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Resoconto integrale delle discussioni
Giovedì 2 marzo 2017 - Bruxelles Edizione rivista

Attuazione del programma Europa creativa (discussione)
MPphoto
 

  Silvia Costa, relatrice. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, Commissario, innanzitutto desidero ringraziare i relatori ombra per il loro grande apporto. È la prima volta che facciamo una relazione di implementazione di un programma pluriennale come Parlamento.

"Europa creativa" è l'unico programma diretto dell'Unione europea per il settore creativo, culturale e audiovisivo, che oggi coinvolge 39 paesi, con un budget di un miliardo e mezzo per il periodo 2014-2020. Un budget che ha registrato, in questi sette anni, un incremento del 9 %, ma rappresenta appena lo 0,15 % del bilancio europeo. Eppure ci sono alcune evidenze. La crisi europea rivela l'esigenza di un forte investimento nella cultura e nel dialogo interculturale e nella ricerca collegata alla cultura.

Le attività legate al patrimonio culturale sono una risorsa crescente di nuova occupazione, innovazione, competenze, inclusione sociale e turismo culturale. Inoltre, il settore culturale e creativo audiovisivo rappresenta ormai oltre il 5 % del PIL europeo, che diventa il 12 % se includiamo la moda e la pubblicità.

La grande quantità e qualità dei progetti presentati a "Europa creativa" dimostra una grande vitalità del settore, che però è prevalentemente costituito da soggetti no profit, piccole e medie imprese, istituzioni culturali e associazioni, che vanno sostenuti, accompagnati nella sfida del digitale, nella formazione di nuove competenze e favorendo la cooperazione, la mobilità di artisti professionisti e prodotti culturali, sostenendo le coproduzioni, le reti europee di professionisti, rafforzando la capacità industriale dell'audiovisivo europeo e il suo accesso al mercato anche estero, favorendo in particolare l'internazionalizzazione delle carriere.

Questi sono gli obiettivi più strategici di "Europa creativa": avere riunito sotto un unico programma i precedenti programmi "Cultura" e "Media", pur mantenendoli distinti, con l'aggiunta di un settore trasversale si è rivelato utile per dare forza e maggiore visibilità al programma e per coordinare la governance, ma non ha ancora prodotto quei risultati di integrazione fra i diversi settori e progetti che ci aspettavamo. Purtroppo, "Europa creativa" soffre del suo stesso successo: il rapporto fra domande presentate e accolte è estremamente limitato, con un tasso di successo pari solo al 16 % per i progetti nel sottoprogramma "Cultura", e al 32 % per il sottoprogramma "Media".

Con questa relazione di implementazione chiediamo con forza alla Commissione europea e agli Stati membri una robusta integrazione dei fondi, in linea con le ambizioni del programma, ma chiediamo che finalmente la cultura diventi l'undicesima priorità almeno del programma della Commissione; non compare la parola.

Il testo che stiamo per votare chiede: miglioramenti alla gestione del programma, miglioramenti nella valutazione e nei criteri di valutazione dei progetti, per renderlo più accessibile, semplice, trasparente, capace di sostenere ogni settore e quindi essere più equilibrato fra i settori, i soggetti di piccoli e di grandi dimensioni e anche naturalmente l'equilibrio fra piccoli e grandi Stati membri (i partecipanti), dando spazio all'ambizione europea di contare sulla scena mondiale della cultura e insieme di sostenere la creatività di giovani, di realtà e di istituzioni storiche in cui riconosciamo le nostre radici, così come abbiamo apprezzato i bandi finalmente rivolti anche all'inclusione sociale e anche agli immigrati e rifugiati.

Sarà necessario riorientare il programma sulla qualità e il valore artistico delle proposte culturali – e non solo economico, come talvolta sembra prevalere – sostenendo l'integrazione con altri programmi e l'apertura a partenariati con paesi extraeuropei, soprattutto quelli che si affacciano nell'area mediterranea e in vista della nuova strategia per la diplomazia culturale e per l'Anno europeo del patrimonio culturale, fortemente voluto dal Parlamento per il 2018.

Chiediamo di superare gli attuali automatismi per salvaguardare la diversità della produzione audiovisiva europea, ma valorizzando le reali capacità di produzione e la circolazione di prodotti audiovisivi nonché un maggiore supporto alle posizioni europee e alle coproduzioni in ambito anche televisivo, con produttori indipendenti, e più accesso da parte delle sale cinematografiche e della distribuzione online.

Si deve fare di più per rafforzare le sinergie tra il programma "Europa creativa" e i diversi programmi pluriennali, in particolare Erasmus+ e Orizzonte 2020. Il collegamento fra ricerca, innovazione e cultura è assolutamente – e sono felice che ci sia il Commissario Moedas, perché so che è molto sensibile a questo tema – ma anche per l'innovazione nelle piccole e medie imprese culturali.

Vado alla conclusione. Siamo in attesa, infine, di conoscere gli esiti del nuovo strumento finanziario di garanzia che abbiamo fortemente voluto, dedicato a questo settore, poiché sono stati appena selezionati, da pochissimo, i primi due istituti finanziari europei e speriamo che anche altri possano essere selezionati per coprire con equilibrio il territorio europeo, ma chiediamo che sia dato seguito alla proposta di integrarli con l'EFSI, usandoli anche come front-loading per rafforzare la dimensione economica e imprenditoriale del settore.

 
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