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Resoconto integrale delle discussioni
Giovedì 17 aprile 2014 - Strasburgo Edizione rivista

Negoziati sull'accordo di libero scambio UE-Vietnam
MPphoto
 

  Niccolò Rinaldi, a nome del gruppo ALDE. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, ritroviamo qui le criticità tipiche di un accordo di libero scambio e, come in altri negoziati, alcuni aspetti devono essere messi in chiaro.

Anzitutto, la questione dei servizi e degli appalti pubblici. Vorrei che l'accordo non fosse a detrimento dell'accesso ai medicinali generici per la popolazione del Vietnam; inoltre chiediamo espressamente alla Commissione che l'accordo non contenga nessuna regola del ristorno – duty draw back – e per contro vi sia una chiara regola delle origini.

Ma il problema più grande che abbiamo con il Vietnam – bisogna dirlo chiaramente –è che si tratta di una dittatura, una dittatura bella e buona, con mancanza di libertà di espressione, minoranze oppresse, la Chiesa buddista in difficoltà, la popolazione cristiana delle montagne perseguitata, un partito unico che lascia pochi spazi all'espressione di una società civile, blogger ad esempio che sono perseguitati.

Si tratta, in definitiva, di un negoziato più difficile di altri. Chiediamo pertanto alla Commissione come intende affrontare la questione di una clausola dei diritti dell'uomo che sia esigente e prevedere meccanismi di valutazione – ed eventualmente di sospensione dell'accordo – laddove le nostre richieste di garanzia dei diritti dell'uomo non siano rispettate.

L'apertura dei nostri reciproci mercati non deve essere un fine di per sé, teso all'incremento degli scambi commerciali, ma un elemento di reale progresso per il Vietnam. Sotto questo profilo, si tratta di un accordo molto specifico e più delicato rispetto ad altri, quali quello con l'India, la Malesia o un'altra dittatura come Singapore. Da questo punto di vista, credo il prossimo Parlamento sarà più esigente del nostro.

 
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