Ignazio Corrao (EFDD). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, le autorità del Bahrein e del Kuwait hanno riesumato la pena di morte, aprendo il 2017 con rispettivamente 3 e 7 esecuzioni. Peraltro, in questi casi non vi sono solo state le esecuzioni, che già di per sé rappresentano una delle pratiche più barbare esistenti, ma sono state anche constatate diverse altre violazioni. I processi sono risultati sommari, gli imputati hanno accusato le forze di polizia di torture e maltrattamenti. Il ritorno alla pena di morte, inoltre, ha scatenato il malcontento popolare, creando instabilità nei paesi.
Ora io voglio dire una cosa. Ascoltando gli interventi dei colleghi Preda, del collega Kram, a me sembra assurdo che, parlando di diritti umani, ancora stiamo a discutere su giustificazioni, ci mettete l’Iran, non ci mettete l’Iran. Ma è logico che lo stesso tipo di pratiche, le stesse violazioni valgono in maniera uguale in qualsiasi parte del mondo. Siete voi che continuate a portare avanti la logica dei due pesi e due misure, che se lo fa uno Stato amico è una carezza, se lo fa uno Stato ostile è una violazione gravissima dei diritti umani. In questa ossessione che avete nel cercare di ricomprendere l'Iran in qualcosa che non c'entra – anche le altre violazioni in Iran è ovvio che sono violazioni che vanno condannate in maniera uguale – vi confermate dai seguaci di Trump, che criticate tanto. Avete la stessa ossessione.