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Onsdag den 16. juli 2014 - Strasbourg Revideret udgave

20. Aggressionsforbrydelse (forhandling)
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  President. - The next item is the debate on the statement by the Vice-President of the Commission/High Representative of the Union for Foreign Affairs and Security Policy on the crime of aggression (2014/2724(RSP)).

 
  
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  Benedetto Della Vedova, Presidente in carica del Consiglio, a nome della Vicepresidente della Commissione e Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. - Signora Presidente, onorevoli deputati, domani 17 luglio si celebra la Giornata internazionale della giustizia in concomitanza con il sedicesimo anniversario dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, adottato il 17 luglio 1998.

Con lo Statuto di Roma il mondo ha consolidato lo storico impegno di prevenire e scoraggiare i crimini più efferati. Attivare questa promessa di giustizia verso le vittime dei crimini contemplati dallo Statuto di Roma è un imperativo morale e, al tempo stesso, un contributo essenziale alla pace, alla sicurezza e al benessere nel mondo. Oggi la Corte penale internazionale è il perno attorno a cui si articola il sistema di giustizia penale internazionale e uno strumento importante per mettere i colpevoli dei più gravi crimini di rilevanza internazionale di fronte alle loro responsabilità.

L'UE, come è noto, s'iscrive in una tradizione solida di convinto sostegno alla Corte penale internazionale. Consideriamo che la comunità internazionale trovi in una Corte efficiente uno strumento indispensabile per combattere l'impunità e promuovere un ordine internazionale basato sullo stato di diritto. La Corte penale internazionale resterà una priorità importante per l'Unione europea anche negli anni a venire. Accogliamo quindi con grande favore l'odierno dibattito in plenaria sul crimine di aggressione. Il coinvolgimento attivo del Parlamento europeo in questa tematica importante per i diritti umani e la giustizia internazionale è fondamentale.

Con la Conferenza di revisione dello Statuto di Roma, tenutasi a Kampala, in Uganda, dal 31 maggio al 10 giugno 2010, si è posata una pietra miliare offrendo agli Stati, alle organizzazioni internazionali e agli esponenti della società civile presenti a Kampala un consesso in cui riaffermare la determinazione a promuovere lo Statuto e a fare il punto sulla giustizia penale internazionale, ma non solo. La Conferenza di revisione di Kampala ha anche segnato un passo importante nel consolidamento della Corte penale internazionale come efficace strumento con cui la comunità internazionale assicura alla giustizia le persone penalmente responsabili di crimini contemplati dallo Statuto di Roma quando i giudici nazionali non possono o non vogliono perseguirli.

La Conferenza di revisione ha adottato importanti emendamenti dello Statuto di Roma, tra cui la definizione del crimine di aggressione e le condizioni a cui la Corte penale internazionale può esercitare la giurisdizione in materia. L'emendamento dev'essere ora ratificato o accettato dagli Stati parti dello Statuto di Roma. A condizione che si proceda a un numero sufficiente di ratifiche e che la maggioranza dei due terzi degli Stati adotti una decisione in tal senso dopo il 1° gennaio 2017, la Corte penale internazionale potrà esercitare la giurisdizione sul crimine di aggressione.

Com'è noto a questo Parlamento, tutti gli Stati membri dell'Unione europea sono parti dello Statuto e alcuni hanno anche già ratificato l'emendamento di Kampala sul crimine di aggressione. In altri il processo di ratifica si trova invece in fase conclusiva o comunque avanzata, mentre altri ancora hanno segnalato di non avere per il momento l'intenzione di ratificare tale emendamento.

Non essendo in sé parte dello Statuto di Roma, l'Unione europea non può ratificare l'emendamento. Tuttavia, con la facilitazione offerta dal Servizio europeo per l'azione esterna, gli Stati membri dell'Unione europea si scambiano informazioni e, se del caso, si coordinano sull'andamento del processo di ratifica.

Il nostro comune obiettivo in questo processo è chiaro: rafforzare ulteriormente la Corte affinché adempia al suo mandato. Lo Statuto di Roma è una promessa fatta alle vittime delle peggiori atrocità nel mondo, la promessa che otterranno giustizia, la promessa che, vedendo i colpevoli messi di fronte alle loro responsabilità, le comunità colpite potranno lasciarsi alle spalle la violenza a favore della pace, l'illegalità a favore dello Stato di diritto.

Pochi tra noi potevano prevedere, dieci anni orsono, che la Corte si sarebbe affermata come il perno di tutte le discussioni sulla lotta all'impunità. Pochi tra noi immaginavano, dieci anni orsono, che la Corte sarebbe stata in grado di perseguire crimini compiuti in quindici paesi che spaziano su tre continenti. Ma molti su questo obiettivo hanno lavorato e salutano con favore, anche nei parlamenti e anche nel Parlamento europeo, i risultati conseguiti.

L'odierno dibattito sul crimine di aggressione illustra ancora una volta come, nell'ambito dello Statuto di Roma, la Corte penale istituzionale continui a svolgere, assieme ai giudici nazionali, un ruolo essenziale nel garantire giustizia alle vittime dei crimini più atroci.

 
  
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  Andrzej Grzyb, w imieniu grupy PPE. – Wielokrotnie mieliśmy okazję w szczególności w Podkomisji Praw Człowieka słuchać aktualnych informacji na temat funkcjonowania Międzynarodowego Trybunału Karnego. Również formułowaliśmy pewne zalecenia, które by wzmacniały rolę tego Trybunału, oraz wszystkie te działania, w których mogłaby Unia Europejska wesprzeć działanie tego Trybunału. Poprawki z Kampali do Statutu Rzymskiego definiują pojęcie zbrodni agresji, która ma podlegać jurysdykcji właśnie Międzynarodowego Trybunału Karnego. Aby tak się stało, te poprawki muszą być ratyfikowane przez co najmniej 30 państw. Dotychczas, jak zwracamy uwagę w rezolucji, nad którą będziemy głosować jutro, ratyfikowało je 14 państw, w tym 8 państw członkowskich Unii Europejskiej. Mam nadzieję, że w niedługim czasie będzie tych państw więcej, włączając w to również mój kraj, Polskę, która jest już na finalnym etapie pracy nad ratyfikacją w trakcie procedury ratyfikacyjnej.

Zbrodnia agresji to inwazja na inne państwo, ale również jego ostrzał, blokowanie jego portów. Agresja może być przeprowadzona zarówno przez regularną armię, jak i przez wspieranie nieregularnych sił zbrojnych na terytorium innego państwa. Jestem przekonany, że gdyby te poprawki weszły w życie kilka lat temu, być może uniknęlibyśmy przynajmniej części konfliktów, które miały miejsce od tego czasu, a tym samym, co najważniejsze, moglibyśmy uniknąć wielu ludzkich cierpień i tragedii wielu narodów.

Jutro mamy Światowy Dzień Sprawiedliwości. Myślę, że przyjęcie tej rezolucji wzywającej do rychłego zakończenia procesu ratyfikacji przez te państwa, które akceptują poprawki z Kampali, to byłby bardzo istotny krok w tym dniu.

 
  
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  Pier Antonio Panzeri, a nome del gruppo S&D. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, credo che sia opportuno dare forse una dimensione politica a questo nostro dibattito. Veniva ricordato dall'onorevole Della Vedova che domani si celebra la Giornata mondiale della giustizia internazionale penale. Io ritengo che sia una giornata simbolica che segna proprio l'anniversario dell'adozione dello Statuto di Roma, il trattato fondatore sostanzialmente della Corte penale internazionale. Penso che sia una giornata immaginata anche come un momento per riflettere e agire sulle sofferenze di quanti ancora sono vittime di atrocità, genocidi, crimini contro l'umanità, crimini di guerra e di aggressione di uno Stato contro un altro, ma anche per diffondere la lotta all'impunità di questi crimini e celebrare i progressi nel campo della giustizia internazionale penale.

La mia opinione è che quella di Kampala sia stata una conferenza storica. La revisione dello Statuto di Roma ha aperto una nuova strada e noi dobbiamo essere in grado di percorrerla fino in fondo. In occasione di questa conferenza, i paesi membri della Corte penale internazionale, dopo quasi un decennio di discussioni, hanno trovato un accordo sulla definizione condivisa di "crimine di aggressione" quale illecito dello Stato, per anni fonte di discordia nel diritto internazionale.

Dopo numerose revisioni e riunioni ad alto livello, molta strada è stata fatta. Ma ancora molta ve n'è da fare perché i drammatici eventi nel quadro internazionale di questi ultimi tempi – penso all'Ucraina, così come penso al dibattito che abbiamo fatto poco fa attorno alle questioni israeliane e palestinesi – dimostrano con grande forza che molto si deve fare sul piano della effettività del diritto penale internazionale. È stato ricordato che diversi paesi hanno già provveduto alla ratifica degli emendamenti di Kampala e numerosi hanno iniziato le rispettive procedure nazionali. Anche se queste risultano lunghe e complesse, credo che sia fondamentale trovare uno sbocco positivo al più presto.

Ora noi pensiamo che ricordare l'importanza storica di questo compromesso sia un dovere, così come lo è rilanciare l'attenzione europea e internazionale sul crimine di aggressione quale illecito e sul compromesso di Kampala, che lo definisce, prevedendo la giurisdizione della Corte penale internazionale su questo crimine. È venuto il tempo di impegnarsi con una voce unica per spingere affinché gli Stati, che non lo hanno ancora fatto, provvedano alle ratifiche. Anche se l'Unione europea non è parte integrante dello Statuto abbiamo bisogno di riportare appunto nella dimensione politica questo tema importante.

 
  
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  Karol Adam Karski, w imieniu grupy ECR. – Pani Przewodnicząca! Agresja jest historycznie uważana za najważniejszą zbrodnię prawa międzynarodowego. Często stwarza też możliwości lub wręcz daje impuls do popełniania dalszych przestępstw międzynarodowych, takich jak zbrodnie wojenne, zbrodnia ludobójstwa czy zbrodnie przeciwko ludzkości. Społeczność międzynarodowa potrzebuje uniwersalnej prawnej definicji agresji, bo takiej niestety nie posiadamy. Konwencje londyńskie z 1933 roku, które formułują taką definicję prawną, wiążą zaledwie około 10 państw, w tym i moje – Polskę. Niestety tylko w relacjach między nimi. Z kolei rezolucja Zgromadzenia Ogólnego ONZ z 1974 roku nr 3314, która ma charakter uniwersalny, jak każda rezolucja tego organu, nie jest definicją prawnie wiążącą. Przyjęcie poprawki z Kampali do statutu MTK stworzy zatem nową jakość, wyposaży ten sąd w możliwość karania sprawców agresji oraz da nam definicję prawną, która będzie wiążąca. Jednocześnie będzie przyjęta w modelu docelowym przez znaczną część społeczności międzynarodowej. Nie zapominajmy jednak, że i dziś, na zasadzie jurysdykcji uniwersalnej, sprawcy zbrodni agresji mogą być karani tak przez sądy krajowe, nie tylko własne, ale i również przez międzynarodowe trybunały karne ad hoc, powoływane już po popełnieniu zbrodni agresji lub innych zbrodni międzynarodowych. Korzystajmy też z tej możliwości.

 
  
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  Petras Auštrevičius, on behalf of the ALDE Group. – Madam President, the world we live in is far from ideal in spite of continuous and multiple efforts by many of us. The world’s history in general, and Europe’s in particular, is full of dark pages of wars, aggression, destruction and other unfortunate events. Did we learn any lessons? Did we do everything possible to prevent that happening again? It does not look so, even though we have just commemorated the start of World War One and are about to meet the 75th anniversary of the start of World War Two. At the same time we have to salute all international efforts to close legal loopholes that still exist in international humanitarian law and the Rome Statutes by criminalising the crime of aggression.

We have to agree that this can be done only by undertaking all possible measures, by accepting necessary legal frameworks for naming the illegal use of force which manifestly violates the United Nations Charter. In 2010 the states parties, including all EU Member States, adopted the Kampala amendments to the Rome Statute which establishes the International Criminal Court. The above-mentioned amendments mainly provide for adding the crime of aggression to the list of crimes falling under ICC jurisdiction, thereby completing the ICC jurisdiction and deterring Member States from illegal use of force. It is against those who are willing and ready to challenge the peace and security of others. Here I should make clear that the Kampala amendments do not cover cases of self-defence or a UN Security Council mandate.

By now eight EU Member States have ratified and completed procedures for enforcing the Kampala amendments; it is good but not enough. 2014 is a crucial year to encourage states to start and continue the process of ratification of the amendments, given the long time that ratification of international instruments requires in many countries. The existing momentum should be fully used to push for ratification now. The resolution we are debating tonight explicitly calls for an EU common position around the issue. This is the key part of the document. The resolution in focus is about protecting human rights: this is the ultimate goal of the EU’s policies.

 
  
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  Helmut Scholz, im Namen der GUE/NGL-Fraktion. – Frau Präsidentin, Herr Ratspräsident Della Vedova! Es geht in der heutigen Debatte um die zukünftige strafrechtliche Verfolgung militärischer und politischer Führungspersonen für das Verbrechen des Angriffskrieges – und das am Vorabend des morgigen Internationalen Tages für Justiz, und heute auch hier nach einer Debatte über die Situation in Irak, im Nahen Osten. Man könnte diese Liste leider endlos fortführen.

Der politische Kern der Fragestellung stellt sich wie folgt dar. Damit der Internationale Strafgerichtshof ab 2017 in der Sache handeln kann, müssen 30 Signatarstaaten des Römischen Statuts den 2010 erzielten Kompromiss ratifiziert und in nationales Recht überführt haben. Nach zwei Dritteln der Zeit sind 14 Ratifizierungen hinterlegt, acht davon aus EU-Mitgliedstaaten. Selbst wenn man die elf EU-Mitgliedstaaten berücksichtigt, die sich in verschiedenen Stadien der Vorbereitung der Ratifizierung befinden, bleiben immer noch neun – und zwar nicht gerade kleine – Mitgliedstaaten übrig, die sich nicht bewegen – ich frage: nicht bewegen wollen? Ich halte die Situation für nicht akzeptabel. Deshalb richtet sich unsere Forderung nach einer zügigen Ratifizierung vor allem auch an die EU-Mitgliedstaaten selbst.

Ich erwarte in der Sache ein klares Programm von der Hohen Vertreterin und einen konkreten Fahrplan, bis wann diese Situation behoben sein wird.

 
  
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  Barbara Lochbihler, im Namen der Verts/ALE-Fraktion. – Frau Präsidentin, liebe Kolleginnen und Kollegen! Die Überprüfungskonferenz für den Internationalen Strafgerichtshof in Kampala 2010 verabschiedete im Konsens den Vorschlag, das Führen eines Angriffskrieges zukünftig als Verbrechen zu verfolgen. Der Internationale Strafgerichtshof ist bisher zuständig für die Verfolgung von Kriegsverbrechen, Verbrechen gegen die Menschlichkeit und Völkermord und soll nun auch das Verbrechen der Aggression ahnden. Voraussetzung ist, dass die Angriffshandlung in ihrer Art, ihrer Schwere und ihrem Umfang nach eine offenkundige Verletzung der UN-Charta darstellt.

Für diese Verbrechen sollen aber nicht einfache Soldaten belangt werden, sondern Personen, die tatsächlich in der Lage sind, das politische und militärische Handeln eines Staates zu lenken. In unserer Entschließung fordern wir die EU auf, eine gemeinsame Position zum Verbrechen der Aggression anzunehmen und sich aktiv darum zu bemühen, die notwendigen 30 Ratifizierungen zu erreichen. Bisher haben vierzehn Staaten ratifiziert, darunter acht EU-Mitgliedstaaten. Und alle EU-Mitgliedstaaten, die noch nicht ratifiziert haben, sind aufgefordert, dies umgehend in die Wege zu leiten.

Am 1. September dieses Jahres begehen wir den 75. Jahrestag des Angriffs Nazi-Deutschlands auf Polen, eines Angriffskriegs, der unmittelbar zum Zweiten Weltkrieg führte – mit all den daraus folgenden Verbrechen gegen den Frieden, Verbrechen gegen die Menschlichkeit und Kriegsverbrechen. Die Nürnberger Kriegsverbrecherprozesse urteilten unter anderem auch über das Verbrechen des Angriffskrieges, und ich möchte zitieren aus der Eröffnungsrede des US-amerikanischen Hauptanklagevertreters Robert Jackson im November 1945: „Aber der letzte Schritt, periodisch wiederkehrende Kriege zu verhüten, die bei internationaler Gesetzlosigkeit unvermeidlich sind, ist, die Staatsmänner vor dem Gesetz verantwortlich zu machen. Und lassen Sie es mich deutlich aussprechen: Dieses Gesetz wird zwar hier zunächst nur auf deutsche Angreifer angewandt. Es schließt aber ein und muss, wenn es von Nutzen sein soll, den Angriff jeder anderen Nation verdammen, nicht ausgenommen die, die jetzt hier zu Gericht sitzen.“

Einen Angriffskrieg zu führen, ist keine gewöhnliche Straftat. Es ist, wie das Nürnberger Kriegsverbrechergericht 1946 in seinem Urteil ausführte, das allergrößte internationale Verbrechen, weil es das gesammelte Böse aller übrigen Kriegsverbrechen mit einschließt.

 
  
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  Ignazio Corrao, a nome del gruppo EFDD. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, José Ayala Lasso, quando ricopriva la carica di Alto Commissario per i diritti umani presso le Nazioni Unite, diceva che ha maggiore possibilità di essere processato un uomo che ha ucciso una persona piuttosto che uno che ne ha ucciso 100.000. Questa affermazione, tristemente reale, ci dovrebbe far riflettere sulle ragioni che hanno rallentato il processo di consolidamento del principio secondo il quale nessuna, e sottolineo nessuna, tipologia di aggressione può essere oggi accettata e tollerata.

Questo Parlamento, unico organo elettivo al vecchio continente, non sarà dotato della competenza legislativa necessaria per imporre ratifiche agli Stati membri, ma può senz'altro giocare un ruolo di influenza fondamentale. Con la conferenza di Kampala si è arrivati ad una definizione condivisa del crimine e dell'atto di aggressione, tracciando un percorso definitorio parallelo sia dell'illecito dello Stato che del crimine individuale. Certamente è un passo avanti, ma il percorso di prevenzione poteva e doveva essere già completato.

Il Parlamento europeo già nel 2011 salutava con favore l'adozione degli emendamenti di Kampala allo Statuto di Roma e chiedeva a Commissione e Consiglio di indurre gli Stati membri a ratificarli ed introdurli nei loro sistemi penali. Purtroppo al momento solo otto Stati dell'Unione lo hanno fatto. L'inerzia degli altri venti – tra cui ahimè anche l'Italia – non è in alcun modo giustificabile. Ci sono venti Stati su ventotto che sono rappresentati in questo emiciclo e non hanno ancora ratificato l'accordo. Cosa significa questo? Si vuole o non si vuole reagire con fermezza agli atti di aggressione e alle violazioni dei diritti umani che sono purtroppo all'ordine del giorno? Dare la possibilità alla Corte penale internazionale di intervenire sul crimine di aggressione costituirebbe un reale deterrente per porre fine all'impunità dilagante nei confronti di quegli Stati e quei soggetti che agiscono in spregio dei diritti umani mettendo a repentaglio con i loro gesti imperialisti la pace e la sicurezza nel mondo.

Cari colleghi, auspico che gli emendamenti di Kampala sul crimine di aggressione siano ratificati dagli Stati mancanti ed entrino in vigore il prima possibile. Questa Unione, nata come comunità in un continente dilaniato dal conflitto mondiale, si faccia pioniera e difenda concretamente i valori della pace e dei diritti umani in tutto il resto del mondo.

 
  
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  Cristian Dan Preda (PPE). - Madame la Présidente, je voudrais saluer la tenue de ce débat sur les crimes d'agression lors de la première session du Parlement européen consacrée à des sujets de fond. C'est un très bon présage, pour la législature qui commence, le fait que l'on aborde un sujet qui est au cœur de nos préoccupations pour la défense des droits de l'homme.

L'Union européenne a toujours été un ardent partisan de la Cour pénale internationale et dans le précédent mandat, nous avons accompagné, par nos résolutions, les évolutions liées au processus d'amendement de Kampala, ainsi que les efforts visant au renforcement de la Cour et à assurer l'universalité et l'intégrité du statut de Rome.

L'adoption des amendements sur la définition du crime d'agression a marqué un tournant dans l'évolution du droit pénal international en parachevant le système de protection mis en place par le statut de Rome. Toutefois, pour pouvoir activer la compétence de la Cour à l'égard du crime d'agression en 2017, il faudra une décision de l'Assemblée des États parties après que trente États parties, au moins, auront ratifié, idéalement, avant la fin de 2015 les amendements de Kampala. Pour l'instant, seuls quatorze États parties ont ratifié ces amendements dont huit États membres de l'Union.

Nous sommes donc bien loin du compte et nous avons besoin d'une action commune coordonnée au niveau européen pour promouvoir la ratification des amendements de Kampala et leur intégration dans les législations nationales. C'est là une question cruciale car il s'agit de nous donner les moyens de prévenir de façon efficace l'utilisation illicite de la force.

Là encore, l'Europe devrait montrer l'exemple en agissant de façon résolue contre l'impunité et pour promouvoir la paix à travers la justice pénale.

 
  
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  Josef Weidenholzer (S&D). - Frau Präsidentin! Wir diskutieren heute über eine Entschließung, die alle Mitgliedstaaten auffordert, etwas zu tun, was sie eigentlich schon längst hätten tun sollen, nämlich die Kampala-Amendments zu ratifizieren.

Warum ist das so wichtig? Dieser Prozess würde die internationale Strafgerichtsbarkeit weiterentwickeln und sie damit in ihrer Reichweite und Verbindlichkeit stärken. Bisher gab es vier Straftatbestände, die der Gerichtsbarkeit des Internationalen Strafgerichtshofs unterliegen: Völkermord, Verbrechen gegen die Menschlichkeit, Kriegsverbrechen und eben das Verbrechen der Aggression. Doch bis jetzt hat der Internationale Strafgerichtshof bei Verbrechen der Aggression keine Rechtsprechung entwickeln können. Im Römischen Statut, auf dessen Grundlage er eingerichtet wurde, gibt es keine detaillierte Definition des Tatbestands.

Deswegen können bisher Angehörige der militärischen und politischen Führungseliten nicht zur Verantwortung gezogen werden, wenn sie eine Angriffshandlung in die Wege leiten, die das Gewaltverbot der UN-Charta verletzt. Nach jetzigem Stand können diese Personengruppen persönlich nicht zur Verantwortung gezogen werden, wenn sie etwa völkerrechtswidrige Invasionen, Bombardements, die Blockade von Häfen oder das Entsenden bewaffneter Banden anordnen oder ihr Territorium für solche Aktionen zur Verfügung stellen. Wenn man das hört, kann man sich so einige Vorfälle der letzten Wochen ja ganz deutlich vor Augen halten.

Erst durch die Kampala-Amendments, die nach langwierigen Verhandlungen beschlossen wurden, wird das Verbrechen der Aggression definiert. Wir kennen auch schon die Voraussetzungen, die dafür erforderlich sind, wie viele Staaten das ratifizieren müssten. Es ist eigentlich sehr bedauerlich, dass bisher erst acht EU-Staaten diesen Prozess vollendet haben. Weitere Mitgliedstaaten sind dabei, darunter auch mein Heimatland Österreich.

Ich möchte noch auf einen Punkt hinweisen: Die Bestrafung von Verbrechen geschieht ja vor allem auch deswegen, weil ihr eine abschreckende Wirkung zugeschrieben wird. Verbrechen der Aggression sind Führungsverbrechen, und der Tatbestand der Beihilfe ist explizit ausgeschlossen. Häufig passierte ja bisher, dass die Ausführenden bestraft wurden, aber jene, die die Verbrechen anordneten, frei gingen. Diese ungerechte Schuldumkehr wird durch die zu ratifizierenden Änderungen durchbrochen. Sie stellen ein klares Signal an die Verantwortlichen dar, sich ihrer Führungsverantwortung bewusst zu sein, weil Aggressionsverbrechen künftig nicht mehr ungesühnt bleiben dürfen.

 
  
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  Ana Gomes (S&D). - Tenho muita honra em estar entre os promotores da resolução que o Parlamento Europeu deverá amanhã adotar nesta matéria. A entrada em vigor da jurisdição do Tribunal Penal Internacional sobre o crime de agressão, definido e aprovado pelos Estados Partes em Kampala, vai permitir a fundação de um sistema que penalize, efetivamente, o uso ilegal da força armada e que abra a possibilidade de responsabilização criminal dos perpetradores de violência contra a integridade territorial e a independência entre Estados Partes.

A introdução no plano do Direito Penal Internacional da definição do crime de agressão é um avanço civilizacional necessário para reforçar a jurisdição do Tribunal Penal Internacional, mas também vital para marcar a atualidade da Carta das Nações Unidas e fortalecer o caráter vinculativo das decisões do Conselho de Segurança da ONU.

O crime de agressão inaugura uma nova era nas competências do Tribunal. Se até aqui a jurisdição do Tribunal se centrava nos crimes de genocídio, crimes contra a humanidade, crimes de guerra, contra indivíduos e povos, a competência penal sobre crimes de agressão permite responsabilizar penalmente Estados pelo uso da força militar ilegal e não sancionada pelos princípios da Carta das Nações Unidas, nomeadamente com implicações no direito à autodefesa.

Este é um passo civilizacional fundamental para a instauração de uma verdadeira ordem de segurança coletiva. Mas para isso é preciso que o efeito dissuasor funcione, é preciso que nos invistamos, que a União Europeia se invista politicamente na ratificação do Estatuto de Roma do TPI e nas alterações aprovadas em Kampala por parte de todos os Estados que ainda não aceitaram a jurisdição do Tribunal e, em particular, aqueles que são os nossos parceiros no quadro de diversos acordos de cooperação.

É necessário também que os mecanismos de ativação da jurisdição previstos nas alterações de Kampala ao Estatuto do Tribunal sejam utilizados e que o Conselho de Segurança se comprometa a uma ação responsável e consonante com a Carta das Nações Unidas. Dadas as competências reforçadas na matéria que conferem ao Conselho de Segurança o direito de determinar se um dado acontecimento constitui ou não um ato de agressão punível à luz do Direito Penal Internacional, o que inevitavelmente elevará a fasquia segundo a qual o Procurador do Tribunal poderá ou não investigar um caso de agressão, então é vital que os cinco membros permanentes não embarquem numa estratégia de atraso propositado do trabalho do Procurador para se garantirem a si próprios uma imunidade e aos seus aliados. Uma tomada de posição do Conselho de Segurança é fundamental nesta matéria, de acordo com os objetivos estipulados em Kampala.

A União Europeia que se construiu a partir dos escombros deixados na Europa, e não só pela Alemanha nazi, tem que adotar uma posição comum nesta matéria, como pedimos nesta resolução do Parlamento Europeu, sem rebuço de agir como baluarte do TPI e do reconhecimento do crime de agressão.

 
  
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  Benedetto Della Vedova, Presidente in carica del Consiglio, a nome della Vicepresidente della Commissione e Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. - Signora Presidente, nel ringraziare i deputati che sono intervenuti per il contributo apportato al dibattito su questo tema importante, permettetemi di ribadire che l'Unione europea si iscrive in una tradizione solida di convinto sostegno alla Corte penale internazionale. Consideriamo che la comunità internazionale trovi in una Corte efficiente uno strumento indispensabile per combattere l'impunità e promuovere un ordine internazionale basato sullo stato di diritto, la pace e la riconciliazione. Per questo motivo la Corte penale internazionale resterà una priorità importante dell'Unione europea negli anni a venire.

L'UE continuerà quindi a sostenere la Corte penale internazionale a livello politico e diplomatico, così come con la logistica e il finanziamento. Come esempio concreto di sostegno citerò l'impegno dell'Unione europea a favore dell'universalità dello Statuto di Roma e per la promozione di una migliore comprensione del mandato della Corte penale internazionale.

L'UE continua ad adoperarsi al massimo per far progredire questo processo presso i paesi terzi, in particolare nei dialoghi periodici sui diritti umani con oltre quaranta paesi, con campagne sistematiche di iniziative diplomatiche nel mondo, con l'organizzazione di seminari locali o regionali sul tema, con l'inserimento sistematico di una clausola sulla Corte penale internazionale negli accordi con i paesi terzi – come veniva richiamato prima – o con il sostegno finanziario alle organizzazioni della società civile attive nella promozione dell'universalità dello Statuto.

Il Servizio europeo per l'azione esterna continuerà a facilitare lo scambio di informazione e il coordinamento fra gli Stati membri nei progressi del processo di ratifica che, come è stato detto, riguarda singolarmente gli Stati membri. Ce ne sono alcuni – sono stati citati, a partire dal mio – che sono ancora impegnati nel processo di ratifica e a cui noi chiederemo che accelerino – a partire naturalmente dall'Italia – i processi di ratifica in corso.

 
  
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  President. - I would like to thank you for your comment that you, as acting President-in-Office, will ask your Member State and also thank all of those other speakers who said that they, as parliamentarians, would push their own Member States to continue to ratify. Allow me this comment here from the chair as it is important that we continue to have Member States sign up to the agreement.

The motions for resolutions to be tabled under Rule 123(2) will be announced in the House at a later time.

The debate is closed.

The vote will take place on Thursday, 17 July 2014.

 
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