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Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 12 dicembre 2012 - Strasburgo Edizione rivista

Preparativi dell'UE in vista del possibile afflusso di richiedenti asilo dalla Siria (discussione)
MPphoto
 

  Marco Scurria (PPE). - Signora Presidente, onorevoli colleghi, proprio in questi giorni ci siamo sentiti onorati di ricevere come Unione europea il Premio Nobel per la pace. Alcuni media, alcuni partiti, alcuni intellettuali hanno però ironizzato su questo premio. L'Unione europea è davvero in grado di garantire la pace nel mondo? La situazione siriana ci rimbalza quotidianamente questa domanda, non solo per il conflitto sempre più aspro tra Assad e i ribelli, ma anche per la gestione e la soluzione con cui vogliamo affrontare i 500 000 rifugiati siriani – almeno secondo i dati dell'ONU – che scappano dalla guerra.

Una prima mossa è stata quella, come Parlamento europeo, di allargare le priorità dell'Unione per il Fondo Asilo e migrazione proprio ai rifugiati siriani nel mondo, approvata lunedì scorso in commissione LIBE grazie anche a un mio emendamento. Ma evidentemente questo non basta. Occorre una strategia politica complessiva tra tutti i paesi coinvolti dai rifugiati siriani, e in particolare tra tutti quei paesi dell'Unione europea dove potrebbero arrivare rifugiati, uomini e donne, che scappano dalla guerra.

È anche evidente che senza l'Unione europea questa strategia non può essere attivata, senza che nessuno Stato membro sia lasciato solo di fronte a possibili massicci spostamenti di donne, di uomini, di bambini, di adulti e di anziani, e senza una reale solidarietà tra gli Stati membri. Sono per questo contento delle risorse messe a disposizione e del programma di carattere regionale istituito per la protezione dei rifugiati e i richiedenti esilio e di tutti gli altri strumenti di cui il Commissario Malmström ci ha parlato questa sera.

Probabilmente occorrerà anche valorizzare ulteriormente le attività delle ONG che si impegnano in questo ambito. A poche ore dall'assegnazione del Nobel per la pace abbiamo la prova per capire se questo premio è un premio dato per il passato e per i confini interni o se questa Europa è in grado di esercitare davvero un ruolo attivo per il futuro e negli scenari mondiali più critici. Dipende solo da noi se a una cerimonia prestigiosa sapremo dare un seguito concreto.

 
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