Patrizia Toia (S&D).– Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Commissione ha dato un bel segno: oltre all'Europa guardiana dei vincoli, c'è un'Europa che, se vuole, è viva e capace. Ma il giorno dopo, ecco di nuovo il balletto degli Stati, tra egoismi e miopie.
È inaccettabile! Mi chiedo, tra l'altro, se la geografia fosse diversa e gli sbarchi fossero stati a Brighton, cosa ci direbbe oggi Cameron.
Signori capi di Stato e di governo, dovete dirlo chiaro ai cittadini: questo non è un episodio, non dura una stagione, quella del bel tempo, e non è casuale: le migrazioni hanno cause e conseguenze che vanno affrontate e a volte le soluzioni hanno dei costi. Certo, c'è un'opinione pubblica spaventata e a volte anche ostile, ma compito delle leadership è guidare verso gli obiettivi più lungimiranti. L'Europa non sarebbe neanche nata se i leader di allora si fossero fermati di fronte a un'opinione pubblica segnata dai rancori della guerra.
Oggi è in gioco l'essenza stessa dell'Europa, il rispetto dei valori e dei diritti umani. Non è un esercizio di vanità e non è neanche una melassa, come ho sentito dire. È il fondamento della nostra convivenza. Se cominciamo a perderlo, oggi tocca ai rifugiati, domani chissà.