4. Relazione sull'attività del Mediatore europeo nel 2009 - Relazione speciale del Mediatore europeo al Parlamento europeo a seguito del progetto di raccomandazione alla Commissione relativamente alla denuncia 676/2008/RT (a norma dell'articolo 205, paragrafo 2, primo comma) - 26a relazione annuale sul controllo dell'applicazione del diritto dell'Unione europea (2008) (discussione)
Presidente . – L'ordine del giorno reca, in discussione congiunta, le relazioni sul Mediatore europeo e sull'applicazione del diritto dell'Unione europea:
– relazione (A7-0275/2010), presentata dall'onorevole Nedelcheva a nome della commissione per le petizioni, sulla relazione annuale concernente le attività del Mediatore europeo nel 2009 [2010/2059 (INI)];
– relazione (A7-0293/2010), presentata dall'onorevole Paliadeli a nome della commissione per le petizioni, sulla Relazione speciale del Mediatore europeo a seguito del progetto di raccomandazione alla Commissione europea relativamente alla denuncia 676/2008/RT [2010/2086(INI)]; e
– relazione (A7-0291/2010), presentata dall'onorevole Lichtenberger a nome della commissione giuridica, sulla 26a relazione annuale sul controllo dell’applicazione del diritto dell’Unione europea (2008) [COM(2009)0675 – 2010/2076(INI)].
Mariya Nedelcheva, relatore. – (FR) Signor Presidente, Meditatore Diamandouros, signor Commissario, onorevoli deputati, a mio giudizio, nella missione del Mediatore europeo possono essere individuati due obiettivi.
Prima di tutto, abbiamo un obiettivo di carattere giuridico in virtù del quale le istituzioni europee devono mostrare rispetto per il diritto fondamentale alla buona amministrazione. L'essenza stessa della funzione del Mediatore consiste proprio nel garantire il rispetto di siffatto diritto. Attualmente ci troviamo in un momento cruciale, in quanto il trattato di Lisbona, che ora comprende la Carta europea dei diritti fondamentali, ne sancisce l'obbligo all'articolo 341. Il Mediatore pertanto è dotato di una base giuridica, una base che, a mio parere, è stata rafforzata affinché egli possa svolgere le sue funzioni in maniera adeguata.
Per realizzare pienamente l'obiettivo del principio della buona amministrazione, il Mediatore deve essere inflessibile nei confronti delle istituzioni. Le relazioni speciali sono uno strumento sostanziale in questo ambito. Consentono al Mediatore di segnalare i casi eclatanti di cattiva amministrazione una volta esauriti tutti i mezzi per dirimere le controversie. Il caso Porsche è molto significativo al riguardo. Desidero infatti rivolgere un plauso per la determinazione di cui ha dato prova il Mediatore Diamandouros, adoperandosi per ottenere le informazioni che aveva tutto il diritto di ricevere.
Il secondo obiettivo è di carattere morale. Infatti il Mediatore deve promuovere una cultura del servizio, che non è esplicitamente prevista nei trattati, ma che certamente rientra tra gli impegni che competono alle istituzioni. Affinché questa cultura possa effettivamente affermarsi, sono necessari due elementi. Prima di tutto il Mediatore deve continuare a favorire il raggiungimento di soluzioni amichevoli, una funzione che già svolge da diversi anni. Ribadisco infatti che il 56 per cento delle denunce sono state risolte in via amichevole.
Il Mediatore deve continuare ad adoperarsi nell'ambito della comunicazione affinché i cittadini europei siano informati in merito ai propri diritti e alle procedure vigenti atte ad assicurarne il rispetto. In proposito, l'introduzione della guida interattiva segna un importante passo in avanti e credo che molti cittadini gli saranno grati.
Per concludere, il bilancio delle attività del 2009 del Mediatore è totalmente positivo, come ho cercato di mettere in luce nella mia relazione. Ad ogni modo, vi ho accluso anche una serie di raccomandazioni. In primo luogo, reputo essenziale rafforzare i collegamenti con i parlamenti nazionali e con i difensori civici nazionali. Agire a Bruxelles senza garantirsi un collegamento con il livello nazionale significa compromettere l'efficacia dell'azione. Per tale ragione chiedo al Mediatore europeo di incoraggiare maggiormente i difensori civici nazionali ad intrattenere scambi periodici di opinioni con i propri parlamenti, ricalcando il modello degli scambi tra il Mediatore europeo ed il Parlamento europeo.
La Rete europea dei difensori civici costituisce uno strumento importante in questo ambito. Condividere le informazioni e le buone prassi è essenziale. Tengo a ribadire anche in questa sede quanto sia importante introdurre un portale intranet comune in modo che i difensori civici possano scambiarsi tutte le informazioni.
Signor Presidente, i cittadini devono essere al centro delle nostre preoccupazioni. La trasparenza, la prossimità, la buona amministrazione, una cultura del servizio sono tutte parole d'ordine. La prossimità attiene anche alla nostra istituzione. Per tale motivo reitero l'apprezzamento espresso per il Mediatore Diamandouros che si è adoperato strenuamente al fine di mantenere un collegamento costante con il Parlamento europeo e, in particolare, con la commissione per le petizioni. Come ho sottolineato nella mia relazione, sarebbe molto positivo per le nostre due istituzioni e, al di là di questo, per i cittadini europei se avessimo più scambi quando il Mediatore conduce indagini d'iniziativa.
Finora il Mediatore Diamandouros ha svolto questo compito in maniera eccellente, richiamando all'ordine le istituzioni ogniqualvolta esse hanno imboccato il tortuoso sentiero dell'opacità e della cattiva amministrazione.
Mediatore Diamandouros, le rivolgo i miei migliori auguri e resto in attesa di leggere la sua relazione annuale per il 2010.
Chrysoula Paliadeli, relatore. – (EL) Signor Presidente, nel marzo 2007 un'organizzazione ambientalista aveva chiesto che fosse resa nota la corrispondenza intercorsa tra la Commissione europea e l'industria automobilistica nell'ambito delle consultazioni sulla preparazione di una proposta legislativa in materia di emissioni di anidride carbonica.
Otto mesi dopo la Commissione ha concesso l'accesso a 16 delle 19 lettere, rifiutandosi – senza giustificazione giuridica – di rendere pubbliche tre lettere della Porsche. L'organizzazione ambientalista si è rivolta al Mediatore europeo, il quale, nell'arco di un mese, ha redatto un progetto di raccomandazione indirizzato alla Commissione, chiedendo all'Esecutivo di rispondere entro tre mesi ai sensi dell'articolo 288 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
La Commissione ha chiesto cinque proroghe solo per poi affermare – nel giugno 2009 – che non era in grado, ad un anno dal progetto di raccomandazione del Mediatore, di rendere pubblica la corrispondenza di questo specifico produttore, poiché le consultazioni erano ancora in corso. Fino all'ottobre 2010 il Mediatore non ha avuto alcuna informazione.
A fronte di questo ingiustificato ritardo è stata presentata una relazione speciale al Parlamento europeo, in cui la Commissione è stata accusata di non voler collaborare con onestà e buona fede, mettendo in luce il rischio di compromettere la possibilità delle due istituzioni di vigilare sull'Esecutivo.
A seguito di questa relazione speciale del Mediatore che il Parlamento è chiamato ad approvare oggi, la prima in tema di cattiva amministrazione, sono state rese note le lettere di questo produttore automobilistico, a quindici mesi dalla richiesta iniziale del Mediatore. Tra il settembre 2008 e il febbraio 2010, la Commissione è giunta alla decisione che era stata delineata nel progetto di raccomandazione del Mediatore ben quindici mesi prima. Al contempo questo specifico produttore automobilistico alla fine aveva acconsentito alla pubblicazione – seppur parziale – della corrispondenza.
Da quanto è stato esposto emerge che la Commissione ovviamente doveva tenere conto dell'articolo applicabile del regolamento del Parlamento europeo in virtù del quale le istituzioni sono tenute a rifiutare l'accesso ai documenti qualora sussista il rischio di mettere a repentaglio gli interessi di persone fisiche o giuridiche private. Ad ogni modo, visto che l'ufficio del Mediatore aveva controllato le lettere, accertando che la corrispondenza non conteneva informazioni tali da poter compromettere gli interessi di questo produttore automobilistico specifico, la Commissione avrebbe dovuto rendere immediatamente pubbliche almeno parte di queste lettere, come richiesto dal Mediatore. Se, invece, avesse avuto delle riserve in merito all'interpretazione del progetto di raccomandazione, era tenuta, per giustificare le proprie decisioni, a presentare valutazioni giuridiche parimenti fondate a sostegno del fatto che il produttore automobilistico in questione avrebbe potuto ricorre in giudizio ai sensi del regolamento (CE) n. 1049/2001 del Parlamento europeo.
In questa sede non intendo commentare in alcun modo il silenzio totale del produttore automobilistico in risposta alle richieste della Commissione. Tuttavia, reputo inaccettabile che l'organo esecutivo supremo dell'Unione europea abbia opposto un rifiuto dinanzi a siffatta richiesta, un rifiuto che denota scarsa considerazione per le istituzioni europee da parte di un'azienda privata, soprattutto in quanto le lettere non contenevano informazioni suscettibili di dar luogo ad un ricorso giudiziario contro la Commissione ai sensi dell'articolo applicabile del regolamento n. 1049/2001 del Parlamento europeo.
Eva Lichtenberger, relatore. – (DE) Signor Presidente, la mia relazione sull'applicazione del diritto dell'Unione europea riveste una grandissima importanza per il Parlamento europeo. In questa sede siamo dotati di una procedura legislativa che, seppur altamente complessa, è una delle più trasparenti rispetto a quelle di parlamenti nazionali. Mi preme evidenziare che sono deputata al mio parlamento nazionale, quindi conosco molto bene l'argomento.
Questo lungo processo, che coinvolge i governi degli Stati membri e il Parlamento europeo, produce risultati che spesso diventano evidenti solo una volta integrati nella legislazione nazionale. Tuttavia, se i parlamenti nazionali non li attuano o se li attuano in maniera inappropriata, allora si presenta problema di credibilità per noi in quanto deputati europei, per il Parlamento stesso e per l'Unione europea nel suo insieme. Per me la questione è grave. Essendo deputati europei, i cittadini ci segnalano costantemente i difetti del sistema. La Commissione riceve regolarmente delle denunce dai cittadini in merito alle modalità di attuazione del diritto nazionale. Tengo a citare solo un paio di esempi. Basti pensare alla crisi dei rifiuti di Napoli. Si tratta di un problema ricorrente, che non si presenta per la prima volta, ma neanche per la seconda, è la terza volta che succede. Rimane il fatto, però, che le direttive europee in materia di smaltimento dei rifiuti, ad esempio, non sono state attuate. La Commissione è intervenuta in questo caso, ma non è riuscita a far integrare nel diritto nazionale i principi sullo smaltimento dei rifiuti che l'Europa reputa di importanza decisiva. Oppure si pensi al mio paese, l'Austria dove la direttiva sulla valutazione dell'impatto ambientale è stata attuata in maniera frammentaria. Una vicenda, in particolare, che verte sulla chiusura di una stazione sciistica, mostra che vi sono enormi problemi in questo ambito. Un altro esempio è quello del settore dei trasporti, in cui gli Stati membri sono tenuti a garantire il rispetto dei tempi di riposo dei conducenti nell'ambito della gestione del traffico e per cui devono essere predisposti dei controlli. La clamorosa mancanza di controlli in questo ambito sta provocando un'impennata nel numero degli incidenti dovuti alla stanchezza dei conducenti. In siffatto contesto non bisogna frustrare le aspettative dei cittadini che vogliono vedere attuato il diritto comunitario. Ai cittadini bisogna dare informazioni puntuali sulla legislazione e la garanzia di trasparenza del processo.
Per noi deputati al Parlamento europeo, serve urgentemente una procedura che ci consenta di ricevere questo genere di riscontri dai cittadini nel rispetto degli obblighi di riservatezza. Signor Commissario, le chiedo se è disposto a sostenere l'introduzione della procedura che viene proposta nella relazione. Sarebbe un significativo passo in avanti in direzione della trasparenza, dell'apertura e della chiarezza del processo europeo.
Infine desidero reiterare che, se perdiamo credibilità a fronte del fatto che non assegniamo un'attenzione sufficiente all'applicazione del diritto comunitario negli Stati membri, l'intera Unione europea si troverà alle prese con un problema di credibilità.
Nikiforos Diamandouros, Mediatore. – (EN) Signor Presidente, onorevoli deputati, grazie per la possibilità che mi è stata offerta di intervenire in questa sede. Desidero ringraziare la commissione per le petizioni, in particolare la sua presidente, onorevole Mazzoni, che mi assicura costantemente un valido supporto e una valida consulenza, come testimoniano le eccellenti relazioni presentate in quest'Aula dagli onorevoli Nedelcheva e Paliadeli, che ringrazio vivamente per le gentili parole che hanno avuto per il mio ufficio.
Il Parlamento e il Mediatore lavorano entrambi per garantire che i cittadini e gli abitanti dell'UE possano godere pienamente dei propri diritti, ma queste due istituzioni operano in maniera diversa. Il mandato del Mediatore è più circoscritto. Il Mediatore si limita ad affrontare le denunce contro le istituzioni UE, mentre il Parlamento può altresì esaminare l'operato degli Stati membri. Inoltre il Parlamento, in quanto organo politico sovrano, può farsi carico di petizioni in cui si richiedono emendamenti alle normative o nuove leggi. Per contro, il Mediatore deve contribuire a scoprire casi di cattiva amministrazione e deve adoperarsi per porvi rimedio.
Diversamente dalle sentenze giudiziarie, le decisioni del Mediatore non sono giuridicamente vincolanti. Il Mediatore può solamente usare il potere di persuasione per convincere le istituzioni europee a seguire le sue raccomandazioni o ad addivenire a soluzioni amichevoli che possano soddisfare entrambe le parti in causa.
Laddove le istituzioni UE si rifiutano di seguire le raccomandazioni del Mediatore, per me è assolutamente fondamentale potermi rivolgere al Parlamento per cercare di ottenere sostegno, e ovviamente sono molto grato che l'Assemblea continui supportarmi, come dimostrano le relazioni degli onorevoli Nedelcheva e Paliadeli.
Questa è la prima relazione annuale che viene presentata in questa sede dall'entrata in vigore del trattato di Lisbona. Continuerò a lavorare di stretto concerto con quest'Aula per perseguire il nostro obiettivo comune volto a consentire ai cittadini europei di fruire appieno dei diritti loro assegnati dal trattato, agendo sempre in accordo con il mio mandato in qualità di organismo d'indagine indipendente e imparziale nei presunti casi di cattiva amministrazione – un'indipendenza e un'imparzialità che si applicano in maniera uguale al denunciante che all'istituzione chiamata in causa.
Nel 2009 l'ufficio del Mediatore ha concluso 318 indagini, il 7 per cento delle quali sono state portate a termine nell'arco di un anno. Il 55 per cento sono state completate entro tre mesi. Il tempo medio d'indagine è stato di nove mesi, il che si attesta entro il limite di un anno che mi ero prefissato.
Sono lieto di rilevare che nel 2009 il 56 per cento delle inchieste sono state risolte dall'istituzione interessata o sono state chiuse con una soluzione amichevole. Il miglioramento rispetto al 2008 è stato molto significativo, in quanto l'anno scorso questa percentuale era del 36 per cento. In 35 casi è stato emesso un'osservazione critica. Anche in questo caso c'è stato un grande miglioramento rispetto al 2008 in cui sono state emesse 44 osservazioni critiche, o nel 2007, quando ce ne sono state 55. Questa drastica diminuzione è un ottimo segno, ma non è ancora sufficiente.
Onorevoli deputati, il Mediatore si adopera per aiutare ogni denunciante che si rivolge al suo ufficio, anche nei casi in cui la denuncia non rientri nel suo mandato. Nel 2009 ho ricevuto un totale di 2 392 denunce di questo genere, con una diminuzione del 6 per cento rispetto al 2008. Siffatto calo è incoraggiante. In effetti da tempo il Parlamento chiede la riduzione del numero delle denunce inammissibili. Per me questo risultato è in parte dovuto al fatto che molti cittadini si rivolgono direttamente all'istanza giusta.
Nel gennaio 2009 il Mediatore ha introdotto una guida interattiva sul suo sito, che è accessibile in tutte 23 le lingue dell'UE. Questa guida mira ad indirizzare i denuncianti all'organismo che è meglio in grado di aiutarli, sia che si tratti dei servizi dello stesso Mediatore, dei servizi dei difensori civici nazionali negli Stati membri o i meccanismi di risoluzione delle controversie, come la rete transnazionale online SOLVIT.
Nel corso del 2009 la guida è stata usata da oltre 26 000 persone. È molto importante che i cittadini siano indirizzati sin dall'inizio all'organismo più appropriato per dar corso alle denunce, risparmiando loro la frustrazione ed i ritardi che si verificano quando devono trovare da soli l'istituzione giusta.
In questo modo, le denunce vengono trattate in maniera più rapida e più efficace, garantendo che i cittadini possano godere appieno dei propri diritti ai sensi del diritto UE e garantendo altresì che il diritto comunitario sia applicato.
Negli ultimi tre anni il Mediatore si è adoperato alacremente per far conoscere il proprio servizio alle imprese, alle associazioni, alle ONG, alle autorità regionali e ad altri gruppi bersaglio, ossia a tutti quelli che sono coinvolti in progetti o programmi UE e che hanno contatti diretti con l'amministrazione dell'Unione europea.
Per garantire ulteriormente un sensibilizzazione circa l'operato di questo ufficio, il Mediatore nel 2009 ha intensificato la cooperazione con altre reti preposte a diffondere informazioni o a risolvere problemi, come Europe Direct e SOLVIT. Il Mediatore ha altresì intensificato gli sforzi per raggiungere potenziali denuncianti, organizzando una serie di eventi pubblici. Tutte queste attività di sensibilizzazione, insieme ai solidi risultati conseguiti a beneficio dei denuncianti, ha portato ad un aumento dell'85 per cento della copertura mediatica del Mediatore europeo.
Il numero di inchieste aperte, sulla base delle denunce pervenute nel 2009, è passato da 293 a 335. Questo aumento in parte è riconducibile alle attività di sensibilizzazione. Sono state inoltre perseguite le attività per migliorare la qualità delle informazioni trasmesse ai cittadini e ai potenziali denuncianti in merito ai diritti previsti dal diritto UE mediante la rete europea dei difensori civici che concorre ampiamente ad agevolare il trasferimento rapido delle denunce al difensore civico competente o ad un organismo analogo.
Inoltre, il Mediatore ha continuato ad adoperarsi affinché certe istituzioni adottassero un approccio improntato al cittadino in tutte le loro attività. Questa è una funzione che deve essere affrontata di concerto con le istituzioni. Per promuovere tale obiettivo nella Commissione, lavoro a stretto contatto con il Vicepresidente incaricato delle relazioni con il Mediatore, il Commissario Šefčovič, che ringrazio per essere oggi presente in questa sede, per la stretta collaborazione e per il sostegno che mi ha dato sinora.
La mancanza di trasparenza si colloca al primo posto tra le osservazioni che ho esaminato nel 2009 ed ha riguardato il 36 per cento delle inchieste. È con una certa preoccupazione che rilevo il perdurare di una percentuale elevata per questo tipo di denunce. Un'amministrazione comunitaria responsabile e trasparente rappresenta certamente la chiave per conquistare la fiducia dei cittadini. Mi dispiace inoltre per i lunghi ritardi con cui la Commissione risponde in merito all'accesso ai documenti. Il caso più eclatante ha fatto l'oggetto della relazione dell'onorevole Paliadeli in cui si chiarisce che il Parlamento si aspetta un miglioramento sostanziale dalla Commissione in questo ambito.
L'entrata in vigore del trattato di Lisbona è stato l'evento saliente del 2009. Il trattato contiene nuove promesse per i cittadini in relazione ai diritti fondamentali e sul miglioramento della trasparenza oltre a maggiori opportunità di partecipazione nel processo politico dell'Unione. Esso rende inoltre giuridicamente vincolante la Carta sui diritti fondamentali, compreso il diritto alla buona amministrazione.
La riforma del regolamento finanziario offre un'ulteriore eccellente occasione di mettere in pratica il diritto fondamentale alla buona amministrazione. Credo che siffatte norme debbano fungere da orientamento ai funzionari affinché possano assicurare sia una solida gestione finanziaria che una buona amministrazione. Onorevoli deputati, recentemente ho definito e adottato una strategia che copre l'intero periodo del mio mandato. Il documento, in settimana, è stato trasmesso per conoscenza all'Ufficio di presidenza, alla Conferenza dei presidenti e alla commissione per le petizioni.
La strategia è volta a mettere in atto la missione della mia istituzione, che ho accettato nel 2009, e recita: "Il Mediatore europeo si propone di dare un esito equo alle denunce sporte contro le istituzioni dell'Unione europea, incoraggia la trasparenza e promuove una cultura amministrativa del servizio. Mira a costruire la fiducia attraverso il dialogo tra cittadini e Unione europea e a favorire i più elevati standard di condotta nelle istituzioni dell'Unione
In questo spirito, signor Presidente, onorevoli deputati, e nello spirito della dichiarazione della Commissione, continuerò ad adoperarmi per mettere in atto il mandato che questa insigne Assemblea ha voluto affidarmi.
Maroš Šefčovič, Vicepresidente della Commissione. – (EN) Signor Presidente, cercherò di rispondere alle tre relatrici e al Mediatore. Innanzi tutto, ringrazio gli onorevoli Nedelcheva, Paliadeli e Lichtenberger per le relazioni. Chiaramente condividiamo i medesimi obiettivi, ovverosia vogliamo che l'amministrazione sia efficiente e professionale e che il diritto europeo venga rispettato. È questo il presupposto su cui intendiamo affrontare questi argomenti e certamente giungeremo ad un risultato positivo.
Passando al Mediatore Diamandouros, desidero esprimere apprezzamento per la stretta collaborazione che intrattiene con la Commissione. Oggi per lui è una giornata speciale, in quanto può constatare che il suo lavoro viene apprezzato anche dal Parlamento europeo. Posso assicurarvi che la comunicazione tra noi ed i nostri servizi è molto intensa. Praticamente ogni settimana mando una lettera di spiegazioni al Mediatore e ricevo la risposta. In questo modo, cerchiamo di trovare soluzioni adeguate nell'ambito del nostro operato. Ovviamente vi sono questioni irrisolte sui cui stiamo lavorando, ma lo considero semplicemente il segno della nostra fruttuosa comunicazione.
Tengo ad enfatizzare che la Commissione accoglie con favore la relazione dell'onorevole Nedelcheva, in cui viene tratteggiata una panoramica chiara ed esauriente delle attività del Mediatore dell'anno scorso. In realtà, nella relazione del Mediatore sulle attività del 2009, i risultati delle varie inchieste vengono presentati in maniera chiara, sono illustrati con esempi e vengono classificati in categorie secondo la natura dei casi di cattiva amministrazione o dell'istituzione interessata.
Come ha già detto il Mediatore Diamandouros, nel 2009 il suo ufficio ha registrato un totale di 3 098 denunce contro le 3 406 nel 2008. In un anno si è avuto un calo del 9 per cento, ma sappiamo perfettamente che il 56 per cento delle inchieste vertevano sulla Commissione. Sappiamo anche che le denuncie più frequenti per cattiva amministrazione indicavano una mancanza di trasparenza, tra cui il rifiuto di dare informazioni. In relazione a siffatti casi mi impegno ad andare ancora più a fondo.
La Commissione apprezza gli sforzi profusi dal Mediatore per ridurre ulteriormente la durata media delle inchieste, giungendo ad un periodo medio di nove mesi. La Commissione, tuttavia, sottolinea che il Mediatore, nell'azione volta ad abbreviare i tempi di trattamento delle denunce, deve tener conto delle tempistiche della consultazione interna prima che il collegio dei Commissari possa dare delle risposte. Ogni risposta viene confermata e sottoscritta dal collegio, quindi ci vuole del tempo.
Va osservato che il Mediatore ha condotto un'intensa campagna d'informazione, che ha portato ad una maggiore consapevolezza dei diritti dei cittadini e ad una migliore comprensione della sua sfera di competenza. In proposito il Mediatore tende ad emettere prontamente dei comunicati stampa che spesso vengono pubblicati subito dopo l'invio del progetto di raccomandazione alla Commissione, non lasciando spazio all'Esecutivo per la difesa, visto che la risposta in quel momento è ancora in fase di preparazione.
In alcuni casi potrebbe essere raggiunta una soluzione amichevole, laddove l'istituzione offre un rimedio al denunciante. Questa soluzione viene offerta su base libera, senza affrontare questioni di responsabilità e senza creare un precedente legale. Se non è possibile giungere ad una soluzione amichevole, il Mediatore può presentare delle raccomandazioni per risolvere il caso. Qualora l'istituzione non accetti la raccomandazione, il Mediatore può presentare una relazione speciale all'Assemblea. Nel 2009 il Mediatore non ha presentato relazioni speciali al Parlamento europeo. Una relazione speciale è stata presentata al Parlamento nel 2010 in merito ad una denuncia sull'accesso ai documenti della Commissione.
Nelle relazioni con il Mediatore talvolta si sono verificate delle differenze di opinione. È accaduto nelle indagini sulle procedure d'infrazione. Il Mediatore spesso afferma che la Commissione non fornisce spiegazioni sufficienti in merito alla propria posizione. Pertanto la Commissione è chiamata a dare una risposta sui contenuti sostanziali del proprio ragionamento e diventa quasi un dibattito sui meriti della linea dell'Esecutivo. Tuttavia, la Commissione solitamente risponde in maniera esauriente al Mediatore, delineando in dettaglio e circostanziando le interpretazioni del diritto che sono state applicate e aggiungendo un'informativa sulle differenze di interpretazione della legge e sottolineando che l'arbitro ultimo è la Corte di giustizia europea.
Visti gli sviluppi che si sono prodotti negli ultimi anni sulla registrazione e sul trattamento delle denunce (il progetto pilota UE), come conferma la relazione annuale sull'applicazione del diritto UE nel 2009, la Commissione per il prossimo futuro vorrebbe aggiornare la comunicazione del 23 marzo 2002 sulle relazioni con i denuncianti in relazione alle infrazioni al diritto comunitario. Ho incontrato personalmente il Mediatore e ho potuto quindi informarlo in merito a questi sviluppi.
Nel campo della trasparenza e dell'accesso ai documenti, la Commissione esamina meticolosamente tutte le denunce trasmesse dal Mediatore.
Uno dei casi che ha indotto il Mediatore a presentare una relazione speciale al Parlamento nel 2010 ha fatto l'oggetto della relazione Paliadeli. Mi dispiace che questa relazione speciale sia stata presentata poco dopo che la Commissione aveva assunto la decisione finale in merito. Ad ogni modo, riconosco che ci è voluto troppo tempo per raggiungere una decisione, anche se era dovuto al fatto che la parte terza non rispondeva in merito alla proposta della Commissione. Tengo a sottolineare che la Commissione intende cooperare in maniera franca e aperta con il Mediatore. Non sussistono dubbi circa la disponibilità a collaborare della Commissione e certamente l'Esecutivo non intende ostacolare in alcun modo il lavoro del Mediatore. La Commissione cerca sempre di cooperare strettamente con questo ufficio. Tuttavia, alcune richieste di accesso ai documenti sono particolarmente complesse o voluminose e non possono essere affrontate entro le normali tempistiche. La Commissione gestisce circa 5 000 richieste di accesso all'anno, di cui solo 15-20 danno luogo a denunce presso il Mediatore.
Grazie all'entrata in vigore del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, è possibile cominciare a congegnare un approccio comune al fine di avere un'amministrazione europea aperta, efficiente ed indipendente. Per la Commissione, infatti, è necessario un dialogo interistituzionale prima di presentare qualsiasi proposta legislativa. Un risultato positivo in questo senso appare possibile e la cooperazione tra le due istituzioni su questo argomento dovrebbe garantirlo.
Se mi consente, signor Presidente, vorrei rispondere anche all'onorevole Lichtenberger, poiché ella ha già compiuto un grande sforzo per essere presente stamani. Le assicuro che la Commissione attribuisce una fondamentale importanza alla corretta applicazione del diritto UE e, come sapete, questo punto rientra tra le priorità della Commissione Barroso. Già nella comunicazione "Un'Europa dei risultati", nel 2007 la Commissione si era impegnata a migliorare i propri metodi operativi in modo da affrontare più efficacemente i problemi che derivano dall'applicazione del diritto UE, concentrandosi sulle questioni che provocano la maggior parte dei problemi per i cittadini e per le imprese. In questa comunicazione ho affermato che la relazione annuale rappresenta più di una valutazione strategica dell'applicazione del diritto UE, in quanto identifica le principali sfide, fissa le priorità e programma il lavoro di conseguenza. La Commissione accoglie con favore la risposta che il Parlamento ha dato a questa relazione. Ora passerò a commentare alcune delle questioni principali.
Per quanto concerne la trasmissione di informazioni sulle violazioni, la Commissione si accinge a mettere in atto il nuovo accordo quadro con il Parlamento. Intende quindi trasmettere all'Assemblea le informazioni previste. La Commissione inoltre è ansiosa di collaborare con questo consesso in relazione al portale "Your Europe" al fine di garantire che i cittadini sappiano a chi rivolgersi per ottenere le informazioni di cui hanno bisogno.
Apprezziamo il fatto che il Parlamento abbia riconosciuto il contributo del progetto pilota UE affinché l'Unione possa effettivamente agire tenendo conto innanzitutto dei cittadini, come prevede il trattato di Lisbona. Il progetto è volto a garantire che le preoccupazioni e le denunce dei cittadini in merito all'applicazione del diritto comunitario siano accolte con grande considerazione dalle istituzioni. Nell'adempiere a questa funzione, la Commissione è tenuta a rispettare il vincolo di riservatezza che è garantito agli Stati membri, come ha confermato la Corte di giustizia in relazione alle vicende sull'applicazione del diritto UE e sui potenziali procedimenti di infrazione.
Pertanto, pur avendo fornito ampie informazioni nella relazione adottata nel marzo di quest'anno sul funzionamento del progetto pilota UE, la Commissione non concede accesso e non diffonde informazioni sui casi specifici trattati nell'ambito di tale progetto. Al contempo la Commissione riconosce l'importanza di garantire ai cittadini una chiara ed esaustiva valutazione dell'esito del lavoro svolto con gli Stati membri nell'ambito del progetto e si impegna ad assicurare che i denuncianti abbiano la possibilità di esprimere i propri commenti.
Per quanto concerne la questione dell'adozione del codice procedurale ai sensi dell'articolo 298, la Commissione è al corrente dell'istituzione di un gruppo di lavoro in Parlamento per studiare il potenziale campo d'azione ed i contenuti di siffatta iniziativa. L'Esecutivo reputa altresì opportuno soppesare l'esito del lavoro iniziale in relazione alla materia considerata nella sua interezza prima di passare ad altri elementi specifici. Per il momento, pertanto, ci riserviamo di esprimere una posizione su tutti gli altri aspetti.
La Commissione si sta inoltre preparando a fornire informazioni aggiornate sulle risorse assegnate all'applicazione del diritto UE. La proposta di risoluzione in discussione oggi verte su un'ampia gamma di tematiche e, in risposta al testo, la Commissione fornirà ulteriori delucidazioni che sarebbe molto difficile esporre adesso, principalmente per mancanza di tempo.
Signor Presidente, onorevoli deputati, siamo lieti per l'interesse comune dimostrato sull'attuale applicazione del diritto UE a beneficio dei cittadini e delle imprese. L'effettiva applicazione di siffatto diritto è uno dei pilastri dell'Unione europea e costituisce altresì una componente chiave dell'iniziativa sulla regolamentazione intelligente.
Mi scuso con gli interpreti per aver parlato così velocemente. Vi ringrazio molto per la pazienza e grazie per l'attenzione.
Presidente. – Sì, temo che lei abbia un po' la tendenza a parlare velocemente. Grazie.
Rainer Wieland, relatore per parere della commissione per le petizioni. – (DE) Signor Presidente, Mediatore Diamandouros, signor Commissario, in questa discussione congiunta intervengo a nome del presidente della commissione per le petizioni che purtroppo è malata. Nel mio discorso parlerò solamente della relazione dell'onorevole Paliadeli.
L'Assemblea ha spesso dibattuto la questione dell'accesso ai documenti ed i benefici della trasparenza, chiedendosi dove debba essere tracciata la linea di demarcazione tra i diritti legittimi e gli interessi dei cittadini, da un lato, ed i legittimi interessi dei privati e delle aziende, dall'altro. A proposito, onorevole Paliadeli, la questione può anche essere capovolta, ossia le informazioni possono essere trasmesse ad una ONG o ad un'azienda ed un privato cittadino poi può chiedere che informazioni sono state trasmesse esattamente. Non vogliamo discriminare tra buoni e cattivi, ma si parla semplicemente di tempistiche e di scadenze. Le scadenze devono essere rispettate sia per i privati cittadini che ovviamente per il Mediatore. Questo è un cosiddetto principio fondamentale di buona amministrazione. Ci aspettiamo che la Commissione, che si è mostrata molto disponibile a velocizzare i tempi, come ha indicato il Vicepresidente, esamini più da vicino la questione e vi apporti dei miglioramenti.
Elena Băsescu, a nome del gruppo PPE. – (RO) Signor Presidente, intervengo in qualità di relatrice ombra per il gruppo PPE sulla relazione stilata in merito alla relazione speciale del Mediatore europeo. Innanzi tutto tengo ad enfatizzare che, grazie al consenso raggiunto tra gli schieramenti politici, è stato più facile redigere la relazione. Aggiungo, inoltre, che non è stato presentato alcun emendamento e porgo le mie congratulazioni all'onorevole Paliadeli per il risultato conseguito.
Suscita preoccupazione il comportamento anticooperativo che ha tenuto la Commissione nei confronti del Mediatore, in quanto rischia di compromettere gravemente la fiducia dei cittadini verso le istituzioni europee. La mancanza di una valida cooperazione pregiudica la capacità del Mediatore e del Parlamento di vigilare efficacemente sull'Esecutivo. Tengo inoltre a ricordare il principio della cooperazione onesta e aperta prevista dal trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che implica il consolidamento delle relazioni sulla base della buona fede tra le istituzioni UE. Purtroppo il Mediatore molto spesso è costretto a constatare che la Commissione non rispetta le scadenze sull'accesso pubblico ai documenti.
Un altro aspetto preoccupante è che il Mediatore è dovuto ricorrere ad una relazione speciale, in quanto era ultima possibilità che gli rimaneva per persuadere la Commissione ad essere più cooperativa. Vicende di questo genere non devono più ripetersi in futuro. In proposito esorto la Commissione ad adoperarsi maggiormente per offrire una cooperazione più efficace al Mediatore. Va ricordato, infatti, che, ogniqualvolta la Commissione disattende questo impegno, il Parlamento può varare delle sanzioni. La situazione descritta nella relazione implica un problema sistemico, poiché i cittadini vengono privati di uno dei benefici principali che possono aspettarsi in relazione al diritto elementare di presentare una denuncia.
Monika Flašíková Beňová, a nome del gruppo S&D. – (SK) Signor Presidente, ringrazio tutte e tre le deputate per le relazioni che stiamo dibattendo oggi in discussione congiunta. In particolare vorrei parlare della relazione dell'onorevole Lichtenberger, in quanto, a mio parere, denota un rigore eccezionale e ne condivido molto i contenuti. Anch'io quindi sarò un pochino più critica quest'oggi, signor Vicepresidente.
In linea generale si può affermare che la Commissione nel complesso non diffonde informazioni sufficienti al pubblico e al Parlamento in relazione alle modalità di controllo sull'applicazione del diritto comunitario. Al contempo il trattato sull'Unione europea stabilisce chiaramente che i cittadini europei devono avere un ruolo attivo, ad esempio nell'ambito dell'iniziativa europea dei cittadini europei. Signor Vicepresidente, sono molto lieta che lei sia qui in Aula oggi per il dibattito, poiché, oltre ad essere competente, ha lavorato molto a questa iniziativa.
Ad ogni modo, le relazioni annuali della Commissione europea sul monitoraggio dell'applicazione del diritto UE nella forma attuale non informano adeguatamente il Parlamento e l'opinione pubblica sulla situazione reale. La Commissione finora si è concentrata eccessivamente sul recepimento del diritto comunitario nel diritto nazionale, trascurandone ampiamente l'effettiva applicazione. Uno scarno riferimento ai procedimenti formali in corso per gli Stati membri che non hanno ancora recepito il diritto UE nel diritto nazionale non ci dice molto e non dice molto nemmeno ai cittadini. Dobbiamo e vogliamo saperne di più in merito ai casi di cui la Commissione si occupa in cui il recepimento sarebbe stato impreciso o del tutto errato. Solo quando saremo pienamente informati, potremo parlare di coerenza nei controlli sull'applicazione del diritto UE.
Come di certo sappiamo tutti, onorevoli colleghi, il Parlamento europeo ha certi doveri e certi poteri nei confronti della Commissione, tra cui il controllo e la valutazione. L'Assemblea nutre un interesse autentico nel voler valutare adeguatamente i progressi compiuti dalla Commissione in merito all'adempimento alle proprie funzioni, sulla salvaguardia degli accordi e sul rispetto del diritto UE. Tuttavia, non abbiamo un accesso sufficiente alle informazioni su cui si basa la Commissione per affrontare le violazioni alle normative. Non è la prima volta che viene avanzata una richiesta di questo genere, signor Vicepresidente.
Già a febbraio nella risoluzione sulla revisione dell'accordo quadro tra Parlamento europeo e Commissione, avevamo chiesto alla Commissione di mettere a disposizione, e cito,"del Parlamento informazioni sintetiche su tutte le procedure d'infrazione basate sulla lettera d'intimazione ed anche, su richiesta del Parlamento, sulle questioni oggetto della procedura d'infrazione". Fine della citazione. Rivolgo quindi un forte appello alla Commissione affinché ci trasmetta questo genere di informazioni e, per nostro tramite, le trasmetta anche ai cittadini europei.
Per concludere, signor Vicepresidente, ho ribadito molte volte nei miei interventi che il Parlamento europeo nutre un interesse sincero ad assistere la Commissione, e anche a sostenerla contro il Consiglio. Ora stiamo avanzando una richiesta a lei affinché la Commissione, in cambio, trasmetta al Parlamento le informazioni che chiede, non solo per sé, ma anche per i cittadini degli Stati membri dell'Unione europea.
Margrete Auken, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DA) Signor Presidente, per la commissione per le petizioni, ovverosia la commissione che si occupa delle denunce dei cittadini, il rispetto per la legislazione UE è assolutamente fondamentale. I cittadini si rivolgono a noi, poiché le autorità nazionali o locali non ottemperano al diritto comunitario, ad esempio, in relazione alla protezione della salute umana o dell'ambiente. Basti pensare alle moltissime denunce che abbiamo ricevuto sulla lunga crisi dei rifiuti in Campania, nonostante la chiara sentenza della Corte di giustizia europea ed il congelamento dei fondi. Non è stato fatto praticamente nulla per risolvere il problema. Sia i cittadini che l'ambiente ne risentono gravemente. E poi si dice: "beata Campania"! La Commissione deve immediatamente ricorre a tutti i mezzi di cui dispone per intervenire.
Il trattato assegna un ruolo fondamentale alla Commissione, ossia le impone di controllare il rispetto della legislazione UE negli Stati membri. In commissione quindi prestiamo un'attenzione particolare a come la Commissione affronta i casi di violazione delle norme. Alla luce di tale presupposto esprimo apprezzamento per la relazione dell'onorevole Lichtenberger. Ella ha precisato chiaramente che non basta trasmettere agli Stati membri le denunce sulle violazioni, in quanto i problemi così non si risolvono. Le denunce puntano proprio il dito contro i singoli Stati e quindi i cittadini vengono privati di ogni strumento.
In proposito rivolgo i miei complimenti al Mediatore europeo che ha svolto uno studio di propria iniziativa sulle nuove modalità che la Commissione ha adottato per affrontare le denunce e le infrazioni, soprattutto sulla registrazione – o meglio sulla non registrazione – delle denunce contro gli Stati membri che disattendono il diritto comunitario. Il Mediatore ha altresì il potere di emettere un parere sul merito quando la Commissione viene accusata di non aver dato seguito alle infrazioni, anche se, in ultima istanza, spetta ovviamente alla Corte assumere una decisione.
Ad ogni modo, compiremmo dei progressi se ora adottassimo la proposta contenuta nella relazione dell'onorevole Nedelcheva di varare una normativa specifica sulle procedure amministrative dell'Unione europea che in definitiva potrebbe avere come base giuridica l'articolo 298 del trattato di Lisbona.
È buona cosa che la relazione annuale del Mediatore rilevi molti segnali di miglioramento, ma preoccupa il fatto che oltre un terzo delle denunce vertano sulla mancanza di trasparenza e sull'accesso ai documenti e alle informazioni. In proposito è deprecabile che sia la Commissione che diversi Stati membri stiano cercando di proteggere i grandi gruppi di interesse, ricorrendo anche all'abuso delle norme sulla protezione dei dati.
Un esempio esecrabile in proposito è costituito dalla relazione speciale del Mediatore sulla Porsche e sulla corrispondenza in merito alla protezione dei limiti di anidride carbonica per le automobili. In questa sede qualcuno crede la Commissione abbia consultato qualche piccola o media azienda sull'accesso alla corrispondenza o che avrebbe provocato un ritardo di 15 mesi per una piccola azienda? Ovviamente no! È stato solo perché si trattava della Porsche e ovviamente anche perché c'entrava il Commissario Verheugen. La relazione speciale del Mediatore descrive i fatti in maniera esaustiva e raccomando a tutti di leggere l'eccellente relazione dell'onorevole Paliadeli e la stessa relazione del Mediatore. Il racconto è avvincente. Costringe il lettore ad aprire gli occhi su molte cose. L'aspetto più grave di questa vicenda, tuttavia, è la mancanza di cooperazione leale da parte della Commissione verso il Mediatore. Questa è una relazione importante. Il Parlamento deve pronunciarsi chiaramente in merito. Ringrazio quindi il Mediatore e l'onorevole Paliadeli.
Oldřich Vlasák, a nome del gruppo ECR. – (CS) Signor Presidente, la relazione annuale del Mediatore rappresenta un esempio valido di come dovremmo presentare le nostre attività all'opinione pubblica. Il testo è comprensibile, conciso e va dritto al punto. Pertanto rivolgo un vivo applauso al Mediatore per il lavoro che ha svolto e per aver superato molti ostacoli. Mi congratulo personalmente con lui. Tuttavia, tengo a rilevare un problema sistemico nelle attività del suo ufficio. Il problema è la sensibilizzazione dell'opinione pubblica. Dobbiamo infatti ammettere che per molti versi l'Unione europea, in quanto organizzazione internazionale, è difficile da capire, non solo per quanto concerne i sovvenzionamenti, ma anche in relazione ai suoi poteri, alle sue istituzioni, ai suoi processi decisionali e alle politiche e alle normative adottate. Di certo, se conducessimo un sondaggio tra i cittadini europei in merito al ruolo del Mediatore europeo e ai suoi poteri e attività, purtroppo emergerebbe che egli è percepito come una figura distante e, in molti casi, la gente non saprebbe nemmeno che esiste. I fatti sono assai chiari. Moltissime delle denunce presentate dai cittadini cechi non rientrano nella sfera di competenza del Mediatore. La situazione non è diversa negli altri Stati membri.
Quando abbiamo dibattuto la relazione sul 2008 in questa sede, abbiamo chiesto tutti una maggiore sensibilizzazione pubblica. Sono state proposte capillari campagne d'informazione e si è parlato dell'istituzione di siti Internet. Ad ogni modo, io stesso ho provato ad inoltrare una denuncia sul sito ieri. Ho trovato eccessivamente complicata la guida interattiva e per la verità credo sia incomprensibile ai comuni cittadini. Anche il modulo di denuncia è complicato. Mi ricorda un poco i moduli in uso nella Repubblica ceca per la dichiarazione dei redditi, che i comuni cittadini non riescono a compilare senza l'assistenza di un consulente fiscale. A dire il vero, lo stesso sito web scoraggia i cittadini dal presentare le denunce. Pertanto lancio un appello affinché sia apportata una semplificazione.
Un altro aspetto che reputo estremamente importante è la necessità di ridurre i tempi necessari per trattare i casi. In definitiva, sappiamo che, ogniqualvolta viene presentata una denuncia, da un punto di vista della fiducia, è assolutamente importante che sia trattata quanto più rapidamente possibile, rispondendo al denunciate quanto prima. Inoltre, se la questione non rientra nella competenza dell'organismo cui viene presentata, la denuncia deve essere trasmessa direttamente al difensore civico nazionale o regionale cui spetta assicurare un seguito.
Onorevoli colleghi, l'eccesso di comunicazione uccide l'informazione e troppe informazioni uccidono i cittadini europei. A mio parere, il Mediatore deve occuparsi in via prioritaria di risolvere questo problema, prevenendo al contempo gli errori nelle procedure burocratiche. Credo pertanto sia fondamentale che questa istituzione non indulga nelle campagne d'informazione e oltretutto non credo che le sue competenze debbano essere estese. Dopo la sua nomina il Mediatore Diamandouros aveva affermato che intendeva perseguire un'opera volta a migliorare la qualità dell'amministrazione dell'Unione europea. Per concludere, chiedo quindi qual è il problema sistemico specifico che è riuscito ad alleviare il Mediatore e a cosa intende dedicarsi l'anno prossimo. Le rivolgo i miei migliori auguri affinché possa individuare soluzioni sistemiche.
Willy Meyer, a nome del gruppo GUE/NGL. – (ES) Signor Presidente, il mio gruppo ringrazia l'onorevole Nedelcheva per la relazione, che ci fornisce molteplici informazioni della commissione per le petizioni sull'operato del Mediatore europeo.
Si tratta di un testo molto descrittivo su tutte le attività del 2009 e su buona parte delle denunce che, tra l'altro, hanno evidenziato un calo del 9 per cento rispetto all'anno scorso. Oltre la metà, però, riguarda la Commissione europea.
Le denunce che sono state inoltrate al Mediatore vertono sulle pratiche amministrative inadeguate, come la mancanza di trasparenza o i casi in cui viene negato accesso ai documenti. Possiamo dichiararci soddisfatti per il fatto che una parte ragguardevole di questo tipo di denunce ha trovato una soluzione grazie all'intervento del Mediatore, quindi stiamo andando nella direzione giusta.
Per il 2010, in definitiva, sono stati fissati cinque obiettivi: l'ascolto aperto ai suggerimenti al fine di identificare le migliori prassi, l'opera volta ad individuare modalità più idonee per conseguire risultati più rapidamente, l'azione di persuasione per incidere più efficacemente sulla cultura amministrativa delle istituzioni, fornendo informazioni puntuali ed utili che possono essere fruite con rapidità e che possono essere adattate al fine di garantire una valida gestione delle risorse, efficienza ed efficacia. Gli obiettivi che sono stati fissati per il 2010 sono estremamente pertinenti.
Dobbiamo aggiornare i meccanismi atti a consentirci di risolvere i casi sulla mancanza di trasparenza e di informazione, che senz'altro segnano un aumento. Abbiamo l'esempio della relazione Paliadeli sul caso Porsche, in quanto questo produttore, anzi la Commissione si è rifiutata di rendere note alcune delle lettere della società automobilistica. Il Parlamento quindi deve sostenere il Mediatore ed il Mediatore deve poter contare sul Parlamento per approfondire questioni di questo genere.
La recente sentenza della Corte di giustizia europea che sovverte la decisione della Commissione di pubblicare l'elenco dei beneficiari degli aiuti della PAC suscita grande preoccupazione. Altrimenti detto, quella sentenza è contraria ai principi elementari di trasparenza che dovrebbero sottendere a tutte le questioni inerenti al bilancio europeo e costituisce un attacco diretto al diritto degli europei di sapere come viene speso il denaro che versano in qualità di contribuenti. Si tratta di una prassi negativa cui il Parlamento deve cercare di porre rimedio apportando i necessari emendamenti legislativi.
Nikolaos Salavrakos, a nome del gruppo EFD. – (EL) Signor Presidente, dopo aver letto la relazione del Mediatore europeo sulle attività del 2009, non posso far altro che rivolgere un plauso al Mediatore Diamandouros, poiché egli rappresenta e serve con onore l'istituzione che unisce i cittadini europei e che li fa sentire sicuri.
Ovviamente è compito del Mediatore assicurare che tutti i cittadini o le organizzazioni che incontrano dei problemi con le istituzioni dell'Unione europea, in relazione ad abusi di potere o per ogni altra forma di cattiva amministrazione, possano rivolgersi al suo ufficio.
Dopo aver letto la relazione, capisco da dove deriva il successo dell'istituzione e dei suoi funzionari. In primo luogo la maggior parte delle indagini – una percentuale che è già salita al 70 per cento – viene completata entro un anno ed oltre la metà – più esattamente il 55 per cento – viene portata a termine nell'arco di tre mesi. Emerge pertanto la rapidità con cui agiscono il Mediatore ed il suo organico e la fluidità che caratterizza l'operato di questa istituzione.
In secondo luogo, nell'80 per cento dei casi affrontati il Mediatore è riuscito ad aiutare le parti a risolvere il problema, applicando diverse soluzioni, sia indirizzandole all'organo competente che indicando l'organismo che doveva essere contattato per risolvere rapidamente il problema, il che denota l'efficienza dell'istituzione.
Non dobbiamo dimenticare che l'84 per cento delle petizioni sono state presentate da cittadini privati e che solo il 16 per cento sono state presentate da aziende o da associazioni. Anche questo dimostra l'alta considerazione che i cittadini europei nutrono per questa istituzione e per i suoi rappresentanti nelle vicende di presunta cattiva amministrazione. Tengo a mettere in luce che nove dei casi archiviati nel 2009 sono esempi di migliori prassi. Devo dire che personalmente ho rilevato con piacere che, il Mediatore nell'introduzione della relazione, ha affermato che intende rendere un contributo affinché l'Unione europea possa offrire ai cittadini i benefici promessi nel trattato di Lisbona. Pertanto esprimo le mie congratulazioni al Mediatore Diamandouros.
Martin Ehrenhauser (NI). – (DE) Signor Presidente, anch'io ho presentato una denuncia al Mediatore europeo e, sebbene il risultato non sia stato del tutto favorevole per me e non sia rimasto soddisfatto della sentenza, desidero comunque porgere i miei complimenti al Mediatore per il lavoro svolto. Il Parlamento quasi certamente darà un sostegno al suo operato.
Nel discorso introduttivo il Mediatore ha giustamente rilevato che il successo o il fallimento per lui dipende ampiamente dalle azioni messe in atto dalle istituzioni. Basti pensare al caso Porsche in cui sono stati messi in luce i limiti dei poteri del Mediatore e la mancanza di serietà con cui alcune istituzioni accolgono le sue raccomandazioni.
Ovviamente anche il Parlamento deve mettere ordine al proprio interno, ad esempio, nel caso dell'acquisto dell'edificio Altiero Spinelli, in cui sono emerse gravissime irregolarità. Il Mediatore ha emesso delle chiare raccomandazioni e sono stati approntati degli emendamenti. Finora, però, i progressi compiuti in Parlamento sono stati assai limitati. Gli emendamenti sono stati bocciati, il che dimostra per l'ennesima volta la considerazione che l'Aula nutre per questo genere di raccomandazioni. In altre parole il Parlamento deve assolutamente sistemare le proprie questioni interne e prendere seriamente le raccomandazioni del Mediatore, rafforzano così la posizione del suo ufficio.
Tadeusz Zwiefka (PPE). – (PL) Signor Presidente, come ogni anno, la commissione giuridica presenta in Aula la sua relazione sulla relazione della Commissione concernente l'applicazione del diritto UE e, come accade ogni anno, i membri della commissione giuridica nutrono diverse riserve sulla sostanza e sulla forma in cui la Commissione ha redatto il testo.
Di certo la questione del recepimento del diritto comunitario negli ordinamenti nazionali rappresenta un grave problema all'interno dell'Unione. Regolamenti uguali vengono varati dai vari paesi in momenti diversi, il che, per certi versi, è comprensibile. Tuttavia, non si devono accumulare ritardi, poiché si crea incertezza giuridica e si impedisce quindi ai cittadini di esercitare i loro diritti. Come ha correttamente evidenziato la relatrice, i ritardi nel recepimento e l'applicazione non conforme del diritto comunitario comportano costi reali e determinano una mancanza di fiducia nelle istituzioni dell'Unione europea tra i cittadini. Anche per questo motivo apprezzo tutte le iniziative della Commissione, come gli incontri di esperti ed il dialogo bilaterale tra la Commissione e gli Stati membri, il cui obiettivo è quello di risolvere siffatti problemi quanto prima possibile. Sto seguendo con grande interesse il progetto pilota, che è stato concepito come strumento volto a dare una risposta rapida a tutti i casi di applicazione non corretta o di adattamento difforme del diritto comunitario nell'ordinamento nazionale.
Ribadiamo il ruolo cui i tribunali nazionali adempiono nell'applicazione pratica e nell'interpretazione del diritto dell'Unione europea. Questo ruolo non può essere messo in atto correttamente, se non viene impartita una formazione adeguata, se non vengono organizzati degli incontri e se non viene creata una cultura giuridica europea. Per quanto concerne il Parlamento – e mi rivolto ai colleghi deputati – la legge che noi variamo, in quanto legislatori, deve essere chiara e comprensibile, poiché solo quando è comprensibile può essere recepita facilmente negli ordinamenti nazionali, evitando quindi molti dei problemi che si evidenziano in questo ambito.
Lidia Joanna Geringer de Oedenberg (S&D). – (PL) Signor Presidente, analizzando la relazione sulle attività del Mediatore europeo nel 2009, ho notato con piacere che si è ampliata ulteriormente la cooperazione tra il Mediatore e la commissione per le petizioni. Stimo molto il lavoro del Professor Diamandouros, che riveste la carica di Mediatore dal 2003, e apprezzo le azioni che egli mette in atto per informare i cittadini europei circa le opportunità che possono cogliere per presentare denuncia nelle vicende di malfunzionamento dell'amministrazione UE, incoraggiandoli a fruire dei loro diritti.
Partendo dal presupposto che solo il 23 per cento delle oltre 3 000 denunce registrate nel 2009 rientrava nella sua sfera di competenza, il Mediatore deve assolutamente continuare ad adoperarsi nell'ambito dell'informazione. In ragione delle competenze limitate, egli può solo condurre indagini sulle denunce in merito alle istituzioni e agli organismi dell'UE. Tuttavia, è importante che i denuncianti che si rivolgono al Mediatore la cui denuncia non può essere accettata per motivi formali siano indirizzati all'autorità competente.
È altresì importante sottolineare che l'entrata in vigore del trattato di Lisbona rafforza significativamente la legittimità democratica del Mediatore, ampliandone l'ambito di competenza alla politica estera. Va inoltre osservato che il Mediatore si sta sempre più attivando di sua iniziativa, ad esempio nel caso del ritardo sui pagamenti dell'UE, nell'ambito della disabilità e delle discriminazioni. Grazie al suo operato è stato varato il codice europeo di buona condotta amministrativa. Un'altra bella notizia è il fatto che si è ridotto a nove mesi il tempo necessario per la trattazione delle denunce.
L'elevata percentuale di casi risolti in cui l'istituzione oggetto della denuncia è scesa ad un accordo o in cui l'esito è stato favorevole al denunciante testimonia l'efficacia del Mediatore e la valida cooperazione con gli altri organismi. Questo aspetto è stato rilevato nel 56 per cento dei casi nel 2009. Spero che il Mediatore, sostenuto dal Parlamento e dalle altre istituzioni, continui ad adoperarsi con la stessa energia e con un'efficacia ancora maggiore di quanta ne abbia avuto sinora.
Anneli Jäätteenmäki (ALDE). – (FI) Signor Presidente, ringrazio il Mediatore europeo e il suo ufficio per l'ammirevole lavoro che hanno svolto in circostanze difficili al fine di adempiere alla propria missione. L'apertura, il diritto di accesso alle informazioni e il diritto alla buona governance sono tutti fattori cruciali affinché l'opinione pubblica possa avere fiducia nella capacità delle istituzioni UE di monitorare i loro diritti. è preoccupante che anno dopo anno il principale difetto amministrativo del sistema sia la mancanza di trasparenza e persino il diniego a rendere note informazioni e documenti. In proposito il caso Porsche è estremamente grave. Lasciando trascorrere 15 mesi prima di consegnare i documenti che le erano stati richiesti, la Commissione ha gravemente trascurato il proprio dovere di cooperare onestamente con il Mediatore. Questo atteggiamento da parte dell'Esecutivo ha leso la fiducia dei cittadini in questo organo, danneggiando l'immagine pubblica dell'Unione europea.
Ora un Commissario ed il Mediatore sono tranquillamente seduti vicini tra i nostri banchi. Sarebbe una buona idea se cominciassero una discussione confidenziale e approfondita sul rispetto del rispettivo lavoro e sulla disponibilità a cooperare e ad agire in conformità con i principi elementari dell'Unione europea. Non voglio puntare il dito contro un singolo Commissario su questo argomento, ma la Commissione deve tenere un dibattito autentico, poiché l'immagine pubblica dell'UE non è tale da consentirci di avere altri casi come quello della Porsche.
I diritti dei cittadini devono essere rispettati dalla Commissione, dal Consiglio e ovviamente anche dal Parlamento, ovverosia da tutte le istituzioni comunitarie.
Gerald Häfner (Verts/ALE). – (DE) Signor Presidente, il Mediatore Diamandouros è stato una vera e propria risorsa per i cittadini e per l'Unione europea e tengo a ringraziarlo sinceramente per il lavoro che ha svolto. Ovviamente bisogna anche parlare dei punti deboli, ossia delle aree in cui occorre apportare dei miglioramenti. È già stato menzionato il caso Porsche. Come cittadino tedesco, mi vergogno per quanto è accaduto. Il caso verte su un Commissario tedesco, su un produttore tedesco e sulla corrispondenza intercorsa tra queste due parti. Tutte le lettere tra la Commissione e gli altri produttori automobilistici in Italia, in Spagna e in altri paesi sono state rese pubbliche, ma non è stato così per la corrispondenza tedesca. Il Mediatore ha emesso non uno, non due, ma ben tre solleciti, e non è successo nulla. Bisogna apportare urgentemente dei provvedimenti correttivi. Lo enfatizzo nella maniera più assoluta.
In secondo luogo, tengo a sottolineare che, quando si usa la parola "pilota", generalmente si pensa ad un gruppo di professionisti che trascorrono tutta la loro carriera nei cieli. Non capisco come mai la Commissione si è fatta venire l'idea di chiamare il nuovo progetto sul trattamento delle denunce dei cittadini europei "progetto pilota", poiché nell'essenza non offre nulla di nuovo. I cittadini prima presentano denuncie circostanziate nei propri paesi. Se a questo livello non accade nulla, allora si rivolgono alla Commissione. Che cosa fa la Commissione? Imbarca le denunce sul primo volo di ritorno per il paese da cui provengono e, ancora una volta, non accade nulla. Non credo che questa sia una modalità adeguata di affrontare le preoccupazioni e le denunce dei cittadini, quindi colgo l'occasione per chiedere al Commissario, che stimo molto, se intende abbandonare questo progetto o se intende rivedere le procedure sulle denunce presentate dai cittadini in modo da trasmetterle alla sede più appropriata affinché i cittadini possano avere giustizia e ottenere un rimedio.
PRESIDENZA DELL'ON. DURANT Vicepresidente
Marek Henryk Migalski (ECR). – (PL) Signora Presidente, signor Commissario, non voglio trasformare questa Camera in un'aula universitaria. Ad ogni modo, come sapete, l'istituto del mediatore è stato creato in Europa quasi tre secoli fa. Per tale ragione non sorprende l'interesse che nutriamo per l'argomento e la grande attenzione che vi dedichiamo.
Tutte tre le relazioni meritano attenzione, con un'unica riserva. Nella relazione dell'onorevole Nedelcheva, c'è un passaggio che ritengo allarmante. Senza pregiudicare il lavoro valido e positivo che ha svolto il Mediatore europeo, il suo ufficio deve per forza costare quasi 9 milioni di euro? Non è possibile contenerne la modalità di funzionamento pressoché bizantina? Per questa ragione il mio gruppo si astiene dal voto su questo tema e su questa relazione in particolare, pur esprimendo in nostri migliori auguri al Mediatore e più in particolare ai cittadini che si rivolgono a lui.
Rui Tavares (GUE/NGL). – (PT) Signora Presidente, prima di tutto ringrazio il Mediatore Diamandouros per il lavoro che ha svolto e per la relazione che ha presentato. Il lavoro è certamente rigoroso e di buona qualità e per questo sono grato al Mediatore. Mi preme affrontare la questione della quantità, piuttosto che della qualità, in quanto è interessante comprendere fino a che punto i cittadini richiedono siffatti servizi.
Evidentemente vi sono alcune migliaia di denunce, parte delle quali non sono valide. È, però, interessante guardare al motivo per cui non ve ne sono altre. Altrimenti detto, si può vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Mi chiedo se la natura manifestamente complessa e opaca delle stesse istituzioni europee e la legislazione sui cui si fondano potrebbero essere alla radice della difficile relazione tra i cittadini e le istituzioni. Infatti, per sporgere denuncia, il cittadino deve conoscere i propri diritti e per sapere quali siano egli deve conoscere la legge ed i meccanismi per la presentazione della denuncia. Pertanto, invece di avanzare delle proposte a lei, Mediatore Diamandouros, vorrei chiederle, come Mediatore, di avanzare delle proposte al Parlamento, in qualità di camera legislativa, sulla semplificazione dei processi legislativi e, per quanto possibile, dei meccanismi istituzionali europei. Si parla tanto di trasparenza e di chiarezza, eppure anche la semplicità è un valore democratico di cui spesso ci dimentichiamo, in quanto consente un ampio accesso pubblico alle istituzioni.
Mediatore Diamandouros, attualmente sono anche membro della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni che tiene votazioni contemporanee. Le assicuro che presterò attenzione alle risposte che saranno date su questo argomento.
John Stuart Agnew (EFD). – (EN) Signora Presidente, forse l'aspetto più deprecabile della condotta del Commissario che emerge dalla relazione, oltre all'orripilante trattamento riservato al denunciante, è che non si è trattato di un caso isolato di cattiva amministrazione. I fatti riportati in questa puntuale relazione vanno oltre la mera negligenza e l'indolenza. Si può ragionevolmente concludere che questo genere di comportamento da parte della Commissione sia stato deliberato, un vero e proprio comportamento calcolato e volto ad ostacolare lo strenuo lavoro del Mediatore, facendosi beffe dello Stato di diritto.
La funzione che il Mediatore è chiamato a svolgere è già abbastanza difficile senza dovervi aggiungere i problemi creati dalla Commissione che, come mostrano i fatti riportati, gli ha costantemente impedito di operare in maniera adeguata. Una volta, se venivano alla luce siffatti comportamenti, sarebbero cadute le teste dei dipendenti pubblici responsabili e dei ministri cui dovevano rendere conto. Invece, dovremo continuare a vedere la stessa presuntuosa ed arrogante Commissione affaccendata in ciò che le viene meglio, ovverosia dileggiare i cittadini, lasciando impuniti i colpevoli. Non c'è da sorprendersi se l'Unione europea non è mai stata così impopolare!
Csanád Szegedi (NI). – (HU) Signora Presidente, la relazione sull'attività del Mediatore mostra chiaramente che la mancanza di trasparenza nelle istituzioni dell'Unione europea è uno dei problemi più gravi. La maggior parte delle denunce riguarda la Commissione, che risponde sempre in ritardo, mettendo a dura prova la fiducia nelle istituzioni comunitarie. Dobbiamo intensificare la trasparenza ottimizzando il lavoro delle istituzioni e mediante una comunicazione più ampia, garantendo al contempo che queste misure non vadano ad aumentare le spese. L'Unione europea ha già speso moltissimo sulla visibilità e sull'auto-promozione.
Inoltre il numero delle denunce è senz'altro destinato a crescere con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona e a causa delle lacune e dei ritardi nell'attuazione della legislazione europea negli Stati membri. Per evitare siffatta evoluzione, deve essere impartita una formazione più intensa e armonizzata ai giudici nazionali, ai giuristi praticanti, ai funzionari pubblici e amministrativi. Inoltre dobbiamo informare i cittadini che le violazioni al diritto comunitario possono essere denunciate anche presso i tribunali nazionali competenti. Nella prima metà del 2011 l'Ungheria assumerà la Presidenza di turno dell'Unione europea e quindi a noi deputati ungheresi al Parlamento europeo spetterà un grande compito, ossia dovremo occuparci del recepimento dell'armonizzazione delle norme.
Peter Jahr (PPE). – (DE) Signora Presidente, Mediatore Diamandouros, signor Commissario, l'istituzione del Mediatore ha una grande storia in Europa. Il concetto originariamente è nato in Svezia e da allora sono già 200 anni che i difensori civici risolvono controversie e problemi, ponendosi come figure imparziali. L'idea del difensore civico deriva da una profonda necessità umana di dirimere le dispute mediante mezzi pacifici.
La relazione è la quindicesima che il Mediatore presenta all'Europa ed è la settima redatta dal Mediatore Diamandouros. È un record di cui andare orgogliosi e mi congratulo con il Mediatore Diamandouros. Quando è stato eletto lo scorso anno, avevo espresso la speranza che si adoperasse al massimo per garantire che il processo decisionale nell'UE divenisse più trasparente e pertinente per i cittadini, auspicando che l'Assemblea collaborasse in maniera fattiva con la commissione per le petizioni. Oggi possiamo affermare che insieme siamo riusciti a centrare l'obiettivo. Intravedo ancora un margine di miglioramento nel coordinamento tra le funzioni ed i compiti del Mediatore e quelli della commissione per le petizioni. Riceviamo sempre più petizioni che riguardano gli aspetti del classico diritto di presentare petizioni oltre che sui doveri del Mediatore. Mi riferisco ai diritti umani, ai diritti di proprietà e agli ostacoli all'attività economica. È ragionevole e opportuno lavorare insieme su questi temi per poter affrontare la Commissione insieme in maniera positiva, ottenendo le risposte richieste entro i tempi previsti.
Esprimo apprezzamento per il nuovo sito Internet in cui sono state pubblicate linee guida interattive in modo da sensibilizzare i cittadini circa le opportunità cui possono accedere per far sentire la propria voce in Europa. Spero che il Mediatore Diamandouros continui ad adempiere alla sua valida e importante funzione e che riesca ad apportare miglioramenti laddove possibile. La commissione per le petizioni, inoltre, continuerà ad adoperarsi quanto più possibile per promuovere una stretta collaborazione con il Mediatore in futuro nell'interesse dei cittadini dell'Unione europea.
Sylvana Rapti (S&D). – (EL) Signora Presidente, stiamo discutendo di due temi molto importanti oggi in questa sede. Uno verte sugli interessi dei cittadini europei, mentre il secondo riguarda il collegamento tra i cittadini europei e le istituzioni comunitarie.
Le tre relazioni delle tre relatrici, che sono davvero eccezionali, e le attività del Mediatore europeo, mi fanno pensare al Mediatore Diamandouros come D'Artagnan, mentre le tre relatrici sono i tre moschettieri che difendono gli interessi dei cittadini d'Europa.
È un vero peccato che la Commissione europea non sia coinvolta come dovrebbe. Per me, l'unica cosa positiva sulla dichiarazione in merito alla posizione della Commissione è stata la velocità dell'intervento. Se la Commissione europea agisse con la stessa rapidità, non ci sarebbe stato bisogno di tenere questo dibattito.
È molto importante che i cittadini europei abbiano fiducia nelle istituzioni europee, intravedendovi una luce positiva, sentendo che esse operano nel loro interesse. Quindici mesi di ritardo, come ha affermato l'onorevole Paliadeli nella sua relazione, per rendere note tre lettere di un produttore automobilistico specializzato in automobili veloci, sono proprio un ossimoro. Se fossero stati in gioco gli interessi di un privato cittadino europeo, invece che un produttore automobilistico, ci sarebbe stato tutto questo ritardo? Me lo chiedo.
Vista la situazione, dobbiamo essere onesti. Dobbiamo tutti lavorare insieme, dobbiamo mostrare fiducia nelle parole del Commissario, credere che la Commissione sia disposta a cooperare con il Mediatore europeo, e dobbiamo tutti lavorare per gli interessi dei cittadini d'Europa. Speriamo che la Commissione agisca con la stessa velocità di eloquio del Commissario. Certamente egli ha dato del filo da torcere agli interpreti.
Oriol Junqueras Vies (Verts/ALE). – (ES) Bon dia, signora Presidente. Mi dispiace che l'onorevole Vidal-Quadras non presieda più la seduta, in quanto avrebbe sicuramente apprezzato il mio intervento.
In primo luogo ringrazio il Mediatore per il lavoro svolto e lo incito a continuare coraggiosamente a difendere i diritti degli europei, che spesso sono minacciati dalle autorità pubbliche.
In proposito, evidenzio che un'associazione culturale di Valencia ha raccolto 650 000 firme a favore di un'iniziativa legislativa atta a garantire la ricezione dei canali radiotelevisivi in catalano. La questione si risolverebbe ottemperando semplicemente all'articolo 12, paragrafo 2 della Carta europea delle lingue regionali e minoritarie del Consiglio d'Europa e la direttiva sui servizi dei media audiovisivi senza frontiere.
Il governo spagnolo si è rifiutato di prendere in considerazione queste 650 000 firme. Speriamo che il Mediatore europeo se ne faccia carico e protegga i diritti di questi 650 000 europei che sono tutelati dalla legislazione europea.
Jaroslav Paška (EFD). – (SK) Signora Presidente, innanzi tutto vorrei dire che le relazioni annuali della Commissione sull'applicazione del diritto UE hanno dei difetti, in quanto, nella forma attuale, non forniscono ai cittadini e alle istituzioni interessate le informazioni necessarie sulla situazione attuale in merito all'applicazione del diritto UE.
In particolare, nei casi in cui la Commissione agisce dinanzi ad una violazione connessa al recepimento inadeguato del diritto comunitario, sarebbe buona cosa che in futuro divulghi perlomeno le informazioni di base sulla natura e sull'entità di siffatta violazione. Nella risoluzione del 4 febbraio 2010 il Parlamento europeo ha già chiesto informazioni più precise sui procedimenti d'infrazione dietro richiesta formale .
Dal discorso del Vicepresidente intravedo un segnale positivo, in quanto potrebbero essere introdotte norme procedurali per le indagini, definendo vari aspetti della procedura sulle violazioni della legislazione, compresi i limiti temporali, il diritto ad essere sentiti, l'obbligo di fornire le motivazioni e via dicendo.
Credo fermamente che, grazie ad una stretta collaborazione tra la Commissione ed il Parlamento europeo, si possa giungere alla definizione di un meccanismo migliore e più trasparente per il controllo sull'applicazione del diritto UE.
Csaba Sógor (PPE). – (HU) Signora Presidente, il Mediatore europeo è la coscienza democratica dell'Europa. Anno dopo anno questa istituzione contribuisce a rafforzare la fiducia dei denuncianti nelle istituzioni europee. Sono particolarmente lieto che, con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona, l'Unione europea ora vigili anche sul rispetto della Carta dei diritti fondamentali, primariamente assicurando il rispetto del diritto alla buona amministrazione. Trovo estremamente utile la rete dei difensori civici europei, poiché la consapevolezza pubblica e la qualità del servizio pubblico in determinati Stati membri, compreso il mio paese, la Romania, si attestano al di sotto della media europea. Anche questo aspetto viene ripreso nella relazione sulle attività del Mediatore. Per tale ragione gli chiedo di provare, in futuro, a raccogliere anche le denunce presentate ai difensori civici nazionali sull'attuazione del diritto europeo negli Stati membri, poiché nella maggior parte dei casi, i cittadini vengono a contatto con il diritto europeo mediante le rispettive autorità nazionali.
Kriton Arsenis (S&D). – (EL) Signora Presidente, signor Commissario, per cominciare, mi congratulo con il Mediatore europeo per l'eccezionale lavoro che ha svolto in tutto il suo mandato. Esprimo le mie congratulazioni anche alle relatrici.
Desidero parlare, in particolare, della relazione Paliadeli. Il caso è davvero clamoroso: è stata negata la pubblicazione dei contenuti della corrispondenza intercorsa tra la Commissione e la Porsche durante il periodo di preparazione della direttiva sulle emissioni delle automobili. La vicende punta i riflettori sull'obiettività delle proposte legislative della Commissione e sull'effettiva indipendenza dell'Esecutivo dagli interessi industriali.
La relazione giustamente propone di introdurre la possibilità di bloccare parte del suo bilancio, se la Commissione dovesse persistere in siffatte prassi. Il Parlamento andrà avanti, signor Commissario, nel caso in cui non dovesse cambiare questo atteggiamento.
Salvatore Iacolino (PPE). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, è naturale ritenere che un incontro come questo con il Mediatore europeo e con il Commissario acquisti un ruolo particolarmente significativo in una realtà, come è quella europea, in sviluppo dinamico e concreto nell'interesse del cittadino.
Gli strumenti peraltro recentemente previsti dal trattato di Lisbona offrono quell'iniziativa legislativa in capo ai cittadini che permette oggi di poter affermare quanto il Parlamento europeo voglia essere realmente più vicino alle esigenze e alle attese del cittadino europeo.
È vero che l'applicazione effettiva del diritto dipende prevalentemente da quanto saprà far bene la Commissione, con il supporto autorevole del Mediatore europeo. Bisogna ascoltare le istanze e le aspettative del cittadino, così come pretendere che vi siano gli strumenti realmente applicati nell'interesse del cittadino. Non si può che accogliere con favore l'esigenza manifestata attraverso l'iniziativa di un codice procedurale.
L'informazione deve avvenire attraverso criteri di accessibilità, di congruità e di trasparenza assoluta delle informazioni, perché noi riteniamo che molte regioni attendano dalla Commissione europea un maggiore slancio rispetto a quello fin qui manifestato. Non dobbiamo dimenticare quanto possa essere importante l'apporto di altri mediatori europei nel segmento relativo alle attività di cooperazione interparlamentare.
Se è vero, come è vero, che i parlamenti nazionali e il Parlamento europeo debbono cooperare efficacemente nell'interesse del cittadino, non vi è dubbio che questo arricchimento personale di storia, professionale e di culture giuridiche diverse debba trovare un momento di mediazione in questa cooperazione come metodo efficace di risoluzione di problemi nell'interesse del cittadino.
Vilija Blinkevičiūtė (S&D). – (LT) Signora Presidente, signor Mediatore, grazie per la relazione. Il ruolo del Mediatore europeo è particolarmente importante per aiutare i cittadini a risolvere i problemi e per migliorare la trasparenza e la responsabilità nell'operato delle istituzioni. Il Mediatore europeo vuole che le decisioni delle istituzioni europee siano accessibili ai cittadini. Infatti i cittadini devono avere la possibilità di ottenere le informazioni che desiderano per poter davvero credere che le istituzioni siano in grado di difendere i loro diritti in relazione alle discriminazioni, all'abuso di potere da parte delle autorità, ai ritardi nelle risposte alle loro domande e al diniego di rendere pubbliche le informazioni. La Commissione riceve numerose denunce sui casi di cattiva amministrazione. Pertanto, è importante che la Commissione intervenga per garantire che le richieste di accesso ai documenti pubblici ricevano rapidamente una risposta, poiché la debita attuazione della legislazione dell'Unione europea si ripercuote direttamente sulla vita quotidiana dei cittadini, configurandone i diritti. Inoltre, l'inadeguatezza dell'applicazione del diritto dell'Unione compromette la fiducia nelle istituzioni dell'Unione europea e implica un aggravio dei costi.
Jarosław Leszek Wałęsa (PPE). – (PL) Signora Presidente, innanzi tutto desidero ringraziare la relatrice per la relazione eccellente, esaustiva e calibrata e ringrazio altresì il Mediatore che si adopera senza sosta per combattere la cattiva amministrazione e per innalzare lo standard amministrativo nell'Unione europea.
Come ha giustamente rilevato la relatrice, l'anno scorso, grazie alla valida gestione e ai progressi compiuti, il Mediatore è riuscito a ridurre il numero di denunce e ad abbreviare i tempi per la trattazione. Questo risultato, a mio parere, è in parte dovuto alla continuità della carica. Come si può notare, la scelta del Mediatore Diamandouros si è rivelata eccellente. Il Mediatore, però, deve reagire più prontamente per soddisfare le esigenze dei cittadini. A tal fine, egli deve cooperare in maniera più stretta con i difensori civici nazionali. La funzione del Mediatore europeo deve cambiare in linea con i tempi, ma deve sempre attenersi ad una serie di valori costanti e universali. Nel corso prossimo anno sono certo che il Mediatore si adopererà più strenuamente per ascoltare la voce dei cittadini.
Simon Busuttil (PPE). – (MT) Signora Presidente, prima di tutto porgo le mie congratulazioni alla relatrice, onorevole Nedelcheva, e al Mediatore Diamandouros per tutto il lavoro che ha svolto. In particolare, mi congratulo con lui, in quanto egli si è adoperato per ridurre i tempi di espletamento delle procedure. In questo modo, infatti è stato compiuto un passo nella giusta direzione per avvicinare le istituzioni europee ai cittadini.
In secondo luogo, tengo a sottolineare la grande importanza della cooperazione interistituzionale, come del resto hanno messo in luce anche i colleghi. L'esperienza del Mediatore, soprattutto di questo Mediatore, rispecchia l'entità della collaborazione tra l'Assemblea, in particolare la commissione per le petizioni, ed il suo ufficio.
Inoltre, faccio appello al Commissionario Šefčovič, invitandolo a seguire le nostre indicazioni, poiché, in relazione alle denunce dei cittadini, la Commissione europea non coopera con il Parlamento tanto quanto il Mediatore. Sappiamo che molti cittadini presentano denuncia direttamente alla Commissione europea, ma non abbiamo idea di quanti siano, su cosa vertano le denunce e quale sia l'esito.
D'altro canto, siamo informati rispetto alle denunce che vengono inoltrate al Mediatore, mentre quelle che vengono presentate alla commissione per le petizioni sono note, poiché sono pubbliche.
Infine, desidero lanciare un messaggio ai cittadini. Leggendo la relazione, emerge che, in proporzione, il maggior numero di denunce, tra l'altro, viene da Malta e dal Lussemburgo. È interessante e non credo sia semplicemente perché i maltesi ed i lussemburghesi tendono a lamentarsi molto, bensì perché questi cittadini si battono per difendere i loro diritti ed è una cosa importante.
Pascale Gruny (PPE). – (FR) Signora Presidente, Mediatore Diamandouros, signor Commissario, onorevoli colleghi, diamo un volto all'Europa dei cittadini. È responsabilità di tutte le istituzioni europee adoperarsi al massimo affinché i cittadini siano informati dei mezzi di cui possono avvalersi in caso di violazione del diritto comunitario e nei casi di cattiva amministrazione da parte delle istituzioni europee.
Prima di tutto, rivolgo un plauso all'onorevole Nedelcheva per il lavoro che ha svolto e per la relazione sull'attività del Mediatore europeo nel 2009. La Commissione europea è stata al centro della maggior parte delle critiche del Mediatore, spesso per mancanza di informazioni. La relazione redatta dall'onorevole Paliadeli, cui esprimo le mie congratulazioni, ne è un esempio lampante.
Inoltre ringrazio il Mediatore per tutto il lavoro che ha svolto, insieme a tutta la sua squadra, e per la disponibilità e l'eccellente collaborazione che offre alla commissione per le petizioni. Si tratta di un aspetto cruciale. Il suo ruolo costituisce una salvaguardia importante in merito al rispetto del principio di trasparenza e di buona amministrazione, ed è in questo ambito che realizzeremo una protezione autentica per i nostri concittadini.
Infine, ora è davvero il momento di informare meglio i cittadini circa i mezzi di rimedio di cui possono avvalersi nei confronti della Commissione europea, ossia il Mediatore europeo e la commissione per le petizioni. A tal fine occorre certamente un portale Internet, ma un portale comune, come abbiamo già fatto presente. In questo modo, sarà possibile apportare un grande aiuto ai cittadini.
Mairead McGuinness (PPE). – (EN) Signora Presidente, desidero ringraziare il Mediatore per il suo lavoro. Egli ha una funzione molto specifica cui assolvere, ossia deve affrontare il problema della cattiva amministrazione e quindi è importante che i cittadini ne comprendano il significato.
Molto di quanto andrò ad esporre non riguarda direttamente il Mediatore, ma va detto. Alcuni dei problemi più gravi e tante denunce che riceviamo vertono sugli Stati membri. I cittadini, inoltre, presentano denuncia direttamente alla Commissione – come ha indicato l'onorevole Busuttil – che, nell'ambito del progetto pilota, si rivolge agli Stati membri per cercare di risolvere la questione laddove gli stessi cittadini hanno fallito. Questo meccanismo non è trasparente e deve essere esaminato. Dobbiamo tenere un dibattito in Aula.
La seconda questione attiene alla compravendita immobiliare e alle transazioni tra cittadini dei diversi Stati membri. Non abbiamo competenza in quest'area, ma le preoccupazioni aumentano e dobbiamo affrontare il problema in qualche modo.
Infine, il difensore civico irlandese ha pubblicato due relazioni, che il governo ha respinto. È del tutto inquietante che il lavoro del difensore civico di uno Stato membro venga letteralmente gettato nella spazzatura. Lei ne è al corrente, Mediatore. Sono lieta che faccia un cenno di approvazione. È una questione che va affrontata, non si può continuare così.
Andrew Henry William Brons (NI). – (EN) Signora Presidente, nel mio intervento parlerò del terzo argomento: l'applicazione del diritto dell'Unione. Si potrebbe affermare che la cosa peggiore del diritto europeo chiaro e trasparente è l'ambiguità e l'incertezza.
Il programma della Commissione sul miglioramento e sulla semplificazione della legislazione pare essere elusivo come il Santo Graal. Il livello linguistico dell'inglese in alcune proposte normative, di primo acchito, mi ha fatto pensare che si trattasse di un dialetto parlato nella parte meridionale dell'Albania. Ad ogni modo, ho scoperto che nelle prime fasi gli esempi peggiori sono in inglese.
Il processo legislativo non può apportare alcun miglioramento quando il linguaggio della normativa è così scadente. Gli emendamenti vengono inviati ai deputati europei all'ultimissimo momento. I voti si svolgono per parti separate e successivamente il risultato viene unito al testo. Entriamo in Aula convinti di avere l'ultima versione dell'elenco delle votazioni solo per scoprire che nella mattinata ne sono uscite altre.
I deputati dei grandi gruppi che si accontentano di fare i soldatini per i propri dirigenti di partito non devono preoccuparsi. Essi devono semplicemente seguire i segnali trasmessi a gesti dai capi squadra. Per i deputati europei coscienziosi e per i non allineati, però, è un incubo.
Andreas Mölzer (NI). – (DE) Signora Presidente, come sappiamo, da decenni l'Unione europea si adopera per ridurre la burocrazia e per intensificare la trasparenza. Però, non si vedono molti risultati neanche nello stesso Parlamento europeo. Anzi, si ha l'impressione che la mole di carte burocratiche cresca di anno in anno.
Prima delle audizioni per le ultime elezioni la parola "trasparenza" era sulla bocca di tutti. Grazie all'autorità della carica e ai diritti che ne discendono, i deputati europei possono far sentire la propria voce, ma non si può dire altrettanto per i cittadini d'Europa. Per tale ragione è stata introdotta la figura del Mediatore europeo. Quando si pensa che oltre un terzo delle indagini del Mediatore verte sulla mancanza di trasparenza e che il 56 per cento del totale è stato risolto in via amichevole, si capisce quanto sia importante l'ufficio del Mediatore.
Per citare lo stesso Mediatore: i cittadini hanno il diritto di sapere che cosa fa l'Unione e la sua amministrazione. Forse si potrebbe approfondire questo argomento, aggiungendo che anche i cittadini hanno il diritto di sapere come l'Unione spende il denaro che essi versano come contribuenti e dove avvengono gli sprechi. È davvero giunta l'ora di allestire un controllo di bilancio, in modo che si possa avere un sistema di rendicontazione destinato ad avere un utilità paragonabile a quella del Mediatore.
Maroš Šefčovič, Vicepresidente della Commissione. – (EN) Signora Presidente, nel mio intervento introduttivo ho parlato troppo velocemente, quindi ora cercherò di non ripetere questo errore. Non cercherò di impressionare i deputati al Parlamento europeo con la rapidità del mio eloquio. Mi impegno invece in questa sede affinché la Commissione predisponga una cooperazione quanto più stretta possibile con il Mediatore. Il Mediatore Diamandouros lo sa già.
Egli sa quanto strettamente collaboriamo e credo che il tasso di successo nel risolvere i problemi di cattiva amministrazione o gli altri problemi di cui egli si occupa è così elevato, proprio grazie alla nostra stretta collaborazione che si colloca in uno spirito molto positivo. Ovviamente vi sono casi in cui sussistono problemi ulteriori per cui ci vogliono energie supplementari, come il caso cui ha fatto riferimento la maggior parte dei deputati.
Si è trattato palesemente di una situazione in cui la Commissione era divisa, da un lato, in virtù dell'impegno verso la trasparenza e gli obblighi giuridici derivanti dalla giurisprudenza della Corte di giustizia europea e, dall'altro, dall'impegno a rispettare la riservatezza professionale. Se volevamo divulgare le informazioni – il che era assai opportuno in questo caso specifico – era necessario l'assenso della parte terza, che per mesi abbiamo tentato di ottenere senza successo. Siamo riusciti a raggiungere un accordo solo dopo aver fatto chiaramente presente che avremmo comunque pubblicato le informazioni e dopo aver comunicato all'impresa interessata che aveva dieci giorni per presentare ricorso alla Corte di giustizia europea.
Che cosa sarebbe successo se non avessimo proceduto nel rispetto dei nostri obblighi giuridici? Sarebbe stato aperto un procedimento presso la Corte di giustizia europea e forse a tutt'oggi queste informazioni non sarebbero ancora pubbliche. Pertanto vi prego di mostrare comprensione. Teniamo molto alla trasparenza, ma dobbiamo sempre avere presente la sottile linea di demarcazione tra i vari impegni che siamo chiamati a rispettare in questi casi molto complessi.
Riconosco, ad ogni modo, – come ho detto nel mio discorso d'apertura – che il ritardo è stato eccessivo e che probabilmente avremmo dovuto esercitare maggiori pressioni sull'impresa. Avremmo dovuto ottenere la risposta in tempi più brevi e posso assicurarvi che la Commissione si adopererà al massimo per garantire che il caso non si ripeta più – faremo in modo di evitare ritardi di 15 mesi, una cosa davvero intollerabile. In proposito sono pienamente d'accordo con l'onorevole Paliadeli.
Per quanto concerne l'accesso alle informazioni, anche in questo ambito i dati vanno visti in prospettiva. Riceviamo oltre 5 000 richieste all'anno, mentre l'organico che se ne occupa è di 80 persone. Alcuni dei faldoni sono enormi: Molti riguardano richieste avanzate dai cittadini, ma molti sono richieste di rinomati studi legali che cercano di avere informazioni più dettagliati su argomenti molto delicati che attengono alla concorrenza. Dobbiamo stare molto attenti. Su questo versante, a mio parere, stiamo lavorando bene, perché di queste 5 000 richieste, solo 15 o 20 finiscono sulla scrivania del Mediatore. Per l'85 per cento delle richieste viene concesso l'accesso in prima istanza, quindi calcolate quante migliaia di documenti diventano accessibili ogni anno. Prendiamo molto seriamente questo impegno e continueremo a procedere in questo modo.
Per quanto concerne il recepimento e l'attuazione, stiamo perseguendo una stretta collaborazione con il Parlamento. Sappiamo benissimo che un recepimento adeguato e appropriato e un'attuazione corretta sono elementi che tengono insieme l'Unione europea. Sono assolutamente essenziali per il buon funzionamento del mercato unico. Pertanto cerchiamo di garantire precisione e rigore nell'attuazione e nel recepimento del diritto europeo. Se posso, vorrei citare quanto è già stato sancito nell'accordo quadro:
"Al fine di garantire un migliore controllo del recepimento e dell'applicazione del diritto dell'Unione, la Commissione e il Parlamento si impegnano a inserire tavole di conversione obbligatorie e termini ultimi vincolanti per il recepimento che, nel caso delle direttive, non dovrebbero di norma essere superiori a due anni".
"Oltre alle relazioni specifiche e alla relazione annuale sull'applicazione del diritto dell'Unione, la Commissione mette a disposizione del Parlamento informazioni sintetiche su tutte le procedure d'infrazione sin dalla lettera di messa in mora, incluse, se richiesto dal Parlamento, le questioni su cui verte la procedura d'infrazione, caso per caso e nel rispetto delle norme sulla riservatezza, in particolare di quelle sancite dalla Corte di giustizia dell'Unione europea".
Pertanto esiste una modalità supplementare per comunicare e per tenere meglio informato il Parlamento. Se posso chiedere l'assistenza dell'Assemblea in questo settore in particolare, vi chiedo di insistere un po' di più sulle tabelle di correlazione in merito alle direttive. La Commissione lo propone da sempre. Non è sempre possibile definire tutto nelle fasi finali della procedura, quando il legislatore finalizza i negoziati sulla base della proposta della Commissione, ma il Parlamento ed il Consiglio possono intervenire. Le tabelle di correlazione agevolano ampiamente la funzione dell'Esecutivo di controllare la corretta applicazione del diritto europeo, individuando gli errori e relative correzioni.
In risposta alla domanda dell'onorevole Hefner sul progetto pilota UE e sul motivo per cui è stato scelto questo nome, quando abbiamo avviato il nuovo progetto volto a creare ulteriori possibilità affinché gli Stati membri possano correggere da soli gli errori in maniera più rapida, abbiamo preso le mosse da una procedura già in atto in alcuni Stati membri. Ora, viene applicata dalla maggioranza dei paesi membri. Siamo ancora nella fase iniziale. Finora i risultati sono stati molto positivi. Ovviamente, quando arriveremo al punto in cui tutti gli Stati membri si avvarranno di questo strumento per applicare in maniera migliore e più rapida il diritto europeo, sono certo che cambieremo nome al progetto, perché non sarà più un progetto pilota.
Per concludere, signora Presidente, ringrazio i deputati del Parlamento europeo e ovviamente il Mediatore per la cooperazione molto soddisfacente, per l'ottimo dibattito e per le molte nuove idee che ho sentito stamane nella discussione. Ricordo a tutti che, grazie al trattato di Lisbona, i cittadini hanno il diritto alla buona amministrazione. Il rispetto del diritto europeo naturalmente è un fattore fondamentale in questo senso – nell'ambito dell'uniformità normativa dell'UE. Sono certo che, insieme al Parlamento europeo e al Mediatore, centreremo l'obiettivo.
Prendendo spunto dalla presidenza dell'onorevole Durant della seduta di stamattina, mi preme mettere in luce un altro elemento. Siamo riusciti a concludere l'accordo i merito al registro congiunto sulla trasparenza nell'UE, un meccanismo destinato ad apportare maggiore chiarezza e trasparenza sulle attività dei gruppi d'interesse e sulle attività dei rappresentanti d'interessi a Bruxelles. Credo che anche questo sia un contributo importante per garantire una maggiore trasparenza e una qualità più elevata nel processo legislativo dell'Unione.
Nikiforos Diamandouros, Mediatore. – (EN) Signora Presidente, prima di tutto ringrazio vivamente i deputati che sono intervenuti sulla mia relazione. Ringrazio per il forte sostegno espresso per il lavoro del Mediatore. Per me l'incoraggiamento che ricevo da voi è fonte di grande soddisfazione, ma anche di ispirazione e tengo ad affermare pubblicamente che questo tipo di sostegno va ad incrementare anche il senso di responsabilità che sento sulle spalle nel mio operato volto a difendere i diritti dei cittadini.
Vi ringrazio profondamente per l'interesse manifestato per la relazione annuale, ma anche ovviamente per la relazione speciale – e ringrazio le due relatrici per il tempo dedicato alla stesura di relazioni eccellenti sulla relazione annuale e sulla relazione speciale.
(FR) Consentitemi anche di ringraziare l'onorevole Nedelcheva per le sue osservazioni. In particolare, onorevole Nedelcheva, ho preso nota dei suoi commenti, che mi hanno incoraggiato ad avviare il dialogo con i colleghi a livello nazionale sulla corretta applicazione del diritto comunitario.
Posso garantirle che il prossimo anno, nel corso dell'incontro dei difensori civici nazionali previsto a Copenhagen, metterò l'accento proprio su questo tema. Pertanto le posso dare questa rassicurazione e la ringrazio per le osservazioni che ha formulato in merito all'importanza della guida interattiva, di cui hanno parlato anche i deputati di altri schieramenti.
(EN) Signora Presidente, ora passerò alle osservazioni del Vicepresidente Šefčovič. Tengo a precisare in quest'Aula che il Commissario si è adoperato strenuamente per cooperare a stretto contatto con il Mediatore e gli sono molto grato per quanto ha fatto sinora.
Desidero, inoltre, affermare in Parlamento che il Commissario Šefčovič, da quanto si è insediato, in effetti – lo posso testimoniare – ha ribaltato la posizione assunta dal suo predecessore, riconoscendo pubblicamente che, in relazione al caso Porsche, la risposta della Commissione era stata insoddisfacente e deprecabile. Pertanto desidero fare una distinzione tra la persona del Commissario e la risposta istituzionale che la Commissione ha dato in siffatto contesto per cui mi sono trovato costretto – per la prima volta da 15 anni a questa parte – a presentare una relazione al Parlamento sulla vicenda. È doveroso operare questa distinzione su come è stata gestita la situazione e reitero i miei ringraziamenti al Commissario Šefčovič per gli sforzi che ha profuso per compiere dei progressi, tenendo un atteggiamento costruttivo.
Sullo sfondo di tali presupposti, mi preme formulare qualche altra osservazione. Signor Commissario, la comunicazione del 2002 sulla comunicazione con i cittadini per me è di fondamentale importanza per l'applicazione del principio di buona amministrazione nell'Unione. Se quindi la Commissione sta pensando di rivederla, spero vivamente che voglia consultare sia il Mediatore che la commissione per le petizioni prima di cambiare uno strumento che riveste un'importanza fondamentale per i cittadini.
Siamo del tutto d'accordo – e sono lieto che in realtà lei ne abbia parlato – sul fatto che i tribunali siano l'autorità più alta e l'unica autorità in grado di prendere decisioni sull'interpretazione vincolante del diritto. Sono molto lieto che anche la Commissione lo riconosca. Per quanto concerne i progetti di raccomandazione, tengo a fare una piccola precisazione, signor Commissario.
Il progetto di raccomandazione rileva l'identificazione di un caso di cattiva amministrazione da parte del Mediatore, ma non impedisce all'istituzione interessata di rispondere e di rettificare la situazione. A quel punto il Mediatore può anche decidere di chiudere il caso. Pertanto, il comunicato stampa che viene emesso quando si rileva un caso di cattiva amministrazione non è in alcuno modo inteso ad impedire all'istituzione di reagire, pregiudicando la risposta, posso assicurarglielo in prima persona.
Infine, per quanto attiene alla relazione speciale, devo fare un'altra precisazione. La relazione è stata presentata a fronte del ritardo eccessivo che si era creato. Rilevando la sua nota di biasimo, devo dire che il comunicato stampa non è stato emesso subito dopo che la Commissione aveva reso noti i documenti. I due fatti sono del tutto distinti. È stato l'eccessivo ritardo della risposta che ha dato luogo alla relazione, e sono stato molto lieto per l'accoglienza che essa ha avuto. Ma anche in questo caso la Commissione ha assunto una posizione in merito.
Infine spero che sarà messa in atto un'azione per affrontare il problema dei ritardi. Su questo punto, signor Commissario, mi aspetto che la Commissione possa rispettare le norme applicabili che essa stessa si è data e a cui tende. Io rispetterò le scadenze nell'affrontare questo genere di situazione. Così facendo, si giungerà ad un risultato migliore.
Voglio aggiungere altre due osservazioni. Ringrazio l'onorevole Vlasák – spero di aver pronunciato il suo nome correttamente, visto che il mio ceco è inesistente – per i commenti che ha espresso. In realtà, attendo con ansia la possibilità di avvalermi delle strutture dell'Eurobarometro per poter saperne di più su cosa pensano i cittadini e che impressione hanno del Mediatore e delle procedure sulle denunce. Ringrazio pertanto l'onorevole deputato.
Farò del mio meglio affinché il sito Internet sia più agevole da usare. Voglio solo aggiungere che abbiamo attuato diverse fasi pilota, testandolo su molti gruppi bersaglio, ed è stato giudicato facile da usare. Oltre 46 000 persone lo hanno usato sinora e sono state indirizzate all'istanza giusta al primo tentativo. Posso garantire che anche in questo modo vogliamo combattere la cattiva amministrazione. La guida interattiva è stata di grande aiuto per ridurre la cattiva amministrazione nelle istituzioni in questo ambito specifico.
Altre due cose. Onorevole Geringer de Oedenberg: forse non è facile comprendere che la grande maggioranza delle denunce, indirizzate sia al Mediatore europeo che ai difensori civici nazionali, in realtà verte sul diritto dell'Unione. Per tale ragione esiste la rete di difensori civici che io coordino affinché tutte le denunce siano presentate all'istituzione giusta sin dall'inizio in modo da evitare problemi. Concentrandosi solamente sui contenuti del mandato del Mediatore, viene tralasciato il fatto che, grazie alla rete, la maggior parte delle denunce viene trasmessa al difensore civico nazionale o regionale competente in merito al diritto UE e viene trattata in quella sede.
Per quanto riguarda la domanda dell'onorevole Migalski, posso garantire che il bilancio del Mediatore è stato approvato dal Consiglio senza apportare cambiamenti. Sappiamo benissimo quali sono i limiti, ma siamo anche incoraggiati dal fatto che la principale istituzione incaricata del bilancio – non solo il Parlamento – lo abbia approvato.
In merito alla questione posta dall'onorevole Szegedi, siamo assolutamente d'accordo: i tribunali degli Stati membri non conoscono a sufficienza il diritto dell'Unione; infatti ne faccio un punto specifico nelle mie visite in tutti gli Stati membri, in cui molte volte sono stato ospite di istituzioni giudiziarie per aiutarle a muoversi in questa particolare direzione.
Infine – e con questo concludo – l'onorevole Sógor ha chiesto al Mediatore se può ricevere denunce sul diritto comunitario presentate a livello nazionale. Purtroppo questa funzione non rientra nel mio mandato. Violerei la mia sfera di competenza se dovessi assumermi questo compito e invaderei le responsabilità giuridiche ed il mandato dei miei colleghi negli Stati membri. Cerco di collaborare con loro a questo scopo, ma non ho la prerogativa di accettare denunce sull'applicazione del diritto dell'Unione negli Stati membri.
(FR) Signora Presidente, spero di aver risposto a tutte le osservazioni e ribadisco i miei ringraziamenti a tutti i deputati per l'incoraggiamento. Mi congratulo anche con lei, signora Presidente, seguendo l'esempio del Commissario, per l'importante iniziativa volta ad approvare un registro congiunto per il Parlamento e la Commissione. Sono convinto che segnerà un importantissimo passo in avanti.
Mariya Nedelcheva, relatore. – (FR) Signora Presidente, Mediatore Diamandouros, Commissario Šefčovič, onorevoli colleghi, grazie per i contribuiti che – ne sono profondamente convinta – da un lato hanno chiaramente mostrato l'importanza delle attività del Mediatore europeo e, dall'altra, l'interesse che la nostra istituzione assegna a siffatte attività al suo interno. Colgo questa opportunità per ringraziare i colleghi della commissione per le petizioni che, mediante il loro lavoro, stanno creando un collegamento più tangibile tra i cittadini europei e le istituzioni dell'Unione.
Mediatore Diamandouros, l'anno 2009 ha segnato il 15° anniversario dell'istituzione del Mediatore europeo. È stato anche l'anno in cui è entrato in vigore il trattato di Lisbona. Visto che lei è stato eletto dal Parlamento europeo, la sua funzione ha acquisito un'ulteriore legittimità. E dico "ulteriore", poiché, in effetti, la legittimità della sua carica deriva dai cittadini europei che hanno potuto rivolgersi a lei e che sono riusciti a trovare una soluzione grazie ai suoi interventi.
D'altro canto, l'aspetto più affascinante della funzione del Mediatore europeo è che nulla può essere dato per scontato. La riduzione nel numero delle denunce, la riduzione dei tempi di trattamento, le denunce risolte in via amichevole – sono stati compiuti tanti progressi, ma sono ancora tante le esigenze da colmare. Al di là di questi dati, sono due le sfide principali che non dobbiamo perdere di vista: conseguire una maggiore trasparenza nel funzionamento delle istituzioni ed un dialogo migliore tra cittadini e istituzioni sia a livello europeo che a livello nazionale.
La ringrazio, Mediatore Diamandouros, e, per concludere, devo dire che, grazie al lavoro che lei svolge quotidianamente, abbiamo prova concreta che è possibile affrontare queste sfide, ma soprattutto dare risposte adeguate e soddisfacenti ai cittadini. Il suo compito non è certamente facile, ma con la relazione annuale del 2009 e con l'impegno che lei si è appena assunto in vista dell'incontro di Copenhagen, secondo me, siamo sulla strada giusta.
Chrysoula Paliadeli, relatore. – (EL) Signora Presidente, Mediatore Diamandouros, signor Commissario, la relazione del Mediatore Diamandouros, che ho avuto l'onore di presentare al Parlamento europeo, è una relazione formale che non tocca la sostanza. Ed è questo un aspetto che reputo molto importante.
Devo dire che quindici mesi di ritardo per la risposta e la decisione finale, la successione di proroghe alla scadenza iniziale e, soprattutto, la curiosa decisione della Commissione di non rendere nota la lettera redatta per questo particolare produttore automobilistico, in cui si asseriva che solamente alcune lettere sarebbero state rese note, si configurano come fatti gravi. La decisione di non pubblicare la lettera è molto grave.
Se, dopo tutto questo tempo – e non è colpa sua, signor Commissario, visto che lei ha preso in carico questo settore specifico solo di recente – la Commissione avesse deciso di rendere nota la lettera che aveva stilato per questo particolare produttore automobilistico al Mediatore Diamandouros il 18 febbraio, probabilmente non sarebbe stata presentata alcuna relazione speciale. Il Mediatore Diamandouros infatti aveva accettato le varie proroghe chieste dalla Commissione.
Ad ogni modo, grazie a questo ritardo, grazie al fatto che la Commissione non ha fornito informazioni al Mediatore, ora abbiamo una relazione che verte sia sulla forma che sulla sostanza. Mi limiterò a parlare della sostanza. Ad ogni modo, la Commissione deve seriamente prendere in considerazione il fatto – e sono lieta che sia stato detto prima che lo facessi io – che le difficoltà frapposte al Mediatore europeo nel suo lavoro ledono l'unità dell'Unione europea, compromettono la fiducia dei cittadini nelle sue istituzioni e danneggiano l'immagine pubblica della sua funzione.
Vogliamo che quanto ha affermato prima diventi un impegno, perché siamo tutti congiuntamente responsabili. Ringrazio in particolare il Mediatore Diamandouros, perché grazie alla sua relazione ci ha dato la possibilità di comprendere il potere del Parlamento europeo di affrontare temi che consideriamo di importanza fondamentale per la coesione europea.
Eva Lichtenberger, relatore. – (DE) Signora Presidente, prima di entrare nel vivo del mio intervento, desidero esprimere un ringraziamento particolare al Mediatore. Il suo lavoro è del tutto prezioso ed è importante per i cittadini, poiché il suo ufficio è diventato un punto chiave di contatto per loro.
Desidero ritornare su quanto ha affermato il Commissario Šefčovič, in particolare per quanto concerne il progetto pilota UE, che è stato bersaglio di feroci critiche da parte di una serie di deputati, in quanto, come ha detto chiaramente il Commissario, offre più possibilità agli Stati membri, ma non ai cittadini.
Dobbiamo compiere un esame attento al fine di compiere una verifica. Infatti occorre una maggiore trasparenza. Non è abbastanza inviare una lettera al denunciante per avvertirlo della ricezione della denuncia. Serve una maggiore chiarezza, una maggiore pertinenza per i cittadini, altrimenti si verrà a creare un problema di credibilità a lungo termine.
Inoltre, bisogna introdurre delle sanzioni efficaci, laddove si ravvede una violazione. Le conseguenze per gli Stati membri che non mettono in atto la legislazione e che, in effetti, se ne vantano anche sui media nazionali, non può essere semplicemente l'invio di un'altra lettera. Dobbiamo passare ad un livello superiore, quando sono in gioco gli interessi dei cittadini dell'Unione europea.
È assolutamente fondamentale che la comunicazione del 2002 sia rivista, soprattutto per quanto concerne il diritto del denunciante. In questo contesto vorrei altresì che fossero rispettati i diritti del Parlamento. Serve un registro delle denunce ricevute per poter elaborare un riscontro per il nostro lavoro legislativo. Non è necessario indicare il denunciante, l'istituzione che ha ricevuto la denuncia e il motivo.
L'argomento della denuncia e le conseguenze potrebbero costituire un importante riscontro per l'intera legislatura. È questo quello che occorre. Per tale ragione vi chiedo di tenerne conto. Occorre un registro chiaro che possa offrire un approfondimento sulle cause principali delle denunce e delle istanze che vengono avanzate. Vorrei che siffatta proposta fosse presentata in tempi brevi. Sarei lieta di collaborare. Sarebbe un piacere prestare un aiuto in merito alle tabelle di correlazione. Anche questo è un aspetto importante. In tale contesto è cruciale la reciprocità, un concetto che sono ansiosa di promuovere.
Presidente. – La discussione congiunta è chiusa.
La votazione si svolgerà oggi, giovedì, 25 novembre 2010, alle 12:00.
Dichiarazioni scritte (articolo 149 del regolamento)
Cristian Silviu Buşoi (ALDE), per iscritto. – (RO) L'applicazione del diritto europeo è vitale affinché i cittadini dell'Unione possano godere pienamente dei benefici del mercato interno, poiché anche la legislazione più efficace diventa inutile se non viene applicata. Per quanto riguarda la disciplina mercato interno, possono essere compiuti moltissimi progressi, soprattutto in relazione alla direttiva sui servizi o alla direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali. Queste normative sono dichiaratamente tecniche, il che complica il processo di applicazione. Per tale motivo è vitale la cooperazione tra le istituzioni UE e le amministrazioni nazionali. Il sistema di informazione sul mercato interno usato per i servizi si è rivelato particolarmente utile. Ne ricaveremmo sicuramente dei benefici se ne estendessimo l'impiego ad altri settori. Tuttavia, sollecito gli Stati membri a prendere seriamente il recepimento, evitando per quanto possibile i ritardi, altrimenti il mercato interno finisce per operare secondo parametri non ottimali. Infine i cittadini devono avere la possibilità di risolvere i propri problemi connessi all'applicazione del diritto europeo rapidamente e ad un costo minimo. Per conseguire questo obiettivo, le risorse di SOLVIT devono essere integrate e questo strumento deve essere promosso attivamente al fine di superare i problemi mediante modalità informali. Infine, ma non per questo il punto è il meno importante, deve essere assegnata priorità all'individuazione di metodi alternativi per dirimere le controversie.
Ágnes Hankiss (PPE) , per iscritto. – (HU) Ai margini della relazione annuale del Mediatore europeo, in qualità di autore del parare del Parlamento sull'accesso pubblico ai documenti, tengo ad esprimere alcune considerazioni sulla trasparenza delle istituzioni. Ho notato con piacere che, nell'esaminare le denunce presentate dai cittadini al Mediatore, l'autore della relazione, onorevole Nedelcheva, ha assegnato un'attenzione speciale al collegamento tra trasparenza e buona amministrazione. Il diritto alla buona amministrazione è divenuto giuridicamente vincolante ai sensi del trattato di Lisbona e, insieme a tale diritto, è altresì importante che siano rispettati pienamente i diritti della persona.
In una recente discussione con il Mediatore Diamandouros, abbiamo parlato del delicato equilibrio tra la trasparenza istituzionale e la protezione dei dati. Abbiamo discusso specificatamente della sentenza emessa in giugno dalla Corte europea di giustizia nel caso Bavarian Lager, che ha consentito ai dibattiti sulla trasparenza di uscire dallo stallo. È un caso molto significativo, in quanto fornisce un orientamento laddove un interesse comune percepito o reale è in conflitto con i diritti concernenti la protezione dei dati personali. Ho altresì notato con piacere che anche il Mediatore Diamandouros ha enfatizzato il principio elementare secondo cui i dati personali possono essere resi noti solo con il permesso dei soggetti interessati.
Pertanto sostengo pienamente gli sforzi volti a rendere più trasparente l'operato delle istituzioni dell'Unione europea, stabilendo un fondamento per garantire adeguatezza nelle tecniche amministrative. Secondo la relazione annuale, proprio la promozione di questo obiettivo si colloca al centro delle attività del Mediatore europeo
Alexander Mirsky (S&D), per iscritto. – (LV) Sostengo appieno l'operato del Mediatore europeo. La sua pertinacia e il suo comportamento ineccepibile hanno dato risultati concreti, in quanto egli svolge la sua funzione con onore e con coerenza. In Lettonia, invece, è successo proprio il contrario. La Seima lettone ha ufficialmente eletto Romāns Apsītisin in qualità di difensore civico. In realtà, dal 1° gennaio 2007, data dell'insediamento, non si è mai dedicato al suo compito. Purtroppo non si è accorto che vi sono circa 300 000 persone in Lettonia che sono state private dei propri diritti civili. Il governo lettone e la Seima hanno scelto un difensore civico – Romāns Apsītisin – di comodo, che sta zitto e che non assume alcuna iniziativa. È stata scelta una figura che chiude gli occhi dinanzi alle gravi violazioni alla legislazione lettone. Vi ricordo che, da questa carica, discendono i seguenti doveri. 1. Promuovere il rispetto del principio di uguaglianza e la prevenzione delle discriminazioni che in Lettonia esistono nel settore dell'istruzione 2. Promuovere la riforma in tema di legislazione e di altre questioni in maniera oggettiva; la Lettonia è stata condannata in circa 10 cause dalla Corte di giustizia europea in tale ambito. 3. Garantire la prevenzione in questioni che attengono alle violazioni dei diritti umani; all'incirca 300 000 persone in Lettonia, molti dei quali vivono nel paese da quando sono nati, sono stati privati dei loro diritti civili. Oggi in Lettonia la parola "difensore civico" fa ridere. Se la situazione non cambierà, potrebbe essere collegata alla parola "pagliaccio".