, siamo riusciti a raggiungere un accordo su tutti gli aspetti chiave. Desidero congratularmi con gli onorevoli Mikolášik e Perello Rodriguez e ringraziarli per il loro contributo.

Credo che, grazie a norme rigorose su qualità e sicurezza per gli organi umani, i pazienti europei trarranno grande beneficio dalla direttiva proposta. Il documento fornirà una norma comparabile sulla sicurezza in tutta l’Unione e aumenterà la fiducia nei sistemi di trapianto. Sono certo che esso rappresenti il giusto equilibrio tra la protezione dei dati dei cittadini e la tracciabilità, oltre a contribuire indirettamente alla lotta contro il traffico di organi.

La proposta non è una soluzione a tutti i problemi nel settore del trapianto di organi, ma fornisce un quadro di riferimento, chiarendo confini e responsabilità e fissando alcune norme. Molto, tuttavia, resta ancora da fare sul tema dell’organizzazione degli ospedali, sulla raccolta e la diffusione di informazioni, sulla caratterizzazione degli organi e sulle iniziative contro i traffici illegali. La tracciabilità contribuirà a porre in qualche modo fine a tali traffici, anche se il successo dipenderà dalle modalità di applicazione all’interno dei singoli paesi.

Agli Stati membri viene concessa molta flessibilità e ci auguriamo che tutti assegnino alla questione la dovuta importanza. Le autorità competenti, che essi saranno tenuti a istituire, dovranno avere le risorse e le strutture atte ad assicurare buone procedure di raccolta e di gestione delle informazioni, tracciabilità, standard di verifica e procedure di caratterizzazione degli organi e dei trapianti. Tali autorità dovranno inoltre vigilare in modo efficace per rilevare eventuali eventi o reazioni avversi, contribuendo in tal modo a ridurre al massimo il rischio in futuro.

Signor Presidente, Presidente in carica del Consiglio, onorevoli deputati, dagli interventi dei deputati nel corso del dibattito è emerso chiaramente che il testo di compromesso oggi al vaglio riflette le preoccupazioni di tutti. Vi ringrazio per il vostro apporto, per la cooperazione e il sostegno.

Tabella analitica degli emendamenti alla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle norme di qualità e sicurezza degli organi umani destinati ai trapianti

[COM(2008)0818 – C6-0480/2008 – 2008/0238(COD)]

Relatore: onorevole Mikolášik (PPE)

Emendamenti:

Direttamente accettabile: emendamento n. 106 (insieme del testo, blocco n. 1, emendamento di compromesso). La Commissione è favorevole all’approvazione del testo di compromesso da parte dei colegislatori.

 
  
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  Miroslav Mikolášik, relatore. (SK) Desidero ringraziarvi per aver contribuito al dibattito e aver espresso la convinzione, credo condivisa da tutti durante i negoziati, che la direttiva si spinga oltre alle controversie di natura politica, poiché riguarda le persone, i pazienti e mira a salvare vite umane.

A mio parere, con più organi e con pazienti curati meglio il numero di persone che potranno tornare a un’esistenza piena, alle loro famiglie e a vecchie o nuove attività lavorative aumenterà, cambiando sostanzialmente la qualità della loro vita.

Trasparenza, accessibilità, sicurezza, qualità, disponibilità, altruismo, un maggior numero di donatori viventi, donazioni non remunerate e volontarie: sono questi i principi su cui si basa la direttiva.

Credo che la proposta contribuirà a far aumentare il numero degli organi, grazie a una migliore cooperazione e agli scambi transfrontalieri tra i singoli paesi, e che collegherà gli Stati membri dell’Unione in modo nuovo e fondamentale.

Credo che, tramite la direttiva, tutti potremo raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati fin dall’inizio: maggiore consenso, più amore e cooperazione e soprattutto pazienti più soddisfatti.

 
  
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  Andres Perello Rodriguez, relatore.(ES) Signora Presidente, il fatto che, nel corso del difficile periodo di crisi che l’Europa e il mondo stanno attraversando, il Parlamento sia riuscito ad approvare in prima lettura la prima direttiva da quando è entrato in vigore il trattato di Lisbona la dice lunga sulla sensibilità di quest’Aula. Il risultato raggiunto accresce la fiducia nelle istituzioni democratiche e dimostra che i deputati vogliono progredire di pari passo con la scienza, con lo stesso livello di volontà e la stessa solidarietà della società europea.

Non so se abbiamo agito nel modo migliore o se avremmo potuto fare qualcosa di più, ma desidero chiarire tutti i dubbi che possono essere sorti. Sono certo che, svolgendo il nostro compito e approvando la relazione, contribuiremo ad allungare la vita dei pazienti impedendo al contempo i traffici illegali di organi all’interno della comunità. Tali crimini potrebbero essere commessi in qualsiasi altra parte del mondo ma sicuramente non nell’Unione europea.

Quindi, se a seguito di un qualsiasi intervento, qualcuno avesse ancora dei dubbi, come ha già detto qualche deputato, io desidero fugarli. Non era nostro compito, ma abbiamo cercato di agire nel rispetto della coscienza di tutti, dell’etica e della moralità, senza perdere di vista l’obiettivo fondamentale: nessun europeo deve essere privato della possibilità di subire un trapianto da cui dipende la sua vita, dato che è possibile aumentare il numero dei trapianti e conseguentemente far diminuire il traffico di organi.

Concludo quindi dicendo che non so se abbiamo contribuito a tranquillizzare qualche coscienza con il lavoro svolto, ma sono assolutamente convinto che salveremo molte vite umane. Questo era il compito che ci è stato assegnato e che abbiamo svolto.

 
  
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  Presidente. – La discussione congiunta è chiusa.

La votazione si svolgerà mercoledì, 19 maggio 2010.

(La seduta, sospesa alle 16.25, riprende alle 16.30)

Dichiarazioni scritte (articolo 149 del regolamento)

 
  
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  Jim Higgins (PPE), per iscritto.(EN) Accolgo favorevolmente le nuove norme di qualità e sicurezza relative alla donazione di organi all’interno dell’Unione europea e, in particolare, l’introduzione di misure pratiche quali la creazione di un database paneuropeo allo scopo di evitare lo spreco di organi che potrebbero salvare delle vite. La nuova legge salverà molte vite e ottimizzerà la donazione, consentendo agli Stati membri di condividere gli organi. Prima di questa legge, qualora in un particolare Stato membro non ci fosse un ricevente compatibile, l’organo non veniva utilizzato, mentre adesso potrà usufruirne uno dei 56 000 cittadini in attesa di trapianto. Il regolamento costituisce un importante quadro che i rispettivi Stati membri dovranno sviluppare. Quanto all’Irlanda, il nostro paese ha bisogno di una struttura indipendente per monitorare i trapianti e l’espianto di organi donati. Attualmente l’Irlanda e Malta sono i soli due paesi dell’Unione europea privi di un’autorità nazionale per i trapianti con il compito di ottimizzare la procedura. Per eliminare le liste d’attesa per i trapianti, uno degli scopi principali della risoluzione, occorre mettere in evidenza l’importanza della donazione tra i cittadini dell'Unione e in Irlanda si potrebbe farlo avviando una campagna di sensibilizzazione sostenuta dal governo.

 
  
  

PRESIDENZA DELL'ON. ANGELILLI
Vicepresidente

 
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