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 Indice 
 Testo integrale 
Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 5 luglio 2016 - Strasburgo Edizione rivista

Conclusioni del Consiglio europeo del 28 e 29 giungo 2016 (discussione)
MPphoto
 

  Gianni Pittella, a nome del gruppo S&D. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, dopo lo shock del referendum, il vertice della scorsa settimana, Presidente Tusk, avrebbe dovuto essere il momento della svolta. Noi vediamo luci ma anche ombre. Cominciamo dalle luci. Bene la decisione di dire no ai ricatti, di non fare trattative prima della notifica della volontà del recesso. No a considerare l'Unione europea un menù da cui si sceglie le pietanze che si desidera: le quattro libertà vanno insieme. Se si vuole l'accesso al mercato, allora bisogna accettare anche la libera circolazione delle persone. Bene sull'immigrazione: si vada avanti sulla partnership con i paesi africani. Ma, ci sono anche delle ombre che mi farebbero dire quasi che la montagna ha partorito il topolino.

Di fronte a questa crisi l'unità che lei ha ricordato, benvenuta, dei 27 avrebbe dovuto portare, sin da subito, un progetto di rilancio, di maggiore integrazione e invece si è preferito rimandare tutto a settembre, a Bratislava, fingendo di non capire che siamo ad un punto di non ritorno. Voglio dirlo con chiarezza: questo ritardo è l'ennesima prova della debolezza non dell'Unione europea ma dell'Europa intergovernativa. Io non capisco dove viva Schäuble: ma come si fa ad affermare che il metodo intergovernativo ha funzionato bene in questi anni? Dove era Schäuble durante la crisi greca? E che ruolo aveva? Dov'era durante la crisi dei migranti? L'obiettivo di questa offensiva è evidente: provare a emarginare la Commissione europea come centro del motore comunitario.

Ma noi non ci stiamo. Noi vogliamo difendere il metodo comunitario, difendendo il Presidente Juncker e la Commissione europea, difendiamo il metodo comunitario contro un rilancio intergovernativo che è assolutamente inaccettabile, perché infruttuoso e deleterio. Io mi rivolgo quindi al Consiglio e lo invito a cambiare registro; ma mi rivolgo anche alla Commissione che su molti punti ha fatto bene: io vi invito a non avere paura. Lo so, Jean-Claude, che tu sei una persona coraggiosa. Non vi dovete lasciare intimidire, dovete andare avanti. Sì, i negoziati sul Brexit devono essere rapidi e non si può perdere tempo ad aspettare che gli iscritti del partito conservatore eleggano il nuovo leader. Ma è assurdo! Fa specie – e lo ha detto Jean-Claude, lo ha detto bene Manfred Weber – fa specie che gli eroi del disastro lascino che il disastro produca le macerie e tornano qui, nel luogo che loro hanno definito l'inferno. Alla faccia della coerenza.

Noi dobbiamo agire: sul sociale serve slancio per azzerare il dumping, serve una lotta a tutto campo contro il dumping fiscale, i paradisi fiscali; bisogna finirla, una volta per tutte, con l'austerità, applicando le regole di bilancio con flessibilità e intelligenza e lo dico, anche qui non voglio aprire polemiche con nessuno, oggi le parole e gli atti devono essere improntati a sostegno, incoraggiamento, non sanzioni, punizioni, rigorismi che prescindono dalla realtà.

Oggi è il tempo dell'azione non dei rinvii; dell'unità nel fare, non dell'unità nella nello stare a guardare.

 
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