Conclusione, a nome dell'Unione europea, dell'accordo di Parigi adottato nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Giovanni La Via (A8-0280/2016))
David Borrelli (EFDD), per iscritto. ‒ Sono soddisfatto del voto odierno e della ratifica da parte dell'Unione europea dell'accordo di Parigi, un momento storico perché la ratifica dei 28 Stati membri dell'UE permette la rapida entrata in vigore dell'accordo (grazie al raggiungimento delle quote necessarie: ratifica di almeno 55 parti contraenti che rappresentino almeno il 55 % delle emissioni totali). Un primo passo quindi, ma comunque cruciale e necessario. Un primo passo che adesso ci deve spingere ad attuare nuove azioni concrete per affrontare la più importante tra le sfide da qui ai prossimi decenni, altrimenti tutto ciò potrebbe non bastare. Non bisogna quindi mollare la presa ed è un peccato, da questo punto di vista, che sia stato eliminato l'impegno dell'Unione di verificare periodicamente e con strumenti legali il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dichiarati dai singoli Stati membri nell'ambito dell'accordo di Parigi.