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Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 10 maggio 2016 - Strasburgo Edizione rivista

Negoziati in corso sul primo riesame del programma di aggiustamento economico per la Grecia (discussione)
MPphoto
 

  Gianni Pittella, a nome del gruppo S&D. Signora Presidente, onorevoli colleghi, ad un anno dallo scoppio della primi crisi greca, ci ritroviamo di nuovo qui a discutere della Grecia. Intanto, il mondo è cambiato: fra poco più di un mese, il 23 giugno, ci sarà un referendum importante nel Regno Unito. L'Europa è sconvolta dalla peggiore crisi del dopoguerra. Ma noi siamo qui, ancora qui, in una sorta di remake di un brutto film già visto. Qualcosa non quadra, colleghi, e io voglio dire con chiarezza che questo ha un solo nome: si chiama accanimento terapeutico contro il popolo greco.

I greci hanno onorato gli impegni presi nel memorandum. Eurostat, come ha ricordato il Commissario Moscovici, ci ha detto qualche settimana fa che i conti pubblici greci sono addirittura migliori del previsto. Molte riforme sono state fatte. Certo, dobbiamo restare vigili e assicurarci che tutto sia fatto, in particolare la riforma dell'amministrazione pubblica e del settore giudiziario.

Io dissento dal collega Weber su un punto: per me, il problema oggi non è Atene, il problema si chiama Fondo monetario internazionale. Il problema sono gli estremisti, che in nome di una visione vendicativa vogliono punire la Grecia e inventano il concetto di austerità preventiva, cioè l'idea che i greci con tre anni di anticipo debbano approvare misure che, come ha riconosciuto lo stesso Fondo monetario internazionale, ucciderebbero qualsiasi economia. Nelle condizioni in cui si trova l'Europa oggi, provocare una nuova crisi sarebbe irresponsabile.

Dopo l'Eurogruppo di ieri, grazie al lavoro del Commissario Moscovici e della Commissione europea, ci sono tutte le condizioni per chiudere positivamente la review del programma greco e aprire il capitolo dell'alleggerimento – non dico taglio, ma alleggerimento – del debito su cui ci siamo impegnati un anno fa. Per il nostro gruppo è questa una ragione di orgoglio. Dall'inizio noi Socialisti e Democratici siamo stati convinti che si potesse trovare un accordo tra le parti, un compromesso equo che chiedesse ad Atene riforme intelligenti in cambio del sostegno dell'Europa e di un alleggerimento del debito.

Dopo l'Eurogruppo di ieri, gli alibi sono caduti e tocca ora a tutti quanti assumersi le proprie responsabilità, e voglio concludere, anche qui chiaramente, che se il Fondo monetario internazionale vorrà sabotare ancora una volta questo accordo, allora l'Unione nella sua unità deve avere la forza per andare avanti da sola.

 
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