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Procedimiento : 2011/2804(RSP)
Ciclo de vida en sesión
Ciclo relativo al documento : O-000185/2011

Textos presentados :

O-000185/2011 (B7-0430/2011)

Debates :

PV 13/09/2011 - 18
CRE 13/09/2011 - 18

Votaciones :

Textos aprobados :


Acta literal de los debates
Martes 13 de septiembre de 2011 - Estrasburgo Edición revisada

18. Internacionalización de las PYME europeas (debate)
Vídeo de las intervenciones
Acta
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  La Présidente. - L'ordre du jour appelle le débat sur la question orale à la Commission sur l'internationalisation des PME européennes, de Michael Theurer, Niccolò Rinaldi, Catherine Bearder, Marielle De Sarnez, Jürgen Creutzmann, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Othmar Karas, Daniel Caspary, Cristiana Muscardini, Robert Sturdy, au nom du groupe Alliance des démocrates et des libéraux pour l'Europe, au nom du groupe du parti populaire européen (Démocrates-chrétiens) et au nom du groupe Conservateurs et réformistes européens (O-000185/2011 - B7-0430/2011),

 
  
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  Michael Theurer, Verfasser. − Frau Präsidentin, Herr Kommissar, meine lieben Kolleginnen und Kollegen! Ich freue mich, dass auf meine Initiative hin diese mündliche Anfrage so viele Unterstützerinnen und Unterstützer hier im Parlament gefunden hat und sie so zeitnah durch die Kommission beantwortet wird. Vielen Dank, Herr Kommissar, für Ihre Antwort!

Wie Sie wissen, erhalten kleine und mittlere Unternehmen aufgrund der Globalisierung zunehmend Konkurrenz aus anderen Ländern, u. a. auch aus Schwellenländern außerhalb der Europäischen Union. Darin liegen große Herausforderungen, aber auch große Chancen. Um wettbewerbsfähig zu bleiben, um Wachstum sicherzustellen und um die Zukunftsfähigkeit unserer Unternehmen zu fördern, müssen sich kleine und mittlere Unternehmen an internationalen Aktivitäten beteiligen, davon sind wir Liberale überzeugt. Dies betrifft den Import und auch den Export, dies betrifft die ausländischen Direktinvestitionen, natürlich auch als ausländische Subunternehmer oder bei der Nutzung ausländischer Zulieferunternehmen.

Allerdings ist der Anteil der europäischen kleinen und mittleren Unternehmen im Handel mit Drittländern noch gering. 99 % aller Unternehmen in der Europäischen Union sind kleine und mittlere Unternehmen. Aber nur 29 % der kleinen und mittleren Unternehmen in der EU führen Produkte ein, davon 50 % aus Ländern außerhalb des Binnenmarkts, und nur 25 % der kleinen und mittleren Unternehmen in der EU führen Produkte aus, davon 50 % in Länder außerhalb des Binnenmarkts. Das heißt, unsere kleinen und mittleren Unternehmen sind noch nicht voll in den Weltmarkt integriert. Hier liegen noch Chancen, und es geht jetzt um die Frage, wie wir die kleinen und mittleren Unternehmen darin unterstützen können, ihre Aktivitäten im außereuropäischen Ausland zu verstärken.

Nicht besonders viele kleine und mittlere Unternehmen kennen die staatlichen Unterstützungsprogramme, wie etwa das Enterprise Europe Network, oder Informationsquellen wie die Marktzugangsdatenbank und den Export Helpdesk. Darüber hinaus existieren auch entsprechende Angebote auf nationaler und regionaler Ebene.

Es stellt sich die Frage, welche konkreten Maßnahmen die Kommission plant, um die kleinen und mittleren Unternehmen besser über die verfügbaren Werkzeuge und Programme zu informieren. Und wir würden gerne wissen, was die Kommission beabsichtigt zu tun, um Transparenz und Klarheit für kleine und mittlere Unternehmen in diesem Förderdschungel zu schaffen.

Nach der Entscheidung des Europäischen Gerichtshofs vom 10. Dezember 2009 beabsichtigt die Kommission, produktspezifische Listenregeln in die Durchführungsverordnungen zum modernisierten Zollkodex zu integrieren, d. h. diese Regeln rechtsverbindlich zu machen. Die bisherige, seit Jahrzehnten bewährte Regelung, wonach die letzte wesentliche Be- und Verarbeitung einer Ware deren Ursprung begründet, soll durch zahllose produktspezifische Ursprungsregeln beim Import in die EU ersetzt werden. Wir fürchten, dass dies zu mehr Bürokratie führt und vor allen Dingen kleine und mittlere Unternehmen nachteilig betrifft. Wir glauben, dass dies nicht mit dem Small Business Act für Europa in Einklang zu bringen ist!

Deshalb fordern wir eine vereinfachte und KMU-freundliche Anwendung. Wie wird die Kommission sicherstellen, dass sicherheitsbezogene Anpassungen und Änderungen am modernisierten Zollkodex nicht den bestehenden vereinfachten Verfahren widersprechen und zu Wettbewerbsnachteilen führen? Darum geht es, um kleine und mittlere Unternehmen im Weltmarkt, damit sie Bestand haben und Arbeitsplätze hier in der Europäischen Union sichern können.

 
  
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  Cristiana Muscardini, Autore. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, credo che non sia necessario sottolineare come la grave crisi nella quale si trova l'Europa abbia necessità di trovare uno strumento per dare un maggiore sviluppo alle piccole e medie imprese.

Di questo ne abbiamo parlato nell'interrogazione, ma ne avevamo anche parlato nel lontano 2008, quando ero stata relatore per il Parlamento proprio sul rafforzamento delle PMI europee nel commercio internazionale. Sono passati più di tre anni e ancora non riusciamo a trovare né un sistema per sburocratizzare e aiutare le PMI all'interno del mercato unico, per il quale problema, ricordo anche, se non ci sarà un'armonizzazione delle dogane, sarà difficile che il mercato unico risponda alle esigenze dei consumatori e delle imprese europee, ma non c'è neanche una risposta per rendere maggiore e più celere l'integrazione delle PMI.

In quella occasione, nel 2008, con 437 voti, questo Parlamento aveva fatto presente alla Commissione che bisognava avere regole armonizzate e semplificate all'interno delle zone di libero scambio, che bisognava favorire la rimozione delle troppe barriere, che bisognava pensare alla creazione di un sistema di corti arbitrali internazionali che fosse rapido e poco oneroso, per permettere alle PMI di evitare le lungaggini, le difficoltà che un contenzioso con le autorità doganali o commerciali di alcuni paesi terzi comportava.

Pensavamo e approvavamo la riduzione dei costi delle procedure doganali con trasparenza e la semplificazione di quelle procedure, chiedevamo l'armonizzazione delle norme internazionali, una più efficace registrazione dell'origine dei beni e l'ammodernamento dei controlli doganali, questi ultimi, fondamentali per evitare contraffazioni a danno dei consumatori e dei produttori. Oggi siamo di nuovo a discutere degli stessi problemi, con una crisi enorme. Occorrono provvedimenti immediati, abbiamo la speranza che la Commissione li voglia prendere.

 
  
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  Antonio Tajani, vice-président de la Commission. − Madame la Présidente, je voudrais tout d'abord remercier l'honorable député qui a présenté cette question, parce que je pense qu'elle est cruciale dans cette phase très compliquée de la crise.

Si nous voulons gagner le défi contre la crise, il faut soutenir l'économie réelle. Et pour soutenir l'économie réelle, il faut travailler en faveur des petites et moyennes entreprises, qui doivent bien sûr se développer à l'intérieur de l'Union européenne. Il y a un grand marché intérieur de 500 millions de citoyens, de consommateurs. Il faut, dans le même temps, essayer, pour empêcher la délocalisation des entreprises, de travailler en faveur de l'internationalisation.

Signora Presidente, onorevoli deputati, credo che questi ventitré milioni di piccole e medie imprese possono veramente rappresentare uno strumento straordinario per la crescita in questo momento. Abbiamo il dovere di aiutarle e di sbloccare tutti gli ostacoli che esse trovano, perché sappiamo bene che anche gli strumenti che noi offriamo loro non sono sufficienti: le iniziative positive, gli helpdesk della Commissione, anche a livello nazionale si fa molto per le piccole e medie imprese; la Commissione europea ha deciso di nominare un ambasciatore per le piccole e medie imprese, Mr PMI – domani è convocata la riunione di tutti gli ambasciatori delle piccole e medie imprese dell'Unione europea – e questo già è un segnale, tutti e 27 gli Stati membri hanno nominato in tempi rapidissimi il loro ambasciatore.

È un passo importante ma abbiamo bisogno di una strategia più forte, non è sufficiente il mercato interno, serve andare a guardare altrove e i dati che noi abbiamo sono purtroppo dati non positivi: soltanto il 25% delle PMI lavora al di là dei confini del proprio paese e soltanto il 13% lavora al di là dei confini dell'Unione Europea. Troppo poco rispetto alle potenzialità che ha questa rete straordinaria di persone che crea lavoro e benessere! Ecco perché noi stiamo lavorando per realizzare in tempi brevi questa strategia concreta a sostegno dell'internazionalizzazione.

In questo modo noi ci prefiggiamo di fare una serie di cose: procedere a un inventario degli strumenti disponibili a livello europeo, nazionale e regionale; aumentare la trasparenza di questi strumenti e coordinarli tra loro, perché spesso le PMI hanno tanti strumenti ma non sanno quale utilizzare nel modo migliore e spesso sono o in contrasto o in concorrenza l'uno con l'altro, quindi serve incentivare una cooperazione maggiore; dobbiamo razionalizzare le azioni di sostegno per i mercati potenziali proponendo per esempio linee guida e buone pratiche in base alle priorità geografiche; dobbiamo creare un portale online per esempio destinato a tutte le informazioni, sia tematiche che per paese.

Credo di avere risposto così alla prima domanda, passo alla seconda. L'aggiornamento della normativa doganale di cui si è parlato nel corso dell'intervento di presentazione dell'interrogazione concilia l'impegno di agevolare gli scambi con il controllo doganale tramite strumenti adeguati, ad esempio l'ampio utilizzo dei sistemi informatici standard. In questo senso favorisce in particolare gli interessi delle PMI semplificando e rendendo meno costoso l'espletamento delle formalità doganali mediante soluzioni informatiche; un sempre maggior utilizzo dell'informatica permetterà alle piccole e medie imprese di essere più competitive e anche di coordinare meglio sia dal punto di vista doganale, sia per tutti gli altri settori nei quali è necessario intervenire per aiutare le imprese.

Le PMI possono per esempio ottenere la qualifica di operatore economico attrezzato che agevola l'espletamento delle formalità doganali, d'altro canto nell'ambito delle misure di attuazione del codice doganale aggiornato che sono allo studio si prevede di tener conto delle caratteristiche specifiche di ogni operatore economico, in particolare delle piccole e medie imprese.

Vengo alla terza domanda, è vero che le piccole e medie imprese che intendono avviare attività su scala internazionale possono avvalersi oggi di numerosi organismi e programmi nazionali ed europei, è tuttavia necessario ottenere anche qui una maggiore coerenza tra i vari regimi a sostegno delle PMI incentivando in particolare sinergie e complementarietà tra gli strumenti che già esistono senza creare doppioni. Il coordinamento a livello europeo, nazionale e regionale delle azioni di sostegno alle piccole e medie imprese nuove o già esistenti, nonché a quelle esterne dell'unione basato sui principi di complementarietà, efficienza e sostenibilità farà parte integrante della strategia della Commissione.

Domanda numero quattro: le politiche della Commissione mirano a promuovere l'apertura del commercio internazionale e l'eliminazione degli ostacoli agli scambi, al fine di garantire la non discriminazione per le imprese dell'Unione europea, ivi comprese le PMI. Il contesto economico attuale rende questi principi ancora più indispensabili e la Commissione ritiene che gli appalti pubblici rappresentino una nuova opportunità per la dimensione internazionale del commercio. È per questa ragione che ci preoccupiamo, come Commissione, di integrare gli interessi dei paesi europei, tra cui sempre le PMI, in tutti i negoziati commerciali bilaterali che sono in corso, nonché nel quadro dell'accordo multilaterale sugli appalti pubblici.

La Commissione attualmente sta anche riflettendo su uno strumento politico che punti a mostrare una maggior simmetria e reciprocità nell'ambito dei negoziati per l'accesso al mercato. Nello studio di impatto per questa iniziativa la Commissione analizza in particolare l'esito delle partecipazioni delle PMI agli appalti pubblici nei paesi terzi.

La quinta domanda: la Commissione è assolutamente consapevole del ruolo imprescindibile delle piccole e medie imprese per il sostegno e lo sviluppo dell'economia europea e per uscire anche dalla crisi, quindi la tutela degli interessi di queste imprese – e aggiungo anche delle micro imprese, delle quali si parla anche troppo poco – è una priorità. Nella comunicazione "una visione strategica per le norme europee", la Commissione getta le basi per accrescere la partecipazione attiva delle piccole e medie imprese al processo di normazione, di standardizzazione europea. Al fine dell'attuazione di questa strategia, nella proposta di regolamento sulla normalizzazione europea è previsto di finanziare la partecipazione delle piccole e medie imprese all'attività di normazione.

Analogamente, la Commissione sostiene con grande forza l'utilizzo delle norme internazionali, elaborate principalmente dall'Organizzazione internazionale della normalizzazione e dalla Commissione elettrotecnica internazionale. Le norme europee devono essere elaborate tenendo conto delle norme internazionali già esistenti al fine di agevolare il commercio internazionale e aiutare le piccole e medie imprese che mancano di risorse ad adeguare la loro produzione alle norme spesso inconciliabili nei vari paesi non appartenenti al mercato interno dell'Unione.

La Commissione ha inoltre avviato dialoghi commerciali ed economici con i paesi più rilevanti per l'economia europea, Stati Uniti, Russia, Cina, Giappone ,e in quella sede si discute anche delle diverse politiche di normalizzazione per elaborare soluzioni miranti a un libero scambio di prodotti in futuro.

Trovo altresì molto interessante, come stavo anticipando all'onorevole Theurer mentre parlavamo prima dell'inizio di questa seduta, che sto sottoscrivendo accordi anche con i paesi dell'America latina, altro mercato estremamente interessante per le piccole e medie imprese.

Quindi, standardizzazione e piccole e medie imprese in Cile, Argentina, Brasile, ma anche un lavoro importante nel Nord dell'Africa, dove stanno nascendo tante piccole e medie imprese che possono dare speranza ai giovani, che sono stati protagonisti della rivoluzione dei mesi scorsi, ma dove anche le nostre piccole e medie imprese possono realizzare joint-venture in quei paesi africani e quindi non soltanto aiutare la stabilizzazione, quindi un ruolo politico nella fase di internazionalizzazione delle nostre piccole e medie imprese, ma anche business, perché si tratta di poter esplorare mercati dove già c'è una radicata presenza europea, ma dove a mio giudizio si può fare ancora di più per la crescita e lo sviluppo del continente africano, per la stabilizzazione dell'area del Mediterraneo, ma anche per tagliare così l'erba sotto i piedi al terrorismo, al fondamentalismo e anche alla pirateria; quindi intravedo anche un ruolo politico importante per le nostre piccole e medie imprese in un'area delicata come quella del Mediterraneo.

Ecco perché lavorare per l'internazionalizzazione diventa prioritario per me e credo che questa collaborazione forte con il Parlamento europeo possa diventare veramente fondamentale per la crescita di un settore dell'economia che considero vitale e determinante per uscire dalla crisi.

 
  
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  Othmar Karas, im Namen der PPE-Fraktion. – Frau Präsidentin, Herr Kommissar, meine Damen und Herren! Der Binnenmarkt ist unser Wachstumspotenzial. Der Small Business Act und der Single Market Act sind gemeinsam unser Reformmotor. Die kleinen und mittelständischen Unternehmen, die Kleinst- und mittelständischen Unternehmen, sind unser Instrument für Wachstum und Beschäftigung in der Europäischen Union, wenn wir Folgendes beherzigen: small and medium-sized enterprises first – zu Hause und international. Wir benötigen einen KMU-Passus in allen möglichen Bildungs- und Forschungsprojekten. Kleine und mittelständische Unternehmen sind eine Querschnittsmaterie, wenn wir von unten beginnen wollen, Wachstum und Beschäftigung zu schaffen.

Wir haben heute schon die europäischen Unternehmen als stärkere Unternehmen im internationalen Bereich als jene in den USA oder Japan. Aber noch immer sind nur 25 % aller KMU in der EU im Export tätig, 50 % davon exportieren in Drittstaaten. Nur 13 % aller KMU sind jedoch in Drittstaaten tätig. International tätige KMU schaffen mehr Arbeitsplätze. Im internationalen Bereich tätige KMU meldeten 7 %, nicht international tätige KMU nur 1 % mehr Arbeitsplätze. International tätige KMU schneiden besser ab. 26 % dieser KMU brachten Produkte oder Dienstleistungen auf den Markt, die in ihrer Branche und in ihrem Land neu waren. Von den anderen Kleinunternehmen taten dies nur 8 %.

Wettbewerbsfähigkeit und Internationalisierung hängen daher zusammen. Wir haben ein Defizit an jungen, innovativen Unternehmen. Nur 6 % der neuen Unternehmen, die seit 1975 gegründet wurden, sind europäisch, über 70 % sind amerikanisch. Wir haben Aufholbedarf. Nutzen wir die Chance, den KMU und dem Binnenmarkt die Fesseln zu nehmen!

 
  
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  Gianluca Susta, a nome del gruppo S&D. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor Vicepresidente, l'Europa è a una svolta e da questa crisi possono emergere scenari che prefigurano la dissoluzione del più grande progetto politico e istituzionale di quel tragico secolo che è stato il Novecento, oppure un decisivo passo in avanti nel processo di integrazione.

Preoccupano, quindi, quei governi che chiedono di ridurre le prospettive finanziarie dell'Europa o che stanno agendo contro le ipotesi di revisione del trattato per rafforzare l'euro, preoccupano tutte quelle iniziative che non vogliono privilegiare l'economia reale su quella finanziaria, sogno di tanti irresponsabili che continuano a scorrazzare nel cielo europeo.

Le PMI sono chiamate anch'esse a fare la loro parte per aggredire nuovi mercati, offrire nuovi prodotti, adeguarsi alle scelte del mercato globale, rafforzare la loro capitalizzazione, investire in ricerca e innovazione, dimostrare – come stanno dimostrando – che in un mondo in evoluzione non c'è chi può ritagliarsi il ruolo di banca del mondo attribuendo ad altri quello di officina dello stesso.

Andiamo verso un mondo in cui i grandi attori emergenti oggi sono in grado di essere insieme banca e officina, paesi che saranno chiamati ad affrontare le sfide, anche sociali e ambientali, che questo mondo consegnerà loro, il che non sarà indifferente per noi. La nostra competitività, la nostra capacità di crescere, di tutelare nel contempo occupazione e sicurezza, dipende in larga misura dalla capacità di adattamento delle nostre piccole e medie imprese.

Da una nuova politica commerciale le PMI possono trarre larghi benefici ma, per farlo, devono essere rafforzate, presentarsi consorziate sui mercati globali, devono saper agire insieme per aprire nuovi mercati e soddisfare le domande crescenti, anche in settori che richiedono grandi volumi che in passato non siamo stati in grado di soddisfare. Devono essere sostenute quando si devono difendere davanti ai tribunali dei paesi terzi perché vengono violati i loro brevetti e i loro marchi.

L'Europa e gli Stati membri hanno indubbiamente fatto molto, ma la frammentazione delle competenze e la distribuzione a pioggia delle risorse in molti paesi ha sin qui impedito un'efficace azione internazionale delle stesse, soprattutto, ripeto, di fronte all'intraprendenza dei grandi competitors del mondo. È su questo che occorre concentrare la nostra attenzione e il nostro impegno.

 
  
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  Niccolò Rinaldi, a nome del gruppo ALDE. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, Signor Commissario, ricordo qualche anno fa in Uzbekistan un incontro con un imprenditore italiano che cercava con successo di firmare contratti per vendere le scarpe che lui produceva in un laboratorio poco più che artigianale senza sapere né il russo, né tantomeno l'uzbeco; e ci riusciva!

Si tratta di un esempio un po' raro, perché tutto sommato noi siamo da una parte pilastri di un'economia internazionale, come Unione europea, e d'altro canto abbiamo il 90% del nostro fatturato, del nostro volume d'affari, creato da piccole e medie imprese, di cui soltanto il 15% esporta al di fuori dell'Unione europea e soltanto il 30% commercia al di fuori del proprio Stato di origine. Abbiamo insomma una contraddizione che indica una profonda debolezza!

Nel concetto di piccola e media impresa ci sono anche capacità reattive, flessibilità, come dimostrava questo imprenditore italiano in Uzbekistan, dati che si prestano bene all'internazionalizzazione. Tuttavia, questo potenziale va in buona parte sprecato, non si utilizzano le opportunità offerte dai mercati, dai beni di consumo, dalle nuove tecnologie leggere che potremmo utilizzare agli appalti pubblici – anche se là con qualche riserva perché credo che il settore degli appalti pubblici resti quello più ostico per favorire l'internazionalizzazione delle PMI.

Purtroppo – ed è la ragione di questa discussione – gli strumenti a disposizione delle piccole e medie imprese sono evidentemente non adatti ai loro bisogni: assistiamo a troppi strumenti, a troppa burocrazia nella loro utilizzazione, a poco multilinguismo disponibile per le piccole e medie imprese, un ostacolo importante, a poca assistenza tecnica e a insufficiente formazione e informazione.

È la ragione per la quale chiediamo alla Commissione una revisione approfondita delle misure per favorire l'internazionalizzazione delle PMI, ma anche un obiettivo preciso. Diamoci un obiettivo, un target, come quello ad esempio di raddoppiare entro 10 anni il tasso di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, lo prendiamo come metro per misurare l'efficacia delle nuove politiche.

Detto questo, ci rivolgiamo anche alle piccole e medie imprese perché l'internazionalizzazione, al di là di tutte le oggettive difficoltà e degli strumenti finora inadeguati, è anche una questione di cultura, di mentalità, di apertura e di aggiornamento. Ne va della sopravvivenza delle piccole e medie imprese, di milioni di posti di lavoro, e dell'identità stessa della nostra Unione.

 
  
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  John Bufton, on behalf of the EFD Group. – Madam President, startling leaps in technology and transportation mean the natural environment for a business has ballooned. Past restrictions on interaction and collaboration have been removed by air travel and the Internet. The floodgates have opened up increasing business opportunities, but this also creates a more crowded market place with greater competition. The Commission’s view of globalisation is that national borders are losing their significance. International competition now starts at home, so the role of the nation state in fostering entrepreneurialism and providing a suitable platform for its industries is more important than ever.

To stay ahead of the field, innovation and efficiency are essential. Globalisation not only rewards, but requires inventiveness and flexibility, yet the burden of EU legislation is bogging businesses down. An estimate by the Enterprise Commissioner suggests the burden of regulation costs the EU economy EUR 600 billion a year. From the working time directive to the agency workers directive, small companies are struggling through a bureaucratic quagmire that is stifling growth. A recent poll by ICM (the Institute of Credit Management) revealed that half of SMEs trading with the EU feel that the burden of regulation outweighs the benefits of the single market. 60% of UK businesses would renegotiate our relationship with the EU to return to a simple free trade area. The EU’s general attitude towards capitalism is to regard it with suspicion and contempt. By pushing forward erroneous social and employment policies, unifying welfare support across the Union, and promoting cumbersome rights legislation, the EU protects and rewards the work-shy, while aspiring entrepreneurs are demoralised, demonised and left without a safety net. The greatest enemy to SMEs is the EU itself.

 
  
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  Daniel Caspary (PPE). - Frau Präsidentin, geschätzter Herr Kommissar! Uns ist allen klar, dass wir angesichts der derzeitigen Wirtschaftskrise dringend neue Alternativen und Wachstum brauchen. Uns sollte spätestens in der Schuldenkrise vieler Mitgliedstaaten klar sein, dass teure Stimuluspakete nicht finanzierbar sind. Und wenn man sich die Politikergebnisse der letzten Jahrzehnte anschaut, dann war Keynes sicherlich nicht die Antwort auf die Probleme.

Die Frage ist also: Wie können Alternativen aussehen? Und die Frage ist: Wo findet Wachstum statt, an dem wir partizipieren können? Ich bin Othmar Karas dankbar, dass er sehr deutlich aufgezeigt hat, wo in der Welt derzeit Wachstum stattfindet. Wenn wir uns überlegen, was uns hindert, an diesem Wachstum teilzunehmen, dann möchte ich ausdrücklich auf die Probleme im Bereich des modernisierten Zollkodex hinweisen, die auch die Kollegen Theurer und Muscardini angesprochen haben. Ich weiß, dass die Kommission hier scheinbar blind vorgeht, dass die Bedenken, die das Parlament schon in verschiedenen Debatten vorgebracht hat, die auch in verschiedenen Ausschüssen thematisiert wurden, leider bis heute ignoriert werden. Aber ich wäre sehr dankbar, wenn die Kommission endlich unsere Bedenken ernst nehmen und sich Gedanken machen würde, wie man im Hinblick auf die Ursprungsregeln vielleicht noch einige Dinge retten kann.

Um nochmals auf die Frage zurückzukommen: Wo findet Wachstum statt? In aller Regel außerhalb der Europäischen Union! Wir stellen fest, dass es in Europa Regionen gibt, wo kleine und mittelständische Unternehmen auf den Weltmärkten sehr erfolgreich sind. Und ich frage mich: Sind wir im Rahmen der Europäischen Union in der Lage, aus diesen Best-Practice-Beispielen zu lernen? Ist es die richtige Antwort, dass wir jetzt in einigen Ländern der Welt europäische Handelskammern aufbauen? Oder wäre es nicht vielleicht eine bessere Antwort, wenn wir versuchen würden, mit den Handelskammern, mit den Institutionen und Organisationen, die bewiesen haben, dass sie in der Lage sind, ihre kleinen und mittelständischen Unternehmen in die anderen Märkte der Welt zu bringen, besser zu kooperieren und alles daran zu setzen, dass unsere Organisationen in den verschiedenen Mitgliedstaaten sich hier besser abstimmen und besser voneinander lernen?

Ich wäre sehr dankbar, wenn auch die Europäische Kommission hier eine Initiative ergreifen könnte.

 
  
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  Silvia-Adriana Ţicău (S&D). - IMM-urile asigură aproximativ 65 de milioane de locuri de muncă în Uniunea Europeană şi sunt o adevărată sursă pentru inovare şi cercetare. Din păcate, şi la nivel european, mai puţin de 30% din IMM-uri efectuează tranzacţii transfrontaliere. Cum putem deci creşte gradul de internaţionalizare al IMM-urilor europene, fără însă a delocaliza activitatea acestora în terţe ţări?

Uniunea Europeană îşi dezvoltă o nouă politică industrială şi o nouă politică spaţială, iar cooperarea internaţională devine extrem de importantă. Evident, aceste iniţiative esenţiale pentru crearea de locuri de muncă şi pentru competitivitatea Uniunii Europene au nevoie de o finanţare adecvată. Am solicitat Comisiei alocarea bugetului necesar pentru cercetarea în domeniul GNSS. Astfel, IMM-urile europene vor contribui la dezvoltarea de servicii şi aplicaţii bazate pe serviciile de localizare prin satelit şi la implementarea strategiei spaţiale europene pe plan internaţional.

Evident, este nevoie aici să promovăm la nivel internaţional şi standardele europene. Ce măsuri are în vedere Comisia pentru a creşte implicarea IMM-urilor în acordurile de asociere dintre Uniunea Europeană şi terţe ţări sau regiuni ale lumii, de exemplu în contextul summitului Uniunea Europeană - Brazilia din 4 octombrie anul acesta?

Domnule comisar, în anul 2009, Comisia a publicat o comunicare intitulată „O economie nepoluantă şi ecoeficientă pentru cetăţenii europeni”, în care prezenta şapte măsuri pentru crearea a două milioane de noi locuri de muncă în cadrul economiei ecoeficiente până în 2020. Una dintre aceste măsuri era utilizarea întregului potenţial al întreprinderilor mici şi mijlocii. Aş dori să ne spuneţi, în contextul luptei împotriva schimbărilor climatice, cum sprijiniţi internaţionalizarea întreprinderilor mici şi mijlocii europene pentru a furniza soluţii nepoluante pentru dezvoltarea industrială în terţe ţări.

 
  
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  Claudio Morganti (EFD). - Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, è vero che la globalizzazione ha avuto effetti sulle piccole e medie imprese e direi che questi effetti sono stati sicuramente più negativi che positivi. In buona parte questo è dovuto alla scellerata politica commerciale dell'Unione europea, che in cambio di fantomatiche aperture ai servizi e ai grandi appalti nei paesi terzi ha abbandonato completamente la tutela del settore economico e manifatturiero interno.

I dati che sono stati citati nell'interrogazione sono evidenti: i benefici dell'apertura internazionale, quando ci sono, ricadono esclusivamente sui grandi gruppi, mentre i problemi restano ai più piccoli, che si ritrovano doppiamente in difficoltà, subendo una fortissima e sleale concorrenza all'interno, e impossibilitati a competere adeguatamente all'esterno.

L'Unione europea avrebbe la possibilità di aiutare le piccole e medie imprese, purtroppo non tutti sembrano avere le stesse vedute e sensibilità. Nel documento sul prossimo bilancio che dovremo approvare il Consiglio ha proposto tagli per oltre 70 milioni di euro al programma di imprenditorialità e innovazione del CIP, il programma quadro per la competitività e l'innovazione, che si occupa anche dell'Enterprise Europe network e di altri strumenti a sostegno dell'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese.

Mi auguro quindi che il Parlamento si opponga a questa scelta miope del Consiglio e faccia valere le sue ragioni per aiutare al meglio coloro che rappresentano il vero cuore economico e il valore aggiunto dell'Europa!

 
  
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  Peter Šťastný (PPE). - Madam President, Commissioner, as rapporteur on the budget for the Committee on International Trade (INTA) I strongly support projects allowing and accelerating access for EU companies to fast-growing countries and regions. I see it as an excellent investment, with multi-fold returns. In tough economic times such as those we are living through now, these activities are even more critical. Business centres in China, India and Thailand are coming on line now; two new amendments for the internationalisation of EU SMEs, in particular on other high-growth countries and the Mediterranean region, passed in my INTA committee almost unanimously. They are inexpensive, with large potential returns, politically and economically. My hope is that the Council will see it the same way as my committee did.

 
  
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  Paul Rübig (PPE). - Frau Präsidentin, sehr geehrter Herr Kommissar Tajani! Wir befinden uns in einer Finanz-, Wirtschafts- und Schuldenkrise. Ich glaube, dass alles, was derzeit an Liquidität verteilt wird, auch wieder erarbeitet werden muss, und erarbeitet wird es normalerweise vom Mittelstand, von den kleinen und mittleren Betrieben.

Hier haben wir natürlich ein Problem, da wir vor allem sehr viel importieren, ob aus China, von der Arabischen Halbinsel, aus Russland, ob Energie oder Rohstoffe, das muss ja alles bezahlt werden. Das können wir nur bezahlen, wenn auch der Export funktioniert. Deshalb ist es so wichtig, dass wir uns dafür einsetzen, dass die WTO-Runde endlich abgeschlossen wird. Wir brauchen die Doha-Runde mit den Handelserleichterungen, die schon fertig ausgehandelt sind, mit öffentlichen Ausschreibungen, mit dem Wettbewerbsrecht, mit den so genannten Singapore Issues. Wir müssen darauf drängen, dass in der Welthandelsrunde hier Fortschritte erzielt werden.

Auf der anderen Seite kommen wir jetzt zum Finanzrahmen bis 2020. Das alte CIP-Programm soll neu aufgelegt werden. Hier ist insbesondere darauf zu achten, dass Entrepreneurship, also Unternehmertum, gefördert wird. Wir haben zu viele Arbeitslose und zu wenig Unternehmer. Das heißt, wir brauchen Programme, damit es wieder attraktiv wird, Unternehmer zu werden.

Deshalb möchte ich den Vorschlag des Kollegen Caspary aufgreifen, hier vielleicht gemeinsam mit Eurochambres oder EuroCommerce Programme zu entwickeln, wo wir in die interessanten Exportländer dieser Welt hinausgehen und den kleinen und mittleren Betrieben helfen, hier Kontakte zu knüpfen. Ich bin auch schon seit einiger Zeit dabei, das Programm Erasmus for Young Entrepreneurs, also das Austauschprogramm für junge Unternehmer, zu forcieren – nicht nur in Europa, sondern insbesondere auf internationaler Ebene, weil es dazu dient, Menschen zusammenzubringen: Vertrauen macht Geschäft, und Geschäft schafft Arbeitsplätze.

Deshalb ist auch die Unterstützung von SOLVIT sehr wichtig, damit Barrieren, die hier im Binnenmarkt vorhanden sind, abgebaut werden. Das ist unsere Aufgabe, und dafür müssen wir uns einsetzen.

 
  
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  Petru Constantin Luhan (PPE). - Există o legătură directă între internaţionalizare şi creşterea performanţei IMM-urilor. Activităţile internaţionale consolidează creşterea şi competitivitatea şi susţin viabilitatea pe termen lung a companiilor. Totuşi, IMM-urile europene încă depind în mare măsură de pieţele interne, în ciuda oportunităţilor aduse de piaţa unică extinsă şi de globalizare, în general.

Internaţionalizarea nu se limitează doar la export. De exemplu, cooperarea transfrontalieră, participarea la reţele profitabile, căutarea de mijloace competitive sau de noi tehnologii sunt elemente importante în motivaţia IMM-urilor moderne de a se internaţionaliza.

De asemenea, în strategiile lor de internaţionalizare, IMM-urile trebuie să combine diferite abordări care să se susţină reciproc, atât intern, cât şi internaţional. De aceea, subliniez importanţa practicării întreprinderilor în parteneriate cu ţări terţe, asigurând astfel accesul la pieţe interne şi internaţionale.

 
  
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  Phil Prendergast (S&D). - Madam President, could the Commission outline the measures it will take to hasten the simplification and adaptation of trade defence instrument procedures to the needs and accounting systems of SMEs and to establish adequate support measures for SMEs affected by proceedings initiated by third countries? Could the Commission also indicate whether it intends to take measures to facilitate SMEs’ access to the transatlantic markets?

 
  
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  Janusz Władysław Zemke (S&D). - Więc ja jestem tutaj. Chciałem bardzo podziękować za możliwość zabrania głosu i chcę podkreślić z całą mocą, że mamy dalej w Europie bardzo dużo barier, jeśli chodzi o rozwój małych i średnich przedsiębiorstw. Otóż jedną z przeszkód, o czym się nie mówiło dzisiaj, jest to, że poszczególne państwa Unii bardzo często nie uznają kwalifikacji zdobytych w innych państwach. Bardzo to komplikuje aktywność i elastyczność działania poszczególnych przedsiębiorstw. Potrzebują one znacznie więcej czasu, żeby się dostosować do potrzeb rynku.

Chciałbym w związku z tym prosić Pana Komisarza o informację, czy Komisja Europejska działa aktywnie na rzecz tego, żeby przyjmować standardy, które by obowiązywały w poszczególnych państwach, by te standardy były potem przestrzegane i by ci ludzie bez egzaminów dodatkowych mogli podejmować szybko pracę.

 
  
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  Ilda Figueiredo (GUE/NGL). - Senhora Presidente, Senhor Comissário, quando aqui fala do apoio que a Comissão Europeia está a dar às PME eu tenho dificuldade em compreender de que países fala. É que, em Portugal, só neste ano de 2011, já encerraram muitos milhares de PME por falta de apoio, por dificuldades de acesso ao crédito, designadamente para a exportação da sua produção, devido à diminuição da procura e do poder de compra da maioria da população portuguesa, consequência das medidas ditas de austeridade que estão a ser praticadas.

E assim a questão que lhe coloco, Sr. Comissário, é a de saber se a Comissão vai propor alterações ao memorando que a Comissão Europeia, o Fundo Monetário Internacional e o Banco Central Europeu assinaram com o Governo português. É que só com uma profunda alteração deste documento teremos condições para combater a recessão, para fomentar o crescimento económico, para aumentar o poder de compra da população, para dinamizar a procura e para contribuir para que as micro e PME não continuem a encerrar, e esta é uma questão central.

 
  
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  Monika Flašíková-Beňová (S&D) - Sektor malého a stredného podnikania je kostrou národného hospodárstva. A ak to doteraz, žiaľ, nie všade bola pravda, odteraz by to malo platiť dvojnásobne.

Ekonomická a finančná globalizácia dohnala svetové hospodárstvo ku stavu, kedy dominujú špekulantské finančné zoskupenia a gigantické nadnárodné korporácie. Tento stav vyústil do krízy. Aj preto, podľa mňa, jedno z opatrení, ako sa z krízy dostať, by malo byť opätovne začať klásť dôraz na lokálnu výrobu, v menších ekonomických jednotkách a v rámci decentralizovanejších ekonomických systémov. Európska únia môže byť v tomto smere nápomocná a často aj nápomocná je. Nie vždy však o možnostiach podpory malé a stredné podniky v členských štátoch vedia. Kolegyne a kolegovia vo svojej otázke správne upozornili, že verejné podporné programy a informačné zdroje sú podnikateľom často málo známe. Preto si myslím, že jednou z najväčších výziev pre Komisiu je práve oblasť podpory a propagácie týchto programov v jednotlivých členských štátoch.

 
  
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  Jaroslav Paška (EFD) - Malé a stredné podniky tvoria jadro produkcie Európskej únie. Na zahraničnej obchodnej bilancii Európy sa tak podieľajú iba malým percentom. Jednou z príčin tohto javu aj je skutočnosť, že nemajú vybudované dostatočné kapacity, aby sa mohli do cezhraničného obchodu zapojiť. Verejné podporné programy alebo informačné zdroje určené na ich podporu nepoznajú, a preto ani nevedia túto pomoc efektívne zužitkovať. Okrem toho pri cezhraničných obchodných stykoch narážajú na colné bariéry a rozdielne pravidlá certifikácie a normotvorby platné v iných krajinách. Preto musíme hľadať nové účinné nástroje, ktoré by pomohli aspoň tým podnikom, ktoré majú produkčný potenciál na uplatnenie sa v medzinárodnom obchode, aby prekonali tieto administratívne bariéry. Myslím si, že lepšou propagáciou verejných podporných programov a informačných zdrojov, ako je politika postupného eliminovania administratívnych bariér v zahraničnom obchode, by sme stredným podnikom účinne pootvorili cestu k medzinárodnému obchodu.

 
  
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  Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione. − Signora Presidente, onorevoli deputati, ribadisco l'impregno della Commissione europea per un forte sostegno a una politica che promuova le piccole e medie imprese. Come sapete, stiamo lavorando per preparare un testo sull'internazionalizzazione, quindi, il dibattito di stasera è stato prezioso in quanto ho recepito tutte le osservazioni che sono state fatte e condivido anche molte delle sottolineature.

Abbiamo un problema importante per quanto riguarda l'accesso al credito – dell'accesso al credito comunque abbiamo parlato prima nel corso del dibattito, del nuovo confronto tra Parlamento e Commissione. È importante che la direttiva sul ritardo dei pagamenti venga applicata il prima possibile dagli Stati membri, ecco perché ho dato mandato al Mr PMI della Commissione europea, il sig. Daniel Calleja, nella riunione di domani di tutti gli ambasciatori delle piccole e medie imprese degli Stati membri di insistere perché la direttiva sui ritardi dei pagamenti venga recepita prima del termine ultimo. Questa è una parte dell'accesso al credito dovuto, poi vi è l'accesso al credito sperato.

Come sapete, ho dato vita a uno Small and medium size enterprise access to finance forum per le piccole e medie imprese, ci sono già dei risultati positivi, siamo riusciti a sbloccare anche il blocco che c'era stato nei 30 milioni di euro che erano destinati alle piccole e medie imprese in occasione della crisi, stiamo lavorando per i venture capital, per una serie di iniziative, e nel testo delle prospettive finanziarie 2014-2020 ci sono una serie di interventi specifici che dovrebbero permettere un miglior utilizzo dei finanziamenti comunitari da parte delle piccole e medie imprese.

Penso al grande intervento degli 80 miliardi di euro per l'innovazione, dove ci sarà una parte dedicata alle piccole e medie imprese, ci sarà l'Ottavo programma quadro, cambieremo – ne abbiamo già parlato con la Commissaria Geoghegan-Quinn – le regole per l'accesso al finanziamento per le piccole e medie imprese. Accanto a questi 80 miliardi, ci sono altri 2,4 miliardi che riguardano proprio l'internazionalizzazione e la competitività delle piccole e medie imprese.

Alcune cose, peraltro, le abbiamo già fatte: quando si parlava di multilinguismo e di riduzione della pressione fiscale, posso dire che uno dei miei primi atti da Commissario per l'industria è stato quello di imporre la traduzione in tutte le lingue dell'Unione della documentazione di REACH; ho ridotto quasi a zero la tassazione per la registrazione delle sostanze di REACH, scalando dalle medie, alle piccole, e arrivando quasi al 90% di riduzione della pressione fiscale e quindi della tassazione per la registrazione che riguarda le micro imprese.

È vero che serve lavorare ancora, condivido le preoccupazioni di chi dice che spesso il Consiglio riduce gli interventi a favore delle piccole e medie imprese, perché c'è una politica di riduzione del budget. Sono preoccupazioni che condivido e ritengo che si debba dalla parte della Commissione e del Parlamento insistere perché il Consiglio non riduca i finanziamenti destinati alle piccole e medie imprese, mi riferisco in modo particolare ai CIP.

Per quanto riguarda la competitività sui mercati mondiali, come è noto sono sempre stato un accanito sostenitore del level playing field, principio diverso dalla reciprocità, principio di equilibrio che permetta alle nostre imprese di essere competitive nel mondo e di difendere anche il nostro know-how quando ci sono interventi che consideriamo pericolosi.

Credo che si possa fare molto, anche per quanto riguarda le esportazioni: l'assistenza che diamo alle imprese deve essere più forte in Europa, perché è vero che molte piccole e medie imprese non conoscono quali sono le opportunità offerte dall'Unione europea. Abbiamo una rete – che a mio giudizio deve essere rinforzata – proprio per dare notizie alle piccole e medie imprese, ma anche i deputati europei, anche i Commissari possono, in occasione degli incontri che hanno, informare meglio i cittadini che sono anche imprenditori.

Li stiamo accompagnando anche con una rete, però, al di là dei confini dell'Unione europea. Abbiamo iniziato con un'iniziativa importante a Pechino per agevolare l'accesso delle piccole e medie imprese in Cina, per esplorare un mercato di straordinaria importanza; la base operativa che abbiamo non è soltanto un ufficio con un funzionario, ma è il coordinamento, sotto l'ombrello delle istituzioni europee, di tutte le camere di commercio europee che operano a Pechino e in Cina; si tratta quindi di un'organizzazione che ha una certa serietà, non è soltanto una scelta formale, e mi auguro che iniziative come questa si possano estendere e realizzare, è mia intenzione, anche in India e in altri paesi importanti del resto del mondo.

Per quanto riguarda l'internazionalizzazione, abbiamo sottoscritto e stiamo sottoscrivendo con altri paesi anche accordi che riguardano sia gli standard, sia i rapporti tra piccole e medie imprese. L'ultimo l'ho firmato in Cile, ne firmeremo poi uno – rispondo anche all'on. Ţicău – con il Brasile in occasione del prossimo vertice UE-Brasile, e un altro sarà firmato con l'Argentina. Stiamo lavorando moltissimo anche in America latina, dove c'è voglia di un forte rapporto con le imprese europee.

Il target che mi viene suggerito di porre come obiettivo mi pare una proposta intelligente, non c'è l'onorevole Rinaldi, ma la faccio mia e vedremo di utilizzarla magari già nella presentazione del testo sull'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. Spero di aver risposto a gran parte delle domande aggiuntive che erano state poste nel corso del dibattito, avendo risposto, credo, in maniera esaustiva alle prime cinque nel corso dell'intervento iniziale, mi scuso con la Presidente se mi sono dilungato, ma l'argomento è talmente interessante per la nostra economia e talmente tante erano le domande che non potevo esimermi dal cercare di dare risposte quantomeno esaurienti.

 
  
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  Le Président. - Le débat est clos.

 
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