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Trešdiena, 2014. gada 16. jūlijs - Strasbūra Pārskatītā redakcija

15. Maksājumu stāvoklis ES budžetā saistībā ar ES nesamaksāto saistību ārkārtējo līmeni (debates)
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  Der Präsident. - Als nächster Punkt der Tagesordnung folgt die Aussprache über die Erklärungen des Rates und der Kommission zum Stand der Dinge bei den Zahlungen aus dem EU-Haushalt angesichts nicht abgewickelter EU-Mittelbindungen in bisher nicht da gewesener Höhe (

 
  
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  Della Vedova, Benedetto, Presidente in carica del Consiglio. - Signor Presidente, onorevoli deputati, signora Commissario, avete chiesto al Consiglio e alla Commissione di rendere una dichiarazione sulla situazione dei pagamenti nel bilancio dell'Unione europea. Si tratta di una questione legata direttamente alle trattative di bilancio in corso quest'anno. Il Consiglio riconosce l'esistenza di un problema specifico relativo alle fatture, ai pagamenti in arretrato, in particolare nel settore delle politiche di coesione. Tali pagamenti, come tutti gli altri, devono essere naturalmente effettuati. Ovviamente l'interesse del Consiglio vuole che nessuno Stato membro debba affrontare per proprio conto le conseguenze di un problema che rischia di determinare un aumento dei disavanzi di bilancio nazionali.

Ma vi è un altro aspetto importante in relazione al bilancio che riguarda le modalità con cui pervenire a un corretto equilibrio tra due ordini di interessi diversi. Da un lato, dobbiamo rispettare gli impegni assunti, dall'altro dobbiamo tenere conto dell'esigenza di fare in modo che il bilancio dell'Unione europea rifletta il requisito che impone ai singoli Stati membri di rispettare appieno gli obiettivi di disavanzo fissati nel Patto di stabilità e crescita, un requisito che costituisce in primo luogo un obbligo europeo. È vero che lo scorso anno abbiamo concordato i massimali di bilancio annuali dal 2014 al 2020 nel Quadro finanziario pluriennale, ma detti massimali non costituiscono obiettivi di spesa. Essi vanno bensì valutati ogni anno nel contesto della situazione economica degli Stati membri e del possibile impatto sui bilanci nazionali.

Questo Parlamento insieme al Consiglio ha approvato tre anni fa un pacchetto legislativo in cui sono stabilite le norme di base che impongono agli Stati membri tale disciplina di bilancio. Pertanto, il bilancio dell'Unione europea richiede una pianificazione accurata. Le richieste di Stati membri volte a creare margini sufficienti al di sotto dei massimali sono avanzate per cercare di controllare esigenze finanziarie impreviste o inaspettate. Pertanto, spero fortemente che possiamo evitare una discussione in cui si cerchi di dividere l'Unione europea tra buoni e cattivi, quelli che desiderano spendere con generosità e quelli che prima di tutto vogliono risparmiare. Siamo tutti sulla stessa barca. Vogliamo utilizzare e investire il bilancio dell'Unione europea nel modo più efficace per stimolare innovazione, crescita e occupazione. Al tempo stesso, dobbiamo tenere presenti le limitazioni di bilancio entro le quali ci troviamo ad operare.

L'esperienza degli ultimi due anni dimostra che il Consiglio è sempre disposto a rispondere alle proposte per coprire le esigenze di pagamento giustificate ed urgenti. Lo scorso anno abbiamo approvato un bilancio rettificativo di 11,2 miliardi di euro. Perché abbiamo chiesto che fosse diviso in due parti? Per garantire un adeguato controllo dei mutamenti in termini di esigenze di pagamento, ma anche per assistere le autorità di bilancio nazionali nell'adeguamento agli oneri finanziari supplementari che ne sono derivati.

Quest'anno parteciperemo con lo stesso spirito alla discussione e ai negoziati sui progetti di bilancio rettificativi che sono sul tappeto, nonché sul progetto di bilancio per il 2015. Sebbene l'arretrato dei pagamenti nel settore della coesione fosse molto elevato verso la fine dell'anno scorso, è diminuito significativamente da 23 a 10 miliardi di euro nel primo semestre dell'anno in corso. Stiamo evidentemente attraversando una fase di transizione tra le fatture accumulate alla fine di un periodo di programmazione e l'avvio di un nuovo periodo in cui è necessario un certo lasso di tempo per l'attuazione dei programmi e perché questi siano pienamente efficaci in termini di leva economica. Dovremmo approfittare di questa situazione anziché rischiare un fallimento dei nostri negoziati.

Signor Presidente, onorevoli deputati, signor Commissario, signore e signori, le nostre economie nazionali e l'esigenza di promuovere la crescita in investimenti richiedono un bilancio dell'Unione europea concepito e attuato nel modo più efficace per conseguire i risultati. La Presidenza italiana è pronta a spendere tutte le proprie energie per il raggiungimento di tale obiettivo. Grazie per l'attenzione.

 
  
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  Androulla Vassiliou, Member of the Commission. - Mr President, the Commission welcomes this discussion on the payments situation in the EU budget at the start of the Parliament’s new term. The discussion is indeed timely, as both branches of the budgetary authority are engaging in discussions on the amending budgets for 2014, requesting additional payment appropriations, and on the 2015 draft budget.

Over the last few years, the budgetary authority has effectively followed a two-step approach whereby, first, an artificially low level of payment appropriations was authorised in the budget with the understanding, reflected in a recurrent joint statement, that a supplementary amending budget might be needed in the course of the year once implementation provided compelling evidence that more payment appropriations were needed. We saw this in 2012, when an amending budget of EUR 6 billion was adopted at the end of the year, and again in 2013 when, thanks in particular to the determination and support of Parliament, an additional EUR 11.2 billion was eventually made available to cover outstanding needs.

This approach in agreeing the budget in successive stages makes the budgetary process almost unintelligible and undermines the EU’s credibility. The EU budget should serve to implement our common priorities. This must be taken with seriousness and realism, addressing all the foreseen needs in the knowledge that the new Multiannual Financial Framework (MFF) provides the tools to address unforeseen needs should they arise.

The Commission proposals for the 2015 draft budget and for amending the 2014 budget reflect a responsible and realistic approach but again, realistically, they will only lead to stabilising the overall situation. The new MFF provides for enhanced flexibility, not least thanks to the determination of Parliament. The Commission has consistently made it clear that the overall payment ceiling defined in the 2014-2020 MFF would require the implementation of specific and maximum flexibility, and that it would make use of available flexibility instruments as provided for in the MFF Regulation if and where needed.

This is what the Commission did in late May this year by presenting draft amending budget No 3, with a request to use the remaining margin under the payment ceiling – some EUR 700 million – and the activation of the contingency margin mechanism for an amount of EUR 4 billion. Such a request is justified by the payment shortages experienced in several programmes and by a number of unforeseen circumstances, including a higher than expected pace of implementation in cohesion policy, which led to an unprecedented level of unpaid bills at the end of 2013 to be covered with appropriations in the 2014 budget.

For the 2015 draft budget, the Commission proposes to make full use of the payment ceiling agreed in the Multiannual Financial Framework. Combined with a careful management of resources these measures should curb the global growth of outstanding commitments and provide the means to address our obligations stemming from previous years’ commitments.

Let me take this opportunity to give a face to this problem. It is not just about ministries or universities or even Member States as such, getting money back later than expected. In many programmes, for example in research and innovation, we have small private companies that have valid contracts and have performed their agreed work and incurred the agreed costs and now could face a situation in which the Commission simply cannot pay them in time. The Commission will have to mitigate these risks. In this context, the risk of SME bankruptcy will be one important factor to consider.

These proposals are also a key condition to kick-start the new investments in infrastructure, innovation, growth and jobs needed for the new period 2014-2020, precisely in line with the strategic priorities for the Union as agreed by the Heads of State and Government on 26 and 27 June. Developments on the revenue side should greatly facilitate the solution. Exceptional additional revenue from fines stemming from the enforcement of competition policy will accrue on the EU budget in 2014, meaning that the additional payments requested for 2014 will be at virtually no cost to the Member States.

At the budgetary trilogue last week, Parliament and the Council had a first opportunity to exchange views on the Commission proposals for the three amending budgets for 2014 and for the 2015 draft budget. The Commission is doing everything within its powers to address a difficult situation. We can only hope that the Council and Parliament will soon reach agreement on a sustainable solution.

 
  
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  José Manuel Fernandes, em nome do Grupo PPE. – Senhor Presidente, Senhora Comissária, Senhor Presidente do Conselho, caros Colegas, falar de despesas de pagamentos é referir-se a investimentos já realizados a favor da inovação, da investigação, da promoção de crescimento inteligente, sustentável e inclusivo, da promoção do emprego. São despesas legalmente efetuadas com a concordância e a pedido dos Estados-Membros. Os beneficiários são jovens, pequenas e médias empresas, investigadores, universidades, autarquias locais. Não é aceitável que estas despesas já efetuadas não tenham os montantes suficientes para serem pagas. Aqui não se trata de poupar, aqui trata-se de pagar aquilo que se deve. Só na política de coesão temos mais de 23,4 mil milhões de euros de despesa já realizada, para a qual não há disponibilidade financeira. Todos os estudos demonstram que a política de coesão contribui positivamente para todos os 28 Estados-Membros e para as suas 272 regiões. É que, para além das infraestruturas, estamos a falar também do apoio aos jovens, da formação, da inovação, da investigação, da defesa do ambiente, do crescimento sustentável.

As instituições da União Europeia têm de ser exemplares no que diz respeito aos compromissos assumidos. Ora, as despesas de pagamentos são compromissos assumidos e já realizados. Não pagar significa, para além do desrespeito dos compromissos, uma quebra de solidariedade para com os Estados-Membros e as regiões que estão em maior dificuldade.

O Conselho tem de colaborar na resolução do problema dos pagamentos. Não o fazer é atuar contra si próprio, é perder autoridade e credibilidade. Espero, por isso, que o Conselho contribua para a adoção dos orçamentos retificativos que estão propostos e que permitem minorar o problema dos pagamentos. E parabéns à Comissão pelo facto de ter apresentado orçamentos retificativos que vão ao encontro da solução deste problema.

 
  
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  Eider Gardiazabal Rubial, en nombre del Grupo S&D. – Señor Presidente, empezamos un nuevo mandato y ya estamos en el Pleno hablando del problema de los pagos que tenemos en la Unión. Llevamos varios años arrastrando este problema, sobre todo por la actitud incomprensible que hasta ahora han tenido los Estados miembros en el Consejo.

En 2010 acabamos con 5 500 millones de euros en facturas impagadas; en 2011, con 11 000 millones de euros; en 2012, subimos a los 16 000 millones de euros; y el 2013 lo hemos acabado con 25 000 millones de euros en facturas impagadas. Es evidente que esta situación es insostenible y, si no ponemos remedio ya, vamos a acabar con una suspensión de pagos.

Podría apelar a la legalidad y a la buena gestión financiera, que exige que las instituciones europeas pongamos a disposición los recursos necesarios para que la Unión pueda cumplir con sus obligaciones jurídicas. Podría apelar a la credibilidad de la Unión Europea y a la necesidad de que nuestros socios confíen en que vamos a cumplir con nuestros compromisos internacionales; o al cumplimiento de los acuerdos del Consejo Europeo, que, en su última reunión, por ejemplo, acordó la necesidad de invertir y preparar las economías de los Estados miembros para afrontar necesidades en transporte, en energía o en telecomunicaciones. Pero, sinceramente, nunca han servido de nada estos llamamientos. Les hemos dado razones y les hemos dado cifras y el Consejo ha seguido actuando como siempre: no pagando y recortando el dinero.

Me alegra oír al Consejo reconocer que tenemos un problema; pero acaba de acordar el nivel de pagos para 2015 y ha recortado en 2 000 millones la propuesta de la Comisión Europea. Sinceramente, no sé cuál es su plan. No sé si lo tienen. No sé si creen que no abordando el problema lo vamos a solucionar, y por eso me gustaría escuchar de la Presidencia italiana, en la que confiamos para solucionar este problema, la propuesta de un paquete de medidas para poner fin al problema de los impagos.

Y yo le voy a dar unas cuantas ideas. Primera: aprobar los presupuestos rectificativos, para reducir en 4 700 millones de euros esta deuda. Segunda: trabajar ya en una revisión del marco financiero para poder elevar esos límites máximos de pagos. Tercera: impulsar definitivamente ese grupo de alto nivel y trabajar en nuevos recursos propios para el proyecto de la Unión Europea. Cuarta: elaborar una propuesta de instrumentos financieros que permitan movilizar recursos para poder invertir a largo plazo en ese plan de inversiones que tanto necesita la Unión. Y quinta, por ejemplo, elaborar una propuesta para excluir de la contabilización del déficit de los países la contribución nacional al presupuesto europeo, y así relajar las tensiones que sufren las finanzas nacionales.

Les hemos dado razones, cifras e incluso soluciones, pero si necesitan más ejemplos se los voy a dar. Porque detrás de estas facturas impagadas hay ayuntamientos, hay empresas pequeñas que necesitan que se les devuelva el dinero, y también hay ONG.

Acabo, Presidente, con un último ejemplo: se han paralizado programas de ayuda humanitaria y 400 familias iraquíes no tienen dinero ni para comer.

 
  
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  Bernd Kölmel, im Namen der ECR-Fraktion. – Herr Präsident! Wir reden heute über offene Zahlungsverpflichtungen der EU, die ein Ausmaß erreicht haben, das Anlass zu großer Sorge gibt. Der aktuelle Zahlungshaushalt der EU beträgt 135,5 Milliarden Euro, und nun soll das Budget durch einen Nachtragshaushalt Nr. 3 um 4,7 Milliarden Euro für Zahlungen angehoben werden. Davon entfallen 4 Milliarden Euro auf Mehreinnahmen, die letztlich die Mitgliedstaaten aufbringen müssen. Beispielsweise muss Deutschland für diesen Betrag 668 Millionen Euro zahlen. Zwar sollen diese Mittel auf künftige Haushalte angerechnet werden, aber nach dem Entwurf des Nachtragshaushalts nicht wie vorgesehen unmittelbar, sondern erst in den Haushaltsjahren 2018 bis 2020. Das verschiebt die Lasten in die Zukunft und schränkt die Haushaltshoheit künftiger Parlamente erheblich ein.

Kann die Kommission garantieren, dass sie 2018 nicht auch mehr Geld braucht? Diese Auskunft hätte ich gerne. Außerdem ist z. B. in dem Nachtragshaushalt vorgesehen, diese Zahlungen für sogenannte unvorhergesehene Ausgaben zu leisten. Aber in jedem Jahr gibt es unvorhergesehene Ausgaben. Beachtlich ist dabei auch, dass diese Ausgaben teilweise deshalb erforderlich sind, weil sie durch Verordnungen der EU so bestimmt werden. So wurde beispielsweise beim ESF für eine bestimmte Maßnahme die Vorfinanzierungsrate fast zehnmal so hoch angesetzt wie üblich. Allein das hat zu Mehrausgaben von 99 Millionen Euro geführt. Wenn doch aber diese Ausgaben durch Verordnungen bewusst herbeigeführt werden, sind sie dann unvorhergesehen? Wir sagen: Nein. Wir, die ECR, lehnen Erhöhungen des Haushalts durch die Hintertür ab. Wir sollten stattdessen dies zum Anlass nehmen, um uns Gedanken zu machen, ob denn unser Haushaltssystem überhaupt nachhaltig ist, ob wir genügend Transparenz und genügend Steuerungsmöglichkeiten haben. Diese sollten wir unbedingt einführen und das zum Anlass nehmen.

 
  
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  Jean Arthuis, au nom du groupe ALDE. – Monsieur le Président, les insuffisances et les dysfonctionnements de la gouvernance publique, qu'elle soit nationale ou européenne, suscitent l'exaspération de nos concitoyens. Le scrutin du 25 mai a permis d'en mesurer toute l'ampleur.

Chaque acteur public a le devoir de se montrer exemplaire en se tenant à l'écart des pratiques hypocrites et insoutenables. De ce point de vue, l'Union européenne met son autorité en péril du fait de l'explosion des "restes à liquider" (RAL) et de l'alarmante progression des impayés.

Les RAL, cette pratique justifiée par le décalage temporel entre l'autorisation d'engagement et la réalisation des dépenses correspondantes, atteignent un niveau sans précédent de 222 milliards d'euros au 31 décembre 2013. Le Conseil doit mettre en concordance ses promesses et ses actes. Toute complaisance en la matière active un engrenage fatal.

Faute de courage, l'écart s'amplifie d'année en année et vient un moment où les impayés s'accumulent. Au 31 décembre 2013, les factures exigibles atteignent plus de 23 milliards d'euros, en accélération vive: 5 milliards fin 2010, 11 milliards fin 2011, 16 milliards fin 2012. Sans doute 26 milliards fin 2014 si aucune mesure corrective n'est prise. Cette situation est indigne.

En ce début de législature nous devons régler cette dérive parce qu'elle contredit les principes que nous entendons faire respecter par les États membres en matière de sincérité de leurs finances publiques.

La Commission vient de nous faire parvenir trois projets de budget rectificatif qui permettent de réduire de 4,7 milliards la pile des impayés.

Les impayés affectent les ONG pour l'aide humanitaire, des hôpitaux de campagne au Proche-Orient, des étudiants privés de bourse Erasmus, des chercheurs en panne de financement, des collectivités locales privées de ressources. Le compte n'y est pas.

Dans ce contexte, l'alternative est simple. Ou bien, nous réduisons les engagements et procédons à de stricts arbitrages en privilégiant les investissements d'avenir, la compétitivité et l'emploi, ou bien, les États membres acceptent une contribution supplémentaire couvrant les impayés. Bien que non liquidée, cette quote-part de charges devrait être inscrite dans les budgets des États membres.

Il est vain d'imaginer que des vagues d'amendes suffiraient à alléger cette dette. J'attends avec impatience les nouvelles ressources propres, mais je doute que nous soyons à la veille de leur mise en recouvrement et, en tout état de cause, cette fiscalité européenne devrait être compensée par la réduction, à due concurrence, du poids des prélèvements obligatoires perçus par les États membres. Il faut agir sans attendre. L'Union européenne n'a pas vocation à s'endetter d'une manière sournoise.

Enfin, bien sûr, la révision post-électorale du cadre budgétaire pluriannuel devra consacrer la fin de ce système ubuesque. Nos chefs d'État et de gouvernement ne peuvent plus longtemps formuler des promesses sur le dos du budget européen sans consentir les financements correspondants. Je pense à l'initiative pour l'emploi des jeunes annoncée en 2013 pour un montant de 6 milliards d'euros. Halte à l'hypocrisie. L'image de l'Europe aux yeux de nos concitoyens est en cause. Veillons à ce que les fruits tiennent les promesses des fleurs.

 
  
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  Pablo Echenique Robba, en nombre del Grupo GUE/NGL. – Señor Presidente, soy Pablo Echenique Robba, de «Podemos», y soy nuevo en esta Cámara, tan poco concurrida cuando no hay votaciones. Hay muchas cosas que aún no sé, pero siendo científico aprendo rápido.

Recientemente, he aprendido, por ejemplo, que la Unión Europea no es como los Lannister, que la Unión Europea no paga sus deudas: me cuentan que debe más de 24 000 millones de euros a los Estados miembros y que, año tras año, la Comisión y el Consejo se dedican a «marear la perdiz», como están haciendo aquí hoy.

Esto me ha sorprendido mucho, la verdad. Verán, yo vengo de un país al cual desde la Unión, a través de la troika, se le ha invitado de maneras muy poco transparentes y muy poco democráticas a cambiar la Constitución para poner el pago de la deuda a los bancos por delante de cualquier inversión en los derechos sociales de las personas. Con los votos de socialistas y populares, esta reforma se llevó efectivamente a cabo en un país que vivía y vive una emergencia humanitaria, con millones de pobres, de parados y de desahuciados.

Al ver esta situación, uno tiende a pensar que lo de pagar la deuda debe de ser algo importantísimo, algo sagrado, tal vez el undécimo mandamiento. Luego se entera uno de que la Unión debe más de 24 000 millones y piensa que, al ser nuevo, debe de haber algo que no ha entendido bien. Esta doble moral es demasiado espectacular como para ser cierta.

Por eso, pido al Presidente, al Consejo y a la Comisión que desmientan que la Unión debe 24 000 millones y que me confirmen, por favor, que lo que pone en las pantallas y en el orden del día de hoy es un error.

 
  
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  Helga Trüpel, im Namen der Verts/ALE-Fraktion. – Herr Präsident, Frau Kommissarin, sehr geehrte Präsidenten! Nicht zum ersten Mal warnt die EU-Kommission vor leeren Kassen und Zahlungsausfällen. In diesem Jahr ist es allerdings besonders alarmierend, weil die Zahlungsausfälle schon deutlich früher auftauchen als in den Vorjahren. Die Kommission schiebt einen Riesenberg von Zahlungen vor sich her. Wir haben die Zahl eben schon gehört: 221 Milliarden Euro. Der Jahreshaushalt liegt bei ungefähr 135 Milliarden Euro. Daran sieht man schon, wie groß dieses Problem ist.

Woher kommt es? Ein wesentlicher Grund ist, dass der Rat nicht bereit war, die entsprechenden Zahlungen zu leisten, die er zugesagt hatte. Das hatte zur Folge, dass dann immer Zahlungen, offene Rechnungen in die nächsten Jahre übertragen werden mussten. Damit wird das Problem immer größer. Ich finde das Verhalten des Rates, sich nicht an zugesagte Zahlungen zu halten, unverantwortlich. Letztes Jahr musste die Kommission schon 23,4 Milliarden in das Jahr 2014 übertragen, und jetzt haben wir eine Lücke von 4,7 Milliarden. Dafür ist ein Nachtragshaushalt angemeldet worden. Ich fordere den Rat dringend auf, sich hier zu bewegen.

Jetzt haben wir ja auch noch Überschüsse aus dem Jahr 2013, und mit den Änderungshaushalten 2, 3 und 4 könnte man jetzt also eine Lösung finden, die die Mitgliedstaaten nur 105 Millionen Euro kosten würde. Aber viel entscheidender finde ich, dass wir nicht nur immer gucken, welche Ad-hoc-Lösungsmöglichkeiten es im Sinne von Krisenintervention gibt, sondern wir müssen zu strukturelleren politischen Lösungen kommen, und das bedeutet, dass wir die Revision des mehrjährigen Finanzrahmens brauchen. Wir Grüne haben immer darauf hingewiesen, dass die Zahlungen zu gering sind. Deswegen haben wir diesem MFR auch nicht zugestimmt. Wir brauchen deutlich eine Revision, damit die Zahlungsobergrenzen angepasst werden können. Und wir brauchen ein neues System der Eigenmittel.

 
  
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  Marco Zanni, a nome del gruppo EFDD. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, sin da quando ero bambino mi è stato insegnato che se si prendono degli impegni questi vanno rispettati. Non è quindi assolutamente ammissibile non onorare quanto dovuto. Il Movimento 5 stelle è disponibile a sostenere tutte le misure necessarie per uscire da questa situazione, a partire dai prossimi bilanci rettificativi.

Vorrei però che fosse ben chiara una cosa: o la gestione del bilancio europeo cambia oppure ci troveremo ancora una volta in questa situazione. Ho qui con me una dichiarazione congiunta di Parlamento europeo, Consiglio e Commissione riguardante l'implementazione del bilancio 2002. 2002, avete capito bene, ben più di 10 anni fa! In questa dichiarazione ci si rammaricava per la grave situazione dei pagamenti e si auspicavano misure per invertire questa pericolosa tendenza. Gli auspici sono purtroppo rimasti tali, come troppo spesso accade, e siamo ancora qui a discutere di questo problema, oggi ancora più grave e più drammatico che in passato. Vorrei chiedere alla Commissione: come mai si è creato questo enorme buco nei pagamenti? Forse in passato si è scelto di impegnarsi per assecondare questo o quell'interesse particolare, senza pensare a priorità specifiche ben determinate che debbano tenere necessariamente in conto la difficile realtà dei fatti e soprattutto dei conti.

È curioso poi che oggi in Aula a guidare il Consiglio ci sia il mio connazionale Della Vedova. Noi italiani, infatti, proprio in questo ambito non possiamo dare lezioni a nessuno, poiché conosciamo bene l'enorme problema del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. L'Unione europea ha recentemente aperto anche una procedura d'infrazione contro l'Italia proprio per questo motivo. Permettetemi di dire, signor Presidente, che siamo in una situazione abbastanza paradossale. L'Italia oggi si appresta a guidare l'Unione europea proprio quando quest'ultima ha un enorme problema nei pagamenti. L'Unione europea stessa, però, sanziona proprio chi la guida perché proprio lei non paga. Ci chiediamo quindi come si potrà risolvere la questione, perché sinceramente, signori, siamo un po' confusi.

 
  
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  Bernard Monot (NI). - Monsieur le Président, Madame la Commissaire, chers collègues, pour exister, l'Union européenne promet à tour de bras de se rendre visible, généreuse, indispensable et multiplie pour ce faire les programmes et les crédits d'engagement en oubliant qu'à terme, il faut régler la facture.

Aujourd'hui, nous débattons du décalage sans précédent – ce sont vos propres mots – entre les engagements financiers de l'Union et les crédits effectivement disponibles pour les honorer. 21 milliards en moyenne sur 140 milliards, soit 15 % environ du budget 2014.

Aujourd'hui, cette imprévision récurrente doit être traitée malheureusement dans l'urgence par des révisions post-budgétaires. Ceci prouve une fois de plus que, tant au niveau de la France qu'au niveau de l'Union européenne, votre modèle macroéconomique est inepte et ruineux pour les citoyens. Le gonflement du budget européen depuis le paquet Delors I est continu. En 35 ans, le budget a été multiplié par 15.

L'Europe de Bruxelles a beau jeu de donner des leçons aux États sur la bonne gestion des finances publiques via le traité budgétaire européen et le pacte de stabilité alors qu'elle est incapable elle-même de faire la gestion prévisionnelle et qu'elle se retrouve en trésorerie négative à hauteur de plus de 21 milliards, soit une situation de suspension des paiements.

Cela pose assurément la question de la crédibilité de l'Union européenne qui s'emploie à piloter toujours un peu plus les politiques budgétaires des États membres. Quand on veut donner des leçons, on doit être soi-même irréprochable. Or, quelle est la sincérité de votre budget? Quelle entreprise du secteur privé n'anticiperait pas cette pénurie de paiement et de dérive financière?

Dans votre logique, on dépense d'abord et on ajuste les recettes ensuite, comme tant de collectivités publiques et d'États inconséquents. C'est ainsi que vous rattrapez le coup avec des budgets rectificatifs annuels. C'est la facilité pour la dépense publique inconsidérée qui a généré en France 40 ans d'exercice budgétaire déficitaire et un surendettement de 2 000 milliards d'euros. Or, les États membres ne souhaitent pas contribuer davantage au budget de l'Union comme l'a très clairement montré la discussion sur le cadre financier pluriannuel, en juin 2013. On entrevoit donc la prochaine étape du raisonnement, c'est-à-dire l'impôt européen.

Madame la Commissaire, dites à M. Juncker que les patriotes français ont placé sous surveillance renforcée la Commission européenne...

(Le Président retire la parole à l'orateur)

 
  
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  Marian-Jean Marinescu (PPE). - Domnule președinte, la sfârșitul anului 2013 plățile restante în politica de coeziune pentru programele din perioada financiară 2007-2013 atingeau 23,4 miliarde. Conform ultimelor estimări, prin însumarea cererilor de plată din 2014, nivelul plăților restante din coeziune va crește cu 3 miliarde, ajungând la o restanță de aproximativ 26 de miliarde.

Situația cu care ne confruntăm nu este nouă. A început în 2010; cifra era atunci 5 miliarde. În fiecare an, necesarul de suplimentare a plăților a crescut, dar, de fiecare dată, Consiliul nu a recunoscut cuantumul sumelor calculate de Comisie și nu a acceptat decât o creștere insuficientă. Trăim un paradox: statele membre depun cereri de plată, statele membre nu vor să acopere sumele necesare, adică să își respecte angajamentele. Nu sunt sume mai mari decât angajamentele din CFM, sunt sume care nu au fost cheltuite atunci când erau prevăzute în buget; statele membre au primit înapoi aceste sume în acel moment, pentru că știți că atunci regula era ca, la sfârșitul anului, sumele necheltuite să se întoarcă în bugetele statelor membre, acum statele membre trebuie să aducă aceste sume înapoi la bugetul Uniunii.

Parlamentul a cerut, dacă vă amintiți, ca o condiție a aprobării CFM 2014-2020, reglarea plăților restante și nu s-a realizat acest lucru în totalitate. Suntem încă în perioadă de criză. Proiectele derulate de statele membre, pentru care se cer plăți, sunt proiecte care au ca temă exact ce este nevoie în această perioadă: dezvoltare economică și creare de locuri de muncă. Dacă nu rezolvăm situația creată, se vor pierde locuri de muncă. Este nevoie de o rectificare pentru 2014, care să fie aprobată înainte de aprobarea bugetului 2015, pentru a evita discuțiile din anii trecuți.

Cer Consiliului ca, în cazul în care nu este de acord cu reglarea acestor sume restante, să decidă și care dintre facturi nu trebuie plătite, să își asume responsabilitatea integral.

 
  
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  Isabelle Thomas (S&D). - Monsieur le Président, Madame la Commissaire, Monsieur le Représentant du Conseil, vous constatez comme moi la difficulté persistante dans laquelle se trouve le budget communautaire depuis que la crise de 2009 a éclaté. Les ressources de l'Union sont plus que jamais nécessaires à l'investissement, surtout quand les États sont soumis à l'austérité.

Or, le budget de l'Union ne cesse de diminuer. Nous l'avons déploré lors des négociations sur le cadre financier pluriannuel et nous luttons chaque année contre les coupes supplémentaires du Conseil dans les exercices budgétaires. Les États membres sont désormais prisonniers de leurs choix austéritaires. Pire, nous sommes depuis quelques années face à un "Conseil de mauvais payeurs", dans une mécanique qui confine à l'absurde. Les États membres sous-estiment leurs remontées de factures, décalent leurs paiements et nient leurs engagements signés avec les citoyens européens que nous représentons; une ambition étriquée et falote où leur contribution au budget de l'Union devient une variable d'ajustement, alors même qu'il s'agit d'investissements de long terme.

Depuis 2010, nous sommes dans une tension croissante à chaque exercice budgétaire et aujourd'hui, la Commission européenne nous propose un troisième budget rectificatif à hauteur de 4,7 milliards d'euros dont 4 milliards environ seraient composés du nouveau dispositif introduit par le CFP, la réserve pour imprévus. Première année d'existence de ce correctif et déjà un imprévu! N'est-ce pas là une preuve du manque de sincérité de la part des États membres dans les négociations budgétaires de l'Union?

En parallèle, la Commission nous propose deux autres budgets rectificatifs, cette fois-ci au crédit de la communauté. Ce qui au final ne devrait porter la contribution des États membres qu'à une centaine de millions d'euros. Et pourtant certains s'opposent à l'application de ce nouveau dispositif. Cette crise des paiements n'est donc ni mineure ni ponctuelle. C'est un symptôme. Le symptôme d'une Europe malade. Le symptôme d'un système budgétaire dépassé qui confine à l'absurde. L'Union européenne doit se doter de nouvelles ressources propres, ne plus dépendre du chantage des États membres.

Nous, socialistes européens, sommes par exemple favorables depuis longtemps à la taxation des transactions financières mais nous devrons aller au-delà. Nous devons faire de notre budget, de ses dépenses et ses recettes, un instrument politique de croissance durable, de cohésion et de justice sociale.

Cette crise, c'est aussi le symptôme de l'échec de la politique austéritaire. Les mêmes États membres qui prônent la vertu budgétaire multiplient les contorsions et les jeux d'écriture pour ne pas appliquer la politique qu'ils ont eux-mêmes décidée! Oui, bien sûr il faut du sérieux budgétaire! Et ce sérieux, ce devrait être des États qui paient leurs factures, qui ne mettent pas en danger des milliers d'entreprises, d'associations, de collectivités publiques en Europe. Ce ne devrait pas être cette insupportable austérité qui détruit le modèle social européen et condamne les États de l'Union à des demi-mesures face à la crise la plus importante que connaît notre continent depuis 70 ans.

Cette crise des paiements, c'est surtout le symptôme d'une Europe malade de son ultralibéralisme, de cette disparition organisée et voulue de la puissance publique, de cette foi absolue et irraisonnée dans le marché. On attend l'investissement privé comme un Messie qui ne vient jamais! Pourtant, l'Europe a besoin d'investissements. Pour soutenir l'économie, pour lutter efficacement contre le chômage, notamment chez les jeunes, pour préparer l'incontournable croissance verte. Et pour cela, il faut une puissance publique forte et souveraine.

La crise des paiements comme les élections du 25 mai marque un impératif. Nous avons cinq ans pour changer de cap, et une nouvelle méthodologie...

(Le Président retire la parole à l'oratrice)

 
  
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  Richard Ashworth (ECR). - Mr President, I supported and approved a reduction in the size of the EU budget. I also fully support and approve the Commission’s proposals to increase spending on jobs, growth and competitiveness. But unless there is also a significant reduction in the other traditional spending patterns, then an ever-deepening payments crisis is inevitable. It is a crisis which, along with the long-standing and growing problems with RALs, means that the current spending plans are unsustainable. The solution is not continually to seek an increased budget. Instead, it is time we accept the fiscal limits, time we conduct a radical and strategic review of the whole budgetary process and time, in particular, to ensure that we prioritise spending strictly in line with value for money.

 
  
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  Liadh Ní Riada (GUE/NGL). - A Uachtaráin, d’aimsigh rialtais an Aontais Eorpaigh na billiúin ar mhaithe leis na bainc ach ní féidir leo airgead a aimsiú chun infheistíocht a dhéanamh i ndaoine.

Caithfear taighde a dhéanamh ar infheistíocht i réimsí tábhachtacha cosúil le hoideachas, agus oiliúint. Tá na rialtais tar éis diultú go rialta do na hacmhainní riachtanacha seo a chur ar fáil, ag malartú na bhfocal agus ghaois an Choimisiúin.

D’fhág an creatlach airgeadais ilbhliantúil poll de EUR 23.4 billiún i mbuiséad an Aontais Eorpaigh. Tá an t-airgead caite cheana féin. Anois tá ar na Ballstáit, na réigiúin agus páirtithe leasmhara eile fanacht ar íocaíocht.

Ní amháin go bhfuil tionchar ag an moill ar na híocaíochtaí seo, ar chumas airgeadais na mBallstát, go háirithe iad siúd atá i gcónaí i gcruachás maidir le cúrsaí airgid agus srianta sóisialta, ach cuireann sé isteach chomh maith ar chur i bhfeidhm go leor tograí an Aontais Eorpaigh. Táimíd ag cur clár i bhfeidhm atá níos leithne i scóip ná riamh cheana féin ach i ndairíre atá i bhfad níos lú.

Is iad na daoine óga atá dífhostaithe, na mic léinn, ollscoileanna, fiontair bheaga in Éirinn, sa Ghréig, sa Phortaingéil, sa Spáinn agus in áiteanna eile atá ag fulaingt.

Caithfidh an Chomhairle Eorpach agus an Coimisiún a bheith freagrach agus tá sé thar a bheith in am dóibh aghaidh a thabhairt ar na dúshláin seo go dáiríribh agus go tapa.

Agus ar nóta beag amháin is mór an onóir dom gur féidir liom mo theanga dhúchais a úsáid anseo inniu.

 
  
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  Jonathan Arnott (EFDD). - Mr President, this is not a difficult subject. It is not rocket science. You cannot spend money you do not have. Prioritise. What spending is not really necessary? If the political will existed in this Chamber, you could have just one seat for the European Parliament and save hundreds of millions of euros a year. If the political will existed in this Chamber, you would scrap the EUR 3 billion a year the EU spends promoting itself. That is a bigger advertising budget than Coca-Cola.

If the political will existed in this place, you could scrap many of the luxuries that we enjoy as MEPs and take a lead in showing that economy begins at home. But just three hours ago this very Chamber voted in favour of parliamentary delegations and junkets. The answer is not to go back, cap in hand, to national governments and to ask them to fleece taxpayers for even more money. The answer is to put your own house in order.

Where is the political will in the Committee on Budgets to do this? We do not even have pre-set failure criteria for EU-funded projects to know whether they have achieved what they promised. No-one takes responsibility. No staff are dismissed when taxpayers’ money has been wasted. Ultimately, this place could remember that EU money really belongs to the taxpayers of each Member State. Some in this Chamber, astonishingly, have used the misspending of EU money as an excuse to call for EU taxation. Well we will soon know whether the European Parliament has the guts to take the decisions necessary to bring this back under control.

And is it not amazing how empty this Chamber is today as we discuss such an important issue? Where is the political will? We do not need more of the same. We do need some tough decisions.

(Applause)

 
  
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  Jan Marian Olbrycht (PPE). - Panie Przewodniczący, Pani Komisarz, Szanowni Państwo! Pytanie, które trzeba dzisiaj zadać, brzmi tak: czy mamy do czynienia z problemem o charakterze budżetowym, to znaczy czy mamy do czynienia z problemem braku gotówki wpłaconej, czy mamy do czynienia z problemem złych obliczeń, złych przewidywań, jeżeli chodzi o poziom wydatków, czy mamy do czynienia raczej z problemem o charakterze politycznym. Ja raczej jestem zwolennikiem tej tezy. Jeżeli dajemy sygnał, że brakuje nam w budżecie pieniędzy na określoną politykę bądź polityki, – a pamiętajmy, że polityka spójności jest oparta na współzarządzaniu przez Komisję i przez państwa członkowskie – jeżeli dajemy sygnał, że mamy dziurę w budżecie, a przecież – przypominam – wpłaty do budżetu to 1 procent dochodu narodowego brutto – to nie przesadzajmy z tym, że to przewróci budżety narodowe. Jeżeli dajemy taki sygnał, to oznacza, że dajemy również sygnał mówiący o tym, że przestajemy popierać określone polityki, że przestajemy być zainteresowani określonymi politykami, że nie powiemy tego głośno, nie powiemy tego wprost, nie zrobimy tego „de iure”, ale zrobimy to „de facto”. Inaczej mówiąc, nie zamkniemy naszych priorytetów, ale zabraknie nam na to pieniędzy. To jest sygnał polityczny bardzo niebezpieczny i w związku z tym mamy nie tylko do czynienia z problemem o charakterze budżetowym, ale mamy do czynienia z próbą zmiany polityki europejskiej.

 
  
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  Giuseppina Picierno (S&D). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, la situazione di cui discutiamo oggi non è frutto di eventi straordinari, non è frutto di eventi imprevedibili. Stiamo parlando, signor Presidente, di una non emergenza che si è venuta a creare a causa di una tradizione, di una tradizione senza senso che il Consiglio, su pressione di alcuni suoi membri, porta avanti da qualche anno, nonostante il Parlamento e la Commissione si siano sempre opposti. Questo è bene ribadirlo anche oggi. Anche oggi, anche qui, non possiamo non ribadire come il costante abbassamento del livello dei pagamenti, come già più volte è stato sottolineato in quest'Aula, vada a discapito dei cittadini e non a loro favore.

Ogni euro che viene tolto all'Unione europea è un euro tolto alla ricerca, è un euro tolto all'istruzione, alle piccole imprese, all'agricoltura, all'innovazione, alla cooperazione e alla ricerca ed è per questo che gli impegni che gli Stati assumono a Bruxelles devono essere onorati, per rispetto degli altri paesi certamente, ma soprattutto per rispetto dei cittadini, per rispetto di chi grazie al sostegno dell'Unione europea sta cercando di far ripartire l'economia del nostro continente.

Io voglio ancora una volta ricordare anche qui come il bilancio dell'Unione sia uno straordinario, formidabile strumento di investimenti. Gli investimenti che, in sua assenza, i paesi membri non riuscirebbero mai e poi mai a finanziare. E purtroppo il recente negoziato sul Quadro finanziario pluriennale ha ridotto il montante globale rispetto al periodo precedente, e questo è successo per la prima volta nella storia dell'Unione. Il nostro bilancio in tempo di crisi purtroppo non è stato utilizzato per rilanciare l'economia. Non è stato utilizzato per rilanciare l'occupazione, ma sono prevalse logiche sbagliate di …

(Il Presidente interrompe l'oratrice)

 
  
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  Petri Sarvamaa (PPE). - Mr President, first of all, the obvious but painful fact has to be stated once again: the situation is absolutely unbearable. And not just that, but unfortunately the payment nightmare of the European Union is also such that it will not go away even if we manage to solve the acute cash-flow crisis.

But we have to start somewhere. So the first thing that should be done is to mobilise all instruments available to cover the shortfall. Every year we commit ourselves to a certain number of programmes. So we all agreed to a certain total of bills – and now those bills have to be paid. This can only be done by temporarily increasing the level of payments as far as I can see.

But as I said, this alone does not get us far. As the total sum of outstanding commitments keeps rising year after year, there are only painful answers left – given that we genuinely want to solve the budget crisis. As I suppose we do.

Ironically, the post-financial crisis position of the Council does make sense in the way that we can spend only what we can afford to spend. But it is ironic because Member States were there when commitments were made. So, if we want to be logical in building a better Union, we first have to answer our own call.

After, but only after, that has been done, can we reduce the level of payments. The level of commitments we can, and perhaps should reduce cautiously. But even more importantly, we should make sure that what we commit ourselves to makes sense in terms of creating new economic activity, which will in turn help us out of this vicious circle and this means that we have to achieve the badly needed growth and that growth will then bring employment.

 
  
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  Jean-Paul Denanot (S&D). - Monsieur le Président, chers collègues, la crise des paiements est une crise récurrente qui appelle aujourd'hui une réponse politique avant d'aborder les questions techniques.

Certains voudraient profiter d'ailleurs de cette situation pour tuer l'idée même de budget communautaire. En effet, ne pas fixer un niveau suffisant pour les crédits de paiement, c'est envoyer un message négatif pour les Fonds structurels et pour la planification pluriannuelle. C'est pourquoi j'insiste sur le fait qu'il faut régler la question au plan politique. Nous sommes nombreux, pendant la campagne électorale, à avoir fait de la pédagogie sur l'utilité d'investir sur les territoires et la nécessité aussi de sortir les investissements d'avenir des critères de convergence. En effet, on ne pourra pas faire de relance de l'emploi sans politique de grands travaux, notamment d'infrastructures. Les Fonds structurels ont cette vocation. Il faudra y ajouter un fonds d'infrastructures qui devra être largement revalorisé.

Je suis élu d'une circonscription rurale et agricole et l'utilisation du FEDER et du FEADER effectivement, associée à des politiques ambitieuses d'infrastructures permettent d'être doublement gagnant. Ils contribuent à la fois une activité immédiate mais préparent aussi l'avenir du mouvement et de l'attractivité pour nos régions.

Je comprends le point de vue des États qui ont des finances publiques exsangues et qui rechignent à rajouter au pot. C'est la raison pour laquelle je pense très sincèrement qu'il faut très rapidement travailler sur les questions des recettes nouvelles et des recettes, effectivement européennes – notamment la taxation sur les transactions financières –, qui permettront, demain, d'imaginer un nouveau budget, de nouvelles recettes, ces dernières permettant effectivement d'éviter cet écueil. Si nous continuons dans cet esprit, ce sera toujours la fuite en avant.

 
  
  

PRESIDENZA DELL'ON. DAVID-MARIA SASSOLI
Vicepresidente

 
  
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  Lambert van Nistelrooij (PPE). - Wij hebben een nieuw Parlement en wij krijgen een nieuwe Commissie. Een frisse start die nog eens moed is ingegeven door de gedachten van de heer Juncker gisteren: investeren in groei, in banen, in concurrentiekracht.

Maar toch ligt er over deze nieuwe start een grote schaduw, want hoe staat het eigenlijk met onze eigen betalingsmoraal? Ik hoor van universiteiten en van steden en regio's dat de rekeningen van geleverd werk van één, twee jaar geleden niet worden betaald. Wij hebben een nieuwe richtlijn vastgesteld voor de structuur- en investeringsfondsen. Wij hebben een late payment directive vastgesteld. Betalen binnen drie maanden, dat is standaard, dat is de moraal.

Als rapporteur en coördinator van de Commissie regionale ontwikkeling voor de cohesie heb ik hier een groot probleem. De Commissie schuift de rekeningen door naar 2015 en zelfs 2016, maar daarmee lossen wij het probleem niet op. Dat wordt nog moeilijker nu de budgetten door de Raad aanmerkelijk zijn verlaagd.

Hoe staat het eigenlijk met 2014, het jaar van de nieuwe start van de Commissie en de nieuwe periode van het MFK, wordt er überhaupt wel geïnvesteerd? Is er fresh money? Komt dat beschikbaar? Het mag en kan niet zo zijn dat 2014 met alle mooie woorden een verloren jaar is en wordt, als het om investeringen gaat. Dat is de kern van mijn boodschap.

Ik heb een paar vragen. Kunnen wij transparantie krijgen in september bij de opstart van onze nieuwe activiteiten in de Commissie regionale ontwikkeling? De cijfers die wij nu hebben zijn van maart 2014. Welke lidstaten hebben volgens de Raad problemen? Springt u bij, zoals de commissaris zei, als er MKB's failliet gaan door deze betalingsmoraal? Hoe gaat dat in zijn werk? En kunnen wij dan weer het vertrouwen van de burgers krijgen en de nieuwe commissarissen een reële boodschap sturen? Dit wordt een cruciaal punt, ook in de hoorzittingen.

 
  
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  Vladimír Maňka (S&D). - Ak sa opýtate riaditeľov malých a stredných podnikov, nemocníc, ale aj starostov a primátorov, povedia vám, že ak im dlžníci neplatia načas, môžu skrachovať alebo sa dostať do nútenej správy. Aj preto sme v minulom období schválili smernicu, že podniky a inštitúcie si musia platiť záväzky do 30 dní. Ak vyžadujeme finančnú disciplínu od iných, musíme ísť sami príkladom. Dnes sa znova presviedčame, že nám chýbajú zdroje na preplatenie záväzkov. Hrozia nám štrukturálne deficity a deformácie s dôsledkami. Ako donútiť Radu, aby plnila tieto záväzky, ale aj ako systémovo vyriešiť problémy so zostavovaním rozpočtu? Definitívnym riešením je dokončiť systém vlastných zdrojov, ku ktorému sa Európska únia zaviazala. Očakávam, že budúca Komisia na čele s pánom Junckerom nám v tom pomôže.

 
  
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  Markus Pieper (PPE). - Herr Präsident! Wenn wir allein bei dem Programm der Kohäsionspolitik 140 Milliarden Euro ausstehende Zahlungen haben, dann ist doch absehbar, dass es zu Verzögerungen bei den Förderentscheidungen und Zahlungen kommen muss. Der Rat kann nicht immer nur Zahlungen kürzen und gleichzeitig Verpflichtungen anhäufen. Das führt zu Nachtragshaushalten, die gegen die Prinzipien der guten Haushaltsführung verstoßen.

Viele im Haus schätzen den Rat, weil er so manche übertriebene Aktivität von Kommission und auch Teilen des Parlaments in die Schranken weist. Aber jetzt geht es darum, Europas Ruf nicht zu schädigen. Wir wollen ein verlässlicher Partner unserer Regionen, Forschungsinstitute und Unternehmen bleiben. Dazu muss der Rat jetzt seinen Beitrag leisten und mindestens zeitweise die Zahlungen erhöhen.

Aber auch die Kommission muss liefern. Fehlerhafte Ausgaben sind früher zu erkennen und schärfer zu ahnden. Das System der Wiedereinziehung ist zu beschleunigen. Ich fordere eine Revision der N+3-Regel. Einige Mitgliedstaaten müssen lernen, dass europäische Förderung keine unendliche Geschichte ist. Und last, but not least müssen wir uns viel stärker die Frage stellen, ob europäische Ausgaben nicht viel mehr mit einem europäischen Mehrwert verbunden sein müssen. Statt Gießkannenprinzip und Fördermittelverschwendung müssen wir uns gerade in der Regionalpolitik und in der Agrarpolitik viel stärker fokussieren. Auch das hilft, Geld zu sparen.

Eine Bemerkung noch zu den Kollegen hier vom rechten Rand: Wir kommen mit allgemeinen Beschimpfungen und oberflächlicher Kritik wirklich nicht weiter. Ich lade Sie herzlich ein, auch einmal in die Details der Haushaltsdebatte einzusteigen. Mit konstruktiver Kritik ist Europa eher geholfen als mit allgemeinen Beschimpfungen.

(Beifall)

 
  
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  Victor Negrescu (S&D). - Domnule președinte, bugetul european a ajuns într-o situație de criză fără precedent. Astăzi, suntem aproape în fața unui deficit structural care riscă să afecteze politicile europene, toate politicile europene, fie că vorbim de educație, cercetare, politică externă sau politici de coeziune, indiferent de culoarea politică, indiferent de naționalitate, indiferent de stat și acest lucru îi va afecta mai ales pe cetățenii pe care noi îi reprezentăm. Nu văd aici, din păcate, politica de austeritate impusă de doamna Merkel și dreapta politică în multe state europene, inclusiv în România, țara pe care eu o reprezint.

Este nevoie, dragi colegi, de măsuri concrete în următoarele direcții: un dialog politic, cu adevărat politic, între Consiliu, Comisie și Parlament, care să rezolve problemele de finanțare, o comunicare corectă în țările membre privind direcția fondurilor europene care ajung cu adevărat în țările noastre. Bugetul european, trebuie să spunem, este al tuturor cetățenilor europeni, nu este o pușculiță folosită doar de unii, în niciun caz de cei din Est și trebuie să discutăm mai mult pentru a găsi o soluție comună la bugetul european.

 
  
 

Procedura "catch-the-eye"

 
  
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  Andrej Plenković (PPE). - Gospodine predsjedniče, kriza koju imamo s preostalim nepodmirenim obavezama u vezi plaćanja je kriza koja se ponavlja, o kojoj smo govorili i prošle godine i na neki način je bila djelomično dio kompromisa pri usvajanju višegodišnjeg financijskog okvira. Znamo da je najave ovakvog scenarija i naš kolega Lewandovski već u travnju vrlo jasno predvidio. Problemi koje imamo koji se odnose na plaćanja i za istraživanja i za zapošljavanje i za kohezijsku politiku, obrazovanje, obaveze u provedbi vanjske politike, ribarstvu predstavljaju u biti ključni problem onoga što bi Europska unija trebala biti, a to je dodatna vrijednost za investicije, za rad, za zapošljavanje.

Zato mi se čini da što prije moramo naći rješenje. Osobito apeliram na Vijeće s obzirom da sredstva koja su već na neki način alocirana moraju biti plaćena - to je važno za kredibilitet europskog budžeta, za ispunjavanje preuzetih obveza, ali isto tako i za novi duh nakon ovih europskih izbora gdje smo svi kao novoizabrani zastupnici dužni voditi računa o učinkovitom financijskom upravljanju Europske unije.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL). - Senhor Presidente, o que nasce torto tarde ou nunca se endireita. Uma máxima que se pode vir a aplicar como uma luva ao Quadro Financeiro Plurianual 2014-2020. As eloquentes declarações sobre o crescimento e o emprego que muitos aqui fazem, da direita à social-democracia, chocam inapelavelmente com a indigência de orçamento que aprovaram. Mas nem mesmo este orçamento indigente é cumprido como devia. São mais de 23 000 milhões de euros que estão em falta, dinheiro que é devido aos Estados-Membros, nomeadamente na área da coesão, e cuja falta leva à suspensão de vários programas em curso.

Os mesmos que se mostram inclementes na hora de extorquir aos países da periferia juros de uma dívida em grande parte ilegítima, esses mesmos não pagam o que devem para o orçamento da União Europeia. É cada vez mais evidente a necessidade de uma revisão tão cedo quanto possível do atual quadro financeiro, com a adequada e devida alocação de recursos ao orçamento, sem o que a coesão, o crescimento e outros chavões não passarão disso mesmo – chavões próprios para desfiar em discursos pios e vazios, cada vez mais distantes da realidade.

 
  
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  Ingeborg Gräßle (PPE). - Herr Präsident, liebe Kolleginnen, liebe Kollegen! Wir haben bei ausstehenden RAL, noch abzuwickelnden Mittelbindungen, von 223 Milliarden eine wirklich besorgniserregende Situation. Ich frage mich, ob der Haushalt 2014 bis 2020 jemals in Kraft treten wird. Meine verehrten Vertreter der italienischen Ratspräsidentschaft, es wird nicht reichen, hier einfach nicht Farbe zu bekennen. Sie können als Mitgliedstaat nicht etwas anderes tun als als Vertretung der Ratspräsidentschaft. Deswegen rechnen wir mit Ihnen und zählen auf Sie, dass Sie diese besorgniserregende Situation beendigen.

Wir haben jetzt für 2015 eine Milliarde Euro für die Forschung herausgestrichen. Das ist ein unhaltbarer Zustand. Ich glaube, wenn wir Mittel in den Strukturfonds umschichten, dass wir dann in Sachen Wachstum und Beschäftigung sehr viel besser vorankommen als bis jetzt.

Ich habe auch noch eine Stelle gefunden, wo Geld übrig ist: Das Personalstatut ist dieses Jahr mit entsprechenden Einschränkungen beim Thema Beförderungen in Kraft getreten. Das Geld auf der Linie tut aber so, als ob es diese Einschränkungen nicht gäbe. Ich höre, dass alle EU-Institutionen dieses übrige Geld sozusagen freihändig verteilen. Deswegen möchte ich alle EU-Institutionen auffordern, hier die entsprechenden Hausaufgaben zu machen und uns auch die Daten zu benennen, was dort tatsächlich an Geld zur Verfügung steht.

 
  
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  Bill Etheridge (EFDD). - Mr President, I am fascinated by this. We have again been talking constantly about how we are going to make things better and there is constant talk of investment. We have got all these programmes – all these programmes! – but not enough money.

Well, that is the point. There is not enough money. You are all here talking about digging holes to get deeper. You are talking about trying to eat yourselves thin. The whole point is that the whole of the Western world is in debt, massively bankrupted. Hear some constructive commentary from my friend who mentioned it earlier: save this money, cut back on all these needless programmes, and stop trying to interfere in every part of everyone’s lives. How about saving that money and distributing it back to the countries you have taken it from? They could then give a really nice tax cut so that people could decide what to do with their own money. It is not yours to constantly make up ideas on how to spend it.

 
  
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  Andrzej Grzyb (PPE). - Panie Przewodniczący! Myślę, że jesteśmy tego świadomi, że to Parlament Europejski przyjmował założenia do budżetu zarówno tego wieloletniego, jak i obecnego. Tam są też zobowiązania dotyczące zarówno płatności, jak i tego wszystkiego, co związane jest z tymi płatnościami. To zobowiązanie jest obowiązujące w instytucjach unijnych i w związku z tym my nie możemy powiedzieć w chwili obecnej, że przejściowe trudności powodują, że wykonane zadania nie mogą zostać sfinansowane. One muszą być sfinansowane. Ja w pełni zgadzam się z tym, co powiedział kolega Olbrycht, że to jest decyzja o charakterze politycznym. Przecież to jest rzeczywiście 1% budżetu i te pieniądze są przeznaczone na inwestycje w zakresie polityki spójności na rozwój również regionalny. Koledzy brytyjscy martwią się o to, że te zabierane są regionom, nie, one są finansowane w regionach. One służą poprawie infrastruktury, one służą tworzeniu miejsc pracy. One służą również temu, by małe i średnie przedsiębiorstwa się rozwijały. To są między innymi również szanse na stworzenie miejsc pracy dla młodych ludzi, o których mówiliśmy dopiero co przed kilkoma godzinami na tej sali. Dlatego uważam, że to jest naszym obowiązkiem, aby doprowadzić do zrównoważenia między zobowiązaniami a płatnościami.

 
  
 

(Fine della procedura "catch-the-eye")

 
  
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  Androulla Vassiliou, Member of the Commission. - Mr President, some Members have asked how we reached this situation. I think the reason for today’s situation is clear: starting from a few years ago, it is a result of budgetary negotiations which provided payment appropriations at such an artificially low level, so low that it prevented us from being able to pay legitimate bills. This must be stopped and it can be stopped, provided that the Commission proposals for the draft amending budget for 2014 and the draft budget for 2015 are adopted by the budgetary authority as proposed.

What the Commission asked for is observance of the agreement on the Multiannual Financial Framework. That means the possibility to use payment appropriations at the level of agreed ceilings, and the possibility to make full use of flexibility mechanisms. If we do not stabilise the situation now in 2014 and 2015, then it is indeed going to be difficult to have a sustainable budget in later years. We cannot afford to kick the can down the road again and again. We cannot accumulate unpaid bills. This is why the Commission proposed the three draft amending budgets for 2014, including a contingency margin, and a draft budget for 2015 at the ceiling level. This is the call for today: to stop the snowball effect.

The Commission is indeed concerned by the position that the Council is taking in relation to payments, but it hopes that negotiations will allow for common ground to be found, to provide the financial means to fulfil the Union’s legal obligations in 2014 and 2015. The Commission will continue to monitor closely the overall situation, and budget implementation, and will provide all necessary information to Parliament and the Council. It stands, of course, ready to participate actively in any interinstitutional meeting to take stock with a view to addressing outstanding needs.

The Commission counts on the commitment of both the Council and Parliament to work constructively in a continuing dialogue on payments, with the objectives of addressing the 2014 payment shortages and avoiding the recurrence of artificial under-budgeting in 2015 and the following years. This is necessary. Otherwise, we put the credibility of the EU at risk, and we have to avoid that.

 
  
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  Della Vedova, Benedetto, Presidente in carica del Consiglio. - Signor Presidente, onorevoli deputati, signor Commissario, io ho ascoltato con attenzione i vostri interventi e spero che si riesca ad arrivare a soluzione, come nell'intendimento della Presidenza italiana, evitando una polarizzazione delle posizioni. Qui non stiamo discutendo sull'opportunità o meno delle spese che sono state preventivate, e che hanno naturalmente base giuridica, stiamo discutendo di come evitare un fenomeno che – è vero – nel nostro paese abbiamo sperimentato e stiamo con forza da qualche anno cercando di risolvere, cioè quello dei ritardi nei pagamenti.

Come dichiarato nelle mie osservazioni introduttive è in questione un diverso approccio alla gestione del bilancio annuale. La creazione di margini al di sotto dei massimali di bilancio non significa che si cerchi di evitare le relative spese.

Concordo con il Commissario, sul fatto che il nuovo Quadro finanziario pluriennale ci fornisce uno spazio di manovra e gli strumenti per affrontare esigenze impreviste. Queste, tuttavia, devono essere gestite in modo che la richiesta di stanziamenti di pagamento non entri in contraddizione con le nostre procedure per i disavanzi eccessivi e i relativi vincoli. Qui sono state fatte anche delle proposte a questo proposito.

Il Consiglio è impegnato per il conseguimento di tutti gli obiettivi politici legati ai vecchi e ai nuovi programmi del Quadro finanziario pluriennale. Tale impegno comprende l'obiettivo di ridurre il famoso effetto valanga, a cui è stato fatto riferimento anche in questa discussione, e di prevedere le risorse finanziarie necessarie per pagare i nostri conti.

In questo contesto avvieremo, il prima possibile, l'esame dei progetti di bilanci rettificativi nn. 3 e 4, previa adozione della posizione del Consiglio sul progetto di bilancio per il 2015.

La Presidenza italiana raccoglie l'invito che è stato fatto, che la partenza di questi nuovi cinque anni sia all'insegna di uno spirito nuovo anche rispetto al tema che abbiamo affrontato oggi. Grazie per l'attenzione.

 
  
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  Presidente. - La discussione è chiusa.

Dichiarazioni scritte (articolo 162)

 
  
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  Bas Belder (ECR), schriftelijk. De Europese Commissie vraagt opnieuw om een verhoging van de betalingen voor dit jaar met ruim twee miljard euro. Zij zegt dat ze onvoldoende geld heeft om de uitgaven van eindontvangers van Europese subsidie te betalen. Dat argument is onvoldoende overtuigend. Er zijn ook begrotingslijnen waar niet al het geld zal worden gebruikt.

Ieder jaar zegt de Europese Commissie dat zij te weinig geld heeft om aan de verplichtingen ten opzichte van subsidieontvangers te kunnen voldoen. Toch was er een bedrag van ruim een miljard euro over van de implementatie van 2013 dat de Europese Commissie in april jongstleden overschreef naar de begroting voor 2014. Er blijft dus wel degelijk geld over dat te vinden is binnen de andere begrotingslijnen. De Europese Commissie moet daarmee tekorten opvangen.

Raad, Parlement en Commissie hebben de verantwoordelijkheid om volgend jaar beter te begroten, dat wil zeggen minder nieuwe financiële verplichtingen aan te gaan voor 2015! Dat doorbreekt het patroon van het aangaan van te veel nieuwe verplichtingen in vergelijking tot het betalingsniveau, hetgeen steeds leidt tot verhoging van de betalingen in de loop van het jaar.

 
  
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  Claudia Schmidt (PPE), schriftlich. Wenn wir das Problem der ausstehenden Zahlungen nicht bald in den Griff bekommen, sind wichtige Programme wie Forschungsprojekte und Erasmus+ ernsthaft gefährdet. Die Begleichung der ausstehenden Rechnungen ist auch eine Frage der Glaubwürdigkeit der EU: Als Wächter über die nationalen Budgets auf andere zu schauen, aber selber Außenstände in Milliardenhöhe anzuhäufen, ist einfach inakzeptabel. Der Rat muss hier endlich seine Verantwortung wahrnehmen: Man kann den Bürgern nicht große Versprechungen machen, aber gleichzeitig die Zahlungen kürzen. Aber auch die Kommission ist in der Pflicht: Es braucht dringend Mechanismen, um fehlerhafte Ausgaben möglichst früh zu erkennen. Sobald die Kommission ihr eigenes Haus bestellt hat und wieder voll arbeitsfähig ist, muss diese Frage prioritär angegangen werden!

 
Juridisks paziņojums - Privātuma politika