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 Indice 
 Testo integrale 
Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 7 luglio 2015 - Strasburgo Edizione rivista

Impegno a lungo termine degli azionisti e relazione sul governo societario (discussione)
MPphoto
 

  Sergio Gaetano Cofferati, relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, volevo ringraziare prima di tutto i colleghi che hanno collaborato alla stesura di questa relazione. Sono ringraziamenti dovuti e non rituali, perché, come loro per primi sanno, il percorso è stato molto lungo e difficile. Il voto è stato posticipato una prima volta in commissione. Poi, dopo che la commissione ha votato, è stato rimandato in Aula in seguito a una decisione della Conferenza dei presidenti. Il voto previsto per giugno in Aula è stato quindi posticipato a luglio e domani, finalmente, arriveremo a votare.

Abbiamo guadagnato tempo ma credo sia stata una scelta saggia che ha consentito di approfondire il merito di temi complessi e controversi, sui quali erano presenti, del tutto legittimamente, delle opinioni non convergenti. Dunque grazie ai relatori ombra della commissione JURI, grazie a Olle Ludvigsson, che è stato il relatore della commissione ECON, e ai suoi colleghi che gli hanno fatto da relatori ombra.

Però, prima di arrivare rapidamente ai contenuti della direttiva, volevo dire una cosa alla Commissione. Io considero questa direttiva un tassello di un mosaico più grande, quello che dovrebbe definire correttamente ed efficacemente il profilo della governance dell'impresa europea del futuro. L'intuizione sta addirittura nel Libro bianco di Jacques Delors del 1993: noi stiamo lavorando nella direzione che lui ci indicò. È un lavoro faticoso però assai positivo.

Oggi ci occupiamo degli shareholder, poi dovremo passare agli stakeholders per conferire quella dimensione sociale all'impresa che l'allora Presidente prese a riferimento, anzi costruì con la sua proposta. Mi aspetto, per questa ragione, dalla Commissione ulteriori iniziative di simile carattere che vadano in questa direzione.

Per intanto, come dicevo, siamo arrivati a definire quale sarà l'orientamento di lungo termine da parte delle imprese e degli azionisti e soprattutto ad aumentare la trasparenza su elementi chiave della gestione dell'impresa, della sua corporate governance. Abbiamo convenuto – ed è molto importante – che le imprese possano identificare i loro azionisti; parlo, ovviamente, delle imprese quotate in borsa. Così come sono previste misure per migliorare la possibilità di esercitare il voto da parte degli azionisti: è un elemento non solo di democrazia ma di efficacia nella gestione di qualunque impresa. Anche la trasmissione di informazioni lungo la catena degli intermediari renderà più efficace e anche consapevole il lavoro degli azionisti.

Poi ci sono le misure che, se applicate correttamente, possono aumentare la trasparenza della relazione tra gli investitori istituzionali, gli asset manager, e le imprese, perché la politica d'impegno definisca per le imprese il loro rendimento, nel breve termine ma soprattutto in quello lungo, uscendo così dal rischio di essere utilizzate semplicemente per finalità finanziarie. Ci sono inoltre le misure che aumenteranno la trasparenza dell'attività dei proxy advisor, funzione importante in qualunque sistema.

Ora, abbiamo con ciò confermato i requisiti di trasparenza che erano previsti dalla Commissione. E questa, credo, sia una scelta efficace e consapevole. Lo stesso varrà per le operazioni per parti correlate, che devono essere assoggettate a controlli che saranno differenziati a seconda del sistema legislativo di ciascuno Stato membro dell'Unione. I cambiamenti che il Parlamento propone permetteranno quindi di tenere in considerazione queste diversità nazionali, senza che le stesse diventino elemento di messa in discussione dell'unità delle politiche europee.

Vi è poi il tema della remunerazione degli amministratori, che è stato ampiamente discusso. C'era tra di noi una convergenza forte su questo tema ma esistevano opinioni diverse sul come dargli una consistenza adeguata. Abbiamo trovato la soluzione del caso e gli azionisti voteranno ma il loro voto potrà essere vincolante o consultivo, a seconda delle decisioni adottate da ciascun Paese.

E last but not least, la rendicontazione paese per paese. Il contrasto all'evasione fiscale può e deve essere fatto attraverso l'utilizzo di strumenti nuovi: quello della rendicontazione annuale per le aziende quotate in borsa è uno di questi. Già la relazione Kaili lo aveva ipotizzato: noi abbiamo utilizzato questo percorso, cioè quello della direttiva sugli azionisti, come primo appuntamento di carattere legislativo per introdurre un'ipotesi di revisione immediata della direttiva contabile.

Ringrazio di nuovo tutti coloro che hanno collaborato alla relazione in esame e ovviamente ascolterò con interesse le vostre osservazioni.

 
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